I cittadini che abitano nei comuni vicini al cantiere Tav di Chiomonte e i lavoratori che operano al suo interno non subiscono danni alla salute legati alla presenza dei lavori. Lo stabilisce la Valutazione d’impatto sulla Salute (Vis) della galleria esplorativa per la linea ferroviaria Torino-Lione, realizzata dall’Università di Torino. Più di 62 mila le rilevazioni eseguite da Telt a partire dal 2012 condotte dall’ Arpa, con il monitoraggio di 135 parametri controllati da 40 centraline in un’area di 15 km dal cantiere. Lo studio ha monitorato le polveri sottili, amianto, rumore, radiazioni, qualità delle acque, vibrazioni e componenti biologiche e non sono emerse criticità rilevanti. Far convivere ambiente e grandi opere “non è soltanto possibile ma obbligatorio – afferma il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – non si tratta di un vincolo allo sviluppo ma si deve fare in modo che lo sviluppo sia sostenibile”.
Il detto “chi di spada ferisce…” non vale, almeno in questo caso. Dopo le battaglie legali al Tar e al Consiglio di Stato che fecero cadere anzitempo la legislatura del leghista Roberto Cota per la vicenda delle firme false per la presentazione delle liste alle Regionali del 2010, ora (non) tocca al Pd. Dopo otto ore di camera di Consiglio, infatti, il Tar ha confermato la sospensiva sul caso delle firme false del Pd torinese e ha respinto il ricorso per motivi aggiunti depositato dall’ex leghista, Patrizia Borgarello, sull’esito della sentenza definitiva sui nove patteggiamenti dei funzionari dem . Bisognerà quindi attendere la conclusione della causa civile il prossimo autunno, in relazione alla querela di falso. Così finalmente si saprà se la lista che ha eletto Davide Gariglio, e Mauro Laus, sarà considerata legittima, o se verrà fatta decadere per le firme fasulle. Dopo mesi di carte bollate, udienze, un’inchiesta della procura oggi il “verdetto”. I nomi che ad oggi paiono essersi salvati, oltre a Gariglio e Laus sono quelli di Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale, Raffaele Gallo, Daniele Valle, Andrea Appiano ed Elvio Rostagno. Anche Chiamparino tira un sospiro di sollievo e resta (per ora ) saldamente in sella alla sua maggioranza.
(Foto: il Torinese)
Il Tar del Piemonte ha respinto il ricorso delle opposizioni a palazzo Civico sulla delibera relativa agli oneri di urbanizzazione. La decisione è giunta ieri, proprio alla vigilia della discussione del bilancio di previsione in sala Rossa. I capigruppo dell’opposizione contestavano la delibera del Consiglio numero 14, adducendo presunti vizi nell’ iter di approvazione. Per i ricorrenti l’omessa sottoposizione all’esame della Commissione bilancio aveva determinato l’illegittimità della decisione di impiegare gli oneri di concessione per la spesa corrente nella stesura del bilancio 2017. La settimana scorsa il ricorso era stato esaminato e i giudici del Tar avevano deciso di definire la causa con una sentenza in forma semplificata. Il consigliere comunale di Forza Italia Osvaldo Napoli, uno dei firmatari del ricorso osserva: «La sentenza dovrebbe suggerire a tutte le opposizioni di tornare a fare battaglia in sede politica, cioè nel luogo dove ciascuno di noi è stato eletto dai cittadini e non con le carte bollate”.
(foto: il Torinese)
Dopo i tafferugli tra antagonisti e forze dell’ordine in piazza San Carlo e via Roma, in occasione del corteo del Primo Maggio, le polemiche montano. Si è trattato di una “giornata triste”, affermano i responsabili degli enti locali e dell’ organizzazione del Partito democratico, Mimmo Carretta e Saverio Mazza. Intanto la consigliera comunale Daniela Albano scrive su Facebook che “non si deve più concedere la piazza ai sindacati. Vista la presenza di consiglieri di maggioranza tra le fila di coloro che di solito si presentano con mazze e bastoni ai cortei e la posizione del M5S contro le Forze dell’Ordine – aggiungono i due esponenti pd commentando il pensiero della consigliera – la sindaca Appendino cosa dice? Il silenzio di un sindaco è ancora più grave della stessa affermazione. Il M5S chieda scusa ai cittadini e ai sindacati”. La pentestallata Albano si aggiunge a quella del gruppo comunale del Movimento Cinque Stelle, secondo il quale le forze dell’ordine non sarebbero state capaci di gestire la piazza.
(FOTO: IL TORINESE)
La Reggia di Venaria si rivela anche questa volta una miniera d’oro per il turismo torinese. Dopo il successo delle vacanze pasquali e del ponte del 25 aprile, anche in occasione del weekend lungo del 1° maggio si è registrato un vero e proprio boom di visitatori. Sono stati infatti quasi 28.500 gli ingressi alla dimora sabauda nel corso del ponte del Primo Maggio. La reggia quest’anno festeggia i dieci anni dalla riapertura, dopo quello che è stato più importante intervento di restauro di un bene culturale in tutta Europa, grazie alla collaborazione di tutte le istituzioni, dalla Regione ai governi di diverso colore succedutisi negli anni. Domenica il giorno di maggiore afflusso del weekend con 14.984 biglietti staccati tra reggia, giardini e mostre.
Di Pier Franco Quaglieni
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Un I maggio diverso da quelli degli scorsi anni, sicuramente guastato dalla pioggia incessante, ma non solo. Il vignettista Antonio Guarene lo ha descritto in modo icastico e felice: quale festa del lavoro, se manca il lavoro ? Meglio non si potrebbe dire. Il corteo era più ridotto rispetto al passato quando la fiumana di gente era davvero imponente fino a non tantissimi anni fa. In coda al corteo i centri sociali, poco più di una cinquantina di persone,neutralizzati da piccole cariche di polizia. Il Movimento 5 Stelle si è schierato dalla parte dei centri sociali,rivelando un’origine inconciliabile con l’esercizio del potere nelle istituzioni. Non ci sono state però le contestazioni a sindaco e presidente della Regione degli anni passati.Forse la sindaca, con il suo ombrello, ha riparato tutti rispetto a certa contestazione anche grillina che in passato era emersa in modo abbastanza rumoroso. Al suo fianco ritratto ,come sempre sorridente, Gian Piero Leo che, in attesa del verdetto dal Tar del 3 maggio- che può cambiare lo scenario politico in Regione-scalda i muscoli,pensando di essere potenzialmente di nuovo consigliere e magari in maggioranza. Un fatto cospicuo è stata l’assenza dalle edicole e dalla distribuzione in piazza del quotidiano “L’Unità”.Il giornale fondato da Antonio Gramsci negli anni d’oro del Pci arrivò a vendere un milione di copie proprio il 1 maggio. A fatica “L’Avanti!”in edizione speciale con titolone in rosso, vendeva qualche copia in più del solito ,fino a che,con Craxi, non fu neppure più possibile venderlo in piazza perché il craxismo veniva percepito come il tradimento del socialismo per antonomasia. Non ci sono state condanne per l’episodio davvero mortificante ,accaduto un giorno fa,del camioncino con due agenti di Pubblica sicurezza – fantocci che appaiono come investiti,fatto sfilare al corteo di migliaia di persone favorevoli alla legalizzazione della Cannabis. Solo Stefano Lo Russo l’ha definita una porcata,altri hanno inteso minimizzare ,vedendo al massimo una goliardata. Per troppi decenni le Forze dell’ordine sono state considerate nemiche del popolo e quei manichini sono espressione dell’onda lunga di una certa mentalità ,dura a morire. Voglio legalizzare la droga leggere,ma hanno un’idea della legalità molto speciale. I supermercati e molti negozi sono rimasti aperti durante la festa dei lavoratori e nessun “vescovo” laico ,difensore del lavoro, ha aperto bocca. Anche questo è un segno dei tempi. I tempi duri che viviamo portano a vedere le cose in altro modo. Il fatto incontestabile è che pochi credono davvero alla “Repubblica fondata sul lavoro” fissata solennemente all’art. 1 della Costituzione. Sembrano crederci gli scissionisti del PD che hanno trasformato un principio costituzionale in una etichetta di parte. Oggi, soprattutto i giovani, sentono quell’articolo 1 come una frase retorica scritta su un pezzo di carta. Il I maggio con il garofano rosso sulla giacca e la cravatta rossa appartiene al passato di quella Torino operaia e socialista di cui scrisse Paolo Spriano e che oggi appare morta. Edmondo De Amicis dopo aver scritto “Cuore”, nel 1891 iniziò a scrivere un romanzo dal titolo”I maggio” attraverso cui voleva esprimere la sua adesione al nascente socialismo. Il romanzo rimase incompiuto e venne pubblicato nel 1980 ad Imperia. Si racconta la storia di un intellettuale torinese diventato socialista. Un storia che avremmo rivisto tante volte a Torino e dintorni.Oggi essa appartiene al passato. La globalizzazione, i robot, l’immigrazione selvaggia, la mancanza di lavoro,l’insicurezza hanno travolto tutto o quasi. I populismi in alternativa al popolo, potremmo dire,ribaltando il concetto espresso ieri da Renzi confermato segretario del PD anche dal voto torinese.
Vignetta di Antonio Guarene https://www.facebook.com/antonio.guarene
(foto: il Torinese)
L’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, lancia un monito in occasione della festa del primo maggio: “E’ sempre più diffuso e preoccupante il fenomeno dei Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano. L’area metropolitana di Torino – scrive in un intervento pubblicato da ‘La Voce e il Tempo’, settimanale della Chiesa subalpina – registra da diversi anni elevati tassi di disoccupazione, che incidono pesantemente sul tessuto sociale ed costringono al superamento dei modelli, formativi e lavorativi, risalenti alla fase pre-crisi. A pagare il più alto prezzo sono le giovani generazioni”. L’arcivescovo aveva già annunciato il “Laboratorio metropolitano su giovani e lavoro”, rivolto alla fascia 18-25 anni, per stimolare la voglia di fare e di imparare attraverso esperienze concrete”. Anche la Curia, quindi, aggiunge si attiverà “per accompagnare i giovani a progettare il proprio futuro professionale con esperienze di successo che contribuiscano all’autostima e che possano produrre autonomia”.
Matteo Renzi vince a Torino e in provincia con un consenso tra il 65 e il 70 per cento. In città l’affluenza ha toccato i 22 mila votanti rispetto ai 40 mila della precedente votazione per le primarie del Pd. Per il segretario regionale del Pd, Davide Gariglio, si è trattato di “una grande prova di democrazia”.
Mentre Fca festeggia gli utili eccellenti del primo trimestre 2017, sotto la Mole i sindacati sono preoccupati “A Mirafiori il punto è cruciale: o arriva un nuovo modello o si riduce l’occupazione. La Città non può restare in silenzio, deve farsi sentire, anche dialogando con la proprietà”. Questa la preoccupazione di Enrica Valfrè segretario della Cgil Torino, espressa alla conferenza stampa della manifestazione del Primo Maggio. “Lo stesso – ha aggiunto – per quanto riguarda Tne, sulla quale la città deve esprimersi. E’ un’area in cui si può creare un polo che incentivi la presenza di nuova industria nel territorio”.
(foto: il Torinese)
Tanti espositori, 424 rispetto ai 338 di un anno fa. Un dato che fa ben sperare dopo il mezzo flop (di visitatori) di Tempo di Libri a Milano. In tutto sono 11 mila i metri quadrati: il 10% in più dell’anno prima per la trentesima edizione del Salone del Libro, dopo inchieste e polemiche che hanno favorito il clima per lo strappo milanese. Ma “sarà un grande Salone del Libro, Torino lo merita”, dice alla conferenza stampa di presentazione della rassegna Massimo Bray, ex ministro oggi chiamato a presiedere la Fondazione per il Libro. Alla presentazione presso il Museo del Risorgimento c’erano la sindaca Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. “Ringrazio tutti avete lavorato in modo condiviso perché il Salone riesca pienamente. Torino possiede una comunità culturale e amministrativa già consolidata in questi 30 anni del Salone, che non potrà che raggiungete ancora grandi risultati”.Appuntamento al Lingotto dal 18 al 22 maggio.