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Coronavirus, nuovi contagi e vittime. Ma i ricoveri in ospedale sono in calo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17,30

72.529 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 72.529 (+ 1948 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: Alessandria 6.193, Asti 3.494, Biella 2.244, Cuneo 8.411, Novara 5.130 Torino 41.432, Vercelli 2.624, Verbano-Cusio-Ossola 2.165 oltre a 414 extraregione e 422 in fase di definizione.

I DECESSI DIVENTANO 5.803

Sono 84 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 5.803 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 892 Alessandria, 339 Asti, 271 Biella, 627 Cuneo, 530 Novara, 2.616 Torino, 290 Vercelli, 178 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 60 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 156.253(+2.878rispetto a ieri, di cui 1211, il 42%, sono asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 698 screening, 1282 contatti di caso, 898 con indagine in corso; per ambito: 422 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 155 scolastico, 2301 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 13.402 Alessandria, 7.138 Asti, 5.391 Biella, 21.050 Cuneo, 11.855 Novara, 84.205 Torino, 5.766 Vercelli, 5.115 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 888 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.443 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 403(1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 5.095 (- 21 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 72.423

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.468.297 (+21.540 rispetto a ieri), di cui 767.627 risultati negativi.

A Torino 9 omicidi su 15 sono femminicidi

Crescono gli episodi di violenza sulle donne in Piemonte. Rispetto a un anno fa, a Torino, 9 omicidi su 15 sono femminicidi.

La cifra è quattro volte  più alta rispetto il 2019. Si tratta dei dati del  report del Ministero dell’Interno, diffusi per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Rilevante per la nostra regione la percentuale dell’86 per cento per quanto riguarda la diffusione illecita di immagini di donne vittime del fenomeno di revenge porn. Il Piemonte è poi la terza regione in cui il provvedimento del divieto di allontanamento è stato violato per 173 volte dall’agosto 2019 all’agosto 2020. Le denunce per le violenze in famiglia e quelle sessuali sono in calo. I  maltrattamenti contro familiari e conviventi sono 582, contro i 602 di un anno fa, le violenze sessuali 113, rispetto alle 157 del 2019. Crescono gli atti persecutori, 417 contro i 399 del 2019. Per quanto riguarda gli arresti per maltrattamenti e stalking a fine ottobre erano 170, nel 2019 erano invece 102.

L’assessore regionale: “Saranno 27 le strutture sanitarie per il piano vaccini Covid”

“Saranno 27 le strutture sanitarie coinvolte nel piano vaccinazioni Covid” che la Regione sta predisponendo: lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in risposta all’interrogazione a risposta immediata del consigliere Carlo Riva Vercellotti (Fi).

Nel quesito si chiedeva “se è in fase di predisposizione e quali siano i tempi e le modalità di attuazione del programma organizzativo per la conservazione, distribuzione e somministrazione dei vaccini”. Vercellotti ha inoltre sottolineato come “sia fondamentale che il Piemonte si organizzi per essere tra le prime regioni a partire” e ha domandato inoltre “se è prevista un’unità operativa che gestisca tutte le operazioni”.

“Abbiamo fatto il punto operativo nelle ore passate – ha spiegato Icardi – redigendo già un primo piano polivalente dove si sono valutati tutti gli aspetti. Le nostre priorità riguarderanno gli operatori sanitari, sociosanitari e gli ospiti a rischio delle residenze per poi proseguire nella scala dei vaccinandi”. Icardi ha inoltre aggiunto che “il piano verrà gestito dal Dirmei. Abbiamo valutato il dimensionamento del personale che verrà coinvolto e con il Csi stiamo definendo un sistema di gestione informatica che si integri con la piattaforma covid. Abbiamo inoltre definito le modalità di stoccaggio, conservazione, somministrazione e le tempistiche complessive. Entro venerdì prossimo invieremo ad Arcuri l’aggiornamento del piano già mandato nei giorni scorsi”.

Durante la seduta sono state discusse le interrogazioni di Silvio Magliano (Moderati) su continuità dell’attività ambulatoriale anche in tempi di COVID-19, Alberto Avetta (Pd) su mercatini libero scambio, Monica Canalis (Pd) su tamponi nelle strutture residenziali e semiresidenziali, Francesca Frediani (M5s) su tutela lavoratori Auchan, Ivano Martinetti (M5s) su ripristino del servizio sulla linea Cuneo – Ventimiglia, Domenico Ravetti (Pd) su commissariamento ospedale di Alessandria, Sarah Disabato (M5s) su Bonus Piemonte per gli artigiani e Marco Grimaldi (Luv) su sospensione dei servizi di radiologia a domicilio nella Città di Torino.

No alla violenza contro le donne. La giornata internazionale a Torino e in Piemonte

Si chiama “La mia doppia faccia” la campagna fotografica  ideata e organizzata dal Consiglio regionale in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,  a  cui hanno aderito diversi artisti uomini piemontesi , a testimonianza del fatto che per aiutare le donne vittime di violenza, bisogna prima occuparsi degli uomini violenti: riconoscendoli e fermandoli.

Il messaggio istituzionale di quest’anno è infatti un avvertimento degli uomini stessi a tutte le donne, a guardare con attenzione chi si frequenta, chi si ha accanto, un invito ad osservare i piccoli gesti, il linguaggio, le intenzioni. Un appello a cogliere segnali inequivocabili  di violenze che possono mettere a rischio la salute, i sentimenti, e in qualche caso anche la vita.
Un doppio scatto fotografico per rappresentare i cambi di personalità e le numerose sfaccettature di abusi psicologici, fisici, economici e sessuali. Tra i testimonial noti che hanno prestato il loro volto alla campagna si sensibilizzazione, l’attore Fabio Troiano, il comico e conduttore televisivo Beppe Braida, l’attore e illusionista Marco Berry, i comici Marco e Mauro e i musicisti della band piemontese Bandacadabra.

“Rispondere alla violenza contro le donne è un dovere civile, un obbligo etico a cui anche le istituzioni devono rispondere – dichiara il presidente del Consiglio Stefano Allasia – Negli ultimi anni i progressi nelle politiche nazionali volte a ridurre la violenza sulle donne sono stati significativi, ma molto rimane ancora da fare. Molto spesso le donne hanno la possibilità di rendersi conto, da alcuni segnali inequivocabili, dei rischi che possono correre con un certo tipo di uomini. Riconoscere la violenza  – continua Allasia  – vuol dire saper distinguere i gesti di amore e affetto da quelli violenti, vuol dire riconoscere a se stesse di essere incappate in una relazione violenta. Dobbiamo quindi continuare a tenere gli occhi aperti su questo fenomeno intervenendo attivamente, e segnalando casi di sospetta violenza alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura, ne va del futuro benessere delle nuove generazioni e dell’equilibrio della nostra società”.
“La violenza di genere va condannata e combattuta senza riserve. Occorre respingere le suggestioni di una cultura che ha costruito su una diversità biologica una gerarchia di genere.  In questo senso, la Polizia di Stato – puntualizza il Questore di Torino, Giuseppe De Matteis – affianca alle attività della Squadra Mobile e della Divisione Anticrimine un punto di ascolto avanzato, tramite un Camper che viene collocato nelle piazze e nei mercati delle zone più popolose delle città. In questi luoghi, dove si svolge la vita quotidiana della gente, è possibile incontrare un’equipe multi disciplinare per ottenere informazioni e  segnalare episodi di violenza o maltrattamenti. Sono momenti di prevenzione importanti per promuovere una cultura basata sul rispetto e sull’uguaglianza come elemento chiave per il contrasto alla violenza di genere.”

Nel corso del 2020, nonostante il lockdown, l’attività di prevenzione e contrasto della Polizia di Stato nei confronti della violenza domestica e di genere non si è mai fermata:
120 sono stati gli ammonimenti adottati dal Questore di Torino nei primi 10 mesi del 2020; 123 le persone accolte in “una stanza per te”, dedicata specificatamente all’ascolto delle vittime di violenza di genere e domestica; 170 gli arresti tra maltrattamenti (110) e stalking (60), con un netto aumento rispetto ai primi 10 mesi del 2019, quando gli arresti per il primo reato sono stati 78 e quelli per il secondo 24.  Grazie alle chiamate in emergenza e agli interventi delle volanti, il numero degli arresti per maltrattamenti è rimasto prossochè stabile anche nei mesi del lockdown, con un picco di rilievo nel mese di maggio (15 arresti). Ben 19 sono stati gli allontanamenti d’urgenza dalla casa familiare della persona violenta, un efficace strumento di aiuto alla vittima, contro i 4  trasferimenti della persona offesa in casa protetta.

Tante altre sono le iniziative istituzionali in programma:

Polizia di Stato – Consiglio regionale: Si rinnova, anche per quest’anno la collaborazione con la Polizia di Stato attraverso  4 video interviste in cui il personale della Polizia di Stato in forza alla Questura di Torino, in particolare  specialisti del settore che operano presso la Divisione Polizia Anticrimine e presso alcuni Commissariati di P.S. territorialmente importanti, mettono a disposizione dati, storie e racconti di denunce e interventi. Viene inoltre rilanciato l’hastag ideato per la giornata #questononèamore. Link ai video Polizia di Stato:
https://youtu.be/qt835MDkV2A
https://youtu.be/VAzvIuO2mZE
https://youtu.be/C64Sd1m6i-8
https://youtu.be/L2dgUFwxnnw

SOS donna  – Consiglio regionale:  “Ti rispetto”: dieci domande ai giovani sulla violenza psicologica. Il lockdown non ferma SOS donna, il portale web contro le violenze di genere  che, attraverso un questionario online, sonda la conoscenza dei giovani sulla violenza psicologica. 10 domande rivolte ai giovani tra i 15 e i 20 anni delle scuole superiori e dei primi due anni dell’università, per ‘smascherare’ atteggiamenti presenti tra i giovani che non vengono immediatamente percepiti per quello che realmente sono: atti di abuso psicologico, forma di sopraffazione meno riconoscibile di quella fisica. La compilazione, già in corso sul sito www.sos-donna.it, è in forma anonima e individuale. Unici dati richiesti: Sei una ragazza? Sei un ragazzo? Quanti anni hai? Ci sarà tempo per compilare fino al 15 marzo 2021. I dati  saranno resi noti ad aprile 2021.  Alla stesura del questionario hanno lavorato, in particolare, l’équipe psicologica e le esperte di comunicazione di Agar e del Soroptimist Club di Asti. Fondamentale l’apporto delle forze dell’ordine (Questura e Carabinieri di Asti) nei cui fascicoli finiscono anche le segnalazioni e denunce delle vittime di violenza psicologica.
Le sei  consigliere regionali  protagoniste di una clip con un messaggio dedicato alla prevenzione e al contrasto della violenza anche attraverso il rilancio della campagna social #rispettaladonna #nemmenoconunfiore #nonsologgi
“Ai tempi del lockdown la violenza di genere si sta purtroppo affermando come un’emergenza nell’emergenza. La sopraffazione sulla donna in tutte le sue forme – fisica, verbale, psicologica e comportamentale – si perpetua spesso all’interno delle famiglia e la condizione di isolamento domestico a causa della pandemia non fa che amplificare questo piaga sociale che dobbiamo continuare a denunciare a gran voce”, afferma Ornella Toselli, presidente della Consulta femminile regionale. “Proprio la situazione della donna al tempo del Covid sarà la tematica portante dell’attività della Consulta per il 2021 e la volontà è quella di approfondire anche la comprensione delle condizioni di disagio ed emarginazione che possono essere alla radici della violenza di genere per facilitare l’individuazione di percorsi di prevenzione e buone pratiche”.
Panchina rossa a Palazzo Lascaris, il simbolo del posto occupato da una donna che è non c’è più, portata via dalla violenza. Anche quest’anno, il Consiglio regionale dedicherà uno spazio nel cortile d’onore di Palazzo Lascaris alla panchina simbolo della giornata.
Palazzo Lascaris sarà illuminato di rosso per ricordare le vittime di femminicidio, le sere del 24 e del 25 novembre.

 

INTESA SANPAOLO: CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE 1,7 MILIONI DI EURO DAL FONDO DI BENEFICENZA

 

In tutta Italia 17 i progetti sostenuti dal Fondo

La lotta contro la violenza sulle donne è uno dei temi portanti del biennio 2019-2020

 

Il 25 novembre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Fenomeno acuito dal confinamento: +73% le chiamate al numero antiviolenza 1522

Milano/Torino, 24 novembre 2020 – In occasione della Giornata internazionale contro la violenza delle donne (25 novembre) Intesa Sanpaolo ricorda il suo contributo per contrastare il fenomeno. Da gennaio 2019 a oggi, il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale, in capo alla Presidenza del Gruppo, ha destinato 1,7 milioni di euro, il 10% circa della sua dotazione, a progetti di contrasto alla violenza contro le donne. I progetti sostenuti dal Fondo si rivolgono a sostenere le donne e i minori con servizi di assistenza, supporto e accoglienza.

Benché il contrasto alla violenza sulle donne sia stato individuato come prioritario nel 2018 e inserito tra le linee strategiche di intervento 2019-2020 per indirizzare le proprie erogazioni liberali, il fenomeno è divenuto ancora più drammatico con l’esplosione della pandemia: il lockdown ha, infatti, inciso in modo significativo sul fenomeno della violenza domestica, a causa dell’isolamento sociale e della crisi economico-finanziaria, che hanno esacerbato le tensioni intra-famigliari. Le chiamate al numero antiviolenza 1522 sono aumentate del 73% durante il lockdown e le donne vittime che hanno chiesto aiuto del 59%. Il 45,3% delle vittime ha paura per la propria incolumità o di morire; il 72,8% non denuncia il reato subito; nel 93,4% dei casi la violenza si consuma tra le mura domestiche. (Dati Istat 2020)

I progetti sostenuti dal Fondo di Beneficenza nel 2020

I Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus realizzano a Torino e Pinerolo il progetto “HELP SOS” con l’obiettivo di favorire l’emersione del fenomeno della violenza sulle donne, mediante l’aumento degli sportelli antiviolenza in luoghi strategici ad alta frequenza (università, supermercati, ospedali, ecc.), e di potenziare gli spazi di accoglienza in emergenza per dare una risposta immediata ed efficace alle richieste di aiuto delle donne che subiscono violenza, accogliendole in specifici spazi a indirizzo segreto. Le beneficiarie sono circa 100 donne.

A Pavia il progetto “A.I.U.T.O.” di LiberaMente – Percorsi di donne contro la violenza Onlus intende potenziare i servizi di assistenza e sostegno alle donne che si rivolgono al centro antiviolenza gestito dall’ente; strutturare/implementare servizi specifici finalizzati all’orientamento e al re-inserimento lavorativo e al supporto per l’autonomia abitativa; potenziare i servizi di sostegno psicologico e di consulenza legale gratuita fornita da avvocati in ambito civile e penale. Le beneficiarie sono 130 donne utenti del centro antiviolenza e/o ospitate in strutture protette.

Nella provincia di Reggio Emilia, l’Associazione Nondasola Donne insieme contro la violenza Onlus sta realizzando il progetto “Passo dopo passo. Sostegno ai percorsi di autonomia delle donne in uscita da situazioni di violenza domestica” che mira a favorire la costruzione e la realizzazione di percorsi individualizzati di uscita dalla violenza per le donne e i loro figli/e attraverso azioni di orientamento al lavoro ed esperienze professionalizzanti; supporto alla relazione madre-figli/e promozione della salute e del benessere psico-sociale. Le beneficiarie sono 140 donne italiane e migranti.

In alcune province e città delle Marche e dell’Emilia Romagna, la Cooperativa Sociale Labirinto porta avanti il progetto “L’ARMADIO” – Modello territoriale integrato di supporto alle vittime di violenza ed ai perpetratori” per promuovere l’incremento generalizzato delle competenze sul tema della violenza assistita, generare cambiamenti significativi nelle politiche pubbliche di intervento sui/sulle minori e attivare un coordinamento interregionale e una forte integrazione fra i Servizi e le organizzazioni che si occupano degli adulti e i Servizi e le Organizzazioni che si occupano dei minori, inclusi i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio, per evitare interventi contraddittori e frammentati. Inoltre, vuole promuovere la sperimentazione di nuovi servizi sia a favore dei minori vittime di violenza che dei maltrattanti, passando per la ricostruzione della relazione figli-genitori. I beneficiari sono circa 450 persone tra donne vittime di violenza, i loro figli, uomini maltrattanti e operatori specializzati.

Il progetto “LIBERE DA, LIBERE PER” di Differenza Donna – Associazione di donne contro la violenza alle donne garantirà immediata protezione a donne vittime di tratta e di sfruttamento sessuale nel Lazio, assicurando loro accesso alla salute, alla giustizia, al reinserimento socio-lavorativo nonché al pieno recupero di autonomia. Assicurerà un’accoglienza h24 e continuità di sostegno per tutte le donne, accolte e ospiti, tramite colloqui strutturati, consulenza medica sui danni psico-fisici conseguenti la violenza, assistenza nelle procedure legali, percorsi di alfabetizzazione e accompagnamento all’inserimento lavorativo e abitativo sino ad arrivare alla piena autonomia. Le beneficiarie sono circa 70 donne.

A Roma, Napoli e Cosenza WeWorld Onlus porterà avanti il progetto “Spazio Donna Italia”. Gli Spazi Donna sono luoghi di aggregazione e socializzazione per le donne che vivono in contesti difficili dove possono seguire percorsi per la cura di sé e degli altri, completare gli studi (conseguendo la licenza media) e intraprendere percorsi di formazione lavorativa. A ogni donna che vuole iniziare un percorso personale viene offerta la possibilità di usufruire dell’area adibita alla Child Care, dove educatrici e psicologhe seguono i bambini e, attraverso il gioco, riescono molto spesso a individuare situazioni familiari gravi in cui vivono. I beneficiari sono oltre 500 donne tra i 15 e i 55 anni e almeno 200 bambini/e tra gli 0 e gli 8 anni.

 

Previsto dallo Statuto di Intesa Sanpaolo, il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale fa capo alla Presidenza della Banca e permette di stanziare una quota degli utili alla beneficenza e al sostegno di progetti di solidarietà, utilità sociale e valore della persona. In coerenza con gli obiettivi del Codice Etico del Gruppo, l’obiettivo è condividere con la comunità l’attenzione alla persona, ai diritti umani, alla solidarietà economica e sociale, allo sviluppo sostenibile, alla conservazione dell’ambiente e la promozione delle iniziative culturali a favore delle fasce svantaggiate. Le erogazioni, assegnate sulla base di selezioni secondo puntuali meccanismi predefiniti prevedono liberalità territoriali (fino a un importo massimo di euro 5.000), indirizzate al sostegno di progetti e iniziative di impatto locale, e liberalità centrali riferite al sostegno di progetti di più ampio rilievo. L’attività si svolge all’interno dell’adesione del Gruppo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 

Per ulteriori informazioni:

https://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/banca_e_societa/ita_fondo_beneficenza.jsp

 

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Gli assistenti sociali piemontesi: “L’emergenza sanitaria ha acuito le criticità di un sistema migliorabile”

25 novembre, Torino. L’emergenza generata dall’epidemia di coronavirus ha aumentato gli episodi di violenza sulle donne, poiché spesso la violenza avviene dentro la famiglia. E se i membri non hanno possibilità di uscire dal contesto familiare, sono inevitabilmente più esposti a ciò che accade all’interno delle abitazioni.

Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) identifica gli ingranaggi di un sistema messo in difficoltà dell’emergenza: “Le disposizioni normative in materia di distanziamento sociale utili a contenere il contagio si sono rivelate un elemento ostacolante l’accoglienza delle vittime. È più difficile depositare una denuncia, occorre più tempo per farsi refertare gli esiti della violenza, colleghi impegnati nel settore segnalano la difficoltà a sottoporre le donne al tampone in tempi brevi per procedere con l’ingresso in struttura, la scarsa disponibilità di posti, agenti delle Forze dell’Ordine ridotti di numero perché malati”.

Cinzia Spriano (consigliera dell’Ordine ed esperta in materia) dichiara: “Nel rispetto delle prescrizioni emergenziali previste, i servizi socio-assistenziali – essendo essenziali – sono aperti, e garantiscono l’operatività e il funzionamento in questa seconda ondata come nella prima. Anche i centri antiviolenza e le case rifugio sono attivi. Tuttavia, sono emerse criticità nella fase di accoglienza della donna e anche di messa in protezione, ad esempio con la convalida di arresti (che in alcuni casi sono stati coordinati “da remoto”). Si è registrata una diminuzione delle denunce da parte delle donne in primavera, riprese poi nell’estate dove si sono registrati aumenti di notizie di reato che riguardano principalmente il delitto di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) e di “atti persecutori” (art. 612 bis c.p.). Se ne deduce che le vittime hanno avuto meno occasioni per poter accedere ai commissariati o alle caserme, perché non potevano uscire a causa dell’emergenza sanitaria ed erano più controllate. Servono procedure più coordinate tra servizi sociali e Forze dell’Ordine. Il sistema dei servizi esiste e sta in piedi, ma in questo periodo di crisi si sono acuite pericolosamente le problematiche già esistenti e da tempo segnalate a livello politico”.

“I Centri antiviolenza e le Case rifugio – ricorda Barbara Rosina – costituiscono il fulcro della rete territoriale nei percorsi di accompagnamento delle donne nella fuoriuscita dal circuito della violenza. In Piemonte sono attivi 20 Centri antiviolenza, 81 sportelli, 12 Case rifugio per le donne vittime di violenza e di maltrattamenti. I finanziamenti regionali convogliano quasi esclusivamente nel supporto dei centri, mentre sono scarsi per i servizi sociali che quotidianamente operano in aiuto di donne vittime appartenenti a contesti multiproblematici. Senza dimenticare la necessità di lavoro di prevenzione da fare con i giovani (educazione sentimentale, percorsi che aiutino i genitori ad accompagnare i figli alla parità di genere), un ulteriore sostegno è necessario inoltre per l’attivazione di percorsi di rieducazione degli uomini autori di violenza, in particolare sul piano della prevenzione, già previsto nel Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020. Ricordiamo che il Dipartimento per le pari opportunità, come raccomandato nell’art. 16 della Convenzione di Istanbul, riserva specifiche risorse per il sostegno di programmi di prevenzione, recupero e trattamento per uomini maltrattanti per prevenire la recidiva e per favorire l’adozione di comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali. Occorre lavorare affinché anche questi percorsi siano accessibili su tutti i territori, ne discuteremo il prossimo 30 novembre nel corso di una tavola rotonda nella quale si rifletterà sugli interventi legati al recupero degli autori di violenza.”.

Conclude la Presidente dell’Ordine Assistenti sociali del Piemonte Barbara Rosina: “Ci associamo alle parole del Premier Conte pronunciate nella giornata di ieri al Senato durante l’evento “Dalla parte delle donne. Il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza”, organizzato dalla Commissione d’inchiesta sul femminicidio. Riteniamo fondamentale il ruolo della politica nel guidare ed indirizzare una comunità nazionale con la massima fermezza, affidandosi agli esperti che, oltre che dialogare con la società, possono offrire alla politica stessa una più completa consapevolezza. Ciò può garantire un rafforzamento della osmosi tra sistemi ed istituzioni e società civile sul tema dei diritti alimentando un circolo virtuoso tra i diversi poli. Solo una politica adeguatamente formata e informata su questi temi può agire in maniera efficace. Gli assistenti sociali non si tirano indietro, le loro competenze e conoscenze sono a disposizione delle istituzioni, della società e della politica per lavorare in termini di prevenzione, formazione ed informazione a favore dei diritti delle vittime e di quelli degli autori di violenza e della società nel suo complesso”.

 

la Regione propone di tassare le piattaforme di e-commerce. L’opposizione: “ennesimo annuncio”

Aumentare l’aliquota dal 3% al 15% sui fatturati delle grandi piattaforme di e-commerce e raddoppiarla fino al 30% per quelli maturati durante l’emergenza Covid-19, ma anche prevedere un risarcimento dell’80% del fatturato del 2019 per i negozi sottoposti alle limitazioni dell’attività a causa dell’emergenza sanitaria.

Questa in sintesi la proposta della Regione Piemonte che chiede di modificare la normativa nazionale in materia di Web Tax, “per garantire condizioni di parità commerciale tra i colossi delle vendite on line e i negozi penalizzati durante la pandemia”.

Il Piemonte propone anche la creazione di un fondo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel quale far confluire il gettito delle maggiori entrate da destinare interamente alle attività commerciali di prossimità attraverso le Regioni.

La ratio è semplice, ovvero far partire tutti dallo stesso punto, in uno scenario in cui l’e-commerce nei primi mesi di quest’anno ha fatto registrare +31% anche grazie al fatto che i negozi erano chiusi a causa del Covid” ha spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio, in una conferenza stampa con gli assessori al Commercio, Vittoria Poggio, ai Rapporti col Consiglio e agli Affari Legali, Maurizio Marrone e il vicepresidente, Fabio Carosso. “Si è creata una distorsione della libertà di concorrenza e dell’equilibrio del mercato – ha aggiunto il presidente Cirio -. Mentre con la legge che propone il Piemonte entrerebbero nelle casse dello Stato 2,5 miliardi di euro, contro i circa 700 milioni previsti con l’aliquota attuale al 3%Chiediamo che i ricavi della Web Tax Covid siano destinati interamente alle piccole attività commerciali, le botteghe artigiane, i nostri negozi di vicinato, colpiti duramente dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. È una questione di giustizia economica e di rispetto della concorrenza”.

La legge proposta dal Piemonte ha come obiettivo le grandi piattaforme online con ricavi pari o superiori a 750 milioni di euro. In questo modo la Regione punta a garantire un sostegno alle attività commerciali colpite dalle chiusure, ma anche a chi è rimasto aperto danneggiato, però, dalla contrazione del mercato.

La Giunta ha annunciato anche l’avvio dal 1 dicembre fino a marzo 2021 di una campagna di comunicazione – attraverso spot tv e radio, redazionali e affissioni – per invogliare i consumatori a fare acquisti nei negozi tradizionali, in collaborazione con Ascom, Confcommercio, Uncem, Unioncamere Piemonte e Sistema Camerale, Confesercenti e Visitpiemonte.

Vogliamo tenere le luci accese di tante attività – ha detto l’assessore al Commercio, Vittoria Poggio – vogliamo tenere vivo il nostro tessuto produttivo che ha un valore attrattivo anche per il turismo. Una luce accesa è anche sinonimo di sicurezza nelle nostre città. Utilizzeremo dei testimonial per sensibilizzare i consumatori a fare acquisiti nei negozi tradizionali dove troviamo rapporti umani e di relazione che fanno bene alle persone”.

Non sappiamo quando arriveranno le ricadute del Recovery Plan – ha aggiunto l’assessore ai Rapporti col Consiglio e agli Affari Legali, Maurizio Marrone – ma siamo sicuri che il nostro obiettivo deve essere quello di arrivare vivi a quel momento e con le serrande alzate. Inizieremo presto con tutti i gruppi consiliari l’approfondimento necessario per arrivare a una approvazione che ci confermi prima Regione in Italia a presentare questo stimolo al Parlamento nazionale. Basta vantaggi per i giganti del web a discapito del nostro interesse nazionale e territoriale”.

Questa proposta vuole dare un segnale forte di attenzione ai nostri negozi che più di altri stanno pagando per il lockdown – aggiunge il vicepresidente Fabio Carosso -. I centri storici e i piccoli comuni restano vivi con la presenza delle attività commerciali che sono la linfa delle nostre comunità e che spesso sono riconosciute come eccellenze della Regione”.

LO SCENARIO ECONOMICO LOCALE

Un’indagine della Camera di Commercio di Torino sui consumi delle famiglie segnala nel primo semestre 2020 una contrazione ai livelli del 2015, con cali generalizzati soprattutto nei generi non alimentari (-7,8% rispetto al I semestre 2019) accanto a una contrazione del 5,3% della frequentazione di negozi di vicinato (dal 26,8% al 21,5%).

LO SCENARIO ECONOMICO DELL’E-COMMERCE

Nel periodo pandemico (considerando i primi 9 mesi del 2020) il comparto dell’e-commerce ha registrato a livello mondiale +31,3% di fatturato. Secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, il commercio elettronico in Italia vale circa 31 miliardi. Nel 2019, infine, circa la metà dell’utile ante imposte delle multinazionali di settore è tassato in Paesi a fiscalità agevolata: ciò ha permesso un risparmio fiscale cumulato, nel periodo 2015/2019, di oltre 46 miliardi a livello planetario.

 

A stretto giro di posta la  replica dei Presidenti dei Gruppi di Opposizione: Raffaele Gallo (Pd), Sean Sacco (M5S), Marco Grimaldi (Luv), Mario Giaccone (Lista Monviso), Silvio Magliano (Moderati)“Ennesimo annuncio a cui non seguirà un fatto concreto. Cirio si occupi del Piemonte”

“Ma quale tassa piemontese per Amazon. Ecco in scena ennesimo bluff. Cirio si occupi del Piemonte, e con i suoi poteri ordinari eviti nuovi lockdown. Evitiamo di prendere in giro i commercianti” dichiarano i Presidenti dei Gruppi di Opposizione in Consiglio regionale Gallo, Giaccone, Grimaldi, Magliano e Sacco

“Il Presidente Cirio lasci al livello nazionale gli interventi fiscali, anche perché la sua proposta di modifica alla web tax arriva davvero fuori tempo massimo, difficilmente applicabile retroattivamente a questo lockdown. Per fortuna il Governo sta già intervenendo nell’ambito di norme nazionali e europee, con la legge di Bilancio di quest’anno” precisano i Presidenti dei Gruppi di opposizione.

“La conferenza stampa della Giunta di centrodestra è l’ennesimo annuncio al quale non seguirà alcun risultato concreto e che, purtroppo genererà solo aspettativa. E’ un modo per spostare l’attenzione dai problemi del territorio piemontese, problemi che Cirio, invece, dovrebbe impegnarsi a risolvere” concludono i Presidenti.

 

Covid: altre vittime. I nuovi contagi sono 2070, i guariti 1845

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

70.581 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 70.581 (+ 1845 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: Alessandria 6.143, Asti 3.421, Biella 2.181, Cuneo 7.983, Novara 5.070 Torino 40.418, Vercelli 2.570, Verbano-Cusio-Ossola 2.060, oltre a 377 extraregione e 358 in fase di definizione.

I DECESSI DIVENTANO 5.719

Sono 73 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 5.719 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 880 Alessandria, 335 Asti, 266 Biella, 615 Cuneo, 521 Novara, 2.588 Torino, 282 Vercelli, 176 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 56 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 153.375 (+2.070rispetto a ieri, di cui 722, il 35%, sono asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 511 screening, 878 contatti di caso, 681 con indagine in corso; per ambito: 218 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 111 scolastico, 1741 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 13.115 Alessandria, 7.038 Asti, 5.332 Biella, 20.432 Cuneo, 11.615 Novara, 82.836 Torino, 5.697 Vercelli, 4.982 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 883 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.445 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 404 (+5 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 5.116 (+4 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 71.555

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.446.757 (+14.536 rispetto a ieri), di cui 761.929 risultati negativi.

Scoperta organizzazione che favoriva l’immigrazione e la permanenza illegale di clandestini

Carabinieri stanno eseguendo otto misure cautelari

Dall’alba, in tutto il Piemonte ed in altre località del territorio nazionale, oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica – Gruppo criminalità organizzata comune e sicurezza urbana – nei confronti di 6 stranieri e 2 italiani (6 in carcere e 2 obblighi di presentazione alla P.G.), ritenuti responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della permanenza illegale sul territorio nazionale. Le indagini hanno consentito di individuare un gruppo di stranieri che, con la collaborazione di due italiani, ospitava illecitamente e a fini di lucro, numerosi clandestini, anche minorenni, provenienti dal Pakistan, India e Bangladesh, accompagnati successivamente in auto oltre il confine francese o austriaco, attraverso i valichi del Monginevro e del Brennero.

Nel corso dell’indagine sono già state denunciate, per gli stessi reati, 67 persone e ne sono state sottoposte 7 a misura cautelare.

Dehors gratuiti prorogati al 31 marzo per bar e ristoranti. Fino al 31 gennaio anche per altri negozi

Il Consiglio Comunale ha approvato una delibera, illustrata dall’assessore al Commercio, Alberto Sacco, grazie alla quale viene prorogato il piano straordinario di occupazione suolo pubblico per l’utilizzo dei dehor, approvato nel maggio scorso, e contenente misure temporanee e straordinarie, finalizzate ad accompagnare le attività economiche dopo il periodo di chiusura imposto dall’emergenza sanitaria.

Il piano è prorogato alla data del 31 marzo 2021 a favore degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, comprese le strutture alberghiere che svolgono attività di questo tipo.

La proroga è concessa invece fino al 31 gennaio 2021 anche alle altre categorie economiche allo scopo di consentire la possibilità di utilizzare tali spazi per l’esposizione di addobbi natalizi, consentire l’attesa ai clienti e l’eventuale confezionamento delle merci acquistate.

I dehor, per i quali sarà prevista la gratuità dell’occupazione, potranno essere riscaldati con impianti a gas o elettrici.

Con lo stesso atto viene confermata la procedura semplificata per l’occupazione del suolo pubblico da parte di titolari di pubblici servizi di somministrazione e di altre attività economiche, tramite una comunicazione attraverso la posta certificata (PEC).

La delibera è stata approvata grazie anche ad emendamenti proposti dalla consigliera Maria Grazia Grippo (PD) e del consigliere Andrea Russi (M5S).

Piemonte, contagi e ricoveri in calo. Ma ci sono altre vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

68.736 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 68.736 (+ 1738 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: Alessandria 6021, Asti 3.294, Biella 2.126, Cuneo 7.727, Novara 5.020 Torino 39.311, Vercelli 2.547, Verbano-Cusio-Ossola 1.963, oltre a 377 extraregione e 350 in fase di definizione.

I DECESSI DIVENTANO 5.646

Sono 81 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 10 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 5.646 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 862 Alessandria, 332 Asti, 266 Biella, 605 Cuneo, 516 Novara, 2.553 Torino, 282 Vercelli, 174 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 56 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 151.305 (+1.730 rispetto a ieri, di cui 610, il 35%, sono asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 457 screening, 680 contatti di caso, 593 con indagine in corso; per ambito: 162 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 100 scolastico, 1468 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 13.030 Alessandria, 6.934 Asti, 5.286 Biella, 19.920 Cuneo, 11.508 Novara, 81.759 Torino, 5.643 Vercelli, 4.919 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 872 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.434 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 399 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 5.112 (-20 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 71.412

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.432.221 (+13.529 rispetto a ieri), di cui 755.717 risultati negativi.

Tamponi, la Regione : “il Piemonte ne farà ancora di più”

In Piemonte ci sono 32 laboratori per processare i tamponi molecolari e 70 hotspot, 21 dei quali dedicati ai tamponi rapidi:

da questi dati, aggiornati al 20 novembre, è partita la ricostruzione dell’attività di implementazione dei laboratori di analisi e di allestimento delle strutture straordinarie per la somministrazione dei tamponi da parte dell’assessore alla Ricerca per l’emergenza Covid Matteo Marnati, che ha svolto un’informativa davanti al gruppo di lavoro della quarta Commissione, presieduto da Daniele Valle.
“Grazie all’implementazione della rete dei laboratori – ha detto l’assessore – nella fase 2 dell’emergenza abbiamo ampiamente superato il fabbisogno stimato di 11 mila tamponi giornalieri, calcolato in base alla popolazione piemontese. Stiamo continuando a lavorare per aumentarne la dotazione, a breve arriveranno tre nuove linee aperte per l’ospedale di Biella, il Mauriziano di Torino e l’Asl To3, che consentiranno di effettuare ulteriori 1500 tamponi al giorno”.
Nella fase 1 è stato decisivo il ruolo dei laboratori privati, che hanno garantito circa un quarto dell’intera produzione diagnostica, mentre nella fase 2 i laboratori Arpa e Upo dell’Aso di Novara stanno svolgendo una funzione fondamentale a copertura dei fabbisogni dei laboratori delle Asl, con una capacità di processare oltre 1000 tamponi giornalieri ciascuno.
Riguardo l’andamento dei tamponi rapidi, come per i tamponi molecolari viene effettuato un conteggio settimanale per Provincia di quelli eseguiti dalle Asl, cui vanno aggiunti quelli effettuati nei Pronto Soccorso, nei laboratori privati e dai medici di medicina generale: ad oggi ne sono stati caricati in piattaforma circa 100 mila e l’andamento generale indica un trend in aumento, a parte Asti, Vercelli e il Verbano Cusio Ossola, dove i numeri sono ancora bassi.
“Distribuiremo i tamponi rapidi anche alle società pubbliche – ha precisato Marnati – che li gestiranno in autonomia e i cui risultati verranno caricati sulla piattaforma Covid, così come quelli di aziende private, Residenze sanitarie assistite, strutture per disabili, per minori e carceri.
Domenico Rossi (Pd) ha rilevato che nella prima fase dell’emergenza il numero di tamponi processato in Piemonte è stato nettamente inferiore a quello di altre Regioni e che la rete dei laboratori è stata potenziata solo dopo la diffusione del virus all’interno delle Rsa: “Una situazione che è continuata anche nella fase 2 – ha sottolineato – fino alla metà di ottobre. Questa decisione non ha influito sulla crescita dei contagi e il numero dei ricoverati?”.
Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto chiarimenti in merito a numeri e tempistiche di consegna dei tamponi rapidi in provincia di Vercelli, dove attualmente ne sono arrivate solo poche migliaia, nonché aggiornamenti sulla possibilità di test diagnostici rapidissimi, su cui il Veneto sta già lavorando e che anche altre Regioni stanno promuovendo.
Marco Grimaldi (Luv) ha domandato quando si riprenderà a fare tamponi ai conviventi asintomatici di positivi accertati, mentre Francesca Frediani (M5s) ha chiesto precisazioni sul caricamento dei dati dei tamponi processati sulla piattaforma Covid e sulla comunicazione degli esiti ai cittadini.
Infine, requisiti dei tamponi rapidi e numero di tamponi acquistati direttamente dai privati sono stati oggetto delle domande di Alessandro Stecco e Gianluca Gavazza(Lega).