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Animali da compagnia: dalla scheda sanitaria allo smarrimento, nuovi servizi online per i residenti in Piemonte

Sul portale del Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia (SINAC) sono disponibili, per i soli residenti in Regione, nuove e utili funzionalità. Per i proprietari di animali da compagnia piemontesi, infatti, è ora possibile, direttamente online:

  • Segnalare il furto o lo smarrimento

  • Segnalare il ritrovamento

  • Segnalare il decesso

  • Consultare la scheda sanitaria

  • Verificare lo stato delle proprie segnalazioni

L’accesso alla nuova area del portale è possibile tramite identità digitale (SPID, CIE, CNS, ecc.), e ogni cittadino potrà operare esclusivamente per gli animali di cui risulta proprietario. Le segnalazioni registrate dai cittadini saranno poi gestite dal Servizio Veterinario di competenza, che avrà la possibilità di approvarle o rifiutarle. In caso di approvazione l’evento sarà automaticamente registrato in SINAC.

Il portale dedicato ai cittadini è accessibile all’indirizzo https://sinac.vetinfo.it.

Si ricorda che la Banca Dati Regionale Animali da compagnia (ARVET), è stata trasferita all’interno del SINAC per raccogliere e gestire i dati di cani, gatti, conigli, furetti e roditori.

 

Il Comune promuove il commercio di prossimità per lo sviluppo della città

La Giunta comunale di Torino ha approvato  una delibera proposta dall’assessore al Commercio, Paolo Chiavarino, con cui la Città conferma la propria volontà di mantenere l’iscrizione del Distretto del Commercio nell’Elenco regionale. Nella stessa seduta è stato approvato anche il nuovo schema di Protocollo di Intesa, che sarà sottoscritto con i partner di primo livello: Ascom Confcommercio Torino e Provincia e Confesercenti Torino e Provincia.

Attraverso questa decisione, l’Amministrazione e i soggetti coinvolti ribadiscono la volontà di sostenere il commercio di prossimità e di contribuire allo sviluppo economico e sociale della città. Il Distretto del Commercio di Torino è infatti un’area pilota per l’adozione di strumenti e metodologie innovative, mirate a rafforzare il tessuto commerciale e valorizzare l’identità urbana. L’area interessata include un ampio settore centrale, delimitato da arterie cittadine come Murazzi del Po, Via Ormea, Corso Sommeiller, Corso Castelfidardo e Lungo Dora Agrigento.

Il rilancio del commercio locale è sicuramente una delle nostre priorità – spiega l’assessore Paolo Chiavarino – i negozi di vicinato sono infatti un elemento fondamentale della nostra città perché contribuiscono all’identità dei quartieri, li mantengono vivi e offrono la possibilità di socializzare oltre a risultare un importante presidio per la sicurezza del territorio. Quanto approvato oggi – sottolinea l’assessore – sancisce la prosecuzione del nostro impegno nel sostegno all’economia di prossimità, sia per quanto riguarda zone commerciali più centrali che in periferia, dove stiamo lanciando il bando per le imprese finanziato nel quadro del PN Metro Plus. L’obiettivo ora è di avviare un dialogo con la Regione per allargare il numero dei Distretti del Commercio sul territorio cittadino, arrivando almeno a tre.

I Distretti del Commercio, istituiti dalla Regione Piemonte nel novembre 2020 in risposta alla crisi economica post-pandemica, sono raccolti in un apposito registro e soggetti a verifica triennale dei risultati e dei requisiti.

Per Torino, l’istituzione di un Distretto ha rappresentato una leva strategica per sperimentare nuove modalità di valorizzazione territoriale, puntando sul commercio come strumento di coesione e identità locale.

Nel corso del primo triennio di attività, il Comune ha promosso numerose iniziative, tra cui campagne rivolte a cittadini e turisti per incentivare l’acquisto nei negozi di vicinato e nei mercati rionali. Queste azioni sono state supportate da strumenti digitali come un sito web, una piattaforma web-gis, l’app TorinoMercati e una pagina Instagram dedicata. La campagna “Torino Compra Vicino”, che include anche il progetto EPIC dedicato ai locali storici, innovativi e di eccellenza, è una delle principali iniziative promosse.

A ciò si aggiungono progetti di marketing territoriale – come guide turistiche, merchandising e calendari legati a Porta Palazzo – e iniziative di animazione urbana, tra cui il Villaggio di Natale in piazza Solferino, spettacoli circensi nei mercati e concerti all’aperto. Infine, grazie ai fondi del programma PINQuA, sono stati avviati lavori di riqualificazione in alcuni mercati storici, come Porta Palazzo, dove – con il contributo della Camera di Commercio – sono stati sostituiti i vecchi banchi in legno del settore ortofrutta con nuove strutture in alluminio, più funzionali e facili da rimuovere a fine giornata.

Parco della Salute di Torino, con il contratto di affidamento un primo passo per la fase esecutiva dei lavori

Il contratto di affidamento della concessione per la progettazione, costruzione e gestione del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino al raggruppamento di imprese Consorzio SIS e ABP Nocivelli è stato firmato in Regione dal commissario Marco Corsini e da Claudio Dogliani, legale rappresentante della società di progetto che si è aggiudicata la gara.

Presenti alla cerimonia il presidente Alberto Cirio, l’assessore alla Sanità Federico Riboldi e i rappresentanti della cabina di regia che, accanto a Regione e azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza, comprende Prefettura, Comune, Università e Politecnico di Torino.

«Siamo davvero a un passo cruciale – ha commentato il presidente Cirio – Fino a pochi mesi sembrava che questo progetto fosse destinato a tramontare e invece la determinazione della Regione, il supporto del Governo, che con noi ha deciso di nominare il commissario straordinario Corsini e il grande lavoro suo e dei tecnici, che ringrazio, hanno consentito di arrivare alla firma del contratto d’appalto. Si passa così dalla fase delle carte a quella, finalmente, della progettazione esecutiva e dei cantieri».

«Adesso comincia una fase di concertazione che avrà tre tavoli: il primo che coinvolge l’Università per definire risorse e modalità per la parte di sua competenza, il secondo con il Comune di Torino per aggiornare la destinazione urbanistica dell’area, perché quella di oggi è datata, e il terzo confronto va fatto l’azienda sanitaria per gli aspetti strategici e amministrativi sul Parco: è già previsto che il Regina Margherita è autonomo e resta separato e sul resto si valuta tutti insieme», ha proseguito Cirio.

Nei prossimi mesi la cabina di regia, insieme a tutti i soggetti coinvolti, definirà nel dettaglio la sua struttura e le sue relazioni con il sistema ospedaliero, quello esistente e quello in fase di realizzazione, si Torino e dell’area metropolitana.

L’assessore Riboldi ha evidenziato che «la Regione prosegue nel suo piano di realizzazione di nuove strutture sul territorio, che complessivamente vale oltre 4,5 miliardi di euro. Oggi aggiungiamo un altro tassello fondamentale nell’iter per la costruzione del Parco della Salute, un’opera fondamentale non solo per Torino ma per tutto il Piemonte. Ringrazio il commissario Corsini per il suo lavoro nel rispetto del cronoprogramma: ora entriamo in una fase decisiva che richiede la collaborazione di tutti i soggetti che compongono la cabina di regia».

«Avevo preso un impegno con il presidente e l’ho mantenuto, la stipula di questo contratto è un momento fondamentale – ha sostenuto Corsini – Da adesso in poi partono i termini esecutivi, la conferenza dei servizi che auspico sia gestita in tempi giusti per dare poi il via alla progettazione esecutiva e alla consegna dei lavori. Avevo detto che avremmo imboccato una strada in discesa e stiamo sfruttando l’abbrivio».

Soddisfazione è stata espressa anche dai rettori di Università e Politecnico, Stefano Geuna Stefano Corgnati, e da Thomas Schael, commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino.

I prossimi passi

Con la firma del contratto si chiude la complessa fase di aggiudicazione e si entra formalmente nella fase esecutiva dei lavori. Il contratto prevede la realizzazione da parte dell’affidatario della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori, il cui importo offerto in sede di gara è di 495 milioni di euro, che diventano 592,4 con Iva e spese tecniche.

Sono inoltre in corso di realizzazione i lavori di bonifica dell’area, affidati con un precedente appalto che beneficiano di un finanziamento di 18,5 milioni.

L’investimento complessivo ammonta pertanto a 610,9 milioni di euro, di cui 226,8 a carico dello Stato, 11,9 della Regione e 372,2 del concessionario.

Il contratto fa seguito alla firma dell’accordo di programma tra Ministero dell’Economia e Finanze, Ministero della Salute e Regione Piemonte con il quale sono stati finanziati con 84,3 milioni dello Stato e 4,4 della Regione.gli extra costi a integrazione delle risorse già stanziate. Prevista anche la corresponsione di un canone di disponibilità (comprensivo dei costi di manutenzione e energetici) di 39,99 milioni di euro all’anno per 25 anni.

Ora il commissario Corsini potrà convocare la conferenza dei servizi, che consentirà di ottenere tutti i permessi, nulla osta e le autorizzazioni necessarie per l’avvio dei lavori. L’impresa dovrà poi procedere allo sviluppo del progetto esecutivo e alla successiva esecuzione delle opere.

La conferenza dei servizi sarà convocata nei prossimi giorni e si concluderà al massimo entro il mese di novembre, da lì ci saranno otto mesi per la progettazione esecutiva e l’avvio dei lavori.

cs

25 Aprile a Torino, se l’intolleranza soffoca la libertà

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
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La festa del 25 aprile non si è aperta bene a Torino perché i tafferugli hanno creato problemi alla manifestazione del 24 in piazza Castello. I centri sociali e i loro supporter hanno assalito il palco dal quale con i megafoni hanno fatto a modo loro una contro-manifestazione. E’ la prima volta che accadeva. Anche la presenza provocatoria di un consigliere comunale che si autodefinisce radicale,  non ha giovato a calmare le acque agitate. Ma ciò che appare assolutamente fuori discussione è che la festa della Liberazione è stata connotata dalla intolleranza che tende a soffocare proprio la libertà conquistata 80 anni fa. Certo, i climi di guerra tendono a inasprire degli animi e fanno emergere un antisemitismo antico, mai rinnegato, anzi  oggi più che mai orgogliosamente ostentato. Stamattina all’incontro sulla passeggiata Pannella si è vissuto  invece ciò che dovrebbe accadere di norma  alla festa del 25 aprile: un pluralismo di bandiere e di interventi anche di opposto significato in nome del libero pensiero. Questo è il vero modo di rivivere la Resistenza senza intenti egemonici superati dai tempi. Possibile che agli organizzatori dell’incontro in piazza Castello non sia mai venuto  in mente di evitare sempre gli stessi oratori ufficiali ,reclutati sistematicamente da un’unica esclusiva area ideologica e politica?  La ripetitività ha stancato e può anche far capire che ci sia qualcuno che non voglia solo ascoltare delle prediche, ma voglia anche far sentire la propria voce. Non giustifico certo la violenza dei centri sociali, ma diventa un fatto sempre più intollerabile, proprio nello spirito pluralistico del 25 aprile, che a celebrare la Messa cantata in piazza siano sempre gli stessi officianti. Io ho chiuso il mio intervento alla passeggiata Pannella con un “Viva l’Italia!” che certamente sarebbe stato improponibile in piazza Castello e che forse pochi hanno apprezzato alla passeggiata Pannella. Ma è il grido con cui sono morti sotto il fuoco fascista il Generale Perotti e gli eroi del Martinetto.
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(Foto Cosap)

25 aprile, ottant’anni di libertà

L’Italia celebra, questo 25 aprile, l’80 anniversario della Liberazione, “fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità”, come ricordato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’ultimo discorso di fine anno. Tenere viva la memoria si configura oggi come un atto di resistenza. Una resistenza capace di reggere il tempo, di sconfiggere i tentativi di revisione, di presentare i valori scaturiti da una delle stagioni cruciali per la nostra democrazia con la necessaria chiarezza. Mai come ora, a ottant’anni da quei giorni di aprile del 1945, da quella giornata intensa di lotta e libertà, scandita dalla proclamazione dell’insurrezione generale da parte del Comitato di liberazione nazionale alta Italia, si avverte l’esigenza o, ancor meglio, il dovere civile della pratica concreta e quotidiana dell’antifascismo. I valori democratici sono per definizione antifascisti, come ha ricordato più volte lo storico Gianni Oliva. Lo sono poiché la democrazia si basa su principi di libertà, pluralismo e rispetto delle istituzioni, tutti elementi incompatibili con un regime dittatoriale. Il fascismo negò le libertà fondamentali, represse ogni dissenso e impose un modello politico totalitario. In questo senso, chiunque difenda la democrazia non può che essere antifascista, in quanto rifiuta ogni forma di governo che si fondi sulla soppressione delle libertà individuali e collettive. Ottant’anni fa il Paese, pur ridotto in macerie dalla guerra fascista e segnato da profonde divisioni politiche ed umane, seppe iniziare un nuovo cammino. La memoria cha anche il compito di ”far conoscere e non dimenticare quanti hanno lottato per la difesa degli ideali di indipendenza e di libertà che permisero la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista”, come più volte sottolineato dal Presidente Mattarella. Soprattutto oggi occorre riconoscere il valore dell’antifascismo in modo aperto, chiaro, inequivocabile, diretto, senza ambiguità. Per questo è indispensabile cercare di ricucire i frammenti di una memoria collettiva sempre più labile, sempre più frammentaria. Lo dobbiamo a chi lottò allora per liberare l’Italia e lo dobbiamo a tutti noi.

Marco Travaglini

Uccide a coltellate i vicini di casa e si taglia la gola

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È sfociata in tragedia quella che sembra essere stata l’ennesima e fatale lite tra vicini, questa sera a Volvera, nel Torinese.
In un caseggiato del paese un uomo e una donna avrebbero rimproverato il vicino. Questi, armato di un coltello avrebbe ucciso i due e si sarebbe tolto la vita con una coltellata alla gola. Sul posto i carabinieri.

Tensioni alla fiaccolata della Liberazione

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Qualche tafferuglio questa sera prima della fiaccolata del 25 Aprile in piazza Arbarello quando un gruppo di esponenti radicali con alla testa il consigliere Silvio Viale, si stava inserendo nel corteo. I radicali portavano le insegne della Nato e avevano bandiere di Ucraina e Unione Europea. Qualche strattone e slogan da parte di altri manifestanti del mondo dei centri sociali, finché la polizia ha separato le parti.

Il Presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, presente alla fiaccolata per celebrare l’80° anniversario della Liberazione, così commenta i disordini verificatisi quasi al termine dell’evento: “Quando i nostri nonni sconfissero la dittatura, lo fecero per donarci la libertà di esprimere le nostre idee, non per giustificare chi oggi si scontra con la polizia, non rispetta l’Inno nazionale e interrompe manifestazioni regolarmente convocate invadendone i palchi. Chi agisce così non esercita la democrazia: la calpesta. E offende la memoria di chi ha lottato per conquistarla”. Ed aggiunge: “Grazie alla presenza e all’intervento delle forze dell’ordine la situazione non è degenerata con conseguenze più serie. Esprimo la mia solidarietà al sindaco Lo Russo”.


Bilanci Città della Salute, chiusa l’inchiesta: 16 rinvii a giudizio

 

In 16 tra gli ex manager di Città della Salute andranno a processo per truffa e falso ideologico in atto pubblico. È stata infatti chiusa l’inchiesta su 10  anni di presunte irregolarità come ticket e risarcimenti non incassati, oltre a bilanci truccati per decine di milioni di euro. La gestione dell’intramoenia sarebbe stata impiegata per “aggiustare” il rendiconto della Città della Salute. Gli inquirenti hanno preso in esame il decennio 2013-2023.

 

Coldiretti, sopralluogo sui campi alluvionati: “Subito fondi per il ripristino delle funzioni agricole” 

“Ma i veri problemi rimangono la prevenzione e l’adeguamento del sistema assicurativo ai cambiamenti climatici”

 

Dopo le frane e le esondazioni del 18 aprile, Coldiretti conta 130 aziende agricole danneggiate

Sono già 130 le aziende agricole che hanno segnalato danni agli uffici di Zona di Coldiretti a seguito delle esondazioni e frane che hanno colpito il territorio il 18 aprile. I danni riguardano coltivazioni, terreni e infrastrutture produttive. Una prima stima effettuata dagli uffici di Coldiretti indica una perdita complessiva di circa 3 milioni di euro.

In valle di Susa risultano coinvolte circa quindici aziende, tra cui una a Susa che ha visto i propri locali di lavorazione completamente sommersi. Nel Pinerolese sono una ventina le imprese agricole danneggiate, una trentina tra l’area del Chivassese e la zona nord della cintura torinese. Altre due nel basso Canavese e circa settanta tra l’Eporediese e l’Alto Canavese.

I danni più gravi sono stati registrati nei Comuni situati lungo il corso della Dora Baltea, a valle di Ivrea. Il Comune più colpito è Strambino, dove sono state danneggiate undici aziende agricole.

Proprio in questa area, Coldiretti ha organizzato un sopralluogo nella mattinata di ieri, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, per incontrare direttamente gli agricoltori colpiti.

Erano presenti anche il presidente provinciale di Coldiretti, Bruno Mecca Cici, il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda, i sindaci di Vische, Borgomasino e Vestignè, e i segretari di Zona Coldiretti Giuseppe Cutrò e Massimo Ceresole.

Durante il sopralluogo, l’assessore ha potuto osservare da vicino la gravità della situazione: coltivazioni sommerse, perdita dello strato superficiale fertile del terreno, presenza di solchi e dislivelli che ostacolano l’irrigazione. Inoltre, cereali vernini e loietto sono stati erosi o coperti dal fango, compromettendo la fienagione e causando perdite parziali del raccolto. In molti casi, il ripristino della fertilità del suolo potrebbe richiedere due o tre anni.

Coldiretti ha anche informato l’assessore dei danni subiti da cascine, stalle, attrezzature e delle frane che hanno coinvolto le zone collinari e montane, distruggendo pascoli, campi coltivati e antichi vigneti.

L’assessore Bongioanni ha garantito l’intervento immediato della struttura regionale per attivare le procedure necessarie all’accesso ai fondi del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. «La cosa più urgente – ha detto Bongioanni – è comunicare tutti i danni ai Comuni perché, a loro volta, li possano trasmettere alla Regione. In questo modo potremo avere la perimetrazione dei fondi colpiti, quantificare i danni effettivi e inoltrare al governo le richieste di risarcimento».

L’evento calamitoso ha inoltre riportato all’attenzione il tema cruciale della prevenzione.

«Gli agricoltori di queste zone hanno sempre convissuto con gli eventi alluvionali – ricorda Mecca Cici – Ma oggi ci dicono che le piene sono sempre più improvvise, veloci e con volumi di acqua che un tempo erano eccezionali e oggi sono la normalità. Soprattutto ci parlano di alvei pieni di ghiaia e sabbia che non ce la fanno a smaltire apporti sempre più irruenti di acqua e detriti. Ci riferiscono anche che il superamento o la rottura delle protezioni spondali arriva in modo regolare in punti nuovi degli alvei, segno che si devono rivedere gli schemi delle opere di difesa e di contenimento delle piene. Dobbiamo, quindi aprire una volta per tutte, una vertenza per la protezione dell’agricoltura e del territorio dagli effetti del cambiamento climatico. Questi terreni lungo i fiumi sono i più fertili e spesso sono anche gli unici coltivabili. Dobbiamo difenderli a tutti i costi se vogliamo continuare a produrre cibo».

Coldiretti sottolinea anche la necessità di un aggiornamento del sistema assicurativo agricolo. «Gli agricoltori non hanno a disposizione un sistema assicurativo adeguato agli effetti del cambiamento climatico. Servono prodotti assicurativi alla portata degli agricoltori. Il nostro è un comparto strategico e i campi non si possono ricollocare come i capannoni industriali».

Bongioanni ha infine annunciato l’intenzione di portare queste istanze alla prossima Conferenza Stato-Regioni sull’agricoltura, prevista nei prossimi giorni a Genova.

Lovers Film Festival 2025, il bilancio della quarantesima edizione

 

8 giorni, 70 film in programma da 26 Paesi e più di 70 ospiti fra registi e attori nazionali e internazionali – fra i quali Alan Cumming che ha ricevuto il premio Stella della Mole e Karla Sofia Gascon, Palma d’oro a Cannes e prima donna trans ad aver ricevuto tale riconoscimento – personaggi dello spettacolo, cantanti, performer, scrittori e giornalisti. Questi i numeri del Lovers Film Festival – il più longevo festival sui temi LGBTQI+ (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) d’Europa – che si è svolto a Torino, presso il Cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema dal 10 al 17 aprile e che quest’anno ha compiuto 40 anni.

“Siamo soddisfatti del successo del 40° Lovers Film Festival e del forte valore che – in un momento particolarmente difficile – continua con forza a dare la propria testimonianza nella lotta per i diritti civili” sottolineano Enzo Ghigo e Carlo Chatrian, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Alla premiazione è intervenuto anche il sindaco Stefano Lo Russo: “il Lovers Film Festival – ha detto – non è soltanto un festival cinematografico, ma uno spazio di libertà, di ascolto, di visione condivisa. Un evento che parla anche della nostra identità, una Torino che crede nei diritti, nella cultura, nella forza delle differenze”.

Il bilancio per gli organizzatori risulta positivo con un’affluenza complessiva di 6.008 presenze (fra appuntamenti gratuiti e a pagamento). L’anno scorso erano state 4.731. Gli incassi sono aumentati del +6,45 % rispetto alla passata edizione con +22,19 % del numero dei biglietti venduti e sono stati 438 gli accrediti registrati con un + 3,79% rispetto al 2024 e con +37,88 % del numero di passaggi degli accreditati.

Quanto al social engagement, il Lovers, nel 2025, ha raggiunto oltre 3,3 milioni di persone (+2,6M rispetto al 2024) e 4,5 milioni di visualizzazioni. Instagram guida il coinvolgimento con +36% di interazioni medie per post e sostiene soprattutto la crescita delle conversazioni del 124%, segno di un dialogo più rilevante con le community grazie ai nuovi format narrativi.

Il Lovers Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il sostegno del MIC-DG Cinema, della Regione Piemonte, della Città di Torino, di Fondazione CRT e con un contributo straordinario di Fondazione Compagnia di San Paolo.

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