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Il Piemonte vuole recuperare i tribunali soppressi

Durante l’ultima seduta, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza un Ddl al Parlamento che chiede al ministero della Giustizia, attraverso apposite convenzioni, d’istituire nuovamente alcuni tribunali e procure soppressi nel 2012 dal governo nazionale, per operare una riorganizzazione complessiva degli uffici giudiziari.
Il provvedimento aveva riguardato i tribunali di Pinerolo, Saluzzo, Mondovì, Alba, Acqui Terme, Tortona e Casale Monferrato, con importanti ricadute sull’accessibilità ai servizi da parte dei cittadini. La proposta prevede, inoltre, che a certe condizioni, possano essere istituiti nuovi tribunali ordinari nelle città in cui avevano sede alcune delle 220 sezioni distaccate soppresse dal medesimo provvedimento.
Come spiegato dalla Giunta nella precedente seduta di Commissione, diverse regioni si sono mosse nei confronti del governo segnalando le loro esigenze e il ministro avrebbe già in programma diversi sopralluoghi. Il Piemonte vuole inserirsi, quindi, in questo progetto di riorganizzazione con delle sedi da riaprire.
Critico sui tempi il relatore di minoranza, Maurizio Marello (Pd): “Dopo 10 anni non sappiamo se è stato raggiunto l’obiettivo economico di quel decreto legislativo, il Ministero della Giustizia non ha mai pubblicato un’analisi, quindi immaginiamo che i risparmi non si siano realizzati e i cittadini hanno subito e continuano a subire un grave disservizio. Questa proposta può anche essere positiva, ma non capiamo perché siamo arrivati all’ultimo giorno, la regione è in forte ritardo. Dobbiamo insistere sul tema delle risorse, i tribunali riaperti devono
funzionare”.
Per Ivano Martinetti (M5s) “siamo di fronte a uno spot elettorale, all’ennesimo episodio di ‘annuncite’. Non ci risulta alcuna proposta al Parlamento approvata negli ultimi decenni e sarà veramente difficile che succeda questa volta. Questa Giunta avrebbe dovuto muoversi con largo anticipo come hanno fatto le altre regioni e la soluzione non può essere una legge presentata in fretta l’ultimo giorno, rischiamo che sia una nuova presa in giro del territorio”.
“Abbiamo contestato questo Ddl nel metodo – ha spiegato Giorgio Bertola (Ev) – poteva essere presentato molto prima e sappiamo, inoltre, il pochissimo peso che hanno le proposte di legge al Parlamento nazionale. A noi sembra un’iniziativa puramente elettorale che serve magari a far uscire un comunicato stampa, ma di nessun effetto concreto”.

Sicurezza sul lavoro, la Regione punta sulla formazione

Sono tanti, troppi gli incidenti sul lavoro anche a Torino e in Piemonte.  È in tema di sicurezza sul lavoro si è rivelata una grande differenza di condizioni tra le piccole, medie e grandi realtà lavorative, con i rischi di incidenti che aumentano in fase decrescente. Il dato emerge dall’indagine conoscitiva del Consiglio regionale, che, come ha sottolineato Sara Zambaia (Lega) nell’introduzione, ha l’obiettivo di elaborare una programmazione delle politiche regionali per migliorare la prevenzione e diffondere la cultura della sicurezza sui posti di lavoro.  La relazione è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale.

È stata evidenziata la necessità di istituire una commissione regionale di coordinamento per la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, inoltre s’intende avviare con lo Spresal un atto d’indirizzo per azioni mutuate e preventive.

Il documento è stato scritto dalla terza Commissione, presieduta da Claudio Leone, al termine di uno specifico lavoro che, dallo scorso 2 novembre, ha visto convocate 12 sedute con l’audizione di tutti i soggetti istituzionali interessati, unitamente alle organizzazioni sindacali e alle associazioni del mondo del lavoro.  Per giungere ad un testo condiviso è stato fondamentale il lavoro svolto da Valter Marin (Lega) per la maggioranza, e da Monica Canalis (Pd) e Francesca Frediani (Up) per i gruppi di opposizione.

La relazione sensibilizza sulla copertura del personale degli organi di vigilanza e chiede di mettere in rete i controlli alle imprese, per poi concentrarsi sulla formazione proponendo che nelle scuole secondarie di secondo grado, ci sia un’ora al mese dedicata alla sicurezza compatibilmente con gli altri moduli formativi.

Importante è poi l’utilizzo del prezziario della Regione per contrastare il lavoro nero, così come si vuole migliorare il monitoraggio informatico sui dati, consentendo anche agli Spresal di collegarsi al Servizio informatizzato nazionale (Sin), per l’incrocio mirato di tutti i dati dell’Agenzia delle entrate, della Camera di commercio, notifiche cantieri, dei Comuni, Inps – Inail, Ispettorato del Lavoro, Pronto soccorso, sulla congruità del costo del lavoro e sui ribassi anomali.

Nel dibattito Canalis si è soffermata sulle piaghe del lavoro nero, del caporalato e del lavoro sfruttato e sommerso, “che comportano maggiori rischi, così come la mancanza di investimenti sulla sicurezza nelle piccole medie imprese, la carenza del personale per i controlli e subappalti”. Frediani ha parlato di mondo del lavoro che cambia, “ma alcune attività continuano ad essere svolte senza innovazioni sulla sicurezza e senza formazione adeguata. Seve lavorare per una cultura della sicurezza nelle scuole”.

Delgrosso, fondo regionale per i lavoratori senza ammortizzatori sociali: pagamenti entro aprile

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Un fondo straordinario da 800.000 euro per il sostegno al reddito di lavoratrici e lavoratori in disagio economico senza ammortizzatori, a partire dal delicato caso Delgrosso, ma non solo. E’ quanto deliberato dalla Giunta regionale oggi pomeriggio, in una misura approvata con un obiettivo specifico: non lasciare indietro nessun lavoratore.

I pagamenti a coloro che hanno diritto ad accedere alla misura avverranno in tre settimane, entro fine aprile.

Ad annunciare lapprovazione della delibera per la costituzione del fondo, al termine della Giunta e dellincontro con gli stessi lavoratori, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e lassessore regionale al Lavoro Elena ChiorinoIniziamo a sostenere i lavoratori della Delgrosso che stanno vivendo una situazione estremamente delicata. Come Regione avevamo promesso di mettere in campo ogni misura e ogni sforzo per non farli sentire soli. Avevamo promesso di stare al loro fianco e listituzione di questo fondo va proprio in quella direzione: quella di tutelare chi lavora e ha sempre lavorato per la crescita dell’Italia, custodi di un saper fare che ci ha resi simbolo di eccellenza nel mondo. Ecco perché potrà valere per questo caso specifico, ma anche per altre situazioni di questo tipo. Per non lasciare indietro nessuno”.

Abbiamo dato seguito alle parole con i fatti, ma siamo consapevoli che il nostro compito non sia esaurito. Come sempre fatto in passato, la Regione Piemonte si proporrà come interlocutore al fine di promuovere l’acquisizione dell’azienda da parte di un imprenditore serio e determinato, in sinergia con l’Ente, a mantenere l’occupazione e a tutelare i lavoratori e le loro famiglie in maniera strutturale” hanno concluso Cirio e Chiorino.

Chi può accedere al fondo

La misura è destinata a quei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia stato sospeso o cessato per cause involontarie a partire dal secondo semestre 2023 o
nel corso del 2024 e che non abbiano percepito, in tutto o in parte, retribuzione nei tre mesi antecedenti alle relative procedure concorsuali; che non abbiano percepito, per tale periodo, prestazioni previdenziali/assistenziali. Un altro requisito per accedere al fondo è la residenza o il domicilio in Piemonte. L’entità dell’agevolazione, erogata da Finpiemonte, dipende dalla fascia Isee del lavoratore stesso.

Operazione dei carabinieri: arresti per associazione mafiosa, estorsione e detenzione illegale di armi

Questa mattina militari del ROS e del Comando Provinciale di Torino (Compagnia
Carabinieri di Venaria Reale e Stazione Carabinieri di Leinì) hanno eseguito un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Torino, nei
confronti di 9 soggetti i quali, secondo i numerosi elementi indiziari raccolti, sono stati destinatari del
provvedimento per i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa,
riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi.
Le indagini, condotte tra il 2014 ed il 2021 dal ROS Carabinieri e dalla Stazione Carabinieri di Leinì,
coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, si sono concentrate su un’articolazione
territoriale della ‘ndrangheta operante in Brandizzo, Torino e provincia, emanazione delle ‘ndrine
originarie di San Luca, documentando come il sodalizio, caratterizzato dalla tipica
struttura mafiosa, abbia operato con sistematico ricorso all’intimidazione nei rapporti con i
concorrenti e offerta di protezione a vittime di atti estorsivi, infiltrandosi nell’economia legale di
questo territorio attraverso aziende di edilizia e trasporti, riconducibili al gruppo criminale, che hanno
ricevuto, almeno a partire dall’anno 2014, commesse da appaltatori operanti nel settore autostradale
e nella realizzazione delle grandi opere per svolgere lavori di manutenzione del manto autostradale e
movimento terra nella provincia di Torino.
Due soggetti, individuati quali vertice del sodalizio mafioso e direttamente coinvolti nei lavori sopra
indicati, sono stati raggiunti dalla misura cautelare della detenzione in carcere, al pari di un terzo
soggetto partecipe della stessa articolazione territoriale, mentre un quarto soggetto, figura di vertice
di una società controllata da una concessionaria del servizio autostradale, garantiva alle imprese
riconducibili all’associazione risorse economiche ed appalti, è stato raggiunto dalla misura cautelare
degli arresti domiciliari.
Ulteriori cinque misure cautelari domiciliari sono state emesse per reati di estorsione, ricettazione e
detenzione illegale di armi.
Il giudice ha inoltre disposto, nei confronti di altri sette indagati, il sequestro preventivo di somme di
denaro oggetto di riciclaggio, provento di un traffico illecito di rifiuti.

Tavolo Stellantis, Torino e il Piemonte chiedono un nuovo modello a Mirafiori

Mentre Torino si prepara alla manifestazione a difesa dello stabilimento di Mirafiori e dell’automotive, in programma il 12 aprile, si è tenuta a Roma al ministero delle Imprese e del Made in Italy l’audizione del Piemonte al Tavolo Stellantis convocato dal ministro Adolfo Urso. C’erano  il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, accompagnato dall’assessore al Lavoro Elena Chiorino, e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. I rappresentanti istituzionali del Piemonte hanno consegnato il documento condiviso frutto del confronto che si è svolto ieri a Torino con le parti sindacali, le associazioni di categoria e la Camera di Commercio.  Nel testo si conferma la necessità di un nuovo modello da produrre a Mirafiori, la centralità dell’indotto automotive piemontese e l’esigenza che Torino e il Piemonte mantengano il cervello della ricerca e della progettazione del gruppo, forti delle competenze d’eccellenza di tutta la filiera.
«Abbiamo ottenuto importanti risultati, come l’avvio dell’hub europeo del riciclo e del Battery Center, e la prossima settimana del centro per le trasmissioni, che valgono in tutto circa mille occupati, ora si tratta però di fare un passo in più – commenta  il presidente del Piemonte Alberto Cirio – L’azienda sta lavorando per rendere la 500 elettrica più competitiva in modo da conquistare maggiori fette di mercato, nel frattempo però serve, e questo lo dicono insieme il mondo delle imprese e i sindacati, un nuovo veicolo da produrre a Mirafiori per arrivare a 200 mila auto all’anno. Lavoriamo in questa logica con un approccio costruttivo: chiediamo a Stellantis impegni su questo e siamo disponibili a collaborare, come abbiamo fatto per il polo del riciclo».
Mirafiori è la più grande fabbrica d’Europa, qui in passato si facevano 400 mila macchine, nel 2023 se ne sono fatte poco più di 80 mila, bisogna arrivare a 200 mila, che in prospettiva saranno soprattutto elettriche, quando anche il mercato sarà più maturo. Secondo le istituzioni piemontesi  questo obiettivo deve essere garantito da un nuovo modello, così come è necessaria la garanzia che il cervello e il cuore ingegneristico e di progettazione resteranno a Torino e in Piemonte.
«L’incontro di oggi – osserva  il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – si inserisce in un percorso che abbiamo avviato con la Regione e va nell’ottica di rendere sinergici gli investimenti del gruppo Stellantis come parte di un’unica strategia, quella di ribadire che l’automotive non solo è parte integrante dell’identità di Torino ma un’occasione di ulteriore crescita. Gli investimenti nella direzione dell’Hub del riciclo hanno colto l’esigenza di dotare Mirafiori e la città di una infrastruttura produttiva e di ricerca e sviluppo sul tema delle materie prime critiche per le auto elettriche mentre l’investimento ribadito sul settore dell’ingegneria sarà strategico non solo per attrarre ma anche per mantenere sul territorio giovani talenti in un contesto peraltro alle prese con una profonda crisi demografica. Sono poche le realtà nel mondo che, come Torino, hanno la capacità di costruire un’auto partendo dalla ideazione fino al collaudo e questo rappresenta un valore aggiunto. È però del tutto evidente che questi elementi debbano necessariamente essere accompagnati da un investimento che consideri anche le strategie produttive sulle nuove linee e i nuovi modelli. Ed è proprio questo lo spirito con cui la Città ha aderito allo sciopero del 12 aprile: come istituzioni confermiamo il nostro impegno e la nostra disponibilità a contribuire a costruire le condizioni perché il territorio torinese e Mirafiori siano autenticamente competitivi a livello nazionale e internazionale ».

In visita a chiese e cattedrali (anche) via app. Duemila volontari per promuovere centinaia di luoghi religiosi  

Sono trascorsi sette anni dalla la sottoscrizione della convenzione per la valorizzazione dei Beni Culturali ecclesiastici (dalle pievi alle cattedrali) , e la Regione Piemonte con la Conferenza Episcopale annuncia l’imminente rinnovo della collaborazione, presentando un nuovo programma di interventi da oggi al 2026 per un valore complessivo di 2,3 milioni di cui 1,2 milioni di fondi regionali per Musei, Archivi e Biblioteche 700 mila euro per le cattedrali. Il cuore di questo piano è la creazione di un sistema integrato per la fruizione turistico-culturale, che colleghi tra loro le cattedrali, i musei diocesani e le chiese sparse sul territorio lungo i percorsi devozionali. Questo sistema non solo renderà più accessibili e fruibili questi luoghi di grande valore storico e artistico, ma contribuirà anche a promuovere il turismo religioso nella nostra regione. Ciò che rende questo progetto ancora più speciale è il coinvolgimento di oltre 2.000 volontari culturali e del sistema di Chiese a Porte Aperte. Grazie al loro contributo e alla loro passione, oltre 600 luoghi religiosi saranno resi ancora più accoglienti e accessibili ai visitatori. Altri fondi per 1 milione saranno messi dalla CEP come cofinanziamento per gli interventi di ripristino e valorizzazione del patrimonio. Nel 2017 è stata avviata la prima sperimentazione con i musei, gli archivi e le biblioteche. Tra il 2018 e il 2020 sono state realizzate attività con un contributo regionale di 720.000 euro e un cofinanziamento della CEP di 360.000 euro, coinvolgendo musei, archivi, biblioteche e chiese a porte aperte. Tra il 2021 e il 2023 sono state realizzate attività con un contributo regionale di 1.225.000 euro e un cofinanziamento della CEP di 600.000 euro coinvolgendo sempre musei, archivi, biblioteche e chiese a porte aperte. Tra il 2022 e il 2024 sono state coinvolte le cattedrali e gli episcopi, con un contributo regionale di 1.640.000 euro e un cofinanziamento della CEP di 340.000 euro. Oltre a migliorare l’aspetto fisico di queste chiese, l’accordo prevede di far conoscere e apprezzare anche il significato di questi luoghi. Attraverso visite guidate, conferenze, mostre e altre attività culturali, si potranno infatti rendere questi luoghi non solo destinazioni turistiche, ma veri e propri centri di cultura e spiritualità. Un elemento cruciale per l’accesso a questo patrimonio continuerà ad essere la App di Chiese a Porte aperte, sviluppata con il sostegno della Fondazione CRT. Grazie a un QR Code, gli utenti possono prenotare e accedere alle porte dei luoghi di culto, usufruendo di un sistema multimediale di guida disponibile in tre lingue. Con  l’avvicinarsi del Giubileo, infine, la Regione sta realizzando  un piano di interventi per valorizzare le testimonianze religiose e culturali con un fondo di 400 mila euro destinato alla conservazione del patrimonio storico-artistico delle Cappelle diffuse, autentici tesori della  storia e dell’identità identità culturale del Piemonte.

Il Piemonte ha da oggi il suo inno ufficiale

“La cultura e le tradizioni piemontesi sono un patrimonio importante, che in questa legislatura abbiamo voluto tutelare, riscoprire e promuovere. Il Consiglio regionale, che quotidianamente si occupa di questioni pratiche, economiche, sanitarie e sociali della Regione, sotto la mia presidenza è riuscito anche a ritagliarsi uno spazio per consegnare a tutti i Comuni il nostro Drapò, per festeggiarne i 600 anni e per istituire la Festa del Piemonte. Oggi, grazie al lavoro che ho condotto con il Centro Gianni Oberto e dopo il voto dell’Aula consiliare, presentiamo l’Inno del Piemonte, un brano che mi auguro possa contribuire a ricostituire il senso d’appartenenza al territorio e cementare il comune sentire della nostra comunità”.

Così il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, nell’annunciare l’istituzione dell’Inno del Piemonte, presentato oggi a Palazzo Lascaris: ilbrano “Ël Drapò a deuv vive”, musicato dal maestro Fulvio Creux, testo tratto da due poesie dello scrittore e poeta Camillo Brero. L’individuazione dell’Inno è arrivata in seguito all’indicazione del Centro Gianni Oberto, quindi l’approvazione in Aula di uno specifico emendamento alla Legge di riordino 2024 e, infine, la deliberazione finale da parte dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.

Il brano è stato eseguito nel Belvedere di Palazzo Lascaris dal quintetto strumentale ArsNova Orchestra, con Ilaria Quilico soprano e Dario Prola tenore.

L’Inno del Piemonte non ha avuto alcun costo per la Regione, poiché, come si legge nella delibera, l’utilizzo del testo e del brano è stato concesso gratuitamente al Consiglio dall’Associazione culturale Edizioni Musicali Accademia 2008 e dal maestro Fulvio Creux, per ogni finalità istituzionale che la Presidenza riterrà di adottare.

Lo spartito di “Ël Drapò a deuv vive” verrà inviato dell’amministrazione a tutte le associazioni bandistiche e musicali del Piemonte. Inoltre, sarà a disposizione delle associazioni culturali che ne faranno richiesta.

Quando si suonerà l’inno del Piemonte? Il Consiglio regionale ha deciso che il brano sia eseguito in occasione delle ricorrenze istituzionali regionali, istituite con legge regionale, nonché durante le cerimonie, le commemorazioni, le celebrazioni e gli altri eventi ufficiali, alla presenza del Presidente del Consiglio regionale o del Presidente della Regione, o di loro delegati, e della bandiera o del gonfalone della Regione Piemonte.

Potrà pure essere eseguito in occasione delle sedute del Consiglio regionale del Piemonte e in altri eventi di rilevo, su indicazione del Presidente del Consiglio o della Giunta, ma anche, discrezionalmente, nelle cerimonie celebrative di festività o solennità civili nazionali o delle giornate celebrative nazionali o internazionali, come elencate sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Non manca la possibilità d’esecuzione a tutti gli eventi organizzati o patrocinati da Consiglio o Giunta regionale, ovvero per gli eventi locali che rappresentino le peculiarità e l’identità regionale.

Camillo Brero (Druento, 4 marzo 1926 – Pianezza, 10 gennaio 2018), poeta e insegnante, autore della “Gramàtica piemontèisa” e dei due vocabolari Italiano-Piemontese (1976) e Piemontese-Italiano(1983), anche questi più volte aggiornati e pubblicati da Il Punto – Piemonte in Bancarella. Brero aveva iniziato a scrivere in piemontese negli anni Quaranta su incoraggiamento di Nino Costa e Luigi Olivero. Fatta amicizia con Pinin Pacòt, dal 1946 fece parte della “Companìa dij Brandé”. Capofila della seconda generazione dei “Brandé”, alla morte di Pacòt ne raccolse l’eredità spirituale continuando a pubblicare “Ij Brandé”, gli annuali “Armanach ëd poesìa piemontèisa”. È stato tra i fondatori, nel 1969, del Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis. Fondatore della Ca dë Studi Pinin Pacòt-Centro Studi Don Minzoni è stato anche fondatore e direttore del mensile “Piemontèis Ancheuj”.

Il maestro Fulvio Creux, nato a Pont-Saint-Martin nel 1956, ha diretto oltre 60 concerti sinfonici e produzioni liriche con varie orchestre in Italia e all’estero. È stato direttore delle Bande nazionali della Guardia di Finanza (1982) e dell’Esercito Italiano (1995). Ha insegnato nella Scuola superiore di Musica “Accademia Musicale Pescarese” e in varie Università americane. Molte delle sue composizioni sono state adottate ufficialmente da istituzioni pubbliche italiane e dello Stato del Vaticano, tra cui l’inno dell’Accademia della Guardia di Finanza, e le Marce d’Ordinanza dell’Esercito Italiano e della Gendarmeria Vaticana.

#innodelpiemonte  ËL DRAPÒ A DEUV VIVE

Drapò ‘d Piemont a svanta al vent l’eterna arsorsa dla nòstra gent… Dzora ‘l cel ross ëd glòria che an parla con la vos dla nòstra stòria – sota al lambel che a spòrz l’asur dël cel – la candia cros a slarga ai quatr canton ëd l’infinì ij brass glorios che an forgeran l’avnì. Drapò ‘d Piemont a svanta al vent l’eterna arsorsa dla nòstra gent… Për Piemont e për l’Euròpa, gent dla pian-a e gent dij brich, soma a l’erta, ardì sla piòta con l’ardor dij Gaj antich. Drapò ‘d Piemont a svanta al vent l’eterna arsorsa dla nòstra gent…

Aziende torinesi in mostra, torna Open Factories

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Le aziende torinesi si mettono in mostra grazie a Open Factories, l’evento dedicato alle visite d’impresa realizzato da Turismo Torino e Provincia in collaborazione con le aziende partner di Made in Torino Tour The Excellent, il  18, 19, 20 aprile e 23, 24, 25 maggio. L’iniziativa fa parte  del più ampio progetto di Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024 riconoscimento ufficializzato da Confindustria al capoluogo subalpino e frutto di un dossier di candidatura realizzato da Unione Industriali Torino e intitolato “Torino, spazio al futuro”.  Giorgio Marsiaj, presidente di Unione Industriali Torino spiega che “L‘obiettivo del titolo è valorizzare la storica vocazione produttiva e manifatturiera del capoluogo piemontese; siamo quindi lieti che le aziende del progetto di Turismo Torino e Provincia siano entrate nel ricco programma di iniziative che avranno luogo nel corso dell’anno dedicato alla cultura d’impresa, un programma costruito con una logica di inclusione e condivisione con tutti gli attori economici del nostro territorio.” Sono 35 le aziende aderenti ad Open Factories che gratuitamente aprono le porte ai visitatori, per un’esperienza di conoscenza e scoperta delle eccellenze produttive torinesi, con una fee di prenotazione il cui ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro per supportare le attività di cura e ricerca oncologica dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. Un modo innovativo di rendere fruibili al pubblico alcune realtà industriali del territorio con importanti marchi sinonimo di Made in Italy ed innovazione tecnologica; dalle 9 aziende del 2005, oggi sono 61 le aziende aderenti nelle categorie merceologiche Aerospaziale, Agroalimentare, Ambiente ed Energia, Arte Cultura Editoria, Automotive e Design, Cosmesi, Manifatture ed Artigianato, Tessile. “Sono oltre 37mila i visitatori – commenta  Marcella Gaspardone, Dirigente di Turismo Torino e Provincia – che hanno varcato la soglia delle aziende per conoscerne la storia e la produzione; siamo certi che questa iniziativa congiunta con l’Unione Industriali Torino, seppur con un approccio turistico, contribuisca a valorizzare ulteriormente la storica vocazione produttiva torinese ribadendo il ruolo di Torino all’interno dell’industria italiana, grazie al passaggio da una monocultura automobilistica a un più ricco e articolato mix di attività”. Mara Martellotta   Ecco le aziende di Open Factories: A Tavola! La Pasta Artigianale La Cucina Artigianale – Alberto Marchetti Gelaterie – Antica Cioccolateria Artigiana Croci Bruno dal 1930 – Antica Fabbrica Passamanerie Massia Vittorio -1843 – Aurora Penne – Azienda Agricola Essenzialmenta – Banco Azzoaglio – Birrificio Artigianale Gilac – Boella&Sorrisi – Bonfante Nocciolini – Centrale Del Latte di Torino – Cidimu – Costadoro – Croci – Dual Sanitaly – Eurofork – Fabbrica Artigiana Cioccolato Ziccat – Ferrino – Fresia Alluminio – Galup – Gios Torino – Graziadio – Gruppo Iren – Guido Gobino – Human Brain Wave  – La Castellamonte – La Perla Di Torino – Mia Luis – Oscalito Maglificio Po – Pastiglie Leone – Petronas Lubrificanti Italy – Reynaldi – Sabelt – Sensi Skinfood – Smat – Vanni Per informazioni e prenotazioni Le visite sono prenotabili da mercoledì 3 aprile, nel link che segue; basta scegliere l’azienda e recarsi autonomamente 15 minuti prima dell’orario di inizio per le pratiche di accreditamento. https://www.turismotorino.org/it/esperienze/eventi/made-torino-tour-excellent-open-factories-2024-torino-spazio-al-futuro  

Più di cento interventi per la sicurezza e la pulizia dei fiumi

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla difesa del suolo Marco Gabusi, ha approvato il terzo programma di interventi per la manutenzione e l’asportazione di materiale litoide nell’alveo dei corsi d’acqua piemontesi.

La Regione è infatti da tempo impegnata nel garantire la conservazione e il ripristino della capacità di deflusso dei corsi d’acqua, prioritariamente attraverso la movimentazione del materiale e, ove necessario, tramite l’estrazione e l’asportazione di materiale litoide con l’obiettivo di assicurare una gestione oculata e responsabile delle risorse idriche, in linea con le normative vigenti e nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio.

Tutto ciò si è reso possibile grazie ad un’innovativadelibera quadro approvata nel 2021 che prende spunto dalle buone pratiche manutentive dei nostri avi e che ha semplificato notevolmente le pratiche amministrative, consentendo l’individuazione di una serie di interventi e poi la ricerca di soggetti interessati a eseguirli con un meccanismo virtuoso per cui il privato asporta il materiale litoide e lo acquista per utilizzarlo nelle proprie attività di costruzione.

Questa modalità operativa, grazie a un’attenta pianificazione e alla collaborazione con imprese e soggetti privati, rappresenta un passo fondamentale nella protezione della pubblica incolumità e nella difesa del territorio dalle minacce idrogeologiche.

I risultati sono già ben visibili; infatti i programmi precedenti hanno consentito di programmare l’asportazione di circa 2 milioni di metri cubi di materiale con un introito di circa 1 milione di euro per la Regione Piemonte.

Per questo terzo programma gli interventi sono 121 e si suddividono in 23 in provincia di Torino, 31 ad Alessandria, 18 interventi in provincia di Asti, 7 interventi nella provincia di Biella, 25 in provincia di Cuneo, 4 interventi in provincia di Novara, 5 nella provincia del VCO e 8 interventi in provincia di Vercelli.

La pubblicazione sul sito istituzionale della Regione degli avvisi per la manifestazione di interesse apre le porte a tutte le realtà interessate a contribuire attivamente alla realizzazione di questi interventi cruciali, attuando un importante processo di semplificazione, accelerando nettamente le procedure ma soprattutto dando maggiore priorità esclusivamente agli interventi veramente necessari per garantire la sicurezza dei cittadini.

Continueremo a vigilare sull’attuazione tempestiva ed efficace di questi interventi, assicurando che ogni fase del processo sia condotta con trasparenza, rigore e attenzione al bene comune. Siamo fermamente convinti che solo attraverso un impegno concreto e coordinato possiamo preservare e valorizzare il nostro territorio, assicurando un futuro migliore per le generazioni a venire”, concludono il presidente Cirio e l’assessore Gabusi.

Venaria Reale, Torino e il Piemonte presentano la Grande Partenza del Giro d’Italia 2024

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A poco più di un mese dal via, il Piemonte si prepara ad accogliere l’evento sportivo più amato.

 

 Pronti, partenza, Venaria! A Venaria Reale, Torino e in tutto il Piemonte è iniziato il conto alla rovescia verso la Grande Partenza della prima tappa del 107° Giro d’Italia, prevista il 4 maggio da Venaria Reale per poi proseguire in tutto il Piemonte, un territorio che con la corsa rosa ha un legame particolare. Terra dei Campionissimi, il Piemonte offre al Giro alcuni degli scorci più suggestivi e delle tappe più coinvolgenti della grande corsa rosa.

 

Il Giro d’Italia è una grande festa che tocca tutti, non solo gli appassionati.

La partenza sarà il 4 maggio a Venaria, cuore regale del Piemonte, con la Reggia di Venaria Reale come palcoscenico d’eccellenza dell’avvio di gara. Il primo arrivo è previsto a Torino: una tappa che, secondo gli esperti del Giro, avrà un finale impegnativo che farà uscire allo scoperto i capitani.

A seguire ci saranno la San Francesco al Campo – Santuario di Oropa, a un passo da Biella (5 maggio), Novara – Fossano (6 maggio) e Acqui Terme – Andora (7 maggio) con il passaggio in terra ligure.

 

I 32 giorni che separano dalla Grande Partenza saranno costellati di appuntamenti pensati per scaldare i muscoli in vista della festa rosa.

Venaria Reale, già collaudata sede di grandi eventi di portata internazionale, nel 2025 sarà Capitale europea dello sport e propone un programma battente di iniziative aperte a tutti di avvicinamento allo sport: una vera e propria divulgazione sportiva che oltre ad animare il territorio offre l’occasione per creare aggregazione e benessere, sottolineando il connubio tra attività fisica e qualità di vita. Il primo appuntamento sarà la Città si veste di Rosa (venerdì 5 aprile) a cui seguono, ogni settimana, numerose iniziative. A chiudere il calendario saranno due giorni di festa: venerdì 3 maggio la Notte rosa seguita il giorno successivo dalla Grande Partenza e da un pomeriggio di musica nel centro cittadino.

Inoltre tutta la città è da settimane illuminata di rosa a partire dall’iconica Reggia fino ai luoghi più amati dai venariesi, come la piazza dell’Annunziata. Sulla facciata della scuola elementare De Amicis infine, campeggia il count down che segna il crescere dell’attesa.

 

Altri appuntamenti sono in programma in tutte le città del Piemonte toccate dal Giro e verranno presentati in un evento dedicato.

 

Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, e Fabrizio Ricca, Assessore regionale allo Sport: «La Grande partenza del Giro d’Italia rappresenta per il Piemonte un’occasione imperdibile e stiamo mettendo in campo tutte le nostre forze per renderla un evento unico, per gli atleti, per il pubblico, per le nostre comunità e anche per chi guarderà le nostre splendide terre in diretta da ogni parte del mondo. Il ciclismo è molto amato dai piemontesi, che si riconoscono nello spirito di sacrificio e nella tenacia dei ciclisti di oggi e dei tanti campioni che qui sono nati. Saranno quindi centinaia di migliaia le persone, di ogni età, che coloreranno di rosa le nostre strade, per questa grande festa di territorio. Proprio come accadrà il 1° luglio, con l’arrivo del Grand Départ del Tour de France. Questo è per il Piemonte un anno di grande sport, nel quale rafforziamo la nostra “patente” nell’organizzazione degli eventi sportivi internazionali: puntare su appuntamenti di tale livello significa accendere i riflettori su Torino e sul Piemonte, consolidare la nostra vocazione attrattiva che ci ha portato a chiudere il 2023 con oltre 16 milioni di presenze turistiche e generare ricadute economiche straordinarie, ma anche promuovere stili di vita sani e diffondere i bei valori dello sport».

 

Fabio Giulivi, Sindaco di Venaria Reale: «La terza volta del Giro d’Italia a Venaria Reale, la seconda come sede di partenza dell’intera manifestazione sportiva, è un’occasione straordinaria per la nostra Città. Un volano incredibile, come dimostrano i numeri illustrati da RCS in occasione della Festa dello Sport a Trento. La “Corsa Rosa” è un potentissimo strumento di valorizzazione territoriale ed economica: da una parte ci sarà l’opportunità di far conoscere le nostre bellezze a livello mondiale, anche grazie alla copertura mediatica dell’evento. Dall’altra ci sarà una importante ricaduta per il commercio locale. Tutta la Città è pronta per ospitare il Giro il prossimo 4 maggio. Questo anche grazie al lavoro dei nostri uffici e dei tantissimi volontari che hanno voluto dare il proprio contributo alla riuscita di questo meraviglioso appuntamento che ‘tirerà la volata’, per rimanere in tema ciclistico, all’inizio dell’avventura di Venaria Reale Città Europea dello Sport 2025».

 

Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino«Per Torino accogliere l’arrivo della tappa inaugurale del prossimo Giro d’Italia sarà motivo di grande orgoglio e siamo certi che il 4 maggio sarà una bellissima giornata per i torinesi, pronti a dare il benvenuto agli atleti del Giro. La data è poi più che mai simbolica per la nostra città: la gara attraverserà Superga proprio nel giorno del 75esimo anniversario della tragedia del Grande Torino, unendo idealmente due tra le discipline sportive più popolari del nostro paese, il ciclismo e il calcio, con la storia di quei campioni indimenticabili».

 

Paolo Bellino, Amministratore delegato di RCS Sport, organizzatore del Giro d’Italia«La Grande Partenza del Giro d’Italia è sempre un momento speciale, è il segnale del “via” di quella che è la Festa di Maggio che unisce il paese. RCS Sport e la Regione Piemonte hanno agito in totale sintonia, a conferma dei rapporti eccellenti visto il rinnovarsi degli appuntamenti che ormai da anni vedono il grande ciclismo su queste strade. Il Giro d’Italia è di casa in Piemonte, così come lo sono le nostre classiche, la Milano-Torino e il Gran Piemonte. Venaria Reale, la cui Reggia è Patrimonio Unesco dal 1997 e che è già stata protagonista di una Grande Partenza nel 2011, vedrà l’inizio di una frazione a noi molto cara, con il passaggio a Superga a 75 anni dal tragico 4 maggio 1949. Il Grande Torino verrà celebrato sul colletto della Maglia Rosa, a unire due simboli dello sport italiano riconosciuti in tutto il mondo. Saranno tante inoltre le iniziative collaterali che coinvolgeranno la comunità per una Grande Partenza da ricordare».