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Il 71% dei medici lamenta stress e paura di contagio

I risultati sono stati illustrati dal presidente dell’Ordine dei medici di Torino, Guido Giustetto, e dalla segretaria Rosella Zerbi, in un’audizione davanti alla commissione regionale  Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, nell’ambito dell’indagine conoscitiva su disagio psicologico e rischio suicidario nella popolazione come conseguenze del Covid.

L’indagine più recente è di aprile 2022 a cura dell’Istituto Piepoli: affronta in modo ampio il tema del disagio provato nell’esercizio della professione: il 58% riferisce di non sentirsi sicuro sul luogo di lavoro e teme aggressioni, il 71% lamenta un aumento dello stress da carico di lavoro, paura del contagio, problemi organizzativi, l’11% dei medici generici e il 4% degli ospedalieri dichiara patologie e disturbi di cui prima del Covid non soffriva, come l’insonnia. Altro dato rilevante, il 75% sostiene di non riuscire più a conciliare vita lavorativa e famiglia.

Da una ricerca Anaao condotta tra novembre 2021 e marzo 2022 su 958 medici ospedalieri è emerso invece che il 71% di loro ha sofferto di burn out, il 31,9% ha denunciato disturbi dello spettro ansioso, il 38,7% depressivi. A soffrire maggiormente di questi disturbi le donne e i giovani.

È stato anche ricordato lo studio condotto nel 2020 dalla Federazione dei medici di medicina generale su un campione di 246 medici di famiglia in Piemonte: il 37% ha riferito di presentare sintomi da sindrome depressiva, il 32% da sindrome post traumatica da stress, il 75% disturbi legati all’ansia. Tra le principali cause scatenanti non essere stati dotati nelle prime fasi di dispositivi di protezione individuale (41%), non aver ricevuto informazioni adeguate per proteggere la propria famiglia (48%) né linee guida diagnostico terapeutiche per curare i pazienti (61%).

Giustetto ha spiegato che a febbraio 2022 è partito un gruppo di lavoro interordini sullo stress e il burn out nelle professioni di cura, con l’obiettivo di individuare delle linee guida da suggerire alle Asl per interventi di sostegno psicologico, l’attivazione di sportelli di ascolto e trattamenti psicoterapici dedicati.

Domande per approfondire il tema sono state poste dai consigl

Distretto Reale Stupinigi, 21 milioni di euro per la valorizzazione del complesso urbano e rurale

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Sette anni dopo il Protocollo d’Intesa stipulato nel 2015, i sei Comuni di Nichelino, Candiolo, Orbassano, Beinasco, None, Vinovo firmano lunedì 18 luglio l’accordo attuativo del protocollo di valorizzazione del complesso urbano e rurale di Stupinigi.

Una firma che mette in moto una serie di attività condivise e coordinate per lo sviluppo culturale, ambientale e socio-economico per complessivi 21 milioni di euro. All’accordo attuativo hanno aderito la Regione Piemonte, la Città Metropolitana, la Città di Torino, il Consorzio Residenze Reali, l’Ente di gestione delle Aree Protette dei Parchi Reali, la Fondazione Ordine Mauriziano.

La prima azione è la creazione del “Distretto Reale Stupinigi”, un logo che diventa un vero e proprio marchio di qualità per il riconoscimento dell’intero territorio e delle attività finalizzate al recupero urbanistico, architettonico, culturale, paesaggistico e naturalistico. L’istituzione della de.co (denominazione comunale) “Distretto Reale Stupinigi” permetterà di tutelare e valorizzare le tipicità tradizionali locali, agro-alimentari, artigianali, turistico-ricettive e culturali.

Per quanto riguarda le infrastrutture, sono ripresi i lavori della variante di Borgaretto che consentirà di collegare, entro la fine del 2022, la SP 174 a Borgaretto, dalla rotatoria Palmero, con la SP 143 a Tetti Valfrè nel comune di Orbassano. Saranno completati i percorsi ciclabili che partono da Vinovo, Orbassano e parco Sangone, fino al polmone verde di Stupinigi, grazie al bando Next Generation We – Competenze, strategie, sviluppo delle pubbliche amministrazioni, promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. In programma anche il progetto di prolungamento della linea 4 dal fondo di corso Unione Sovietica ai poderi settecenteschi che fanno da preludio alla Palazzina. La progettazione preliminare dell’opera sarà realizzata con i fondi del PUMS – Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, ottenuti dalla Città Metropolitana di Torino.

L’accordo attuativo del protocollo di valorizzazione riguarda anche il restyling dei poderi San Carlo e San Raffaele e la riqualificazione del giardino storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Il progetto di recupero dei poderi riguarda una porzione già parzialmente utilizzata dell’antico complesso agricolo denominato “concentrico” che costituiva il cuore pulsante del borgo di Stupinigi. Il piano, completamento autofinanziato dagli operatori economici presenti nei poderi per circa 1 milione 860mila euro, è stato curato e diretto da Coldiretti Torino e prevede il recupero delle strutture storiche e il loro rilancio in ambito commerciale e ricettivo con la creazione di nuovi servizi legati ai prodotti e alle tradizioni locali, tra cui anche il ripristino del servizio di noleggio bici.

Con il progetto di restauro del Parco Storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi, invece, la Fondazione Ordine Mauriziano ottiene i fondi del PNRR tramite il bando del ministero della Cultura dedicato ai parchi e ai giardini storici, finanziato dall’Unione Europea attraverso i fondi NextGenerationEU. Il finanziamento di 1.983.083,33 euro (pari al 100% della somma richiesta) consentirà di coniugare il recupero del disegno caratteristico del giardino, unico nelle sue forme e configurazione ed espressione della genialità di Filippo Juvarra, e la sua componente botanica originale con le esigenze di tutela ambientale presenti.

A livello operativo, con la firma dell’accordo attuativo sono stati definiti i ruoli e quantificate le quote economiche di compartecipazione a carico di ciascun ente, è stato attivato un “fondo cassa” comune annuale di 30.500 euro per la realizzazione di alcune attività condivise di valorizzazione ed istituita una segreteria tecnico-amministrativa. Il Comune di Nichelino è stato individuato come Ente capofila, le quote di competenza sono state definite su base demografica: 40,22% Nichelino, 19,94% Orbassano, 15,16% Beinasco, 13,03% Vinovo, 6,79% None, 4,87% Candiolo.

Tutti i progetti sono raccolti nel Masterplan “Azioni per la valorizzazione e lo sviluppo del Distretto dei Comuni del Protocollo” condiviso con la Regione Piemonte e costantemente aggiornato. Il Masterplan quest’anno sarà digitalizzato, grazie al finanziamento di Fondazione CRT, così da rendere interattiva la conoscenza e la partecipazione di tutti i cittadini.

Temperature verso i 39 gradi. E la frutta cuoce sugli alberi

Il caldo africano farà toccare a Torino e in Piemonte i 38-39 gradi nelle prossime ore, dopo il breve acquazzone di domenica. Intanto il calore sta letteralmente cuocendo i frutteti e gli orti piemontesi. Le perdite in alcune aree arrivano al 70% del raccolto di peperoni, meloni, albicocche e pomodori  che non riescono a crescere. Coldiretti spiega che le scottature danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, tanto da renderle invendibili.

Una ventina di voli cancellati a Caselle per lo sciopero aereo

Una ventina i voli cancellati all’aeroporto di Caselle a causa dello sciopero dei controllori di Enav e dei piloti delle compagnie low cost. Tra i voli soppressò 10 in partenza, il primo è quello delle 13:45 per Siviglia. Cancellati Barcellona, Bari, Valencia, Lamezia Terme, Alghero, un secondo volo per Barcellona, poi Cagliari, Catania e il Roma delle 19.15.

Comprare casa in albergo, porzioni di hotel diventano appartamenti grazie alla Regione

 IN PIEMONTE ARRIVA LA RIVOLUZIONE DEL CONDHOTEL

 

Il presidente Cirio e l’assessore Poggio: «Riforma che va nella direzione della libertà d’impresa e che scommette anche sulla diversificazione del settore immobiliare»

Un po’ casa un po’ albergo ma con i comfort degli hotel e la possibilità di guadagnare: prende il via in Piemonte la rivoluzione del condhotel, la formula che consente agli albergatori di trasformare alcune camere in abitazioni residenziali fisse e di metterle a reddito dividendo i profitti con altri privati.

«Mettiamo a disposizione delle aziende un altro strumento che va nella direzione della libertà di impresa per rafforzare la competitività del settore della ricezione che ha bisogno di diversificare il mercato favorendo anche gli scambi immobiliari» hanno sottolineato il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio

Con la riforma introdotta dalla Regione, alcune porzioni dei complessi alberghieri potranno essere acquistate dai privati con i quali il proprietario potrà dividere l’incasso degli affitti in caso di utilizzo a fini ricettivi, o essere cedute per uso residenziale.

«Uno strumento importante per le imprese del settore che consente di rispondere alle richieste dei consumatori – dichiarano il presidente di Federalberghi Piemonte Alessandro Comoletti e di Federalberghi Torino Fabio Borio – Più scelta per i clienti, più opportunità per chi vuole investire, senza rinunciare ai vantaggi ed ai servizi tipici del pernottamento in albergo».

«Un ottimo strumento per la categoria che rilancia il settore anche grazie a investimenti privati – ha dichiarato il Coordinatore Assohotel Confesercenti Piemonte Luca Amato –. Con questa misura, inoltre, anche gli alberghi potranno offrire nuove opportunità ricettive, andando in contro alle esigenze dei turisti».

La formula del Condhotel che in questi anni ha preso piede soprattutto nei centri a forte vocazione turistica, è un ibrido fra la camera d’albergo e una propria abitazione. Il privato potrà, infatti, comprare un appartamento che fisicamente si trova all’interno di un complesso ricettivo con il vantaggio di poterlo utilizzare come casa anche solo in determinati periodi, o in alternativa essere gestita come se fosse una qualunque delle sue stanze di hotel per poi divide gli incassi con il nuovo proprietario.

Quest’ultimo sarà sgravato di ogni incombenza perché delegherà all’amministratore della proprietà tutto quanto concerne la gestione, i costi condominiali e la manutenzione. Le strutture alienabili dovranno avere un minimo di tre stelle e non potrà essere ceduto più del 40% della superfice dell’hotel.

Tre ragazzi morti nello schianto: unico sopravvissuto si sveglia dal coma

Era ricoverato al Cto e si è risvegliato dal coma l’unico sopravvissuto all’incidente dei giorni scorsi in corso Casale. La lancia  y su cui viaggiavano quattro ragazzi, tre dei quali deceduti, si era scontrata con un bus Gtt. Unico a salvarsi il giovane di 16 anni finito in ospedale e ora estubato dai medici  dopo essersi risvegliato dal coma.

Grande caldo, un sabato infernale

Clima torrido con massime a 36 gradi oggi a Torino e in Piemonte nella giornata più calda di questa settimana. In città e nell’area metropolitana i livelli di rischio sono al massimo livello. E’ “emergenza”, per le ondate di calore, ma l’eccesso di eventi sanitari viene calcolato “basso”. Domenica le temperature saranno leggermente più basse ma il tempo resterà stabilmente sereno anche nei giorni successivi.

Il design che fa bene all’impresa

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Le imprese «design driven» esprimono la connessione tra il design e le filiere industriali più radicate nel territorio e danno lavoro a 120mila addetti. La mappatura e l’analisi di questi dati sono raccolti nella ricerca «Economia del Design in Piemonte 2022», realizzata da un gruppo di studiosi dell’Università di Torino, del Politecnico e della Fondazione Santagata per l’Economia della cultura sulla quale il Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore di venerdì 15 luglio accende i fari. La ricerca ha individuato sul territorio 2.616 realtà tra aziende e liberi professionisti, suddivise in 1.694 aziende “core design” (freelance, studi di design e comunicazione, servizi al progetto) e 922 aziende “design driven” (che utilizzano il design come elemento caratterizzante della produzione). A queste andrebbe aggiunto un terzo gruppo di imprese (“design hidden”), che utilizzano il design solo come input aggiuntivo e pertanto non quantificabile. Nel “core design” lavorano oltre 5mila persone, metà delle quali nella provincia di Torino, dove si concentrano tre quarti delle società di capitali del settore, che generano 376 milioni di euro di fatturato sul totale regionale di 423 milioni. Una cifra che si stima superi abbondantemente i 500 milioni, a livello regionale, prendendo in considerazione anche le altre forme giuridiche societarie e le partite Iva.

Sanità, liste attesa: entro dicembre la Regione punta ai livelli pre-Covid

RAGGIUNTO E SUPERATO

IL PRIMO OBIETTIVO DEL PIANO DI RECUPERO. 
IL PRESIDENTE CIRIO E L’ASSESSORE ALLA SANITÀ ICARDI:  «ENTRO DICEMBRE PUNTIAMO A TORNARE AI LIVELLI PRE-COVID» 

 

Obiettivo raggiunto e ampiamente superato sulle liste d’attesa al 30 giugno: da quando è stato avviato il Piano, a marzo 2022, è stato recuperato il 45 per cento dei ricoveri e il 44 per cento delle visite e prestazioni ambulatoriali arretrate (l’obiettivo in entrambi i casi era il 30 per cento), rispetto allo scostamento tra quelle erogate nel 2021 e quelle erogate nel 2019. Nei primi sei mesi del 2022 positivo anche il dato degli screening oncologici: ne sono stati fatti quasi 212.500, ovvero il 98 per cento di quelli eseguiti nell’anno pre-pandemia. Nello specifico, gli screening al seno sono stati più di 86 mila (ovvero il 94% dei quasi 92 mila del 2019), quelli all’utero oltre 77 mila (il 92 per cento dei quasi 84 mila pre pandemia) e quelli al colon retto più di 49 mila (il 119 per cento dei circa 41 mila del 2019).

 

È l’estrema sintesi dell’aggiornamento al 30 giugno del piano straordinario per il recupero delle liste d’attesa illustrato questa mattina in conferenza stampa dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dall’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.

 

In particolare, nel periodo marzo-maggio di quest’anno (corrispondente ai mesi di avvio del piano di recupero), sono stati 14.200 i ricoveri in più rispetto al 2021, a fronte di 31.800 ricoveri in meno nei primi cinque mesi dell’anno scorso rispetto al 2019.
Quanto alle visite e alle prestazioni ambulatoriali, nel periodo marzo-giugno di quest’anno (corrispondente sempre ai mesi di avvio del piano di recupero) sono 92 mila quelle in più rispetto al 2021, a fronte delle 200 mila in meno nei primi sei mesi dell’anno scorso rispetto al 2019.
Riguardo ai tempi di attesa per le 42 prestazioni di riferimento del Piano nazionale fornite dalle Aziende sanitarie locali (tra le quali ad esempio colonscopia, ecografia addome, elettrocardiogramma da sforzo, fondo oculare, mammografia, spirometria, visita cardiologica, visita chirurgia vascolare, visita oculistica, visita pneumologica) i dati dei primi sei mesi 2022 registrano una media di 38 giorni, uguale a quella del 2018.
In particolare, già su 20 prestazioni il tempo media d’attesa nel 2022 è inferiore a quello del 2018 mediamente di 7 giorni. Sulle restanti, è in corso un recupero che porta a uno scostamento in media inferiore ai 10 giorni.

 Il presidente Cirio e l’assessore Icardi hanno illustrato le azioni (rimodulazione dei piani aziendali, riparto dei fondi alle Asl per l’incremento contestuale delle attività, maggiore integrazione tra le agende pubbliche e private, ottimizzazione del Centro unico prenotazioni e incremento operatori call center, ottimizzazioni della presa in carico delle prescrizioni, efficientamento delle attività delle sale operatorie) e il metodo (supporto settimanale alle Asl per il raggiungimento degli obiettivi e la risoluzione di eventuali criticità, interazione e dialogo costante con tutti gli stakeholder interessati e monitoraggio settimanale degli obiettivi, con cruscotto per ciascuna Azienda sanitaria regionale) che hanno condotto fin qui al pieno raggiungimento del primo obiettivo (recupero del 30 per cento delle liste d’attesa sulle prestazioni ambulatoriali di primo accesso).

 

Il Piano di recupero delle liste d’attesa è stato approvato dalla Giunta il 29 gennaio scorso e vede un budget supplementare di 50 milioni di euro.

 

Il presidente Cirio e l’assessore Icardi hanno poi presentato la rivoluzione del sistema di presa in carico attiva delle prescrizioni di primo accesso: entro settembre, infatti, per due prestazioni pilota, la mammografia e la visita cardiologica, una volta contattato il Cup non sarà più necessario richiamare più volte, perché sarà il sistema stesso ad avvisare il paziente comunicandogli non appena disponibile (tramite sms o altro strumento) la data, il luogo e l’ora dell’appuntamento, come già avviene per i vaccini.

 

L’attuale CUP è stato creato con una delibera della Giunta Chiamparino nel 2014. È stato poi avviato nel 2018 con uno stanziamento di 15 milioni di euro e una capacità annua di 2,5 milioni di chiamate processabili.

 «Abbiamo ereditato un sistema che non ci piace e con molte criticità – hanno sottolineato il presidente Cirio e l’assessore Icardi –, ma pur nella complessità del periodo lo stiamo migliorando e potenziando».

 

In particolare grazie a uno stanziamento di 3 milioni di euro il sistema è stato potenziato per gestire la fase pandemica, ampliare lo spazio di caricamento delle agende appuntamenti delle aziende sanitarie (entro settembre verranno caricati anche i privati accreditati), incrementare gli operatori del call center per portare il numero delle chiamate processabili a 4 milioni all’anno.
Attualmente vengono gestite oltre 85.000 chiamate a settimana, quasi il doppio rispetto al sistema ereditato.

 

Lo step finale del Piano straordinario di recupero delle liste d’attesa sarà, entro dicembre 2022, il ritorno di visite, prestazioni e interventi ai livelli pre-pandemia del 2019.
“Il nostro grazie va a tutto il sistema sanitario, pubblico e privato, e a ogni suo operatore, perché siamo consapevoli che portare avanti questa sfida nel periodo che stiamo vivendo rappresenta uno sforzo enorme e di questo siamo loro grati”, hanno concluso il presidente Cirio e l’assessore Icardi.

Gli artigiani: “La crisi idrica rischia di estendersi dall’agricoltura alle attività produttive”

La crisi idrica dovuta alla  gravissima siccità rischia di estendersi dall’agricoltura alle attività produttive.

Lo afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino, che chiede di sfruttare le risorse europee “per realizzare gli invasi e affrontare l’emergenza”.

Per l’esponente degli artigiani  “La carenza d’acqua  rischia  di trasformarsi da straordinaria a strutturale e non possiamo farci trovare impreparati. Ad, esempio, è già una realtà il calo del 39,7% della produzione idroelettrica nei primi 5 mesi del 2022. Abbiamo provveduto a individuare il perimetro delle imprese manifatturiere e di quelle dei servizi alla persona ‘idro-esigenti’, con un occhio particolare alle Mpi e alle imprese artigiane”. Secondo lo studio in Piemonte nei 10 settori manifatturieri ‘idroesigenti’ ci sono 10.928 imprese di cui 6.892 a carattere artigianale, nelle quali lavorano 124.887 addetti. Sono  circa 15 mila le imprese dei servizi”.