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Il bollettino Covid di mercoledì 10 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 669 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 106 dopo test antigenico), pari al 3,5% dei 18.882 tamponi eseguiti, di cui 10.505 antigenici. Dei 669 nuovi casi, gli asintomatici sono 270 (40,3%).

I casi sono così ripartiti: 114 screening, 370 contatti di caso, 185 con indagine in corso; per ambito: 19 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 70 scolastico, 580 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 234.078 così suddivisi su base provinciale: 20.880 Alessandria, 12.175 Asti, 8.048 Biella, 31.966 Cuneo, 18.339 Novara, 122.574 Torino, 8.657 Vercelli, 8.425 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.170 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.844 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 153 (+5 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.003 (-37 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.876

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.659.481 (+18.882 rispetto a ieri), di cui 1.068.547 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.067

Sono 18 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessunoverificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.067 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.370 Alessandria, 588 Asti, 374 Biella, 1.080 Cuneo, 753 Novara, 4.117 Torino, 408 Vercelli, 294 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 83 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

212.979 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 212.979 (+673 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.586 Alessandria, 10.984 Asti,7.285Biella, 29.635 Cuneo, 16.701 Novara, 111.400 Torino, 7897 Vercelli, 7.710 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.084 extraregione e 1.697 in fase di definizione.

Individuata la donna armata di coltello che rapino’ per strada una pensionata

Donna di 37 anni, censurata, rapina per strada una pensionata, scoperta e denunciata dai carabinieri.

La vicenda, accaduta a Cuorgnè, nell’hinterland torinese, risale alla prima decade di gennaio, allorquando una anziana signora del luogo, mentre era intenta a passeggiare nei pressi della propria abitazione, veniva aggredita dalla persona oggi denunciata che, armata di coltello e con il volto travisato da una mascherina chirurgica, colpiva con un fendente la sua borsa, lacerandola e provocando la caduta del portafoglio. Raccolta la refurtiva, pari a 400 euro, si dava alla fuga per le vie limitrofe, facendo perdere le proprie tracce mentre l’anziana vittima riportava una piccola ferita da taglio al polso.
L’attività investigativa avviata nell’immediatezza dai militari della locale Stazione ha consentito ben presto di orientare gli accertamenti nei confronti della 37enne, all’interno della cui abitazione, a seguito di una perquisizione domiciliare eseguita ieri, sono stati rinvenuti gli abiti utilizzati in occasione dell’episodio delittuoso.

Zona gialla, abbastanza bene i ricavi dei bar ma non dei ristoranti

All’incirca il 90% dei locali torinesi ha riaperto nel weekend, un terzo soltanto ha però realizzato ricavi pari al periodo giallo prenatalizio

Purtroppo per gli altri il calo registrato è tra il 10 e il 30%, secondo un’indagine dell’Epat Torino. Sono andati abbastanza bene i bar, ma non i ristoranti che sono ancora costretti a chiudere alle 18. Una buona metà degli esercizi aperti ricorre all’asporto, mentre usa il delivery solo il 28% a causa delle difficoltà logistiche e dei prezzi elevati delle piattaforme.

 

Un aiuto alle microimprese arriva da diocesi e Compagnia di SanPaolo

Avviata un’iniziativa per il territorio con il coinvolgimento della Fondazione Operti, Associazioni di categoria delle piccole imprese e Compagnia di San Paolo

Un servizio di accompagnamento al credito per le microimprese e lavoratori autonomi maggiormente in difficoltà
In Piemonte si evidenzia il calo delle assunzioni, l’aumento delle richieste per il Reddito di emergenza e per la CIG in deroga

 Arcidiocesi di Torino e Intesa Sanpaolo hanno avviato un’iniziativa congiunta per sostenere le microimprese e i lavoratori autonomi del territorio, particolarmente colpiti dalla pandemia e dall’incertezza economica. L’obiettivo è offrire un servizio di accompagnamento al credito permettendo loro di riprogrammare un futuro lavorativo.

 

L’iniziativa è stata presentata  in live streaming da Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, MonsignorCesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, Tom Dealessandri, Presidente della Fondazione Don Mario Operti e Teresio Testa, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo.

Il progetto è coordinato dalla Fondazione don Mario OpertiOnlus, “braccio operativo” dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, che rafforzerà così la disponibilità delFondo So.rri.so, nato per porre argine agli effetti sociali ed economici della pandemia nella vita quotidiana delle persone.All’iniziativa hanno inoltre aderito tutte le Associazioni di categoria delle piccole imprese e Compagnia di San Paolo,che contribuiranno a portarla a conoscenza dei soggetti interessati e a garantirne un’efficace e corretta fruizione. I territori coinvolti coincidono con il perimetro dell’Arcidiocesi di Torino: 137 Comuni della Città metropolitana, 15 in provincia di Cuneo e 6 in provincia di Asti. Il Gruppo Intesa Sanpaolo metterà a disposizione un numero selezionato di filiali per dar corso immediato agli interventi.

Il punto di forza dell’iniziativa nel clima di incertezza del momento è la tutela congiunta fornita dai soggetti promotori ai richiedenti, che non solo potranno contare su un supporto professionale per la valutazione dei progetti, ma anche su un sostegno morale per guardare al futuro con maggiore fiducia. I finanziamenti concessi, rimborsabili in massimo 6 anni, beneficiano di un tasso dello 0,4% grazie alla garanzia prestata dalla Fondazione Operti, moltiplicata daIntesa Sanpaolo.

L’impatto della pandemia sul tessuto socioeconomico piemontese è drammatico (dati Ires Piemonte): oltre 33.000 aziende e quasi 100.000 lavoratori interessati dalla Cassa integrazione in deroga a dicembre 2020, con una spesa stimata di circa 182 milioni di euro. Nel solo periodo gennaio-novembre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, si registrano 174.000 assunzioni in meno. Aumenta il numero di famiglie beneficiarie di misure pubbliche a sostegno del reddito rispetto all’anno precedente. Il Reddito di emergenzaè stato richiesto da 15,1 famiglie piemontesi ogni 1.000, valore superiore alle altre regioni del nord, eccetto Liguria (15,5) ed Emilia-Romagna (22,5).

L’Arcivescovo di Torino, Monsignor Nosiglia ha osservato: “Il lavoro è la prima emergenza sociale. Era un nodo critico già prima dello scoppio violento della pandemia; oggi lo è diventato drammaticamente. E senza le imprese non può esistere lavoro. Per tali ragioni, abbiamo ritenuto opportuno costruire un’iniziativa specifica a sostegno del credito delle microimprese che, come sappiamo, rappresentano la principale filiera produttiva del nostro Paese e del territorio torinese. Attraverso un gesto concreto, complementare alle tante iniziative pubbliche e private, vogliamo mostrare la nostra vicinanza a questa importante realtà sociale, camminando insieme a quei tanti piccoli imprenditori che quotidianamente devono lottare per mantenere viva la propria realtà produttiva”.

Il Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro ha commentato: “Il dialogo di Intesa Sanpaolo con gli enti che hanno a cuore il sostegno sociale delle nostre comunità ha radici lontane. Siamo grati a Monsignor Nosiglia per aver contribuito con forza e determinazione a tenere alto il livello di attenzione rispetto alla situazione di emergenza e orgogliosi di poter dare subito il via ad un’iniziativa congiunta molto concreta. Essere una Banca d’impatto ci permette infatti di dare ascolto e risposta ad esigenze che vanno oltre alla tradizionale attività creditizia, ma che reputiamo fondamentali per il benessere comune”.

Il bollettino Covid di martedì 9 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 619 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 154 dopo test antigenico), pari al 3,2% dei 19.175 tamponi eseguiti, di cui 11436 antigenici. Dei 619 nuovi casi, gli asintomatici sono 310 (50,1%).

I casi sono così ripartiti: 185 screening, 326 contatti di caso, 108 con indagine in corso; per ambito: 16 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 65 scolastico, 538 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 233.409 così suddivisi su base provinciale: 20.824 Alessandria, 12.119 Asti, 8.034 Biella, 31.926 Cuneo, 18.293 Novara, 122.165 Torino, 8644 Vercelli, 8403 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1168 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1833 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 148 ( +0 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2040 (+4 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9866

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.640.599 (+ 19.175 rispetto a ieri), di cui 1.063.001 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9049

Sono 35 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9049 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1368 Alessandria, 586 Asti, 374 Biella, 1077 Cuneo, 752 Novara, 4107 Torino, 408 Vercelli, 294 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 83 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

212.306 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 212.306 (+804 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.533 Alessandria, 10.945 Asti,7270 Biella, 29.540 Cuneo, 16.665 Novara, 111.003 Torino, 7879 Vercelli, 7700 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1080 extraregione e 1691 in fase di definizione.

Il Comune decide il futuro della Cavallerizza

Il Consiglio comunale ha approvato nell’ultima seduta il Progetto unitario di Riqualificazione (P.U.R.) del complesso della Cavallerizza Reale di via Verdi con il relativo schema di Convenzione Quadro. 

Con 33 presenti, la delibera è stata approvata con 29 voti favorevoli dei consiglieri dei seguenti gruppi: M5S, PD, Forza Italia, Moderati, Sicurezza e Legalità verso Forza Italia, Lista civica per Torino e del consigliere Lubatti del gruppo misto di minoranza Azione; due astensioni da parte dei consiglieri della Lega Nord; contrarie le consigliere dei gruppi misti di minoranza Con.Ci e DemA. Non hanno partecipato al voto otto consiglieri, di cui quattro del gruppo di maggioranza.

La votazione della delibera era stata anticipata nella seduta di Consiglio del 1° febbraio dal dibattito in streaming dei consiglieri. Al seguente link di CittAgorà è riportata una sintesi degli interventi: http://www.comune.torino.it/cittagora/in-breve/il-progetto-per-la-cavallerizza-reale-discusso-in-consiglio-comunale.html

La struttura della Cavallerizza copre una superficie territoriale di circa ventimila mq (trentaseimila mq di SLP) ed è iscritto tra i siti Unesco patrimonio mondiale dell’umanità dal 1997. L’assessore all’Urbanistica della Città, Antonino Iaria, a dicembre aveva illustrato il provvedimento in Commissione e in Aula ed aveva evidenziato che: “il progetto si pone l’obiettivo di risolvere i problemi dell’attuale complesso assetto patrimoniale.”

Oggi la proprietà è suddivisa tra vari proprietari: gli immobili e le aree oggetto della Convenzione Quadro di proprietà del Comune di Torino sono la Cavallerizza Alfieriana, il Maneggio Chiablese, piazzetta Accademia Militare e piazzetta Rossaro; CCT, la società Cartolarizzazione Città di Torino, è proprietaria della Corte delle Guardie, della Manica del Mosca, della Zecca, di Piazzetta Vasco e del Passaggio Chiablese; il Fondo FIV gestito da Cassa Depositi e prestiti è proprietario dell’Accademia Militare, dei corpi di fabbrica di via Verdi e della Rotonda Castellamontiana. Con l’approvazione del P.U.R., ha precisato Iaria, “la proprietà del complesso da parte della Città di Torino aumenterà di circa duemiladuecento mq”.

L’obiettivo primario del progetto è la costituzione di un grande polo culturale unitario orientato alla produzione e alla fruizione artistica, aperto alle residenze temporanee e d’artista e alla costituzione di collaborazioni con enti culturali nazionali e internazionali. Le indicazioni del provvedimento sono finalizzate a definire le funzioni nei piani degli edifici e il regime d’uso degli spazi aperti; a individuare le destinazioni d’uso e gli interventi ammessi; ad assicurare l’attraversamento pedonale pubblico. Sono definiti gli usi del suolo della Cavallerizza ed è prescritta l’apertura di nuovi percorsi pubblici di attraversamento della Rotonda Castellamontiana che metterà in comunicazione le quattro corti, le Scuderie e la Cavallerizza Alfieriana, da recuperare a usi pubblici. 

Sarà costituito un Comitato permanente al quale potranno partecipare la cittadinanza e tutti i portatori d’interesse nell’accezione più ampia in base al Regolamento numero 391 per il Governo dei Beni Comuni Urbani della Città. Sede di sperimentazione del Regolamento stesso saranno tutti gli spazi pubblici del complesso. Le proposte del Comitato saranno sottoposte al Tavolo Tecnico previsto dalla Convenzione Quadro che ne valuterà l’operatività e la fattibilità.

Sono previsti lavori di messa in sicurezza di alcune criticità strutturali, come da sollecitazioni della Soprintendenza, relativi alle parti danneggiate dall’incendio del 2019 e ai tetti della manica su via Verdi, di fronte all’ingresso dell’Università degli Studi di Torino.

La Convenzione Quadro prevede usi temporanei; saranno possibili iniziative di varia natura, a durate variabili, nel periodo che precederà gli ingenti lavori edilizi di restauro e di messa a norma del complesso.

Nel futuro della Cavallerizza c’è la localizzazione sul tracciato della futura linea 2 della metropolitana: è prevista una fermata che darà accesso al comparto culturale e archeologico del centro cittadino comprendente, oltre alla Cavallerizza, i musei Reali, Palazzo Madama, il Duomo e i Giardini Archeologici. Il parcheggio sotterraneo dei Giardini Reali previsto in una prima fase del progetto non sarà realizzato: “una variante al P.R.G. ne definirà l’iter escludendo il parcheggio previsto inizialmente sotto i giardini” ha precisato l’assessore Iaria. 

Pronto soccorso, più sicurezza: ecco le nuove linee guida

DETTAGLIATO PRE-TRIAGE COVID E TAMPONI SOLO MOLECOLARI

 

Maggior sicurezza per i pazienti che transitano per i Pronto soccorso e per gli operatori che vi lavorano e, soprattutto, maggiore garanzia che non si formino focolai Covid all’interno degli ospedali: è questo l’obiettivo delle nuove linee di indirizzo per la valutazione del rischio di infezione da Sars-CoV-2 nelle persone che accedono alle strutture di emergenza del Piemonte, che il Dirmei ha inviato a tutte le aziende sanitarie regionali.

L’aspetto più qualificante del documento è l’indicazione di utilizzare, per l’individuazione di casi Covid, esclusivamente i test molecolari. Ammesso eccezionalmente l’uso di test antigenici, unicamente di 3a generazione, a  3 condizioni: che il test venga eseguito entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi (periodo entro cui l’Ecdc ha riscontrato una sensibilità del test pari al 95%), che vi sia una momentanea impossibilità della struttura di eseguire i molecolari, che il reparto si trovi una situazione di  sovraccarico di lavoro.

Momento fondamentale del percorso per individuare un possibile positivo al suo ingresso in Pronto soccorso è quello di sottoporlo a un dettagliato pre-triage che, sulla base di una raccolta di elementi epidemiologici (ambiente di vita e di lavoro, eventuali esposizioni) e clinici (sintomi), stabilisca se il soggetto abbia una bassa o alta probabilità di malattia.

Nel primo caso, se per il paziente è prevista una breve permanenza in Pronto (ad esempio per piccola traumatoglogia, problematiche odontoiatriche, oculastiche, ecc.), non si rende necessario il tampone e il paziente potrà essere instradato nel percorso No-Covid. Se invece per il malato si prevede un periodo di osservazione lungo o un eventuale ricovero, si esegue il tempone. Quest’ultimo è d’oggligo per tutte le persone con alta probabilità di malattia,

«La pandemia – dichiara l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardiha generato una grande pressione sulle strutture di emergenza, che sono state chiamate ad assistere tanto i pazienti affetti da coronavirus, quanto tutti coloro che, vittime di altra patologia acuta, hanno continuato a farvi riferimento. Il persistere dell’emergenza ha reso sempre più cogente l’attuazione di una corretta valutazione del rischio per ogni paziente che accede in Pronto soccorso, per cercare di evitare il più possibile che il virus possa diffondersi in ambiente ospedaliero».

«La procedura che abbiamo definito – spiega Emilpaolo Manno, direttore del Dirmei – garantisce, da un lato, il rigore necessario per fornire una risposta affidabile e tempestiva al rischio di infezione e di contagiosità delle persone, e, dall’altro, è sufficientemente snella da poter essere integrata nella normale attività dei Pronto soccorso, senza aggravarne eccessivamente i carichi di lavoro».

Il bollettino Covid di lunedì 8 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 483 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 44 dopo test antigenico), pari al 4,8% dei 10.008tamponi eseguiti, di cui 5529 antigenici. Dei 483 nuovi casi, gli asintomatici sono 209 (43,3%).

I casi sono così ripartiti: 95 screening, 281 contatti di caso, 107 con indagine in corso; per ambito: 32 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 59 scolastico, 392 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 232.790 così suddivisi su base provinciale: 20.739 Alessandria, 12.098 Asti, 8.010 Biella, 31.839 Cuneo, 18.233 Novara, 121.862 Torino, 8627 Vercelli, 8379 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1166 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1837 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 148 ( +8 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2036 (+19 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.090

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.621.424 (+ 10.008 rispetto a ieri), di cui 1.057.584 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9014

Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9014 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1362 Alessandria, 586 Asti, 373 Biella, 1067 Cuneo, 750 Novara, 4095 Torino, 407 Vercelli, 292 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 82 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

211.502 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 211.502 (+ 502 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.456 Alessandria, 10.902 Asti,7241Biella, 29.434 Cuneo, 16.603 Novara, 110.566 Torino, 7863 Vercelli, 7673 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1075 extraregione e 1689 in fase di definizione.

Senzatetto trovato morto in un dehors

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Un senzatetto  è stato trovato privo di vita  questa mattina nel dehors di un bar del centro, l’allarme è stato dato dal proprietario del locale.

La polizia ha identificato il clochard, un 59enne di origini marocchine che lavorava come fioraio al mercato di via San Secondo. L’uomo dopo aver perso il lavoro, ha vissuto nella sua auto. Persa anche questa è finito in strada. La morte è avvenuta per cause naturali.

Dal 9 al 15 febbraio la Giornata della raccolta del farmaco

Nelle 264 farmacie aderenti in provincia di Torino, sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per chi non può permettersi di curarsi. 

Il bisogno di farmaci espresso dalle 56 strutture caritative coinvolte nella #GRF21 ammonta a 105.192 confezioni di farmaci, in crescita rispetto al 2020, e riguarda 22.460 assistiti.

 

SETTE GIORNI PER RISPONDERE A UN BISOGNO CRESCENTE

Aumentano le richieste da parte dei 56 enti convenzionati, che rispondono alle esigenze di 22.460 assistiti: c’è bisogno di 105.192 farmaci

Banco Farmaceutico invita i cittadini ad andare nelle farmacie aderenti (264 a Torino) per donare uno o più medicinali per chi ha bisogno

Anche quest’anno, la GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco, si farà. La #GRF21 durerà una settimana, da martedì 9 a lunedì 15 febbraio. Nelle oltre 5.000 farmacie che aderiscono in tutta Italia (riconoscibili perché espongono la locandina dell’iniziativa, l’elenco è consultabile sul sito www.bancofarmaceutico.org), sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. I farmaci raccolti (541.175 nel 2020, pari a 4.072.346 euro) saranno consegnati a oltre 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura delle persone indigenti, offrendo loro, gratuitamente, cure e medicinali.

LA GIORNATA DI RACCOLTA DEL FARMACO A TORINO

I cittadini sono invitati a donare uno o più medicinali da banco andando nelle farmacie aderenti, che in provincia di Torino sono 264: già questo è un risultato straordinario, visto che i volontari non potranno prestare il tradizionale servizio in farmacia (se l’evoluzione della pandemia e le norme in vigore lo consentiranno, ci sarà un solo volontario per farmacia, condizioni climatiche permettendo) e saranno i farmacisti stessi, ancora più del solito, i principali motori della proposta al cliente. Su www.bancofarmaceuticotorino.org è presente l’elenco delle farmacie aderenti, riconoscibili dalla locandina della #GRF21.

I medicinali raccolti saranno consegnati dai volontari del Banco Farmaceutico di Torino alle strutture caritative convenzionate e da queste ultime donati alle persone che non possono permettersi di curarsi (sempre con la supervisione di personale medico e infermieristico, anche in questo caso volontario). A Torino e provincia, il bisogno di farmaci espresso dai 56 enti coinvolti nella #GRF21 ammonta a 105.192 confezioni di farmaci (in crescita rispetto ai 104.465 del 2020, ai 88.105 del 2019 e ai 87.281 del 2018) e coinvolge 22.460 assistiti.

I NUMERI DELLA #GRF20

Nel 2020 la Giornata della Raccolta del Farmaco ha raccolto numeri davvero positivi a Torino e provincia: più 32% di farmaci raccolti, 35.187 confezioni rispetto alle 26.487 del 2019, per un valore monetario di 258mila euro, più 40% rispetto ai 170mila dell’anno precedente. La copertura della necessità si è fermata al 33,5% (rispetto alle quasi centomila confezioni richieste), in crescita rispetto 30,06% del 2019 e al 27,84% del 2018.

In Piemonte sono stati raccolti 62.346 farmaci, con un aumento del 23,6% rispetto ai 50.436 del 2019, per un valore pari a 440.188 euro, +19,2% rispetto ai 368.980 euro del 2019. A livello nazionale, nel 2020 hanno aderito 4.944 farmacie (+10%), dove i volontari hanno raccolto 535mila farmaci (+26,8%) per un valore di 3,9 milioni di euro (+27%).

POVERTA’ SANITARIA IN ITALIA

Quest’anno, la GRF si farà non solo nonostante la pandemia, ma a motivo della pandemia: a causa della crisi economica innescata da quella sanitaria, tante persone hanno perso il lavoro, chiuso la propria attività o subito una riduzione del proprio reddito. Chi, poi, era già povero è stato spinto in una condizione di ulteriore marginalità.

In Italia ci sono quasi due milioni di famiglie e 5 milioni di individui che vivono in condizioni di povertà assoluta. Secondo l’8° Rapporto sulla Povertà Sanitaria di Banco Farmaceutico, nel 2020 434.000 persone indigenti hanno avuto bisogno di medicinali, ma non hanno potuto acquistarli per ragioni economiche. 173.000 di essi hanno rinunciato a curarsi perché – impauriti dal Covid – non hanno chiesto aiuto agli enti assistenziali. Oppure, hanno chiesto aiuto ma gli enti che fornivano loro sostegno, avevano subito l’impatto della pandemia: il 40,6% ha sospeso alcuni servizi, il 5,9% ha chiuso e non ha ancora riaperto. Gli indigenti, quindi, sono stati ulteriormente deprivati della necessaria protezione sociale. Non bisogna dimenticare che, chi è povero, può spendere, per le medicine, circa ¼ rispetto al resto della popolazione: solo 6,38 euro al mese, contro 28,18 euro.

PARTNER

La GRF si volge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di Aifa e in collaborazione con Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute, Egualia – Industrie Farmaci Accessibili, Unifarma Distribuzione, Federsalus e BFResearch. Intesa Sanpaolo è partner istituzionale dell’iniziativa. La GRF è realizzata grazie al contributo incondizionato di IBSA, Teva ed EG Stada Group, e al sostegno di DOC Generici, Zentiva, DHL Supply Chain e Piam Farmaceutici. La Giornata è supportata da Responsabilità Sociale Rai, Mediafriends, La7, Sky per il sociale, e Pubblicità Progresso.

LE DICHIARAZIONI

Clara Cairola Mellano, Presidente del Banco Farmaceutico Torino: «Anche quest’anno ci siamo, nonostante le difficoltà e le incertezze. Non possiamo che fare nostra la voce dell’Arcivescovo Nosiglia: “C’è, io credo, una ‘lezione di solidarietà’ che dobbiamo tutti ancora apprendere e studiare: perché ogni gesto di vicinanza a chi ha bisogno è un ‘segnale’ che lanciamo alla città intera”. Tutti lo abbiamo sperimentato: il bisogno di curarsi fa parte dei bisogni essenziali e noi vogliamo essere al fianco delle tante realtà assistenziali del territorio che, quotidianamente, assistono chi è in condizioni di povertà, per offrire il nostro aiuto e per costruire insieme una comunità più umana. Un grazie di cuore ai farmacisti, che con la loro adesione hanno rinnovato la collaborazione che da ormai tantissimi anni li lega all’esperienza del Banco. Per questo vi invito ad aderire con la generosità di sempre alla Giornata di Raccolta del Farmaco andando in farmacia ad acquistare un farmaco per chi ne ha bisogno».

Marco Cossolo, Presidente Federfarma Torino: «Anche quest’anno sono numerose le farmacie che partecipano alla Giornata di Raccolta del Farmaco, meritevole iniziativa che assume un significato ancor più profondo nell’attuale contesto di emergenza sanitaria. La pandemia ha infatti contribuito ad aggravare la situazione delle persone più fragili e disagiate, che non riescono a curarsi adeguatamente. Aderendo a questa campagna le farmacie, animate per vocazione da spirito di solidarietà, tendono concretamente una mano a coloro che, a causa di crescenti difficoltà economiche, sempre più spesso sono costretti a fare rinunce peggiorando il proprio stato di salute o quello dei familiari. In farmacia veniamo a contatto, tutti i giorni, con queste tristi realtà. Durante la Giornata di Raccolta del Farmaco le farmacie confermano la propria vicinanza ai cittadini e l’impegno costante al miglioramento della vita collettiva».

Mario Giaccone, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Torino e Provincia: «Come Presidente di Ordine e come torinese sono orgoglioso che l’adesione dei colleghi alla Giornata di Raccolta del Farmaco nella nostra città aumenti di anno in anno, a dimostrazione della sensibilità della categoria e dell’attenzione che per lunga tradizione i piemontesi hanno nei confronti di chi è in difficoltà. Ho creduto e aderito al Banco Farmaceutico da subito, perché penso che il farmacista conosca bene le problematiche e le esigenze dei cittadini che vede tutti i giorni. Il numero dei farmaci raccolti, anno dopo anno, è in crescita e questo è un importante segnale che contribuisce al benessere di tutta la comunità, in particolare dei più deboli, soprattutto oggi con la forte crisi legata alla pandemia in corso. La Giornata di Raccolta del Farmaco è un gesto concreto, che può fare la differenza e dare un aiuto a tante famiglie già in situazioni critiche».