PRIMA PAGINA- Pagina 491

Riaprono i Musei Reali dopo la chiusura per l’emergenza sanitaria

Riprende a vivere la maggior parte delle attività culturali in città. Il Museo Egizio apre con una non stop dalle 9 alle 17,30. Via libera anche a cinema e teatri

Dopo la chiusura per l’emergenza sanitaria, i Musei Reali riaprono lunedì 2 marzo 2020 con un’offerta che conduce il pubblico attraverso i secoli, dal Rinascimento, al Barocco, alla modernità.

 

Ecco le modalità di visita che come ogni lunedì riguarda solo Palazzo Reale, l’Armeria Reale, la Cappella della Sindone e le mostre in corso:

– Palazzo Reale, Armeria Reale e Cappella della Sindone con orario dalle 10 alle 19 (chiusura della biglietteria alle 18)

– Mostra Konrad Mägi. La luce del nord alle Sale Chiablese con orario dalle 10 alle 19 (chiusura della biglietteria alle 18)

– Mostra Il tempo di Leonardo alla Biblioteca Reale con orario dalle 14 alle 18 (biglietteria dei Musei Reali fino alle 17)

 

L’affluenza verrà regolata seguendo le indicazioni delle autorità nazionali per evitare una eccessiva compresenza di visitatori nella sale. Non verranno distribuite le audioguide, ma i visitatori potranno usufruire dell’applicazione Musei Reali Torino disponibile per Android e iOS.

Salvo diverse disposizioni delle Autorità competenti, da martedì 3 marzo apriranno anche le altre collezioni, normalmente chiuse di lunedì. Saranno dunque accessibili anche la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità.

 

Tutte le collezioni dei Musei Reali sono visitabili con un unico biglietto; l’ingresso e la biglietteria si trovano in piazzetta Reale 1, all’ingresso di Palazzo Reale.

 

Eventuali aggiornamenti sul sito www.museireali.beniculturali.it e sui canali social dei Musei Reali.

Coronavirus, la situazione a Torino e in Piemonte

Comunicato della regione Piemonte: CORONAVIRUS, IL PUNTO DEI CASI PROBABILI IN PIEMONTE ALLE 10 DI LUNEDI’ 2 MARZO

Salgono a 51 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID19” in Piemonte: 37 ad Asti, 3 a Novara, 6 a Torino, 1 a Vercelli e 4 nel Vco. Di questi, 12 sono ricoverati in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 3 all’Amedeo di Savoia di Torino. Altri 2 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva: 1 ad Asti e uno a Vercelli. Sono invece 37 le persone in isolamento fiduciario domiciliare.

Finora sono 375 i tamponi eseguiti in Piemonte, 307 dei quali risultati negativi. Sono in corso di verifica 12 casi.

Dall’Istituto superiore di sanità è stato al momento confermato un solo caso, sui 51 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso istituto.

Al momento, risulta ancora precauzionalmente chiuso il Pronto Soccorso di Tortona, in attesa dell’esito del test su una persona che si era presentata al triage manifestando i sintomi del “caso sospetto”.

Comunicato della Regione Piemonte (domenica 1 marzo, ore 17,30) Sale a 49 il numero delle persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte: 37 si trovano in provincia di Asti,  5 a Torino, 3 a Novara, 3 nel Vco e 1 a Vercelli

Di questi, 11 si trovano ricoverati in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 2 a Torino (Amedeo di Savoia). I trattamenti in terapia intensiva sono 2 (uno a Asti e uno a Vercelli).

Tutti gli altri sono collocati in isolamento domiciliare fiduciario.

Al momento, risulta precauzionalmente chiuso il Pronto Soccorso di  Tortona, in attesa dell’esito del test su una persona che si era presentata al triage manifestando i sintomi del “caso sospetto”.

Un’altra persona, assistita in emergenza al Pronto Soccorso di Borgo Sesia, è stata immediatamente trasferita nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Vercelli, dove le camere di rianimazione sono state tutte destinate al ricovero dei pazienti definiti “casi probabili” di contagio al “coronavirus covid19”.

Tutti i sanitari impegnati nel soccorso dei casi di Borgo Sesia e Tortona sono stati posti in osservazione.

Dall’Istituto superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso in Piemonte, sui 49 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso istituto.

Insultata ragazza (giapponese) sul bus: “Cinese, ci contagi!”

Una ragazza sul bus stava tornando  a casa quando quattro ragazzi ventenni , due italiani e due marocchini  l’hanno insultata. “Ci contagi con il Coronavirus, scendi”. Il fatto venerdì notte sul bus notturno 60, verso le  due in centro città. La giovane è una studentessa di 30 anni, in realtà di origini giapponesi.

Il punto sull’emergenza sanitaria: scuole riaperte dal 4 marzo

A Torino e in Piemonte le scuole riapriranno agli studenti da mercoledì prossimo 4 marzo

Lunedì e martedì gli edifici verranno  aperti al solo personale scolastico. Lo comunica il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Da lunedì anche i musei potranno riaprire ma con ingressi contingentati e anche i cinema con posti a sedere alternati per il pubblico.

DA LUNEDÌ 2 MARZO IL PIEMONTE RIPARTE

Scuole: lunedì e martedì igienizzazione straordinaria, da mercoledì riprendono le lezioni. Una misura precauzionale maggiore voluta dal Piemonte per avere anche due giorni in più . anche per valutare l’evoluzione del contagio nelle aree limitrofe di Lombardia e Liguria

Sabato 29 marzo – Il Piemonte riparte e ritorna gradualmente alla normalità. Lo ha deciso il Presidente del Consiglio dei Ministri, seppur con una serie di indicazioni operative che saranno rese note nel decreto del Governo che verrà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale: da lunedì riapriranno musei, cinema, piscine, attività sportive e si potranno nuovamente svolgere eventi e manifestazioni. A comunicarlo è stato il Presidente della Regione nel corso di una conferenza stampa svoltasi questo pomeriggio nella sede dell’Unità di crisi istituita presso la sede della Protezione civile a Torino.

Secondo quanto disposto dal Governo, anche le scuole avrebbero dovuto riaprire lunedì. Ma il Presidente della Regione Piemonte, per maggiore precauzione, ha adottato invece una misura diversa e autonoma di concerto con l’Ufficio scolastico regionale, sentiti anche il Presidente del Consiglio e il Ministro della Salute: lunedì e martedì riapriranno gli edifici scolastici solo per il personale in modo da consentire un’azione straordinaria di igienizzazione delle aule e degli ambienti disposta dal Presidente per tutte le scuole piemontesi. Da mercoledì riprenderanno regolarmente anche le lezioni con gli studenti.

Il Presidente ha precisato di aver assunto questa decisione innanzitutto perché scuole igienizzate vuole dire scuole più sicure, ed è un’esigenza che oggi più che mai risulta prioritaria.

Le giornate dedicate all’igienizzazione, ha aggiunto ancora il Presidente, serviranno anche come misura precauzionale per avere due giorni in più per valutare intanto l’evoluzione dei contagi nelle aree del Piemonte confinanti con le zone focolaio della Lombardia e della Liguria.

La Protezione civile regionale si metterà a disposizione delle scuole che incontreranno difficoltà nello svolgimento operativo di queste disposizioni, per le quali la Regione ha previsto anche delle risorse.

Per quanto riguarda invece la sola giornata di domani rimangono in vigore le restrizioni attualmente vigenti, in linea con quanto previsto dal decreto nazionale, valido appunto fino al 1° marzo.

Fanno eccezione le Sante Messe, che potranno essere nuovamente celebrate con il vincolo che siano evitati gli assembramenti e che sia garantito un accesso contingentato tale da determinare una distanza di almeno un metro tra i fedeli presenti.

Anche i luna park all’aperto potranno riaprire già da oggi con alcune limitazioni per evitare assembramenti.

Il Presidente ha anche precisato che nel Piano della Competitività, che la Regione ha predisposto e che verrà presentato il 13 marzo, è stato inserito uno specifico capitolo dedicato alle misure per sostenere il Piemonte alla luce delle criticità generate dall’emergenza Coronavirus.

La situazione dei contagi. L’Unità di crisi comunica che due nuovi casi di probabile contagio, rilevati nel pomeriggio su un uomo della provincia di Torino e su una donna appartenente alla prima comitiva di astigiani alloggiati ad Alassio, portano a 45 il numero complessivo dei contagi in Piemonte. L’uomo è stato posto in osservazione fiduciaria a domicilio, mentre la donna è ricoverata all’ospedale di Asti.

Al momento, un solo caso su 45 è stato confermato positivo dall’Istituto superiore di Sanità. Nessuno degli 8 ricoverati in Piemonte è in terapia intensiva.

 

***

Comunicato della Regione Piemonte (sabato 29 febbraio ore 11,30)/ Sono terminate nella notte le operazioni di rientro a casa della comitiva di 36 astigiani facenti parte del gruppo di soggiornanti presso l’hotel di Alassio

Di questi, 28 (comprendenti i 4 dimessi dall’ospedale San Martino di Genova perché asintomatici) sono risultati positivi al test sul coronavirus “COVID19”, ma non presentando particolari problemi clinici, sono stati tutti posti in isolamento fiduciario domiciliare.

Con il loro arrivo, salgono a 43 i casi probabili di contagio presenti sul territorio piemontese, di cui solo 1 confermato dall’Istituto superiore di sanità: 35 ad Asti, 3 a Torino, 3 a Novara e 2 nel Vco.

Resta immutato il numero dei ricoverati: 1 a Torino, presso l’Amedeo di Savoia, 3 al Cardinal Massaia di Asti e 3 al Maggiore della Carità di Novara. Nessuno in terapia intensiva.

Dopo 70 giorni forse arriva la pioggia

Ormai sono trascorsi ben settanta giorni senza pioggia a Torino

E’ infatti dall’antivigilia di Natale che  non si vede una goccia d’acqua, a parte una precipitazione quasi inesistente verso la metà di gennaio di soli  1,2 millimetri. 

E’ addirittura  dal 1878 che, nella media, non pioveva così miseramente, mentre da trent’anni non si verificava una così lunga serie  di giorni asciutti. Le previsioni meteo indicano che finalmente lunedì passerà una perturbazione  con nubi cariche d’acqua.

Trapianti incrociati, il coronavirus non ferma la donazione di organi

Una catena di donazioni con scambio di organi e trapianti  di rene attraversa l’Italia e supera le barriere del Coronavirus

 

Quando una catena di donazioni con scambio di organi e trapianti incrociati attraversa l’Italia e supera le barriere del Coronavirus.

Proprio nelle settimane durante le quali lo spettro del Covid-19 sta bloccando e divide buona parte dell’Italia e non solo, una catena di solidarietà ha unito il nostro Paese, incrociando coppie di donatori incompatibili e, aperta con una donazione da deceduto in Piemonte, si è chiusa nella stessa regione, attraversando Veneto, Sicilia e Puglia, e salvando la vita a quattro pazienti in trattamento dialitico. Si chiama programma Cross-over.

In partenza lo scorso novembre il Piemonte ha donato un organo di una donatrice deceduta. Il suo rene era risultato idoneo per un paziente di Padova inserito nel programma cross-over Dec-k (DECeased Kidney). L’avvenuto trapianto su questo paziente ha innescato una catena di donazioni da vivente e trapianti che ha coinvolto 3 coppie seguite in regioni diverse d’Italia (Veneto, Sicilia e Puglia). La compatibilità biologica delle nuove coppie è stata determinata grazie al coinvolgimento di diversi Laboratori di Immunogenetica e dei Coordinamenti regionali trapianto (per il Piemonte all’ospedale Molinette diretti dal professor Antonio Amoroso). In seguito Padova in Veneto a sua volta ha donato a Palermo in Sicilia, che a sua volta ancora ha donato un organo a Bari in Puglia. Qui ne ha beneficiato una coppia incompatibile per un trapianto di rene da vivente. La donatrice vivente, moglie del ricevente, in riconoscenza per aver salvato il marito, ha donato un rene ad una giovane donna di Torino, chiudendo proprio questa catena di scambi in Piemonte.

Così per la prima volta in Piemonte all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stato effettuato con successo un trapianto di rene su una donna da una donatrice vivente di Bari secondo il programma nazionale di trapianto di rene cross-over (a modalità incrociata), grazie allo scambio di coppie di donatori e creando un effetto a catena di donazione.

Il programma crossover è attivo a livello nazionale già da qualche anno: è molto complesso dal punto di vista organizzativo, ma offre l’opportunità di ottenere un trapianto anche in caso di incompatibilità immunologica con un donatore vivente nel caso in cui la donazione diretta tra persone legate affettivamente non fosse possibile. Questo avviene “incrociando” le coppie a livello nazionale in modo che i pazienti che hanno una persona emotivamente – correlata che generosamente voglia donargli un rene anche se è incompatibile, possa alla fine fare il trapianto, scambiando i donatori con coppie che hanno lo stesso problema. Combinando diversi incroci si genera una “catena” di donazione che riesce a rendere possibile il trapianto per diverse persone. Fino a pochi anni fa queste catene di trapianti potevano essere attivate solo grazie ad un donatore samaritano, cioè ad una persona che dona spontaneamente un suo rene per il bene della comunità. Da quest’anno è attivo su tutto il territorio il programma crossover Dec-k, che prevede l’innesco della catena di scambio di trapianti incrociati da parte di un donatore deceduto.

La prima volta del Piemonte è stata proprio con questo nuovo sistema ed ha permesso il trapianto di una giovane paziente di 33 anni in dialisi dal 2014.

Il rene è arrivato anche con il contributo delle forze di Polizia di Bari (nella foto allegata l’arrivo dell’organo a Torino), dove è stato prelevato in mattinata ed è stato poi trapiantato a Torinonello stesso giorno, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Il trapianto è stato effettuato dai Chirurghi vascolari dal dottor Aldo Verri (responsabile della Chirurgia vascolare ospedaliera) e dalla dottoressa Caterina Tallia, dall’ urologo Giovanni Pasquale (sotto la direzione del professor Paolo Gontero) e dall’anestesista Andrea Pusineri (sotto la direzione del dottor Roberto Balagna). L’intervento è tecnicamente riuscito e per la paziente la dialisi è ormai un ricordo, mentre la funzionalità del rene trapiantato migliora rapidamente con le cure dell’équipe nefrologica, diretta dal professor Luigi Biancone.

Luigi Biancone, responsabile del programma di trapianto renale nell’adulto presso la Città della Salute di Torino, segnala che: “alle Molinette abbiamo quasi triplicato il numero di trapianti di rene da vivente negli ultimi 4 anni e questo programma di cross-over potrà dare ulteriore slancio alla nostra attività. Nonostante l’attività notevole nel trapianto da donatore deceduto, i tempi di attesa in dialisi rimangono lunghi, ed oltretutto il trapianto da donatore vivente ha una funzionalità e durata maggiore. Ecco perché la generosità di un donatore può essere così importante”.

Sottolinea il valore di questo risultato anche il Direttore del Centro Nazionale Trapianti, dottor Massimo Cardillo: “Ringrazio il Centro trapianti di rene di Torino, i centri di Padova, Palermo e Bari e i coordinamenti delle regioni coinvolte per l’impegno di collaborazione mostrato nell’aver portato a compimento questa catena di donazioni. In particolare, in questo momento di emergenza sanitaria nazionale, la Rete trapianti dimostra ancora una volta di essere unita dal Nord al Sud del Paese al servizio dei tanti pazienti in attesa di un organo”.

 

Ragazzi in gamba: universitari volontari al numero verde del coronavirus

A partire da oggi 27 febbraio e fino all’11 marzo con possibilità di proroga, 78 studenti della Scuola di Medicina dell’Università di Torino, coordinati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte sul Coronavirus “Covid19”, saranno impegnati nel garantire volontariamente la copertura 24 ore su 24 di due postazioni telefoniche del numero verde sanitario 800 19 20 20 per dare informazioni ai cittadini sulle misure da adottare per fronteggiare in maniera corretta la situazione.

 

L’iniziativa coinvolge neolaureati e studenti del V e VI anno dei due corsi di laurea di medicina e chirurgia iscritti a Torino e Orbassano.

 

Il numero verde 800 19 20 20, istituito dall’Unità di crisi della Regione Piemonte sul Coronavirus “Covid19”, è attivo 24 ore su 24 ed è a disposizione di tutti i cittadini che abbiano il dubbio di aver contratto il virus. Gli studenti di medicina dell’Università di Torino che risponderanno al telefono eseguiranno un pre-triage, una sorta di prima valutazione, e, sulla base di una serie di domande e risposte, indicheranno al paziente cosa fare o dove recarsi per ottenere la risposta assistenziale più appropriata. Il servizio infatti, è stato organizzato per alleggerire i numeri dedicati normalmente all’emergenza dal grande flusso di chiamate che in queste ore sta intasando i centralini del 112 e 118.

 

“L’Università di Torino sta seguendo con grande impegno l’evoluzione dei fatti relativi alla diffusione del Coronavirus in diretto contatto con le autorità” dichiara il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna“Questa lodevole iniziativa, che denota un alto senso civico dei nostri studenti e l’acquisizione di una sensibilità medica che tutto il corpo docente ha loro trasmesso, permette di contribuire attivamente alla risposta eccezionale a garanzia della salute pubblica e offrire un primo contributo alle istituzioni impegnate in un servizio straordinario”.

Dalla psicosi alla normalizzazione?

IL COMMENTO  Di Pier Franco Quaglieni /  Siamo passati, nell’arco di quattro giorni, dall’emergenza  per l’epidemia  ad  una “tranquillizzazione” quasi  “cinese” rispetto al contagio del  Coronavirus. Il presidente del Consiglio Conte ha creato un forte allarme con le sue dichiarazioni, quasi a rete unificate, come  accade solo  nelle calamità nazionali 

.
Resto convinto della gravità  dell’emergenza  che è stata sottovalutata  per troppo tempo  per ragioni ideologiche, come ha dimostrato in modo palese il governatore della Toscana.  E sono convinto che il tentativo odierno  di tranquillizzare, determinato dagli effetti disastrosi nel campo dell’economia ,non abbia un reale fondamento. Abbiamo assistito ad una  controproducente passerella mediatica del Presidente del Consiglio che ha  rivelato soprattutto  l’improvvisazione del Governo e del suo capo.
.
Il dibattito parlamentare di ieri sera ha dimostrato una logorrea,  rivelatrice –  salvo scarsissime eccezioni – del basso livello di una classe politica che si è rivelata, ancora una volta,  davvero inadeguata.  Non è vero , come è stato detto, che  il Parlamento ha  dato un grande esempio di sè . Il Governo si è rispecchiato in un Parlamento di  rango insufficiente,  in cui oscuri deputati hanno letto il loro discorsetto abborracciato  per l’occasione. Le Regioni si sono rivelate di gran lunga migliori  del governo centrale che pure avrebbe dovuto affrontare l’emergenza sanitaria da solo ai sensi della Costituzione.
.
C’è stato chi ha vantato la trasparenza del governo italiano rispetto a quello cinese, quasi la trasparenza in una democrazia non fosse un dovere,  ma una virtù . In Italia non si è dimostrata trasparenza, ma grande  incapacità comunicativa, ai limiti dell’ irresponsabilità e del dilettantismo. L’Ordine dei Giornalisti forse  dovrebbe intervenire a far chiarezza. L’Italia ha manifestato  un’ improvvisazione che ha provocato gravissimi danni  con conseguenze difficilmente rimediabili, lesionando all’estero l’immagine dell’Italia.
.
All’improvviso tutto è cambiato, forse perché i politici  si sono resi  conto del disastro economico  provocato. Hanno chiuso le scuole e le università, hanno lasciato i contatti nelle metropolitane, nei bus e nei ristoranti con una superficialità incredibile. A Milano hanno chiuso i caffè alle 18, instaurando il coprifuoco. Un provvedimento ridicolo, assunto dal tanto celebrato sindaco Sala. Da lunedì prossimo   cosa succederà ? Riaprirà  tutto, come se niente fosse accaduto? Marcello Sorgi ha scritto l’altro  ieri che il Governo stava perdendo il controllo della situazione, una frase allarmante,  oggi dimenticata. Sorgi non è mai stato sicuramente un allarmista, un giornalista molto responsabile.
.
Da lunedì si riapriranno le scuole, pensando che l’emergenza sia finita? Cosa è accaduto rispetto ai giorni precedenti? Il rischio in agguato è quello di non riuscire a capire più nulla, disorientando  totalmente le persone.  Non dimentichiamo che il record degli infettati e dei morti in Europa appartiene all’ Italia.  Il panico è legato soprattutto alla non conoscenza della realtà . E’ una verità che non dovremmo mai dimenticare.
.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Mascherine non sicure a 5 mila euro, operazione della GdF di Torino in tutta Italia

È in corso da questa mattina una vasta operazione della Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese

I Finanzieri del Comando provinciale torinese stanno eseguendo decine di perquisizioni e sequestri in tutta Italia nei confronti di una ventina di soggetti, che, approfittando della situazione critica venutasi a creare in questi giorni con i primi casi di contagio del Coronavirus, commercializzavano mascherine ed altri articoli di protezione individuale a prezzi esorbitanti.

Era in vendita online anche un integratore alimentare, a 29 euro, su eBay e pubblicizzato così: “Protezione Coronavirus – Rafforza difese immunitarie” . Il materiale è stato  sequestrato dalla Guardia di Finanza di Torino  nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino coordinata dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo.
Venti  le persone sono  denunciate per frode in commercio e abusivismo commerciale. Si tratta di  imprenditori, privati cittadini e persino un operatore sanitario. Rischiano  2 anni di carcere.

Coronavirus, Cirio chiede al Governo un ritorno alla normalità

L’ottima notizia del risultato negativo pervenuto sui due casi di Cumiana è stato accolto con grande favore dal Presidente della Regione Alberto Cirio che, alla luce dell’esistenza al momento in Piemonte di un solo caso di contagio collegato al ceppo lombardo, ritiene ci siano finalmente le condizioni per chiedere al Governo un graduale ritorno alla normalità.

Le misure attualmente in vigore, per l’ordinanza adottata il 23 febbraio dalla Regione Piemonte, erano già meno restrittive rispetto a quelle previste da altre Regioni come la Lombardia, proprio alla luce della situazione piemontese decisamente più contenuta e circoscritta.

L’ordinanza attuale scadrà sabato 29 febbraio e, visto il nuovo quadro sanitario, al fine di confrontarsi sull’opportunità di sospendere o rimodulare le misure per il contenimento del coronavirus in Piemonte, il Presidente della Regione ha convocato giovedi alle 18 in Presidenza (Piazza Castello, 165) i Presidenti delle Province, i Sindaci dei Comuni capoluogo e tutti i Prefetti del territorio. Alle 19 seguirà un punto stampa.