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Spara alle gambe della ex compagna e fugge

Questa mattina in via Domodossola a Torino, un uomo ha sparato alle gambe della ex compagna ed è fuggito. Successivamente è stato fermato dalla polizia. Le indagini sono affidate agli investigatori della Squadra Mobile della Questura.
La donna, dalle prime informazioni non sarebbe italiana, è stata colpita  alle gambe e soccorsa  dal 118 che l’ha trasportata in ambulanza all’ospedale Giovanni Bosco. L’uomo che ha sparato si sarebbe consegnato spontaneamente alla polizia.

Autostrade, uno spiraglio (temporaneo) nelle difficoltà di collegamento tra Piemonte e Liguria

Si apre uno spiraglio (temporaneo) nelle difficoltà di collegamento tra la Liguria ed il Piemonte, che molti problemi stanno avendo gli automobilisti che si accingono ad affrontare il viaggio nei due sensi per via dei diversi cantieri aperti.

Sono state accolte, infatti, le richieste della Regione Liguria per garantire dal pomeriggio di mercoledì 13 aprile e fino a domenica 8 maggio la rimozione dei cantieri su tutta la tratta di competenza di Aspi. Anche sulle altre tratte – da Sestri Levante fino alla Toscana, da Savona al confine francese e da Savona a Torino – il periodo pasquale sarà caratterizzato dalla rimozione della gran parte dei cantieri e, laddove non possibile, da un loro alleggerimento per favorire il flusso veicolare nelle direzioni di maggior traffico in arrivo e in uscita dalla Liguria. A fronte di questo piano condiviso con il ministero e Anci, dobbiamo però essere tutti consapevoli che le prossime settimane fino al 13 aprile saranno assolutamente complesse e difficili, con lavori e scambi di carreggiata anche molto impattanti sul traffico”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone, al termine della riunione odierna del tavolo tecnico di confronto con i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, di Anci insieme ad Anas e alle concessionarie autostradali.
“Rispetto all’ultima riunione della scorsa settimana – aggiunge Giampedrone – il quadro di alleggerimenti è ulteriormente migliorato, per andare incontro alle esigenze del territorio e alle sollecitazioni che avevamo posto come Regione. Concluso il periodo pasquale di stop, dal week end successivo inizierà il piano estivo con lo smontaggio dei cantieri dalle 14 del venerdì alle 12 del lunedì successivo, applicato in modo sostanzialmente omogeneo da tutti i concessionari ad eccezione di alcuni casi, marginali, di lavorazioni inamovibili”.
Tra i cantieri più impattanti, fino al 13 aprile sono previsti diversi scambi di carreggiata che impatteranno sul traffico sulla A26 e sulla A10 fino a Ventimiglia. Anche sulla A6 Savona Torino proseguiranno le lavorazioni in atto, in particolare tra Savona e Altare fino al periodo pasquale.
Il tavolo tecnico tornerà a riunirsi intorno a metà maggio.

Massimo Iaretti

Finisce lo stato d’emergenza. Cirio: “Occorre tenere alta l’attenzione, il Covid non finisce per decreto”

“Continueremo a monitorare e coordinare le azioni per fronteggiare la pandemia

“È un momento che viviamo tutti con grande partecipazione emotiva, attendevamo questa giornata da tempo e vogliamo viverla nel senso più corretto del suo significato: da una parte gioire per la fine dell’emergenza, dall’altra non pensare che il Covid sia stato cancellato dalla nostra vita per decreto. In Piemonte abbiamo attualmente l’incidenza più bassa d’Italia, ma non dobbiamo abbassare la guardia. I dati ci dicono che la situazione è buona, ma il virus c’è e dobbiamo continuare a stare attenti e insistere con la campagna vaccinale”: è il messaggio che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha voluto lanciare aprendo la conferenza stampa convocata in occasione della fine dello stato di emergenza nazionale per la pandemia, alla quale erano presenti gli assessori alla Sanità Luigi Genesio Icardi, all’Innovazione e Ricerca Covid Matteo Marnati, ai Trasporti e alla Protezione civile Marco Gabusi, all’Istruzione Elena Chiorino, al Bilancio e Attività produttive Andrea Tronzano e ai Bambini Chiara Caucino, che durante la pandemia ha seguito le Politiche sociali.

“Sono stati due anni complicati per tutta l’umanità – ha proseguito – Oggi diciamo grazie a tutti coloro che hanno condiviso con noi questo percorso negli ultimi due anni. Se oggi l’Italia è considerata un esempio nella gestione del Covid, non va dimenticato che questo esempio si regge sull’attività delle Regioni”.

Ripercorrendo i momenti anche difficili e drammatici che hanno caratterizzato questi due anni, il presidente Cirio ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono spesi in ogni modo possibile per combattere la diffusione del virus e curare e sostenere la popolazione: tutti gli operatori della sanità pubblica e privata e, accanto alla Regione, le Prefetture, i sindaci e gli enti locali, il personale dell’Unità di Crisi e del Dirmei, l’Esercito e le forze dell’ordine, i volontari della Protezione civile, le fondazioni bancarie, il mondo imprenditoriale, il CSI e gli organi di informazione insieme a tutti i cittadini.

“L’emergenza è finita – ha osservato l’assessore Icardi -, ma il Covid-19 rimane una minaccia da non sottovalutare. Bisogna fare tesoro delle buone pratiche apprese in questi due anni di pandemia, per evitare che il contagio torni a creare problemi sanitari e sociali. Per questo abbiamo chiesto al Governo che non ripristini le norme restrittive sulla privacy in vigore prima della pandemia e che non torni indietro sulle modalità di trasmissione delle ricette dematerializzate e sull’accesso al fascicolo sanitario. I grafici delle quattro ondate dimostrano chiaramente come le misure anti-Covid in Piemonte abbiano progressivamente ridotto gli effetti della malattia in modo drastico, dall’inizio ad oggi. Il Piemonte ha saputo fare sistema, grazie ai suoi sanitari, ai vaccini e al ruolo attivo e collaborativo della stragrande maggioranza della popolazione. Il senso di responsabilità di tutti, anche fuori dall’emergenza, sarà fondamentale perché la pandemia non possa più rialzare la testa”.

In videocollegamento Claudio Palomba, oggi prefetto di Napoli e prefetto di Torino durante il periodo principale della pandemia, ha ricordato che “in quei momenti ogni decisione è stata condivisa, e chi rappresenta lo Stato a tutti i livelli non può che vedere in queste situazioni la necessità di camminare insieme”. Ha poi evidenziato l’attenzione che il Piemonte ha riservato ai più anziani e ai più fragili, a cominciare dalle Rsa.

Dall’Unità di Crisi al Dirmei

La fine dello stato di emergenza comporta la formale chiusura dell’attività dell’Unità di Crisi istituita all’inizio della pandemia e il passaggio delle sue competenze di monitoraggio e coordinamento al Dirmei, il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive costituito nel giugno 2020 per diventare il cuore della battaglia contro il Covid. La struttura sarà diretta da Emilpaolo Manno e suddivisa in 27 settori.

La situazione epidemiologica

Da tre settimane i valori del Piemonte sono tra i più bassi in Italia: un’incidenza di 450 casi ogni 100.000 abitanti (il valore nazionale è 839), l’occupazione dei posti letto ordinari è all’8.8% (unica Regione con Veneto e Lombardia sotto il 10%) e quella delle terapie intensive è al 3,5% a fronte di un valore nazionale del 4,8%. L’Rt è 1,32, la positività dei tamponi il 17%.

La popolazione vaccinata

L’84,3% dei cittadini piemontesi oltre i 5 anni di età ha concluso il ciclo primario con monodose o doppia dose (il 96,2% di coloro che hanno aderito, ovvero 3,6 milioni su 4,2).

La somministrazione di oltre 2,8 milioni di terze dosi pone il Piemonte in testa alla classifica delle Regioni italiane più grandi, come risulta dai dati della Fondazione Gimbe aggiornati al 30 marzo.

Gli immunizzati naturalmente, cioè le persone che non hanno aderito ma hanno avuto il Covid negli ultimi sei mesi, sono 165.000, tra cui 47.000 tra i 5 e gli 11 anni e 39.000 over50.

I non aderenti sono al momento 358.000, tra i quali 109.000 5-11enni e 106.000 over50. Una categoria che, come ha annunciato il presidente Cirio, “continuiamo a sensibilizzare, abbiamo fatto di tutto e continueremo a farlo. E a chi non si è presentato per la terza dose scriveremo una lettera per spiegare che rinviarla rischia di vanificare l’immunità raggiunta”.

La stabilizzazione del personale a tempo determinato

A partire da luglio la Regione Piemonte stabilizzerà tutti i 1.137 operatori in servizio durante l’emergenza Covid che hanno i requisiti previsti dalla legge nazionale.

La normativa statale consente di assumere a tempo indeterminato gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che abbiano maturato entro giugno di quest’anno almeno 18 mesi di servizio, di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.

Venerdì 1 aprile, gli infermieri e i professionisti della sanità scendono in piazza

Per i propri diritti e per il riconoscimento del valore di una professione sempre e costantemente ignorata

 

Dalle 10 alla 13 Flash Mob di protesta davanti alla Prefettura a Torino

 

 

Area contrattuale autonoma; maggiori risorse per le indennità specifiche degli infermieri e per tutti i professionisti della sanità; reale contrasto al fenomeno della violenza ai danni degli operatori sanitari; assunzioni a tempo indeterminato per rendere adeguate le dotazioni degli organici in sanità e la stabilizzazione del personale precario; rimozione del vincolo di esclusività.

 

Si tratta dei punti principali punti delle rivendicazioni che il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, intende ancora una volta portare alla luce e al centro della discussione con un grande evento di protesta per i troppi mesi nei quali alle parole non sono mai state seguite da fatti.

Gli infermieri e i professionisti della sanità sono stufi di essere considerati “eroi”, primo baluardo quando in gioco ci sono vite umane ed emergenze sanitarie catastrofiche, e poi quando si tratta di riconoscere loro semplicemente ciò che gli spetta, creando organici che possano dare seguito alle sacrosante richieste di cura dei pazienti, riconoscendo le adeguate retribuzioni a tutti coloro che operano in sanità, creando le condizioni per una reale valorizzazione delle professioni sanitarie e infermieristiche, essi sono sempre e costantemente ignorati.

 

Per questo venerdì 1 aprile, dalle ore 10 alle ore 13, tutti gli infermieri e i professionisti della sanità piemontesi si troveranno in piazza Castello, a Torino, davanti alla Prefettura, per un Flash Mob di protesta.

 

A poco tempo di distanza dalle numerose manifestazioni che si sono svolte sul territorio nazionale, a tutela dei diritti degli infermieri e delle loro giuste rivendicazioni, anche in Piemonte saranno così sottolineate le necessità irrimandabili di infermieri e professionisti della sanità.

Il fine è quello di sensibilizzare il Governo, ma anche la Regione, per dare idonee soluzioni al ventaglio di problematiche ed alle correlate richieste dei professionisti dell’area infermieristica e degli altri operatori sanitari dipendenti dalle Aziende Sanitarie

Spiega il segretario regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri: “Siamo profondamente amareggiati per l’assenza di concretezza dopo le tante promesse e le tante parole spese in questi mesi e anni così difficili per tutti. Da parte del Ministro della Salute è arrivato solo un timido segnale di valorizzazione della nostra professione attraverso il riconoscimento di una indennità professionale nemmeno sostenuta da adeguati finanziamenti. Sul fronte della struttura del rapporto di lavoro, gli infermieri sono ancora soggetti ad un anacronistico e paradossale obbligo di esclusività, che non consente loro di svolgere attività libero professionale, come invece fanno gli altri professionisti dipendenti della Pubblica Amministrazione.

La stessa situazione si riflette sulle regioni e in particolare la nostra, dove non sono stati sufficienti, o si sono già esauriti, gli interventi di natura temporanea, per lo più legati esclusivamente al periodo delle ondate di emergenza pandemica, che hanno tamponato una situazione critica, sempre però con grandi affanni, ma non hanno mai affrontato in modo strutturale e concerto la valorizzazione delle professioni sanitarie e infermieristiche e la ormai drammatica carenza degli organici.

Noi chiediamo al gentile signor Prefetto, e al gentile Presidente della Regione, ognuno per quanto di sua competenza, di agire, sia presso il Governo, sia nella nostra realtà locale, affinché vengano messe in cantiere azioni risolutive e definitive rispetto alle nostre richieste.

Al Presidente della Regione chiediamo, inoltre, di accordarci un appuntamento, per un confronto franco e proficuo su talune problematiche peculiari del contesto di riferimento. Il nostro intento è di evitare l’acuirsi della lotta sindacale, una lotta che, beninteso, noi siamo determinati a portare avanti con tutti gli strumenti che sono a nostra disposizione”.

 

 

Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte

Claudio Delli Carri

011.306703 – 389.80.93.406

 

ECCO QUELLO CHE CHIEDIAMO:

  1. Un’area contrattuale infermieristica e per le altre professioni sanitarie che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti di categorie che rappresentano oltre il 52% delle forze del Servizio sanitario nazionale e che, assieme alle altre professioni sanitarie non mediche raggiungono oltre il 76% degli organici delle professioni sanitarie.
  1. Una congrua integrazione dell’”indennità di specificità infermieristica” e di quella “di tutela del malato e di promozione della salute”, di cui all’articolo 1), commi 409 e 410 della Legge n. 178/2020.
  1. Adozione di specifiche disposizioni per una reale attività di contrasto della violenza verso gli infermieri nei luoghi di lavoro, aberrazione che ormai ha raggiunto l’acme nelle strutture sanitarie pubbliche, da realizzarsi anche attraverso l’introduzione di presidi di vigilanza da parte delle forze dell’ordine e/o strutture private, oltre al costante monitoraggio e prevenzione di tali fatti che mettono in pericolo l’incolumità psicofisica degli interessati.
  1. Risorse economiche sufficienti ed idonee direttive all’ARAN , per garantire il riconoscimento  e valorizzazione sul piano economico le profonde differenze tra le professioni sanitarie ex legge 42/1999 e le altre  professioni che svolgono attività funzionali e/o strumentali nel comparto pubblico della Salute, differenza sempre esistite, ma rese ancora più evidenti da COVID-19
  1. Immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella generalità dei presidi ospedalieri e sul territorio. Aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari, perché gli infermieri attuali non bastano, ne mancano ormai tra 80 mila e 100 mila, ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso;
  1. Immediata modifica del comma 464-bis, introdotto con l’articolo 20 del DL n. 41 del 22 marzo 2021. convertito in legge del 21 maggio 2021, n 69, garantendo che agli infermieri ed al personale delle altre professioni sanitarie di cui alla legge n 42/1999 , che intrattengono un rapporto di dipendenza con gli Enti e/o le strutture del SSN, venga garantito, al pari degli altri professionisti sanitari laureati, l’estensione dell’avvenuta la rimozione del vincolo di esclusività non solo per l’effettuazione delle vaccinazioni, ma a tutto l’alveo delle attività di loro competenza
  1. Direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici .
  1. Direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 ,e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento  , valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati;

In manette terrorista col reddito di cittadinanza, era pronto all’azione

Anarchico, ecoterrorista sovversivo, percepisce il reddito di cittadinanza. Si tratta di un quarantasettenne torinese arrestato dalla Digos di Milano con l’accusa di essere legato alle Its, la rete di cellule terroristiche autrici di una catena di attentati in America Latina, negli Stati Uniti e in Paesi europei. L’uomo aveva aperto uno spazio web su Altervista e, attraverso una “virtual machine’, consentiva a quattro soggetti in Brasile, Cile, Argentina e Messico di agire come master, divulgando documenti e rivendicazioni in attesa di agire.

Profughi ucraini, in Piemonte sono più di 5400

Sono 5.414 i profughi ucraini accolti attualmente in Piemonte, fotografia di una situazione dinamica che vede affiancarsi al flusso di persone in arrivo sul territorio regionale quelle che, dopo un momento di prima accoglienza, proseguono dal Piemonte verso altre destinazioni. Di questi 4.508 sono ospitati presso la rete di accoglienza spontanea familiare o di conoscenti o delle realtà sociali del territorio, 493 nelle strutture individuate dalla Protezione Civile regionale, 413 nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) e attraverso il SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) sotto il coordinamento delle Prefetture.

A livello territoriale, la quota principale di rifugiati risulta ad oggi in provincia di Novara, dove è insediata la percentuale più alta della comunità ucraina residente già da tempo in Piemonte. In particolare, nel Novarese risultano attualmente ospitate 1.281 persone. 1.102 risultano invece nel territorio del Torinese.

Nel Verbano Cusio Ossola le persone presenti risultano 975, nel Cuneese 738, in provincia di Alessandria 498, nella provincia di Biella 293, nel Vercellese 284 e in provincia di Asti 243.

Tra i profughi arrivati in Piemonte ci sono anche 50 bambini con 15 mamme portati stasera dalla Fondazione AIEF per l’Infanzia e l’adolescenza. La missione è stata supportata da Fondazione Lavazza, Fondazione Magnetto, Banca Patrimoni Sella e Pier Luigi Loropiana. Con il supporto della Protezione civile della Regione saranno accolti presso Cascina Torta a Torino.

La mappa dell’accoglienza è stato uno dei temi oggi nella riunione del Coordinamento regionale per l’emergenza profughi dove è stato fatto anche il punto sulle famiglie piemontesi che hanno manifestato attraverso i canali della Regione Piemonte la disponibilità ad ospitare i profughi ucraini, sono 4.617 in totale (a livello territoriale 3.084 sono nel Torinese, 404 nel Cuneese, 320 nell’Alessandrino, 226 nell’Astigiano, 187 nel Biellese, 154 nel Novarese, 130 nel Vercellese e 112 nel Verbano Cusio Ossola).

Sul fronte sanitario sono stati registrati 2.929 tamponi Covid e sono 814 i rifugiati che hanno ricevuto il vaccino.

AMPLIAMENTO ACCOGLIENZA TERZO SETTORE PER I CAS/SAI

È in pubblicazione l’avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse rivolte ad enti del Terzo settore, ai Centri di servizio per il volontariato, agli enti e alle associazioni iscritte al registro e agli enti religiosi civilmente riconosciuti, per le attività di accoglienza diffusa a beneficio delle persone richiedenti la protezione temporanea. Sono previste forme e modalità per offrire servizi di assistenza e accoglienza attivabili nel limite massimo di 15.000 unità a livello nazionale. È previsto il coinvolgimento dei Comuni alle attività di accoglienza diffusa.

CONTRIBUTO ACCOGLIENZA DIFFUSA

Il Piemonte ha recepito l’ordinanza firmata ieri dal Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, che stabilisce un contributo di sostentamento ai rifugiati ospitati in accoglienza diffusa presso famiglie, amici e conoscenti pari a 300 euro mensili pro capite e un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio minorenne per la durata massima di tre mesi dall’arrivo in Italia.

CALL CENTER IN UCRAINO

Sono oltre 250 (con un picco di 103 nella sola giornata di lunedì) le chiamate al call center regionale 011.4326700, al quale otto operatori di madrelingua ucraina rispondono dalle 8 alle 20 (dal lunedì al sabato) alle richieste di informazioni e approfondimenti da parte dei profughi e delle famiglie che li accolgono. Il servizio è realizzato grazie alla collaborazione tra Protezione Civile, Consolato Onorario di Ucraina a Torino e la Onlus DanishRefugee Council Italia.

Armato di pistola semina il panico in via Micca: era un revolver giocattolo

E’ stato un Commissario della Polizia Locale fuori servizio ad intervenire e attivare i soccorsi dopo essersi accorto di quanto stava accadendo ieri pomeriggio sotto i portici di via Pietro Micca, dove un uomo armato con una pistola aveva iniziato a minacciare i passanti e le auto in transito.

Nessuno poteva immaginare che si trattasse di un revolver giocattolo, ragione per cui il panico ha travolto le persone che intorno alle 15.00 si sono trovate a transitare davanti ad uno dei caffè storici di Torino, all’altezza di Piazza Solferino. Sono stati veri e propri attimi di paura in cui alcuni passanti si sono gettati a terra, mentre altri si sono dati immediatamente alla fuga, urtando altre persone o attraversando improvvisamente la strada. Alcune auto in transito, per sfuggire alla minaccia della pistola puntata, hanno effettuato manovre repentine e pericolose.
Fortunatamente, grazie all’intervento tempestivo delle pattuglie del Reparto Radiomobile e del Reparto Operativo Speciale attivate direttamente dal Commissario fuori servizio che ha preso anche parte all’operazione in maniera attiva, nessuno si è fatto male e l’uomo è stato immediatamente bloccato e disarmato prima che il panico prendesse il sopravvento.
Si tratta di un trentenne di nazionalità rumena con numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio. A suo carico anche diversi arresti e un periodo di detenzione in carcere.
L’uomo, al termine degli accertamenti di rito presso il Comando di via Bologna, è stato indagato a piede libero per il reato di minaccia (art. 612 C.P.) con l’aggravante dell’uso di un arma (art. 339 C.P.), mentre l’arma giocattolo, priva del prescritto tappino rosso, è stata posta sotto sequestro.
Torino, 31 marzo 2022

Michele Chicco

Nuovi fondi in arrivo per acquisire le attività in crisi

DALLA REGIONE

Venticinque milioni e 700mila euro per le attività produttive, compreso l’artigianato, nel 2022, a cui va aggiunto il miliardo e mezzo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr): è quanto ha annunciato in Terza commissione l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano in occasione dell’esame – per l’espressione del parere consultivo – del Bilancio di previsione 2022-2024.

Lo stesso Tronzano ha poi anticipato lo stanziamento di 4 milioni e mezzo di euro per le imprese che vogliono acquisire le aziende in crisi, in maniera tale che si possano finanziare le domande che sinora erano state escluse per mancanza di fondi.

“Manteniamo tutti gli stanziamenti destinati agli artigiani rispetto al 2021, così come per l’editoria locale e per quanto riguarda i voucher per la partecipazione a eventi come ‘Restructura’ e  ‘Artigiano in Fiera’. Seppur in un bilancio difficile, pertanto, non abbiamo apportato tagli” ha spiegato l’assessore.

Per delucidazioni sono intervenuti Raffaele Gallo (Pd), Sean Sacco (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).

La commissione, presieduta da Claudio Leone, esaurito l’esame degli assessori per quanto riguarda le varie materie di competenza, ha espresso a maggioranza parere consultivo favorevole al Bilancio.

La Regione punta sulle fonti energetiche rinnovabili e la riduzione dei consumi

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La Regione punta sulle fonti energetiche rinnovabili, la riduzione dei consumi, il potenziamento della sostenibilità delle infrastrutture energetiche e la promozione della green economy.
È quanto emerso dall’intervento dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati durante la terza Commissione (presieduta da Claudio Leone), riunita per discutere il bilancio di previsione 2022-24.
Per le fonti energetiche l’assessorato dispone di 2,3 milioni di euro per il 2022 e prevede un leggero aumento per il biennio successivo. Sulla diversificazione la quota di stanziamenti regionali è di 200 mila euro annui.

Marnati ha inoltre sottolineato l’importanza del monitoraggio degli impianti termici, che impattano sulla qualità dell’aria. L’Arpa nel 2021 ha ispezionato 582 impianti al servizio di circa 30 mila unità abitative mentre, dal 1 gennaio 2022, sono già stati ispezionati 496 impianti, al servizio di circa 26 mila unità abitative.

L’assessorato – ha aggiunto – sta lavorando al Forum Energia, un evento che si terrà entro fine anno con gli assessori delle varie regioni europee per presentare il Piano energetico ambientale, la strategia sull’idrogeno e sulle biomasse.

Nella prima parte di dibattito sono intervenuti per chiarimenti i consiglieri Sean Sacco (M5s), Monica Canalis (Pd) e Matteo Gagliasso (Lega).

L’assessore ha successivamente svolto anche un’informativa sull’attuale crisi energetica, sottolineando l’importanza del coordinamento dei fondi europei, Pnrr e la costituzione delle comunità energetiche. Un’attività che coinvolge l’Energy Center del Politecnico di Torino. “Fondamentale – ha spiegato Marnati – è puntare sulle fonti rinnovabili: idroelettrico, solare e biomasse, valutandone l’impatto ambientale. Importante la riduzione dei consumi energetici del 30% entro il 2030”.

Sulla comunicazione sono intervenuti Silvio Magliano (Moderati) e Sacco.

Sempre sul Ddl Bilancio 2022-2024 è intervenuto il vicepresidente della Giunta regionale, Fabio Carosso.
Il vicepresidente ha sottolineato che non ci sono riduzioni sulle politiche per la montagna e le foreste, con la conferma dei fondi regionali e un piccolo incremento su quelli statali.
Confermati anche i fondi europei per le foreste.
Carosso ha anche fornito chiarimenti tecnici chiesti dalla consigliera Canalis.

Il trasporto pubblico torna al servizio pre-pandemia: dal 1° aprile capienza di nuovo al 100%

Con la fine dello stato di emergenza sanitaria anche il Trasporto Pubblico Locale piemontese si prepara a tornare alla situazione del periodo pre-pandemia.  

Da venerdì 1° aprile viene infatti ripristinato il pieno carico dei mezzi su gomma: l’Agenzia della Mobilità Piemontese conferma che gli utenti del TPL torneranno ad usufruire di autobus, tram e metropolitana nuovamente al 100% della capienza.

Il riassetto sarà completamente operativo sin dalle prime ore di venerdì 1° aprile su tutto il territorio regionale, mantenendo inalterati gli attuali orari per il servizio scolastico.

 

«Il mondo del trasporto pubblico locale guardava con aspettativa alla data del 1° aprile – sottolinea l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – per poter tornare ad un’offerta di servizio più soddisfacente per gli utenti. Chiaramente dovremo continuare a tenere alta la guardia perché i dati sanitari ci dicono che il Covid è ancora tra noi, per cui continueremo a utilizzare i mezzi indossando la mascherina, ma certamente questo è un importante passo in avanti verso la normalità».

 

Gli orari in vigore saranno comunicati dai singoli operatori di trasporto pubblico. L’Agenzia della Mobilità Piemontese raccomanda perciò agli utenti di prestare attenzione agli avvisi e agli aggiornamenti sui siti delle aziende di trasporto e attraverso i consueti canali di comunicazione. L’Agenzia ricorda, inoltre, che è sempre fondamentale “bippare” in salita sui mezzi per poter monitorare l’effettivo utilizzo e intervenire in caso di criticità.