

La quasi totalità degli incendi che hanno riguardato il Piemonte dall’ inizio dell’anno è di natura volontaria. I roghi sono stati 341, dei quali 143 nella sola area metropolitana di Torino. Sono andati distrutti centinaia di ettari di bosco, con un danno ambientale incalcolabile ed elevatissimi costi di spegnimento. I carabinieri forestali del Gruppo di Torino hanno denunciato un uomo di 65 anni di Avigliana, ritenuto responsabile dell’incendio dello scorso 22 marzo nel territorio di Giaveno. E’ stato infatti individuato il punto di partenza dell’incendio, un’area verde che l’uomo voleva ripulire dei residui vegetali presenti. Ora rischia una condanna da uno a cinque anni di reclusione, che aumenta da quattro a dieci quando l’incendio è innescato dolosamente.
Un nuovo plico sospetto simile a quello inviato nei giorni scorsi alla sindaca Appendino, è stato ricevuto dal capogruppo della Lega della Circoscrizione 6 di Torino, Alessandro Sciretti. Il mittente sarebbe lo stesso: ‘Scuola A.Diaz Genova’. Gli artificieri hanno esaminato il contenuto che sembra lo stesso, con fili elettrici sospetti. L’esponente leghista era finito al centro delle polemiche per avere evocato la scuola Diaz per gli anarchici che il 9 febbraio devastarono la città.
La situazione forse migliorerà con le piogge di questi giorni, ma non sono mai state tanto limitate negli ultimi 50 anni, nel primo trimestre dell’anno, le risorse idriche nella metà dei bacini del Piemonte. Solo un aprile molto piovoso potrebbe ricondurre la situazione generale alla normalità in breve tempo, ma pare che non pioverà molto. L’ Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha rilevato che all’inizio dell’anno mancano in media 160 mm di acqua, essendone caduti 60, anziché 220. Dal mese di novembre il deficit di neve è compreso tra il 20% e il 50%, mentre il Lago Maggiore è in carenza di 200 milioni di metri cubi. Il fiume Po a Isola S.Antonio nell’alessandrino ha avuto a marzo una portata del 46% al di sotto del valore storico. Intanto è caduto quasi un metro di neve in 24 ore sulle Alpi del nord della regione mentre , a quote più basse, sono scesi fino a 100mm di pioggia.
(foto Mario Alesina)
“Non c’è alcuna differenza tra le minacce mafiose e le minacce alla sindaca : hanno la stessa gravità”. Lo afferma, nel giorno del suo insediamento, il nuovo questore di Torino Giuseppe De Matteis. “Sabato un centinaio di persone non sono scese in piazza per manifestare democraticamente, avevano un arsenale in grado di procurare danni seri. La degenerazione delle proteste degli ultimi giorni ci fa pensare a tempi che pensavamo superati. Quel che succede ricorda la fine degli anni ’70. Non è normale che a Torino si mandino proiettili al prefetto o ordigni esplosivi alla sindaca. Sono situazioni di inciviltà, bisogna evitare gli errori degli anni di piombo. Il segnale deve essere di condanna senza se e senza ma”.
Clelia Ventimiglia
Said Mechaquat, il 27enne di origine marocchina fermato per l’omicidio di Stefano Leo ha confermato il contenuto dei suoi primi interrogatori, ma si è successivamente avvalso della facoltà di non rispondere alle domande Nel corso dell’udienza di convalida del fermo ha avuto anche un battibecco con la giudice Silvia Carosio. Per lui è stata chiesta un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio. Il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Francesco Rizzo, afferma che la confessione è attendibile. Nelle ultime ore notizie pubblicate online dai principali quotidiani ipotizzano che Stefano sia stato ucciso per sbaglio da Mechaquat, che lo avrebbe scambiato, in quanto molto somigliante, al nuovo fidanzato della sua ex. L’omicida, se così fosse, si era messo in agguato in attesa della vittima.
Il loro progetto sarebbe stato quello di uccidere due persone servendosi di un veleno, come nelle spy-stories che spesso si trasformano in realtà. L’episodio è al centro dell’indagine dei carabinieri del Ros negli ambienti dell’estrema destra torinese, nell’ambito della quale sono scattati quattro arresti all’alba. Si tratta di giovani italiani tra i 20 e i 24 anni, nei confronti dei quali si procede per produzione e detenzione di aggressivo chimico, tentato omicidio aggravato e continuato, tentata fabbricazione di arma da fuoco clandestina. Il veleno, la ricina, sarebbe prima o poi , nelle intenzioni dei soggetti arrestati, stato somministrato di nascosto a due italiani che si erano fidanzati con ragazze di cui gli indagati si erano invaghiti. Una delle due vittime era già stata avvelenata lo scorso novembre durante una serata organizzata da Casa Pound in un locale torinese, l’Asso di Bastoni. Il veleno era stato versato in un bicchiere di vodka ma non si era diluito a sufficienza e così il ragazzo aveva solo avuto mal di stomaco e attacchi di vomito.