Orrore, ecco il sentimento che suscita la vicenda della bambina rimasta incinta, a soli 11 anni, per una violenza sessuale. Per questa ragione un 35enne residente a Torino è stato arrestato dalla polizia. E’ accusato di aver abusato della figlia di una vicina di casa di cui si occupava quando i genitori, che si fidavano di lui, erano assenti. La ragazzina lo scorso 17 novembre, è stata accompagnata all’ospedale dalla mamma che aveva notato la pancia gonfia. E’ stato allora che medici le hanno spiegato che la figlia aspettava un bambino. L’accusato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Erano iniziate a settembre le violenze nei confronti della bambina, di origini nigeriane come l’orco che l’ha violentata. Lui, arrestato con l’accusa di violenza sessuale, si trova al carcere delle Vallette. La bambina veniva affidata a quel vicino di casa, nella periferia di Barriera di Milano , assieme alle sorelline di 4 e 7 anni e al fratello di 13, anche di notte, visto che i genitori dovevano andare a lavorare: il padre è operaio e la madre fa le pulizie in un supermercato. Il 35enne (lo chiamavano zio) svegliava la piccola costringendola ad avere rapporti sessuali con lui e la minacciava: se avesse raccontato le violenze non avrebbe mai più visto i suoi genitori.
Per l’ex premier Silvio Berlusconi una richiesta di rinvio a giudizio è stata depositata dalla Procura di Torino. Si tratta di uno dei filoni dell’ inchiesta ‘Ruby ter’ causato dalla decisione presa il 29 aprile 2016 da un gup di Milano di suddividere in più parti il processo principale e di trasferire gli atti a sette diverse procure competenti territorialmente. Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari con Roberta Bonasia, di 32 anni, residente a Nichelino, ex infermiera diventata successivamente modella. In base alle indagini svolte dalla procura di Milano, l’ex premier diede somme di denaro alla Bonasia, che avrebbe successivamente reso testimonianze non veritiere nelle udienze sulle cene di Arcore. A carico della ragazza si è aggiunta un’ipotesi d’accusa di false dichiarazioni.
Il Corriere della Sera da oggi, venerdì 24 novembre , è anche torinese. Ieri al Teatro Regio la presentazione delle 24 pagine quotidiane di cronaca locale che Rcs non definisce “semplice cronaca del territorio ma un giornale completo anche a Torino, per la sua strategicità del territorio, centrale per l’industria, la cultura, la ricerca”. Il progetto, affermano gli editori è “nato nel cuore della redazione del Corriere della Sera e ha visto la partecipazione di tutto il giornale”. Al Regio c’erano il sindaco Chiara Appendino, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, il presidente e amministratore delegato del Gruppo RCS, Urbano Cairo, il caporedattore Torinese Umberto La Rocca (proveniente dalla Stampa e già direttore del Secolo XIX). Le pagine locali ospiteranno il martedì una rubrica fissa del vicedirettore del quotidiano milanese Massimo Gramellini (ex autore del Buongiorno sulla “Busiarda”) le rubriche sportive di Massimo Giletti e Gian Paolo Ormezzano e gli articoli del critico televisivo Aldo Grasso. Le contromisure di Stampa e Repubblica sotto la Mole non si sono fatte attendere. La Stampa ha tappezzato la città di mega affissioni: “dal 1867 Torino legge La Stampa” e regalerà ogni giorno per una settimana una riproduzione di un’antica stampina raffigurante paesaggi e architetture torinesi. La riunione di redazione dello storico quotidiano subalpino si è tenuta qualche giorno fa proprio al Regio: quasi un’occupazione del luogo dove ieri si è svolta la presentazione del nuovo dorso locale del Corrierone. Repubblica, dopo il restyling grafico partito mercoledì omaggerà i suoi lettori per una settimana, in concomitanza con l’arrivo del Corriere, di una serie di romanzi gialli. “Un grande orgoglio, un importante progetto strategico, fortemente voluto da tutti noi, per portare il primo quotidiano italiano nella città che ha fatto l’Italia”, cosi Urbano Cairo, presidente e ad di RCS MediaGroup. Una sfida coraggiosa, non c’è dubbio. Saranno i lettori a decidere chi guadagnerà o perderà copie.
(foto: il Torinese)
Nel 2016 si è registrato un aumento di richieste e alla fine dello stesso anno nel Torinese erano presenti 5.153 profughi
Secondo il rapporto 2016 dell’Osservatorio internazionale sugli stranieri in Provincia di Torino, in 20 anni il numero degli stranieri residenti in Piemonte è cresciuto di 7 volte. A Torino città negli ultimi anni la presenza si è invece stabilizzata. I richiedenti asilo rappresentano una porzione importante dei nuovi arrivati. Nel 2016 si è registrato un aumento di richieste e alla fine dello stesso anno nel Torinese erano presenti 5.153 profughi, più del doppio rispetto al 2015. In base al modello di accoglienza diffusa, con i servizi offerti allineati a quelli del sistema Sprar, i nuovi arrivati sono stati ospitati in 96 comuni della provincia. Il 72% delle strutture accoglie al massimo dieci persone.
La sindaca Chiara Appendino ha preso parte all’inaugurazione di EDIT – Torino, il nuovo centro che abbina gastronomia e coworking. Ha scritto in un post su Facebook la prima cittadina: “in un’area in pieno processo di riqualificazione quale è la zona dell’ex-Incet, in via Cigna con 2400 metri quadri di estensione, 12 milioni di investimento e 60 nuovi posti di lavoro, prende il via una realtà che valorizza la funzione sociale degli spazi, l’innovazione e l’eccellenza gastronomica del nostro territorio. Per la Città di Torino è, a un tempo, traguardo e nuovo punto di partenza”. All’inaugurazione la sindaca ha detto che “In tutta la città c’è un forte attaccamento al proprio quartiere: a Torino c’è molto da fare perchè tutte le zone abbiano gli stessi servizi e la stessa offerta culturale”. Per la sindaca “La vera sfida è far sì che questo avvenga, non solo migliorando le periferie, ma facendo in modo che in tutta la città ci si senta come in centro”
Il bel tempo stabile da alcuni giorni ha fatto salire la concentrazione di Pm10, le famigerate polveri sottili. E’ stato così superato il muro dei 100 microgrammi al metro cubo. L’Arpa -Agenzia regionale per la protezione ambientale segnala che le previsioni della qualità dell’aria fino a venerdì a Torino sono contrassegnate dal colore viola, quello che si impiega oltre i 100 mcg. Secondo le previsioni, in tutta la provincia e nell’Alessandrino la concentrazione sarà tra i 75 e i 100 mcg. Il valore misurato martedì a Torino era di 96 microgrammi. Probabilmente sabato con l’arrivo di una perturbazione la situazione migliorerà. Anche se il maltempo transiterà rapidamente sul Piemonte e già sabato pomeriggio le nuvole saranno spazzate dal vento.
A centinaia i tassisti torinesi si sono mossi in corteo da piazza Vittorio Veneto per raggiungere piazza Castello dove è stato organizzato un presidio. In testa e in coda al corteo decine di taxi. Lo slogan della manifestazione di protesta è ‘La licenza non si tocca’ è lo slogan dei tassisti. Lo sciopero dura tutto il giorno, ed è stato indetto a livello nazionale dopo l’incontro ritenuto infruttuoso sulle problematiche della categoria tenutosi al ministero dei Trasporti.
(foto: il Torinese)
Sono più di 9.000 i posti di lavoro persi dal 2008 ad oggi in provincia di Torino, mentre gli iscritti alla cassa edile passano da 18.376 a 9.184 e 1.880 le aziende chiuse. I sindacati del settore edile hanno organizzato un sit in davanti alla sede Ance, l’associazione dei costruttori, e lanciano l’allarme in attesa dello sciopero nazionale del 18 dicembre per il rinnovo del contratto nazionale, ormai scaduto da più di un anno. “Il settore – spiegano all’Ansa Marco Bosio (Fillea Cgil) Gerlando Castelli (Filca Cisl) e Claudio Papa (Feneal Uil)- è sempre più in crisi e il mancato rinnovo del contratto per 1 milione e mezzo di dipendenti in Italia contribuisce a danneggiare i lavoratori. Chiediamo l’ aumento salariale e il contratto di cantiere contro il dumping contrattuale di aziende che lavorano irregolarmente, facendo uso di lavoro nero o di contratti non edili (con minori tutele)” Nella sola provincia di Torino si stimano 3.000 lavoratori in nero e 4.200 con contratti non edili, come metalmeccanici, multiservizi, terziario, florovivaisti.
Questa mattina, poco dopo le 7 è iniziato lo sgombero – o meglio, un pacifico trasloco – delle palazzine dell’ex Moi, il villaggio olimpico di via Giordano Bruno. Le forze dell’ordine hanno iniziato il trasferimento di una sessantina di rifugiati che troveranno ospitalità presso i locali della Curia. Le persone presenti negli edifici sono circa un migliaio. Un piano di sgombero graduale è stato concordato tra Città e Intesa SanPaolo che finanzierà parte del progetto sociale. I primi locali ad essere sgomberati sono quelli delle cantine, un vero e proprio labirinto . Proprio ieri l’arcivescovo Nosiglia si era occupato dei “disperati”. In un messaggio rivolto ai bisognosi in generale, in occasione della Giornata della povertà, aveva sollecitato la comunità ad aiutare davvero i poveri scendendo in strada e non limitandosi a pochi spicciioli di elemosina.