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Il bollettino Covid di mercoledì 17 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 959 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 120 dopo test antigenico), pari al 4,3% dei 22.151 tamponi eseguiti, di cui 14.838 antigenici. Dei 959 nuovi casi, gli asintomatici sono 338 (35,2 %).

I casi sono così ripartiti: 150 screening, 533 contatti di caso, 276 con indagine in corso; per ambito: 24 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 100 scolastico, 835 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 239.602 così suddivisi su base provinciale: 21.210 Alessandria, 12.416 Asti, 8.199 Biella, 32.489 Cuneo, 18.705 Novara, 125.976 Torino, 8.815 Vercelli, 8.719 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.194 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.879 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 138 ( – 3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.875 (- 25 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.137

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.786315 (+ 22.151 rispetto a ieri), di cui 1.100.276 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.204

Sono 22 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.204 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.394 Alessandria, 591 Asti, 376 Biella, 1.095 Cuneo, 761 Novara, 4.189 Torino, 414 Vercelli, 300 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 84 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

218.248 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 218.248 (+996 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.023 Alessandria, 11.245 Asti,7.504 Biella, 30.254 Cuneo, 17.123 Novara, 114262 Torino, 8.050 Vercelli, 7.956 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.099 extraregione e 1.732 in fase di definizione.

Robot chirurgico asporta tumore su paziente sveglia. Alle Molinette, primo caso al mondo

Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia, presso l’ospedale Molinette di Torino
Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una
paziente sveglia, presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di
Torino.
Una donna di 62 anni da tempo si portava dentro un dramma che sembrava non lasciarle via
d’uscita: dopo aver sconfitto molti anni prima un brutto tumore grazie all’asportazione di un
polmone, ora si trovava a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non
poteva essere asportata. Il rischio operatorio era troppo elevato a causa dei suoi problemi respiratori.
“Ero già stata visitata in diversi centri di eccellenza italiani, dove mi avevano detto che l’unica
terapia era l’asportazione della massa”, afferma la signora, “ma gli anestesisti mi prospettavano un
rischio dell’80% di non risvegliarmi dall’intervento”. Presa dalla disperazione, la paziente si rivolge
all’ospedale Molinette di Torino. Nel frattempo la massa renale era cresciuta in modo significativo
negli ultimi mesi superando i 5 cm ed era molto profonda. L’intervento rivestiva ora un carattere di
urgenza sia per il rischio di diffusione del tumore sia per l’impossibilità ad asportare solo la massa
salvando il rene se fosse cresciuto ancora.
Quando esaminai la documentazione, dissi subito alla paziente che il caso era oltremodo
complesso poiché la chirurgia robotica, l’unica tecnologia che ci avrebbe permesso di asportare un
tumore di quelle dimensioni in modo mini-invasivo salvando il rene, non era mai stata utilizzata in
un paziente sveglio e pertanto non ero in grado di garantire la fattibilità dell’intervento”, dichiara il
Professor Paolo Gontero (Direttore della Urologia universitaria dell’ospedale Molinette). “La scelta
del sistema robotico Da Vinci era obbligata poiché non ritenevo sicuro dal punto di vista oncologico
adottare la tecnica laparoscopica pura per il rischio di “diffondere” il tumore, trattandosi di una
“massa a contenuto liquido” in una paziente che rischiava di muoversi durante l’intervento. Per
contro, la chirurgia “tradizionale” a cielo aperto esponeva ad un rischio troppo alto di complicanze”.
L’intervento è stato pianificato grazie all’attività di coordinamento effettuata dal dottor Roberto
Balagna (Direttore dell’Anestesia Rianimazione ospedaliera dell’ospedale Molinette) e dal professor
Luca Brazzi (Direttore dell’Anestesia Rianimazione universitaria Molinette). Il problema cruciale
dell’intervento era riuscire ad ottenere un livello di anestesia periferica ottimale in modo che il
paziente non solo non avverta dolore ma resti sveglio ed immobile durante tutto l’intervento. In
caso contrario, i bracci di lavoro rigidi del sistema Da Vinci non avrebbero potuto operare in
sicurezza. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi avrebbe implicato pertanto la necessità di
ricorrere ad una anestesia generale dalla quale la paziente avrebbe potuto non più risvegliarsi.
Quando è entrata in sala operatoria erano ad attenderla gli anestesisti dottor Fabio Gobbi
(dell’équipe di Balagna) e dottoressa Paola Rampa (dell’équipe di Brazzi). Il dottor Gobbi, con una
tecnica innovativa, ha praticato un “blocco anestetico spinale toracico continuo”, rendendo così la
paziente “insensibile” nella zona del rene. L’intervento chirurgico è stato condotto dal Professor
Paolo Gontero (coadiuvato dai dottori Marco Oderda e Giorgio Calleris), mediante l’utilizzo di una
tecnica retroperitoneoscopica con il robot Da Vinci Xi e l’utilizzo di 4 bracci operativi. La paziente,
vigile, ha potuto seguire le varie fasi dell’intervento che si è svolto in 2 ore di tempo robotico.
Nonostante le dimensioni (che superavano i 5 cm) e la crescita in profondità della massa, grazie alla
combinazione della tecnica robotica assistita con il sistema Da Vinci e di tecnologie innovative di
ricostruzioni tridimensionali delle immagini che hanno guidato l’intervento, il tumore maligno è
stato asportato completamente salvando il rene.
E’ stata una grande emozione per tutti in sala operatoria quando, alla mia notifica della riuscita
dell’intervento, la paziente (ancora attaccata ai bracci robotici) è scoppiata in un pianto di gioia
dicendo “Grazie per avermi ridato una seconda vita”, afferma il professor Paolo Gontero, che
conclude: “Grazie alla forza ed al coraggio di questa paziente ed alla collaborazione di un team di
alta professionalità, abbiamo dimostrato per la prima volta al mondo la fattibilità dell’utilizzo della
tecnologia robotica a paziente sveglio”

Da oggi stop al metro’ da piazza Bernini a Porta nuova

La metropolitana da mercoledì 17 febbraio non funzionerà  nella tratta compresa tra le stazioni Bernini e Porta Nuova

Lo comunica Gtt che annuncia un intervento tecnico urgente e non rinviabile, deciso dopo una verifica avvenuta ieri.  Verranno attivati bus sostitutivi fino al termine dell’intervento, la cui durata al momento non è prevedibile. Da Fermi a Bernini e da Porta Nuova al Lingotto il servizio sarà  regolarmente in funzione. Lo stop riguarda sette stazioni: Bernini, Principi d’Acaja, XVIII Dicembre, Porta Susa, Vinzaglio, Re Umberto e Porta Nuova.

Commercio, le imprese nate a Torino sono oltre mille in meno rispetto a un anno fa

L’Osservatorio congiunturale dell’Ascom segna per il 2020, anno  della pandemia, una riduzione di imprese nate a Torino del 18%  ovvero 1.100 in meno,  a fronte della sopravvivenza di molte aziende  sopravvissute grazie ai ristori, ma impossibilitate a fare realmente impresa. 

In totale rispetto al 2019 si registrano -349  imprese attive e un netto calo di fiducia da parte degli imprenditori.

Questo in particolare nei confronti del precedente governo.

Invece sono stati registrati con favore  gli aiuti messi in campo  dalla Regione Piemonte.

Covid Piemonte: il bollettino di martedì 16 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 771 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 141 dopo test antigenico), pari al 4,1% dei 18.824 tamponi eseguiti, di cui 11.315 antigenici. Dei 771 nuovi casi, gli asintomatici sono 310 (40,2 %).

I casi sono così ripartiti: 175 screening, 431 contatti di caso, 165 con indagine in corso; per ambito: 18 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 65 scolastico, 688 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 238.643 così suddivisi su base provinciale: 21.152 Alessandria, 12.391 Asti, 8.174 Biella, 32.431 Cuneo, 18.660 Novara, 125.357 Torino, 8.782 Vercelli, 8.638 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.189 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.869 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 141 (3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.900 (- 33 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.168

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.764.164 (+18.824 rispetto a ieri), di cui 1.093.919 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.182

Sono 37 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.182 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.393 Alessandria, 591 Asti, 376 Biella, 1.095 Cuneo, 761 Novara, 4.170 Torino, 413 Vercelli, 299 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 84 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

217.252 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 217.252 (+834 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.938 Alessandria, 11.198 Asti,7.494 Biella, 30.145 Cuneo, 17.060 Novara, 113.654 Torino, 8.023 Vercelli, 7.918 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.095 extraregione e 1.727 in fase di definizione.

Il pregiudizio contro i farmacisti e il vaccino

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La mancata somministrazione dei vaccini, come aveva falsamente promesso l’incredibile commissario Arcuri che aveva già fallito sulla scuola e sulla fornitura dei banchi, e‘ legata al fatto che la visione statalista del ministero della Salute, in mano ad uno degli ultimi, patetici moikani comunisti, impedisce la collaborazione con i privati, come hanno dimostrato il problema dei tamponi che sia pure in ritardo sono stati poi risolti per merito delle farmacie che si sono attrezzate ad hoc ovviamente a loro spese, superando i blocchi della burocrazia ministeriale.

 

I vaccini debbono poter essere acquisiti all’estero dalle organizzazioni nazionali dei farmacisti i quali debbono essere autorizzati ad organizzarne la somministrazione diretta con la collaborazione di un medico privato. Il costo della prestazione sarebbe molto limitato e alla portata di moltissimi.  Se ho fatto il vaccino per l’influenza, lo debbo alla mia farmacia di Torino dove ho comprato il vaccino. Altrimenti avrei dovuto attendere chissà quanto tempo. Non è solo una questione di efficienza in condizioni di emergenza, ma è anche una questione di giustizia sociale: chi ne ha la possibilità, può provvedere pagando il vaccino ed e’ giusto che lo possa fare, riducendo il numero delle richieste. I criteri fissati per la somministrazione appaiono discutibili. Ad esempio, medici in pensione che non esercitano più, hanno avuto una vaccinazione non giustificata rispetto ad altri coetanei chiaramente penalizzati. Io è una vita che faccio esami al Cidimu e certo non mi sottopongo a code di molti mesi, se non di anni per fare una risonanza.  Così operando, contribuisco anche a ridurre le liste di attesa a vantaggio di altri .
In epoca tragica di pandemia occorre andare oltre le chiusure ideologiche e trovare una sinergia con le farmacie che hanno svolto e svolgono un ruolo determinante nella tutela della salute . Solo gente ottusa non riesce a capire che i vaccini si devono poter fare anche in farmacia .

Il voucher vacanza prorogato al 30 giugno Ecco come funziona

L’ASSESSORE AL TURISMO, VITTORIA POGGIO: «RICADUTE SUL TERRITORIO DI 48 MILIONI CHE SUPERANO L’INVESTIMENTO DI 5 MILIONI DELLA REGIONE»

Il presidente della Federazione dei Consorzi Turistici Piemonte Incoming, Andrea Cerrato: «Operazione diventata un caso studio a livello nazionale, ed è stata l’unica concreta iniziativa tra pubblico e privato che permette la sopravvivenza di molte aziende della filiera turistica»

Torino 15 febbraio 2021

Da oggi 15 febbraio fino al 30 giugno 2021, sarà di nuovo possibile acquistare un voucher per trascorre una vacanza di tre giorni in Piemonte con una 1 notte pagata dal cliente, 1 notte pagata dalla Regione Piemonte e la terza omaggiata dall’albergatore: grazie a questa formula, nel 2020 sono stati venduti oltre 32.000 voucher.

«Con una ricaduta in termini economici di 48 milioni di euro – ha sottolineato l’assessore al Turismo, Vittoria Poggioil gettito di questa operazione soltanto in termini di Iva, supera i 5 milioni investiti dalla Regione e secondo i nostri calcoli si stima che nell’arco dei prossimi due mesi saranno venduti oltre 10.000 voucher vacanza, in attesa di un rifinanziamento della legge sul Riparti Turismo Piemonte. L’operazione – ha aggiunto l’assessore – ha anche una valenza culturale per aver consentito di far conoscere il Piemonte ai Piemontesi che hanno scoperto le infinite “storie di bellezza” delle nostre colline, montagne, laghi, ma anche borghi e città».

«Il voucher vacanza – ha rimarcato il presidente della Federazione dei Consorzi Turistici Piemonte Incoming, Andrea Cerratoè diventato un caso studio a livello nazionale: è stata, infatti, l’unica concreta iniziativa tra pubblico e privato che servirà a permettere la sopravvivenza di molte aziende della filiera turistica, in particolare per quanto riguarda la montagna, ma anche per promuovere la stagione primaverile di colline, laghi e città».

Il bollettino Covid di lunedì 15 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 438 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 53 dopo test antigenico), pari al 4,3% dei 10.263 tamponi eseguiti, di cui 6.309 antigenici. Dei 438 nuovi casi, gli asintomatici sono 201 (45,9 %).

I casi sono così ripartiti: 85 screening, 251 contatti di caso, 102 con indagine in corso; per ambito: 14 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 44 scolastico, 380 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 237.872 così suddivisi su base provinciale: 21.118 Alessandria, 12.348 Asti, 8.140 Biella, 32.342 Cuneo, 18.591 Novara, 124.925 Torino, 8.767 Vercelli, 8.600 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.182 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.859 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 144 ( + 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.933 (+ 20 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.232

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.745.340 (+10.263 rispetto a ieri), di cui 1.088.884 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.145

Sono 14 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.145 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.384 Alessandria, 590 Asti, 376 Biella, 1.090 Cuneo, 757 Novara, 4.157 Torino, 409 Vercelli, 298 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 84 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

216.418 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 216.418 (+459 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.892 Alessandria, 11.161 Asti,7.464Biella, 30.050 Cuneo, 16.986 Novara, 113.199 Torino, 7.984 Vercelli, 7.871 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.092 extraregione e 1.719 in fase di definizione.

Impianti di sci, la Regione: “Draghi intervenga per ristori immediati al settore”

IL PREMIER DIMOSTRI CHE LA MUSICA È CAMBIATA, I RISTORI IMMEDIATI SIANO IL PRIMO ATTO DEL NUOVO GOVERNO”

La Giunta regionale del Piemonte si è riunita questa mattina in seduta straordinaria per affrontare il tema della mancata ripartenza dell’attività degli impianti di sci, decisa ieri sera dal Governo a meno di 12 ore dall’apertura delle stazioni sciistiche.

Presenti in videocollegamento anche Giampiero Orleoni e Nicola Bosticco, presidente e vicepresidente di Arpiet, l’associazione che rappresenta i gestori degli impianti di risalita piemontesi.

In giornata la Regione scriverà al Governo per risollecitare l’attivazione immediata dei ristori che gli operatori del settore attendono da mesi (parametrati sul modello francese, che prevede un ristoro di circa il 50% dei ricavi annuali), ma anche un ulteriore indennizzo per le cinque false partenze subite dal comparto fin dall’avvio della stagione invernale (la prima per il ponte dell’Immacolata, poi ancora il 20 dicembre, il 7 e 18 gennaio e adesso il 15 febbraio), che hanno causato un aumento dei costi fissi del 20%.

Nel pomeriggio l’assessore agli Affari Legali Maurizio Marrone verificherà con l’avvocatura della Regione la possibilità di costituirsi parte civile, al fianco dei gestori degli impianti, per chiedere indennizzi proporzionati alla quantificazione dei danni, mentre gli assessori allo Sport Fabrizio Ricca e al Turismo e Commercio Vittoria Poggio incontreranno il neo-ministro del Turismo Massimo Garavaglia.

Stamattina invece il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme al vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso, si è confrontato con il ministro agli Affari regionali Mariastella Gelmini per chiedere una immediata convocazione delle Regioni che hanno nel sistema invernale uno dei comparti economici strategici per il proprio territorio. Un settore che dà da vivere a migliaia di famiglie e che oggi rischia il collasso. Sempre in giornata, il presidente Cirio trasmetterà anche al presidente del Consiglio Draghi una memoria con le istanze urgenti che la Regione chiede al governo per sostenere il sistema della neve.

“La Regione Piemonte ha previsto di stanziare immediatamente 5,3 milioni di euro come ristori per gli impianti sciistici nuovamente penalizzati da una politica di chiusura intempestiva e annunciata con nessun anticipo – sottolineano il presidente Cirio e l’assessore Ricca -. Una dinamica, questa, che ha reso impossibile una politica di pianificazione delle aperture per la stagione sciistica e ha causato ulteriori danni a quelli già ingenti che la pandemia ha provocato anche a questo comparto. La Giunta delibererà venerdì queste risorse che sappiamo non essere sufficienti, ma che sono un modo immediato per dare ossigeno a un settore che per il Piemonte è strategico. Ci aspettiamo che Roma si attivi subito per fare la sua parte. Draghi dimostri che la musica è cambiata e che il nuovo governo conosce e capisce i problemi della vita reale, come primo atto avvi immediatamente i ristori per lo sci”.

Fatture false per milioni di euro. Sequestrati immobili, terreni e conti correnti

La Guardia di Finanza di Torino ha concluso nei giorni scorsi un’indagine di polizia economico finanziaria che ha disvelato un’evasione fiscale milionaria, supportata dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con il sequestro di immobili, terreni e disponibilità su conti correnti e la denuncia, per reati tributari, di 4 soggetti. 

Le investigazioni, durate oltre un anno, sono state condotte dai finanzieri del Gruppo Orbassano, coordinati dal Sostituto Procuratore, Dott.ssa Virginie Tedeschi, della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ed hanno tratto origine dall’individuazione, nell’ambito di altra attività operativa, di cospicui prelievi in contanti da parte di un imprenditore dell’hinterland torinese, effettuati a seguito di numerosi bonifici ricevuti da tre rappresentanti legali di società, tutte operanti nel settore della produzione di componentistica per auto.

Sulla base di tali riscontri, gli inquirenti hanno avviato più penetranti accertamenti che hanno consentito di portare alla luce un collaudato sistema di frode imperniato su di una società risultata, di fatto, inesistente in quanto priva di una sede effettiva nonché di strutture organizzative e mezzi aziendali, il cui unico “ruolo” era quello di emettere fatture per operazioni inesistenti a favore di tre imprese attive nel medesimo comparto economico, con il solo fine di consentire a queste ultime di evadere le imposte attraverso l’utilizzo dei documenti fiscali falsi per beneficiare, indebitamente, dell’abbattimento dei ricavi e della detrazione della correlata IVA.

Le Fiamme Gialle hanno, altresì, scoperto che a fronte delle fatture fittizie emesse dalla società “cartiera”, le aziende destinatarie delle stesse procedevano ad effettuare i relativi pagamenti mediante bonifici bancari al solo scopo di dare una parvenza di regolarità alle operazioni, di fatto mai avvenute, salvo poi ricevere successivamente, in contanti, la restituzione delle somme versate.

Al termine delle indagini, è stato accertato l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per oltre 7 milioni di euro e 4 persone sono state denunciate alla locale Procura della Repubblica, a vario titolo, per le ipotesi di reato di omessa dichiarazione, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e occultamento di scritture contabili.

Inoltre, attese le responsabilità penali individuate in capo agli indagati, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino ha emesso un decreto di sequestro preventivo  fino a concorrenza di euro 1,6 milioni, pari al profitto generato dalle fattispecie delittuose perpetrate, la cui esecuzione ha permesso di sottoporre a cautela reale disponibilità finanziarie per oltre 250 mila euro, 9 immobili e un terreno.

L’attività di servizio condotta dalla Guardia di Finanza s’innesta nell’alveo del più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria approntato dal Corpo a contrasto delle frodi fiscali e delle forme di evasione più gravi, a salvaguardia del bilancio dello Stato e degli imprenditori onesti, aggredendo, al contempo, i patrimoni illecitamente accumulati.