LE INCHIESTE DEL “TORINESE”
“Quando sono stata pagata mi sono stati scalati diversi soldi, infatti, il mio datore di lavoro, dei 400 euro che mi aveva promesso, ha tolto il 20% della ritenuta d’acconto, cioè 80 euro poi, i 320 euro rimasti li ha divisi per i 31 giorni, essendo il mese di ottobre e, il totale, cioè 10,32, lo ha moltiplicato per i giorni lavorati, in quel caso, 20; quindi, per un part time, ho guadagnato poco più di 200 euro al mese ovvero 2,50 l’ora”
Ormai anche gli anziani sono diventati sempre più tolleranti o meno irascibili con l’operatore dei call center che chiama a casa ogni giorno, forse perché, molti di questi ha un famigliare che vi lavora, oppure perché anche loro hanno capito che il telelavoro è diventata una realtà in espansione.
Gli operatori dei call center”privilegiati” sono coloro che vengono assunti da chi appalta l’azienda leader, quelli più “sfortunati” invece, sono coloro che entrano nel vortice del sub-appalto; questi ultimi rispetto ai primi, non hanno niente, per loro,lo Statuto dei Lavoratori sembra essere stato riscritto al contrario.
La paga oraria è inferiore ai 3,00 euro l’ora, generalmente si utilizza sottoscrivere una lettera di assunzione per un part time di 4 ore al giorno, con una retribuzione lorda di 400 euro al mese e una detrazione del 20% attraverso la ritenuta d’acconto.
Quando si firma questa lettera però, il datore di lavoro dovrebbe comunicare l’assunzione al Centro per l’Impiego ma, essendo un sub-appalto, essa può non essere inviata perché non c’è nessun controllo; per queste questioni infatti, chi vuol denunciare il fatto, non può rivolgersi alla Guardia di Finanza ma all’Ispettorato del Lavoro che si occupa, rispetto agli altri, delle violazioni in materia lavorativa.
La tipologia dei contratti utilizzati per questo settore, è molto differente dalle altre, attraverso questa scusa però, chi viene assunto e non si pone domande, diventa il soggetto privilegiato del datore, chi le fa, l’antagonista. Il personale assunto, di norma, è un venditore di servizi; attraverso il suo “saper-fare” cerca di concludere almeno un contratto al giorno oppure rischia il posto.
Chi entra nel vortice del subappalto? Una madre, una studentessa, una laureata in cerca di un’occupazione migliore.
Laura, operatrice di un famoso call center di Torino racconta telefonicamente alla redazione la sua storia: “Nel mese di ottobre 2015 ho letto, in un famoso sito internet, un annuncio dove si cercavano operatori call center con un fisso di 400 euro al mese. Ho chiamato e mi hanno fissato il colloquio immediatamente. L’orario era per me perfetto, dalle 11 alle 15 infatti, avevo il tempo di portare la mia bimba all’asilo e di andarla a prendere senza scomodare i miei suoceri. Si lavorava dal lunedì al venerdì, i datori non erano antipatici ma il modo di lavorare era quello di metterci in competizione l’uno con l’altro. All’interno della sede, c’era una lavagna con i nostri nomi e, giornalmente, venivano inseriti tutti i contatti presi dal singolo operatore. Se ne prendevi più di uno, ricevevi gli elogi dei team leader, se non ne prendevi neanche uno,o venivi mandato via, oppure, venivi platealmente ripreso. Io ero molto brava infatti, ho fissato più di 20 appuntamenti e,il commerciale, cioè colui che va a casa del cliente, è riuscito a concludere 18 contratti; significa che di 20 persone contattate, solo due non hanno firmato. Quando sono stata pagata però, mi sono stati scalati diversi soldi,infatti, il mio datore di lavoro, dei 400 euro che mi aveva promesso, ha tolto il 20% della ritenuta d’acconto, cioè 80 euro poi, i 320 euro rimasti li ha divisi per i 31 giorni, essendo il mese di ottobre e, il totale, cioè 10,32, lo ha moltiplicato per i giorni lavorati, in quel caso, 20; quindi, per un part time, ho guadagnato poco più di 200 euro al mese ovvero 2,50 l’ora. Queste sono persone che vanno avanti grazie a noi precari che abbiamo bisogno di qualche entrata e, nessuno si ribella perché si ha paura oppure perché si ha bisogno quindi,o si accetta la situazione per quella che è, o si va a casa, come ho fatto io, senza sporgere denunce o senza fare ulteriori questioni”.
Chi gestisce un call center con 20 persone che riescono a concludere un contratto al giorno per 20 giorni lavorativi riesce a chiudere, se gli va male, 400 contratti al mese. Ogni contratto di media costa al cliente 25 euro al mese. Tolte le spese, più di 5.000 euro che sono: per gli operatori, i team leader, i commerciali, l’Azienda leader ed e per altre voci di spesa come: benzina, costo delle telefonate, strumenti di lavoro come fax e stampanti, a chi gestisce, non gli rimane molto, per questo motivo deve cercare di eliminare qualche uscita, quella per l’operatore.
Si è iniziato con gli appalti o sub appalti o esternalizzazioni ai paesi dell’Est e, seppur c’era un forte guadagno (ogni operatore fuori dall’Italia guadagna meno di 2,50 euro l’ora), le aziende telefoniche leader, hanno preferito ritornare in Italia per le troppe lamentele dei clienti. Si è finito però, come ha spiegato Laura, con il lucrare su quel lavoratore che, passivamente, subisce tali discriminazioni perché, con un’entrata economica irrisoria come quella sopra spiegata, ci fa la spesa oppure si paga le utenze domestiche.
Nei siti internet utili per chi cerca lavoro sembra essere nuovamente raddoppiato,almeno nella città di Torino, come è avvenuto due anni fa, prima del sub-appalto ai paesi dell’Est, il numero dei call center che cercano 40-60 operatori telefonici. Il consiglio che dà Laura è quello di trovare la forza di denunciare, anche in forma anonima all’Ispettorato del lavoro, chi commette tali violazioni.
Bianca Maria
L’esito referendario pone piuttosto l’interrogativo sul futuro dell’Europa
Il gruppo Fca prevede che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non abbia per la casa automobilistica “particolari impatti sul fronte industriale o di altro tipo, sebbene l’esito del referendum ponga l’interrogativo su quella che sarà l’Europa del futuro”. E’ quanto dichiara un portavoce di Fca in merito alla vittoria di Brexit al referendum britannico. In modo particolare l’azienda e’ convinta che il fatto di avere la sede fiscale in Gran Bretagna non comporti conseguenze finanziarie o cambiamenti nella governance del Gruppo, “vista la distribuzione globale delle attività e sedi operative di Fca nei vari Paesi nel mondo”.
Il sindaco uscente Piero Fassino, formalmente ancora in carica, ha ceduto con un gesto da galantuomo, la fascia tricolore alla neo-sindaca Chiara Appendino. Nelle sue prime uscite ufficiali (sobria giacca bianca e un filo di perle al collo) la prima cittadina ha incontrato i dipendenti del cerimoniale di Palazzo Civico in mattinata, successivamente si è recata alla presentazione del Torino Pride e infine alla sfilata e alle celebrazioni serali in occasione dei festeggiamenti del santo patrono della città, San Giovanni.
(Foto: Sergio Pacchiotti)
Se i bambini lo desiderano hanno diritto di mangiare, durante l’orario della mensa scolastica, il panino portato da casa. Così ha deciso la Corte d’Appello del tribunale di Torino che, attraverso una sentenza, ordina al Comune e al ministero dell’Istruzione di organizzare un servizio ristorazione tale da permettere di pranzare a scuola anche a chi si porta il pranzo “al sacco”. La “lotta per il panino libero” era stata avviata da un gruppo di mamme due anni fa, che protestavano contro l’aumento del costo dei pasti. Secondo i legali delle famiglie i giudici hanno ora accertato il diritto dei cittadini di decidere se servirsi della refezione scolastica, oppure di dotare i propri figli del pasto preparato a casa. La sentenza giunge ad anno scolastico concluso ,ma potrebbe creare difficoltà alla ripresa delle lezioni a settembre. La sentenza stabilisce che durante l’orario della mensa venga garantita la presenza di personale educativo senza ulteriori costi per le famiglie.
Gabriele De Filippi aveva chiesto a sorpresa di essere interrogato, a quattro mesi dall’arresto per l’assassinio di Gloria Rosboch, l’insegnante di Castellamonte. Ha dichiarato di essere colpevole: “merito l’ergastolo”. Ha rilasciato le proprie dichiarazioni al procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando. assistito dal suo legale, Francesco Bertolino. E’ stato un fiume in piena, per sei ore. Ha chiesto scusa ai genitori di Gloria dicendo di avere “visto in televisione quanto stanno soffrendo”. Poi ha detto di essere pentito e ha continuato a rivolgere accuse contro Roberto Obert, l’amante che venne arrestato con lui nei mesi scorsi, cercando invece di scagionare la madre, Caterina Abbattista. In galera il giovane di 22 anni è seguito da psicologi ed educatori. Defilippi ha anche interrotto lo sciopero della fame: è dimagrito fino a 55 chili.
Dopo qualche mese viene fatta luce sul l’omicidio di Giovanni Battista Boggio, il pensionato di 70 anni trovato con la testa fracassata da ripetute martellate nella sua casa lo scorso 15 ottobre a Torino. La polizia ha infatti arrestato una donna per un delitto che sarebbe stato commesso in concorso con altre persone che sono ancora ricercate. L’arrestata si chiama Egle Chiappin, di 53 anni, il cui Dna è stato prelevato in casa, dentro un sacchetto dell’immondizia impiegato per gettare i vestiti sporchi di sangue. La donna si era ferita nell’aggressione. Grazie a un mozzicone raccolto per strada gli uomini della polizia hanno poi fatto la comparazione del Dna. Il movente? La rapina, che ha fruttato una manciata di euro. L’omicidio era avvenuto in un condominio pubblico di via Forlì, nel quartiere Lucento.
(Foto: il Torinese)
Qualche sassolino dalle scarpe l’ex sindaco Fassino se lo leva, parlando con i giornalisti prima di fare le valigie (anche se resterà consigliere a Palazzo Civico, seppur non come capogruppo Pd, per lasciare spazio ad altri): “Il sindaco Appendino dovrà darsi un programma, cambiando quello con cui ha vinto le elezioni, che non era un programma di governo ma di opposizione. Con i no si fa opposizione e non si governa la città. Mi pare ci sia tanta strada da fare per essere capaci di fare il sindaco. Io continuerò ad avere la mia cultura di governo, loro se la devono fare.” Poi il tema nomine, sul presidente della Compagnia di Sanpaolo: “Mi piacerebbe sapere se Profumo non ha i titoli per ricoprire quell’incarico o se invece bisognerebbe cambiarlo solo perché è stato nominato da Fassino. Va detto che se quella nomina non fosse stata fatta il Comune avrebbe perso la possibilità di avere un suo rappresentante”. Infine una frecciata anche al nuovo staff della neosindaca: “Sarebbe utile che il presunto prossimo capo di gabinetto di Appendino smettesse di girare per gli uffici con elenchi di dirigenti da promuovere a da estromettere”. Prime polemiche anche per la sindachessa, dopo gli arresti dei no Tav in relazione all’assalto al cantiere di Chiomonte dello scorso anno. La Lega e altri chiedono ad Appendino che ne pensa, e cosa pensa della decisione della magistratura di effettuare le misure cautelari, visto che il suo movimento è contrario alla Torino-Lione. “Non è compito di un Sindaco – risponde la prima cittadina attraverso una nota – commentare l’operato della magistratura, che, com’è noto, è un organo indipendente. C’è un clima evidente di tensione dovuto alla mancanza di risposte politiche che noi speriamo di potere colmare, riportando al centro del dibattito le legittime ragioni del no all’opera”
GLI ESPONENTI POLITICI RIFLETTONO SULLA CONQUISTA PENTASTELLATA DI TORINO
PIERO FASSINO
“Avremo tempo per riflettere, quello che intendo sottolineare è che tutti i commenti rilevano che la cosa eclatante di Torino è che la città sia stata ben governata e nonostante questo il voto sia andato a favore della nostra avversaria. Tutti ne danno una lettura di tipo politico. Resta da vedere come una maggioranza così eterogenea potrà guidare la città ma questo si capirà solo successivamente”.
FORZA ITALIA
“Premesso che tutto il centrodestra ha il dovere di interrogarsi sugli errori commessi e su come tornare ad essere credibile nei confronti della stragrande maggioranza dei cittadini che hanno scelto di non andare a votare, va comunque sottolineato che nei 10 ballottaggi in Piemonte, fino a ieri tutti a guida centrosinistra, il centrodestra ha vinto in 4 comuni: Novara, Domodossola, Trecate e Carmagnola”. Lo dichiara in una nota il coordinatore Regionale di Forza Italia Gilberto Pichetto. “Non si può inoltre non registrare il fallimento del Pd, di Chiamparino e di Renzi che hanno perso tutti i ballottaggi nella nostra Regione ” – aggiunge il leader di Forza Italia in Piemonte – “nei restanti 6 comuni infatti, 3 sono andati al Movimento 5 stelle, 2 a liste civiche non certo di area vicino alla sinistra ed 1 alla sinistra estrema”. “Noi tuttavia siamo abituati a guardare in casa nostra – conclude Pichetto – “soprattutto in un momento in cui bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare per iniziare un percorso di rinnovamento e di ricostruzione di tutto il centrodestra; è questa la nostra missione che avrà come primo obbiettivo la vittoria del no al prossimo referendum costituzionale”.
I RADICALI
A commento dei risultati elettorali di Torino, intervengono i Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Igor boni, Laura Botti e Silvja Manzi.
«Quel che è successo a Torino lo abbiamo previsto, detto e scritto, con una precisione che fa impressione con i risultati davanti agli occhi. Non lo abbiamo detto ieri ma da quasi un anno, senza trovare ascolto, così come non trovammo ascolto nella vicenda delle firme alle regionali che avremmo facilmente potuto evitare. Non si tratta, oggi, di voler assurgere al ruolo di Cassandra e di togliersi il gusto di dire ‘l’avevamo detto’. Ma era il 25 settembre 2015 quando sul sito www.igorboni.it abbiamo inserito un comunicato stampa che abbiamo volutamente lasciato per 9 mesi in home page, fino ad adesso. Per inciso, non si sapeva allora nemmeno quali sarebbero stati i candidati alle elezioni e quali gli schieramenti in campo. Oggi lo possiamo utilizzare a futura memoria. Si diceva testualmente: “il caso Venaria è un campanello d’allarme evidente di come può finire al secondo turno un candidato del Partito Democratico contro un candidato dei 5 stelle (poco importa chi sia). Ritengo che immaginare a Torino lo stesso percorso – pur con dinamiche nel PD completamente differenti – non sia da folli visionari. Un candidato come Fassino che arrivasse nettamente davanti al primo turno rischierebbe comunque la sconfitta nel secondo turno dove elettori per nulla affini ai 5 stelle potrebbero convergere sul candidato grillino contro l’attuale sindaco”. È esattamente quello che è successo, con Fassino che conferma i voti del primo turno e Appendino che fa il pieno dei suoi e di tutti gli altri, che nulla hanno a che vedere con i 5stelle. Buon lavoro a Chiara Appendino, da oggi sindaco non di una parte vincente ma di tutti i torinesi e della Città metropolitana, sperando che la sua stella polare diventi Federico Pizzarotti e che, come lui, adegui alla realtà programmi e promesse da campagna elettorale inconsistenti (anche con lei siamo disponibili a collaborare dato che su trasparenza, legalità -“onestà”! -, merito, diritti, laicità ecc. forse qualcosa da dire l’abbiamo…). Grazie a Piero Fassino per averci messo presenza, passione, idee e tutta la sua statura politica di cui le nuove classi dirigenti della città dovrebbero far tesoro. Con questo risultato Silvio Viale, candidato radicale nella lista del PD, non entra in Sala Rossa, un’opposizione senza la sua voce sarà certamente più debole e il Consiglio comunale assai più povero.
LEGA NORD
«Aveva ragione Spadolini: se dal Cinquecento Milano è sempre soggetta a qualcun altro (francesi, spagnoli, austriaci, piemontesi) una ragione ci sarà. E adesso si fa governare dal proconsole del fiorentino, che ha promesso di riempire Milano di soldi, sapendo che in qualche modo i milanesi li compri sempre… Ben diversa è Torino, più povera, ma che rimane una capitale, anche nel modo in cui ha risposto alle minacce del Governo di toglierle i soldi».Così Gianna Gancia, presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale del Piemonte, sull’esito elettorale a Torino e Milano.
Il segretario provinciale, Ezio Locatelli:
“La mazzata elettorale subita da Piero Fassino e dal Pd, ai ballottaggi del secondo turno, un dato eclatante perché inaspettato, è un segnale salutare per Torino e l’intero Paese. La mazzata riguarda un sindaco (che è anche presidente dell’Anci) e un partito che, in materia di privatizzazioni, di svendita del patrimonio pubblico, di grandi opere affaristiche, di condivisione del modello Marchionne, hanno costruito una filiera di interessi e un sistema di potere che sembravano inamovibili. La mazzata riguarda un sindaco che ha impersonato appieno, con grande diligenza, le politiche liberiste del governo Renzi di attacco ai diritti del lavoro e di cittadinanza sociale, politiche che hanno accresciuto disoccupazione, disuguaglianze, povertà.
La mazzata elettorale al PD di Torino, oltre ad altre batoste nel torinese e a livello nazionale, rappresenta un duro colpo ai disegni “cesaristi” di Renzi di stravolgimento della Costituzione e del principio di rappresentanza democratica. Questo è uno dei risvolti più positivi del risultato delle amministrative. A Renzi, che continua a fare sfoggio di protervia, rifiutandosi di dimettersi e rilanciando la sfida sul referendum, bisogna rispondere con un rinnovato e più forte impegno per il no allo smantellamento della nostra democrazia costituzionale.
In questo quadro politico movimentato si allarga per la sinistra la possibilità di avere un ruolo propulsivo nei processi di cambiamento che, per quanto ci riguarda, non possono e non devono essere solo di facciata elettorale. Non c’è alcuna intenzione da parte nostra di affidarci alle politiche trasversali, né di destra né di sinistra, del M5S. I temi che riguardano il diritto e la dignità del lavoro, la cittadinanza sociale, la solidarietà, l’eguaglianza, la vivibilità ambientale necessitano di una scelta di campo, di una alternativa di modello di società, di una sinistra che torni a fare la sinistra in alternativa alle politiche liberiste del Pd, di una sinistra che torni a fare battaglia politica sul territorio e nei luoghi di lavoro, dalla parte delle classi sociali più deboli”.
(Foto: il Torinese)
Città di Torino – Sezioni 919 su 919 APPENDINO Chiara MOVIMENTO5STELLE.IT
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FASSINO Piero Franco Rodolfo
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Si sentiva nell’aria, anche i maggiorenti Pd che abbiamo incontrato in queste ultime ore percepivano chiaramente che il vento stava girando. Dopo 70 anni di governi municipali affidati ai partiti tradizionali con la sinistra egemone (di cui l’ultimo quarto di secolo con amministrazioni degli eredi del Pci trasformatosi oggi in Pd) Torino è stata conquistata dal Movimento 5 Stelle. Lo sfacelo del centrodestra, molti elettori del quale dichiaratamente o no hanno votato per Appendino anche per affossare il cosiddetto “sistema Torino” ha certamente giovato alla candidata pentastellata. Una giovane “madamin” fresca e rassicurante, dalle caratteristiche anche un po’ borghesi che ai torinesi piacciono tanto. Non ha spaventato i torinesi moderati come fece Raffaele Costa nel 1997, che perse per un soffio contro Castellani, proprio per la sua irruenza che non piacque ai “bogia nen” sabaudi. Onore alle armi per Fassino: politico e amministratore di rango, che nel bene e nel male ha governato una città che si è trasformata dal punto di vista urbanistico e turistico. Una metropoli con i problemi (come tutte le altre) legati alla disoccupazione e all’immigrazione. Ma l’ondata popolare, quando esplode – un po’ come avvenne 20 anni fa con il trionfo del berlusconismo o a fine anni 80 con l’avanzata leghista – è inarrestabile. In bocca al lupo alla nuova sindaca e alla sua squadra. Ora dovranno dimostrare di sapere amministrare al di là degli slogan e di (almeno alcune) proposte velleitarie, con provvedimenti che incidano realmente sulla vita dei cittadini. Che chiedono sì onestà, ma altrettanta capacità da parte di chi li governa.