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Gigafactory di Stellantis: Appendino e Cirio scrivono a Draghi

LA LETTERA SIGLATA ANCHE DAI RAPPRESENTANTI  DEL MONDO PRODUTTIVO E DEL LAVORO 

Ieri pomeriggio, con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai ministri Giorgetti e Cingolani, la sindaca della Città di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – insieme ai rappresentanti del mondo delle imprese (Confindustria Piemonte, Confapi Piemonte, Unione industriale Torino, Api Torino, Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Torino) e alle organizzazioni sindacali (Fiom Cgil Torino, Fim Cisl Torino, Uilm Uil Torino) – hanno chiesto al premier Draghi “un incontro per meglio rappresentare le grandi opportunità del territorio in modo che possa ben comprendere perché Torino è la sede naturale della Gigafactory di Stellantis” e, al Governo, di “adoperarsi in maniera concreta e fattiva per sostenere la candidatura del capoluogo piemontese”.

Covid, ok all’uso dei tamponi salivari

Il test è stato messo a punto dai ricercatori del Centro di Biotecnologie Molecolare dell’Università di Torino.

La nuova metodica verrà utilizzata inizialmente per lo screening nelle strutture residenziali e semi-residenziali per disabili.

In Piemonte inizia l’utilizzo dei tamponi salivari per lo screening finalizzato a individuare la presenza del Covid-19. Il test è stato messo a punto dai ricercatori del Centro di Biotecnologie Molecolare dell’Università di Torino, in linea con la sperimentazione in questo ambito dello scorso anno. Sarà dunque possibile disporre di un nuovo test affidabile per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2.

In una prima fase, l’uso di questa metodica verrà riservata alle persone con disabilità, ospiti di strutture residenziali o semirendenziali (418, con circa 6.000 ospiti in tutta la regione), dove, secondo una circolare del ministero della Salute dell’8 maggio scorso, il controllo sulla diffusione del virus deve essere effettuato almeno una volta al mese.

Nel protocollo che l’Unità di crisi ha inviato ai gestori di queste strutture e agli Enti gestori delle Politiche sociali si legge come come i test salivari presentino, a fronte di una sensibilità media non molto inferiore in termini di precisione a quella dei tamponi naso-faringei, una serie di indubbi vantaggi, dalla minor invasività alla facilità di esecuzione. Il sistema rappresenta dunque una valida alternativa per le persone che, come appunto i disabili, possono presentare una minor tollerabilità ai tamponi naso-faringei, tanto che a volte è molto difficile il prelievo.

I test salivari non danno tuttavia un risultato immediato, ma devono essere processati presso un laboratorio, come quelli molecolari.

Il protocollo prevede che le Asl provvedano al ritiro e alla consegna dei campioni presso il centro abilitato che è stato per ciascuna di esse individuato: l’Amedeo di Savoia per l’Asl Città di Torino; il laboratorio della To3, per l’omonima Asl; l’Istituto Zooprofilattico per la To4; Candiolo per la To5; il Centro Antidoping e l’Arpa per le Asl Cn1 e C2; l’Università del Piemonte Orientale per le Asl di Asti e Alessandria; il Maggiore della Carità di Novara per le Asl di Novara, Vercelli, Biella e Vco.

«Già la prossima settimana – dichiara l’assessore alla ricerca applicata Covid, Matteo Marnatisaremo pronti a partire con questo importante strumento di tracciamento del virus, che ha la caratteristica di essere molto meno invasivo dei tamponi naso-faringei. Ci permetterà quindi di proseguire con maggior facilità con l’attività di screening nei disabili, con la possibilità di valutare una eventuale sua estensione anche ai minori a settembre, per la riapertura delle scuole. Ne abbiamo già acquisiti 60.000 pezzi, ma siamo pronti ad ulteriori approvvigionamenti».

«Siamo di fronte ad un altro passo avanti importante – sottolineano l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi,ealle Politiche sociali,Chiara Caucino – per garantire la sicurezza delle nostre strutture con uno sguardo attento alle specifiche esigenze di chi, in una condizione di maggiore fragilità, può avere più difficoltà a sottoporsi spesso a un tampone nasale».

Il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, aggiunge: «Una nuova iniziativa frutto dalla relazione virtuosa tra Università, Regione Piemonte e soggetti impegnati sul territorio a combattere il Covid-19. Ancora una volta, UniTo ha messo a disposizione le sue competenze scientifiche, i laboratori e gli strumenti per la predisposizione di un nuovo test, efficace nell’identificare la presenza del Coronavirus. La possibilità di rendere disponibili nuovi test salivari per la popolazione più fragile, che in alcuni casi presenta una minor tollerabilità ai tamponi naso-faringei, presenta una serie di indubbi vantaggi che promuove il benessere personale. Come Ateneo, siamo profondamente orgogliosi di continuare a dare un contributo importante alla lotta contro la pandemia».

Covid, il bollettino di lunedì 5 luglio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 15 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui dopo test antigenico), pari allo 0,1 % di 11.341 tamponi eseguiti, di cui 8.443 antigenici. Dei 15 nuovi casi, gli asintomatici sono 7 (46,7%).

I casi sono così ripartiti: 5 screening, 8 contatti di caso, 2 con indagine in corso; per ambito: 0 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 0 scolastico, 15 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 367.087 così suddivisi su base provinciale: 29.607 Alessandria, 17.500 Asti, 11.535 Biella, 52.959 Cuneo, 28.279 Novara, 196.470 Torino, 13.749 Vercelli, 12.986 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.499 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono (-rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 83 (-11 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 657.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5. 506.886 (+11.341rispetto a ieri), di cui 1.793.999 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.696

Per il settimo giorno consecutivo nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

354.643 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.643 (+44 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.977 Alessandria, 16.764 Asti, 11.043 Biella, 51.446 Cuneo, 27.292 Novara, 190.481 Torino, 13.185 Vercelli, 12.600 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.437 extraregione e 2.418 in fase di definizione.

Appendino 94^ nella classifica dei sindaci del Sole 24 Ore

Luca Zaia e Antonio Decaro si confermano anche nel 2021 gli amministratori locali dal più elevato indice di gradimento in Italia,

rispettivamente con il 74% dei consensi per il presidente della Regione Veneto e con il 65% per il sindaco di Bari, nella rilevazione annuale realizzata da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore pubblicata sul Sole 24 Ore di lunedì 5 luglio. Dietro di loro, però, dodici mesi dopo, il quadro dei leader più popolari risulta in forte movimento. Tra i governatori si segnala lo scatto di Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, PD) che, con una crescita del 6%, raggiunge quota 60% e scalza dal secondo posto Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, Lega), il quale tra l’altro deve condividere il terzo gradino del podio con Vincenzo De Luca (Campania, PD) entrambi al 59%; nei top five, al quarto posto il governatore ligure Giovanni Toti (centrodestra) al 56% e al quinto posto Alberto Cirio (Piemonte, centrodestra) al 52,5%. Tra i sindaci emerge il secondo posto di Luigi Brugnaro (Venezia, centrodestra) al 62% segnando un balzo di +7,9%, seguito al terzo da Giorgio Gori (Bergamo, centrosinistra) ex aequo con Marco FIORAVANTI (Ascoli Piceno, centrodestra) entrambi al 61% ma con il Sindaco di Bergamo in crescita del 5,7%.

 

E’ quanto emerge dalla nuova edizione della tradizionale indagine annuale “Governance Poll”, effettuata da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore e pubblicata lunedì 5 luglio. Un sondaggio che coglie i trend degli amministratori locali 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia, in una fase che oggi non è più dominata dai contagi e dalla crisi economica, ma dalle prospettive di ripresa di tutte le attività grazie al crescendo della campagna di vaccinazione.

 

Nel caso dei governatori, se il confronto si sposta dal risultato 2020 a quello del giorno di elezione spiccano le performance di Luca Zingaretti (Lazio) che guadagna +10 punti, di Nello Musumeci (Sicilia, +9,2) e dello stesso Bonaccini (+8,6). In ribasso, invece, le quotazioni di Donatella Tesei (Umbria), rispetto sia allo scorso anno sia al giorno delle elezioni.

 

Il termometro della popolarità dei sindaci evidenzia, nel confronto tra il 2021 e il giorno delle elezioni, due gruppi di situazioni critiche. Il primo è quello dei sindaci delle grandi città del Sud alle prese con conti in dissesto e paralisi amministrative: agli ultimi tre posti della graduatoria delle 105 città capoluogo ci sono infatti Salvo Pogliese (Catania, 30% dei consensi), Luigi De Magistris (Napoli, 35%) e Leoluca Orlando (Palermo, 39%). L’altro fronte traballante è, più in generale, quello delle metropoli: Dario Nardella (Firenze, 57%) e Virginio Merola (Bologna, 54,6%) continuano a cavarsela egregiamente, ma Beppe Sala (Milano) si ferma per la prima volta sotto al 50% occupando un opaco 81° posto (-2,7%), mentre le sindache Cinque Stelle Virginia Raggi (Roma) e Chiara Appendino (Torino) coabitano alla casella numero 94 con il 43% di gradimento, con la Raggi che cala del 24,2% e l’Appendino dell’11,6%.

 

Il logorio amministrativo – che, per esempio, ha colpito in pieno Federico Pizzarotti (Parma, 97° posto) allontanandolo dalle prime posizioni occupate qualche anno fa – non intacca il favore di Clemente Mastella (Benevento), che arriva alla fine del primo mandato da sindaco con un solido 59,5%. Le difficoltà della vita amministrativa possono essere rapidamente fatali anche per gli outsider: lo dimostra la caduta libera – dal secondo al 22° posto in un solo anno – delle quotazioni di Cateno De Luca (Messina).

 

Sul sito del Sole 24 Ore da lunedì mattina saranno disponibili le mappe interattive sull’indice di gradimento dei Presidenti di regione http://s24ore.it/presidenti e dei Sindaci http://s24ore.it/sindaci

 

 

La grande sete: fiumi a secco, è allarme siccità

I primi sei mesi del 2021 in Piemonte hanno registrato un calo delle piogge del 7,3% rispetto alla media storica del periodo

Sono particolarmente carenti il Pellice (-32%), la Dora Riparia (-29,5%) e l’alto Po (-28,8%). Male anche il mese di giugno, con un -6,8% di piogge in media su tutta la regione e  precipitazioni dimezzate  su alcun settori orientali.

Nel mese di giugno si è dimezzata la portata del Po a Torino, e nel tratto di San Sebastiano è scesa  del 71% con deflusso mensile del fiume si 155 milioni di metri cubi a Torino: la media è 414 milioni. Questo quanto rilevato dal rapporto di Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale).

foto di Paolo Liguori

La regione punta sull’infermiere di famiglia e di comunità per migliorare le prestazioni sul territorio

SANITA’ PIEMONTE, LA REGIONE APPROVA LE LINEE DI INDIRIZZO PER GLI INFERMIERI DI FAMIGLIA E DI COMUNITA’. L’ASSESSORE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «NUOVA SPINTA ALL’ASSISTENZA SUL TERRITORIO E A DOMICILIO»

Su proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, la Giunta regionale ha approvato le linee di indirizzo in materia di infermiere di famiglia e di comunità.

«Coerentemente con la nuova strategia di potenziamento dell’assistenza territoriale e domiciliare – spiega l’assessore Icardi -, l’implementazione della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità mira a promuovere modelli organizzativi integrati, attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, in stretta correlazione con il Piano nazionale della cronicità e il Piano nazionale della prevenzione. Attraverso gli infermieri di famiglia e di comunità, l’obiettivo è migliorare l’appropriatezza delle prestazioni e l’integrazione territorio-ospedale-territorio, ridurre gli accessi impropri (codice bianco) al Pronto soccorso, ridurre la riammissione in ospedale a 30 giorni dopo la dimissione al domicilio, incrementare la partecipazione dell’utenza ai programmi di screening… Il sistema sanitario è chiamato ad anticipare i bisogni dei pazienti e a seguirli in maniera continuativa lungo tutto il percorso assistenziale, secondo una sanità di iniziativa integrata con i servizi sociali. Tutto ciò, tenendo in particolare conto il progressivo invecchiamento della popolazione, l’incremento di persone con almeno una patologia cronica (40,8% della popolazione), le condizioni di co-morbidità in soggetti over settantacinquenni (66,6%) e la progressiva semplificazione della dimensione e composizione delle famiglie, con il 29,6% delle persone over sessantacinquenni che vivono sole».

Il documento di indirizzo approvato dalla Regione scaturisce dallo specifico gruppo di lavoro costituito dalla Direzione Sanità regionale, con il coordinamento dei Settori Sistemi organizzativi e Risorse umane del Servizio sanitario regionale e del Settore Programmazione sanitaria e socio-sanitaria, la partecipazione degli Ordini delle professioni infermieristiche, delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, dell’Associazione infermieri di famiglia e di comunità (AIFeC) e di alcune Asl che in via sperimentale avevano già inserito tali professionisti sul campo.

L’Infermiere di famiglia e comunità (IFeC) ha come focus di interesse l’individuo, la famiglia, la comunità e la casa come ambiente in cui i membri della famiglia possono farsi carico dei problemi di salute.

Si tratta di una risorsa professionale che opera all’interno del Distretto socio-sanitario e si inserisce nell’organizzazione territoriale aziendale quale ulteriore tassello di integrazione dei setting territoriali.

Opera in stretta sinergia con i medici di medicina generale e tutti gli altri professionisti coinvolti nella gestione della sanità territoriale, specie per quei casi in cui si rende necessaria la presa in carico negli ambulatori della cronicità a livello distrettuale o nelle Case della Salute o negli ambulatori associati.

L’azione dell’Infermiere di famiglia e comunità è articolata su più livelli:

– ambito distrettuale, attraverso azioni ed interventi all’interno della rete assistenziale del distretto in integrazione con gli altri professionisti;

– ambito individuale e familiare, attraverso interventi diretti e indiretti che hanno la persona e la famiglia come destinatari, con l’obiettivo di favorire la promozione e il mantenimento della salute della persona attraverso il rafforzamento della sua autonomia e il mantenimento della persona al proprio domicilio evitando il ricorso alle strutture di ricovero;

– ambito comunitario, attraverso azioni rivolte alle comunità, all’interno di una rete di relazioni e connessioni formali e informali, con l’obiettivo di favorire l’attivazione e l’integrazione tra i vari operatori sanitari e sociali e le possibili risorse formali e informali presenti sul territorio utili a risolvere problematiche inerenti i bisogni di salute.

Il titolo preferenziale per l’acquisizione delle competenze in questo ambito è il master universitario di primo livello in Infermieristica di famiglia e di Comunità.

Per coloro che non sono in possesso del master, saranno previsti dei percorsi formativi specifici di tipo regionale, progettati in collaborazione con gli atenei piemontesi, necessari per l’acquisizione delle competenze minime. A tal proposito, sarà costituito un comitato scientifico che coinvolgerà rappresentanti della Regione Piemonte, delle Università degli Studi di Torino e degli Studi del Piemonte Orientale e delle Aziende sanitarie per la formazione dei professionisti e per assicurare l’adeguatezza e la coerenza dei contenuti e delle metodologie del corso regionale.

Il bollettino Covid di domenica 4 luglio: la situazione in Piemonte

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 40 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 1 dopo test antigenico), pari allo 0,4% di 11.421 tamponi eseguiti, di cui 7.964 antigenici. Dei 40 nuovi casi, gli asintomatici sono 17 (42,5%).

I casi sono così ripartiti: 5 screening, 22 contatti di caso, 13 con indagine in corso; per ambito: 0 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 3 scolastico, 37 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 367.072 così suddivisi su base provinciale: 29.604 Alessandria, 17.499 Asti, 11.533 Biella, 52.956 Cuneo, 28.278 Novara, 196.465 Torino, 13.749 Vercelli, 12.985 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.500 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 10 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 9(rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 673.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.495.545 (+11.421 rispetto a ieri), di cui 1.791.703 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.696

Per il sesto giorno consecutivo nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

354.599 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.599 (+17 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.974 Alessandria, 16.764 Asti, 11.040 Biella, 51.441 Cuneo, 27.287 Novara, 190.455 Torino, 13.184 Vercelli, 12.598 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.437 extraregione e 2.419 in fase di definizione.

Donne coraggiose denunciano uomini violenti, tre arresti dei carabinieri

Maltrattamenti in famiglia

Torino, 3 Luglio Nell’ambito dei servizi di controlo del territorio disposti dal Comando Provincincale, i carabinieri hanno arrestato tre persone a Torino e provincia per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia.

A Chieri, nell’hinterland torinese, i carabinieri hanno fermato un italiano di 73 anni destinatario di una misura cautelare in carcere perché  gravemente indiziato del delitto di maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’ex convivente di 50 anni. L’uomo è accusato di avere vessato e picchiato la donna dopo la loro separazione (pedinamenti, messaggi e appostamenti sotto casa). Era stata applicata la misura dell’allontanamento dalla casa famigliare ma lo stalker ha continuato a pedinare e minacciare la donna. L’ulteriore denuncia della vittima ha permesso di chiedere all’AG l’aggravamento della misura e la successiva notifica del provvedimento restrittivo nei confronti del suo ex.

A Nichelino, nell’hinterland torinese, i carabinieri hanno fermato un marito violento, un italiano di 41 anni, accusato di avere picchiato la moglie con dei pugni e calci. La vittima è riuscita a  telefonare alla madre che ha chiamato il 112 e l’immediato intervento di una pattuglia della locale Tenenza Carabinieri ha evitato il peggio. L’uomo è stato arrestato e la donna è stata accompagnata all’ospedale di Moncalieri per un controllo.

Invece, a Torino, nel quartiere Vallette, un 36enne è finito in manette dopo che ha danneggiato i mobili della casa, minacciato e picchiato i propri genitori dai quali pretendeva spesso somme di denaro destinate al gioco d’azzardo. La madre è riuscita a chiamare il 112 e l‘intervento di una pattuglia del Nucleo Radiomobile Carabinieri ha evitato il peggio.

Sgominata la banda delle rapine ai portavalori

FURTI E RAPINE AI PORTAVALORI

3 persone arrestate e 6 denunciate in stato di libertà per rapina, furto aggravato e ricettazione

 

Erano soliti partire dalla provincia di Reggio Emilia a bordo di veicoli intestati a prestanome per percorrere le autostrade del nord Italia, in particolare del Piemonte e della Lombardia, al fine di intercettare, seguire e derubare furgoni portavalori impegnati nel quotidiano prelievo di denaro da istituti di credito o attività commerciali. Il sodalizio criminoso, composto da persone di etnia rom dimoranti nella provincia emiliana, monitorava anche gli autocarri adibiti al trasporto di tabacchi lavorati che, dai centri di smistamento della principale società di distribuzione di prodotti tabacco nell’Europa meridionale, avrebbero dovuto raggiungere i vari punti vendita dislocati sul territorio ma che invece durante il tragitto venivano trafugati.

Le indagini, condotte dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale Piemonte e Valle d’Aosta di Torino, in collaborazione con la Polizia Stradale di Novara e di Reggio Emilia, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea (TO), traevano origine da un furto verificatosi nel gennaio di quest’anno di circa 200.000,00 euro in denaro contante trafugato dal vano di carico di un furgone portavalori deputato al prelievo degli incassi di alcuni caselli autostradali ubicati lungo l’autostrada A/4 “Torino-Milano”. Il furto avveniva nel piazzale di pertinenza degli uffici della Società che gestisce quella tratta autostradale ad opera di 2 persone travisate a bordo di un’autovettura fittiziamente intestata a una donna di nazionalità romena residente nel bolognese.

Sulla base del modus operandi adottato nella commissione dei furti, dei luoghi in cui questi si verificavano, e degli indizi emersi in occasione degli eventi delittuosi, gli agenti focalizzavano la propria attenzione sul citato gruppo di persone di etnia rom dimoranti in provincia di Reggio Emilia, tutti gravati da innumerevoli precedenti specifici.

L’indagine ha consentito di acquisire importanti elementi e di identificare i responsabili del furto in parola e di altri episodi delittuosi che ad esso si sono succeduti, nonché di svelare il modus operandi piuttosto singolare da essi adottato. Una volta messo a segno il colpo, infatti, utilizzando telefoni presi in prestito da ignari cittadini, ai quali chiedevano cortesemente di fare una telefonata con il loro telefono, gli autori dei reati contattavano un soggetto di etnia sinti. Al predetto costoro cedevano la refurtiva, nel caso dei furti di tabacchi, mentre in altre circostanze, ad esempio in occasione del furto di ingenti quantità di denaro contante, tale soggetto si occupava di riaccompagnare gli autori dei furti presso le rispettive abitazioni, in considerazione del fatto che le auto utilizzate per commettere i reati venivano abbandonante subito dopo averle completamente irrorate di ammoniaca al fine di cancellare tutte le tracce.

In un episodio in particolare, la Polizia Giudiziaria ha fatto luce su un furto in danno di portavalori che ha comportato, nella fase di collocazione, un guadagno di circa 400.000 euro. Inoltre, sono stati scoperti diversi furti di ingenti quantità di stecche di sigarette appena prelevate da magazzini del Monopolio di Stato ad opera dei medesimi soggetti.

Allo stato attuale le indagini hanno consentito di deferire all’Autorità Giudiziaria 6 persone responsabili a vario titolo di rapina, furto aggravato e ricettazione e di fare luce su almeno 5 episodi illeciti.

Gli elementi di prova raccolti consentivano al P.M. di richiedere al G.I.P. del Tribunale di Ivrea (TO) l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 3 persone che veniva eseguita nelle scorse settimane.

Contestualmente venivano eseguite le perquisizioni domiciliari, che hanno consentito di sequestrare la somma di 2780,00 euro in contanti ed altra documentazione utile a suffragare l’ipotesi investigativa