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Mistero sul morto trovato nel fiume

Oggi il corpo senza vita di un 29enne è stato recuperato nel Po   a Torino,  all’altezza del ponte Isabella. Il cadavere presenta sulla testa una ferita che, secondo  gli investigatori della polizia,  sarebbe stata riportata nella caduta. L’allarme  è stato dato da un passante che ha visto  il corpo nelle acque del fiume.

Il premier Conte frena sulla Torino-Lione

“C’è un contratto di governo e  c’è un metodo di lavoro: non ci si sveglia dall’oggi al domani e si dice si fa così. Non è che per mesi si attende l’analisi costi-benefici senza discutere e alla fine si dice ‘bisogna farla punto’. Non funziona così”. Lo sostiene, a proposito della Tav, in presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “E c’è un accordo oltre a delle leggi del Parlamento. Ho parlato con Macron e mandato il mio ministro dal ministro francese. Un altro passaggio avverrà  a breve con la Commissione Ue. All’esito di queste conclusioni trarremo le fila”, aggiunge il premier.  “Ho detto che la Tav oggi così com’è non la farei. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e quindi o trovo un’intesa con la Francia e la Commissione europea oppure il percorso è bello e segnato”, conclude Conte.

Piazza San Carlo due anni dopo: per non dimenticare

Il Silenzio intonato dalla tromba di un agente della polizia municipale e  corone di fiori, della Città di Torino e della Juventus,  in piazza San Carlo, questa mattina , due anni dopo la tragedia della sera del 3 giugno 2017 durante la finale di  Champions tra Juve e Real Madrid. La folla impazzita causò due morti e oltre 1.500 feriti. Hanno preso parte alla cerimonia la sindaca, Chiara Appendino, il presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari, il presidente uscente del Consiglio regionale Nino Boeti, con il prefetto Claudio Palomba.
 
(foto: il Torinese)

Ex patron Borsalino, bancarotta per 4 miliardi

GUARDIA DI FINANZA DI TORINO E ASTI: CONCLUSE LE INDAGINI SUL CRAC MILIARDARIO DEL “RE DEL GAS” 
Sono 51 le persone denunciate dalla Guardia di Finanza di Torino e Asti, nel corso delle indagini sul fallimento delle società facenti capo a Marco Marenco, “re del gas” ed ex patron dello storico e prestigioso marchio di cappelli “Borsalino”.Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di una colossale bancarotta fraudolenta – seconda in Italia solo a quella di “Parmalat” – ai danni di 12 aziende del gruppo, operanti nei settori dell’import-export di gas naturale e della produzione di energia elettrica.Nel corso dell’inchiesta sono stati anche sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore complessivo pari a 107 milioni di euro.Sono ora stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini, che hanno messo in luce un crac societario di oltre 4 miliardi di euro, nonché condotte distrattive per circa 1 miliardo e 130 milioni di euro.
I provvedimenti sono giunti al termine di una complessa attività investigativa condotta congiuntamente dai Nuclei di Polizia economico-finanziaria di Torino e di Asti e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Asti, dott. Alberto Perduca, e dal Pubblico Ministero dott. Luciano Tarditi.In particolare gli illeciti ipotizzati nei confronti degli indagati sono reati tributari (quali la dichiarazione fiscale infedele, l’omesso versamento delle imposte, la sottrazione al pagamento delle accise), la truffa aggravata, l’appropriazione indebita, le false comunicazioni sociali e, soprattutto, la bancarotta fraudolenta aggravata.Quest’ultimo reato, secondo gli accertamenti dei Finanzieri, è stato commesso con l’unico scopo di distrarre e occultare somme, partecipazioni e beni aziendali in favore di imprese costituenti un mero schermo dell’imprenditore astigiano, spostando, in tal modo, tutte le attività patrimonialmente significative sotto il diretto e personale controllo di quest’ultimo.Le indagini hanno evidenziato che il denaro, le partecipazioni e i beni sottratti venivano impiegati in operazioni infragruppo e successivamente trasferiti all’estero, mediante compravendite fittizie. Le attività imprenditoriali esercitate dalle società nel frattempo indebitate o fallite venivano proseguite da nuove aziende, appositamente costituite e intestate ad amministratori e manager vicini all’imprenditore. Queste ultime, vere e proprie “scialuppe di salvataggio”, erano a loro volta controllate da numerose società estere che, come “scatole cinesi”, componevano il complesso sistema di frode.L’intera attività investigativa ha consentito di scoprire una “galassia” costituita da almeno 190 società, residenti nel territorio nazionale ed estero, legate da complesse catene partecipative, talvolta schermate mediante l’interposizione di aziende offshore situate in “paradisi fiscali”.Per ricostruire le condotte distrattive e individuare le numerose società estere coinvolte è stato necessario l’utilizzo di diversificati strumenti di indagine, fra i quali particolarmente preziosa è risultata l’attività di cooperazione internazionale – attivata anche per il tramite del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza – con numerosi Paesi esteri, comprese le Isole Vergini Britanniche, l’Isola di Man, Panama, Malta, Cipro, Liechtenstein e Lussemburgo.
Nel corso delle attività investigative è anche emerso che alcuni dei responsabili, al fine di eludere le indagini, utilizzavano dispositivi telefonici criptati e si avvalevano della collaborazione di pubblici ufficiali (anch’essi individuati e a vario titolo indagati per corruzione, favoreggiamento e accesso abusivo a sistemi informatici) che garantivano a Marco Marenco e ai propri familiari servizi di sicurezza, oltreché il reperimento di notizie circa lo stato delle indagini.
L’operazione si inserisce in un ampio contesto operativo che vede la Guardia di Finanza impegnata in prima linea nel contrasto all’evasione fiscale e alla tutela dei mercati, della libera concorrenza, nonché delle imprese e dei professionisti onesti che operano nella piena e consapevole osservanza delle leggi, oltreché garante del perseguimento degli obiettivi di aggressione patrimoniale nei confronti dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento di condotte illecite.
 

Il Piemonte diventa sostenibile (in 17 giorni)

Nell’ambito del processo di costruzione della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile e per la valorizzazione di “connessioni” istituzionali rilevanti tra una pluralità di soggetti di livello regionale, Regione Piemonte, IRES PiemonteARPA Piemonte presentano la rassegna #vettoridisostenibilità 2019 17 obiettivi in 17 giorni di eventi e una 24h per la sostenibilità Dal 3 al 21 giugno, 17 eventi e una 24 ore per la sostenibilità, realizzando un insieme di percorsi di lavoro aperti a un pubblico vasto tramite iniziative utili a fare il punto sulle conoscenze prodotte, a elaborarle ulteriormente, a individuare possibili piste di sviluppo (di conoscenza, progettualità, ecc…), a costruire “alleanze” con nuovi soggetti e a rafforzare quelle esistenti su oggetti di conoscenza e di lavoro comuni.

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La sindaca: “2 giugno è festa di tutti”

“E’ una festa che non appartiene a una parte o a una forza politica. Il messaggio del presidente Mattarella ricorda che si deve  lavorare insieme”. L’Ansa ha raccolto le parole della sindaca Chiara Appendino alla cerimonia della Festa della Repubblica, tenutasi questa mattina a Torino, in piazza Castello. “Ogni volta che c’è una festa costituzionale, – ha aggiunto la prima cittadina – la Città partecipa con entusiasmo ed emozione. Siamo in un momento difficile in cui il mantenimento della coesione sociale ed economica dipende dalla collaborazione, che  è l’ingrediente da cui dobbiamo partire”.

 

(foto: il Torinese)

 

La sindaca: "2 giugno è festa di tutti"

“E’ una festa che non appartiene a una parte o a una forza politica. Il messaggio del presidente Mattarella ricorda che si deve  lavorare insieme”. L’Ansa ha raccolto le parole della sindaca Chiara Appendino alla cerimonia della Festa della Repubblica, tenutasi questa mattina a Torino, in piazza Castello. “Ogni volta che c’è una festa costituzionale, – ha aggiunto la prima cittadina – la Città partecipa con entusiasmo ed emozione. Siamo in un momento difficile in cui il mantenimento della coesione sociale ed economica dipende dalla collaborazione, che  è l’ingrediente da cui dobbiamo partire”.
 
(foto: il Torinese)
 

Il basket torinese risorge dalle ceneri

Nuova vita per la pallacanestro torinese che riparte dalla A2. Dopo la fine  dell’Auxilium, prima retrocessa e poi fallita sorge  un nuovo club dal titolo sportivo della Dinamo Academy Cagliari e grazie al sostegno  di Reale Mutua, il nuovo main sponsor. L’imprenditore sardo Stefano Sardara, presidente di Sassari, deterrà il 75% delle quote azionarie, il  25% appartiene invece alla cordata ‘Una Mole di Basket, degli imprenditori Giovanni Paolo Terzolo e Fabrizio Cellino. Il presidente della Fip, Gianni Petrucci, ha presentato la nuova squadra. La sindaca Chiara Appendino ha detto di essere “emozionata e contenta che sia stato intercettato il sentimento di amore per la pallacanestro trasformandolo in qualcosa di propositivo, perché non potevamo perdere la passione per il basket”.

Alzabandiera per la Festa della Repubblica

Alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose della città di Torino, domenica 2 giugno, alle ore 10, in Piazza Castello verrà solennizzato il 73° anniversario della proclamazione della Repubblica con la cerimonia dell’alzabandiera, accompagnata dalle note dell’Inno di Mameli eseguito della Banda musicale del Corpo di Polizia Municipale della città. Nella piazza torinese saranno schierati la Bandiera d’Istituto della Scuola di Applicazione dell’Esercito e un reparto di formazione composto dagli Ufficiali Allievi della Scuola di Applicazione, Alpini della Brigata Taurinense, da Carabinieri del comando Legione “Piemonte e Valle D’Aosta, Finanzieri del Comando Regionale “Piemonte”, agenti della Polizia di Stato e del Corpo della Polizia Penitenziaria. Durante la solennità sarà letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La ricorrenza avrà termine alle 18 sempre in Piazza Castello con la cerimonia dell’ammainabandiera.

(foto: il Torinese)

Cirio: "Chiamparino si dimette? Ci ripensi"

Il neoeletto presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, commenta la rinuncia al seggio da parte di Sergio Chiamparino: “Sono sinceramente dispiaciuto perché in Piemonte abbiamo bisogno di lui e mi auguro che ci ripensi. Per progettare il futuro di questa regione è indispensabile il contributo di tutti e l’esperienza di una persona come Sergio Chiamparino è fondamentale”. Il governatore uscente ha confermato la volontà di lasciare il seggio che gli spetta in Consiglio regionale e ha chiuso la sua pagina Facebook ringraziando gli elettori.