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Abitare il carcere: criticità e prospettive

Una riflessione sugli spazi di detenzione. Incontro in Consiglio regionale

“A cinquant’anni dall’approvazione del nuovo ordinamento penitenziario, che ha ridisegnato funzioni e finalità degli istituti penali, è quanto mai necessario che gli Istituti di detenzione rispondano sempre più al dettato costituzionale che prevede che l’esecuzione penitenziaria rappresenti un’occasione di recupero e di reinserimento dei detenuti nella società. E, se è vero che l’anagramma di ‘carcere’ è ‘cercare’, è fondamentale mettersi in gioco per trovare le soluzioni più opportune”. Lo ha dichiarato il Garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano in apertura dell’incontro Abitare il carcere – Gli spazi della quotidianità nella detenzione che si è svolto a Palazzo Lascaris.

All’incontro, organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte con l’Ufficio del Garante in collaborazione con la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, ha portato iI saluto, a nome del presidente Davide Nicco, il componente dell’Ufficio di presidenza Mario Salvatore Castello, delegato ai rapporti con il Garante, che ha sottolineato come “anche all’interno del carcere dovrebbe abitare la bellezza, che fa bene all’anima e spinge a migliorare e a migliorarsi”.

Simona Canepa, docente a contratto del Dipartimento di Architettura e design del Politecnico di Torino, ha illustrato la propria ricerca sulle carceri italiane denunciando che “dalla riforma di cinquant’anni fa ben poco è cambiato: si prevedevano ambienti per la vita individuale e collettiva, luoghi idonei per attività culturali, aggregative e lavorative ma lo Stato sembra non voler farsi carico di questi problemi: molti edifici risultano vecchi e necessitano di ristrutturazione, la luce naturale scarseggia e non di rado quella artificiale viene tenuta accesa tutto il giorno, molti ambienti vengono trascurati, come i cortili di passeggio, dove in molti casi mancano ripari per la pioggia o il sole cocente”.

Cristian Campagnaro, professore ordinario del Dipartimento di Architettura e design del Politecnico di Torino, ha evidenziato che “quando si progettano degli spazi è fondamentale interrogarsi su quale ruolo essi abbiano all’interno del progetto di vita delle persone che devono abitarli. E, a volte, l’impressione è che il progetto non ci sia. Ci siamo trovati di fronte a muri di silenzio e ad assenza di risorse, non solo economiche, per piccoli interventi che avrebbero contribuito a migliorare e a umanizzare le strutture anche per chi ci lavoro”.

Concentrandosi sulle tredici carceri piemontesi, Cesare Burdese, esperto di architettura penitenziaria, ha sottolineato che “sono afflittive e presentano tutti i limiti di un carcere punitivo. La narrazione del carcere che riabilita rischia di rappresentare uno slogan, una falsa lettura della realtà”.

“Quello che preoccupa – ha concluso – è la logica dei 7.000 moduli abitativi prefabbricati che si intendono inserire nelle carceri per supplire al sovraffollamento: un’idea di carcere simile a una bolgia dantesca dove detenuti e detenenti si fronteggeranno sempre più. Se non c’è altra soluzione a quella dei container possiamo chiudere i libri di architettura e smettere di studiare alternative”.

All’incontro hanno preso parte le consigliere Sarah Disabato e Laura Pompeo.

Infrastrutture in Piemonte, emerge un quadro in chiaroscuro

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L’analisi dell’Osservatorio di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte su 67 infrastrutture del Nord Ovest registra progressi per le opere finanziate Pnrr. Rallentano il Terzo Valico e i collegamenti con Malpensa. Bene A33 AT-CN, Tenda e Frejus

A poco più di un anno dalla fine del Pnrr, sulle infrastrutture monitorate dal Rapporto OTI Piemonte 2025 emerge un quadro in chiaroscuro. Se sono infatti 11 su 67 le opere monitorate che registreranno avanzamenti rilevanti o saranno completate nel corso di quest’anno, salgono da 16 a 22 quelle che hanno subito un ritardo, mentre scendono da 9 a 5 quelle in grave ritardo. Passano poi da 30 a 31 le infrastrutture in linea con il programma, e cresce anche il numero complessivo di opere monitorate dall’Osservatorio Territoriale Infrastrutture, grazie all’aggiunta della Tangenziale di Carmagnola e del Quadrante casalese per lo sviluppo logistico. Scendono infine da 12 a 8 le opere in fase di proposta progettuale. Queste le principali evidenze del rapporto Oti Piemonte 2025 di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte presentato a Cuneo questo pomeriggio, presso la sede della locale associazione territoriale.

Oti Piemonte si conferma uno strumento imprescindibile per le nostre imprese, perché infrastrutture materiali e immateriali rappresentano sempre di più un elemento cruciale per la competitività dei territori. Le multinazionali, così come i grandi gruppi nazionali, scelgono il Piemonte anche in virtù della posizione geografica, è un asset su cui dobbiamo continuare a lavorare, imprese e pubblica amministrazione per arrivare a progettazioni che raccolgano le esigenze delle tante filiere che compongono il tessuto economico del Piemonte e del Nord Ovest” commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Il Rapporto OTI Piemonte 2025 offre un’analisi dettagliata dello stato delle infrastrutture nella nostra regione, delineando un quadro che presenta sia elementi positivi che sfide da affrontare. A poco più di un anno dalla conclusione del PNRR, è motivo di soddisfazione constatare che 11 delle 67 opere monitorate sono in fase di completamento o registreranno progressi significativi nel corso del 2025. L’apertura della seconda canna del Frejus e il ripristino della storica linea Torino-Lione rappresentano traguardi importanti, che miglioreranno la connettività e la mobilità nel nostro territorio. Tuttavia, non possiamo ignorare le criticità. Questo richiede un’attenta valutazione delle cause e l’adozione di misure correttive efficaci. La collaborazione tra istituzioni, imprese e territorio è essenziale per superare le sfide e garantire che le infrastrutture siano adeguate alle esigenze del tessuto economico e sociale. L’Osservatorio Territoriale Infrastrutture si conferma uno strumento prezioso per monitorare l’andamento dei progetti, identificare le criticità e promuovere soluzioni condivise. Continueremo a lavorare con determinazione per un Piemonte dotato di infrastrutture moderne, efficienti e sostenibili, in grado di sostenere la crescita economica, attrarre investimenti e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Scendendo nel dettaglio dei dati Oti Piemonte 2025 emerge come delle 67 opere monitorate, 34 opere sono lavori in corso 8 sono proposte progettuali, e 25 sono in fase di progettazione fattiva di cui 8 con progetto preliminare (invariate rispetto al 2024); 14 con progetto definitivo (-1 rispetto al 2024); 3 con progetto esecutivo (-1 rispetto al 2024). Il valore complessivo dei cantieri da completare entro il 2033 è pari a 27,4 miliardi, ci dui 2,5 miliardi quest’anno con 11 opere attese e 1,1 miliardi entro il 2026 con la conclusione del Pnrr con la previsione di 16 opere

Proprio riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, le su 9 opere monitorate e finanziate da fondi PNRR, 8 procedono: quadruplicamento della linea ferroviaria Tortona-Voghera, potenziamento e ammodernamento delle linee Acqui Terme-Ovada-Genova, Linee ferroviarie Torino-Ceres e Canavesana, elettrificazione della Ivrea-Aosta, SP460 tra Lombardore e Salassa, Superstrada Novara-Vercelli e scalo di Torino Orbassano, mentre sul Terzo Valico dei Giovi ci sono stati rallentamenti (previsione attivazione nuova linea marzo 2027). Ulteriori 16,4 miliardi saranno spesi entro il 2030 e si attendono 13 opere in conclusione e infine altri 7,4 miliardi entro il 2033, grazie all’attivazione del tunnel di base del Moncenisio ovvero la tratta binazionale nota come Torino Lione e il primo lotto della Metro 2 di Torino.

Scendendo sulle , 11 opere che nel 2025 dovrebbero registrare passi avanti significativi o essere completate, cui spiccano: apertura al traffico della seconda canna autostradale del Frejus, forse già a luglio; dal primo aprile ritorno all’operatività della linea ferroviaria storica Torino-Lione chiusa da agosto 2023 per una frana in Francia; sulla A33 Asti-Cuneo entro fine anno sarà completata la tratta Verduno-Cherasco; a giugno in funzione la nuova canna del tunnel del Colle di Tenda. A queste si aggiungono: adeguamento SS33 del Sempione; potenziamento stazione ferroviaria di Rivalta Scrivia; adeguamento raccordo con scalo Boschetto per il CIM di Novara; completamento Tangenziale di Fossano; sul passante ferroviario di Torino, ultimazione della stazione Rebaudengo-Fossata; ultimazione tangenziale di Novara; apertura della tangenziale di Romagnano Sesia.

Focalizzando l’attenzione poi sui corridoi europei Ten-T, per quello Mediterraneo, che comprende la Torino-Lione, Oti Piemonte rileva una situazione complessivamente migliorata poiché procedono i lavori di realizzazione del tunnel di base del Moncenisio 40 km scavati totali circa il 25% dei 162 km di gallerie previste, con data di attivazione fissata al 2033, mentre nelle prossime settimane riapriranno sia il collegamento ferroviario storico, che la seconda canna del tunne autostradale del Frejus. A Chiomonte si sta lavorando allo svincolo autostradale a servizio e del cantiere per il tunnel di base lato Italia. Segnali contrastanti arrivano dal Corridoio Mediterraneo-Reno-Mare del Nord, dove sulla tratta italiana negli ultimi mesi sono emerse criticità legate alla situazione geologica particolarmente complessa sotto l’Appennino, tra Alessandria e Genova, dove si sta scavando il tunnel ferroviario, che sta condizionando il completamento del Terzo Valico. Positivo l’avanzamento sulle linee ferroviarie del Sempione e la linea Acqui Terme-Ovada-Genova che sono passate da una fase progettuale all’avvio dei lavori, e lo sblocco dell’iter per la riattivazione del servizio sulla linea ferroviaria Novara-Varallo.

Per quanto riguarda il sistema aeroportuale, positivo l’avvio dei lavori sulla linea Fossano-Cuneo per il collegamento con l’aeroporto cuneese e la prosecuzione dei lavori di messa in sicurezza sulla linea Torino-Ceres che dovrebbe concludersi nel primo trimestre 2026, mentre restano in stallo i progetti per il miglioramento dei collegamenti con l’aeroporto di Malpensa e il raccordo tra la SP662 e la A6 nel cuneese. Sui centri intermodali avanzano i lavori sui nodi logistici di S.I.TO Orbassano, C.I.M. Novara, Domo 2 e polo logistico alessandrino e l’interesse nella logistica aumenta in quanto abbiamo inserito come nuova proposta progettuale il Quadrante casalese. Per quanto riguarda i valichi alpini, oltre a Frejus e Tenda, sul traforo del Monte Bianco sono finora stati completati i primi due cantieri-test di risanamento della volta e in merito al raddoppio, l’ipotesi è stata accolta dalla regione Valle d’Aosta ed è stabilmente oggetto di discussione tra i Governi italiano e francese. Proseguono i progetti di viabilità stradale per l’accesso da sud al Sempione, mentre lato ferrovia si segnala positivamente l’avvio dei lavori di potenziamento dell’imbarco autotreni della stazione di Iselle di Trasquera. Infine, per i nodi urbani, si segnala positivamente il lancio dei bandi per Metro 2 previsti per fine 2025, la Tangenziale Cuneo, il passaggio da proposta progettuale a progetto preliminare per l’interconnessione con linea AV a Chivasso e rifacimento ponte Preti della SP665 nel canavese.

Passando alle connessioni immateriali, proseguono i lavori di posa della Banda Ultralarga, seppur a ritmi più lenti rispetto all’anno precedente. A febbraio 2025 sono 793 Comuni con cantieri chiusi con collaudo certificato (+170 rispetto al 2023); 293 Comuni con cantieri chiusi con collaudo certificato (+76 rispetto al 2023) e 992 cantieri chiusi (+113 rispetto al 2023).

Inaugurato l’anno accademico dell’Universita’ di Torino

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Si è svolta ieri  mattina al Teatro Regio la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2024/2025 dell’Università di Torino. La cerimonia dal titolo “Università e cittadinanza europea. La conoscenza come ponte verso il futuro” ha visto tra gli altri la partecipazione di Enrico Letta e il contributo musicale del Coro delle Voci Bianche del Teatro Regio e degli allievi e le allieve del Teatro Stabile di Torino.

Sul palco è intervenuto il sindaco Stefano Lo Russo che ha ribadito la vocazione universitaria di Torino. «Essere città universitaria – ha detto – significa anche pensare alla trasformazione della città fisica, sociale, economica, culturale con un’ottica che vede l’alta formazione scientifica e l’alta formazione di carattere universitario come una cifra caratterizzante di sviluppo. Credo davvero che la prospettiva che ha l’Università di Torino, in sinergia con noi, con la Regione, con l’altro sistema che compone questo territorio, sarà la chiave di volta vincente anche per il proseguo del nostro lavoro nei prossimi anni».

L’intervento è stato anche l’occasione per una riflessione sullo scenario internazionale “quello che sta succedendo a livello internazionale – ha aggiunto – sconvolge schemi che erano consolidati da decenni e, intorno alle risposte che daremo a queste nuove sfide, credo che si giocheranno i futuri decenni di prosperità e sviluppo dell’Europa, che uscì dal secondo conflitto mondiale praticamente distrutta, divisa, lacerata, e che è stata capace in questi ottant’anni di rappresentare per milioni di persone un modello di sviluppo, di inclusione sociale, di un’economia sociale di mercato, che è stata capace di garantire i diritti civili e i sociali in un mondo e in un contesto estremamente complesso”.

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La Regione lavora alla legge sulle truffe sentimentali: primo sì in Commissione

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La commissione regionale Sanità, presieduta da Luigi Icardi, ha concluso a maggioranza l’esame dell’articolato della proposta di legge, a prima firma Silvio Magliano (Lista Cirio – Pml), per sostenere le persone vittime di “raggiri sentimentali” realizzati attraverso strumenti digitali. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un significativo aumento di casi di manipolazione emotiva online, finalizzati a ottenere denaro sfruttando la dipendenza affettiva (o “love addiction”) delle vittime. La proposta prevede la stipula di convenzioni con enti specializzati del terzo settore, la realizzazione di campagne informative e formative, e il supporto psicologico alle vittime e alle loro famiglie che presenteranno regolare denuncia. È prevista anche l’istituzione di una specifica sezione sulla dipendenza affettiva presso l’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze.

Grazie a uno degli emendamenti approvati, la Regione potrà anche costituirsi parte civile e i risarcimenti potranno essere utilizzati per finanziare le attività previste. La norma ora passa all’esame della commissione Bilancio e del Comitato per la qualità della normazione, prima del passaggio definitivo in Sanità.

Nel primo pomeriggio di ieri la commissione Sanità ha svolto due audizioni. Nella prima ha incontrato l’Associazione Pazienti Ail (Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma per un approfondimento sul tema del Mieloma Multiplo e sulla situazione dei pazienti che convivono con questa patologia.
Felice Bombaci, in rappresentanza di Ail, ha descritto i grandi progressi tecnologici che negli ultimi anni hanno migliorato le cure in questione, chiedendo però ai commissari una collaborazione per migliorare le “attuali lentezze burocratiche che rallentano o ostacolano lo sviluppo della ricerca applicata in Piemonte”. Secondo Ail “dobbiamo cercare di dare a chi vive a Torino e in Piemonte le stesse opportunità di cure salvavita di altre regioni, riducendo anche le differenze all’interno delle stesse province piemontesi. Servono centri sul territorio, per poter seguire i pazienti vicino alla loro residenza”.
Sono intervenuti per domande e precisazioni Alberto Avetta e Mauro Salizzoni (Pd), Silvio Magliano (Lista Cirio), Paola Antonetto (Fdi).
Il presidente della commissione Icardi, ha sottolineato che in altri casi “abbiamo previsto una partecipazione dei pazienti ai tavoli di programmazione, potremmo replicarla nei confronti dei pazienti onco ematologici”, ringraziando Bombaci per l’intervento costruttivo.
Nella seconda ha audito il dottor Claudio Giovanni De Angelis, presidente nazionale Fismad (Federazione italiana delle società delle malattie dell’apparato digerente), che ha chiesto l’adeguamento dei protocolli per favorire interventi innovativi in endoscopia per la rimozione di calcoli e neoplasie dei dotti biliari e pancreatici. I vincoli di carattere economico-finanziario – ha spiegato – hanno fortemente limitato il ricorso a queste soluzioni che consentono di ottenere benefici rilevanti, come la rimozione
definitiva di calcoli complessi in un’unica seduta in oltre il 70% dei casi, evitando procedure successive e riducendo significativamente i costi complessivi per il sistema regionale.
Sono intervenuti per approfondimenti i consiglieri Gianna Pentenero (Pd) e Icardi.

In Sala Rossa il dibattito sul cavalcavia di corso Sommeiller

DA PALAZZO CIVICO – L’assessora Chiara Foglietta ha riferito in aula sulla situazione della viabilità sul cavalcavia di corso Sommeiller. A richiedere le comunicazioni in Consiglio erano stati i consiglieri Silvio Viale, Pierlucio Firrao e Paolo Damilano.

L’assessora Foglietta, chiarito che la telecamera di controllo non è ancora stata attivata, ha rivendicato la scelta di sperimentare l’istituzione della corsia riservata per i mezzi pubblici e i taxi su tutto il tratto di cavalcaferrovia tra via Nizza e corso Turati. Corsia riservata, ha precisato, già esistente da più di un decennio, limitatamente al tratto terminale verso corso Turati, sistematicamente violata per effettuare svolte a sinistra pur se non consentite. Scopo della sperimentazione, ha spiegato l’assessora, è quello di valutare quanto si possa fluidificare la circolazione dei mezzi del trasporto pubblico locale (tpl), migliorando la velocità commerciale della linea tranviaria 16 e dei taxi. Foglietta ha anche voluto sottolineare come la sperimentazione avviata in corso Sommeiller rientri nel più ampio piano per migliorare il sistema dei trasporti a Torino; nel caso specifico, i passaggi illeciti registrati sulla corsia preferenziale sono già ora diminuiti di circa due terzi (quasi 500 in meno) con una diminuzione dei tempi di percorrenza della linea 16 di quattro minuti. I dati sui tre assi est-ovest di corso Dante, corso Sommeiller e corso Vittorio Emanuele II sono oggetto di studio per valutare gli impatti delle corsie riservate sul tpl, ha aggiunto Foglietta, rendendosi disponibile a un approfondimento in II commissione. Ribadendo la volontà di rendere il trasporto pubblico più efficiente e più veloce, ha concluso sulla necessità di analizzare i dati, al di fuori di ogni emotività.

Intenso il dibattito che ha fatto seguito all’esposizione dell’assessora. Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha definito inaccettabile la situazione determinatasi in corso Sommeiller, rimproverando alla Giunta di non prestare ascolto ai cittadini e sostenendo che il divieto di svolta a sinistra dal cavalcaferrovia verso corso Turati non è sufficientemente segnalato. Per Silvio Viale (Lista Civica-Radicali-+Europa), la congestione su quel tratto stradale è di antica data, lsa situazione non è drammatica, il traffico anzi scorre ora meglio, perché non ostacolato dalle svolte a sinistra effettuate nonostante i divieti, da sempre il vero problema. Il trasporto pubblico deve rimanere la priorità. Federica Scanderebech (FI) ha definito quella messa in atto in corso Sommeiller una scelta scellerata dalla quale recedere, operata su un incrocio che non risulta particolarmente pericoloso. Ha definito le telecamere una trappola, chiedendosi inoltre chi pagherà per le perdite di tempo e l’inquinamento creato dalle code.

Giuseppe Catizone (Lega) ha affermato che promuovere il tpl è interesse comune, segnalando come all’introduzione di presìdi come le corsie preferenziali debba corrispondere un evidente aumento della velocità commerciale, senza il quale le scelte vanno riviste. Il consigliere ha poi invitato a prendere in considerazione tutti gli strumenti intesi a migliorare la circolazione di tutte le componenti del traffico, anche quella dei veicoli privati.

Da parte sua Enzo Liardo (Fd’I), ha fatto notare l’aumento dell’inquinamento in quell’area, sostenendo che le corsie riservate al mezzo pubblico sono applicabili solo su grandi assi stradali, mentre in questo caso la telecamera sarà funzionale a fare cassa. Ha poi invitato a occuparsi della situazione di via Vanchiglia. A sua volta, Claudio Cerrato (PD) ha ricordato come il tpl, che con GTT effettua 14mila corse al giorno, trasporti utenti deboli che spesso non possono scegliere diversamente: si tratta, ha aggiunto, di fare in modo che il mezzo pubblico diventi per tutti la scelta migliore. La circolazione sull’asse est ovest, ha sottolineato, è resa problematica dai cavalcaferrovia, occorre intervenire sugli intasamenti che rallentano il tpl.

Da presidente della commissione Viabilità e Trasporti, Antonio Ledda (PD) ha garantito un momento di approfondimento in quella sede, sostenendo la necessità di scelte incisive e risolutive per consentire al trasporto pubblico di circolare agevolmente. Ogni scelta, ha aggiunto, va vista in prospettiva, per il futuro delle giovani generazioni.

Ferrante De Benedictis (Fd’I) si è espresso criticamente, chiedendosi se siano state fatte analisi a monte di questa scelta o se piuttosto si stia sperimentando empiricamente, comminando multe e vedendo se ci sono reazioni. Corso Sommeiller, ha sostenuto, necessita di uno studio complessivo, di simulazioni con AI, per verificare se necessitino corsie, o sensi unici, al fine di fluidificare la circolazione in tutte le sue componenti.

Dorotea Castiglione (M5S) ha difeso le corsie riservate, che contribuiscono a fluidificare la circolazione dei mezzi pubblici, rendendoli più appetibili da parte dell’utenza. In corso Sommeiller, per un decennio si sono verificate infrazioni senza che venissero sanzionate, ha aggiunto la consigliera, che si è detta favorevole a un approfondimento in sede di commissione.

Emanuele Busconi (Sinistra Ecologista) ha sottolineato come la discussione sul caso specifico di corso Sommeiller sottenda a visioni diverse del modello di città da perseguire, una basata sulla centralità del servizio di trasporto pubblico e di chi lo utilizza, l’altra volta alla difesa delle violazioni delle regole, come quelle delle corsie preferenziali, senza porsi il problema dell’inquinamento.

Ha concluso il dibattito l’intervento del sindaco Stefano Lo Russo, che ha invitato l’opposizione a formulare proposte, poiché la politica non è segnalare i problemi ma trovare delle soluzioni ad essi. Le telecamere, ha sottolineato, servono a far rispettare le regole, ad esempio disincentivando l’uso improprio delle corsie riservate, non a fare cassa: si è poi chiesto polemicamente se chi non le vuole sia contrario al controllo delle violazioni. Lo Russo ha poi ribadito l’impegno per migliorare il tpl, che non è solo GTT ma anche i taxi, sostenendo che la Destra pare interessata solo ad Askatasuna e corso Sommeiller a fronte dell’attività dell’Amministrazione comunale per cambiare questa città. Quanto a corso Sommeiller, ha concluso il primo cittadino, era da tempo un punto nevralgico della circolazione: è in corso una sperimentazione i cui effetti andranno concretamente verificati.

CS

Economia, scienza e ambiente a “Coltivato”, il Festival Internazionale dell’Agricoltura

Dal 20 al 23 marzo 2025 torna a Torino Coltivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura, con la sua seconda edizione. Diretto da Maria Lodovica Gullino e Antonio Pascale, l’evento offrirà incontri, conferenze, dibattiti, laboratori e spettacoli teatrali per raccontare l’agricoltura in chiave scientifica e divulgativa.

Il festival si svolgerà principalmente al Circolo dei lettori e sarà dedicato al tema dell’acqua, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo). L’ingresso è gratuito salvo indicazioni diverse, con il programma disponibile su www.coltivato.com.

L’inaugurazione avverrà giovedì 20 marzo alle 17.00 alla Cavallerizza Reale, con l’intervento di Giulio Boccaletti su “L’acqua come impegno civico” (prenotazione obbligatoria).

Tre anteprime precederanno l’evento:

  • 17 marzo: proiezione della docu-inchiesta Il Veleno nell’acqua (Palazzo della Radio, prenotazione obbligatoria).
  • 18 marzo: spettacolo teatrale Rachel Carson – La signora degli oceani con Laura Curino (Teatro Gobetti, biglietti su www.teatrostabiletorino.it).
  • 19 marzo: conferenza Non ci sono più le mele di una volta (per fortuna)! con Duccio Caccioni e visita al Museo della Frutta (prenotazione su www.coltivato.com).

Il festival è patrocinato da enti istituzionali e sostenuto da numerosi sponsor e partner, con Rai Radio 3 come media partner.

Giardino Madre Teresa: “Ora anche le risse con i cani”

L’ENNESIMA DENUNCIA DI ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7)

I cittadini che transitano nel Giardino Madre Teresa di Calcutta e soprattutto i residenti nelle case con i balconi in affaccio sul giardino CONTINUANO VEDERE UN LUOGO FUORI CONTROLLO
Quotidianamente nel quartiere si vive un clima di violenza e aggressività latente che rischia di esplodere da un momento all’altro, sotto gli occhi sempre più spaventati dei residenti. Tutto ciò viene alimentato dall’assenza di regole e norme di civile convivenza, sembra che tutto sia consentito in questo circolo vizioso di degrado.


IERI INTORNO ALLE 17,30 E’ ESPLOSA UNA VIOLENTA RISSA TRA I SOLITI GRUPPI CHE STAZIONANO NEL GIARDINO, AD UN CERTO PUNTO UN LORO CANE SEMBRAVA INSEGUISSE UNA PREDA (umana). Cani potenzialmente pericolosi sempre. Vetri rotti usati come armi. Poteva capitare ogni cosa. Sono poi intervenuti Polizia di Stato e ambulanza chiamati dai residenti sempre più spaventati e stanchi delle tante parole dell’Amministrazione della Città e fatti mai nessuno.
Ogni giorno ce n’è una nuova! MA LA RISSA DI IERI E’ COMUNQUE QUALCOSA DI INACCETTABILE!
Inaccettabile e pericolosa, LA VIOLENZA E L’AGGRESSIVITA’ CHE HANNO QUESTI GRUPPI DI PERSONE NEL RINCORRERSI E PICCHIARSI E’ SENZA LIMITI, come si può frequentare questo giardino senza timore? Come si possono portare i bimbi in un posto dove si respira fumo di cannabis, e non solo, anche a distanza?
Nei giorni scorsi è stato distrutto un tamburo nell’area giochi, è stata divelta dal terreno una centralina elettrica per il puro gusto di devastare le cose, la targa in memoria di Madre Teresa è sempre più rotta e da un momento all’altro può cadere, i manufatti in cemento tra poco faranno la fine di quelli al Giardino Alimonda (che sono stati tolti), infatti giorni fa hanno cercato di aprirli.
Prima si spendono 500 mila euro per riqualificarli e il Sindaco dice di restituire un luogo più verde e più vivibile, poi alcuni cittadini e forse anche parte della Circoscrizione7 li vogliono chiudere di sera, magari con un Patto di Collaborazione…..secondo me è un CORTO CIRCUITO DELLA CITTA’….UN CONTROSENSO. Sono più vivibili ma si vogliono chiudere di sera! BISOGNA RENDERLI VIVIBILI ALLA POPOLAZIONE ANCHE DI GIORNO con una progettazione seria. Tutto ciò è UN FALLIMENTO POLITICO dell’Amministrazione cittadina e circoscrizionale.
Insieme ai colleghi Giovannini e Caria, oltre a innumerevoli documenti nel Consiglio della Circoscrizione 7, abbiamo già scritto all’Assessore comunale alla Sicurezza ma senza avere risposte concrete.
La Città ha anche posizionato ben 6 telecamere anni fa, ma evidentemente servono solo davanti a un omicidio!
Un luogo dove l’anno scorso sono stati spesi circa 500 mila euro per la riqualificazione, purtroppo la Città non capisce che la sola riqualificazione urbana non basta, ma ci vogliono progettazioni a 360°.
Ricordo, come sempre che Il 7 marzo scorso, dopo l’inaugurazione della riqualificazione su FB, si leggevano i seguenti post, completamente fuori dalla realtà quotidiana, che cercano solo di nascondere le quotidiane situazioni inaccettabili:
LO RUSSO: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Un luogo che sarà un punto di incontro e favorirà l’aggregazione e la pratica sportiva all’aria aperta, grazie anche alla piastra sportiva e alla nuova area giochi, pensata per essere accogliente e inclusiva per tutte e tutti. L’inaugurazione di oggi è un segnale ulteriore della nostra volontà di puntare sulla zona di Aurora, e si inserisce pienamente in quella serie di progetti diffusi che stiamo mettendo in campo nelle nostre circoscrizioni in aree protagoniste di interventi particolarmente attenti anche ad aspetti di sostenibilità, inclusione e alle esigenze delle comunità e dei quartieri. #stefanolorussosindaco
DERI: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Dopo la rigenerazione dei giardini Michele Pellegrino e Alimonda un’altra area di Aurora è stata completamente recuperata. All’appello manca solo il giardino di via Saint Bon i cui lavori di riqualificazione partiranno tra poche settimane. Tutti gli interventi sono stati realizzati con fondi dell’Unione Europea.

PATRIZIA ALESSI

Elkann in Parlamento per fare il punto sul Piano Italia e sul futuro dell’auto a Torino

Più competitività alle fabbriche italiane e garanzie per l’occupazione oltre a un nuovo dialogo con il mondo politico. Queste le attese mercoledì, in Parlamento quando il presidente di Stellantis John Elkann incontrerà le forze politiche nella  Sala Mappamondo di Montecitorio, al cospetto delle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato.

Come amministratore delegato ad interim di Stellantis, il nipote dell’Avvocato guiderà una delegazione che vede la presenza del capo Europa Jean Philippe Imparato e della responsabile delle attività italiane Antonella Bruno.
Dall’uscita di scena di Tavares il gruppo ha intavolato un dialogo più costruttivo con il governo, con le istituzioni europee, con i sindacati e i concessionari. Lo scorso 17 dicembre al Mimit ha presentato il Piano Italia:  2 miliardi di euro per gli stabilimenti e 6 miliardi in acquisti da fornitori italiani. L’obiettivo è mettere al centro delle strategie di Stellantis l’Italia  e Torino, con l’impegno a non chiudere stabilimenti e a non licenziare lavoratori.

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio annuncia intanto che «Stellantis investirà 38 milioni per lo stabilimento di Verrone ed è sicuramente una buona notizia che rappresenta un segnale importante in questo momento particolarmente delicato per il settore dell’auto, disegnando anche una prospettiva pluriennale che rende il polo produttivo del biellese centrale negli scenari di crescita della produzione dell’auto elettrica. Dopo l’annuncio dell’arrivo del secondo modello a Mirafiori a novembre, dell’assunzione di cento ingegneri e la crescita della linea dei cambi e dell’hub del riciclo, si tratta di un ulteriore tassello del piano di rilancio che ci è stato presentato da Stellantis nelle scorse settimane, di cui ascolteremo i dettagli nell’audizione di Elkann mercoledì alla Camera, e che continuiamo a monitorare nella sua applicazione affinché, dai fatti, arrivi la conferma che davvero ci troviamo di fronte a una nuova fase, nella quale l’Italia, Mirafiori e gli altri stabilimenti piemontesi siano protagonisti di investimenti e rilancio produttivo per garantire crescitadi volumi e tutela dei posti di lavoro»

Valanga in Alta Val di Susa, più persone coinvolte ma sono state salvate dall’elisoccorso

L’Elisoccorso regionale di Azienda Zero Piemonte e il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sono intervenuti oggi per una valanga in Alta Val di Susa, nelle zone di Salbertrand e Pragelato, nel Torinese.
Nel primo intervento è rimasta ferita a una gamba una persona, ritrovata semisepolta, ma non è in pericolo di vita. Nel secondo intervento sono rimaste coinvolte tre persone anch’esse fuori pericolo.

‘Torino cambia’, un podcast per raccontare sostenibilità e transizione ecologica

Le sfide poste dal cambiamento climatico e l’importanza della trasformazione di Torino in una città più sostenibile e climaticamente neutrale fanno da filo conduttore per i sei episodi di ‘Torino cambia, per un futuro sostenibile’ il podcast realizzato dalla Città di Torino, in collaborazione con Politecnico di Torino, EST@energycenter e Urban Lab che, attraverso un linguaggio semplice e diretto, si propone di coinvolgere e sensibilizzare i cittadini condividendo conoscenze e buone pratiche.

“Torino cambia – spiega il Sindaco Stefano Lo Russo -, come dice il claim della campagna che abbiamo scelto per raccontare le trasformazioni della città. Se ne accorgono i cittadini che spostandosi incontrano tanti cantieri destinati a cambiarne il volto. Ma il percorso intrapreso per farne un modello di sostenibilità, efficienza e vivibilità non passa solo attraverso la realizzazione di nuovi progetti o l’ammodernamento delle infrastrutture, ma è fatto anche di azioni e strumenti spesso meno conosciuti che, insieme a grandi e piccole azioni di sostenibilità che ciascuno può compiere, ci auguriamo contribuiranno al cambiamento, migliorando la qualità della vita di tutte e tutti”.

Un impegno, quello nella transizione ecologica, che la Città di Torino ha assunto nel 2022 presentando la propria candidatura alla Commissione Europea tra le 100 città pronte a ridurre le proprie emissioni climalteranti entro il 2030 e che ha portato alla redazione del Contratto Climatico di Città (Climate City Contract – CCC) già insignito del riconoscimento formale della Eu Mission Label.

‘Torino cambia, per un futuro sostenibile’ è un progetto della Città di Torino prodotto da OndeQuadre, la web radio del Politecnico di Torino e ActingOut con il sostegno di Iren.

“Siamo felici di aver partecipato concretamente alla realizzazione del podcast ‘Torino cambia, per un futuro sostenibile’. Questo progetto è infatti una delle tante iniziative attraverso il quale il Politecnico di Torino si apre alla città, contribuendo in modo attivo e propositivo al racconto di come il nostro territorio sta cambiando ed evidenziando quale ruolo ciascuno può avere per andare in una direzione maggiormente sostenibile – commenta il Rettore Stefano Corgnati – Invito quindi non solo cittadine e cittadini torinesi, ma anche tutti i nostri studenti e le nostre studentesse ad ascoltare queste puntate, in cui in modo scientifico e al contempo divulgativo vengono illustrate le tante trasformazioni in atto, quelle che li vedranno protagonisti in questi anni e nel loro prossimo futuro”.

Il formato divulgativo del podcast con interviste a ricercatori e docenti, amministratori, rappresentanti del Terzo Settore e cittadini accompagna l’ascoltatore alla scoperta delle iniziative e delle strategie messe in atto per far fronte alla crisi climatica. Una narrazione scientificamente rigorosa ma dinamica, che alterna tante voci per conoscere gli attori, le azioni e i settori coinvolti in questa sfida offrendo ispirazione e spunti pratici utili per fare la differenza nella vita quotidiana e all’interno della comunità.

Nei sei episodi della serie si parla di piano regolatore ed economia circolare, di biodiversità, agricoltura urbana, di mobilità sostenibile, di soluzioni nature-based, di energia e di educazione alimentare. E, poi, dell’importanza di costruire un futuro più sostenibile e responsabile, di come per la trasformazione sia decisivo un cambiamento culturale e il peso che ha in questo ogni individuo con ogni suo singolo piccolo gesto. L’ascolto di ‘Torino cambia, per un futuro sostenibile’ si propone di informare ma anche di essere d’aiuto per valutare l’impatto delle proprie azioni e prendere decisioni più consapevoli, adottando comportamenti responsabili che contribuiranno a un futuro più sostenibile. Si può ascoltare qui https://podcast.comune.torino.it/

Ospiti e temi delle 6 puntate

1. In questa prima puntata ci si immerge nel tema della crisi climatica e delle azioni concrete per consentire alla Città di Torino di raggiungere la neutralità climatica.
Con l’aiuto del prof. Francesco Laio del Politecnico di Torino, viene esplorato l’impatto delle città sulle emissioni e le soluzioni per un futuro sostenibile. Il sindaco Stefano Lo Russo racconta invece le politiche sul territorio e la strategia che Torino sta portando avanti in questa importante sfida, mentre gli studenti e le studentesse torinesi, protagonisti attivi del cambiamento, con iniziative come “Youth Climate Action” mostrano il loro impegno per diffusione di una cultura ambientale.

2. Nella seconda puntata si racconta il “Climate City Contract” di Torino, una missione per trasformare la città in un faro di sostenibilità e raggiungere la neutralità climatica.
L’assessora Chiara Foglietta racconta perché è fondamentale unire le forze di istituzioni, aziende e cittadini per affrontare le sfide della crisi climatica. Il prof. Ettore Bompard del Politecnico di Torino, spiega come la scienza e i dati possano rendere le nostre scelte più intelligenti e efficaci. Infine, il prof. Piero Boccardo, presidente di Urban Lab, illustra come rendere queste informazioni accessibili a tutti i torinesi. Perché ogni persona può essere parte del cambiamento.

3. In questa puntata viene esplorato il futuro della mobilità urbana.
Serena Lancione, Amministratrice Delegata di GTT, parla dell’impegno dell’azienda per ridurre le emissioni con una flotta sempre più elettrica e servizi pubblici efficienti. Irene Ronga, docente di Psicologia all’Università di Torino, spiega che cambiare le abitudini, come lasciare l’auto a casa, può migliorare la nostra vita e il nostro rapporto con la comunità.  Infine, Giulia Serracchioli, coordinatrice dei progetti della Casa del Quartiere di Mirafiori Sud, racconta come le iniziative locali, tra cui il progetto MiraFood, promuovano la sostenibilità alimentare e il coinvolgimento della comunità.

4. Come possiamo trasformare le nostre città in esempi di sostenibilità? In questa puntata vengono esplorati due temi cruciali: il sistema energetico e la gestione dei rifiuti.
Con Giuseppe Bergesio, amministratore delegato di Iren Energia S.p.A., si racconta come il teleriscaldamento e la riqualificazione degli edifici possano giocare un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni di CO2 a Torino. Maria Ferrara, docente e ricercatrice del Politecnico di Torino, accompagna dietro le quinte dei dati sull’energia consumata dagli edifici cittadini, spiegandoci il loro impatto sull’ambiente e le sfide del Climate City Contract. Infine, Pierandrea Moiso, direttore della Cooperativa Sociale Il Triciclo, esplora il potenziale del riuso: una pratica semplice che può rivoluzionare la gestione dei rifiuti, allungando la vita degli oggetti e riducendo gli sprechi.

5. In questa quinta puntata si esplora la progettazione urbanistica di Torino insieme all’Assessore Paolo Mazzoleni: il ruolo chiave del nuovo piano regolatore, un progetto che, dalla sua genesi fino al processo di partecipazione cittadina, sta tracciando la strada per una città più inclusiva e sostenibile. Un elemento fondamentale di questa trasformazione è la linea 2 della metropolitana, destinata a ridurre le emissioni e a ripensare la mobilità urbana in modo più green e moderno. Nel rendere Torino più vivibile e sana un ruolo fondamentale lo gioca il verde urbano. Marta Tuninetti, docente e ricercatrice del Politecnico di Torino, guida alla scoperta dei benefici degli alberi nella lotta al cambiamento climatico, mentre Sara Ceraolo, designer e sociologa, racconta i progetti dell’associazione ORME ETS, una rete di orti urbani che promuove il contatto con la natura, la condivisione tra cittadini e un nuovo modello di sostenibilità sociale e ambientale.

6. La sesta e ultima puntata del podcast invita a riflettere sul ruolo centrale dell’innovazione nella transizione ecologica della città di Torino.
Il Rettore del Politecnico di Torino, Stefano Corgnati, racconta il ruolo dell’Ateneo come punto di riferimento per la ricerca, l’innovazione tecnologica e le transizioni a supporto delle politiche pubbliche. Gloria Tarantino di 5T introduce invece al concetto di Mobility-as-a-Service (MaaS), una piattaforma che integra i diversi mezzi di trasporto disponibili in città in un’unica applicazione digitale. In questa puntata conclusiva viene anche tracciato un bilancio del percorso affrontato finora: dalle sfide della crisi climatica alle soluzioni messe in campo per una città più verde e resiliente. Torino si conferma come un laboratorio di innovazione, unendo la transizione ecologica e digitale per costruire un futuro più sostenibile per tutte e tutti.

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