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A Torino il dipinto monumentale di Saype attraversa la Porta Palatina

Dal 1° ottobre Torino accoglie la nuova tappa di Beyond Walls – Oltre i muri, il progetto di Land Art dell’artista franco-svizzero Saype sostenuto dal Gruppo Lavazza in collaborazione con il Comune di Torino e i Musei Reali Torino

 

Due mani che si tendono l’una verso l’altra e si stringono, in una presa che trasmette fiducia e aiuto reciproco: è questa l’immagine al centro del progetto Beyond Walls – Oltre i muri firmato dall’artista franco-svizzero Saype.

 

Città di Torino con questo progetto, conferma il proprio impegno sui temi della sostenibilità e della condivisione, consolidandosi come metropoli internazionale dalla spiccata vocazione culturale. Un messaggio di solidarietà e di fratellanza per un’opera dipinta sull’erba, che connette idealmente la città di Torino al resto del mondo. Dopo essersi fatta portavoce dei messaggi di rinascita e solidarietà con la campagna #TheNewHumanity, ora Lavazza ha deciso di supportare Saype, artista con cui condivide visione e valori che faranno da filo conduttore per il Calendario Lavazza 2021.

In parallelo, i Musei Reali si fanno sostenitori del progetto grazie alla volontà di connettere il patrimonio delle arti classiche alle espressioni artistiche contemporanee, contribuendo a realizzare uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni. Nella cornice del Parco archeologico della Porta Palatina di Torino, uno dei luoghi storici della città, Beyond Walls diventa un ulteriore tassello della “più grande catena umana della storia”, coprendo cinque continenti per un totale di oltre venti città diverse. Settima tappa di un progetto globale inaugurato a Parigi nel 2019 e che ha già toccato luoghi come la Tour Eiffel di Parigi, il muro di Berlino e il memoriale di Ouagadougou in Burkina Faso.

La scelta di accogliere l’opera presso una delle porte di accesso della città, soglia che delimitava i confini dello spazio cittadino dal mondo esterno, sottolinea il desiderio dell’artista di superare i muri fisici e mentali, invitandoci a intraprendere uno sforzo collettivo per sentirci parte viva di un unico ecosistema, responsabili di un fragile equilibrio che richiede la nostra cura e il nostro impegno individuale.

Ogni singola mano appartenente al progetto Beyond Walls, con i suoi dettagli che rimandano a etnie, provenienze, culture differenti rappresenta il caleidoscopio di un’umanità in continua evoluzione, che non è disposta a farsi fermare da restrizioni e muri e che si fa portavoce di tolleranza e inclusione. Inserito dalla prestigiosa rivista Forbes nell’elenco delle 30 personalità sotto i trent’anni più influenti nel mondo dell’arte e della cultura, Saype ha sviluppato la propria personale ricerca fondendo l’immediatezza e l’impegno sociale della street art alla consapevolezza della land art, dando vita a una grammatica artistica del tutto personale. Tutta l’opera dell’artista, nato a Belfort nel 1989 e formatosi da autodidatta, è realizzata nel totale rispetto della natura ed è costituita da dipinti di dimensioni monumentali realizzati sull’erba grazie all’utilizzo di pigmenti biodegradabili, ideati dall’artista stesso. I dipinti, di natura effimera e di grande impatto visivo, sono nati dall’esperienza maturata da Saype attraverso l’arte di strada, trasformatasi poi verso il linguaggio della land art, un movimento d’avanguardia nato alla fine degli anni ‘70, focalizzato sul dialogo tra gli artisti e la natura.

La visione di Saype rispetto al presente e alla responsabilità dell’arte è molto chiara: «Ci troviamo a un punto della storia in cui il mondo si sta polarizzando, e in cui molte persone si stanno ripiegando su se stesse. Tuttavia credo profondamente che sia solo rimanendo insieme che l’umanità possa rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo.»

I suoi enormi dipinti, che hanno una durata media che varia tra i 15 e i 90 giorni, rappresentano un richiamo alla transitorietà dell’esistenza e alla relazione tra tutte le forme viventi e coniugano la trasversalità e la forza dell’arte urbana alla profondità e all’urgenza della land art, dando vita a una formula visiva del tutto originale.

La scelta di Saype – nome d’arte di Guillaume Legros, nato dalla contrazione di “say peace” – avviene in continuità con il percorso intrapreso da Lavazza. L’artista ha già collaborato con l’azienda in qualità di protagonista di uno scatto di Amy Vitale, curatrice del Calendario Lavazza 2019, che ha ritratto il suo dipinto Take Care for Future, realizzato in sinergia con il progetto “Colombia Breathes” della Fondazione Lavazza.

Con questa nuova opera, la Città di Torino e Lavazza si fanno portatrici di un messaggio di speranza, di ottimismo e di resilienza che parte dalla città di Torino e si apre a tutto il mondo. Hanno voluto che anche Torino fosse uno dei luoghi scelti da Saype per realizzare la propria opera, per sostenere e diffondere la ripartenza della città già rappresentante dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, dopo l’emergenza sanitaria.

Il progetto è un percorso che comprende anche la prima mostra personale dell’artista franco-svizzero presso le sale centrali della Galleria Sabauda dei Musei Reali. Beyond Walls. Torino 2020 ricostruisce poetica, carriera e tecnica dei “Foot Murales” che hanno reso celebre Saype in tutto il mondo e sarà visibile fino al 17 gennaio 2021.

 

Francesca Lavazza – Board Member Lavazza Group

In Lavazza siamo da sempre convinti della necessità che pubblico e privato lavorino fianco a fianco a favore della comunità. Il concetto di sussidiarietà va per noi oltre il significato di collaborazione e complementarietà. Significa costruire insieme un percorso valoriale in grado di produrre un impatto tangibile sulla società. In questo percorso di sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità, il Comune ci è sempre stato vicino in un rapporto consolidato che non esiterei a definire estremamente proficuo”.

“Beyond Walls è un’opera di grande forza visiva e immediatezza. Siamo convinti che l’arte e la sostenibilità siano linguaggi in grado inspirare e modellare il nostro futuro, per questo collaboriamo con artisti che fanno propri i valori della condivisione, del rispetto per l’ambiente e la positività, contribuendo a diffondere e affermare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ormai parte integrante della visione e delle azioni del Gruppo Lavazza.» racconta ancora Francesca Lavazza.

 

Marco Giusta – Assessore dei Diritti, Creatività e Giovani Città di Torino

L’arte non solo accende un riflettore internazionale sul nostro territorio, raccontando la bellezza della nostra città, ma ci regala la possibilità di riflettere sui temi che accompagna. Saype è un giovane artista che ci ricorda che i giovani sono il futuro ma anche il presente, e la sua visione della società, più giusta, equa, sostenibile e senza confini ci restituisce la speranza di poterla immaginare, e quindi poterla realizzare. Un’opera d’arte quella di Saype che nella sua bellezza si fa portatrice di una visione del futuro, al di là dei muri, anche quelli invisibili, mani che si stringono e che uniscono al posto di dividere, ricordandoci che siamo tutte e tutti connessi e interdipendenti. Durante questo periodo straordinario e terribile abbiamo riscoperto il valore della comunità e della solidarietà. Da qui occorre ripartire per gettare le fondamenta per una società migliore. 

Ringrazio Lavazza per aver voluto nuovamente investire sull’arte e su Torino, i Musei Reali, la soprintendenza, il Duomo, gli uffici della città e tutti e tutte coloro che hanno collaborato all’iniziativa. E ovviamente ringrazio Saype per averci donato quest’opera potente e bellissima, che porta con sé la forza dell’idea di una società e di futuro più sostenibile, unito e giusto.

 

Enrica Pagella – Direttrice dei Musei Reali

I grandi dipinti sull’erba di Saype dimostrano quanto la pittura sia tutt’oggi un terreno di grande ricerca tecnica e visiva, le cui frontiere si ampliano traendo vantaggio dalle tecnologie aeree e dalle potenzialità di riverbero globale sui media, ma mantenendo sempre centrale il talento della mano e l’invenzione dell’artista.

I Musei Reali accolgono la sua opera torinese che porta con sé un importante messaggio di umanità e attenzione al rispetto dell’ambiente e che affronta con serietà la sostenibilità dello stesso intervento artistico.

 

Filippo Masino – Architetto e Curatore

Saype sviluppa con gioia e voglia di sognare il tema della connessione tra le persone, tra i luoghi e le culture, per veicolare attraverso l’immaginazione artistica una coscienza mondiale condivisa. Questo lo fa partendo dal concetto di monumento (dal latino moneo: ricordare, ammonire) e quindi di memoria del passato e raccomandazione per il futuro. Dalla Tour Eiffel al muro di Berlino, al memoriale degli Eroi di Ouagadougou e fino alla Porta Palatina, gli iconici monumenti dei padri diventano sorgenti di forza per un monumento nuovo dedicato alle generazioni di oggi – la grande catena umana dipinta – rappresentando così la loro consapevolezza della preziosa eredità, ma anche delle responsabilità che hanno di fronte alle sfide che le attendono.

 

Roberto Mastroianni – Filosofo e Curatore

Arte, impegno sociale ed eco-attivismo, sono queste le coordinate attraverso cui si muove l’azione di Saype.

L’artista è capace di dare forma a monumentali interventi pittorici, utilizzando i linguaggi della Street Art e

della Land Art, per dare vita a una forma innovativa di intervento artistico ecosostenibile completamente calato nella contemporaneità.

La figurazione che dialoga con gli spazi naturali, i codici dell’Urban Art, il rispetto per i cicli naturali danno forma a opere effimere dal grande impatto simbolico, che ricordano agli esseri umani quanto breve sia il loro passaggio su questa terra e quanto essi debbano essere rispettosi dei segni che lasciano dietro di sé.

La poetica minimale, l’impegno sociale, urgenza delle questioni poste dalla crisi climatica e ambientale fanno di Beyond Walls uno dei più importanti interventi artistici su scala globale degli ultimi anni.

 

Luisa Papotti – Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino

La Porta Palatina, riemersa isolata e silenziosa dalle grandi demolizioni del primo’900, ritrova grazie all’opera di Saype il suo ruolo originario di zona di confine, scambio e contatto. Opera d’arte ecologica ed effimera, ma non per questo meno eloquente, Beyond Walls riporta l’attenzione sul grande lacerto di mura romane, che ancora oggi divide e definisce i quartieri urbani, suggerendoci di farne il fulcro di una riflessione sul futuro della città. Ed aggiunge il proprio ai molti messaggi che i muri della città ci offrono, grazie anche all’iniziativa di Lavazza e Città di Torino.

 

Renato Boero – Presidente Iren

Il Gruppo Iren ritiene che l’arte, in tutte le sue molteplici espressioni, sia una straordinaria occasione di crescita culturale del territorio e, di conseguenza, un volano per lo sviluppo economico e sociale. Quando si presenta l’occasione di fornire un contributo, anche di natura tecnica, a forme espressive innovative e portatrici di valori in linea con l’identità aziendale, Iren risponde positivamente, nella consapevolezza che un lavoro sinergico fra aziende, enti e territorio possa produrre risultati di assoluto interesse.

 

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BEYOND WALLS. TORINO 2020 by Saype

A cura di Roberto Mastroianni e Filippo Masino

Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda

1 ottobre 2020 – 17 gennaio 2021

Dal martedì alla domenica, orario 9-19

 

Nell’occasione della sua prima tappa italiana, promossa dalla Città di Torino e da Lavazza Group, i Musei Reali ospitano la prima mostra personale in Italia dell’artista franco-svizzero Saype, incentrata sulla restituzione dell’opera realizzata a Torino all’interno del più ampio progetto Beyond Walls.

Attraverso un percorso espositivo foto-video e installativo che si snoda in tre sale del piano aulico della Galleria Sabauda, viene ricostruita poetica, carriera e tecnica dei famosi Foot Murales realizzati da Saype in tutto il mondo, rendendo ragione dell’innovativo approccio ai materiali e alla creazione pittorica di grandi figure che ibridano i linguaggi della Street Art con i linguaggi della Land Art.

Saype: Say Peace. Questo è il nome scelto da Guillaume Legros, artista autodidatta classe 1989, che dopo un’attività adolescenziale da graffiti-writer è divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi enormi dipinti sull’erba dedicati ai temi dell’umanità, della cittadinanza globale e della sostenibilità ambientale, realizzati con una tecnica pittorica da lui inventata che utilizza pigmenti biodegradabili.

Sicuramente uno degli artisti più conosciuti sulla scena globale con temporanea, nel 2019 è stato inserito dalla rivista Forbes tra le trenta persone più influenti al mondo sotto i trent’anni di età nel settore Arte e Cultura.

Il progetto Beyond Walls – Oltre i muri, iniziato a giugno 2019, ha l’obiettivo di realizzare simbolicamente la più grande catena umana del pianeta. I giganteschi dipinti realizzati sull’erba sono fatti di mani: mani che si intrecciano, che si stringono e si uniscono in uno sforzo comune, oltrepassando i muri che separano gli esseri umani e li racchiudono in spazi mentali o geografici.

Le pareti erette nella mente diventano partizioni fittizie, che vengono spazzate vie dal gesto artistico; e allo stesso modo si crea una breccia immaginaria nei muri reali, quelli di mattoni e cemento, costruiti dall’umanità dentro e contro sé stessa.

Le lunghissime catene non si dimenticano del valore della singolarità incarnata in ciascuna mano: attraverso specifici particolari dell’abbigliamento, gli accessori e il colore della pelle, ognuna di esse è portatrice di una sua individualità e di una storia da raccontare, e ci evoca una diversa provenienza sociale, geografica o etnica.

La mostra ospita la restituzione fotografica e descrittiva delle tappe del progetto sinora realizzate (Parigi, Andorra, Ginevra, Berlino, Ouagadougou, Yamoussoukro), in un ambiente immersivo affacciato sui Giardini Reali, la restituzione video del making of del progetto torinese e un’opera site specific di piccole dimensioni realizzata su materiale vegetale all’interno di una sala della Galleria Sabauda. Tutta la mostra dialoga con l’opera realizzata nel parco della Porta Palatina, visibile da uno spazio dedicato all’interno del Palazzo.

Oggi il progetto Beyond Walls approda a Torino, città che Saype definisce «una ville radieuse, una città cosmopolita con forti legami con l’Europa, che nell’apertura al futuro e nell’attenzione ai temi sociali e umani incarna una identità culturale vigorosa, e quindi una città ideale per aderire al progetto».

Per il suo messaggio universale ha scelto il parco della Porta Palatina, luogo di snodo tra il centro storico, il distretto delle Istituzioni e il brulicante quartiere di Porta Palazzo.

Sotto gli archi dell’antico monumento romano, in due millenni di storia sono passati milioni di persone di tutte le provenienze geografiche, economiche e sociali, portando con loro familiari, amici, merci e idee.

In questo luogo così ricco di storia e di segni, il progetto Beyond Walls assume quindi un particolare significato, in quanto si fa forte del loro valore simbolico di connessione tra Storia e storie, tra passato e presente, tra fuori e dentro la città, tra popoli stanziali e di passaggio, nonché di resilienza e mixité urbana: valori che trovano pieno riflesso nel progetto dell’artista franco-svizzero.

Il progetto espositivo è pensato per diventare elemento di un percorso che coinvolge Porta Palatina, Giardini Reali e Galleria Sabauda, creando un circuito virtuoso tra spazio urbano e spazio museale, e si presenta come un’altra ibridazione tra antico e contemporaneo presente all’interno dei Musei Reali, insieme all’installazione The Ballad of Forgotten Places di Botto&Bruno e la mostra TOward2030. What are you doing? allestite nello stesso piano della Galleria Sabauda.

Piazza San Carlo, al via il processo per le due vittime e i 1500 feriti

E’ iniziato oggi  a Torino, nell’aula bunker delle Vallette, il processo riguardante la drammatica sera del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo

Nel corso di una proiezione su maxischermo della finale di Champions le ondate di panico tra la folla causarono 1.500 feriti e, successivamente la morte di due donne, Erika Pioletti e Marisa Amato. Il procedimento riguarda i nove imputati, tra i quali il viceprefetto Roberto Dosio e dirigenti del Comune e della Questura,  giudicati con il rito ordinario. Per chi ha scelto il rito abbreviato , come la sindaca Chiara Appendino, la causa inizierà a novembre. Il processo è celebrato dalla Corte di Assise.L’apertura della sessione è dedicata alla tracciatura dell’ elenco delle parti civili rimaste costituite.

Che aria tira in città? Il voto dato a Torino da Legambiente è zero

Che aria tira nelle nostre città?

Con l’entrata in vigore delle misure antismog, Legambiente presenta Mal’aria edizione speciale

Ecco le pagelle sulla qualità dell’aria di 97 città italiane:

confrontate le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) negli ultimi cinque anni (2014-2018) con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS

 

Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente.

Torino totalizza un triste 0

Legambiente: “Il governo italiano grazie al Recovery Fund ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese partendo dalle città con interventi strutturali che mettano al centro la mobilità sostenibile, elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale”

 

Che aria si respira nelle città italiane e che rischi ci sono per la salute?  Di certo non tira una buona aria e con l’autunno alle porte, unito alla difficile ripartenza dopo il lockdown in tempo di Covid, il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog rimangono un tema centrale da affrontare. A dimostrarlo sono i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale nel quale l’associazione ambientalista ha stilato una “pagella” sulla qualità dell’aria di 97 città italiane sulla base degli ultimi 5 anni – dal 2014 al 2018 – confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) con i rispettivi limiti medi annui suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): 20µg/mc per il Pm10; 10 µg/mc per il Pm2,5; 40 µg/mc per il NO2. Limiti quelli della OMS che hanno come target esclusivamente la salute delle persone e che sono di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea (limite medio annuo 50 µg/mc per il Pm10, 25 µg/mc per il Pm2,5 e 40 µg/mc per il NO2) e il quadro che emerge dal confronto realizzato da Legambiente è preoccupante: solo il 15% delle città analizzate ha la sufficienza contro l’85% sotto la sufficienza.

 

Delle 97 città di cui si hanno dati su tutto il quinquennio analizzato (2014 – 2018) solo l’15% (ossia 15) raggiungono un voto superiore alla sufficienza: Sassari (voto 9), Macerata (8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (6). Sassari prima della classe con voto 9 in quanto dal 2014 al 2018 ha sempre rispettato i limiti previsti dall’OMS per le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e per il biossido di azoto (NO2) ad eccezione degli ultimi 2 anni in cui solo per il Pm10 il valore medio annuo è stato di poco superiore al limite OMS; analoghe considerazioni con Macerata (voto 8), in quanto pur avendo sempre rispettato nei 5 anni i limiti, per il Pm2,5 non ci sono dati a supporto per gli anni 2014, 2015 e 2016 che quindi la penalizzano. Le altre città sopra la sufficienza, pur avendo spesso rispettato i limiti suggeriti dall’OMS mancano di alcuni dati in alcuni anni, a dimostrazione che per tutelare la salute dei cittadini bisognerebbe comunque garantire il monitoraggio ufficiale in tutte le città di tutti quegli inquinanti previsti dalla normativa e potenzialmente dannosi per la salute.

La maggior parte delle città – l’85% del totale – sono sotto la sufficienza e scontano il mancato rispetto negli anni soprattutto del limite suggerito per il Pm2,5 e in molti casi anche per il Pm10. Fanalini di coda le città di Torino, Roma, Palermo, Milano e Como (voto 0) perché nei cinque anni considerati non hanno mai rispettato nemmeno per uno solo dei parametri il limite di tutela della salute previsto dall’OMS. Dati che Legambiente lancia oggi alla vigilia del 1 ottobre, data in cui prenderanno il via le misure e le limitazioni antismog previste dall’«Accordo di bacino padano» in diversi territori del Paese per cercare di ridurre l’inquinamento atmosferico, una piaga dei nostri tempi al pari della pandemia e che ogni anno, solo per l’Italia, causa 60mila morti premature e ingenti costi sanitari. Il Paese detiene insieme alla Germania il triste primato a livello europeo.

Per questo con Mal’aria edizione speciale Legambiente chiede anche al Governo e alle Regioni più coraggio e impegno sul fronte delle politiche e delle misure da mettere in campo per avere dei risultati di medio e lungo periodo. Un coraggio che per Legambiente è mancato alle quattro regioni dell’area padana (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) che, ad esempio, hanno preferito rimandare all’anno nuovo il blocco alla circolazione dei mezzi più vecchi e inquinanti Euro4 che sarebbe dovuto scattare questo 1 ottobre nelle città sopra i 30 mila abitanti. Una mancanza di coraggio basata sulla scusa della sicurezza degli spostamenti con i mezzi privati e non pubblici in tempi di Covid, o sulla base della compensazione delle emissioni inquinanti grazie alla strutturazione dello smart working per i dipendenti pubblici.

 

“Per tutelare la salute delle persone – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente – bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziare. Le città sono al centro di questa sfida, servono interventi infrastrutturali da mettere in campo per aumentare la qualità della vita di milioni di pendolari e migliorare la qualità dell’aria, puntando sempre di più su una mobilità sostenibile e dando un’alternativa al trasporto privato. Inoltre serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog che sono solo interventi palliativi. Il governo italiano, grazie al Recovery Fund, ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana. Non perda questa importante occasione e riparta dalle città incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici, potenziando la rete dello sharing mobility e raddoppiando le piste ciclopedonali. Siamo convinti, infatti, che la mobilità elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale sia l’unica vera e concreta possibilità per tornare a muoverci più liberi e sicuri dopo la crisi Covid-19, senza trascurare il rilancio economico del Paese”.

 

“L’inquinamento atmosferico nelle città – aggiunge Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente –  è un fenomeno complesso poiché dipende da diversi fattori: dalle concentrazioni degli inquinanti analizzati alle condizioni meteo climatiche, passando per le caratteristiche urbane, industriali e agricole che caratterizzano ogni singola città e il suo hinterland. Nonostante le procedure di infrazione a carico del nostro Paese, nonostante gli accordi che negli anni sono stati stipulati tra le Regioni e il Ministero dell’Ambiente per ridurre l’inquinamento atmosferico a cominciare dall’area padana, nonostante le risorse destinate in passato e che arriveranno nei prossimi mesi/anni con il Recovery fund, in Italia manca ancora la convinzione di trasformare concretamente il problema in una opportunità. Opportunità che prevede inevitabilmente dei sacrifici e dei cambi di abitudini da parte dei cittadini, ma che potrebbero restituire città più vivibili, efficienti, salutari e a misura di uomo”.

 

“Tutti i capoluoghi di provincia piemontesi, ad esclusione della buona sufficienza di Verbania, ricevono voti pesantemente negativi, con Novara e Torino che si distinguono al ribasso (rispettivamente 1 e addirittura 0) – dichiara Giorgio Prino, Presidente Legambiente Piemonte e valle d’Aosta – Pur nella consapevolezza degli interventi pensati e in parte attuati dalle città, a partire dal capoluogo regionale, molto è ancora certamente da fare. Siamo convinti che non sia la ricerca di nuove modalità di motorizzare i nostri spostamenti il principale vettore del cambiamento, ma lo stesso vada ricercato nella consapevolezza di istituzioni e cittadini che sia l’ambito urbano stesso a dover essere ripensato e rigenerato, incentivando concretamente la mobilità sostenibile e quella dolce, ricreando luoghi attrattivi e di aggregazione, che non siano vittime di auto e traffico. Anche in questo caso, più che mai, salute, ambiente e qualità della vita sono perfettamente concordanti. Durante la settimana della mobilità sostenibile, grazie alla nostra campagna Giretto d’Italia, abbiamo messo l’accento sugli spostamenti bike2work e bike2school effettuati con bicicletta e micromobilità elettrica, per i quali è sempre più importante l’attenzione delle amministrazioni, che hanno il dovere di renderli sicuri e piacevoli tramite strumenti come il PUMS, e della aziende stesse e dei plessi scolastici, che devono accompagnare lavorati e studenti verso queste scelte, incentivandole e facilitandole”.

Focus Mal’aria: Tornando ai dati del report Mal’aria edizione straordinaria i giudizi che ne seguono per le 97 città analizzate sono il frutto quindi del “rispetto” o “mancato rispetto” del limite previsto per ciascun parametro (inteso come concentrazione media annuale) rispetto a quanto suggerito dall’OMS per ogni anno analizzato. Tra gli altri dati che emergono: per le polveri sottili la stragrande maggioranza delle città abbia difficoltà a rispettare i valori limite per la salute: infatti per il Pm10 mediamente solo il 20% delle 97 città analizzate nei cinque anni ha avuto una concentrazione media annua inferiore a quanto suggerito dall’OMS; percentuale che scende drasticamente al 6% per il Pm2,5 ovvero le frazioni ancora più fini e maggiormente pericolose per la facilità con le quali possono essere inalate dagli apparati respiratori delle persone. Più elevata la percentuale delle città (86%) che è riuscita a rispettare il limite previsto dall’OMS[1] per il biossido di azoto (NO2). Il non rispetto dei limiti normativi imposti comporta l’apertura da parte dell’Unione europea di procedure di infrazione a carico degli Stati membri con delle conseguenze economiche per gli stessi.

Focus auto: Nel report Legambiente, inoltre, dedica un focus sulle auto come fonte principale di inquinamento in città e ricorda che le emissioni fuorilegge delle auto diesel continuano a causare un aumento della mortalità, come è emerso anche da un recente studio condotto da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter. Lo studio in questione stima per la prima volta in assoluto la quota di inquinamento a Milano imputabile alle emissioni delle auto diesel che superano, nell’uso reale, i limiti fissati nelle prove di laboratorio alla commercializzazione.  Se tutti i veicoli diesel a Milano emettessero non più di quanto previsto dalle norme nell’uso reale, l’inquinamento da NO2 (media annuale) rientrerebbe nei limiti di qualità dell’aria europei (già nel 2018). Invece il mancato rispetto ha portato alla stima di 568 decessi in più per la sola città di Milano, a causa dell’esposizione “fuorilegge” agli NO2 per un solo anno. Quindi per Legambiente si dovrebbero bloccare tutti i veicoli diesel troppo inquinanti, persino gli euro6C venduti sino ad agosto 2019. Lo studio si inquadra nella più ampia iniziativa transfrontaliera sull’inquinamento del traffico urbano Clean Air For Health (https://cleanair4health.eu/), progetto lanciato dall’Associazione europea sulla salute pubblica (EPHA) che coinvolge healthcare partner in diversi Stati Membri.

Proposte: Per aggredire davvero l’inquinamento atmosferico e affrontare in maniera concreta il tema della sfida climatica, servono misure preventive, efficaci, strutturate e durature. Tutto quello che non sta avvenendo in Italia. Per questo Legambiente torna a ribadire l’urgenza di puntare su una mobilità urbana sempre più condivisa e sostenibile, di potenziare lo sharing mobility e raddoppiare i chilometri delle piste ciclabili, un intervento, quest’ultimo, già previsto nei PUMS, i Piani urbani per la mobilità sostenibile, che i Comuni devono mettere in campo al più presto. Legambiente ricorda che la Legge di Bilancio 2019, che ha visto stanziare i primi bonus destinati ai veicoli elettrici (auto e moto), ha permesso di sperimentare la micromobilità elettrica, mentre con la Legge di Bilancio 2020 è stato possibile equiparare i monopattini con la ciclabilità urbana a cui si è aggiunto il bonus mobilità senz’auto. Tutte misure convergenti e allineate che sono proseguite, anche in tempo emergenziale attraverso i “decreti Covid-19”, con la definizione di nuovi percorsi ciclabili urbani, la precedenza per le bici e le cosiddette “stazioni avanzate”.

Su www.legambiente.it  è possibile scaricare il report integrale.

 

A seguire i link che rimandano allo studio condotto da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter.

 

http://www.viviconstile.org/assets/blog/2e/ac/0c3d/7669a528/2eac0c3d7669a5286e257358e0fe0f48.pdf

 

http://www.viviconstile.org/assets/blog/ba/41/3397/0000f93c/ba4133970000f93c7cfe6598cafc5907.pdf

 

Al via Terra Madre Salone del Gusto Oltre 200 eventi in sei mesi

Si parte l’8 ottobre, da Torino e sul web 

Terra Madre Salone del Gusto 2020 comincia giovedì 8 ottobre, e non sarà come le altre edizioni. Il motivo? Difficile trovarne uno soltanto: le novità, infatti, sono moltissime. Durerà sei mesi e non più i classici 5 giorni – dall’8 ottobre ad aprile 2021, quando a Torino si celebrerà il Congresso Internazionale di Slow Food -, si svolgerà in tutto il mondo con centinaia di eventi organizzati dalla rete Slow Food, e sbarca on line. Ma andiamo con ordine.

>  «Abbiamo fatto una vera rivoluzione: la pandemia di Covid-19 ci ha stimolato a organizzare un evento diverso» ha raccontato Carla Coccolo, responsabile degli eventi Slow Food, presentando il programma ufficiale in conferenza stampa a Torino. «Abbiamo pensato a un format che coniughi eventi on line e in presenza, iniziative che portino il pubblico a incontrare direttamente i produttori nei loro luoghi di lavoro o assistere comodamente da casa a convegni con studiosi di tutto il mondo o, ancora, imparare i segreti per la preparazione di una focaccia o del sidro».

>  Come abbiamo detto più volte in questi mesi di realizzazione dell’evento: se tutto il mondo non può venire a Torino e in Piemonte per Terra Madre, allora porteremo Torino e il Piemonte in tutto il mondo, con le attività organizzate dalle persone che ci avrebbero raggiunto in questi giorni. «Tutto questo fa sì che non ci sia più un unico luogo di svolgimento dell’evento, bensì un unico punto di riferimento digitale: tutto questo articolato e ricchissimo programma, che unirà i contenuti web e le iniziative in presenza, è la piattaforma www.terramadresalonedelgusto.com» ha proseguito Coccolo.

 

Terra Madre Salone del Gusto è la manifestazione più importante dedicata al cibo buono, pulito e giusto, organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte con il patrocinio di Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

In apertura di conferenza stampa l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte ha dichiarato: «Tra le tantissime iniziative proposte ne sottolineo una in particolare, che ritengo molto significativa. L’Arca del Gusto entra nella scuola, un modo per avvicinare i nostri giovani al mondo del cibo, aiutandoli ad esplorare i grandi temi di Slow Food e farli diventare i futuri ambasciatori per la difesa della biodiversità. Su questa scia come Regione Piemonte sosterremo sempre di più le nostre scuole agrarie e alberghiere perché confermino nella loro didattica questo principio importante».

«Manifestazioni come Terra Madre Salone del Gusto sono il miglior strumento di promozione di un territorio – ha sottolineato l’assessore regionale al Turismo -. Sarà una edizione diversa dal solito come diverso è il periodo che stiamo vivendo, ma ciò che desideriamo trasmettere è che il Piemonte è in salute ed è pronto con tutte le sue eccellenze, i suoi prodotti, il suo cibo, la sua storia e la sua cultura ad accogliere tutti,  turisti per primi, con professionalità e sicurezza».

«La sfida delle Città, in questo particolare momento, è esplorare nuovi format usando innovazione e digitale. – sottolinea l’assessore all’Innovazione della Città di Torino -. Terra Madre Salone del Gusto è un’ottima occasione per dimostrare come un evento con una tradizione fisica possa essere accelerato da queste due forti spinte che hanno permesso alla Città di reagire in maniera unita e propositiva all’emergenza Covid. È sicuramente un’occasione importante per allungare il ciclo di questa rassegna propagandola, con l’aiuto del virtuale, nel tempo».

 

Tantissimi eventi in tutto il mondo

Nonostante le difficoltà dovute alla crisi sanitaria vissuta quest’anno, non rinunceremo a incontrarci di persona: Terra Madre ha un ricco calendario di eventi. Quest’anno, come detto, l’appuntamento non è soltanto a Torino, come vuole la tradizione, ma in tutto il mondo. La 13esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, infatti, toccherà 160 Paesi del mondo, quelli in cui è attiva la rete Slow Food, che sta organizzando centinaia di iniziative a livello locale.

In Italia

Tra gli appuntamenti diffusi in tutta la penisola, nel corso dei sei mesi, spicca quello in programma a Bergamo il 23 e il 24 ottobre: Slow Food Italia, con il Comune di Bergamo e il Comune di Milano, organizza un incontro tra le città italiane firmatarie del Milan Urban Food Policy Pact. Sarà una preziosa occasione per confrontarsi su come nutrire le città senza intaccare tutte le risorse del pianeta.

Da non perdere, poi, la prima edizione di Terramare, a Napoli tra il 12 e il 15 novembre. Quattro giorni per scoprire le eccellenze di un territorio capace di esprimere al meglio sia i prodotti del mare sia quelli della terra: in programma incontri sul mondo dell’agroalimentare campano, una mostra-mercato con circa cento banchetti di legumi, pescato a miglio zero, grano e suoi derivati e tante eccellenze campane, tra cui i Presìdi Slow Food.

A proposito di Presìdi, come non citare Presìdi Aperti, la festa per i 20 anni dall’avvio del progetto con cui Slow Food promuove la biodiversità e tutela le produzioni tradizionali che fanno bene alla terra. L’evento si terrà in tutta Italia, domenica 18 ottobre, quando i produttori apriranno le porte delle loro aziende e dei loro laboratori di trasformazione per far vivere ai visitatori un pezzo della loro quotidianità, assaggiare i prodotti e conoscere le storie dei custodi della biodiversità. Sabato 17, nel capoluogo piemontese e in streaming sulla piattaforma, è in programma anche una conferenza presso Nuvola Lavazza, durante la quale sveleremo i nostri progetti per il futuro.

Nel mondo

Da Terra Madre Brasile, dal 17 al 22 novembre, all’Uganda, dove il prossimo 27 novembre è in programma Food Wise 2020, passando per Terra Madre Philippines, in tutto il mondo si discuterà di sovranità alimentare, di agricoltura rigenerativa per i suoli, di come combattere il cambiamento climatico, di educazione al cibo e sicurezza alimentare. Tutti temi per i quali Slow Food si impegna da oltre trent’anni. Sono già decine gli appuntamenti in programma: scopri i primi qui!

A Torino e in Piemonte

Un’edizione diffusa, quella del 2020, in cui Torino e il Piemonte sono come sempre al centro: è qui che, nel 1996, è cominciato il viaggio del Salone del Gusto, ed è da qui che simbolicamente comincia anche l’edizione di quest’anno, con una serie di eventi in programma tra l’8 e il 12 ottobre: un kick-off ricco di appuntamenti, tra incontri e conferenze, cene e degustazioni, visite nei musei e nelle aziende, che fanno da antipasto agli oltre 200 eventi che nell’arco dei sei mesi di Terra Madre animeranno la regione e il capoluogo. Eccone una selezione, tra visite guidate nelle aziende dei Presìdi Slow Food, Mercati della Terra, conferenze, proiezioni cinematografiche, concerti, iniziative nei musei e tour enogastronomici con i consigli di Slow Food!

 

L’e-commerce e le opportunità per le aziende

Il Mercato dei produttori italiani e internazionali è sempre stato il cuore di Terra Madre, ma la pandemia ha annullato questa e altre occasioni di vendita diretta e visibilità per i cibi buoni, puliti e giusti in tutto il mondo. Come fare dunque a sostenerli anche in questa situazione? Ospitando il Mercato sulla piattaforma con vere e proprie vetrine virtuali, ricche di contenuti testuali, video e fotografici, oltre ai contatti diretti degli espositori, e con un e-commerce, attivo da ottobre e disponibile per tutti i sei mesi, grazie al quale i produttori possono commercializzare una selezione dei loro prodotti in Italia e all’estero. Inoltre, grazie alla collaborazione con la Camera di commercio di Torino e a Unioncamere Piemonte, quest’anno diventa ancora più prezioso il B2B, un’area digitale in cui buyer e agenti di commercio possono conoscere gli espositori di Terra Madre per finalizzare accordi di business. Ma non è tutto! Un sistema digitale, realizzato con il sostegno di In.HR e SCAI Comunicazione, permetterà di organizzare on line gli incontri one to one tra gli espositori e i cuochi della rete Slow Food, negozianti specializzati e agenti della Gdo.

A raccontare i format di Terra Madre Salone del Gusto hanno contribuito i protagonisti di alcuni eventi in programma: Cesare Battisti, ristorante Ratanà di Milano che ha raccontato l’esperienza degli Appuntamenti a Tavola; Aurora Cavallo, aka cooker girl, per i nuovi format digitali; Carlo Masseroni, del Presidio Slow Food della cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto (No), in rappresentanza degli espositori presenti sul marketplace e Carlo Vergnano, sindaco del Comune di Cambiano (To), che ha svelato la staffetta che coinvolge tutte le Città di Terra Madre.

L’edizione 2020 di Terra Madre Salone del Gusto, un evento organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, è possibile grazie al sostegno delle aziende che credono nel progetto. Tra tutte citiamo i Platinum partner: Pastificio Di Martino, Unicredit, Lavazza, Acqua S.Bernardo, Quality Beer Academy; i Gold partner: Agugiaro&Figna, Astoria, BBBell. Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Con il contributo di IFAD, UE. In collaborazione con SANA e Turismo Torino e Provincia.

Coronavirus, i contagi salgono a 170

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

28.020 PAZIENTI GUARITI E 374 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 28.020 (+47 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3451 (+7) Alessandria, 1637 (+4) Asti, 882 (+4) Biella, 2718 (+0) Cuneo, 2569 (+14) Novara, 14.237 (+16) Torino, 1311 (+2) Vercelli, 1019 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 196 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 374 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SONO 4164

1 decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è quindi di 4164 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 682 Alessandria, 256 Asti, 209 Biella, 401 Cuneo, 379 Novara, 1839 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 35.402 (+170 casi rispetto a ieri, di cui 129 asintomatici. Dei 170 casi, 55 screening, 84 contatti di caso, 31 con indagine in corso. I casi importati sono 7 su 170) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4390 Alessandria, 1984 Asti, 1126 Biella, 3459 Cuneo, 3337 Novara, 17.686 Torino, 1675 Vercelli, 1219 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 297 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 229 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 (invariato rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 196 (+3 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 2636

I tamponi diagnostici finora processati sono 720.973 di cui 399.453 risultati negativi.

Iren investe 842 milioni di euro su Torino

IREN lancia la “multicircle economy” e prevede 3,7 miliardi di euro di investimenti nel Piano Industriale al 2025 per crescere a livello nazionale e diventare leader nella sostenibilità

Iren punta a crescere a livello nazionale, rafforzare la propria resilienza e diventare operatore leader nella sostenibilità attraverso lo sviluppo della “multicircle economy”, confermando il forte radicamento nei territori storici di riferimento sia attraverso un costante miglioramento della qualità dei servizi offerti sia come motore propulsivo dell’economia locale.

È questa, in sintesi, la strategia che guiderà la crescita di Iren nel prossimo quinquennio in cui il Gruppo prevede di investire 3,7 miliardi di euro e di generare una marginalità attesa a 1,16 miliardi di euro, in incremento di 240 milioni rispetto al 2019.

“Il Piano Industriale al 2025 testimonia la volontà del Gruppo di proseguire nel percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni, più che raddoppiando gli investimenti rispetto al Piano presentato nel 2015, con importanti ricadute sui territori in cui operiamo in termini di creazione di valore e la consapevolezza di poter contribuire in maniera significativa alla fase di rilancio del Paese. Abbiamo l’ambizione di crescere a livello nazionale e vogliamo affermare la leadership di Iren nella sostenibilità”, ha affermato Renato Boero, Presidente del Gruppo.

Forte della leadership acquisita nelle aree storiche, il Gruppo, secondo le parole dell’Amministratore Delegato Massimiliano Bianco è “pronto ad ampliare i suoi orizzonti verso nuovi territori, non solo attraverso un’espansione commerciale, ma anche esportando le eccellenze raggiunte in ambito rifiuti ed efficienza energetica”.

La strategia di crescita prevista dal Gruppo prevede il superamento del concetto tradizionale di circular economy con l’introduzione della multicircle economy, “che enfatizza la natura multi-business di Iren e la visione industriale a lungo termine focalizzata sull’uso consapevole ed efficiente delle risorse a supporto della quale sono previsti oltre 2 miliardi di investimenti dei 3,7 complessivi”, sottolinea Bianco.

Dei 3,7 miliardi di investimenti previsti al 2025, il 40% (1,6 miliardi) è orientato ai settori regolati al fine di potenziare, ammodernare, digitalizzare i servizi a rete, con particolare focus sugli impianti di depurazione in area ligure, e di migliorare la qualità del servizio della raccolta rifiuti urbani. Un altro 40% è composto da investimenti di sviluppo destinati a favorire la crescita dimensionale del Gruppo e riguardano prevalentemente il settore ambientale tramite lo sviluppo di impianti di selezione e trattamento, l’estensione delle reti di teleriscaldamento, la nuova linea a ciclo combinato della centrale termoelettrica di Turbigo e i progetti di smart solution e digitalizzazione. Il restante 20%, pari a circa 650 milioni di euro, è destinato a investimenti di mantenimento.

Con riferimento all’innovazione il Presidente Boero sottolinea “la grande importanza, con 300 milioni di euro di investimenti previsti, che riveste il costante processo di digitalizzazione portato avanti dal Gruppo che ci ha consentito di affrontare brillantemente le difficoltà derivanti dall’emergenza sanitaria in corso e che permetterà di rendere sempre più efficiente l’intera organizzazione fornendo ai cittadini servizi a elevato valore aggiunto grazie ai quali prevediamo una crescita a 2,4 milioni di clienti”.

In arco piano il Gruppo Iren prevede una crescita media del dividendo pari a circa l’8% annuo, una posizione finanziaria netta/Ebitda pari a 2,5x al 2025 e un utile netto di Gruppo al 2025 di 350 milioni di euro, in crescita di 113 milioni rispetto al 2019.

INVESTIMENTI PREVISTI IN PROVINCIA DI TORINO AL 2025

Per quanto riguarda la provincia di Torino, il Piano Industriale al 2025 prevede 842 milioni di euro di investimenti, di cui:

320 milioni afferenti alla rete di teleriscaldamento, dove è prevista l’estensione della rete di teleriscaldamento di Torino Nord e lo sviluppo del teleriscaldamento nell’area di Torino Nord-Est

200 milioni alla rete di energia elettrica di cui:
3 milioni per un impianto di storage elettrico a Torino Nord funzionale a soddisfare i picchi di domanda di energia elettrica garantendo così maggiore flessibilità nella gestione della centrale. L’impianto è costituito da batterie a ioni di litio per una potenza nominale installata di 6 MWe sarà realizzato entro il 2021

25 milioni per un impianto aereotermo nella centrale di cogenerazione di Moncalieri che permetterà di garantire un raffreddamento della centrale alternativo rispetto all’utilizzo dell’acqua la cui disponibilità è condizionata dagli andamenti stagionali, condizione che nel periodo estivo condiziona e limita l’utilizzo dell’impianto. Sarà terminato entro il 2024.

70 milioni allo smaltimento di rifiuti dove, nell’ottica della continua crescita del Gruppo nell’economia circolare, è prevista la costruzione di un impianto di selezione e separazione della plastica a Borgaro.

Scuola, i nuovi criteri per migliorare l’offerta formativa ed educativa

Gli uffici dell’assessorato regionale all’Istruzione hanno elaborato un’unica proposta di delibera che approverà dei macro-criteri che permetteranno la programmazione degli interventi per garantire e migliorare i livelli di qualità dell’offerta formativa ed educativa,

a sostenere le azioni per la prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo, la promozione per il riconoscimento per la lingua italiana dei segni e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva. Il documento, comprensivo dell’approvazione dei criteri, dovrà essere discusso presso la commissione consiliare competente.

È questa la risposta dell’assessore Elena Chiorino  all’interrogazione del Partito Democratico che chiedeva con precisione i tempi di approvazione del provvedimento di Giunta che deve individuare criteri e modalità per realizzare progetti di sperimentazione organizzativa, didattica, educativa e per ampliare l’offerta formativa.

La successiva interrogazione proposta dal Partito Democratico e dai Moderati, chiedeva quale sia il destino per la formazione accreditata, in particolare per le realtà che stanno erogando la formazione a distanza e per quelle impossibilitate a farlo.
Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza – ha risposto l’assessore – che prevedeva la sospensione di molte attività, compresa quella dei corsi di formazione professionale, “ è stato individuato e formalizzato un gruppo di lavoro che ha gestito la predisposizione dei provvedimenti connessi all’emergenza in coordinamento con la Giunta e la Protezione civile. Ha approvato una serie di atti che hanno chiarito le modalità e le condizioni per la ripresa delle attività formative attraverso lo svolgimento di lezioni a distanza sia in modalità sincrona che asincrona, rendendo così disponibile ai cittadini la continuità dei servizi già programmati per il 2020”.

Per la formazione professionale sono state elaborate nuove modalità flessibili di erogazione della formazione a distanza anche dove non previste dalle specifiche direttive e sono state fornite le prime istruzioni operative per consentire l’avvio delle attività in corso e di nuove.
I gruppi Partito Democratico, Moderati e Monviso hanno poi chiesto quali provvedimenti siano stati presi per la riapertura dei servizi educativi e quali azioni s’intendano attuare per garantire una accessibilità più ampia possibile.
L’assessorato, ha chiarito l’assessore, “ha posto subito l’attenzione alle esigenze provenienti dai servizi e dalle famiglie con bambini da zero a tre anni e sull’opportunità di una riapertura straordinaria, avvenuta in seguito all’emanazione delle normative nazionali a cui la Regione non ha posto correttivi permettendo la ripresa delle attività con un rapporto educatore/bambino di tipo ordinario.” Dal 31 agosto scorso è ripresa l’attività ordinaria, tenuto conto di quanto approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e dal governo, mentre la Regione ha avviato una apposita rilevazione informatica a cui hanno partecipato i Comuni piemontesi che hanno servizi educativi da zero a due anni con la ripartizione di risorse ministeriali e con la quota di cofinanziamento regionale tra i 343 Comuni per un totale di 21.707 bambini.

Coronavirus, due vittime e cento nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

 

27.973 PAZIENTI GUARITI E 364 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 27.973(+55 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3444 (-2 ) Alessandria, 1633 (+0) Asti, 878 (+2) Biella, 2718 (+7) Cuneo, 2555 (+5) Novara, 14.221 (+36) Torino, 1309 (+7) Vercelli, 1019 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 196 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 36sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SONO 4163

Due decessi di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale è quindi di 4163 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 209 Biella, 401Cuneo, 379 Novara, 1839 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 35.232(+100 casi di cui 63 asintomatici. Dei 100 casi, 30 screening, 43 contatti di caso, 27 con indagine in corso I casi importati sono 1 su 100. )i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4376 Alessandria, 1984 Asti, 1125 Biella, 3431 Cuneo, 3304 Novara, 17.608 Torino, 1672 Vercelli, 1216 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 296 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 220 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 (+0 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 193(+13 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 2527

I tamponi diagnostici finora processati sono 714.369 di cui 396.001 risultati negativi.

La Regione: “il reddito di cittadinanza è un flop totale”

In un anno in Piemonte stipulati soltanto 1936 contratti a tempo indeterminato, su una platea potenziale di oltre 60mila persone. Per l’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino “questa è la prova del flop del puro assistenzialismo al quale vanno invece contrapposte politiche attive, efficaci ed in grado di far incrociare davvero la curva della domanda e quella dell’offerta, creando occupazione”.

I numeri sono impietosi e descrivono ciò che l’assessore regionale al Lavoro sostiene: “il reddito di cittadinanza rappresenta una misura di stampo assistenzialista che, a fronte di un impegno economico imponente, produce risultati che definire modesti è un eufemismo. E se ciò non bastasse, come hanno recentemente sostenuto anche soggetti qualificati, potrebbe favorire anche il lavoro in nero”.

Esisterebbe quindi una percentuale di «bisognosi» che avrebbero colto la palla al balzo percependo il reddito e «arrotondando» con lavori i cui proventi non vengono poi dichiarati al fisco. Oltre al danno (per lo Stato) ecco la beffa.

Ma veniamo ai numeri del Piemonte, che valgono più di tante parole: in un anno circa, con aggiornamento a fine agosto 2020, su una platea di 61.972 «notificati MLPS», ovvero beneficiari facenti parte degli elenchi che Anpal ha notificato alle Regioni in qualità di soggetti trattabili dai Centri per l’impiego, soltanto 8009 hanno attivato un contratto di cui 1936 a tempo indeterminato, che è poi l’obiettivo ultimo del progetto.

E anche se va detto che gli esclusi e gli esonerati sono risultati essere 15,621 (il che restringe la platea), i Centri per l’impiego, gestiti da Agenzia Piemonte Lavoro e recentemente rafforzati con un progetto di nuove assunzioni, sono stati in grado di convocare per il primo appuntamento 49.637 persone, 26.720 delle quali hanno sottoscritto il cosiddetto «PdS» ovvero l’impegno nella ricerca del lavoro.

Di questi 12,463 sono stati convocati per il secondo colloquio. Altri verranno convocati prossimamente anche grazie al suddetto rafforzamento dei Centri: 48 nuovi assunti hanno preso servizio a inizio mese, ma il progetto, fortemente voluto dall’assessore regionale al Lavoro e dal direttore di Apl, Federica Deyme, prevede, in due anni, l’assunzione totale di circa 400 persone per ridare forza a enti che, nell’intenzione della Regione, devono recuperare davvero centralità ed efficacia, diventando davvero un punto di riferimento per i cittadini che cercano occupazione.

L’assessore regionale al Lavoro, pur lodando l’impegno di Apl e dei Centri per l’impiego per far fronte al Reddito di Cittadinanza, ha confermato il suo giudizio negativo sul provvedimento del governo, evidenziando come “gli stessi numeri dimostrino il fallimento annunciato. Per l’esponente della giunta regionale le politiche puramente assistenzialiste, non solo non sono utili, ma si rivelano addirittura dannose. Per l’assessore regionale al Lavoro occorre invece puntare sulle politiche attive – in particolare sull’orientamento e sulla formazione, come la Regione sta facendo da più di un anno – con misure che favoriscano davvero l’occupazione”.

Dall’ufficio stampa della Regione Piemonte

Qualità dell’aria: i blocchi del traffico comune per comune

Ecco l’elenco dei comuni soggetti alle limitazioni:

Dal 1 ottobre 2020 tornano i blocchi a Torino, nell’agglomerato torinese e nei comuni con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, dove i valori limite di PM10 e del biossido di azoto NO2 siano stati superati per almeno tre anni, anche non consecutivi, nell’arco degli ultimi cinque anni. Si tratta di 37 comuni (Torino, Moncalieri, Collegno, Rivoli, Nichelino, Settimo Torinese, Grugliasco, Chieri, Venaria Reale, Orbassano, Rivalta di Torino, San Mauro Torinese, Beinasco, Leinì, Volpiano, Pianezza, Vinovo, Caselle Torinese, Borgaro Torinese, Santena, Trofarello, La Loggia, Mappano, Cambiano, Carmagnola, Chivasso e Ivrea; Novara e Trecate, Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Tortona, Asti, Vercelli, Bra e Alba).

La delibera di Giunta, come quelle degli anni precedenti, stabilisce le misure strutturali e quelle temporanee. Queste ultime prevedono i livelli di allerta 1 (Arancio) e 2 (Rosso) al raggiungimento delle soglie stabilite in base all’accordo del bacino padano.

LIMITAZIONI STRUTTURALI

Dal 1° ottobre non circolano:

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci, alimentati a benzina, gpl e metano euro 0; diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2: blocco per tutto l’anno, festivi compresi, dalle 0.00 alle 24.00

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci diesel Euro 3: blocco dal 1 0ttobre al 31 marzo, dalle 8.30 alle 18.30 dal lunedì al venerdì

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci diesel Euro 4: il blocco, che avrebbe dovuto scattare dal 1° ottobre al 31 marzo è differito al 1° gennaio 2021, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30

– Ciclomotori e motocicli benzina Euro 0: dal 1° ottobre al 31 marzo, tutti i giorni, festivi compresi, dalle 0.00 alle 24.00.

LIMITAZIONI EMERGENZIALI

attive dal 1° ottobre valide tutti i giorni, festivi compresi

Livello 1 – Semaforo arancione (scatta dopo 4 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo)

NON CIRCOLANO

Dalle 0.00 alle 24.00: veicoli per trasporto persone e merci alimentati a benzina, gpl, metano Euro 0; Diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2

Dalle 0.00 alle 24.00 Ciclomotori e motocicli benzina Euro 0

Dalle 08.30 alle 18.30: veicoli per trasporto persone Diesel Euro 3, Euro 4, Euro 5

Dalle 8.30 alle 18.30 (dal lunedì al venerdì): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Dalle 8.30 alle 12.30 (nelle giornate di sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Livello 2 – semaforo rosso (scatta dopo 10 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo)

NON CIRCOLANO

Dalle 0.00 alle 24.00: veicoli per trasporto persone e merci, benzina, gpl e metano Euro 0; Diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2

Dalle 0.00 alle 24.00: ciclomotori e motocicli benzina Euro 0

Dalle 8.30 alle 18.30: veicoli per trasporto persone Diesel Euro 3, Euro 4, Euro 5

Dalle 8.30 alle 18.30 (anche sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Dalle 8.30 alle 12.30 (anche sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 5

Inalterate, anche per la stagione 2020-2021 le deroghe già in vigore per la stagione 2019-2020, tra cui quelle:

– per i veicoli condotti da persone con ISEE del relativo nucleo familiare inferiore ai 14.000 euro,

– ai mezzi che sono funzionali al servizio di autoveicoli definiti secondo il codice della strada (art. 54) “per trasporti specifici” e “per uso speciale” e che si muovono contestualmente ad essi,

– per i veicoli condotti da persone con oltre 70 anni di età: solo 1 veicolo per nucleo familiare e solo a condizione che non abbiano veicoli che potrebbero circolare liberamente,

– per i veicoli degli operatori economici che accedono o escono dai mercati e dalle fiere autorizzate dai Comuni e dei veicoli al servizio delle manifestazioni autorizzate