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Torino turistica ha gli occhi a mandorla e assapora l'effetto Expo

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turistiE un’agenzia turistica porta i cinesi prima a Torino e poi a Milano. Intanto riapre lo storico hotel Turin Palace

 

L’ostensione della Sindone e l’indotto turistico dell’esposizione universale di Milano incominciano a dare buoni frutti. Presi d’assalto mostre, musei e caffè nel centro di Torino. Ecco qualche informazione in più.

 

IL BOOM ALLA REGGIA DI VENARIA

Più di 25 mila i biglietti staccati alla Reggia di Venaria durante il ponte del Primo Maggio. L’affluenza è da record grazie anche alla concomitanza con  l’ostensione della Sindone e l’inaugurazione dell’Expo. In via straordinaria, la Reggia resterà aperta anche lunedì. Tutte le informazioni  utili sul percorso di visita e le mostre allestite,  sul sito web  www.lavenaria.it. Il museo Egizio ha invece totalizzato oltre 19 mila presenze.

 

 LA CINA E’ VICINA

Da oggi e fino ad ottobre, scrive il quotidiano la Repubblica, migliaia di cittadini-turisti della Repubblica Popolare (dovrebbero essere tremila) arriveranno a Torino. Il risultato si deve  al tour operator Gzl International. Intanto già quindici giornalisti di diverse testate e tv del sud della Cina hanno pernottato al Golden Palace e visitato la città prima di partire per Milano. Quindi la ricetta è: prima Torino e poi l’Expo. Si tratta di turisti di alto livello che vogliono scoprire nuove parti d’Italia: «Torino è una città che può spingerli a tornare nel vostro Paese anche quando hanno visitato le grandi città turistiche come Roma, Venezia e Firenze – spiega a Repubblica Manlu Yu, la “tour leader” della Gzl -. Molti dei nostri clienti già conoscono l’Italia e questa è una meta con grandi potenzialità perché ha molte ricchezze culturali, monumenti che possono piacere ai turisti cinesi e sono tutti piuttosto facili da raggiungere».

 

RIAPRE LO STORICO TURIN PALACE

Ospitò principi e sovrani, Louis Armstrong e Greta Garbo. Chiuso per un po’ di anni riapre in questi giorni, dopo una totale ristrutturazione, il Turin Palace Hotel, lo storico albergo 4 stelle in via Sacchi, di fianco a Porta Nuova. L’edificio è di proprietà di Reale Immobili, la società immobiliare del Gruppo Reale Mutua, ed è gestito dal milanese Piero Marzot. Dispone di127 camere (gli arredi purtroppo non saranno più quelli originali), e la riapertura coincide con l’ostensione della Sindone e con l’Expo milanese. I lavori sono stati  diretti dallo Studio Artecna, e realizzati da Costruzioni Generali Gilardi.

 

IL POPOLO DI FB E LA SINDONE

Ma cosa pensano i torinesi degli effetti positivi che l’Ostensione ha sul tursimo e il rilancio dell’economia cittadina? Ci saranno vantaggi oppure no? Ecco alcune risposte dal nostro sondaggio sulla pagina Facebook del “Torinese”.

 

Elisa Tricerri Certo che no. Ai torinesi non entra niente in tasca. Ci guadagna solo la Curia.

Cristian Indio Turismo da zainetto panino e bottiglietta a seguire se spendono per il biglietti del tram è già un affare, avete svenduto Torino doveva riprendersi sopo le olimpiadi e si sono mangiati tutto i soliti personaggi e con la Sindone sarà uguale.
Roberto Castelli Assolutamente d’accordo con te ma come si vede dai risultati i torinesi non hanno punito chi ha dilapidato quei progetti bensì li ha rivotati permettendo loro di riderci in faccia e continuare i loro porci comodi!
Cristian Indio Roberto Castelli e io D’accordo con te! Pensavo di essere da solo a pensare così menomale non mi sento solo.
Grazia Carelli Un’ottima opportunità per il turismo e l’economia della città. 
Ho visto tante di quelle Forze dell’Ordine in giro che penso si possa stare più che tranquilli.
Prenotato.
Filomena Bernardo da torino non riesco a prenotare…e vorrei andare con i miei bambini
Antonio Rossignoli Certo…
Angela Pirosa Per torino é una grande opportunità di pubblicità per la bellissima città, grande tourin !!
Giuliano Maghini già fatto! qualcosa , a costo zero, rimarrà alla città, più in centro che altro, paragonata alle olimpiadi che han portato niente e lasciato i debiti ,è un affarone !!!

 

L'Expo parla anche torinese e la città attende l'indotto di turisti

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expo logoComplice l’ostensione della Sindone, le facce straniere in città sono già molte. E, è facile ipotizzare, aumenteranno ancora grazie all’Expo. Mentre voci insistenti danno probabile una visita al sacro lino da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel

 

Gli albergatori di Torino hanno dichiarato che il boom di presenze legate all’Expo milanese non si è ancora verificato sotto la Mole. Diamogli tempo, la kermesse internazionale è stata appena inaugurata. In realtà, complice l’ostensione della Sindone, le facce straniere in città sono già molte. E, è facile ipotizzare, aumenteranno ancora grazie all’Expo. Mentre voci insistenti danno probabile una visita al sacro lino da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel, il sindaco Piero Fassino è entusiasta per le opportunità della rassegna espositiva meneghina.

 

“Ho pensato fin dal primo momento che Expo sarebbe stato un grande evento: saranno smentiti quelli che hanno sollevato dubbi e seminato scetticismo”. Così l’Ansa riporta le parole del primo cittadino che ha visitato alcuni padiglioni. “Sarà una grandissima occasione – ha detto inoltre – per offrire l’immagine di un Paese forte in un momento in cui ce ne è bisogno. Ho visitato il padiglione Italia e mi sembra molto bello, d’altra parte il nostro è il paese dell’estetica”. E va sottolineato che tra architetti e ingegneri che hanno progettato l’esposizione, figurano molti torinesi.

 

Anche il prestigioso quotidiano americano Wall Street Journal celebra quello che definisce  ‘rinascimento’ del Nord Italia. E cita l”Expo di Milano, il Museo di Armani, la Biennale di Venezia e la Fondazione Prada. Una sola  istituzione torinese citata:  la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che, proprio in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione universale, celebra i  suoi vent’anni di attività. Prevista per il compleanno la consegna del ‘Premio StellaRe’ a Sheikha Al Mayassa, la sorella dell’emiro del Qatar.

Ma quanto è (radical) chic per la sinistra salottiera salvare il mondo all'Expo

gusto arcagusto fruttagusto terraSALONE GUSTOexpo logogusto3asparagisubricIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Un’altra battaglia che questa élite sazia – fin troppo sazia – cerca di imporre alla restante parte del pianeta, in genere più affamata, è quella contro gli organismi geneticamente modificati. Ora, una cosa è tutelare la qualità e la tipicità del riso vercellese, del vino delle Langhe, e di tutta la sequela dei prodotti agroalimentari piemontesi (o italiani), altro è vietare che nei paesi in via di sviluppo si utilizzino colture destinate all’alimentazione primaria

 

Correva l’anno 1215, in Inghilterra, quando il re Giovanni Senzaterra fu costretto dai riottosi suoi baroni a concedere la Magna Carta, un documento che poneva limiti alle decisioni arbitrarie del sovrano, ad esempio sulle tasse, e riconosceva la libertà personale (solo dei baroni, mica dei loro servitori). Sono passati giusto 800 anni e dalla Magna Carta siamo passati alla “carta del magna magna”, ovvero alla Carta di Milano, pomposamente definita “un documento partecipato e condiviso che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo”. Insomma, dall’habeas corpus all’habeas cibus.

 

Expo 2015, la kermesse apertasi venerdì a Rho, peraltro con alcuni padiglioni incompleti, ha come tema conduttore il cibo. Alla stesura della Carta meneghina, dedicata all’alimentazione – naturalmente “sana, equa e sostenibile” – si sono impegnate, per mesi e mesi, menti eccelse, tra le quali spicca una folta pattuglia di piemontesi. Il sindaco Fassino – visto all’inaugurazione, con cappello e soprabito, interpretava inconsapevolmente la figura dello spaventapasseri – non poteva certo sottrarsi, ma è stato affiancato da personaggi come don Luigi Ciotti, Giancarlo Caselli, Evelina Christillin, Oscar Farinetti e, dulcis in fundo, Carlin Petrini – non a caso citato nei discorsi inaugurali – il vero guru di questa filosofia del mangiar poco-ma bene. Insomma il fior fiore della “gauche caviar” nostrana, di quella sinistra salottiera che da anni ama pontificare sui piatti più prelibati, i vini più biologici, le cucine più dietetiche. E’ questo il movimento di pensiero che ha dato la propria impronta ecologista all’esposizione milanese, puntando su temi come la decrescita felice, la frugalità eretta a sistema, la contrapposizione tra il modello attuale, considerato irrecuperabilmente “capitalistico”, e un fantomatico mondo ideale dove la generosità e l’altruismo dovrebbero governare il sentimento di ciascuno. Non diciamo che ciò non sia auspicabile, ma lo possiamo senz’altro ritenere irrealistico. Già Adam Smith, padre dell’economia moderna, ricordava che “non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del panettiere che dobbiamo aspettarci la cena, ma dal riguardo che essi hanno per il loro interesse”. Sono passati due secoli e mezzo, ma non pare che la natura umana sia mutata a tal punto da smentire questa massima.

 

Un’altra battaglia che questa élite sazia – fin troppo sazia – cerca di imporre alla restante parte del pianeta, in genere più affamata, è quella contro gli organismi geneticamente modificati. Ora, una cosa è tutelare la qualità e la tipicità del riso vercellese, del vino delle Langhe, e di tutta la sequela dei prodotti agroalimentari piemontesi (o italiani), altro è vietare che nei paesi in via di sviluppo si utilizzino colture destinate all’alimentazione primaria, in grado di resistere più facilmente ai parassiti e meno bisognose di trattamenti chimici, come appunto sono i prodotti Ogm. Si tratta di piani completamente diversi: nel primo caso è giusto qualificare un’offerta di nicchia destinata a una clientela “ricca”; nel secondo, si deve puntare alla quantità per dare sostentamento a chi non riesce spesso a mettere insieme il pranzo con la cena. Ovviamente, questo ragionamento vale quando sia appurata – come è già avvenuto per molti prodotti Ogm – la non pericolosità per l’organismo umano. Non è un caso che molti paesi, come ad esempio l’Afghanistan, facciano ricorso massicciamente a programmi Ogm sorretti dal governo, perché, come insegnavano gli antichi, “Primum vivere, deinde philosophari”. Ma la pattuglia degli apostoli del “sano e solidale” non demorde e per qualche mese, dai padiglioni di un’Expo di cartone, cercherà di diffondere la propria ideologia finto-pauperista. Rigorosamente con una tartina in bocca e il calice di champagne in mano.

 

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(Foto: il Torinese, al Salone del Gusto 2014)

Non c'è tre senza quattro e la Juve vince il campionato con Max al comando

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Il quarto scudetto giunge con la vittoria a Genova con la Sampdoria

 

La Juventus ha vinto il quarto Scudetto consecutivo, e la sua supremazia nel Campionato è stata evidente da subito. E’ il primo trionfo di Max Allegri sulla panchina bianconera. E ora si pensa alla Champions. Il quarto scudetto giunge con la vittoria a Genova per 1-0 con la Sampdoria. Il gol partita è di Vidal. L’agenzia Ansa parla di “Un successo meritato, che conclude nel modo migliore la rincorsa tricolore della squadra di Allegri. Il tecnico, arrivato nello scetticismo, ha saputo gestire al meglio l’eredità di Conte, centrando il primo traguardo della stagione”. “Partendo dal lavoro svolto in tre anni ho cercato di cambiare qualcosa. E’ stata un’annata ottima, per non dire straordinaria, ma ancora non è finita”. Lo ha detto, Allegri in una intervista a Sky.Prossima tappa martedì, nell’andata col Real, per la finale della Champions League dopo aver conquistato quella di Coppa Italia”. Ancor prima dell’ufficializzazione del risultato, negozi e banchetti improvvisati nel centro e nelle periferie di Torino erano già dotati di bandiere bianconere (nella foto) per festeggiare questo nuovo successo sportivo.

 

(Foto: il Torinese)

"Meraviglioso", il buono della cucina italiana… a gogo!

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Nel centro di Torino, in Via Botero 16, a due passi da Piazza Solferino, ha aperto in questi giorni Meraviglioso, un ristorante dove buon cibo fa rima con allegria e convivialità

 

Se è vero che il cibo è attenzione, piacere  e anche divertimento, Meraviglioso è il nuovo locale da segnare in agenda. Un’iperbole poco sabauda per un luogo che piacerà sia ai torinesi sia ai turisti.Nel centro di Torino, in Via Botero 16, a due passi da Piazza Solferino, ha aperto in questi giorni Meraviglioso, un ristorante dove buon cibo fa rima con allegria e convivialità.Non chiamatelo solo “ristorante”, perché Meraviglioso in realtà è molto di più: è il posto giusto per una veloce pausa pranzo, per trascorrere una serata in famiglia o con gli amici, per mangiare qualcosa prima del teatro o per  fare tardi davanti ad un drink.Solo materie prime italiane di alta qualità: pane e pasta preparati freschi ogni giorno, carne piemontese e pesce fresco selezionati dai migliori produttori, cibi scelti con cura e nel rispetto della geografia territoriale dei sapori per un menù che sa accontentare davvero tutti. Non solo pizza cotta nel forno a legna e pasta, come vuole la migliore tradizione italiana, ma anche specialità regionali, dalle cozze alla zeppola, grigliate e carmi cotte su pietra lavica, bourguignonne, menù leggeri (con alcuni nutrizionisti sono stati elaborati 9 piatti e 3 dessert per offrire un menù che sia corretto anche dal punto di vista calorico) e menù vegani,  senza dimenticare proposte gluten free, per  intolleranti e per vegani,  Il tutto innaffiato da buon vino  – anche vini vegani – e buona birra.

 

La vera particolarità del locale sono i Menù a Gogò, sfiziosi e buoni. L’idea già spopola all’estero ma Meraviglioso reinterpreta la moda del menù a volontà con gusto ed eleganza tutte italiane. Senza indulgere sulla qualità delle materie prime. Si può scegliere tra tre opzioni – pizza, coccoli e bourguignonne – e si mangia a volontà ….L’accoglienza è l’arte di far sentire sempre i clienti a proprio agio e da Meraviglioso sono sicuramente degli artisti: l’allestimento curato nei minimi particolari con  composizioni e immagini 3d che ripropongono situazioni domestiche gioiose mentre i protagonisti delle grafiche, con ironia e leggerezza, invitano gli ospiti a fare parte di questa atmosfera rilassata e giocosa.L’attenzione e la cura per i dettagli – gli arredi, le tovaglie con i tipici disegni, il menù vario, l’ampia carta dei vini e delle birre – creano uno scenario meraviglioso: questo ristorante è il luogo ideale per serate con gli amici, per cene di gruppo, eventi e momenti speciali dove si può gustare tutto il buono del tipico stile italiano.

 

www.torino.meravigliosorestaurant.it

Il "fantoccio" Matteo convitato di pietra al Primo Maggio torinese

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PRIMO MAGGIO 1PRIMO MAGGIO 3PRIMO MAGIO 5primo maggio 12primo maggio 23primo maggio 25primo maggio 233“Tutti uniti sui temi del lavoro” hanno detto in coro i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil che vogliono guardare al futuro.  Un futuro sottolineato durante il corteo dalle note dell’Internazionale, di Bella Ciao e dalla voce di una brava vocalist che inneggiava al Che Guevara

 

Ora che il quotidiano fondato da Antonio Gramsci è stato cancellato dalla storia e dai debiti, alla festa dei lavoratori c’è solo lo stand del Manifesto, accanto al gazebo che vende bandiere con falce e martello e a quello dei radicali. Ma loro sono dappertutto, si sa. Sotto al Cavallo di bronzo, ad attendere  il corteo proveniente da piazza Vittorio, non bivaccano solo retroguardie nostalgiche.

 

Tanti anche i turisti, un po’ incuriositi e divertiti dal ritmo della banda della polizia municipale che accompagna il serpentone di bandiere rosse. D’accordo, loro sono lì per caso, in cerca di monumenti del passato, ma contribuiscono a dare colore alla piazza. La sfilata è aperta dall’Anpi, poi le organizzazioni sindacali e le forze politiche (da registrare qualche spintone agli esponenti Pd da parte dei “compagni che sbagliano” dei centri sociali). “Presidente Renzi, guardi questa piazza! Noi ci siamo e siamo qui! E la sua campagna mediatica, insofferente verso il sindacato, non ci seppellirà!”, tuona dal palco il segretario della Cisl Domenico Lo Bianco, cui quest’anno tocca l’onore dell’orazione ufficiale anche a nome di Cgil e Uil.

 

“Perchè noi siamo carne viva. Cuori che pulsano. Teste pensanti. Uomini e donne che meritano rispetto, attenzione, considerazione”. Come dargli torto: la crisi sotto la Mole è ancora nera e pesante. “Non possiamo scordarci che nella nostra città, il 7% della popolazione vive in condizioni di povertà assoluta – continua –  non possiamo dimenticare che a Torino, nel 2014, più di 11.000 famiglie si sono rivolte per la prima volta ai Servizi Sociali della città e che oltre 4.000 famiglie sono state sfrattate”. A sottolineare le parole del sindacalista sono le piroette che i componenti del Collettivo Primo Maggio fanno fare, servendosi di un telo da pompieri, ad un fantoccio in gommapiuma del premier, a grandezza più che naturale. (Foto n. 4). Al presidente del Consiglio, che era ad inaugurare l’Expo milanese saranno fischiate le orecchie. Gli è toccato fare da protagonista in contumacia. Una sorta di convitato di pietra, assente, ma che aleggia e incombe.

 

I sindacati alla vigilia delle manifestazione avevano lanciato una frecciata a quella parte del Pd rappresentata dal senatore Stefano Esposito, che aveva paventato possibili allarmi legati a disordini degli antagonisti in occasione del corteo del Primo maggio: “La festa dei lavoratori non deve essere una passerella politica per nessuno”.Incidenti non ce ne sono stati, il grosso degli antagonisti era a Milano per l’Expo.  La ricorrenza, nelle intenzioni della “Triplice” è stata collegata ai 70 anni della Resistenza, un modo, secondo Cgil-Cisl-Uil per “riaffermare il legame tra democrazia e lavoro”.

 

Con lo scenario di crisi che Torino sta attraversando (simbolo della situazione il marchio storico De Tomaso acquistato dai cinesi) è stata un’altra festa del lavoro all’insegna della mestizia. I partecipanti al corteo nelle vie del centro di Torino hanno portato al collo un foulard tricolore con la scritta ‘Liberi e resistenti sempre”.  “Tutti uniti sui temi del lavoro”, hanno detto in coro i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, che vogliono guardare al futuro.  Un futuro sottolineato durante il corteo dalle note dell’Internazionale, di Bella Ciao e dalla voce di una brava vocalist che inneggiava al Che Guevara.

 

CB

 

(Fotoservizio: il Torinese)

Finanziaria, Chiamparino: "Conti a posto". Pichetto: "Brutta e senz'anima"

chiamp consigliopichettoIl Governatore: “Chiudere le pendenze con il passato e mettere a posto i conti, anche quelli pregressi e fuori bilancio, non è cosa da poco”

 

Con 29 voti favorevoli e 15 contrari, l’aula di Palazzo Lascaris ha approvato la Legge Finanziaria 2015. Secondo la maggioranza il documento “punta sui fondi europei per restituire ossigeno al sistema produttivo”. Tra i punti chiave il piano di alienazione del patrimonio immobiliare e il recupero dell’evasione fiscale sul bollo auto. E’ inoltre prevista la chiusura dei debiti pregressi del trasporto pubblico locale e dei debiti fuori bilancio.

 

Soddisfatto il presidente Sergio Chiamparino: “Nella Finanziaria siamo riusciti a coniugare il necessario rigore dei conti a favore dell’istituzione con quella sensibilità che non ha ridotto tutto a una mera discussione contabile. Da martedì, con la discussione del bilancio, daremo risposte su questioni importanti come il trasporto pubblico locale, la cultura e altri settori nevralgici per il Piemonte. Chiudere le pendenze con il passato e mettere a posto i conti, anche quelli pregressi e fuori bilancio, non è cosa da poco”.

 

“Quella approvata oggi dalla Giunta Chiamparino è una legge finanziaria ‘brutta e senza anima’. Si trattava del primo atto di indirizzo politico ed economico per il centrosinistra: il Piemonte ne esce come una barca alla deriva”. A sostenerlo il capogruppo di Forza Italia Gilberto Pichetto. “Tolto il piano di risanamento dei conti regionali che praticamente è identico a quanto già deciso dalla giunta di  centrodestra precedente – spiega l’esponente azzurro – il centrosinistra ha scelto di abdicare al proprio ruolo di governo. Gli assessori, che si erano sottratti in commissione al confronto sulle azioni che hanno intenzione di avviare quest’anno per il rilancio della regione, si sono ripetuti anche in Consiglio dimostrando, non solo che non hanno il coraggio di affrontare un confronto serio e trasparente ma che manca anche una visione complessiva e strategica per il Piemonte. L’unico punto nel quale la maggioranza ha dimostrato fantasia è nella tassazione punitiva: basti pensare al tentativo di salassare il comparto estrattivo, con il conseguente aumento dei costi per tutto il comparto dell’edilizia che solo la nostra tempestiva azione di disturbo ha bloccato”.

 

Il Primo Maggio a menu fisso e la sindrome dell'arto fantasma

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Per fortuna questo è pur sempre il Paese di Crozza, con le sue imitazioni. E non la Russia, Cuba o la Cina, Paesi che tuttora celebrano il Primo Maggio, Giorno Internazionale dei Lavoratori, con grandi parate militari. Ché quei Paesi, si sa, di diritti dei lavoratori se ne intendono

 

 

Il corteo del primo maggio sta alla società italiana come la sindrome dell’arto fantasma sta agli amputati: il cervello avverte stimoli nervosi da una parte del corpo che non esiste più da tempo, almeno non nelle forme in cui si ripropone, anno dopo anno, una festa dei lavoratori immutabile e scolpita nel tempo. Per fortuna questo è pur sempre il Paese di Crozza, con le sue imitazioni, e non la Russia, Cuba o la Cina, Paesi che tuttora celebrano il Primo Maggio, Giorno Internazionale dei Lavoratori, con grandi parate militari, ché quei Paesi, si sa, di diritti dei lavoratori se ne intendono. Anche a Torino, sarà tutto come da copione: Triplice e PD che fanno finta di litigare, sulle note di “vengo anch’io, no, tu no”, una scimmiottatura delle rivendicazioni di “autonomia del sindacato” di cui si faceva interprete Ottaviano Del Turco, allora vicino a Craxi, per allentare la presa del Pci-Pds sulla CGIL. 

 

Prevedibile il solito pubblico di teste canute, vero zoccolo duro del sindacato, insieme al comparto della scuola e della sanità pubblica; prevedibili i fervorini dei leader sindacali sulla solidarietà (quest’anno il tema è “la solidarietà fa la differenza”, ammiccando astutamente un po’ alla nostra coscienza sporca per la tragedia dei barconi, un po’ al pauperismo descamisado di Papa Francesco), prevedibili le contestazioni dei No-Tav più o meno pesantemente armati, prevedibili le cariche della polizia, prevedibile la presenza di esponenti non-di-sinistra alla Giampiero Leo  in cerca di martirio pubblico e della corrispondente notorietà. ( astenersi israeliti di religione, ebrei di cognome e amici di Israele, ché da tempo l’antisemitismo di sinistra è stato stralciato per via di giurisprudenza del Decreto Mancino)

 

Tutto questo in una città che continua a celebrare i fasti del Fordismo, mentre di fatto la principale industria si è già internazionalizzata, è uscita da Confindustria e ha abiurato i sacri dogmi della concertazione; la contrattazione aziendale si fa strada come può, ma prima o poi ce la imporranno i Lavoromercati e l’Unione Europea, come si farebbe con un Varufakis qualsiasi. Intanto, la realtà del sindacato si è convertita in un apparato che organizza turismo per anziani, concerti e fiere, consulenza fiscale, e soprattutto lobbying politico, e non soltanto per lanciare carriere in Parlamento o creare partiti-non partiti alla Landini. Giacché a Torino vige una peculiare regola secondo cui nelle aziende pubbliche (partecipate municipali, ASL, ma soprattutto tra il personale degli Enti), i dirigenti provengono quasi tutti dal sindacato, cioè dall’altra parte del tavolo. Un esito esemplare di una carriera in un sindacato che si vorrebbe ancora unico interprete di salariati metalmeccanici in tuta blu; e che è diventato un’altra cosa: un arto fantasma.

 

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Colpivano su Fb, 10 arresti per la truffa del "principe azzurro"

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I sedicenti “principi azzurri” spiegavano di avere problemi di salute o di affari e si facevano consegnare le somme di denaro dalle vittime innamorate e impietosite

 

 

Le loro vittime su Facebook erano donne sole e infelici. Loro si fingevano facoltosi e affascinanti  professionisti. Carpivano la fiducia delle malcapitate e dopo averle sedotte riuscivano a farsi dare decine di migliaia di euro, per poi sparire nel nulla. I sedicenti “principi azzurri” spiegavano di avere problemi di salute o di affari e si facevano consegnare le somme di denaro dalle vittime innamorate e impietosite. Ma oggi ben 130 militari del Nucleo polizia tributaria della Guardia di finanza di Torino  stanno eseguendo una serie di arresti legati a questi episodi. Le misure cautelari sono 10: nove persone in carcere, uno ai domiciliari. Le accuse, informa il quotidiano la Repubblica di Torino sono di “una ramificata organizzazione criminale a carattere transnazionale costituita da 20 soggetti, principalmente di nazionalità nigeriana” dedita al riciclaggio di denaro proveniente da truffe on line e frodi informatiche – per un valore di almeno 2,6 milioni di euro – “a danno di cittadini e aziende italiani, ma anche statunitensi e di altri Paesi europei”.  

 

Vi riproponiamo l’articolo della nostra Simona Pili Stella, dedicato alla vicenda e pubblicato nei giorni scorsi dal Torinese.

   
Comitato vittime cybercrime Piemonte

Con l’illusione del “vero amore” vengono raggirate da truffatori      

Un uomo colto e di bell’aspetto che in maniera apparentemente casuale era entrato a far parte dei suoi amici di Facebook. Francese, ingegnere, simpatico e dall’ affascinante oratoria; per Jolanda Bonino, signora torinese di mezz’età, sembrava essere arrivato finalmente “l’uomo dei sogni”. Purtroppo però, invece dell’ affascinante dolce metà con cui era pronta a coronare il suo sogno d’amore, la signora Jolanda si è trovata davanti un vero e proprio truffatore. L’uomo né francese né tanto meno ingegnere, si è rivelato essere un impostore proveniente dal centro Africa che dopo aver raggiunto l’obbiettivo di farla innamorare, è riuscito a raggirare la donna ottenendo una somma di denaro di quasi 800 euro.

 

Tutto è iniziato più di un anno fa quando tra i suoi contatti Facebook arriva la richiesta di amicizia da parte di un uomo più giovane e di bell’aspetto. Dopo poco tempo lui comincia a scriverle in chat, fornendo dettagli della propria vita che la signora Jolanda prudentemente controlla su internet e di cui trova conferma. Dopo un bel po’ di mesi iniziano sentirsi attraverso Skype in modo da potersi vedere : “Era un bell’uomo dalla carnagione bianca”- ha dichiarato la signora Jolanda – probabilmente ha usato uno di quei programmi per modificare la propria immagine durante le conversazioni video, o forse si è avvalso di un complice”. Insomma la storia tra il giovane ingegnere francese e la signora torinese sembra procedere a gonfie vele, fino a quando lui non comincia a tirar fuori un intervento chirurgico a cui si deve sottoporre ma che non viene coperto dalla sua assicurazione sanitaria. Da bravo e furbo truffatore non chiede esplicitamente i soldi ma fa in modo che sia Jolanda (ormai innamorata e pienamente fiduciosa) a imporgli di accettare il prestito. Ecco date le coordinate per la spedizione del denaro, ecco realizzata la truffa.

 

Dopo aver raccontato la sua storia e soprattutto denunciato il fatto in modo che altre donne come lei non finiscano nella rete di simili truffatori, la signora di Torino è stata contattata da centinaia di donne proveniente da tutta l’Italia. Molte non hanno ancora sporto denuncia ma hanno guardato con favore l’iniziativa di Jolanda di creare su Facebook, sulla scia di quanto avviene in Francia e Germania, il Comitato vittime cybercrime Piemonte. La polizia postale che sta indagando sul caso della signora Bonino, ha spiegato che truffe sentimentali di questo tipo sono diventate ormai un fenomeno piuttosto diffuso. Nei mesi scorsi, per esempio, la procura di Torino ha coordinato un’altra inchiesta molto simile a questa, riguardante una signora raggirata da un sedicente soldato statunitense. Non è la prima volta che sentiamo parlare di truffatori e persone disoneste, ma forse questa volta la notizia ci lascia con un po’ più di amaro in bocca perché in fin dei conti quando si parla di sentimenti ci sentiamo tutti un po’ più vulnerabili; forse in ognuno di noi rivive una piccola parte della signora Jolanda e di tutte quelle donne ingannate dalla speranzosa ricerca del “vero amore”.

 

Simona Pili Stella

Il Salone delle Meraviglie non guarda all'Expo ed è sfida aperta tra cartaceo e digitale

SALONE LIBRO 22SALONE LIBRO FOTOSalone-del-Libro.“In Italia si legge sempre meno, qui aumenta il numero degli editori – dice il presidente del Salone, Rolando Picchioni – e passa sempre più per il Salone di Torino il confine futuro fra libro cartaceo e tecnologie digitali”

 

Le Meraviglie d’Italia sono il tema conduttore del Salone Internazionale del Libro 2015, anno dell’Expo di Milano. la kermesse del libro sarà occasione, dicono i promotori ” di ripercorrere e ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato. Un tesoro artistico, architettonico, letterario, musicale, linguistico, paesaggistico, che comprende le tecniche materiali, il design, la moda, il cinema, la fotografia e che, nella sua stessa varietà, ha concorso a definire quello che viene riconosciuto come il carattere, l’identità, lo stile italiano”. Con l’Expo, però, è stata cassata per motivi organizzativi l’ipotesi di allestire a Milano uno stand del Salone: troppe spese a carico di Torino e spazi limitati, mentre sarà attivato il pacchetto agevolato Salone Libro + Expo 2015.

 

La 28/edizione del Salone,  che verrà inaugurata dal presidente della repubblica Sergio Mattarella, è stata presentata oggi presso l’Aula Magna Università di Torino. è in programma al Lingotto dal 14 al 18 maggio.  Sono invertenuti alla presentazione: Rolando Picchioni (Presidente Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura , Ernesto Ferrero (Direttore editoriale Salone Internazionale del Libro ), Piero Fassino (Sindaco di Torino), Antonella Parigi (Assessore alla Cultura, Regione Piemonte), Bärbel Becker (direttrice Progetti Internazionali Buchmesse di Francoforte), Gabriele Kreuter-Lenz (direttrice generale del Goethe-Institut in Italia), Lidia Ravera (Assessore alla Cultura, Regione Lazio), Giuseppe Culicchia (Curatore Programma Officina), Amalia Bosia (Comitato di Gestione, Compagnia di San Paolo), Cristina Giovando (Consigliere d’Amministrazione Fondazione Crt).

 

Sono 80 le new entry fra gli espositori. Il paese ospite è la Germania, iniziativa nata dalla stretta collaborazione con la Buchmesse di Francoforte e il Goethe Institut, che festeggia il sessantesimo della fondazione della sede torinese. Si tratta di un riconoscimento dell’autorevolezza raggiunta dal Salone torinese da parte di chi organizza la più prestigiosa fiera mondiale del settore. E’ una partecipazione che cade in un momento cruciale nelle relazioni tra i due Paesi, e nell’intera vicenda europea, travagliata da tensioni e incomprensioni.

 

“In Italia si legge sempre meno, qui aumenta il numero degli editori – dice il presidente del Salone, Rolando Picchioni – e passa sempre più per il Salone di Torino il confine futuro fra libro cartaceo e tecnologie digitali. Altre 10 nuove Startup hanno vinto il bando lanciato dal Salone per i progetti più innovativi. Fra le idee, quelle per lo storytelling collaborativo, o la piattaforma di servizi online per librai: ma tutte paiono essere bussole sorprendenti. Con 31 giovani editori l’Incubatore totalizza uno fra i risultati migliori di sempre. Sold out anche alla Collettiva ragazzi, con 16 spazi venduti e 5 new entry. Successo crescente anche per Casa CookBook: 29 espositori presenti, più del doppio rispetto al 2014.

 

Tra le centinaia di ospiti ed eventi, da segnalare Emmanuel Carrère che al Salone ritira il Premio Mondello Internazionale dalle mani di Antonio Scurati; molto atteso al Lingotto l’archimandrita Tikhon Shevkunov; Catherine Dunne presenta in anteprima il suo nuovo romanzo, Un terribile amore; l’americana Vanessa Diffenbaugh torna al Lingotto con il suo nuovo romanzo, Le ali della vita. Molto nutrita come sempre la presenza degli autori italiani. Sono attesi al Lingotto, fra gli altri: Antonia Arslan, Corrado Augias, Alessandro Baricco, Stefano Benni, Daria Bignardi, Isabella Bossi Fedrigotti, Paola Capriolo.