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Si riparte da Mirafiori con i prototipi della 500 elettrica

Da lunedì ricomincia seppure in parte l’attività nello stabilimento Fca di Mirafiori a Torino

La produzione riguarderà componenti per il Ducato della Sevel di Val di Sangro e o le preserie prototipali della 500 elettrica. Si tratta di una produzione sicura  nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo  autorizzate dal governo. In queste ore sarà definito il numero dei lavoratori che rientreranno e il loro orario. I sindacati hanno chiesto di implementare il Protocollo sulla sicurezza. Un primo segnale di ritorno alla normalità in vista del superamento dell’emergenza sanitaria.

Coronavirus, insediata task force regionale per la Fase 2

Alla presenza del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, oggi pomeriggio nella sede dell’Assessorato alla Sanità si è insediata la  task force di esperti che affiancherà lo stesso Assessorato e la Giunta regionale per la gestione della Fase 2 dell’emergenza coronavirus covid19 in Piemonte.

Il coordinatore del gruppo di lavoro, Ferruccio Fazio, già ministro della Salute e oggi sindaco di Garessio, ha rilevato come l’emergenza di oggi renda indispensabile agire immediatamente sul fronte della medicina territoriale, attraverso un percorso condiviso con tutti gli interlocutori del comparto, dai medici di medicina generale, agli infermieri, ai nuovi operatori delle Usca.

Negli interventi dei componenti della task force, Giovanni Di Perri, Guido Giustetto, Pietro Presti, Massimiliano Sciretti Franco Ripa e Alessandro Stecco, in primo piano il ruolo centrale di medici di medicina generale, pediatri, farmacisti, sistema di continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali per teleconsulenze, Usca, assistenza domiciliare programmata, ambulatori e sale di attesa, igienisti, epidemiologi, telemedicina e telemonitoraggio.

Del gruppo di lavoro farà anche parte Paola Brusa, segretario dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino.

«Come da indicazione del presidente Cirio – ha sintetizzato Fazio -, entro luglio presenteremo un piano organizzativo applicabile operativamente già a settembre. Nell’immediato, forniremo alla politica delle indicazioni tecniche e scientifiche sulle misure di contenimento sociale, in vista della scadenza del 3 maggio».

«E’ stato un incontro operativo e molto costruttivo – osserva l’assessore regionale, Luigi Genesio Icardi -, sono stati individuati tempi e metodi degli interventi che andranno messi in campo per ristrutturare il sistema sanitario territoriale, in modo da metterlo in grado di affrontare possibili ritorni dell’epidemia. Da questa esperienza emergenziale, dobbiamo ricavare l’opportunità di strutturare al meglio il sistema di cura sul territorio, che in questi anni è stato drammaticamente trascurato».

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di martedì 21 aprile

2.976 PAZIENTI GUARITI E 1.747 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 2.976 (208 in più di ieri): 269 (+7) in provincia di Alessandria, 111 (+12) in provincia di Asti, 149 (+35) in provincia di Biella, 307 (+21) in provincia di Cuneo, 241 (+11) in provincia di Novara, 1.530 (+113) in provincia di Torino, 158 (+5) in provincia di Vercelli, 170 (+4) nel Verbano-Cusio-Ossola, 41 provenienti da altre regioni.

Altri 1.747 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 2.524

Sono 71 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi, di cui 18 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale complessivo è ora di 2.524 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 488 ad Alessandria, 130 ad Asti, 150 a Biella, 185 a Cuneo, 227 a Novara, 1.072 a Torino, 143 a Vercelli, 101 nel Verbano-Cusio-Ossola, 28 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 22.149 (+712 rispetto a ieri, un incremento rapportato al raddoppio del numero di tamponi eseguiti tra domenica, circa 3 mila e lunedì, quasi 6 mila), le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 2.962 in provincia di Alessandria, 1.234 in provincia di Asti, 809 in provincia di Biella, 2.128 in provincia di Cuneo, 2.031 in provincia di Novara, 10.699 in provincia di Torino, 996 in provincia di Vercelli, 947 nel Verbano-Cusio-Ossola, 218 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 125 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 291 (-10 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.195.

Le persone in isolamento domiciliare sono 11.416.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 107.850, di cui 55.052 risultati negativi.

 VIA LIBERA AI TEST SIEROLOGICI SUL PERSONALE SANITARIO PIEMONTESE. L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «UN’INDAGINE FONDAMENTALE PER LA RIPIANIFICAZIONE DELLE MISURE DI CONTENIMENTO»

La Giunta regionale del Piemonte ha approvato questa sera un piano di screening regionale con finalità epidemiologiche, finalizzato a verificare la risposta immunitaria nei confronti del coronavirus covid19 del personale del Servizio Sanitario Regionale, tramite l’effettuazione di test immunometrico IgG semi quantitativo.

L’analisi verrà estesa anche ai medici specialisti ambulatoriali e agli operatori del 118 che operano nel Servizio Sanitario Regionale, nonché ai medici convenzionati (medici di base, guardie mediche e pediatri di libera scelta).

Lo annuncia l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, comunicando che per la realizzazione del piano è stato deciso l’acquisto di 70 mila test, secondo le indicazioni di un apposito gruppo di lavoro costituitosi nell’ambito del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi e composto da esperti di comprovata esperienza, tra i quali Rossana Cavallo, Umberto Dianzani, Francesco De Rosa, Flavio Boraso, Franco Ripa, Roberto Testi, Valeria Ghisetti e Gian Alfonso Cibinel, con la collaborazione del Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per le malattie infettive (Seremi).

«Stiamo allertando le Aziende sanitarie per organizzare i prelievi di sangue del personale – osserva l’assessore Icardi -, l’effettuazione dei test avverrà mediante la rete dei laboratori pubblici non appena saranno disponibili le forniture acquisite, probabilmente già entro questa settimana. Dagli esiti di questa indagine, contiamo di ottenere preziose indicazioni ai fini della ripianificazione delle misure di contenimento dell’epidemia e della conseguente attività ospedaliera e territoriale del Servizio sanitario regionale».

 

Bufera sulla sanità piemontese, l’opposizione chiede il commissariamento. Il Cdx: “Sciacallaggio”

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La polemica politica infuria sulla sanità piemontese, rinfocolata dalla puntata di ieri della trasmissione televisiva Report

“Da settimane continuiamo a denunciare la “discutibile” gestione dell’emergenza COVID-19 in Piemonte: mancanza di diagnosi tempestive e di tamponi, e-mail smarrite, insufficienza di dispositivi di protezione per gli operatori sociosanitari, – affermano i consiglieri e la segreteria regionale del Pd – situazioni insostenibili all’interno delle RSA. Il Presidente Cirio e l’Assessore Icardi hanno la piena responsabilità politica di tutto quello che accade in Piemonte e, quindi, di questa situazione gravissima. Sono entrambi a capo della catena di comando che dovrebbe gestire l’emergenza, sono loro ad avere il compito di scegliere i collaboratori e le linee e le misure da seguire, non altri. Decisamente sono risibili i tentativi di addossare a terzi le colpe.

Le scelte di Cirio e Icardi, nell’affrontare il Covid-19, sono state confuse e su questo ci siamo espressi già in passato. La puntata di Report di ieri ha, semplicemente, raccontato a un pubblico più vasto gli errori che hanno pagato e pagano i cittadini piemontesi. Adesso è quanto mai urgente comprendere quale sarà il ruolo dell’unità di crisi, del comitato scientifico in seno all’unità e della nuova task force, coordinata dall’ex Ministro Fazio, perché il Piemonte non può più permettersi errori. Tuttavia, prendiamo atto che con la definizione dell’ultima task force l’Assessore alla Sanità sia già, nella sostanza, commissariato.

Cirio, a questo punto dovrebbe, responsabilmente, azzerare i vertici politici del sistema socio-sanitario piemontese, a partire proprio dall’assessore alla Sanità. Questa, prima che una richiesta dell’opposizione, dovrebbe essere la logica conseguenza della drammatica situazione che si è venuta a creare in Piemonte”.

 

“Da settimane diciamo che in Piemonte le cose non vanno. I numeri dell’epidemia non ci tornavano. Ieri sera Report lo ha mostrato ad un pubblico ancora più grande, ma non ha svelato nulla di diverso da ciò che famiglie e operatori sanitari testimoniano, e i giornalisti e i reporter di tante testate denunciano dall’inizio della crisi” – dichiara Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi.

“Mancavano mascherine e tamponi, è vero, ma è l’intera gestione dell’emergenza che ha fatto acqua da tutte le parti” – prosegue Grimaldi. – “Nessuno prendeva in carico le segnalazioni dei pazienti infetti fatte dai medici di famiglia; il caso della Provincia di Alessandria non è stato una sfortuna – come ha dichiarato Icardi – ma si è determinato dopo una precisa catena di errori. Il dramma delle Rsa, che Report ha tralasciato, è la punta dell’iceberg di una gestione caratterizzata da incapacità di ascolto e sottovalutazione delle osservazioni critiche e delle tante proposte arrivate tanto dal territorio, dal mondo del lavoro e della sanità”.

“Credo” – conclude Grimaldi – “che la difficoltà di operare in uno scenario inedito non possa giustificare tutto ciò. Per questo chiediamo da giorni un azzeramento tanto dell’unità di crisi, quanto dei vertici socio- sanitari della politica regionale”.

La deputata piemontese del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo commenta: “Con solo 287 posti in terapia intensiva nella regione, il Sisp ha mostrato una totale inefficienza. I medici di famiglia hanno mandato molte segnalazioni su sospetti casi Covid senza ricevere risposte. Oltre a loro, anche la sottoscritta, colleghi,  consiglieri regionali, sindaci e associazioni con cui mi sono confrontata in questo periodo hanno inviato diverse richieste e segnalazioni alla regione senza ottenere ascolto”. 

“Il tutto con conseguenze gravissime – continua Costanzo – come pazienti rimasti senza tamponi, scarsa assistenza territoriale tramite le Usca, mancanza di dispositivi di protezione individuale idonei per gli operatori sanitari, un piano contro le pandemie completamente disatteso e solo due laboratori per processare tamponi. Gravi gli episodi anche nelle Rsa dove sono morte 172 persone e non abbiamo ancora dati completi”.

La richiesta di Jessica Costanzo: “Esigiamo risposte dal presidente della Regione Alberto Cirio. La sanità piemontese deve essere commissariata. A nulla serve chiamare l’ex ministro di Forza Italia Fazio. Occorre commissariare l’Unità di Crisi di concerto con il Governo e con il Ministro della Sanità”.

 

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, in un comunicato congiunto parlano di “sciacallaggio politico”:

“Non esiste un caso Piemonte, con buona pace della trasmissione Report che ha scelto di trasmettere solo alcuni dati e non altri: ad esempio, secondo la Protezione Civile il Piemonte raggiungerà il traguardo dei contagi-zero il 21 di maggio alla pari del Veneto, oltre un mese prima di altre regioni italiane” ricordano i capigruppo delle forze di maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte Alberto Preioni (Lega), Paolo Ruzzola (Forza Italia) e Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), che lanciano un appello “Auspichiamo che anche le minoranze dimostrino l’onestà intellettuale di non sminuire i risultati raggiunti con fatica dalla Giunta nel contrasto all’epidemia perché si troverebbero ad infangare tutta la Regione Piemonte e non solo i loro avversari politici, proprio nella fase delicata in cui il Governo nazionale sta decidendo regole e tempi sulla revoca del blocco. Sarebbe davvero irresponsabile rischiare di vederci classificati zona rossa solo per una rappresentazione denigratoria del Piemonte, svincolata dai dati oggettivi: poi dovrebbero risponderne di fronte alle imprese impantanate e ai lavoratori lasciati a casa”.

Torino, centinaia di morti negli ospizi

Negli ultimi 3 mesi nelle Rsa di Torino la mortalità “è stata di 102 casi a febbraio, 199 a marzo e 197 nei primi 18 giorni di aprile”.

I dati sono stati illustrati  nelle comunicazioni al Consiglio comunale di ieri dalla sindaca Chiara Appendino: “Stiamo cercando dei dati comparativi sulla mortalità a casa per persone con la stessa fascia di età degli ospiti delle Rsa:  ma è evidente che l’incremento è preoccupante”, ha aggiunto. Mettendo a raffronto i dati con  quelli disponibili per l’anno scorso, ha detto inoltre la sindaca che “registriamo per i mesi di marzo e aprile una differenza di 217 decessi, con soli 58 segnalati come positivi al Covid”.

Intanto il governatore del Piemonte, Alberto Cirio ribadisce che l’ ”attenzione della Regione Piemonte nei confronti delle Rsa è sempre stata altissima”. Lo dice  ai microfoni di Sky  e ricorda che la prima ordinanza dedicata alle strutture per gli anziani risale al 23 febbraio. “E’ in corso un monitoraggio completo – aggiunge il  presidente. E con rigore si dovranno  accertare tutte le responsabilità perchè  tutela della salute è fondamentale, soprattutto quando si parla di persone fragili e anziane

 

Una task force per la Fase 2 della sanità guidata dall’ex ministro Fazio

Il presidente Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi:  “Oggi che le ferite sono ancora aperte possiamo capire le criticità del sistema: da lì ripartiremo per costruire una sanità di territorio”

 

Una task force di esperti che possa analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza coronavirus ha messo in luce sul sistema sanitario piemontese, al fine di ripartire da lì per la futura programmazione. È una Fase 2 anche per la sanità quella su cui il Piemonte si prepara a lavorare: oggi la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Icardi, approverà una delibera che istituisce un gruppo di esperti a supporto dell’Assessorato alla Sanità e della Giunta.

 

Ne faranno parte figure autorevoli del mondo istituzionale, medico e scientifico a cominciare da Ferruccio Fazio: all’ex ministro della Salute, oggi sindaco di Garessio, sarà affidato il compito di presiedere la task force. Medico nucleare e pioniere in Italia nell’utilizzo della PET, fu proprio Ferruccio Fazio nel 2009, allora vice ministro della Salute, a gestire l’emergenza in Italia da virus A/H1N1 – la cosiddetta influenza suina – coordinando una specifica Unità di crisi nazionale per affrontare la pandemia.

 

Al suo fianco nel gruppo di lavoro ci saranno anche il prof. Giovanni Di Perri, responsabile delle Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino Guido GiustettoPietro Presti, coordinatore straordinario per il coronavirus dell’Asl di Vercelli ed esperto in management strategico, innovazione nel settore sanitario e scienze della vita, e Massimiliano Sciretti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino.

 

«Innanzitutto desidero ringraziare tutti gli esperti del gruppo di lavoro, a cominciare da Ferruccio Fazio, per la grande disponibilità a mettere le proprie competenze a servizio della Regione e del territorio – sottolinea il presidente Alberto Cirio –. Accanto a una Fase 2 per l’economia, al Piemonte serve anche una Fase 2 per la sanità. Dobbiamo fare una analisi accurata delle carenze strutturali: oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema sanitario necessita di maggiori interventi e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio. Parlo di costruire e non di “ricostruire”, perché la grande carenza in questa pandemia è stata la rete organizzativa di medicina territoriale. Dobbiamo progettare il ritorno alla regolare attività delle nostre strutture ospedaliere, ma ancor di più elaborare un programma per costruire un reale rapporto ospedale-territorio».

 

«Ringrazio tutti coloro che hanno accolto il nostro invito a farne parte – commenta l’assessore alla Sanità Luigi Icardi –. Insieme predisporremo un programma non solo di medio e lungo periodo, ma anche immediato, per essere pronti ad affrontare l’evolversi di questa pandemia e una nuova emergenza se dovesse ricapitare a breve. Le criticità strutturali che il sistema ha mostrato nella sua organizzazione territoriale e l’esperienza maturata, in questo momento di enorme emergenza, saranno la base su cui costruire il futuro della sanità piemontese».

 

La task force avrà il compito di formulare delle proposte per il miglioramento dell’assistenza territoriale, analizzandone il contesto attuale alla luce delle crescenti criticità cumulatesi negli ultimi anni, ma anche mettendo a confronto l’esperienza piemontese con quella di altre Regioni italiane. Obiettivo costruire una strategia per la futura programmazione sanitaria con particolare attenzione alla medicina di territorio e al corretto rapporto assistenza ospedaliera e territoriale.

 

Parteciperà ai lavori del gruppo anche il prof. Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale.

 

La task force, inoltre, si interfaccerà nei suoi vari obiettivi con i rappresentanti di tutte le categorie di riferimento sia in ambito accademico che sanitario.

Siccità: ma se oggi piove cambia qualcosa?

I queste ore, dice Arpa Piemonte,  arriva la pioggia anche su Torino e sul resto della regione

E’ grave la siccità che colpisce il Piemonte dopo un inverno mite e con scarse precipitazioni (e il primo mese di primavera idem).

La perturbazione in corso  dovrebbe portare piogge  a ridosso delle zone montane e pedemontane  e dopo fino alle pianure. Il giorno più piovoso dovrebbe essere lunedì quando le temperature subiranno un calo. Ma già nella serata di lunedì è previsto un miglioramento del tempo. Poche gocce non daranno sollievo all’agricoltura e non basteranno a ripulire l’aria.

Prove (fallite) di “insurrezione” in borgo Aurora: poliziotti aggrediti

In due, in borgo Aurora, avevano appena rapinato un pensionato della catenina d’oro. Gli anarchici tentano di sobillare la popolazione, ma falliscono

Gli agenti di polizia  in zona per i controlli legati all’emergenza Coronavirus hanno bloccato i rapinatori. Nel frattempo  un gruppo di anarchici  della vicina casa occupata è sceso in strada e ha cercato di difendere i malviventi, incitando sui social gli abitanti a ribellarsi contro i metodi a loro detta sempre più da “stato di polizia” . Gli anarchici hanno poi iniziato ad insultare e ad aggredire gli agenti. Quattro “insorti” in questa prova di “rivoluzione di quartiere”   sono stati fermati e condotti  in commissariato per gli accertamenti. Due tram della linea 4 sono stati  fermati perché non potevano procedere, in quanto bloccato dagli antagonisti in segno di protesta.

Lavoro e agricoltura: le richieste del Piemonte al Governo

«Più soldi per la cassa in deroga, sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, coinvolgimento dei disoccupati italiani e di coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza per far fronte alle necessità del comparto agricolo, soprattutto in vista della stagione della raccolta»: è quanto chiedono, rispettivamente alle proprie deleghe, gli assessori regionali al Lavoro, Elena Chiorino, e all’Agricoltura, Marco Protopapa ai ministri Nunzia Catalfo (Lavoro) e Teresa Bellanova (Agricoltura). 

«In primo luogo – spiega Chiorino – ho segnalato con una lettera al ministro Catalfo che dai dati ad oggi in nostro possesso e considerata anche l’assegnazione prevista nel secondo riparto, il Piemonte ha ancora risorse per soli 15 giorni lavorativi ai ritmi attuali di presentazione delle domande per la cassa in deroga. Gli stessi dati dimostrano che, per garantire le 9 settimane di copertura, al Piemonte mancano 141 milioni di euro, per coprire il fabbisogno totale di 315 milioni di euro».

«Ho inoltre sottolineato – argomenta ancora Chiorino – la necessità di avere maggiore chiarezza per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, che pare siano coperti solo in parte in base alle normative vigenti. Essendo una categoria di lavoro precario, ritengo vadano sostenuti in modo completo e senza lasciare indietro nessuno».

«Urgente esigenza – prosegue invece l’assessore Protopapa – è inoltre quella, da parte del comparto agricolo italiano, di circa 250mila lavoratori necessari per fronteggiare la stagione della raccolta. Durante un incontro svoltosi con il ministro Bellanova, è emersa l’opportunità di valutare il coinvolgimento di tutti quei cittadini italiani che si sono trovati improvvisamente senza occupazione e che, in alcuni casi, non possono godere nemmeno delle tutele e del supporto necessario per far fronte al periodo di lockdown, la cui durata, peraltro, al momento non è ancora definita e che potrebbe ulteriormente protrarsi».

«Allo stesso tempo – aggiunge Chiorino – ho chiesto espressamente che venga data la possibilità di impiego dei percettori del reddito di cittadinanza che, come prevede la normativa, avrebbero dovuto essere indirizzati verso nuove attività».

«Bellanova – conclude Protopapa –  ha convenuto che l’utilizzo di manodopera italiana, peraltro, comporterebbe indubbi vantaggi sia per i lavoratori che per le imprese. Per i lavoratori, che potrebbero accedere a un impiego, seppur temporaneo, in grado di garantire un reddito in questo difficile periodo. Per le imprese agricole, che potrebbero contare su un’importante iniezione di forza lavoro scongiurando l’eventualità di compromettere la fase del raccolto, determinante per tutta l’economia agricola».

«Ora attendiamo che il governo, a fronte delle nostre richieste – concludono Chiorino e Protopapa – risponda nel più breve tempo possibile alle nostre sollecitazioni, peraltro argomentate e inoppugnabili, considerando che la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie è per noi fondamentale, soprattutto per assicurare la tenuta sociale e che, per quanto riguarda l’agricoltura, a settimane partiranno i raccolti ed è quindi necessaria, anche in questo caso, un’azione urgente».

Dalla Regione arrivano i fondi per sostenere autonomi e piccole e medie imprese

La misura supporta l’accesso al credito delle MPMI, comprese le imprese di autoimpiego degli artigiani e dei commercianti senza dipendenti e dei lavoratori autonomi, consentendo di far fronte agli oneri che i soggetti beneficiari sostengono per ottenere finanziamenti a fronte di esigenze di liquidità connesse all’attività di impresa e di lavoro autonomo. 

 

Dalla Regione arrivano contributi a fondo perduto finalizzati a sostenere le Micro Piccole e Medie Imprese ed i lavoratori autonomi piemontesi nell’attivazione di operazioni finanziarie connesse ad esigenze di liquidità. Obiettivo: favorire e sostenere l’accesso al credito delle MPMI e dei lavoratori autonomi piemontesi, mediante la concessione di contributi a fondo perduto che consentano ai soggetti beneficiari dei finanziamenti finalizzati ad esigenze di liquidità di far fronte agli oneri connessi al credito e, in via generale, di sostenere l’attivazione di tali operazioni da parte delle banche e degli intermediari abilitati alla concessione del credito. Le strutture regionali incaricate dell’attuazione sono la Direzione Competitività del sistema regionale e la Direzione Istruzione, Formazione e Lavoro, mentre il soggetto gestore sarà Finpiemonte. 

 

La dotazione iniziale della misura, approvata oggi dalla Giunta Regionale ammonta a a € 7.319.150,00, di cui € 3.000.000, derivanti dal Fondo per la nascita e lo sviluppo di iniziative di lavoro autonomo e di creazione d’impresa, destinati ai lavoratori autonomi.

La misura supporta l’accesso al credito delle MPMI e dei lavoratori autonomi, consentendo di far fronte agli oneri che i soggetti beneficiari sostengono per ottenere finanziamenti (concessi a far  data dal 17 marzo 2020 e fino al 31 dicembre 2020) a fronte di esigenze di liquidità connesse all’attività di impresa e di lavoro autonomo.

 

I beneficiari sono: le MPMI aventi sede legale o almeno una sede operativa in Piemonte e appartenenti a tutti i settori ammissibili ai sensi del Regolamento Ue e i lavoratori autonomi con sede operativa fissa in Piemonte, operanti nei settori ammissibili previsti dal predetto Regolamento.

Sono ammessi alle agevolazioni i soggetti che dimostrano un calo del fatturato,nel bimestre marzo/aprile 2020, pari o superiore al 30% rispetto allo stesso bimestre del 2019.

Si intendono comunque ammissibili tutte le attività avviate a partire dal 1 gennaio 2019.

Non possono beneficiare delle agevolazioni di cui alla presente misura i soggetti che abbiano ottenuto contributi in conto interessi e/o contributi a fondo perduto nell’ambito di altre misure regionali a valere sui medesimi finanziamenti oggetto della presente agevolazione.

 

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto entro i seguenti massimali:

 

– euro 2.500 di contributo massimo erogabile per singola impresa o lavoratore autonomo, per i finanziamenti di importo inferiore a 50.000 euro;

– euro 5.000 di contributo massimo erogabile per singola impresa o lavoratore autonomo, per i finanziamenti di importo compreso 50.000 e 100.000 euro;

– euro 7.500 di contributo massimo erogabile per singola impresa (esclusi quindi i lavoratori autonomi), per i finanziamenti di importo superiore a 100.000 euro.

 

L’agevolazione è concessa ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013 – De minimis o ai sensi del Quadro Temporaneo di cui alla Comunicazione della Commissione Europea del 19 marzo 2020.

 

«La Regione, con questa misura – spiega l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino -. si dimostra vicino ai lavoratori autonomi, la categoria che, più di ogni altra, è stata bistrattata dai recenti provvedimenti del Governo che ha concesso loro soltanto un’ “una tantum” di 600 euro, meno di quanto viene percepito con il reddito di cittadinanza. E’ ora di finirla di considerare gli autonomi come lavoratori di serie B. Noi non lo abbiamo mai fatto e riteniamo che questo possa rappresentare un passo importante per dare una mano concreta a centinaia di professionisti e lavoratori che oggi non sono nelle condizioni di lavorare e che fanno davvero fatica non solo ad arrivare alla fine di questo mese, ma anche a pensare a una ripresa dell’attività, visti i gravi ammanchi subiti a causa dell’emergenza che stiamo vivendo»·

 

«Dobbiamo cominciare a dare risposte concrete alle esigenze di chi quotidianamente si mette in gioco attraverso il proprio lavoro – conferma l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano – Il Piemonte ha al suo interno i giusti anticorpi per risollevarsi, ma lo saprà fare se tutti insieme agiremo da squadra coesa con un obiettivo ben definito. Sostenere anche le micro imprese compreso l’autoimpiego di artigiani e i commercianti senza dipendenti è una scelta importante perché testimonia l’attenzione di un Amministrazione per tutti i comparti del sistema produttivo. Questo aiuto serve proprio per dare un sostegno per l’ottenimento di finanziamenti bancari per coloro che cercano di guardare oltre l’orizzonte di questa crisi. L’obiettivo è di tornare a essere un sistema produttivo forte, ma per farlo dobbiamo coinvolgere tutti: professionisti, autonomi, commercianti, artigiani e  piccole e medie imprese».

 

«Si tratta di una misura importante – conclude l’assessore regionale al Commercio, Vittoria Poggio – che va a sostenere anche le centinaia di commercianti che stanno stringendo i denti e che non hanno, in molti casi, la certezza di avere la forza, quando verranno allentate le misure di contenimento e di distanziamento sociale, di rialzare le serrande. Il commercio rappresenta e ha sempre rappresentato una vera e propria spina dorsale dell’economia piemontese e italiana ed è giusto che la Regione sia al fianco degli imprenditori con provvedimenti concreti come questo, soprattutto nel momento della più grande difficoltà».

I carabinieri del Nas indagano sulle mail sparite

La vicenda delle email dei medici di base cancellate dai server del sistema sanitario piemontese, contenenti le segnalazioni dei medici su possibili pazienti positivi al covid, entra nel filone torinese delle indagini sul Coronavirus

I carabinieri dei Nas svolgeranno accertamenti che  entreranno a far parte del fascicolo aperto qualche settimana fa  per fare luce sulla carenza di mascherine e dispositivi di protezione per il personale medico-sanitario e infermieristico. Il procedimento sarebbe al momento senza indagati e ipotesi di reato.