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Covid, il bollettino di mercoledì 7 luglio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 31 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 3 dopo test antigenico), pari allo 0,3 % di 11.819 tamponi eseguiti, di cui 7.037 antigenici. Dei 31nuovi casi, gli asintomatici sono 17 (54,8%).

I casi sono così ripartiti: 11 screening, 15 contatti di caso, 5 con indagine in corso; per ambito: 0 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 2 scolastico, 29 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 367.156 così suddivisi su base provinciale: 29.615 Alessandria, 17.501 Asti, 11.536 Biella, 52.970 Cuneo, 28.293 Novara, 196.501 Torino, 13.751 Vercelli, 12.989 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.497 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 6 (-3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 69 (-15 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 624.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.534.634 (+11.819 rispetto a ieri), di cui 1.801.543 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.696

Per il nono giorno consecutivo nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

354.761 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.761 (+ 47 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.988 Alessandria, 16.770 Asti, 11.048 Biella, 51.453 Cuneo, 27.306 Novara, 190.552 Torino, 13.190 Vercelli, 12.603 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.437 extraregione e 2.414 in fase di definizione.

Il bollettino Covid di martedì 6 luglio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 38 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 4 dopo test antigenico), pari allo 0,2 % di 15.929 tamponi eseguiti, di cui 9.437 antigenici. Dei 38 nuovi casi, gli asintomatici sono 19 (50%).

I casi sono così ripartiti: 11 screening, 22 contatti di caso, 5 con indagine in corso; per ambito: 0 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 1 scolastico, 37 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 367.125 così suddivisi su base provinciale: 29.615 Alessandria, 17.501 Asti, 11.535 Biella, 52.967 Cuneo, 28.286 Novara, 196.482 Torino, 13.751 Vercelli, 12.988 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.497 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9(+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 84(+1 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 622

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.522.815 (+15.929 rispetto a ieri), di cui 1.798.453 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.696

Per l’ottavo giorno consecutivo nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

354.714 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.714(+ 71 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.983 Alessandria, 16.769 Asti, 11.045 Biella, 51.453 Cuneo, 27.299 Novara, 190.524 Torino, 13.187 Vercelli, 12.602 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.437 extraregione e 2.415 in fase di definizione.

Aggredisce con un coltello tre operatori Gtt Arrestato dalla squadra volante

Pretendeva di salire sul tram fermo al semaforo, fuori fermata, nei pressi della stazione Porta Nuova. 

Al diniego dell’autista, il giovane iniziava a colpire in modo violentissimo le porte del mezzo con dei pugni; tale azione richiamava l’attenzione di altro personale del Gruppo Trasporti Torinese presente a poca distanza, che invitava il giovane a calmarsi spiegandogli che mai l’autista avrebbe potuto acconsentire alla sua richiesta, considerata la pericolosità della manovra. Il soggetto, un cittadino italiano di 19 anni, rivolgeva allora la propria aggressività nei confronti dei tre operatori GTT. Li raggiungeva e, dopo aver sputato in faccia a due di essi, estraeva dal marsupio un coltello di grosse dimensioni, che brandiva a casaccio nei loro  confronti. Alcuni passanti avvisavano il 112 NUE del fatto e il giovane, intuito l’arrivo imminente della Polizia, si allontanava buttando il coltello in un cestino di rifiuti nei pressi della stazione. Gli operatori GTT non lo perdevano di vista e lo inseguivano, comunicando contestualmente la posizione alla centrale radio della polizia. Il giovane, al fine di garantirsi la fuga, afferrava una bottiglia di birra, vuota, trovata per strada e minacciava con la stessa uno degli operatori; riusciva a togliergli dalle mani il telefono per impedirgli di comunicare con le forze dell’ordine e scaraventava l’uomo per terra, colpendolo con calci e pugni. Nonostante i colleghi intervenissero per placare la furia del ragazzo, quest’ultimo, durante la colluttazione, riusciva ad impossessarsi anche del computer palmare di servizio, che utilizzava come arma impropria. Dopodichè, continuava la fuga fino in Corso Matteotti, ove veniva definitivamente raggiunto e fermato da personale della Squadra Volanti. Il giovane, un cittadino italiano di 19 anni senza fissa dimora a Torino, con numerosi precedenti  negli ultimi 2 anni, è stato arrestato per  violenza, minaccia e lesioni personali a P.U., nonchè danneggiamento aggravato. Il coltello utilizzato e gettato in un  cassonetto dei rifiuti nei pressi della Stazione Porta Nuova è stata rinvenuto dai poliziotti della Squadra Volante e sottoposto a sequestro.

Gigafactory di Stellantis: Appendino e Cirio scrivono a Draghi

LA LETTERA SIGLATA ANCHE DAI RAPPRESENTANTI  DEL MONDO PRODUTTIVO E DEL LAVORO 

Ieri pomeriggio, con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai ministri Giorgetti e Cingolani, la sindaca della Città di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – insieme ai rappresentanti del mondo delle imprese (Confindustria Piemonte, Confapi Piemonte, Unione industriale Torino, Api Torino, Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Torino) e alle organizzazioni sindacali (Fiom Cgil Torino, Fim Cisl Torino, Uilm Uil Torino) – hanno chiesto al premier Draghi “un incontro per meglio rappresentare le grandi opportunità del territorio in modo che possa ben comprendere perché Torino è la sede naturale della Gigafactory di Stellantis” e, al Governo, di “adoperarsi in maniera concreta e fattiva per sostenere la candidatura del capoluogo piemontese”.

Covid, ok all’uso dei tamponi salivari

Il test è stato messo a punto dai ricercatori del Centro di Biotecnologie Molecolare dell’Università di Torino.

La nuova metodica verrà utilizzata inizialmente per lo screening nelle strutture residenziali e semi-residenziali per disabili.

In Piemonte inizia l’utilizzo dei tamponi salivari per lo screening finalizzato a individuare la presenza del Covid-19. Il test è stato messo a punto dai ricercatori del Centro di Biotecnologie Molecolare dell’Università di Torino, in linea con la sperimentazione in questo ambito dello scorso anno. Sarà dunque possibile disporre di un nuovo test affidabile per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2.

In una prima fase, l’uso di questa metodica verrà riservata alle persone con disabilità, ospiti di strutture residenziali o semirendenziali (418, con circa 6.000 ospiti in tutta la regione), dove, secondo una circolare del ministero della Salute dell’8 maggio scorso, il controllo sulla diffusione del virus deve essere effettuato almeno una volta al mese.

Nel protocollo che l’Unità di crisi ha inviato ai gestori di queste strutture e agli Enti gestori delle Politiche sociali si legge come come i test salivari presentino, a fronte di una sensibilità media non molto inferiore in termini di precisione a quella dei tamponi naso-faringei, una serie di indubbi vantaggi, dalla minor invasività alla facilità di esecuzione. Il sistema rappresenta dunque una valida alternativa per le persone che, come appunto i disabili, possono presentare una minor tollerabilità ai tamponi naso-faringei, tanto che a volte è molto difficile il prelievo.

I test salivari non danno tuttavia un risultato immediato, ma devono essere processati presso un laboratorio, come quelli molecolari.

Il protocollo prevede che le Asl provvedano al ritiro e alla consegna dei campioni presso il centro abilitato che è stato per ciascuna di esse individuato: l’Amedeo di Savoia per l’Asl Città di Torino; il laboratorio della To3, per l’omonima Asl; l’Istituto Zooprofilattico per la To4; Candiolo per la To5; il Centro Antidoping e l’Arpa per le Asl Cn1 e C2; l’Università del Piemonte Orientale per le Asl di Asti e Alessandria; il Maggiore della Carità di Novara per le Asl di Novara, Vercelli, Biella e Vco.

«Già la prossima settimana – dichiara l’assessore alla ricerca applicata Covid, Matteo Marnatisaremo pronti a partire con questo importante strumento di tracciamento del virus, che ha la caratteristica di essere molto meno invasivo dei tamponi naso-faringei. Ci permetterà quindi di proseguire con maggior facilità con l’attività di screening nei disabili, con la possibilità di valutare una eventuale sua estensione anche ai minori a settembre, per la riapertura delle scuole. Ne abbiamo già acquisiti 60.000 pezzi, ma siamo pronti ad ulteriori approvvigionamenti».

«Siamo di fronte ad un altro passo avanti importante – sottolineano l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi,ealle Politiche sociali,Chiara Caucino – per garantire la sicurezza delle nostre strutture con uno sguardo attento alle specifiche esigenze di chi, in una condizione di maggiore fragilità, può avere più difficoltà a sottoporsi spesso a un tampone nasale».

Il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, aggiunge: «Una nuova iniziativa frutto dalla relazione virtuosa tra Università, Regione Piemonte e soggetti impegnati sul territorio a combattere il Covid-19. Ancora una volta, UniTo ha messo a disposizione le sue competenze scientifiche, i laboratori e gli strumenti per la predisposizione di un nuovo test, efficace nell’identificare la presenza del Coronavirus. La possibilità di rendere disponibili nuovi test salivari per la popolazione più fragile, che in alcuni casi presenta una minor tollerabilità ai tamponi naso-faringei, presenta una serie di indubbi vantaggi che promuove il benessere personale. Come Ateneo, siamo profondamente orgogliosi di continuare a dare un contributo importante alla lotta contro la pandemia».

Covid, il bollettino di lunedì 5 luglio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 15 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui dopo test antigenico), pari allo 0,1 % di 11.341 tamponi eseguiti, di cui 8.443 antigenici. Dei 15 nuovi casi, gli asintomatici sono 7 (46,7%).

I casi sono così ripartiti: 5 screening, 8 contatti di caso, 2 con indagine in corso; per ambito: 0 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 0 scolastico, 15 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 367.087 così suddivisi su base provinciale: 29.607 Alessandria, 17.500 Asti, 11.535 Biella, 52.959 Cuneo, 28.279 Novara, 196.470 Torino, 13.749 Vercelli, 12.986 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.499 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono (-rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 83 (-11 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 657.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5. 506.886 (+11.341rispetto a ieri), di cui 1.793.999 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.696

Per il settimo giorno consecutivo nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

354.643 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.643 (+44 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.977 Alessandria, 16.764 Asti, 11.043 Biella, 51.446 Cuneo, 27.292 Novara, 190.481 Torino, 13.185 Vercelli, 12.600 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.437 extraregione e 2.418 in fase di definizione.

Appendino 94^ nella classifica dei sindaci del Sole 24 Ore

Luca Zaia e Antonio Decaro si confermano anche nel 2021 gli amministratori locali dal più elevato indice di gradimento in Italia,

rispettivamente con il 74% dei consensi per il presidente della Regione Veneto e con il 65% per il sindaco di Bari, nella rilevazione annuale realizzata da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore pubblicata sul Sole 24 Ore di lunedì 5 luglio. Dietro di loro, però, dodici mesi dopo, il quadro dei leader più popolari risulta in forte movimento. Tra i governatori si segnala lo scatto di Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, PD) che, con una crescita del 6%, raggiunge quota 60% e scalza dal secondo posto Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, Lega), il quale tra l’altro deve condividere il terzo gradino del podio con Vincenzo De Luca (Campania, PD) entrambi al 59%; nei top five, al quarto posto il governatore ligure Giovanni Toti (centrodestra) al 56% e al quinto posto Alberto Cirio (Piemonte, centrodestra) al 52,5%. Tra i sindaci emerge il secondo posto di Luigi Brugnaro (Venezia, centrodestra) al 62% segnando un balzo di +7,9%, seguito al terzo da Giorgio Gori (Bergamo, centrosinistra) ex aequo con Marco FIORAVANTI (Ascoli Piceno, centrodestra) entrambi al 61% ma con il Sindaco di Bergamo in crescita del 5,7%.

 

E’ quanto emerge dalla nuova edizione della tradizionale indagine annuale “Governance Poll”, effettuata da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore e pubblicata lunedì 5 luglio. Un sondaggio che coglie i trend degli amministratori locali 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia, in una fase che oggi non è più dominata dai contagi e dalla crisi economica, ma dalle prospettive di ripresa di tutte le attività grazie al crescendo della campagna di vaccinazione.

 

Nel caso dei governatori, se il confronto si sposta dal risultato 2020 a quello del giorno di elezione spiccano le performance di Luca Zingaretti (Lazio) che guadagna +10 punti, di Nello Musumeci (Sicilia, +9,2) e dello stesso Bonaccini (+8,6). In ribasso, invece, le quotazioni di Donatella Tesei (Umbria), rispetto sia allo scorso anno sia al giorno delle elezioni.

 

Il termometro della popolarità dei sindaci evidenzia, nel confronto tra il 2021 e il giorno delle elezioni, due gruppi di situazioni critiche. Il primo è quello dei sindaci delle grandi città del Sud alle prese con conti in dissesto e paralisi amministrative: agli ultimi tre posti della graduatoria delle 105 città capoluogo ci sono infatti Salvo Pogliese (Catania, 30% dei consensi), Luigi De Magistris (Napoli, 35%) e Leoluca Orlando (Palermo, 39%). L’altro fronte traballante è, più in generale, quello delle metropoli: Dario Nardella (Firenze, 57%) e Virginio Merola (Bologna, 54,6%) continuano a cavarsela egregiamente, ma Beppe Sala (Milano) si ferma per la prima volta sotto al 50% occupando un opaco 81° posto (-2,7%), mentre le sindache Cinque Stelle Virginia Raggi (Roma) e Chiara Appendino (Torino) coabitano alla casella numero 94 con il 43% di gradimento, con la Raggi che cala del 24,2% e l’Appendino dell’11,6%.

 

Il logorio amministrativo – che, per esempio, ha colpito in pieno Federico Pizzarotti (Parma, 97° posto) allontanandolo dalle prime posizioni occupate qualche anno fa – non intacca il favore di Clemente Mastella (Benevento), che arriva alla fine del primo mandato da sindaco con un solido 59,5%. Le difficoltà della vita amministrativa possono essere rapidamente fatali anche per gli outsider: lo dimostra la caduta libera – dal secondo al 22° posto in un solo anno – delle quotazioni di Cateno De Luca (Messina).

 

Sul sito del Sole 24 Ore da lunedì mattina saranno disponibili le mappe interattive sull’indice di gradimento dei Presidenti di regione http://s24ore.it/presidenti e dei Sindaci http://s24ore.it/sindaci

 

 

La grande sete: fiumi a secco, è allarme siccità

I primi sei mesi del 2021 in Piemonte hanno registrato un calo delle piogge del 7,3% rispetto alla media storica del periodo

Sono particolarmente carenti il Pellice (-32%), la Dora Riparia (-29,5%) e l’alto Po (-28,8%). Male anche il mese di giugno, con un -6,8% di piogge in media su tutta la regione e  precipitazioni dimezzate  su alcun settori orientali.

Nel mese di giugno si è dimezzata la portata del Po a Torino, e nel tratto di San Sebastiano è scesa  del 71% con deflusso mensile del fiume si 155 milioni di metri cubi a Torino: la media è 414 milioni. Questo quanto rilevato dal rapporto di Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale).

foto di Paolo Liguori

La regione punta sull’infermiere di famiglia e di comunità per migliorare le prestazioni sul territorio

SANITA’ PIEMONTE, LA REGIONE APPROVA LE LINEE DI INDIRIZZO PER GLI INFERMIERI DI FAMIGLIA E DI COMUNITA’. L’ASSESSORE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «NUOVA SPINTA ALL’ASSISTENZA SUL TERRITORIO E A DOMICILIO»

Su proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, la Giunta regionale ha approvato le linee di indirizzo in materia di infermiere di famiglia e di comunità.

«Coerentemente con la nuova strategia di potenziamento dell’assistenza territoriale e domiciliare – spiega l’assessore Icardi -, l’implementazione della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità mira a promuovere modelli organizzativi integrati, attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, in stretta correlazione con il Piano nazionale della cronicità e il Piano nazionale della prevenzione. Attraverso gli infermieri di famiglia e di comunità, l’obiettivo è migliorare l’appropriatezza delle prestazioni e l’integrazione territorio-ospedale-territorio, ridurre gli accessi impropri (codice bianco) al Pronto soccorso, ridurre la riammissione in ospedale a 30 giorni dopo la dimissione al domicilio, incrementare la partecipazione dell’utenza ai programmi di screening… Il sistema sanitario è chiamato ad anticipare i bisogni dei pazienti e a seguirli in maniera continuativa lungo tutto il percorso assistenziale, secondo una sanità di iniziativa integrata con i servizi sociali. Tutto ciò, tenendo in particolare conto il progressivo invecchiamento della popolazione, l’incremento di persone con almeno una patologia cronica (40,8% della popolazione), le condizioni di co-morbidità in soggetti over settantacinquenni (66,6%) e la progressiva semplificazione della dimensione e composizione delle famiglie, con il 29,6% delle persone over sessantacinquenni che vivono sole».

Il documento di indirizzo approvato dalla Regione scaturisce dallo specifico gruppo di lavoro costituito dalla Direzione Sanità regionale, con il coordinamento dei Settori Sistemi organizzativi e Risorse umane del Servizio sanitario regionale e del Settore Programmazione sanitaria e socio-sanitaria, la partecipazione degli Ordini delle professioni infermieristiche, delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, dell’Associazione infermieri di famiglia e di comunità (AIFeC) e di alcune Asl che in via sperimentale avevano già inserito tali professionisti sul campo.

L’Infermiere di famiglia e comunità (IFeC) ha come focus di interesse l’individuo, la famiglia, la comunità e la casa come ambiente in cui i membri della famiglia possono farsi carico dei problemi di salute.

Si tratta di una risorsa professionale che opera all’interno del Distretto socio-sanitario e si inserisce nell’organizzazione territoriale aziendale quale ulteriore tassello di integrazione dei setting territoriali.

Opera in stretta sinergia con i medici di medicina generale e tutti gli altri professionisti coinvolti nella gestione della sanità territoriale, specie per quei casi in cui si rende necessaria la presa in carico negli ambulatori della cronicità a livello distrettuale o nelle Case della Salute o negli ambulatori associati.

L’azione dell’Infermiere di famiglia e comunità è articolata su più livelli:

– ambito distrettuale, attraverso azioni ed interventi all’interno della rete assistenziale del distretto in integrazione con gli altri professionisti;

– ambito individuale e familiare, attraverso interventi diretti e indiretti che hanno la persona e la famiglia come destinatari, con l’obiettivo di favorire la promozione e il mantenimento della salute della persona attraverso il rafforzamento della sua autonomia e il mantenimento della persona al proprio domicilio evitando il ricorso alle strutture di ricovero;

– ambito comunitario, attraverso azioni rivolte alle comunità, all’interno di una rete di relazioni e connessioni formali e informali, con l’obiettivo di favorire l’attivazione e l’integrazione tra i vari operatori sanitari e sociali e le possibili risorse formali e informali presenti sul territorio utili a risolvere problematiche inerenti i bisogni di salute.

Il titolo preferenziale per l’acquisizione delle competenze in questo ambito è il master universitario di primo livello in Infermieristica di famiglia e di Comunità.

Per coloro che non sono in possesso del master, saranno previsti dei percorsi formativi specifici di tipo regionale, progettati in collaborazione con gli atenei piemontesi, necessari per l’acquisizione delle competenze minime. A tal proposito, sarà costituito un comitato scientifico che coinvolgerà rappresentanti della Regione Piemonte, delle Università degli Studi di Torino e degli Studi del Piemonte Orientale e delle Aziende sanitarie per la formazione dei professionisti e per assicurare l’adeguatezza e la coerenza dei contenuti e delle metodologie del corso regionale.