Tragedia a Pinerolo dove al culmine di una lite un giovane di 23 anni ha ucciso la madre a martellate, una donna pachistana di 45 anni. Il padre ha cercato di bloccare l’aggressore e ha dato l’allarme ma la donna è morta dopo l’arrivo dei soccorsi. Sul posto i carabinieri di Pinerolo.
220 autoveicoli, 35.000 litri di olii esausti e idrocarburi ed oltre 400 tonnellate di rifiuti eterogenei, speciali e non, di origineautomotive, tutti in evidente stato di abbandono, rinvenuti in una discarica a “cielo aperto”, situata in piena città, estesa per oltre 7.000 metri quadri. 6 le persone denunciate.
È questo il bilancio di un intervento della Guardia di Finanza di Torino che ha individuato nei giorni scorsi, nel quartiere “Villaretto”, grazie anche alla collaborazione della Sezione aerea della Guardia di Finanza di Varese che ha effettuato rilevamenti dall’alto mediante specifici sorvoli, una vasta area degradata, in evidente stato di abbandono, ove erano custoditi, ammassati, disomogenei cumuli di rifiuti.
Le riprese eseguite dall’elicottero delle Fiamme Gialle hanno consentito di acclarare il descritto contesto ambientale, fornendo un quadro d’insieme allarmante dal punto di vista della tutela dell’ambiente. Di conseguenza, i Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano, che hanno condotto l’attività coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, hanno perquisito l’intero sito, vasto oltre 7.000 metri quadri, dove sono stati rinvenuti 220 autoveicoli, un rimorchio contenente 35.000 litri di olii esausti e idrocarburi, con percolamenti e abbruciamenti potenzialmente pericolosi per il suolo e la salute pubblica, nonché 400 tonnellate di rifiuti eterogenei, speciali e non, di origine automotive, tutti in evidente stato di abbandono e a diretto contatto con il terreno.
Due le imprese coinvolte nella gestione della discarica a cielo aperto entrambe attive nel settore dell’autodemolizione.
I Finanzieri hanno proceduto al sequestro dell’intera area e, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, alla denuncia all’Autorità giudiziaria di 6 persone le quali dovranno rispondere del reato di gestione di discarica non autorizzata.
Sono in corso ulteriori approfondimenti finalizzati alla messa in sicurezza del sito e alla verifica dell’eventuale contaminazione ambientale causata dallo sversamento dei prodotti, in collaborazione con personale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (A.R.P.A.).
Salgono a 47 le persone denunciate per le devastazioni di sabato a Torino. 27 sono quelle fermate nelle fasi prima della manifestazione, quando è stato sequestrato materiale esplodente e maschere antigas, martelli, piedi di porco, bombe carta, bastoni, fumogeni, coltelli e petardi. Altri sedici anarchici sono stati identificati dopo avere scaricato da un furgone scudi in plexiglass con maniglie e bastoni. I sedici sono stati denunciati per porto di oggetti atti a offendere.
È stato firmato il contratto collettivo specifico dei lavoratori Iveco, CnhI, Ferrari e Stellantis. Prossimo step all’assemblea dei delegati a Roma lunedì 13 e successivamente nelle assemblee di fabbrica.
La crescita delle retribuzioni base è dell’11% in due anni, pari a oltre 207 euro mensili sulla media.
Il premio di risultato verrà tassato al 5% e non a tassazione corrente.
Per Stellantis è stato anche introdotto un premio legato alla redditività aggiungendo al premio precedente circa 200 euro l’anno.
Al 31 dicembre 2022 imprese femminili artigiane in Piemonte 19.766 (+0,6% rispetto al 2019)
Imprese artigiane giovanili femminili 2.715
3.179 imprese artigiane straniere femminili
la dinamica delle imprese femminili artigiane è migliore (+0,6% rispetto al 2019) delle imprese femminili totali (-0,1%)
Sara Origlia (Presidente di Donne Impresa di Confartigianato Piemonte):” Occorre ri-pensare il ruolo della donna nella società, nell’ambiente di lavoro e in famiglia attraverso un salto culturale che sappia riposizionare i diversi ruoli in un contesto nuovo e dinamico”.
Al 31 dicembre 2022 le imprese femminili artigiane con sede in Piemonte ammontavano a 19.766 (totali 95.593), in diminuzione di 11 unità (-0,1%) rispetto a quanto registrato nel 2021 e 119 unità in più (+0,6%) rispetto al 2019.
Da questi dati si evince che la dinamica delle imprese femminili artigiane è migliore (+0,6% rispetto al 2019) delle imprese femminili totali (-0,1%).
A livello territoriale, al 31 dicembre, le 19.766 imprese femminili artigiane erano così suddivise: 10.055 a Torino, 2858 a Cuneo, 1927 ad Alessandria, 1693 a Novara, 915 ad Asti, 834 a Biella,821 a Vercelli e 663 nel Verbano-Cusio Ossola.
Al 31 dicembre 2022 in Piemonte le imprese artigiane giovanili femminili ammontavano a 2.715 con una variazione di -14 unità sul 2021 e -101 unità sul 2019.
Le imprese artigiane straniere femminili a fine dicembre ammontavano a 3.179 con una variazione di +125 unità rispetto al 2021 e +419 unità rispetto al 2019.
“Questi dati, commenta Sara Origlia, Presidente di Confartigianato Piemonte Donne impresa, documentano una vivacità dell’imprenditoria dell’artigianato femminile che ha dimostrato forti doti di resilienza. Ha resistito, infatti, durante l’onda d’urto causata dalla pandemia e dimostra, ogni giorno, una forte capacità di adattamento e di inventiva. Particolarmente performante è il settore delle imprese artigiane straniere femminili che hanno registrato un incremento di 419 unità rispetto al 2019”.
“Sul fronte lavoro, però, c’è ancora molto da fare per sostenere e valorizzare le imprese femminili -continua Origlia- e fornire opportunità e strumenti per le donne che vogliono fare impresa. Occorre favorire le imprenditrici che vogliono diventare madri, senza essere penalizzate sul piano professionale e tessere quella rete di assistenza e di servizi attraverso un welfare che sappia supportare e conciliare la professione dell’imprenditrice con la famiglia. Occorre ri-pensare il ruolo della donna nella società, nell’ambiente di lavoro e in famiglia attraverso un salto culturale che sappia riposizionare i diversi ruoli in un contesto nuovo e dinamico”.
Secondo diverse analisi statistiche le donne lavorano di meno e, soprattutto, sono meno valorizzate sul posto di lavoro rispetto agli uomini. In Italia, siamo all’ultimo posto nell’Ue per il tasso di occupazione, pari al 58,1%, delle donne tra 25 e 49 anni in coppia con figli a carico; inoltre, e il 71,2% dei “neet” under 35 è rappresentato da 651 mila giovani donne che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione. Tra il 2019 e il 2022, il lavoro indipendente femminile è diminuito del 5,8%.
Nonostante i diversi ostacoli, le donne italiane sono tra le più intraprendenti d’Europa: il nostro Paese conta, infatti, 1.469.000 imprenditrici e lavoratrici autonome, il numero maggiore tra i Paesi Ue, con un grado di istruzione superiore ai colleghi maschi. Per sostenere questa propensione delle donne a fare impresa sono necessari interventi che facilitino loro l’accesso a strumenti per investire e creare occupazione, che consentano di conciliare lavoro e famiglia, che eliminino le disparità di trattamento tra lavoro autonomo e lavoro dipendente.
Le mimose alla maestra Bergoglio l’8 marzo
E allora … per me è la 65esima volta, anzi per la 66esima volta W l’otto marzo festa della Donna.
66 volte perché la prima volta che lo festeggiai ero nella pancia di mia madre. Sono cose che difficilmente si scordano. Fu la Kollontaj che propose all’Internazionale comunista, la data per la lotta per i diritti delle donne.
Ovviamente tassativamente vietata durante il fascismo. Una ricorrenza istituita dalla repubblica italiana cresciuta in questi ultimi decenni. E quanti ricordi. Dai tempi, inizi anni 60 , dove si era quattro gatti in croce. Raro trovare le mimose. Mia madre le ordinava giorni prima e poi mi “spediva” dalla maestra Bergoglio con un bel mazzo di fiori. Mi beccavo del lecchino dai compagni di classe ed io mi difendevo dandogli degli ignoranti. Con il 68 cambiò tutto. Metà anni 70, addirittura due manifestazioni. Al mattino con gli studenti tra il giallo delle mimose ed al sabato pomeriggio l’evento indetto da partiti e sindacati. Nel 1975 in via Principe Amedeo, seduti sul gradino chiesi a Patrizia di uscire quella sera insieme. Cuore in gola e la certezza di un diniego. Fortunatamente mi sbagliavo. Anni turbolenti per noi maschi.
Nel 1977 addirittura un corteo di sole donne inibito agli uomini. Accompagnai Antonella e poi una birra con i compagni. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Molte cose positive. Come la presenza attiva delle donne in politica. Ma molte cose sono decisamente peggiorate. Femminicidi, stupri e violenze di ogni genere. I Talebani che non vogliono far studiare le donne. Ragazzine in Iran avvelenate perché così non vanno a scuola. Uccise perché rivendicano i loro diritti di libertà. Come si diceva una volta tanto si è fatto ma tanto, tanto è ancora da fare.
Non sarà un 8 marzo solo di gioa e felicità.
Dalle guerre alle stragi di immigrati.
Ancora una volta libertà e diritti vanno a braccetto. Come chi non vuole queste libertà e questi diritti. Ci si mettono anche gli anarcoidi che mettono a ferro e fuoco la nostra Città perché il loro capo vuole lasciarsi morire ed ovviamente è incolpato lo Stato che loro combattono con armi e bonbe.
Ossia uno stato colpevole di volersi difendere. Non c’è è mai limite al peggio.
Un nuovo 8 marzo difficile e al tempo stesso speranzoso. Speranza per chi non demorde e non vuole demordere per l’uguaglianza che vuol dire libertà.
Buon 8 marzo a tutte le donne. Proprio tutte quante dall’Italia al più sperduto paesello ed anfratto del mondo. Eguaglianza vuol dire civiltà al di là del credo politico e religioso.
Buon 8 marzo alle donne che ho amato e poi stufandole hanno smesso di amarmi. Anche nel loro no mi hanno insegnato qualcosa.
Ed un particolare Buon 8 marzo ad una donna conosciuta quasi 50 anni fa. Livia Turco ministro ed icona delle battaglie per la parità di genere. Ci si è rivisti e sentiti in questi ultimi anni. Una donna che ha saputo valorizzare Nilde Jotti, troppe volte dimenticata. Livia mi h fatto leggere le lettere d’amore di Palmiro Togliatti alla giovanissima Nilde. Una visione decisamente umana del segretario del PCI soprannominato, non a caso il Migliore. Palmiro Togliatti ebbe anche dei grattacapi, nell Italia bacchettona per questo suo, per questo loro amore.
La stessa Nilde Jotti, anche dopo la morte di Togliatti ebbe da subire angherie nello stesso pci. Poi la Presidenza della Camera fu il giusto compimento della sua esperienza politica. Noi “maschietti ” siamo in debito verso queste donne che hanno fatto la Storia con la esse maiuscola.
Buon 8 marzo a tutte le donne. In particolare a chi ancora patisce le pene dell’inferno.
8 marzo per ieri, per oggi e per il futuro.
8 marzo per sempre.
PATRIZIO TOSETTO
Per le 42 prestazioni non urgenti il tempo medio di attesa si è ridotto da 38 a 37 giorni e in particolare su 25 è inferiore al 2018 in media di oltre 6 giorni.
Molto positivi anche i riscontri sulla presa in carico attiva sperimentale per mammografie e prima visita cardiologica. Entro fine marzo al via anche per visita urologica, chirurgica e radiologia generale.
Sì è conclusa la prima fase del piano di recupero delle liste d’attesa messo in campo dalla Regione Piemonte con uno stanziamento straordinario di 50 milioni di euro. Altri 25 milioni sono previsti per proseguire l’applicazione del piano nel 2023.
I risultati sono stati presentati dal presidente della Regione Alberto Cirio, insieme al commissario di Azienda Zero Carlo Picco, al consulente strategico della Regione Pietro Presti e al presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Alessandro Stecco. L’incontro è stato seguito a distanza anche dall’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi impegnato in queste ore a Roma per una serie di incontri al Ministero della Salute.
Da quando il Piano è stato avviato ad aprile 2022 fino a dicembre gli interventi nelle classi più critiche e complesse (A, B e C) hanno superato il 100% di quelli effettuati nello stesso periodo del 2019, ovvero prima della pandemia. Lo stesso obiettivo è stato raggiunto sulle visite e prestazioni ambulatoriali di primo accesso che riguardano le categorie urgenti, le brevi e le differite.
«I numeri che presentiamo oggi ci dicono che il piano di recupero delle liste d’attesa sta funzionando grazie al lavoro di squadra delle aziende sanitarie e degli operatori pubblici, privati e dei medici di medicina generale – spiegano il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi – Il sistema sanitario ha recuperato la capacità operativa pre Covid e ora siamo all’anno zero. Le liste d’attesa rappresentavano una fragilità del nostro sistema sanitario già prima della pandemia, così come l’affollamento dei pronto soccorsi e la carenza di medicina territoriale, ma adesso per la prima volta queste criticità vengono affrontate con un metodo strutturato e scientifico. Nel 2023 lavoreremo per assestare i risultati del 2022 e continuare a ridurre i tempi di attesa».
TEMPI DI ATTESA
Nonostante le complessità del periodo pandemico e lo stress a cui sono stati sottoposti ospedali e servizi sanitari, i tempi di attesa medi in Piemonte per le 42 prestazioni non urgenti (quelle urgente sono garantite in 72 ore) individuate dal Piano nazionale, hanno una media di 37 giorni, migliorata rispetto ai 38 giorni del 2018.
In particolare per 25 prestazioni, tra cui colonscopia, ecografia addome, elettrocardiogramma da sforzo, fondo oculare, mammografia, spirometria, visita cardiologica, visita chirurgia vascolare, visita oculistica, visita pneumologica, il tempo di attesa rispetto al 2018, si è ridotto in media di oltre 6 giorni. Sulle altre i tempi rimangono al momento più lunghi, ma lo scostamento è al massimo di 6 giorni.
RICOVERI PROGRAMMATI
Per gli interventi prioritari di classe A (da fare entro 30 giorni), B (entro 60 giorni) e C (entro 180), i livelli pre-pandemia sono stati raggiunti e superati. Nel 2022 sono stati effettuati 134 mila interventi di classe A,B, e C, in crescita rispetto ai numeri del 2019, quando gli interventi di questo tipo erano stati 131 mila.
Il recupero risulta ottimale per quanto riguarda i ricoveri programmati. Tra gennaio e dicembre del 2022 è stato effettuato il 92 per cento dei ricoveri programmati rispetto a quelli del 2019. In particolare, nel 2022, i ricoveri sono stati 185 mila, 25 mila in più dei 160 mila del 2021, con una performance molto vicina ai 201 mila ricoveri del 2019, anno pre Covid. Il dato risente infatti dei primi mesi del 2022, quando l’operatività del sistema sanitario risultava ancora condizionata dalla pandemia e prima dell’applicazione del piano.
Se si confrontano infatti i dati del periodo aprile-dicembre i ricoveri programmati risultano 144 mila, 18 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2021 e il 98 per cento rispetto a 147 mila del 2019.
VISITE E PRESTAZIONI
Sono stati superati i livelli pre pandemia anche per quanto riguarda le visite e le prestazioni di primo accesso, ovvero quelle di classe U (urgenti, entro 72 ore), B (brevi, entro 10 giorni) e D (differite, entro 30 giorni le visite, entro 60 le prestazioni). Nel 2022, sono state effettuate 150 mila visite in più rispetto al 2019: ovvero 1,45 milioni tra visite e prestazioni, con un recupero del 111 per cento rispetto ai numeri pre Covid, quando si era arrivati a 1,3 milioni. Se si restringe il focus solo ai mesi di applicazione del piano, tra aprile e dicembre del 2022 le visite sono state 1,1 milioni, 139 mila in più rispetto alle 961 mila dello stesso periodo del 2019 (il 114 per cento).
SCREENING ONCOLOGICI
Per quanto riguarda gli screening oncologici il recupero è totale. E’ stata recuperata e convocata tutta la platea di coloro che avrebbero dovuto effettuare gli esami durante la pandemia. Tra il 2021 e il 2022 gli inviti agli screening sono stati 1,97 milioni. Di questi, 815 mila si sono sottoposte agli esami. Il dato è in crescita rispetto al biennio precedente quando gli inviti erano stati 1,27 milioni, e i test 636 mila. Si evidenzia però una criticità per quanto riguarda il tasso di adesione all’invito, inferiore del 10 per cento rispetto alla tendenza storica. Permane evidentemente un timore da parte dei cittadini a recarsi in ospedale o negli ambulatori a causa del virus. Dopo l’estate 2022 si è notata una prima leggera inversione di tendenza, con una crescita del tasso di risposta all’invito, grazie all’ulteriore allentamento delle restrizioni e il consolidamento del trend di riduzione della diffusione del Covid. Una delle azioni previste nel 2023 sarà il potenziamento delle campagne di sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione e sulla totale sicurezza di questo tipo di screening.
In particolare per le mammografie tra il 2021 e il 2022, sono state invitate 655 mila donne e 349 si sono sottoposte all’esame, a fronte dei 506 mila inviti e 274 mila esami effettuati del biennio 2019-2020. Per lo screening dell’utero gli inviti sono stati 735 mila, a fronte di 287 mila esami effettuati, rispetto ai 487 mila inviti del 2019-2020 e 230 mila test effettuati. Per lo screening del colon-retto infine ci sono stati 577 mila inviti e 180 mila test, contri 278 mila inviti e 130 mila del biennio precedente.
PRESA IN CARICO ATTIVA
E’ tempo di un primo bilancio anche per quanto riguarda la presa in carico attiva delle due prestazioni – visita cardiologia di primo accesso e mammografia – il cui test è partito a ottobre. Da quando il servizio è stato avviato (i dati sono aggiornati a fine febbraio), sul totale di quasi 12.400 prenotazioni sono state circa 800 le richieste prese in carico in modo attivo con l’invio dell’sms di convocazione non appena è stato disponibile un appuntamento. In particolare per la mammografia, sono state prese in carico attivo 21 richieste, su oltre 3.300 prenotazioni, con nessuna persona in attesa: un dato, quest’ultimo che testimonia il sostanziale potenziamento del sistema di prenotazione per questa prestazione. Per quanto riguarda la prima visita cardiologica, su oltre 9 mila prenotazioni, 773 sono state gestite con la presa in carico attiva, con 14 persone in attesa di appuntamento. Entro il 31 marzo, si aggiungeranno alla sperimentazione tre nuove prestazioni: la visita urologica, la visita chirurgica e la radiologia tradizionale.
Nel corso dell’anno proseguirà l’applicazione del piano, con il consolidamento dei risultati 2022, un’azione specifica per ridurre i tempi di attesa delle visite in classe P (programmabili entro 120 giorni). Sarà inoltre predisposto un accesso facilitato per le prescrizioni urgenti (entro 72 ore) partendo con una sperimentazione su reumatologia e oculistica. Verrà poi migliorata l’appropriatezza delle prescrizioni, in collaborazione con i medici di medicina generale e saranno ottimizzati i percorsi chirurgici insieme al personale sanitario, attraverso specifici progetti di formazione. Sarà incrementata ulteriormente la telemedicina ad esempio per i referti e per potenziare l’attività ambulatoriale è previsto un ampliamento dei soggetti privati accreditate per il sistema sanitario pubblico.
PRONTO SOCCORSO
Durante la conferenza stampa, il presidente Cirio e il commissario di Azienda Zero Picco, hanno fatto il punto sui primi risultati del Piano straordinario di intervento sui pronto soccorso partito negli ultimi giorni del 2020. In media a dicembre, prima dell’avvio del piano, le persone in boarding, ovvero in pronto soccorso in attesa di ricovero, erano 506 al giorno, mentre a febbraio sono scese a 365, a parità del numero di accessi complessivi ai Dea.
Adattamento ai cambiamenti climatici e resilienza dei territori: la Regione Piemonte in prima linea, con il coinvolgimento di tutti i beneficiari piemontesi, per l’attivazione di bandi destinati agli enti pubblici, sulla scorta dei cospicui fondi europei Fesr destinati, per la prima volta, a obiettivi squisitamente ambientali. Si tratta di 475 milioni di euro, destinati, per 435 milioni alla transizione ecologica e resilienza e 40 milioni per la promozione della mobilità ciclistica.
I criteri che verranno approvati dalla Giunta e che daranno il via ai bandi, sono stati presentati oggi alla platea dei potenziali beneficiari, ovvero enti locali ed enti gestori delle aree protette piemontesi.
“Ad inizio anno il Piano regionale Fesr 21-27 è entrato nella fase attuativa e ha già visto l’approvazione di un primo bando per l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nelle imprese – ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Oggi invece si celebra il confronto partenariale su un primo insieme di misure destinate a soggetti pubblici che saranno destinatari, nell’ambito dell’Obiettivo Strategico 2 (un’Europa resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio ma in transizione verso un’economia a zero emissioni nette) di una quota parte maggioritaria dei fondi”. “Le misure sottoposte oggi a consultazione – ha aggiunto Marnati – affrontano la dimensione dell’adattamento climatico e della resilienza di territori delicati e strategici del nostro territorio: interventi di sistemazione idrogeologica nei territori delle aree protette piemontesi e sulla rete sentieristica che le collega e interventi di rinaturalizzazione delle sponde e delle aree perifluviali e perilacuali del reticolo idrografico regionale e degli ambienti acquatici nel loro complesso, sia dove sono attivi contratti di Fiume sia dove gli stessi non sono presenti”. “Le misure strutturali che abbiamo realizzato – conclude l’assessore – hanno avuto un forte impatto di miglioramento di tutti gli indicatori per quanto riguarda gli inquinanti e nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica che illustreremo nella presentazione del nuovissimo rapporto statistico energetico. è la dimostrazione che stiamo lavorando bene e siamo in linea con tutti gli obiettivi prefissati”.
In particolare, la consultazione di oggi ha riguardato due misure di prossima approvazione. La prima è rivolta al “Recupero e difesa del territorio nel rispetto degli habitat e degli ecosistemi” ed è destinata a finanziare per 14,78 milioni di euro, interventi di sistemazione idrogeologica di situazioni di dissesto in ambito montano, collinare e ripariale finalizzati anche alla resilienza dei territori. In particolare interventi di consolidamento di versanti caratterizzati da instabilità per frane, opere di manutenzione e di gestione della vegetazione sulle sponde e di difesa anti erosiva in tratti di corsi d’acqua caratterizzati da attività torrentizia, o ancora di drenaggio e regimazione delle acque soprattutto lungo i percorsi della rete sentieristica di collegamento tra le Aree Protette piemontesi e anche al loro interno e infine, ma non da ultimo, interventi di ripristino e miglioramento della rete viaria all’interno delle Aree Protette regionali e dei siti della Rete Natura 2000.
La misura prevederà contributi in conto capitale per i soggetti gestori delle Aree Protette piemontesi e le Unioni Montane.
L’altra misura, distinta in realtà in due linee – dove già sono attivi i Contratti di Fiume e l’altra nel resto dei territori – riguarda “Interventi per aumentare la resilienza dei territori fluviali al cambiamento climatico”, ed è destinata a finanziare, per l’una e per l’altra linea, interventi di riqualificazione dei territori connessi alle acque interne della regione, per l’adattamento al cambiamento climatico e la prevenzione dei rischi, favorendo le infrastrutture verdi. Il totale delle risorse delle due linee è pari a 22,1 milioni di euro, anche qui in forma di contributi in conto capitale, destinati a Comuni, in forma singola o associata, Province e Città Metropolitana ed enti di gestione delle aree protette piemontesi.
L’intento, per tutte le misure, è quello di avere progetti di qualità, presentati da raggruppamenti e partenariati costituiti tra più enti, in modo da incidere significativamente su territori.
Al termine delle consultazioni partenariali la Giunta procederà all’approvazione delle schede di misura e gli uffici predisporranno i bandi, che saranno aperti a fine aprile-inizio maggio.
La Giornata Internazionale della Donna è stata istituita per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dalle donne e le discriminazioni che vivono ancora oggi. La Città di Torino, anche quest’anno, propone una serie di iniziative in continuità con le attività realizzate nell’ambito delle Pari opportunità e nella lotta alle discriminazioni di genere.
Mercoledì 8 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 12.30, si terrà l’incontro pubblico ‘Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutte’, ex Curia Maxima, sala Bobbio, via Corte d’Appello 16, promosso dall’assessorato alle Pari opportunità.
Il tema del lavoro sarà declinato al femminile e riguarderà gli aspetti della cura, dello stress causato da un doppio lavoro, della possibilità di stare meglio in un ambiente libero da stereotipi, molestie e violenza; e per concludere il confronto si focalizzerà sullo sviluppo dell’occupazione femminile. Parteciperanno gli assessori Jacopo Rosatelli, Diritti e Pari opportunità, e Gianna Pentenero, Lavoro e Sicurezza, docenti universitarie, esponenti dei sindacati e la Consigliera di Parità Metropolitana. La partecipazione all’incontro è libera, fino a esaurimento posti, ed è gradita la prenotazione su IRMA, il portale della Città di Torino http://www.irma-torino.it/it/, dove è disponibile il programma dei lavori.
L’Amministrazione Comunale, inoltre ha aderito alla campagna patrocinata dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), rivolta alle donne in Afghanistan e Iran, per le quali la Mole Antonelliana si illuminerà di viola la sera dell’8 marzo.
“Quanto sta avvenendo in Afghanistan e in Iran ha determinato dei cambiamenti radicali nella vita delle donne, delle ragazze e delle bambine i cui diritti vengono quotidianamente calpestati e negati. Negli ultimi mesi, l’Amministrazione ha preso parte a diverse iniziative ed eventi di sensibilizzazione per mostrare il pieno supporto della nostra Città alla causa della libertà, tra cui l’approvazione da parte del Consiglio Comunale dell’ordine del giorno “Donna, vita, libertà – solidarietà alle donne iraniane”. Davanti a questa violazione della dignità e dei diritti umani, non possiamo e non dobbiamo restare inermi. È particolarmente importante ribadirlo proprio in questi giorni, con la tragedia delle coste di Crotone ancora negli occhi” ha dichiarato l’Assessore Rosatelli.
Partirà l’8 marzo la prima lezione gratuita del corso di formazione online su ’Linguaggio inclusivo e cultura di parità’ promosso dal Comitato Unico di Garanzia del Comune di Torino e dal Servizio Formazione Ente e prodotto dal CIRSDe. La formazione sarà erogata a tutto il personale comunale dal Servizio Formazione Ente sulla piattaforma e-learning FormaTo.
Numerosi sono inoltre gli incontri, le proiezioni cinematografiche, le mostre e i momenti di approfondimento sui diritti delle donne organizzati dalle associazioni aderenti alla rete cittadina del Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne. Le iniziative sono raccolte in un opuscolo, a cura del Servizio Giovani e Pari opportunità del Comune di Torino, pubblicato sul sito della Città www.comune.torino.it e sempre sul portale IRMA.
Priorità a giovani, irriguo, agroambiente, biologico, zootecnia, apicoltura e riso
La Regione è pronta ad attivare la nuova programmazione dello sviluppo rurale del Piemonte per il periodo 2023 – 2027, con una dotazione finanziaria di 756 milioni di euro,dei quali andranno a beneficiare nei prossimi anni oltre 50 mila aziende agricole su su un milione di ettari di superficie agricola.
“Oggi presentiamo un Psr più ricco rispetto al passato perché mette a disposizione 756 milioni in 5 anni – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – È anche più facile, perché abbiamo ridotto il più possibile la burocrazia richiesta. Ed è un Psr più vero perché risponde alle esigenze attuali dell’agricoltura, a partire dai fondi per combattere la siccità e la carenza d’acqua che sono diventate un’emergenza pressante per i nostri agricoltori e allevatori, dimostra attenzione alla gestione della fauna selvatica, che in Piemonte si traduce anche con il contrasto alla peste suina. Un importante capitolo è poi dedicato a sostenere gli agricoltori nell’ affrontare le difficoltà del settore della frutticoltura. Con questa programmazione la Regione conferma poi l’attenzione alla montagna e all’agricoltura innovativa, rappresentata dai tanti giovani che scelgono di investire in questo settore, per sviluppare e far crescere la qualità dei nostri prodotti agricoli”.
L’assessore regionale all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa precisa: “La nuova programmazione nasce dal confronto con le organizzazioni agricole e dai tavoli nazionali in Commissione politiche agricole e risponde agli obiettivi definiti dall’Europa. Abbiamo grandi risorse finanziarie per cinque anni che si traducono in un’opportunità per il comparto agricolo piemontese. Molto è stato destinato agli interventi agro climatico ambientali, come richiede la Politica agricola comune, ma è anche rivolto a garantire il reddito delle aziende, ad aumentare la competitività e gli investimenti nell’innovazione utili ad affrontare le criticità di mercato e quelle legate al cambiamento climatico. Grande attenzione è stata rivolta al comparto irriguo per gestire l’acqua in un periodo di criticità: manutenzione, nuovi impianti che prevedono una miglior gestione dell’ irrigazione ed opere di stoccaggio saranno sostenute dal nuovo CSR con almeno 55 milioni”.
“Con la nuova programmazione prosegue il sostengo ai giovani che decidono di aprire nuove attività, vengono destinati alla montagna 126 milioni e 54 milioni per le foreste. Proseguono le misure della precedente programmazione ma ci sono anche nuovi interventi che andremo ad applicare grazie al lavoro che è stato fatto ascoltando il territorio. Questi fondi europei per l’agricoltura si integrano nella strategia di sviluppo di altri servizi per la nostra montagna ed i territori”, dichiara il vicepresidente e assessore alla Montagna e Foreste Fabio Carosso.
Priorità a giovani agricoltori, irriguo, agroambiente, biologico, zootecnia e benessere animale, apicoltura, risicoltura, innovazione e formazione.
Attraverso lo sviluppo rurale 2023-2027, per gli addetti ai lavori CSR – Complemento per lo sviluppo rurale, la Regione attiverà 50 tipologie di interventi nel corso dei cinque anni, che andranno a beneficiare aziende agricole e forestali, allevatori, enti pubblici, piccole e medie imprese.
Sono 257 i milioni di euro assegnati sulle misure agro-climatico-ambientali (tra queste 58,5 milioni per la produzione integrata, 53 milioni per l’agricoltura biologica, 25 milioni per la gestione sostenibile dei pascoli, 21 milioni per le risaie, 8 milioni per l’apicoltura).
268 milioni sono assegnati per gli investimenti di aziende e imprese, che comprendono 34 milioni per l’irriguo e 7 milioni per il benessere animale.
Sono 126 i milioni per la montagna (di cui 43 milioni sono per indennità compensative – zone svantaggiate di montagna) e54 milioni per le foreste, a sostegno dei Gal – Gruppi di azione locale 51,4 milioni, 43 milioni per l’insediamento dei giovani e l’avvio di start up in ambito extra-agricolo.
I primi bandi che verranno aperti nel 2023, a partire dal mese di aprile, saranno quelli di alcuni interventi agro-climatico-ambientali e di investimenti per il benessere animale, per investimenti per il risparmio idrico.
In aiuto ai futuri beneficiari la Regione Piemonte ha realizzato una guida pratica, in cui sono riportati i singoli interventi, che sarà disponibile (in formato pdf) sul sito della Regione e verrà distribuita a tutte le aziende agricole e forestali, ai Comuni, enti coinvolti e organizzazioni professionali. Per l’occasione è stato realizzato il nuovo logo dello sviluppo rurale che identifica il Piemonte con le aree territoriali che compongono il mondo rurale: pianura, collina, montagna. Da queste aree nascono i prodotti di qualità che sono le eccellenze piemontesi. La pianta con i germogli indica il passaggio dal territorio verso nuovi mercati.
Inoltre per offrire un’informazione più specifica sui bandi regionali che verranno attivati, la Regione organizza alcuni incontri sul territorio, aperti ai cittadini, con la partecipazione dei funzionari dell’Assessorato regionale all’Agricoltura: il primo appuntamento sarà ad Alessandria il 9 marzo alle ore 17, a Palazzo Monferrato.
Sul sito della Regione Piemonte è possibile consultare la sezione “Sviluppo rurale del Piemonte” al linkhttps://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/sviluppo-rurale-piemonte