PRIMA PAGINA- Pagina 740

Campagna elettorale al via, anche i grillini si affidano ai manifesti "tradizionali"

rosso robertoLA GANGAappendino2LA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia

 

In questo week-end di gennaio due episodi hanno chiarito come si metterà la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Torino.

 

   Sono comparsi i manifesti (piccoli e grandi) della candidata del Movimento 5 Stelle.   In genere l’uso dei manifesti, soprattutto a molti mesi dall’evento elettorale, era abitudine soprattutto dei candidati di centrodestra (recente la riapparizione del faccione di Roberto Rosso), che, potendo disporre di molte risorse, si portavano avanti con la propaganda in anticipo rispetto ai tempi normali. La scelta dei Cinque Stelle di fare altrettanto induce a qualche considerazione.  Innanzitutto che ci credono e cominciano a investire. In questo non c’è nulla di male, naturalmente.

 

Salvo la contraddizione con la loro sempre dichiarata avversione a queste modalità “tradizionali” di comunicazione, contro le quali scagliavano anatemi, in nome della “democrazia del web”, che poteva coinvolgere ad uno ad uno i singoli elettori, resi così protagonisti attivi e non spettatori. Ma cosa c’è di più passivo che contemplare facce più o meno gradevoli (e Chiara lo è) proposte come un modello di auto o come un detersivo?   Confesso che questa polemica grillina a me non dispiaceva, perché contrastava la tendenza a trasformare la lotta politica a semplice marketing, sulle orme del più grande nel settore, Silvio Berlusconi.

 

Vedere quindi che anche i Cinque Stelle si vanno omologando mi ha sorpreso e colpito. Confermandomi nell’opinione che, come tutti gli altri “cavalli di battaglia” (dagli scontrini alle spese elettorali), anche questo si vada sbiadendo, man a mano che il movimento diventa un partito come gli altri.

 

 Ma il secondo episodio è quello più significativo.  Quando un assessore comunale ha messo in evidenza tali questioni su Facebook, in forme educate e legittime, apriti cielo! E’ venuto giù il web. Repliche piccate (e ci sta), irritazione e fastidio (comprensibili quando si è punti sul vivo), ma anche aggressioni verbali e polemiche dai toni eccessivi ( e questo va meno bene, soprattutto se fossero l’inizio di una campagna tutta così).

 

I social networks sono strumenti magnifici, ma non devono essere un luogo senza regole.  Serpeggia in Italia, e i grillini ne sono parte rilevante, una sorta di squadrismo del web, dai toni ultimativi e minacciosi, che non è accettabile. Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia.

 

 Chiara, che, al di là delle diverse posizioni, non ho mai nascosto di stimare e apprezzare, non può essere la foglia di fico, sorridente e perbene, che nasconde uno stile politico inaccettabile, che trasforma tutto in rissa e che tratta quelli che non la pensano come noi, come oggetti del pubblico disprezzo.

 

(Foto: il Torinese)

Family Day, i politici torinesi a Roma: "Una piazza così non si è mai vista, va ascoltata"

ruffino family 2ruffino familyCentinaia i rappresentanti del Piemonte, molte associazioni religiose e singoli cittadini giunti nella Capitale

 

“Una piazza così non si è mai vista: la politica non può non ascoltarla. Sarebbe sorda e cieca”. Sono le parole della vice presidente del Consiglio Regionale, Daniela Ruffino, (nelle foto)  che ha preso parte al Family Day di Roma, dove ha accompagnato un pullman di oltre 70 persone, partite ieri sera dal Torinese per partecipare alla giornata. Centinaia i rappresentanti del Piemonte, molte associazioni religiose e singoli cittadini giunti nella Capitale.

 

“Quando un atto si ripete tre volte diventa consuetudine ha detto il Rabbino Capo di Roma al Papa – prosegue Ruffino – Vale anche per questa piazza, che riempie il cuore e dice #renziciricorderemo. La famiglia non può essere l’istituto ultimo e negletto, in Italia. Il popolo che crede in essa, un popolo dato per disperso, oggi si è manifestato. Per me, essere qui è una delle tappe del mio percorso di vita. Da sempre difendo le politiche a favore della famiglia. L’ho fatto da sindaco, prima, e continuo a farlo ora nel mio nuovo ruolo, lavorando a una legge regionale sulla famiglia, che ancora manca in Piemonte. Perché la famiglia è il luogo in cui si realizzano le personalità e non c’è nulla di più bello, al suo interno, del dono di una creatura. Il ddl Cirinnà, però, vuole mettere un prezzo ai nostri figli. Ma non si può mercificare il corpo di una donna. I figli non si pagano”.

 

A Roma anche Massimo Introvigne, presidente di Alleanza Cattolica e Silvio Magliano, vicepresidente del Consiglio comunale.

 

Immancabile la polemica: per partecipare alla manifestazione i consiglieri di Forza Italia Vignale e Porchietto avevano inoltrato all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale una richiesta di missione istituzionale, non concessa dal presidente dell’Assemblea Mauro Laus che commenta: “contrariamente a quanto affermano la missione  non solo prevede un rimborso spese, ma prevede anche un pronunciamento ufficiale che da nessuno è stato richiesto. Sull’adesione al Family Day non si è mai discusso in nessuna sede e forse proprio questo ha indotto i colleghi a cercare, negli ultimi giorni, una scorciatoia per guadagnarsi un titolo sui giornali. Non ho poi timore di dire che avrei avversato l’ipotesi di una adesione istituzionale. Il motivo è semplice: il Gay Pride che abbiamo patrocinato a giugno è una manifestazione volta a invocare diritti di cui alcune persone dispongono e altre no, nel Family Day invece non c’è l’elemento del torto da riparare. E mi sembra davvero un giudizio visionario identificare quella manifestazione come il “sindacato della famiglia tradizionale”

 

Regione e Sanità privata insieme per la Città della Salute e la riduzione delle liste d'attesa

molinettemolinette2Il  prossimo 4 marzo, negli uffici dell’assessorato, si svolgerà la prima riunione operativa tra l’Ente regionale e un settore, quello della sanità privata, in cui lavorano 16.200 persone

 

Soni quattro i macro temi di comune interesse tra Regione Piemonte e Confindustria settore sanità che, dopo momenti di incomprensioni reciproche,  avviano un tavolo tecnico per lavorare insieme. Si tratta dei grandi progetti di edilizia sanitaria (le Città della Salute di Torino e di Novara, gli ospedali unici della TO5 e del Verbano Cusio Ossola, il polo sanitario della Valle Belbo), e della rete di assistenza territoriale, ma c’è anche superamento delle liste d’attesa per le prestazioni specialistiche,  e il recupero della mobilità passiva  verso le altre Regioni ed il rafforzamento della mobilità attiva. Il  prossimo 4 marzo, negli uffici dell’assessorato, si svolgerà la prima riunione operativa tra l’Ente regionale e un settore, quello della sanità privata, in cui lavorano 16.200 persone.

 

“Il nuovo corso dei rapporti,  che consente di superare la fase critica dei tagli ed apre ad una nuova sinergia”, – questa la terminologia indicata nel comunicato stampa della Regione – , ha avuto inizio presso la sede di Confindustria Piemonte dove il presidente Gianfranco Carbonato con i due copresidenti della commissione sanità di Confindustria Piemonte Luigi Bocchiotti e  Paolo Spolaore, ha incontrato il presidente della Regione Sergio Chiamparino, l’assessore alla sanità Antonio Saitta e il direttore della sanità regionale Fulvio Moirano. Presenti anche il segretario generale di Confindustria Piemonte Paolo Balistreri, Carlo Digiambattista vicepresidente Aiop e Nicola Ditroia in rappresentanza del Gruppo Policlinico Monza SpA.

 

Regione e Confindustria hanno deciso che punteranno a desettorializzare il tema della sanità,  fondamentale per la qualità della vita e della cura della popolazione del Piemonte, ma anche come leva strategica di investimenti ed innovazione: “dopo i sacrifici e l’azione a tempo di record messa in campo dalla Regione Piemonte per riportare in ordine i conti della nostra sanità – hanno detto Chiamparino e Saitta – ora lavoriamo perché già il 2016 sia l’anno degli investimenti e della ripartenza dell’intero comparto. Abbiamo bisogno della collaborazione degli imprenditori, della loro capacità progettuale in risposta alle esigenze del sistema nel suo complesso: nessun pregiudizio verso la sanità privata, che deve guardare nella nostra stessa direzione, in linea con le richieste reali che il Piemonte esprime”. Confindustria Piemonte chiede di “discutere di programmazione e di prospettive, oltre all’avvio di controlli sulla qualità per i soggetti accreditati ed un sistema premiante su chi si impegna e realizza investimenti”.

 

(Foto: il Torinese)

Criminalità organizzata, in Piemonte si diffondono i "moderni metodi mafiosi"

tribunaleIl nuovo procuratore generale  Francesco Saluzzo ha sottolineato che la procura sarà “fortemente impegnata nello svolgimento delle sue funzioni”, con vigilanza e incisività

 

Anche in Piemonte le organizzazioni criminali  coniugano caratteristiche autoctone e moderni metodi mafiosi. Lo afferma nella sua relazione  Arturo Soprano, presidente della Corte d’appello di Torino all’apertura dell’anno giudiziario.

 

L’Ansa riporta le parole del magistrato, che  parla di  bande criminali che “dilagano a macchia d’olio” in ogni settore produttivo, anche nelle “produttive aree centrosettentrionali” italiane, dove è emersa una “accentuata e imprevista disponibilità del crimine organizzato e della delinquenza del Paese”.

 

Il nuovo procuratore generale  Francesco Saluzzo ha invece sottolineato che la procura sarà “fortemente impegnata nello svolgimento delle sue funzioni”, con “vigilanza, incisività e anche protagonismo nelle impugnazioni. Non si speri  in un ufficio che faccia dell”elogio della calma’ il suo motto”.

 

(Foto: il Torinese)

I ciclisti torinesi davanti al Municipio chiedono più sicurezza: #bastamortinstrada

bici comunecastello bici“Come abbiamo già visto in occasione dell’emergenza inquinamento – scrivono in un comunicato unitario i partecipanti al termine del presidio – anche sulla sicurezza stradale la strategia dell’Amministrazione pare essere quella di negare l’evidenza. Tant’è che dopo questo drammatico fine settimana che ha visto la morte di due persone in bicicletta, né il Sindaco né gli assessori hanno sentito la necessità di rilasciare dichiarazioni”

 

All’insegna della parola d’ordine #bastamortinstrada, lanciata sui social network dall’Associazione Bike Pride, in tanti hanno raccolto l’invito a partecipare a un presidio per “chiedere azioni immediate e concrete per la sicurezza delle strade di Torino”. Così mercoledì davanti a Palazzo Civico erano presenti sulla loro bici rappresentanti di associazioni e semplici cittadini che, dopo gli ultimi due gravi incidenti mortali che hanno coinvolto ciclisti hanno chiesto al Comune  azioni  concrete per migliorare la mobilità ciclistica in città.

 

“Ma come abbiamo già visto in occasione dell’emergenza inquinamento – scrivono in un comunicato unitario i partecipanti al termine del presidio – anche sulla sicurezza stradale la strategia dell’Amministrazione pare essere quella di negare l’evidenza. Tant’è che dopo questo drammatico fine settimana che ha visto la morte di due persone in bicicletta, né il Sindaco né gli assessori hanno sentito la necessità di rilasciare dichiarazioni”.

 

I cittadini che si sono riuniti con cartelli #bastamortinstrada in presidio hanno scritto in rete: “Non servono vademecum e regole di comportamento per i ciclisti, esistono già, così come esiste il Codice della strada. Prima di sprecare altri soldi per inventarsi fantasiose soluzioni, si dovrebbe operare per rendere effettive le promesse e operativi i documenti programmatici esistenti, in primis Pums e BiciPlan, con cui la Città di Torino si è impegnata nel 2013 a raggiungere almeno il 15% di spostamenti in bici nel proprio territorio entro dieci anni”. 

 

Hanno anche rivolto un appello al sindaco  Piero Fassino: “le tante parole e promesse diventino finalmente realtà: che gli impegni assunti con l’approvazione di documenti vincolanti vengano rispettati”.  Il Comune ha risposto che saranno sbloccati 8 milioni di euro per la mobilità sostenibile: per valorizzare il bike sharing, le piste ciclabili e le nuove zone a limite di velocità di 30 km orari.

 

Ecco i firmatari dell’appello: Associazione LAQUP; Donne per la difesa della società civile; Legambiente Metropolitan; Legambiente Molecola; FIAB Chieri – Muoviti Chieri; FIAB Torino – Bici e dintorni; FIAB Torino – Bike Pride; FIAB Nichelino – AmicinBici-bik&motion; il Coordinamento FIAB di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta aderisce al comunicato e al presidio per chiedere azioni immediate e concrete per la sicurezza delle strade 

 

(Foto piccola: CittAgora – www.comune.torino.it)

Teatri torinesi in rosso: Regio e Stabile lanciano un appello a Regione e Comune

regio 2Ha fatto “outing” anche il il Teatro Stabile che, attraverso l’ Ansa, ha reso noti i ritardi nei pagamenti da parte di Comune di Torino e Regione Piemonte

 

“Abbiamo code di creditori lunghe chilometri”, dice l’assessore regionale al Bilancio Aldo Reschigna. Come dire che le richieste di ricevere dalla Giunta i fondi promessi ma mai assegnati, non riguardano certamente solo il mondo della cultura. I problemi di bilancio degli enti culturali piemontesi sono tornati all’onore delle cronache dopo l’allarme del Teatro Regio di Torino, che ha comunicato la propria sofferenza di cassa per un importo di ben 11 milioni di euro. Ha fatto “outing” anche il il Teatro Stabile che, attraverso l’ Ansa, ha reso noti i ritardi nei pagamenti da parte di Comune di Torino e Regione Piemonte. 

 

“Anche noi non abbiamo ricevuto i fondi previsti per il 2014 e quelli del 2015”, rivela all’agenzia stampa il direttore dello Stabile torinese, Filippo Fonsatti, che parla di un “ritardo patologico e pericoloso”. Se la Regione ha annunciato un piano di rientro, Fabio Naggi, vicepresidente di Agis Torino dichiara sempre all’Ansa: “Il sistema delle piccole e medie imprese dello spettacolo dal vivo affronta con grandissima difficoltà  la stretta di liquidità che deriva dal ritardo degli enti”. 

 

 

(Foto: il Torinese)

Sotto la Mole i Musei sono Reali: il polo espositivo di piazza Castello cambia nome e "mission"

castello armeria realepolo reale cavalloBen 3 chilometri di percorsi espositivi,  oltre 46.000 metri quadrati di pertinenze, 7 ettari di giardini

 

Una nuova denominazione ma, soprattutto, un passo avanti nel percorso di autonomia dell’istituzione culturale: una nuova “mission” svincolata dal ministero per il Polo Reale torinese.Il ministro Franceschini ha infatti firmato il decreto che dà un nuovo nome al Polo Reale. Nascono i Musei Reali di Torino che avanzano così nel processo previsto dalla riforma. Il cambiamento di nome è stato attuato per rendere più trasparente, scrive l’Ansa ” la radice storica che unisce le cinque grandi istituzioni culturali ospitate nell’antica residenza torinese dei Savoia: il Palazzo Reale con l’Armeria e la Biblioteca; il Museo di Antichità e la Galleria Sabauda. Un patrimonio legato alla storia della dinastia sabauda, da Emanuele Filiberto, a cui si deve il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino, fino a Carlo Alberto, con il quale si compie la trasformazione delle collezioni di famiglia in un museo pubblico”. I Musei Reali rappresentano oggi un distretto culturale alla pari con i grandi musei d’Europa dal Louvre al British Museum all’Ermitage. Ben 3 chilometri di percorsi espositivi,  oltre 46.000 metri quadrati di pertinenze, 7 ettari di giardini.

 

(Foto: il Torinese)

Per le firme "tarocche" delle elezioni regionali una valanga di richieste di parte civile

chiampa manifestotribunale sera

Dieci le richieste di rinvio a giudizio che riguardano politici, funzionari di partito e semplici attivisti Pd

 

AGGIORNAMENTO Respinta per mancanza di legittimazione, la richiesta di costituzione di parte civile della Lega Nord. Accettate invece le altre richieste, compresa quella di Roberto Cota, però come semplice cittadino e non in veste di segretario della Lega Nord. Le parti civili ammesse sono in venti. L’udienza preliminare aggiornata al 12 febbraio

 

Nella vicenda delle cosiddette  firme “tarocche” per le Regionali sono in tutto 19 le richieste di costituzione di parte civile presentate al Palagiustizia, all’udienza preliminare per le presunte irregolarità nella raccolta di sottoscrizioni a favore di alcune liste a sostegno della candidatura di Sergio Chiamparino. Tra le richieste spiccano quelle degli esponenti leghisti Roberto Cota (la cui legislatura finì in anticipo proprio per una analoga vicenda) e Patrizia Borgarello: è stata proprio lei con il suo ricorso al Tar a dare il via al procedimento amministrativo sul quale incombe la sentenza del Consiglio di Stato. Il giudice è Paola Boemio, che  si è riservata la decisione sull’accoglimento delle parti civili. Dieci le richieste di rinvio a giudizio che riguardano politici, funzionari di partito e semplici attivisti Pd. L’accusa sostiene che si tratta  di firme fasulle, autenticazioni irregolari, con interi elenchi di sottoscrizioni firmati da un’unica calligrafia in pochissimi giorni, dal 22 al 25 aprile 2014. Il tutto dovuto alla fretta per vidimare le candidature in tempo. Gli avvocati degli imputati hanno chiesto che si rinvii di una decina di giorni in attesa del  Consiglio di Stato.

 

(Foto: il Torinese)

Il clima pazzo porta smog a livello viola a Torino e siccità nei comuni piemontesi

cielo torinopalatina cielo2Nella stazione sciistica di Prato Nevoso, nelle valli Monregalesi, l’acqua per gli impianti di innevamento artificiale è stata trasportata dalla pianura con apposite cisterne

 

Dopo una tregua di qualche settimana lo smog in Piemonte, per l’assenza di vento e piogge, torna ai livelli di guardia. Da ieri l’area rossa, con concentrazioni di inquinanti tra i 50 ed i 100 microgrammi al metro cubo ha riguardato la maggior parte della regione. Per questo weekend l’Arpa – agenzia regionale per l’ambiente indica un ulteriore peggioramento della qualità dell’aria in quattro zone: Torino e l’hinterland metropolitano e le aree urbane di Novara, Vercelli ed Alessandria, che saranno viola, il colore associato sui bollettini di vigilanza meteorologica ad un tasso di inquinamento dell’aria che supera i 100 mcg/mc. All’inquinamento si aggiunge la siccità che rende difficoltosa l’erogazione dell’acqua potabile in alcuni comuni del Biellese e del Cuneese. Nella stazione sciistica di Prato Nevoso, nelle valli Monregalesi, l’acqua per gli impianti di innevamento artificiale è stata trasportata dalla pianura con apposite cisterne.

Al Poli il ministro Giannini conferma l'impegno per Architettura a Torino Esposizioni

poli anno accdemico 2016Nuovo bando per dottorati di ricerca: 1.300 euro netti mensili per l’importo delle borse, il più alto tra le Università pubbliche in Italia. Investimento complessivo di 2,6 milioni di euro l’anno. Il budget per i dottorati è aumentato del 50% rispetto all’anno scorso

 

Superchiampa fa i miracoli? Sì, secondo il ministro: “Tolgo la maglia nera che avevo dato alla Regione Piemonte: i dati a cui mi riferivo erano fermi  al 2014, ma in un solo anno di amministrazione di Sergio Chiamparino la posizione è decisamente cambiata. E’ infatti passata  dal 52% all’85% nell’assegnazione delle risorse per le borse di studio universitario”. Il titolare dell’Istruzione Stefania Giannini ha fatto queste dichiarazioni a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico.”Non è ancora la maglia rosa ma certo è un grande balzo in avanti”, ha aggiunto.

 

Ma la vera notizia (ora ufficiale) è che il ministero dell’Università collaborerà finanziariamente alla realizzazione del Polo di Architettura e Design a Torino Esposizioni. Lo stesso ministro  Giannini  ha confermato l’impegno nell’ambito dell’l’intervento che, complessivamente, costerà circa 100 milioni. Il Poli ne ha già stanziati 10.

 

Alla cerimonia il sindaco di Torino Piero Fassino ha intanto invocato “un sostegno forte dello Stato e del ministero dell’Istruzione. E’ necessario superare il blocco del turnover, inadeguato e contraddittorio con gli obiettivi che ci poniamo, obiettivi di sviluppo della ricerca e dell’università. Il Politecnico è un punto di eccellenza del sistema universitario di questa città e del Paese. E’ il cuore della strategia che punta a fare di Torino una città universitaria”.

 

Il Politecnico, nel frattempo,  avvia  un nuovo bando per dottorati di ricerca, definendo 1.300 euro netti mensili per l’importo delle borse, il più alto tra le Università pubbliche in Italia: l’investimento complessivo è di 2,6 milioni di euro l’anno. Il budget per i dottorati è aumentato del 50% rispetto all’anno scorso.