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Tra cariche di polizia e conformismo intellettuale la Città riprenda la guida

IL COMMENTO

di Pier Franco Quaglieni

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Dare addosso alla Polizia è vecchia abitudine,  fin dal 1968. Allora si parlava di repressione,dimenticando che parlavamo di reati da reprimere,non di opinioni magari urlate,ma sempre di semplici opinioni. La Polizia,in linea di massima,è sempre colpevole anche in era post-ideologica. Per altri versi,c’è chi invoca più ordine che poi è la vera  garanzia di libertà per tutti i  cittadini:l’ordine democratico è la cornice entro cui si esprime la vivibilità di una città.Sono le regole sancite dalla Costituzione che vanno fatte rispettare. I centri sociali non rispettano le regole,occupano abusivamente  i locali dove hanno le loro sedi,si riforniscono di luce e di acqua gratis,senza che nessuno imponga loro le regole valide per tutti gli altri cittadini. I centri sociali sono covi di potenziale sovversione,come rivela l’estremismo no Tav che trova il suo terreno di coltura proprio in quei locali. La Polizia dai centri sociali è vista come fascista e violenta.
Ma in un regime democratico la Polizia si muove,di norma, all’insegna del suo motto :Sub lege libertas “. La libertà si esercita nel rispetto della legge e non può diventare licenza. Quando diventa licenza, la democrazia è minacciata da forze che non esitano a ricorrere alla violenza e infrangono il patto sociale su cui si regge la Repubblica. Queste sono le  prime  riflessioni che ci suscitano i fatti di Piazza Santa Giulia, dopo  quelli ben più drammatici di piazza San Carlo a cui il Sindaco di Torino ha reagito, vietando la vendita di bottiglie e bottigliette dalle 20 alle 6 nelle zone della movida.

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Forse la Polizia ha esagerato ad intervenire  in piazza Santa Giulia,ma sicuramente le responsabilità non possono essere scaricate sul solo Questore. C’è una contiguità pericolosissima tra mondo antagonista e grillini che va denunciata. Chi governa un’istituzione importante come il Comune di Torino non può consentire margini di confusione su questi temi delicatissimi in cui neppure i sindaci precedenti sono stati in grado di intervenire in modo adeguato, ripristinando la legalità. Non basta essere tatuati,avere i capelli lunghi o la testa rasata  e vestirsi in un certo modo (quasi una divisa) per ottenere l’impunità. Molti giovani non antagonisti si fanno tatuare perché è una moda,sia pure sciocca,ma non si sentono antagonisti,ma sfiduciati,depressi,incapaci ai affrontare un futuro incerto,per non dire drammatico. Va anche detto che i gruppi di “Casapound”non sono migliori perché il loro estremismo di destra offende le regole della democrazia. Gli opposti estremismi ,denunciati da Giovanni Spadolini nei primi Anni 70,stanno tornando? Bisogna intervenire per spezzare la spirale della violenza  con coraggio,denunciando le cose come fece Carlo Casalegno che pagò con la vita per i suoi articoli coraggiosi. Disarmanti sono le dichiarazioni odierne  rilasciate dal mondo intellettuale torinese che sarebbe “solitamente restio a commentare fatti di cronaca “ e che rivelano banalità e conformismo. Certo, il mondo culturale appare restio se ,tra i tanti,si intervistano solo due persone,ignorando tutto il resto. Torino non si limita al Circolo dei lettori.

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L’unico che ha detto cose sensate e condivisibili  è l’Arcivescovo di Torino  che si è espresso con una dichiarazione articolata  in cui si evidenzia che la situazione non è solo riconducibile ad  un tema di ordine pubblico. Bisogna educare- ha detto Nosiglia-ai doveri collettivi, oggi negletti. Ecco, il punto è proprio questo:ciascuno pretende di fare i suoi comodi ,violando i diritti delle  altre persone. Ad esempio, di quelle che abitano in certe zone della città e che,lavorando, hanno diritto al riposo notturno.I “bamboccioni “ borghesi o proletari o sottoproletari non hanno diritto di fare ciò che vogliono,impossessandosi della città. I locali ,magari dei buchi in cui ci stanno dieci persone, non possono pretendere di invadere la città con i dehors e con decine di persone che urlano,bevono e pisciano dappertutto. Il lordare la città con le proprie pisciate è stato fatto oggetto di un intervento  sul “Corriere della Sera “da parte  Claudio Magris, il principe dei germanisti, noto per scrivere di Danubio e  di Mitteleuropa, più che di mode incivili,che manifestano indifferentemente immigrati e italiani. Il fatto grave non è l’intervento della Polizia in piazza Santa Giulia, ma  il fatto che sia dovuta intervenire la Polizia. I doveri rispettati sono alla base dei diritti. Senza i primi non ci sono più neanche i secondi. Se poi qualcuno vuole trovare il capro espiatorio per ciò che accade a Torino,il caso di piazza Giulia ,dopo piazza San Carlo, offre lo spunto per scaricare qualcuno. Ma chi governa la Città deve anche sapersi assumere le proprie responsabilità. La morte di Erika e ,direi,la vita tranquilla dei cittadini lo impongono a gran voce.Anche chi non urla è indignato.Forse il suo silenzio è più grave delle banalità espresse dagli “intellettuali” tuttologi e tautologici. 

(foto: il Torinese)

E’ polemica politica dopo i disordini di piazza Santa Giulia per i controlli sugli alcolici

Si è scatenato il dibattito tra le forze politiche sui disordini di ieri notte in piazza Santa Giulia. “È inaccettabile che si verifichino scene come quelle viste ieri sera  ed è intollerabile sia che dei controlli predisposti dalla Questura trovino resistenza violenta sia che sfocino in disordini coinvolgendo anche persone che stavano trascorrendo una normale serata all’aperto e i gestori degli esercizi commerciali”. Così a nome della Città di Torino l’assessore alla Sicurezza, Roberto Finardi, che esprime “vicinanza agli agenti feriti e anche ai comuni cittadini e ai lavoratori coinvolti”.

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“Il PD di Torino è solidale con gli agenti di polizia aggrediti in piazza Santa Giulia mentre svolgevano controlli a tutela della sicurezza di tutti i cittadini” afferma il segretario cittadino  del Partito Democratico Fabrizio Morri che aggiunge “. Siamo preoccupati per la crescente tensione che si sta registrando a Torino e per l’incapacità della Sindaca Appendino e della sua Giunta di gestire con buon senso e responsabilità una situazione che potrebbe aggravarsi. Siamo sinceri: dopo i tragici fatti del 3 giugno l’unica risposta data è la discutibile ordinanza sugli alcolici. Davvero troppo poco. In piazza San Carlo si è consumata una tragedia, è morta una giovane donna, ci sono stati centinaia di feriti e il bilancio avrebbe potuto essere ancora più drammatico. Eppure, ad oggi non si è fatta ancora chiarezza su cosa non ha funzionato e su chi ricadano le responsabilità del disastro. Abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura ma sorprende vedere che a Roma la Sindaca è indagata per abuso d’ufficio mentre a Torino, dove si è rischiata una strage, non vi sono ancora indagati. Leggiamo di difficoltà a ricostruire la catena di comando, di lacune, di buchi neri, e, pur nella consapevolezza della difficoltà e della delicatezza della vicenda, non vorremmo che anche la verità finisca in un buco nero. E con essa i nomi dei responsabili”.

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Per la Sinistra Italiana “c’è qualcosa di molto inquietante. Cosa c’entrano i poliziotti in assetto antisommossa con il rispetto di un dispositivo amministrativo? Non basterebbero dei controlli della polizia municipale sui venditori abusivi e sugli esercizi sottoposti alle restrizioni? Sono giustificabili i controlli a tappeto sui consumatori effettuati con una tenuta e dei metodi che non possono che generare paura e inquietudine nelle persone? In questa situazione, per quanto le cariche indiscriminate in mezzo alla “movida” siano intollerabili, non abbiamo alcuna intenzione di prendercela con dei singoli agenti chiamati a svolgere il solito ingrato compito, e troviamo ancora più grave che le scelte sbagliate di sicurezza e gestione amministrativa di questi fatti si siano scaricate su gente inerme e cittadini che vorrebbero vivere in pace e sicurezza i propri spazi e il proprio tempo libero. Per questo siamo vicini a chi ieri è rimasto ferito. Cara Sindaca, questo non è un nuovo inizio. Caro Questore, se le sue priorità sono dialogo e prevenzione, siamo molto distanti dall’obiettivo. Non siamo come “tori a Pamplona”, c’è bisogno di dire che tutto questo non è ineluttabile, c’è sempre tempo per ripensarci ed evitare altre notti di paura. Per questo, nelle prossime ore, tutti noi saremo impegnati ad aprire un dialogo con la cittadinanza e le forze sociali e politiche per evitare che si ripetano episodi come quello di ieri, e superare provvedimenti amministrativi inutili e dannosi, ” sostengono Andrea Aimar Segretario Provinciale di Sinistra Italiana e Marco Grimaldi,  Segretario Regionale.

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Ancora una volta Torino è stata teatro di scontri e violenze assurde, inammissibili. Scontri e violenze scatenate ieri sera a seguito dello stato d’assedio in cui è stata posta Piazza Giulia e quartieri limitrofi dalle forze di polizia intervenute in tenuta antisommossa. La motivazione: far rispettare l’inutile ordinanza proibizionista della Sindaco Appendino che fa divieto di consumo di alcolici da asporto dalle ore 20. Ma a qualcuno sembra normale che i controlli vengano effettuati da pattuglie di poliziotti in tenuta antisommossa con tanto di scudi? Che vengano fatti oggetto degli scontri in maniera del tutto indiscriminata giovani, cittadini, avventori? No che non è normale! Un intervento di questo genere non può che suonare provocatorio e suscettibile di ingenerare tensioni e proteste del tutto prevedibili e anche legittime. Siamo al limite di una stato paranoico. Dopo aver svicolato sulle proprie responsabilità circa i gravi accadimenti di piazza San Carlo del 3 giugno, ci sono istituzioni che reagiscono con un inasprimento repressivo delle condotte sociali e dei conflitti che attraversano una città interessata oltre che da crescenti disuguaglianze, disagio sociale, da domande di socialità e cambiamento. La strategia del controllo sociale fondato sulla militarizzazione della città e l’escalation dell’uso della forza oltre che ingiusta, antidemocratica, è una strategia fallimentare. Chiediamo di fermarsi in tempo prima di fare ulteriori danni. Chi ha suggerito e ordinato l’assedio militare di Piazza Giulia e scatenato cariche violente deve andarsene a casa!” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se Torino.

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Per Fratelli d’Italia interviene Giorgia Meloni: “Ieri sera a Torino gli agenti delle Forze dell’Ordine, impegnati nel controllo del territorio nelle aree più frequentate dalla movida, sono stati picchiati e aggrediti dagli antagonisti dei centri sociali. Siamo di fronte ai soliti quattro imbecilli figli di papà che giocano a fare la rivoluzione spaccando qualche vetrina e organizzando guerriglie urbane. Ma è ancor più grave che tutto questo accada nell’indifferenza dell’amministrazione M5S e del sindaco Appendino: i grillini si confermano l’altra faccia della sinistra e tollerano che questa gente possa fare quello che vuole. Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione parlamentare urgente al ministro dell’Interno Minniti: i centri sociali occupati di Torino vanno sgomberati immediatamente. Basta con le zone franche e solidarietà agli agenti feriti: noi siamo con loro e con tutti i torinesi perbene che non sopportano più di essere ostaggio di anarchici, antagonisti e cialtroni vari.”

 

(foto: il Torinese)

 

Esami di maturità al via. Ma “buona scuola” non significa promuovere proprio tutti

di Pier Franco Quaglieni

Iniziano oggi gli esami di Stato, un tempo esami di maturità. Sul sito del ministero un errore di ortografia rende bene lo stato  confusionale che regna  ai vertici del ministero retto dalla assistente sociale senza laurea Fedeli. Anche Croce, ministro della PI nel 1920, non aveva la laurea,ma era un po’ diverso dalla signora Fedeli

L’esame di Stato,sancito dalla Costituzione, in tutte le sue diverse formulazioni da Sullo,a Berlinguer,da Gelmini a Fedeli ha solo peggiorato la situazione. Si devono promuovere tutti: questo è l’ordine di scuderia. I presidi si sentono chiamati a far sì che nel loro istituto non ci siano bocciati, pensando che questo sia un fiore all’occhiello della scuola loro affidata,mentre la mancanza di  selezione rende totalmente inutile l’esame che,in queste condizioni,andrebbe abolito. E induce gli allievi a non studiare adeguatamente perché intanto alla fine verranno promossi.Un esame sempre più facile,se si esclude i tentativo di Gelmini,non andato in porto per la selvaggia opposizione dei sindacati. Fedeli cerca,da sindacalista, di riportare nella casa del PD i professori che non lo votano più. La buona scuola renziana si è rivelata uno slogan. Il danno provocato dal ’68 ha desertificato gli studi,ha infranto le regole,ha introdotto il facilismo,ha sfornato docenti non all’altezza. Un danno che De Felice calcolava in mezzo secolo.  Ma era troppo ottimista.Oggi  si celebra Don Milani che con il suo libello ha dato alla contestazione una bandiera per colpire università,scuola,professori. Soprattutto quelli della Scuola di Stato che è scuola di tutti. La categoria non è un gan che,forse non è mai stata un gran che,ma aveva un ruolo sociale riconosciuto,quello di professori.Anche il ruolo è stato abolito,adesso sono “a tempo indeterminato”,con un colpo di mano dei sindacati che hanno cancellato gli effetti dei pubblici concorsi effettuati. Oggi alcuni prof. fanno pensare,come diceva un mio amico,più ai profumieri o ai profughi d’Africa, una battuta ingiusta,ma che ha un fondo di verità.

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I giovani in parte sono vittime di docenti sfaticati, privi di preparazione disciplinare e professionale ,demotivati.Essi tengono a bada il gregge,facendolo socializzare. Compito della scuola non è la socializzazione ma quello di istruire. Si è persino parlato di “sapere minimo” come obiettivo,quasi il minimo sindacale.  Ma ,se l’esame deve esserci, dev’essere fatto con tutti i crismi. E’ una prova di vita, diceva Giorgio Amendola, molto meno difficile delle prove che i giovani dovranno affrontare nel corso della loro esistenza. Devono abituarsi alle prove. Certo ,ci vuole equilibrio nel giudicare i giovani,ci vuole anche comprensione. Ma il todos caballeros, il tutti promossi è un grave errore. All’Università ci troviamo allievi impreparati, la media è diventata  una scuola elementare, il liceo una  scuola superiore,l’Università è stata liceizzata. E poi ci si lamenta se l’Università italiana non è competitiva e gli italiani vanno a studiare all’estero. Quelli che possono farlo,ovviamente. I veri sacrificati ,le vere vittime sono i giovani privi di mezzi,i figli della povera gente, che prendono un foglio di carta non spendibile perché non qualificato e devono accontentarsi di mestieri sottopagati e precari. Io ho conosciuto studenti universitari che facevano errori di italiano nello scrivere. E poi,per darsi un tono, nelle Università italiane si vogliono tenere lezioni in inglese. Letteratura francese  in inglese,con lettura di Proust,di per sé intraducibile in altre lingue , in inglese.Magari Dante in inglese. Un non senso. In queste condizioni non c’è futuro per i nostri studi. Se si guarda a don Milani e non a Rosario Romeo o a Federico Chabod il futuro continuerà ad essere nero. Ovviamente gli auguri di prammatica ai maturandi vanno fatti. Ma dicendo loro la verità.

“Calano le truffe agli anziani e i furti in casa”, lo annuncia il comandante dell’Arma

Nei primi 5 mesi dell’anno, in Piemonte e Valle d’Aosta, sono in calo le truffe agli anziani e i furti in abitazione. I dati emergono dalla visita del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, al Comando Legione e Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta. Alla caserma Bergia, sede storica dove l’Arma vide la luce nel 1814, Del Sette è stato ricevuto dal comandante della Legione, Mariano Mossa. Il vertice dei carabinieri ha espresso la propria soddisfazione per l’impegno dimostrato nelle attività quotidiane da parte dei militari,  “risorsa fondamentale della Nazione”. Da gennaio a maggio  è stato possibile perseguire il 79% dei reati denunciati. Del Sette ha incontrato  i comandanti provinciali e di gruppo, i responsabili delle principali articolazioni operative e  i carabinieri forestali, oltre a una rappresentanza delle stazioni diffuse capillarmente sul territorio. Poi ha fatto visita ad alcuni reparti, tra cui il 1° Reggimento Carabinieri Piemonte di Moncalieri e le Compagnie Carabinieri di Moncalieri e Mirafiori.

 

(foto: il Torinese)

La città unita nel ricordo di Erika. “San Giovanni spartiacque tra ciò che è stato e quel che sarà”

Alla fine la festa di San Giovanni, con tanto di fuochi, si farà. Forse è giusto così, la vita continua. La memoria va alla donna morta nel caos di quel maledetto 3 giugno: “Uniti nel ricordo per Erika”: è questo lo striscione comparso in piazza San Carlo, nel giorno di lutto cittadino per la donna di Domodossola morta dopo essere stata colpita da un infarto per schiacciamento durante la proiezione su maxi schermo della finale Champions.Lo striscione è  appeso proprio vicino alle transenne del parcheggio sotterraneo, che sono state divelte  sotto dal peso della folla terrorizzata.

Oggi, in tutta la città, le bandiere erano  a mezz’asta. Il Consiglio comunale, in apertura della seduta odierna, ha osservato un minuto di silenzio.  Parla la sindaca Chiara Appendino. “Le celebrazioni di San Giovanni si svolgeranno e rappresenteranno per la città un nuovo inizio, sarà lo spartiacque  tra ciò che è stato e ciò che sarà, perché, se è vero che non possiamo tornare indietro e cambiare il passato, è altrettanto vero che possiamo tutti iniziare ora a costruire un nuovo futuro. Torino continuerà a vivere i suoi eventi e le proprie piazze  ma lo farà in modo diverso forte della dura lezione appresa in queste ultime settimane. E Torino ricorderà per sempre Erika e la sua famiglia”. In 23 giugno in piazza Castello, all’accensione del tradizionale farò il direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia leggerà un brano in memoria di Erika.

 

(foto: il Torinese)

Murazzi, carabinieri spintonati per difendere i venditori di birra abusivi. La sindaca: “Inciviltà”

Se i carabinieri vengono accerchiati da una cinquantina di giovani che tentano di impedire i controlli a due venditori abusivi di bibite, qualcosa non funziona. E’ accaduto  la scorsa notte nella zona dei Murazzi. I venditori abusivi, due uomini di 36 e 38 anni del Bangladesh hanno chiesto aiuto ai giovani. Prima alcune ragazze hanno circondato i militari di una pattuglia, poi, all’arrivo di altri carabinieri, il gruppo è cresciuto di numero e i carabinieri sono stati spintonati, ma in pochi minuti è tornata la calma. Un po’ come quando succede che la popolazione di certi quartieri cerca di impedire alle forze dell’ordine di catturare teppisti o camorristi. La sindaca Chiara Appendino ha espresso con un lungo post su facebook la propria condanna.
“Certe volte il mondo sembra rovesciarsi completamente. – scrive la sindaca sul social –  Una Giunta lavora per adottare strumenti che possano far convivere meglio le esigenze di tutti, confrontandosi con ogni parte per mesi, poi succedono episodi come questo. Perché voglio essere molto chiara: i cittadini che, non solo non supportano, ma si rivoltano contro le Forze dell’Ordine che contrastano i venditori abusivi sono un chiaro segnale di inciviltà. Rappresentano un mondo che non è il mio, una Comunità che non è la nostra e che non può esserlo”.

Prosegue la prima cittadina: “A scanso di equivoci, comunque, ricordo che la recente ordinanza sospende unicamente la vendita di bevande alcoliche DA ASPORTO a partire dalle 20:00 e fino alle 6:00 in tutti i bar, i locali, i negozi, minimarket e i supermercati h24 nelle zone maggiormente interessate dalla movida, allo scopo di limitare la calca nelle strade e nelle piazze all’esterno dei locali. La somministrazione continua a essere consentita nei bicchieri di plastica”.

“E guardate, voglio essere chiara anche su un altro punto: ci sono giovani che hanno diritto di continuare a divertirsi, ci mancherebbe, ma ci sono anche i cittadini che hanno il diritto di riposarsi e i commercianti onesti che non devono subire concorrenza sleale. Purtroppo l’Italia è il Paese in cui spesso la legge si accetta solo quando tutela il proprio interesse particolare, ma non possiamo arrenderci ad un livello così basso. Il rispetto delle regole e delle libertà altrui è la base per una convivenza civile: su questo non è possibile transigere”, aggiunge Appendino.

Conclude la sindaca: “Ciascuno di noi pretende giustamente che le Istituzioni risolvano i problemi ma ci dev’essere chiaro che la differenza la fanno i comportamenti di ognuno di noi. Finché non ce ne renderemo conto, con senso di responsabilità, la nostra Comunità non progredirà mai. Esprimo quindi netta e ferma condanna verso episodi di inciviltà come questo e come quello della scorsa settimana in Piazza Santa Giulia, e ringrazio per il loro lavoro le Forze dell’Ordine, alle quali la Città continuerà a dare tutto il supporto necessario”.

In migliaia sfilano al corteo del Pride. Silenzio in piazza San Carlo in memoria di Erika

In migliaia hanno preso parte oggi al corteo del ‘Piemonte Pride’ che ha attraversato  il centro cittadino. La sfilata è stata aperta  dalla banda della Polizia Municipale e dal gonfalone della Città. Dietro lo striscione ‘A corpo libero’, slogan della manifestazione, il gruppo delle autorità, dall’assessore comunale Giusta, a quello regionale Cerutti, al presidente del Consiglio piemontese Laus.  Tra i partecipanti Gianni Reinetti, il primo uomo a essere unito in matrimonio con un altro uomo, mancato  pochi mesi fa, cerimonia celebrata dalla sindaca Chiara Appendino.  “E’ un’emozione – ha detto Reinetti  all’Ansa – e un grande onore essere qui: la mia presenza testimonia  la voglia di continuare a portare avanti il percorso iniziato. Provo tristezza perché mi manca la persona più importante della mia vita ed è  un dolore che che non passerà mai, ma sono sicuro che oggi c’è anche lui a marciare qui con noi”. In piazza san Carlo sul corteo festoso è calato il silenzio, in memoria di Erika Pioletti, morta nel caos del 3 giugno. La sindaca Appendino oggi non era presente perché –  hanno detto ai giornalisti i suoi collaboratori – ha preso parte alla cerimonia di cremazione della donna.

(foto: Coordinamento Torino Pride Glbt)

Torino è cultura: nel cuore della città un’estate ricca di eventi ai Musei Reali

Per chi passa l’estate in città, per il viaggiatore alla ricerca di una meta originale, per chi approfitta del periodo estivo per “sfamarsi” di cultura: per tutti la meta giusta sono i Musei Reali di Torino che, anche per questa estate 2017, si confermano fin da giugno come un’imperdibile tappa per i turisti e per i torinesi che vorranno approfittare delle proposte che compongono l’intenso programma, e che si sommano alle già ricche collezioni presenti nei percorsi di visita. Ogni parte dei Musei sarà al centro di mostre e iniziative rivolte a target differenti, per offrire così un’esperienza variegata di visita, quasi “su misura” per utente.

La proposta del Museo di Antichità (16 giugno – 15 novembre 2017) è dedicata alla moda con Prima del bottone. Accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità in cui sono esposte, in gran parte per la prima volta, le collezioni di fibule (spille di sicurezza decorate), e di armille (braccialetti) databili all’epoca preromana (ovvero intorno al X-II secolo a.C.) patrimonio delle collezioni del Museo. La curiosa mostra permette di scoprire sia gli ingegnosi meccanismi utilizzati per fissare gli indumenti, sia la loro squisita fattura.

La Galleria Sabauda, a partire da giovedì 22 giugno, ospita il secondo appuntamento dello spazio Scoperte: si tratta di una raffinata esposizione dedicata a Le invenzioni di Grechetto, straordinario disegnatore e incisore del ‘600, di cui si potranno ammirare una trentina delle più celebri incisioni, rivelatrici dei contatti con la cultura romana, determinanti nell’evoluzione del suo linguaggio figurativo. La mostra proseguirà fino al 29 ottobre. Sempre nella stessa sezione dei Musei Reali si può ammirare il nuovo allestimento del primo piano, realizzato al termine della mostra Le meraviglie del mondo dedicata alle collezioni di Carlo Emanuele I, che ha richiamato oltre 50.000 visitatori.

A partire dalla stessa data e sempre in Galleria Sabauda, all’interno delle nove vetrine del primo piano sono esposte delle Piccole sculture bianche. I biscuit del Palazzo Reale, ovvero le pregiate porcellane che nel Settecento costituivano l’orgoglio e il vanto delle più prestigiose case regnanti. La collezione dei Savoia, a tutt’oggi oggetto di studio, era proveniente soprattutto dalle importanti manifatture francesi.

Dal 7 luglio è la Biblioteca Reale protagonista con la mostra Il disegno padre delle arti nel Rinascimento italiano, in cui sono esposti una parte dei disegni italiani del ‘400 e del ‘500, tutti di artisti citati da Vasari nelle sue Vite, di cui la Biblioteca custodisce due belle edizioni, una del 1550 e l’altra del 1759. Il percorso di visita si snoda in modo da illustrare l’evoluzione dell’arte italiana secondo il racconto vasariano: dal Rinascimento toscano e veneto a Leonardo, dai maestri e allievi di Raffaello a Michelangelo alla prima Maniera a Firenze; dal ‘500 tra classicismo e manierismo a Vasari e le sue omissioni.

L’estate ai Musei diventa anche un’occasione per godere della Piazzetta antistante Palazzo Reale e i Giardini, come faceva la corte già dalla seconda metà del Cinquecento. È qui infatti che prende il via la prima edizione di Torino Estate Reale, la rassegna di spettacoli realizzata dalla Città di Torino in collaborazione con la Fondazione per la Cultura e il Teatro Regio, nell’ambito di Palchi Reali. Gli appuntamenti di musica, teatro e danza che animeranno il mese di luglio saranno preceduti ogni volta dall’Aperitivo Reale: un’occasione esclusiva per scoprire i Musei nelle ore prossime al tramonto godendosi un aperitivo nella suggestiva cornice del Palazzo. In queste sere sarà possibile accedere all’aperitivo e visitare liberamente le dieci stanze di grande fascino che compongono l’Appartamento della Regina Elena, abitato dalla sovrana durante i suoi soggiorni a Torino nei primi decenni del Novecento e normalmente chiuso al pubblico.

Non mancherà quello che ormai è un appuntamento fisso dell’estate torinese, in grado di trasformare Piazzetta Reale in un cinema a cielo aperto: si tratta appunto di Cinema a Palazzo, che dal 22 luglio al 2 settembre vedrà in programmazione oltre trenta film, dai grandi classici ai successi dell’ultimo anno, passando per i cult più amati dal pubblico ai titoli più ricercati. Anche in questo caso il sabato sarà possibile abbinare la visione del film con la visita all’Appartamento della Regina Elena.

In programma anche momenti di approfondimento: nell’ambito delle attività educative rivolte all’accessibilità, sabato 17 giugno alle ore 10 è prevista la visita tattile nei Giardini Reali. Il progetto, ideato per un pubblico non vedente e ipovedente, offre la possibilità di visitare in un modo sensoriale i giardini, attraverso percorsi e strumenti appositi.

Proseguono infine le visite guidate organizzate in collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Reale e molto apprezzate dal pubblico, tanto da registrare spesso il tutto esaurito. Il programma permette di scoprire gli ambienti del secondo piano (Appartamento dei Principi di Piemonte e dei Duchi d’Aosta) e le Cucine nei fine settimana fino alla fine di giugno. Le visite al piano superiore sono prolungate nei sabati di luglio e, dal 1 settembre, riprenderanno per tutto il fine settimana insieme all’apertura eccezionale dell’Appartamento del Re, collocato al piano terra di Palazzo Reale.

Inoltre i Musei Reali quest’estate saranno più social che mai: oltre gli attivissimi profili Facebook, Instagram e Twitter, i Musei Reali sono attivi sul fronte delle collaborazioni social e partecipano ai principali appuntamenti di promozione in questo ambito. Dal 19 al 25 giugno saranno parte dell’edizione 2017 della #MuseumWeek, iniziativa social internazionale che coinvolge musei, gallerie, archivi e biblioteche di tutto il mondo. Per quest’anno il tema scelto è Donne e cultura, che sarà evidenziato con l’hashtag #WomenMW e declinato sui diversi argomenti, uno al giorno (cibo, sport, musica, storie, libri, viaggi) per tutto l’arco della settimana.

Il 19 luglio i Musei aderiscono inoltre al #PalaceDay: come lo scorso anno, i Palazzi di tutta Europa condividono su Twitter la propria storia e le proprie collezioni, tutti utilizzando l’hashtag #PalaceDay. L’appuntamento è coordinato dal network delle European Royal Residences; questa edizione sarà dedicata ai viaggi in Europa.

Il programma delle attività estive dei Musei Reali, costantemente aggiornato, si trova sul sito www.museireali.beniculturali.it

 

foto: il Torinese

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MUSEI REALI TORINO

www.museireali.beniculturali.it

 

Orari

I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19,30

Ore 8,30: apertura biglietteria, Corte d’onore di Palazzo Reale, Giardini

Ore 9: apertura Palazzo Reale e Armeria, Galleria Sabauda, Museo di Antichità

 

La Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19, sabato dalle 8 alle 14.

La Sala di Lettura è aperta da lunedì a mercoledì dalle 8,15 alle 18,45, da giovedì a sabato dalle 8,15 alle 13,45.

 

Biglietti Musei Reali Torino

Intero Euro 12

Ridotto Euro 6 (ragazzi dai 18 ai 25 anni).

Gratuito per i minori 18 anni / insegnanti con scolaresche / guide turistiche / personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / membri ICOM / disabili e accompagnatori / possessori dell’Abbonamento Musei e della Torino+Piemonte Card.

L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

Le mostre comprese nel biglietto di ingresso ai Musei Reali sono:

–      Confronti/3: Pittura come scultura. Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo (fino al 10 settembre)

–      Flavio De Marco. Sui Generi (fino al 30 luglio)

Nosiglia: “Ferita che pesa sui cittadini e sulla coscienza di chi ha causato il dramma”

Per la morte di Erika, la 38enne schiacciata nella calca del 3 giugno, sarà omicidio colposo l’ipotesi di reato nel fascicolo di inchiesta ad oggi a carico di ignoti aperto dalla procura della Repubblica sui fatti di piazza San Carlo. Fino ad oggi si procedeva solo per “lesioni colpose plurime gravi e gravissime”

 

 

LE PAROLE DELL’ARCIVESCOVO, DELLA SINDACA E DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE

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CESARE NOSIGLIA

“La morte di Erika aggrava  più profondamente lo scoramento del nostro animo e anche il giudizio già severo formulato dopo quanto è accaduto in Piazza San Carlo. La ferita al cuore della città resterà come un marchio che pesa sulla nostra coscienza di cittadini e su quanti sono stati la causa diretta o indiretta degli assurdi incidenti. L’inchiesta avviata  farà il suo corso e trarrà le conseguenze in ordine alle gravi responsabilità di ciascuno; ora è il momento della solidarietà di tutta la città che è chiamata a stringersi attorno alla famiglia di Erika per un abbraccio fraterno a Lei e ai suoi cari, insieme alla preghiera e al ricordo incancellabile che porteremo nel nostro cuore per sempre”.

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SERGIO CHIAMPARINO

“Esprimo  a nome mio e di tutta la comunità piemontese cordoglio e vicinanza alla famiglia Pioletti, che in tutti questi giorni ha vissuto con compostezza e grande dignità la graduale perdita di speranza di un miglioramento delle condizioni di Erika. Quanto è successo quel sabato lascia ancora sgomenti tutti noi, e gli oltre 1500 feriti – con un pensiero particolare a coloro che sono ancora in situazione critica – vittime di una serata cominciata in festa e finita in una incomprensibile tragedia, pesano sul nostro cuore. Chiediamo che le indagini facciano al più presto chiarezza su quanto accaduto in piazza San Carlo”.

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CHIARA  APPENDINO

“In un momento di così profondo dolore, ogni parola sarebbe superflua. Posso solo esprimere le più sincere condoglianze mie e di tutta la Città a familiari e amici di Erika. Per il giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino”

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(dalla pagina Facebook della sindaca)

 

Non ce l’ha fatta Erika, la donna travolta in piazza San Carlo. Ora si trovino i responsabili

I medici non avevano lasciato speranze per Erika Pioletti, la 38enne di Domodossola che si trovava ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino da quel terribile 3 giugno, quando nella ressa infernale  di piazza San Carlo ha avuto un infarto causato da schiacciamento. Secondo gli esami effettuati era presente un gravissimo danno cerebrale e la prognosi era pessima. La morte è avvenuta questa sera poco prima delle 22. Una morte ingiusta, come tutte, più di tutte, per le circostanze che l’hanno provocata, per le quali devono essere individuate precise responsabiltà. Lo vuole la giustizia, lo chiedono i torinesi.