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Caporalato in agricoltura, nemico subdolo. Ma la Regione lo vuole sconfiggere

Ora la Regione, insieme con le associazioni agricole ha deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione delle aziende che impiegano manodopera stagionale e un tavolo tra diversi assessorati per contrastare casi di irregolarità

 

bracciantiIl caso del lavoratore romeno morto nei campi di Carmagnola poche settimane fa, su cui è in corso un’inchiesta, è solo il più recente di una serie di episodi drammatici che riguardano il mondo del lavoro nero in Piemonte. Ora la Regione, insieme con le associazioni agricole ha deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione delle aziende che impiegano manodopera stagionale e un tavolo tra diversi assessorati per contrastare casi di irregolarità nell’utilizzo dei lavoratori, stranieri e non. Così Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, Antonio De Concilio, direttore regionale Coldiretti, Giovanni Demichelis, direttore regionale Confagricoltura, Giovanni Cardone e Roberto Barbero, rispettivamente direttore regionale e presidente torinese Cia, hanno concordato, nel corso di un convegno, sulla necessità di salvaguardare la legalità contro ogni forma di sfruttamento e hanno garantito il loro impegno a operare con forza in questa direzione.

 

L’Ufficio regionale del lavoro ha predisposto un vademecum sulla normativa che regolamenta il lavoro agricolo stagionale che viene ora distribuito a tutte le aziende agricole. “Il prossimo passo – spiegano in Regione – sarà la costituzione di un tavolo interassessorile che si occuperà di analizzare e proporre soluzioni al problema dell’accoglienza dei lavoratori stagionali, di definire un sistema di monitoraggio e controllo in grado di far emergere il lavoro sommerso, di elaborare proposte di burocratizzazione del lavoro stagionale”. E’ poi emersa la necessità di monitorare i prezzi all’ingrosso di alcune produzioni agricole: se troppo bassi sono già indice di remunerazioni orarie insufficienti, che possono nascondere sacche di sommerso.

 

“La risposta delle istituzioni, a partire dalla Regione, e delle associazioni e organizzazioni agricole contro chi opera in maniera irregolare deve essere forte ed efficace – sostiene l’assessore Ferrero – Non mancherà il nostro impegno, anche per tutelare un settore importante per l’economia piemontese che sostanzialmente si è sempre dimostrato sano. Non possono essere alcuni deprecabili episodi ad annullare quanto di buono è stato fatto in questi anni”.

Truffe agli anziani, un fenomeno preoccupante: il Piemonte al quarto posto nella classifica

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anziani parcoUltimo eclatante episodio a Torino. Ammonta a mezzo milione di euro la truffa ai danni di una donna di 78 anni residente nel centro

 

Nel 2014 le persone anziane che hanno subito una truffa sono state 4.087. La regione più colpita è la Lombardia dove la percentuale supera il 15 per cento, seguono Lazio, Campania e Piemonte. Dai dati risulta che al nord ci sono più reati ma spesso al sud le vittime non denunciano perché si vergognano. Ultimo eclatante episodio a Torino. Ammonta a mezzo milione di euro la truffa ai danni di una donna di 78 anni residente nel centro di Torino. Autori del reato sono due uomini, ricercati dalla polizia, che si sono spacciati per addetti del gas, facendosi cosi’ aprire dall’anziana la porta di casa, con la scusa di esaminare il contatore. Mentre uno fingeva di controllare i consumi, l’altro malvivente ha aperto i cassetti e ha rubato contanti e gioielli prima che la donna se ne potesse accorgere. Per arginare il fenomeno sono importanti iniziative di sensibilizzazione come la campagna contro le truffe agli anziani curata da Anap, associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato, unitamente al Ministero dell’interno e alle forze dell’ordine. Difendersi dai malintenzionati è possibile, seguendo delle semplici regole di prevenzione e avere il coraggio di denunciare quando si è vittime di qualche raggiro. Lo scopo dell’iniziativa è  stato quello di sensibilizzare chi ha superato i 65 anni sul tema della sicurezza, dando informazioni e consigli per prevenire i reati. I più colpiti da rapine e furti, infatti, sono proprio gli anziani. I dati del ministero dell’Interno parlano chiaro: i reati ai danni di persone che hanno raggiunto una certa età dal 2012 al 2014 sono aumentati del 3.5 per cento. “Se nel 2012 le vittime di reato ultrasessantacinquenni sono state 302.660, nel 2014 sono state 340.326 su un totale di 2.326.925″, spiega Maria Teresa Sgaraglia, direttrice del Servizio Analisi Criminale della Polizia di Stato. “Questo dimostra che gli anziani sono il bersaglio più facile della criminalità”

 

(Foto: il Torinese)

 

Autunno di tagli in Regione: sforbiciata agli stipendi dei consiglieri e al diritto allo studio

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SCUOLA2Seguendo l’ondata anticasta, l’idea di tagliare gli stipendi a Palazzo Lascaris è contenuta nella proposta di legge del Pd. Il risparmio ipotizzato è di 2 milioni di euro l’anno, che il partitone dem proporrà di utilizzare per le politiche sociali

 

Autunno di tagli in Regione. Il Pd al governo nella Giunta di Sergio Chiamparino prova ad anticipare la riforma costituzionale, quella che equipara l’indennità dei consiglieri regionali allo “stipendio” dei sindaci, con un taglio del 24% al costo dei consiglieri di Palazzo Lascaris, che oggi hanno un cedolino mensile attorno ai 9 mila euro. Seguendo l’ondata anticasta, questa idea è contenuta nella proposta di legge del Pd. Il risparmio ipotizzato è di 2 milioni di euro l’anno, che il partitone dem proporrà di utilizzare per le politiche sociali. “Sono cifre che non cambiano il bilancio – diceil capogruppo Davide Gariglio – ma dal grande significato politico”. E demagogico.

 

Ma non sono solo questi i tagli previsti. Se è vero che entro febbraio 2016 la Regione provvederà a pagare i contributi per il diritto allo studio richiesti dalle famiglie piemontesi che hanno aderito ai bandi 2012-13 e 2013-14 e ei primi mesi dell’anno verrà inoltre pubblicato il bando 2015-16, non sarà invece  possibile pubblicare quello riferito all’anno scolastico 2014-15.

 

“Due i motivi che ci costringono a questa scelta – commenta l’assessore al Bilancio Aldo Reschigna – Da una parte le ormai note criticità di bilancio, aggravate nel 2015 dalla necessità di rendicontare entro fine anno, attraverso il cofinanziamento, la programmazione dei fondi strutturali europei appena conclusa, pena la perdita delle risorse europee; dall’altra il progressivo disallineamento accentuatosi negli anni passati, che ci ha portato all’inizio dell’anno in corso a dover ancora pagare le somme del bando 2012-2013 sul diritto allo studio. Situazione che intendiamo superare, così da rendere reali e non virtuali i sostegni alle famiglie nell’unico modo possibile: stiamo già completando i pagamenti del bando 2012-2013. Ci sono le risorse per concludere questo bando e quello del 2013-2014, in modo da terminare i pagamenti con il prossimo febbraio. Ci vediamo quindi costretti a non pubblicare il bando per il 2014-2015, in modo che nei primi mesi del 2016 sia possibile pubblicare quello del 2015-2016 e pagare anche questo entro il 2016″.

 

Le opposizioni si lamentano: “Come volevasi dimostrare la Giunta Chiamparino sul diritto allo studio ha fatto il gioco delle tre carte e con un bel colpo di cancellino – mi sarà concessa la battuta – non pubblicherà il bando per il diritto allo studio nell’annualità 2014/2015″ , dice il consigliere regionale di Forza Italia Gian Luca Vignale che ha appreso la notizia data dalla Giunta nella Conferenza al Diritto allo Studio. Spiega l’esponente regionale: “Esistono due ordini del giorno – uno della maggioranza e uno nostro – votati all’unanimità in Consiglio Regionale che impegnano la Regione a pubblicare il bando per l’anno scolastico 2014/2015 utilizzando i 5 milioni di euro avanzati nel 2014. Oggi si apprende che il centrosinistra ha bianchettato l’impegno, come nel suo stile. Peccato che in questi mesi si sia creata una legittima aspettativa tra i genitori, i quali hanno sostenuto delle spese convinti di recuperare la spesa con gli assegni che garantisce la legge regionale. Così non si truffano solo i genitori, ma si fa perdere credibilità all’ente stesso”.

Segnali incoraggianti per l'economia piemontese, cresce la produzione: ma è vera ripresa?

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Si intravedono segnali incoraggianti per l’economia piemontese. I dati positivi emergono dall’indagine congiunturale di Unioncamere. Mentre Torino e il Piemonte guardano con sollievo alla ripresa della produzione a  Mirafiori, si registra che nel secondo trimestre 2015, la produzione industriale regionale ha ottenuto una crescita del 2.2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. “Non c’è settore che non indichi numeri positivi, e non più da prefisso telefonico”, afferma il presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello. Migliorano anche occupazione e mutui  e questo non può che far sperare bene”.

 

Intanto il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Gilberto Pichetto commenta la dichiarazione rilasciata dal segretario generale dell’Unione Industriale piemontese Paolo Balistreri.”L’appello lanciato questa mattina da Confindustria Piemonte, dimostra che la Giunta Chiamparino naviga a vista”.  Aggiunge il consigliere azzurro: “Al netto della diplomazia, che contraddistingue sempre il mondo datoriale quando deve dialogare con le Istituzioni, è palese il succo del discorso: dopo un anno di mandato le politiche industriali in Piemonte risultano ancora non pervenute. I dati di cui si è magnificato la scorsa settimana Chiamparino, su lavoro ed export, sono frutto quindi di una congiuntura favorevole dove la Regione ha esercitato un ruolo da semplice spettatore”.

 

Conclude Pichetto: “La Regione continua a istituire tavoli, peccato che ad essi manchino le gambe. Non ci è infatti dato vedere che da tali incontri consegua uno straccio di proposta concreta di medio-lungo termine che dia una rotta al Piemonte. Le misure legate ai fondi comunitari, i pochi fondi a disposizione dell’Ente falcidiato dai tagli renziani, ad oggi sono sconosciute. E tutto questo con un ritardo colossale rispetto alla quasi totalità delle altre Regioni italiane. Chiamparino metta da parte un po’ di arroganza e provi ad ascoltare ad esempio il nostro suggerimento, votato anche dal Consiglio regionale in una mozione, che prevede di definire al più presto le azioni da mettere in campo per il rilancio della nostra Regione, utilizzando le risorse fornite dalla Unione Europea”.

 

(Foto: il Torinese)

   

Sanità, dalla Regione parte la sfida al monopolio dei prezzi sui presidi per diabetici

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REGIONE PALAZZOIn Piemonte i  pazienti affetti da diabete sono attualmente 280mila, di questi circa 112mila si sottopongono al controllo glicemico e fanno uso di presìdi con una spesa complessiva per il sistema sanitario di circa 25 milioni di euro. Ogni paziente diabetico in Piemonte, infatti, consuma  in media 35 strisce per il controllo glicemico e 21 lancette pungi dito al mese

 

Domanda da un milione di dollari, se la pone l’assessore regionale alla sanità, Antonio saitta: è possibile in Italia rompere il monopolio delle case farmaceutiche che distribuiscono milioni e milioni di pezzi in ogni Regione ogni anno ed aprire finalmente alla concorrenza? E si dà la risposta: “Noi in Piemonte pensiamo di sì e proviamo a dimostrarlo. La Regione acquisterà direttamente i prodotti utilizzando solo per il momento il prezzo indicato dalla Consip e notevolmente meno caro dell’attuale; intanto ci attrezziamo per una procedura sperimentale che offra in breve a tutti i pazienti ogni tipo di prodotto e mi auguro ad un prezzo calibrato”. Aggiunge Saitta: “Sperimentiamo una scelta innovativa, che porterà risparmi considerevoli senza minimamente intaccare la qualità delle prestazioni sanitarie: l’abbiamo lungamente esaminata ed anche condivisa proprio nei giorni scorsi con le associazioni che rappresentano i pazienti affetti da diabete in Piemonte. Intendiamo lanciare un segnale di livello nazionale”.

 

Quest “rivoluzione” sarà  graduale, avverrà in due fasi: dal 1 ottobre prossimo i nuovi pazienti che cominceranno la misurazione dell’insulina riceveranno in farmacia la consegna di un solo tipo di glucometro, di ultima generazione e al top della gamma, con relative strisce e lancette pungidito, mentre per gli altri si tratterà di un cambiamento graduale che non riguarderà né i bambini né chi fa uso degli infusori. Chiunque abbia esigenze particolari certificate dal suo diabetologo potrà continuare ad usare il misuratore cui è abituato e nessuno pagherà un euro in più. “La distribuzione della sperimentazione per conto tramite le farmacie – dice Saitta – cioè l’erogazione diretta dei farmaci che vengono acquistati dalle azienda sanitarie e distribuiti ai cittadini dalla rete delle farmacie sul territorio piemontese, era già cominciata fin dal 2009 per alcune tipologie: abbiamo deciso di estenderla sia ai pannoloni per incontinenti sia a strisce e lancette pungi dito per gli insulinodipendenti, ma acquistando questi presìdi con procedure pubbliche e nel frattempo utilizzare i prezzi e i parametri della Consip”.

 

Nella nostra regione  i  pazienti affetti da diabete sono attualmente 280mila, di questi circa 112mila si sottopongono al controllo glicemico e fanno uso di presìdi con una spesa complessiva per il sistema sanitario di circa 25 milioni di euro. Ogni paziente diabetico in Piemonte, infatti, consuma  in media 35 strisce per il controllo glicemico e 21 lancette pungi dito al mese. Oggi le aziende sanitarie in Piemonte rimborsano 0.46 euro per ogni striscia (di cui 0.36 per striscia e 0.10 per la distribuzione) e 0.14 euro per ogni lancetta pungidito. In tutto ecco qualche rapido conto: ogni anno in Piemonte le strisce costavano alla sanità 21 milioni e 638.400 euro e gli aghi 28 milioni e 124 mila euro Con la nuova modalità introdotta, la Regione Piemonte – utilizzando per il momento le cifre della gara Consip – rimborserà 0.20 euro per ogni striscia e 0.105 per ogni ago.

 

(Foto: il Torinese)

I migranti in Piemonte? Una risorsa per l'economia e la coesione dei territori di montagna

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La presenza di stranieri, regolari, con documenti e permessi determina una sostanziale modifica nell’offerta di servizi e nelle dinamiche legate al mondo del lavoro nelle Terre Alte. Si tratta di un fenomeno recente. Nell’Appennino emiliano non si produrrebbe parmigiano reggiano senza la presenza di immigrati di origine indiana; in alcune aree del Piemonte, proprio i figli di immigrati nei Comuni montani hanno permesso di salvare scuole

 

L’assessore all’immigrazione della Regione Piemonte, Monica Cerutti, sul problema dell’arrivo dei migranti aveva fatto una proposta che si può sintetizzare in un “mandiamoli in montagna”. Il che non vuole dire emarginiamoli, anzi, ma si utilizzi un contesto che, specie in Piemonte, ha visto un progressivo spopolamento e che potrebbe, in questo modo avere una spinta per  rivitalizzarlo.

 

I dati (Istat elaborati da Caire per Fondazione Montagne Italia) sono chiarissimi: in Italia la presenza degli stranieri media è l’8,25% con punte in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana e Lazio; in montagna, al 31 dicembre 2014, è inferiore, ferma al 6.23%: Trentino, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, le Regioni dove la percentuale sale, con una forte presenza delle donne. “In Piemonte ci si ferma al 6,8% – spiega Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem e alla guida dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna – Le percentuali ci dicono che in montagna un quinto degli stranieri vive e lavora e chiede la presenza di servizi, riforma una domanda “naturale” e genera impresa e produce manutenzione e va opportunamente orientata. È un fenomeno sociale da capire e interpretare per chi ha responsabilità politiche e amministrative. Di certo chi oggi parla di invasione sbaglia, insegue ridicole propagande populiste e lo fa senza dati statistici. I numeri descrivono una situazione diversa, ed una evoluzione sociale già in corso che ha bisogno di accompagnamento da parte della politica”.

 

Ai numeri appunto, Borghi aggiunge una serie di considerazioni su accoglienza e inclusione. Diverse rispetto alle aree urbane e metropolitane, dove la comunità è più sfilacciata e liquida. “Penso a cosa sta succedendo da diversi mesi nelle Valli di Lanzo ad esempio, dove nei piccoli Comuni montani – riflette il presidente Uncem – si sono messe in moto gare di solidarietà esemplari che vedono protagonisti le Amministrazioni comunali, le Pro Loco, i comitati di cittadini”. Non solo. “La presenza di stranieri, regolari, con documenti e permessi –prosegue il deputato – determina una sostanziale modifica nell’offerta di servizi e nelle dinamiche legate al mondo del lavoro nelle Terre Alte. Si tratta di un fenomeno recente. Nell’Appennino emiliano non si produrrebbe parmigiano reggiano senza la presenza di immigrati di origine indiana; in alcune aree del Piemonte, proprio i figli di immigrati nei Comuni montani hanno permesso di salvare scuole e la loro integrazione ha portato a scambi culturali dove non è secondario l’impegno di parrocchie e di altri enti religiosi. In questa coesione della comunità, le aree montane del Piemonte, purtroppo con alcune eccezioni, possono essere un modello”.

 

“Un’ultima considerazione – osserva Borghi – La Storia ci dice che le terre alte si svilupparono nella fase delle ‘Alpi aperte’, nella quale l’incrocio tra attraversamenti e popolazioni stanziali produsse l’insediamento urbano montano giunto sin qui. E la storia stessa dei montanari è storia di migrazioni, di scambi, di integrazioni. Quando la montagna si apre e si relaziona, cresce. Quando si arrocca e si chiude, perde”. Anche per questo, Uncem incontrerà nei prossimi giorni l’assessore regionale all’Immigrazione Monica Cerutti, per capire come esportare e rafforzare positive esperienze di inclusione e accoglienza, che si traduce poi in opportunità e crescita. Molti migranti arrivati negli ultimi mesi in diversi Comuni montani, richiedenti asilo, stanno già prestando il loro impegno lavorativo volontario a vantaggio delle comunità, pulendo spazi pubblici, curando sentieri con il Cai, impegnandosi con le Amministrazioni garantendo servizi in tempi di finanze magre (si pensi alla manutenzione del verde). Non è poco.

 

Massimo Iaretti

Notte di guerriglia al cantiere Tav tra bombe carta e razzi, otto attivisti arrestati

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I sindacati di polizia lamentano la situazione in cui si trovano ad operare gli agenti. Il Siap propone di vietare tutte le manifestazioni vicine al cantiere, il Sap parla di “aumento di una deriva violenta ed eversiva”

 

La guerriglia al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte è stata messa in atto da esponenti dei centri sociali (Askatasuna e altri) e autonomi, in tutto una cinquantina. Nella notte, mascherati e vestiti con indumenti neri, hanno bloccato con una catena due dei cancelli della recinzione, per stoppare le forze dell’ordine, contro cui hanno lanciato sassi, bulloni, bombe carta e razzi. Otto gli attivisti arrestati dalla polizia, tutti di Torino o di Bologna: tra questi c’è anche un minorenne, studente in una scuola superiore. Altri quattro sono universitari torinesi. Uno è un esponente del centro sociale Askatasuna. In questo fine settimana la Valle di Susa è scenario di una tre giorni di iniziative culturali e sociali promosse dal comitato No Tav, il  “Seminiamo Resistenza”. I sindacati di polizia lamentano la situazione in cui si trovano ad operare gli agenti. Il Siap propone di vietare tutte le manifestazioni vicine al cantiere, il Sap parla di “aumento di una deriva violenta ed eversiva”.

 

 

Sul palco di Bono la scritta #refugeeswelcome, in omaggio al dramma umano dei migranti

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SHOCK U2: RAGAZZO MINACCIA DI FARSI ESPLODERE PRIMA DEL CONCERTO E SPARISCE IL MAC BOOK

 

“Mi ammazzo, faccio saltare per aria tutti”: è stata la minaccia, venerdì, di un ragazzo trentenne di origine asiatica che, davanti al Pala Alpitour ha seminato il panico tra i fan in attesa del concerto degli U2. L’uomo è stato poi fermato dai carabinieri e non aveva con sé armi o esplosivo e non sono note le ragioni delle sue urla. E’ stato trasportato in ospedale. Ma il concerto ha rischiato di saltare per il furto di un Mac Book Air (da parte di un addetto alla sicurezza). Il computer era l’unico a contenere i filmati da utilizzare per le scenografie. Grazie alla geolocalizzazione il prezioso strumento è stato trovato a casa di chi lo aveva preso, in Barriera di Milano. Poi i concerti di venerdì e sabato si sono svolti normalmente in un tripudio di luci e di colori, per la gioia dei trentamila fan che si sono aggiudicati il biglietto. Sul palco la scritta #refugeeswelcome, in omaggio al dramma umano dei migranti. Dice Bono. “Noi non possiamo fare molto, speriamo che i politici si diano da fare” Il leader della band saluta Torino e ringrazia l’Italia tra l’entusiasmo alle stelle del pubblico che applaude i brani più amati, da Pride a Iris a With or without you. Sul mito U2 vi proponiamo un articolo di Angela Barresi.

 

 U2, la musica della nostra vita

 

Tutto ciò che più conta nella vita di ciascun individuo credo si possa contare sulle dita di una mano: la famiglia, gli affetti, il rispetto per se stessi, il perseguire certi obiettivi..tutto il resto funge da “contorno”, che a volte possiamo scegliere ed altre volte no, perché è la vita che ci impone certi “contorni”..la musica, per fortuna, la scegliamo noi, che sia brutta o bella per gli altri ha poca o nulla importanza..l’importante è che ci faccia star bene, che susciti stati d’animo in cui ci riconosciamo e ci coccoliamo. La scelta di una band che ci rappresenti non è cosa da poco, perché la natura stessa dell’uomo è talmente complicata da non essere facilmente etichettabile in un solo modo. Chi sceglie gli U2 li ama perché riconosce nella loro musica parte di se stessi; può essere stato amore al primo ascolto oppure un amore sbocciato nel tempo, dopo un periodo di ascolto, di conoscenza sia delle canzoni sia di quei quattro artisti irlandesi che hanno saputo portare avanti le loro idee ed i loro sogni fino a diventare una delle band più famose di ogni tempo. Musica come espressione di se stessi ma anche musica come sottofondo della nostra vita, nei giorni di festa, nei giorni in cui si ha semplicemente voglia di ascoltare una canzone senza pensare ad altro, senza chiedersi il perché delle cose. Musica per colmare un silenzio, ma anche perché si ha voglia di cantare a squarciagola in casa, in auto, senza curarsi di chi o cosa ci sia intorno. Gli U2 hanno tutto questo; hanno la musica “giusta” per ogni momento della nostra vita e, per quanto si possa parlare all’infinito di ciò che non piace dei vari album, li scegliamo sempre perché sanno creare emozioni uniche, non importa se una canzone sia più o meno costruita, se si senta più o meno un certo strumento piuttosto che un altro. Siamo noi a scegliere quale canzone ascoltare, a volte la amiamo anche senza che ci sia un particolare motivo, ma non per questo ha meno valore. Songs of Innocence è un album ricco di emozioni, che gli U2, che Bono, con la sua voce, fa arrivare a tutti, anche a chi dice di non amare gli U2..ma questo non importa..la musica che sa dare emozioni arriva a tutti…

Angela Barresi

 www.u2360gradi.it

 

Anche gli altri componenti della band, dopo le prove di questi giorni si sono prestati ai selfie e agli autografi

 

u2 pizza bonoArticolo del 4 settembre – E’ giunta l’ora del concerto degli U2 che aprirà il tour europeo di Bono Vox  e della celeberrima band irlandese. Il gruppo si esibisce questa sera al PalaAlpitour, dove si replica sabato. E’ l’ unica tappa italiana dell’Innocence tour. Da giorni, ormai, i fan più fedeli  sono in coda “transennati” davanti al palazzetto. Come fece già qualche anno fa, nella notte, a sorpresa Bono ha portato le pizze al suo pubblico in adorazione. Anche gli altri componenti della band, dopo le prove di questi giorni si sono prestati ai selfie e agli autografi. Circa 30 mila i biglietti esauriti in una manciata di secondi lo scorso autunno, quando si ebbe la notizia dei concerti torinesi. E c’è ancora chi spera di trovare un biglietto in queste ultime ore. 

Il suv Maserati Levante resuscita Mirafiori con l'uscita di 1500 operai dalla cassa integrazione

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fiat fcaMIRAFIORI FACCIATADa tempo era attesa l’ufficializzazione della ripresa di produzione nello stabilimento di Mirafiori, più volte annunciata da Sergio Marchionne

 

Mentre si registra l’ottavo mese di crescita consecutiva per Fiat Chrysler Automobiles, che anche ad agosto ha ottenuto un risultato migliore rispetto a quello del mercato (si legga il comunicato del gruppo in fondo alla pagina), con vendite, oltre 16 mila 500 unità, aumentate del 12,7 per cento, una buona notizia arriva a Torino. Da tempo era attesa l’ufficializzazione della ripresa di produzione nello stabilimento di Mirafiori, più volte annunciata da Sergio Marchionne. Da lunedì  prossimo. infatti, i lavoratori dello storico stabilimento Fca di Torino, ormai da 5 anni in cassa integrazione, rientrano gradualmente in fabbrica in vista dell’avvio della produzione del suv Maserati Levante. Previsti anche corsi di formazione e la realizzazione di prototipi. Lunedì inizieranno in 300 operai e in settimana si arriverà a 1.500.

 

 (Foto: il Torinese)

 

Vendite Fiat Chrysler Automobiles mese di agosto in Italia

 

Ottavo mese di crescita consecutiva per Fiat Chrysler Automobiles che anche ad agosto ha ottenuto un risultato migliore rispetto a quello del mercato. Le vendite, oltre 16 mila 500 unità, sono aumentate del 12,7 per cento e la quota è salita al 28,03 per cento (+0,5). Nel progressivo annuo FCA ha registrato una crescita del 17,1 per cento dei volumi. In aumento le vendite di tutti i Brand: Jeep registra una crescita del 216,5 per cento seguita da Alfa Romeo (+36,7 per cento), Lancia (+11,8) e Fiat (+3,8). Nel mese ben 5 modelli FCA tra le top ten: Panda, Punto, Ypsilon, 500L e 500.

 

Ammontano ad oltre 59.200 unità le immatricolazioni di auto nuove registrate in Italia nello scorso mese di agosto, il 10,6 per cento in più rispetto a un anno fa. Nei primi otto mesi del 2015 le registrazioni sono state oltre 1 milione 65 mila, in crescita del 15 per cento nel confronto con lo stesso periodo del 2014. Anche ad agosto Fiat Chrysler Automobiles è cresciuta più del mercato, come in tutti i precedenti mesi dell’anno. Le immatricolazioni sono state oltre 16 mila 500, il 12,7 per cento in più rispetto a un anno fa. La quota ottenuta è stata del 28,03 per cento, mezzo punto percentuale in più rispetto all’agosto 2014. Nei primi otto mesi dell’anno, FCA ha registrato oltre 302.000 auto, il 17,1 per cento in più nel confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso: anche in questo caso la crescita è migliore rispetto a quella ottenuta dal mercato. La quota di Fiat Chrysler Automobiles è stata del 28,4 per cento, +0,5 punti percentuali rispetto al 2014. Ben cinque vetture FCA si sono classificate tra le top ten del mese. Alle spalle della Panda, di gran lunga l’auto più venduta anche ad agosto, sul podio si sono piazzate Punto e Ypsilon. Molto bene la famiglia 500 con tutti i modelli (500X, 500L e 500) tra le auto più vendute del mese.

Fiat ha immatricolato ad agosto oltre 11.500 vetture, il 3,8 per cento in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, e ha ottenuto una quota del 19,6 per cento.
Nei primi otto mesi del 2015 le immatricolazioni del Brand sono state oltre 222 mila 400, il 13,2 per cento in più rispetto al 2014. La quota è stata quasi del 21 per cento.
Anche ad agosto, i principali modelli Fiat hanno ottenuto ottimi risultati. La Panda è ancora una volta l’auto più venduta del mese con oltre 3.800 immatricolazioni e una quota nel segmento A del 40,6 per cento. Alle sue spalle la Punto, prima del segmento B, con 2.622 registrazioni e una quota del 14,4 per cento nel segmento. Decisamente positivo il risultato ottenuto dalla famiglia 500. La 500X, con oltre 1.000 immatricolazioni, è la più venduta del suo segmento con una quota del 16,7 per cento.
Anche la 500L domina il suo segmento, con più di 1.800 registrazioni e una quota del 53,4 per cento. Infine la 500 che, con oltre 1.400 esemplari venduti, è seconda del segmento A con il 15,3 per cento di quota. 500 e Panda insieme permettono a Fiat di ottenere nel segmento delle city car una quota superiore al 55 per cento.

 

Ad agosto Lancia ha registrato oltre 2.500 vetture, l’11,8 per cento in più in confronto a un anno fa, con una quota del 4,3 per cento.Nel progressivo annuo le Lancia immatricolate sono state oltre 39 mila 100 unità, il 7,2 per cento in più rispetto ai primi otto mesi dell’anno scorso, e la quota è stata del 3,7 per cento.Prosegue senza rallentamenti il grande successo di vendite della Ypsilon che ad agosto ha registrato quasi 2.500 immatricolazioni e una quota nel segmento B vicina al 14 per cento. Alfa Romeo ad agosto ha aumentato le vendite del 36,7 per cento, con oltre 1.260 immatricolazioni e una quota del 2,1 per cento. Nei primi otto mesi del 2015 il marchio ha registrato poco più di 21 mila 100 vetture, il 7,4 per cento rispetto in più all’anno scorso, per una quota del 2 per cento. Giulietta ad agosto si conferma nelle posizioni di vertice del suo segmento, con quasi 500 registrazioni e una quota del 6 per cento.

 

Continua in modo sostenuto la crescita della Jeep che anche ad agosto ha più che triplicato le vendite, registrando la miglior crescita percentuale di immatricolazioni tra i marchi presenti in Italia. Le registrazioni del brand sono state oltre 1.200 (+216,5 per cento) e quota al 2,08 per cento, cresciuta di 1,4 punti percentuali. Le immatricolazioni Jeep nei primi otto mesi dell’anno sono state oltre 19.600, in crescita del 263,1 per cento nel confronto con un anno fa, per una quota all’1,8 per cento, in salita di 1,3 punti percentuali. A trascinare i risultati del marchio è la Renegade che, grazie a oltre 900 immatricolazioni nel mese, ha ottenuto nel suo segmento una quota del 14,8 per cento. Agosto positivo anche per Grand Cherokee con il 16,3 per cento di quota nel suo segmento.

Cioccolato', delizie sotto la Mole con lo sguardo a Expo

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CIOCCOIn programma anche la rassegna letteraria Cioccolata con l’Autore, Gianduiotto Day e il Chocolate Show

 

Si terrà al 20 al 29 novembre, per l’11° anno consecutivo, Cioccolatò, la  kermesse torinese dedicata al cioccolato made in Italy ed internazionale. Chocolate Exploit è il claim legato all’esposizione milanese, della prossima edizione dell’evento. Il logo interpreta la Mole Antonelliana attraverso un’esplosione di golosi cubi di cioccolato che richiamano i colori di Expo. In programma anche la rassegna letteraria Cioccolata con l’Autore, Gianduiotto Day e il Chocolate Show.

 

(Foto: il Torinese)