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Le Fiamme gialle sequestrano due milioni di cartine e filtri per sigarette

Oltre 500.000 euro di sanzioni e una quindicina le persone coinvolte

È un primo bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Torino che ha controllato una trentina di esercizi commerciali nel capoluogo piemontese ed in alcuni comuni della Provincia.

I Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, hanno rinvenuto in vendita sugli scaffali e negli espositori, ingenti quantitativi di “accessori per fumatori”; questa è la definizione tecnica delle cartine e filtri per il confezionamento di sigarette per i quali la vendita è consentita solamente alle rivendite autorizzate in possesso della licenza rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

I Finanzieri hanno accertato come in una quindicina di store, gestiti in prevalenza da imprenditori di origine cinese e bengalese, destinati usualmente alla vendita di articoli per la casa, di abbigliamento o addirittura di generi alimentari, venivano commercializzati filtri, cartine ed altri accessori per fumatori, che ricordiamo, dal 1 gennaio di quest’anno possono essere immessi in commercio solo da esercizi autorizzati dai Monopoli.

Come detto, 2 milioni gli articoli cautelati, quindici i soggetti segnalati all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Irrogate sanzioni sino a 500.000 euro.

Migliaia anche gli articoli ritrovati dai Finanzieri occultati nei magazzini dei negozi, segnale questo, che i gestori dei punti vendita erano a ben a conoscenza della nuova normativa.

Nel corso degli interventi, inoltre, un commerciante di origini cinesi è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino per frode in commercio.

L’uomo, infatti, oltre a vendere illegalmente filtri per sigarette e cartine, aveva anche apposto sugli stessi etichette e indicazioni merceologiche che riportavano un’origine italiana della merce pur essendo importati dall’estero.

“Gli avvocati ci hanno rovinate”: tre sorelle si suicidano insieme

Si sono tolte la vita insieme, erano tre sorelle di età compresa tra i 55 e i 70 anni

Le donne si sono sono suicidate, tra ieri e oggi, a Carmagnola.

I carabinieri hanno trovato una delle vittime impiccata al balcone della propria casa con in tasca  un biglietto di scuse:  spiegava il tragico gesto  con il fatto che le sue due sorelle si erano suicidate poco prima. I cadaveri delle altre due donne sono stati trovati in casa. Le tre donne  avevano già tentato di uccidersi il 20 luglio 2015 in Valtournenche. All’origine di questa orribile storia la presunta truffa ai loro danni da parte di due avvocati.

Bilancio, la minoranza fa scintille a Palazzo Lascaris

PD e LUV: “Se il bilancio non c’è, non siamo disponibili a perdere tempo su fogli di brutta”

“Quotidianamente leggiamo sui giornali mirabolanti stanziamenti da parte della Giunta Cirio ma oggi, nella prima seduta di Commissione del bilancio, queste cifre non tornano e spesso non esistono” – dichiarano i consiglieri di PD e LUV, dopo il confronto sul bilancio di previsione avvenuto questa mattina in Commissione con l’Assessore Tronzano.

La minoranza ha chiesto conto delle ‘missioni e programmi’ di bilancio, per verificare dove la maggioranza intenda prendere le risorse per sostenere la sua continua campagna elettorale, e soprattutto ‘per che cosa’, ma le domande sono cadute nel vuoto e l’Assessore ha perso la testa, urlando e spiegando ai consiglieri quali domande fossero ammesse e quali no.

“Una commissione davvero surreale” – commenta Domenico Rossi, consigliere del Partito Democratico – “non solo l’Assessore non risponde alle opposizioni, ma addirittura la richiesta di trasparenza e di dati precisi viene bollata come ‘illegale’ dalla maggioranza. Sarebbe ridicolo” – prosegue Rossi – “se sul tema ‘legalità’ questa Regione non avesse problemi seri, visto l’arresto e il rinvio a giudizio dell’ex-assessore Rosso, che non era certo in Giunta con il centro-sinistra”.

“l’Assessore Tronzano non conosce ancora le cifre, non risponde alle domande puntuali che PD e LUV gli hanno posto e tratta il bilancio come un foglio di brutta in cui non riconosce gli appunti. La verità” – afferma il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi – “è che, come successo quest’autunno, dietro i continui rinvii rischiano di esserci brutte sorprese: non vorremmo, dopo il silenzio, all’ultimo momento essere sorpresi con pesanti tagli ai servizi ai cittadini. Se il bilancio non è pronto non ci facciano perdere tempo”.

La commissione è stata rovente e l’iter si annuncia decisamente complicato.

“Basta continuare la campagna elettorale sotto altre forme” – aggiunge Sergio Chiamparino –: “è arrivato il momento di dire con chiarezza dove la maggioranza prenderà le risorse che continua ad annunciare sui giornali”.

“È evidente che serve ridefinire il metodo di lavoro” – insiste Raffaele Gallo – “chiediamo una conferenza dei capigruppo con urgenza. Abbiamo bisogno di capire in particolare dove sono le risorse annunciate per il piano competitività da 500 milioni”.

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Dal canto suo l’assessore Tronzano aveva  annunciato ieri che dal  2020 il bilancio della Regione Piemonte avrà un nuovo fondo di 15 milioni per la diminuzione strutturale del carico fiscale. Servirà a finanziare i nuovi sconti sull’Irap e sul bollo per chi acquista un’auto nuova.

Tronzano ha dato un veloce quadro della situazione finanziaria dell’ente: ”Da parte mia non c’è alcun tipo di valutazione sul passato, solo una fotografia dell’oggi per poter discutere degli sviluppi futuri”, ha precisato all’inizio.

Nel 2020 le entrate scendono di 183 milioni rispetto al 2019.  La situazione debitoria ammonta a 9,3 miliardi (di cui 4 miliardi in seguito alla liquidità fornita con il Dl 35). “E’ una cifra importante, già affrontata dalla giunta precedente, non è una novità, ma è un dato da considerare”, ha spiegato l’assessore, annunciando nel 2020 l’intenzione di acquistare il derivato che nel 2019 non è stato possibile acquistare per questioni tecniche determinate dai tassi di interesse. “L’operazione servirà a liberare le generazioni future da un debito importante e la Regione da una rata annua di 22 milioni per i prossimi anni”, ha detto Tronzano.

Quest’anno la rata dei mutui sale di 54 milioni, 268 rispetto ai 214 del 2019. Per il rilancio dell’economia, “di fronte a una situazione reale che mette a rischio la sopravvivenza di molte imprese”, ha spiegato l’assessore, il fondo unico per l’innovazione viene dotato di 90 milioni, mentre 53 milioni saranno in dote del fondo di garanzia delle imprese. Una rimodulazione del Fesr porterà 17 milioni al settore turistico, con 14 milioni verrà poi rifinanziata la legge 18 sui piccoli comuni per interventi immediati.

 

Omicidio suicidio all’alba. Uccide la compagna a coltellate e si toglie la vita

In un appartamento  a Piossasco all’alba di oggi sono stati trovati morti un uomo e una donna

I carabinieri erano stati chiamati dai vicini di casa che avevano sentito urla provenire dall’alloggio.

I militari dell’Arma e i vigili del fuoco sono arrivati e, una volta aperta la porta dell’alloggio, hanno trovato privi di vita due giovani stranieri nordeuropei, trentenni. Lui era un ingegnere e lei un architetto. Dalle ferite di arma da taglio trovate sui corpi risulta con ogni probabilità che sia stato l’uomo a uccidere lei e che poi si sia tolto la vita.

 

(foto archivio)

Rischio incendi, dichiarato lo stato di massima pericolosità

In Piemonte è stato dichiarato lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi  dopo giorni di forte  vento e assenza di precipitazioni che hanno reso più secca la vegetazione

E’ stato diramato dalla direzione regionale Opere Difesa del suolo, Protezione civile Trasporti e Logistica, a partire da giovedì 6 febbraio.

Entro 100 metri dai terreni boscati, arbustivi e pascoli sono vietate azioni che potrebbero innescare  incendi: accendere fuochi, fuochi d’artificio, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per segare metalli, usare  apparecchiature che producano faville o brace, fumare, disperdere mozziconi o fiammiferi accesi, lasciare veicoli a motore incustoditi a contatto con materiale vegetale combustibile. Vietata ogni generazione di fiamma libera non controllabile nel tempo e nello spazio. I trasgressori saranno sanzionati con multe da un minimo di euro 200 a un massimo di 2.000, oltre alle possibili sanzioni penali.

Coronavirus, a Caselle i controlli della temperatura sui voli internazionali

Sono stati attivati oggi nell’ambito delle misure di prevenzione del  Coronavirus, i controlli sanitari su tutti i voli internazionali in arrivo presso l’Aeroporto Sandro Pertini di Torino

 

Tutti i passeggeri e gli equipaggi in arrivo dall’estero verranno  sottoposti al controllo della temperatura corporea, che avverrà dopo lo sbarco, all’interno del Terminal. Se ne occupa il personale della Sanità Aerea e  del Sistema di Emergenza 118 con l’impiego di termometri a infrarossi a  rilevazione frontale.

 

Le farmacie torinesi in campo

Si attivano anche le farmacie, attraverso una locandina con  le indicazioni utili per una corretta informazione sul coronavirus. L’iniziativa è delle oltre  700 farmacie di Torino e Città metropolitana per consigliare i cittadini ad adottare  adeguati comportamenti igienico-sanitari per  prevenire la diffusione del virus.

I conti della Regione tra progetti da realizzare e criticità

Il timone del governo della Regione è ben saldo e raggiungeremo i risultati che ci siamo prefissi, ma dovremo affrontare con serietà una difficile e molto complessa situazione dei conti, ereditata dal passato.

Abbiamo adottato ogni correttivo possibile, però ci vuole responsabilità da parte di tutti, maggioranza e opposizione”: è uno dei passaggi salienti della conferenza stampa che il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha voluto convocare martedì in vista del dibattito sul bilancio di previsione 2020, poi avviato il 5 febbraio in Commissione. Accanto a lui gli assessori al Bilancio, Andrea Tronzano, e alla Sanità, Luigi Icardi, e i capigruppo di maggioranza.

“Un problema – ha chiarito Cirio – arriva dai vecchi debiti, la cui rata dal 2020 sale a 500 milioni l’anno. L’altro è la storica criticità della spesa sanitaria, che dopo l’uscita dal piano di rientro è tornata a sforare. Finora la spesa in più è stata coperta con fondi una tantum, ma questi sono esauriti e d’ora in poi non si potrà più farlo”.

Il presidente ha comunque evidenziato che “ci facciamo carico della situazione senza compromettere i servizi e la crescita. In marzo presenteremo il nuovo Piano della Competitività, che comprenderà investimenti per 500 milioni di euro e sarà la nostra azione di sostegno all’economia e all’occupazione. Inoltre, sarà rifinanziata con 15 milioni la legge che eroga risorse ai Comuni, sarà esentato per tre anni dal pagamento del bollo auto chi acquista una nuova vettura rottamandone una inquinante, sarà scontata l’Irap alle imprese, saranno inserite risorse per i territori montani, le Province, la protezione civile, l’edilizia scolastica. Entro marzo verrà presentata anche una nuova legge sull’idroelettrico, che punta alla realizzazione di nuovi invasi e far entrare nelle casse della Regione le risorse relative alle concessioni. Cercheremo di liberare fondi effettuando risparmi e far pagare all’Unione Europea ciò che fino ad oggi non ha pagato, come i 20 milioni per le borse di studio e i 25 della quota infrastrutturale del trasporto pubblico locale. Inoltre, metteremo la massima attenzione per recuperare l’evasione del pagamento del bollo auto”.

L’assessore Icardi ha voluto chiarire che sul fronte della sanità “la situazione è drammatica. e ci vede già con un piede nel prossimo piano di rientro, che però cercheremo di evitare. Ma è necessario rivedere completamente il sistema, perché se non lo faremo noi sarà Roma a farlo in nostra vece. Abbiamo raschiato il fondo del barile, non c’è più nulla di risorse straordinarie una tantum da usare a copertura delle perdite. Per finanziare il settore dovremo spendere solo le risorse trasferite dal fondo sanitario regionale, che nel 2019 abbiamo sforato per 407 milioni” e nel 2020 saranno di 8,5 miliardi. Stiamo raccogliendo i dati azienda per azienda e li diffonderemo al più presto, insieme alle misure che ogni azienda sarà chiamata a mettere in campo per stare nel budget assegnato. Dal fondo nazionale avremo 80 milioni in più rispetto al passato, ma non ci sarà altro a cui attingere”.

Il quadro debitorio

Come ha illustrato l’assessore Tronzano, oggi la Regione ha spalle un debito complessivo rispetto ai mutui o alcune operazioni realizzate negli anni di 9,3 miliardi di euro (al netto dei conti della sanità):

– 4,2 miliardi collegati all’utilizzo del Decreto Legge 35 del 2013, che ha consentito alle Regioni di chiedere allo Stato l’anticipo di risorse e liquidità

– 3,1 miliardi di mutui vari contratti dalla Regione

– 1,8 miliardi per l’acquisto dei derivati risalenti alla Giunta Bresso e all’allora assessore Peveraro

– 203 milioni di prestiti obbligazionari

Tutto ciò si traduce in una “maxi rata” che la Regione deve restituire ogni anno al sistema bancario e allo Stato, che per il 2020 sarà di 497 milioni di euro, 54 in più rispetto al 2019, mentre nel 2021 la cifra salirà a 557 milioni (113 milioni in più rispetto al 2019).

Questo perché la Giunta precedente aveva rinegoziato i mutui pendenti, scegliendo di spalmare il beneficio generato da questa ricontrattazione sul biennio 2018-2019 (in particolare sul 2019). A questo si aggiunge anche il carico dei derivati.

Dal 2020, quindi, la rata comincerà a incrementare nuovamente e andrà coperta con le risorse del bilancio che, anche a parità di voci rispetto a quello del 2019, avrà 50 milioni in più di obblighi da coprire e di conseguenza 50 milioni in meno per altre attività.

I conti della sanità

La sanità ha un bilancio autonomo, ma che ovviamente si riflette sullo stato di salute generale delle casse della Regione.

A marzo 2017 è terminato il piano di rientro, che ha risanato i conti del sistema sanitario. Dallo stesso 2017 le aziende sanitarie hanno ricominciato ad avere forte difficoltà di sostenibilità dei propri costi ricorrendo alle sole fonti ordinarie di finanziamento, cioè il Fondo sanitario regionale e le cosiddette entrate proprie (ad esempio il ticket). Secondo questa analisi, l’incapacità di copertura delle spese è stata di 107,5 milioni nel 2017, di 302 milioni nel 2018 e 407 milioni nel 2019.

I conti sono stati chiusi in pareggio perché sono state utilizzate tutte le risorse risparmiate negli anni e nelle disponibilità delle Asl e della Regione.

In particolare: nel 2017 i 107,5 milioni sono stati coperti con fondi extra del Fondo sanitario nazionale nella disponibilità delle Asl (insomma, i loro risparmi); nel 2018 i 302 milioni di disavanzo sono stati coperti con 141 milioni di risparmi delle Asl dei fondi extra FSN, 80 milioni di fondi della Gestione sanitaria accentrata destinati alle Asl e solitamente usati per investimenti (ad esempio in innovazione tecnologica), 81 milioni sono stati recuperati con fondi extra rispetto al Fondo sanitario nazionale ordinario (una tantum come ad esempio i ritorni delle risorse dovute alle Regioni dalle case farmaceutiche a seguito della contrattazione tra il Ministero e l’Agenzia del farmaco); nel 2019 per coprire i 407 milioni di disavanzo, oltre a tutte queste risorse già utilizzate per la copertura dei due anni precedenti, si è usato il fondo di tutti i residui attivi/passivi, comprese le risorse incassate negli ultimi dieci anni attraverso le sanzioni dello Spresal per violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro (circa 20 milioni).

 

RAVETTI E GALLO (PD) SUI CONTI DELLA SANITA’: “DA ICARDI I SOLITI NUMERI MA NESSUNA SOLUZIONE”

“I numeri li aveva già dati a luglio. Poi era tornato a darli a settembre-ottobre. Quindi li ha ripetuti, con toni alquanto allarmistici, anche  in conferenza stampa. Ma quello che l’assessore Icardi in questi sette mesi continua a non dire, è che cosa intende fare, quali politiche pensa di adottare senza incidere sui servizi e sui cittadini. Quello che è emerso con chiarezza oggi, è che nei conti della sanità regionale non c’è alcun disavanzo da coprire. La Giunta di centrosinistra non ha lasciato in eredità debiti, ma c’è stata, a partire dal 2017, una maggiore spesa coperta grazie ad entrate straordinarie. Una maggiore spesa che è stata determinata non da sprechi o inefficienze ma da due fattori fondamentali. Il primo è che, usciti dal piano di rientro, è stato possibile tornare ad assumere personale medico e sanitario, dopo che per anni il blocco del turn over aveva fatto esplodere la mobilità passiva. Il secondo fattore è dato dall’incremento della spesa farmaceutica legata ai farmaci innovativi, in particolare antitumorali ed epatite C. Noi siamo orgogliosi di aver consentito alla sanità piemontese di tornare ad assumere e di aver garantito a tutti i piemontesi cure per malattie gravi. L’assessore Icardi, preoccupato per la perdita lorda di 278 milioni di euro nel 2019, ha voluto avvisare tutti del fatto che il Piemonte ha già un piede nel futuro piano di rientro. Sulla cura, su come affrontare la situazione, sulle politiche da adottare, solo silenzio e un rinvio a future conferenze stampa e future slides. Dove magari spiegherà anche come pensa di pagare il maggiore contributo da parte della sanità privata. Speriamo solo che tanto allarmismo non sia propedeutico a infauste scelte, come un nuovo blocco delle assunzioni. Questo sì che sarebbe un salto nel passato che pagherebbero duramente tutti i piemontesi”

ThyssenKrupp, Boccuzzi: “Dopo oltre dodici anni la speranza che sia fatta giustizia” 

Si aprono le porte del carcere per i due manager tedeschi della ThyssenKrupp Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati dalla Magistratura italiana in via definitiva il 13 maggio 2016 per il rogo alle acciaierie torinesi del 6 dicembre 2007, in cui morirono sette operai: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi.

Il Tribunale di Hamm ha infatti respinto i ricorsi dei due dirigenti della ThyssenKrupp contro l’applicabilità della legge italiana e ora dovranno scontare cinque anni di prigione in Germania: pena ridotta in base alla legislazione tedesca (a Roma, la Cassazione aveva condannato l’a.d. Espenhahn a 9 anni e 8 mesi e il componente del c.d.a. Priegnitz a 6 anni e 10 mesi).

“Non si può gioire per quello che era un atto dovuto – commenta il direttore di Sicurezza e LavoroMassimiliano Quirico – ma l’incarcerazione dei due manager tedeschi ridà dignità sociale a chi ha perso la vita sul lavoro e sembrava essere stato dimenticato da tutti”.

Sull’argomento Iltorinese.it ha sentito anche, telefonicamente, Antonio Boccuzzi, che quel maledetto 6 dicembre 2007 c’era ed è riuscito a scampare alla morte. Adesso terminato il suo impegno di parlamentare per due legislature si occupa ancora di vertenze e sicurezza sul lavoro.

“L’auspicio – dice Boccuzzi – è che finalmente questa vicenda possa dirsi chiusa dopo un percorso durato oltre dodici anni e un’attesa che la giustizia facesse il suo corso ad oltre tre anni dalla pronuncia della Corte di Cassazione, davvero un tempo lunghissimo per una tragedia come quella che è avvenuta. E abbiamo anche imparato che, praticamente, non esistono solo tre ma cinque gradi di giudizio”.

Quanto alla rimodulazione della pena da parte delle giustizia tedesca, Boccuzzi e i familiari delle vittime se l’aspettavano in quanto in Germania l’omicidio colposo è punito sino a 5 anni di carcere.

“Ho provato una sensazione strana, nell’apprendere questa svolta processuale – dice ancora Boccuzzi – in un pomeriggio normale, anche perché dopo la pronuncia definitiva della Corte di Cassazione abbiamo perso la cognizione dei tempi processuali che non erano in Italia”.

In ogni caso sulla pronuncia del Tribunale di Hamm, che ora ci si attende che venga eseguita con i due manager dietro le sbarre, ha pesato sicuramente il ricorso di Boccuzzi e dei familiari delle vittime alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che era stato accolto, nonostante la percentuale delle istanze che hanno disco verde è bassissima

Adesso la speranza è una sola: che giustizia sia davvero fatta.

Massimo Iaretti

 

Il Comune dice sì alla linea 2 della metropolitana

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico / La Giunta Comunale ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica della linea 2 della metropolitana di Torino redatta dal raggruppamento d’imprese che ha come capofila la società francese Systra

Il tracciato ha uno sviluppo di circa 28 chilometri lungo il quale saranno realizzate 32 stazioni. Progettata per essere compatibile con le diverse tipologie di treni in commercio, sia su gomma che su ferro, la nuova linea avrà caratteristiche simili alla 1 (sarà di tipo ‘automatico leggero’ senza conducente), ma se ne differenzierà necessariamente (in termini di ‘sistema ferroviario’ e dimensioni dei rotabili) anche per tener conto dello sviluppo tecnologico intervenuto in questi anni.

Tre le tratte lungo le quali è stato suddiviso il percorso che dal tracciato originariamente previsto nel bando per la progettazione preliminare si è poi allungato a sud-ovest e a nord-est: a quella centrale, tra le stazioni Anselmetti e Rebaudengo (circa 15700 metri e 23 stazioni) si sono aggiunte le estensioni verso Orbassano (circa 5700 metri e 5 stazioni) e San Mauro (circa 6500 metri e 4 stazioni).

Fin dalla fase di analisi della domanda di mobilità è infatti emersa chiara la necessità, per la sostenibilità finanziaria dell’infrastruttura, di massimizzarne la capacità trasportistica, creando altresì un vero e proprio sistema di connessioni intermodali col trasporto pubblico e privato.

Obiettivi che la progettazione ha perseguito individuando le fermate in modo che le loro aree di influenza fossero in grado di servire nel modo migliore possibile i principali poli di attrazione dell’utenza, realizzando una corrispondenza adeguata con le stazioni del sistema ferroviario metropolitano (Porta Nuova, Rebaudengo e Zappata) e assicurando un alto livello funzionale per garantire un ottimo livello del servizio.

La linea 2 della metro di Torino si incrocerà con la 1 in corrispondenza di Porta Nuova, in via Nizza. Proseguendo verso sud toccherà il Politecnico e arriverà allo stabilimento FCA di Mirafiori. Dopo la stazione Anselmetti (ora all’interno dello svincolo della tangenziale sud), raggiungerà Orbassano Centro passando attraverso Beinasco Fornaci, Beinasco Centro, Orbassano Centro Ricerche (dove è ipotizzato il nodo di scambio con mezzi pubblici e privati) e Pasta di Rivalta. La fermata del centro storico di Torino sarà realizzata sotto piazza Carlo Alberto. Si raggiungeranno quindi i Giardini Reali, per toccare poi la frequentatissima zona del Campus Einaudi. Nella zona nord, i treni attraverseranno via Bologna e l’ex trincerone, arrivando nei pressi dell’ospedale San Giovanni Bosco e, quindi, giungere alla stazione ferroviaria Rebaudengo. Dal bivio Cimarosa Tabacchi avrà origine la deviazione che, attraverso piazza Sofia, Banca/Bertolla, via Aosta (dove è prevista la stazione di San Mauro Pra Granda) raggiungerà l’area industriale di Pescarito.

Parcheggi di interscambio – con circa mille stalli per vetture ciascuno – saranno realizzati presso le stazioni di Orbassano, Anselmetti e San Mauro Piemonte/Pescarito.

Due le ipotesi di posizionamento per il deposito della nuova linea: una a nord nella zona San Mauro-Pescarito, mentre l’area individuata a sud si trova tra il deposito GTT e il cimitero Parco, ad ovest della stazione Anselmetti.

L’iter per la costruzione della linea 2 proseguirà ora con la convocazione della conferenza dei servizi e l’avvio della procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione d’impatto ambientale.

Termometro a 25 gradi. Blocco traffico fino a euro4, ma il vento attenuerà lo smog

Mentre le temperature toccano i 25 gradi per il vento caldo di queste ore, proprio il vento dovrebbe abbassare, fin dai  prossimi giorni, lo smog

Ma al momento permane il livello di “semaforo arancione” a Torino e negli 11 comuni della prima cintura: Beinasco, Borgaro, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, San Mauro, Settimo e Venaria. Anche qui  i livelli di inquinamento permangono sopra i valori limite. Il semaforo è invece verde a Caselle, Chivasso, Leinì, Mappano, Pianezza, Volpiano, Carmagnola, Rivalta di Torino, Vinovo, Chieri e Ivrea. Giovedì 6 febbraio nuovo esame della situazione atmosferica. Per i comuni dove c’è il semaforo arancione, restano le limitazioni per i veicoli diesel fino a euro4.

 

(Foto Liguori)