POLITICA
Leggi l’articolo su L’identità:
Pichetto inaugura il 2025 all’insegna del nucleare: “Ecco la legge delega”
POLITICA
Leggi l’articolo su L’identità:
Pichetto inaugura il 2025 all’insegna del nucleare: “Ecco la legge delega”
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Diciamoci una banale verità. Nella coalizione di sinistra e progressista manca una gamba
realmente ed autenticamente centrista. Si tratta di una coalizione che progressivamente ha
cambiato ruolo e natura rispetto al passato e sia perchè il Pd con la guida Schlein è diventato un
partito espressione di una sinistra libertaria, radicale e massimalista e sia perchè è fallito
miseramente quel progetto centrista che poteva controbilanciare lo spostamento a sinistra del Pd.
Cioè, il progetto cosiddetto ‘terzo polo’ di Renzi e Calenda.
Ora, per non farla lunga, se la gamba centrista non può essere interpretata e guidata da chi ha
platealmente fallito la sua scommessa, è altrettanto vero che se il tutto si riduce a rafforzare la
componente cattolica all’interno di questo Pd, si tratta di un una semi presa in giro. Detto con
parole più semplici e comprensibili, se il tutto si riduce – al di là delle chiacchiere e della
propaganda di rito dei Delrio di turno – a chiedere più potere e più visibilità all’interno del Pd, la
scommessa di rilanciare un progetto centrista, riformista e anche di ispirazione cristiana è
semplicemente destinato ad essere sacrificato sull’altare delle note, collaudate e ricorrenti
ambizioni personali. Cioè, una pura questione di potere.
Ecco perchè, sempre al di là dell’ipocrisia, forse sarebbe anche il caso di spiegare con chiarezza e
trasparenza il progetto politico di chi pensa, e del tutto legittimamente, di proseguire il suo
impegno all’interno del Partito democratico della Schlein. Ben sapendo, del resto, che la presenza
cattolico popolare e cattolico sociale non si esaurisce aatto all’interno del principale partito della
sinistra italiana da un lato e che, dall’altro, un progetto politico centrista se vuole essere credibile
non può che guardare altrove. A volte è tutto molto più semplice di quel che appare. Certo, chi
pensa di essere l’interprete esclusivo o il più titolato a rappresentare una cultura di pensiero, un
lone ideale e una tradizione storica come quella del cattolicesimo popolare e sociale, è di tutta
evidenza che non si pone neanche il problema della compatibilità politica all’interno di un partito.
Ma, come noto, non è attraverso l’auto investitura e la sola arroganza e presunzione intellettuale
che passano la difesa e la valorizzazione di una gloriosa, storica e qualificata cultura politica come
quella del popolarismo.
Igor Boni è il coordinatore di Europa Radicale, un’associazione a livello nazionale nell’ambito della ‘galassia’ radicale. Militante del Partito Radicale da 40 anni, laureato in scienze forestali, da sempre porta avanti un impegno nel contrastare quel fenomeno conosciuto come ‘consumo di suolo’ avvero quel processo che prevede la progressiva trasformazione di superfici naturali o agricole mediante la realizzazione di costruzioni e infrastrutture. L’Ispra lo definisce la ‘variazione da una copertura non artificiale, ovvero il suolo non consumato, ad una copertura artificiale del suolo, ovvero il suolo consumato.
Con lui Canavesanoedintorni.it ha voluto fare il punto della attuale situazione normativa ai vari livelli e su quale sia il cosiddetto consumo di suolo in Piemonte.
Nel 2021 è stata varata la seconda Strategia Tematica, la prima risaliva al 2006 ed invitava gli Stati a contenere il consumo di suolo, ma non era cogente. Adesso c’è una Direttiva in fase di definizione ,a riguarda il monitoraggio.
Invece a livello nazionale c’è una legge ?
Non c’è alcuna legge in questo senso nel nostro Paese. Difesa del suolo significa, con un termine che rimanda al passato, difesa del territorio, non dello strato che riguarda il coltivo e ciò che vi è sottostante. Nel 2006 è stata presentata la prima proposta di legge inerente la protezione del suolo e, in particolare, il consumo del suolo, ma non è mai arrivata a diventare un testo normativo.
Qual è la situazione in Piemonte ?
I dati Ispra del 2023 parlano di un consumo di suolo in Italia del 7,2% con una crescita di 20 ettari/giorno. In Piemonte è del 6m7% con una suddivisione del 8,6% per Torino, del 5% a Vercelli, 11,2% a Novara, 5,3% a Cuneo, 7,3% ad Asti, 7,1% Alessandria, 7,9% Biella e 2,8% nel Verbano Cusio Ossola.
Pertanto c’è un dato inferiore alla media nazionale e a prima vista non esageratamente alto ?
Il dato deriva dalla conformazione della nostra regione che ha una forte connotazione montagnosa e collinare, dei due milioni e mezzo di ettari subalpini un terzo appartengono a un territorio di montagna. Questo vuole dire che il consumo di suolo è più diffuso soprattutto nelle zone di pianura. E non dimentichiamo che la Pianura Padana e in generale il Nord Italia, in Piemonte – in misura minore rispetto – Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, parzialmente anche il Friuli, si vede sottrarre dei terreni che sono tra i più fertili d’Europa.
Che ruolo gioca in questo l’informazione ?
E’ sicuramente importante per creare la consapevolezza del problema che, però, a tutti i livelli, non viene avvertito nella giusta misura. Oggi se si parla di inquinamento dell’acqua, dei PM10 nell’aria, questa consapevolezza è molto elevata, anche se i dati per queste problematiche sono in costante aumento. Per il consumo di suolo, invece, non accade: si continua a costruire capannoni, lasciando quelli sfitti inutilizzati e si prosegue nel consumo del suolo. Il caso di Vercelli è sotto gli occhi: l’area industriale, che ha sottratto terreni vocati alla risicoltura, è grande ormai come il centro storico. E questa espansione è avvenuta in pochi anni, mentre la città ha dovuto espandersi per un periodo molto più lungo.
Quale potrebbe essere un rimedio ?
Vorrei premettere che non è che le aree industriali non debbano essere fatte, ma debbano tenere conto, in un’ottica di pianificazione di quello che è il consumo del suolo, del fatto che la qualità del suolo svolge una funzione pubblica, anche se privata, in linea con quanto scritto nell’articolo 42 della Costituzione.
Il che tradotto in pratica cosa significherebbe ?
In altri Paesi europei viene riconosciuto un valore a questa funzione del suolo, un valore economico per cui chi edifica paga alla collettività il ‘danno’ che provoca consumando il suolo. In Italia questo non c’è perché: 1) il suolo non ha un valore economico al di là del valore catastale 2) non c’è una legge che lo definisca
In Regione Piemonte cosa farete in questa legislatura ?
Lo abbiamo fatto in passato e torneremo a farlo con questo Consiglio Regionale, nel riproporre l’impostazione di cui dicevo poc’anzi che non vuole dire ‘Stop al consumo del suolo’ ovvero che non si può più costruire, ma nell’andare nella direzione di dare un valore economico al suolo come definito in precedenza. Il tutto sperando sempre che si arrivi ad una legge nazionale.
Prefazione di Giuseppe De Rita
IL LIBRO
Nella transizione che caratterizza il sistema politico italiano è sempre più
indispensabile e necessaria una rinnovata presenza politica dei cattolici. Una
presenza laica ma che sia in grado di recuperare una cultura politica che
storicamente ha segnato tutti i passaggi cruciali della vita democratica del nostro
paese. Nessuno pensa a ricostruire un partito dei cattolici ma, al contrario, a
riscoprire e a rivalorizzare una cultura politica che in questi ultimi anni si è
pericolosamente inabissata. Una cultura, una tradizione, un pensiero e anche
una prassi che non possono avere cittadinanza nei partiti estremisti, radicali,
sovranisti e populisti. Per la semplice ragione che sono partiti e movimenti che
hanno una cultura e uno stile incompatibili con la tradizione e il pensiero dei
cattolici democratici, popolari e sociali. E questo perché, storicamente, la
presenza politica dei cattolici è sempre coincisa con la concreta declinazione di
un centro politico e, soprattutto, di una “politica di centro”.
In questo libro, con la preziosa prefazione di Giuseppe De Rita, si riassumono le
ragioni politiche e culturali per una rinnovata presenza dei cattolici nella
cittadella politica italiana finalizzata a ri-declinare un altrettanto nuovo e incisivo progetto di centro. Una iniziativa,
appunto, che si rende ancor più necessaria di fronte ad un quadro politico che esalta la radicalizzazione del conflitto
politico, una prassi che indebolisce la democrazia, riduce l’efficacia delle istituzioni democratiche e, purtroppo, non
rafforza la stessa azione di governo. L’Autore ha il merito di indicare una prospettiva concreta e realmente
percorribile per i cattolici democratici, popolari e sociali nella società contemporanea e, nello specifico, nel sistema
politico bipolare che si va sempre più delineando. Una presenza, e un progetto, che possono essere declinati solo da
chi storicamente ha quella specifica sensibilità politica, culturale e programmatica. Del centro oggi in Italia ce n’è
bisogno. E il pensiero e la tradizione storica dei cattolici italiani sono in grado di dare un contributo decisivo per
rinnovare la politica italiana e, al contempo, ridare qualità alla nostra democrazia.
L’AUTORE
Giorgio Merlo è giornalista professionista. È stato Vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai ed ha ricoperto vari
incarichi locali e nazionali nella Dc, nel Ppi, nella Margherita e nel Pd. Già Sindaco di Pragelato e Consigliere Nazionale
Anci. È tra i fondatori del movimento politico e culturale Tempi Nuovi-Popolari Uniti. È autore di molti libri. Per
Marcianum Press: Politica, competenza e classe dirigente (2020); Il Centro, dopo il populismo (2023); La sinistra sociale
(2024).
Collana: Il crogiolo | Formato: 15×21 | Pagine: 264 | Prezzo: € 19,00 |ISBN: 979-12-5627-032-3
Per informazioni: t. 041 27.43.914 | marcianumpress@edizionistudium.it ‐ www.marcianumpress.it
«Con tristezza ho appreso della scomparsa di Maria Grazia Sestero. Una vita contraddistinta da passione, determinazione e competenza nella scuola, nella politica, nelle istituzioni e, infine nell’Anpi, che ha rappresentato nel Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, portando anche in quella sede il suo prezioso contributo di idee e di ideali».
Domenico RAVETTI
Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte
Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte
POLITICA
Leggi l’articolo su L’identità:
PRIMA PAGINA-Governo, il bilancio del 2024 e l’agenda per il 2025
Ho letto le cronache della Tua Conferenza stampa di fine anno e ho letto che stai pensando a dar vita a una Lista antiMeloni e mi sono francamente stupito che con tutti i problemi della nostra Città che è scesa nella classifica del benessere del Sole 24 ore dal 38 al 58* posto e che nella classifica dell’Università Sapienza per Italia Oggi risulta oltre il sessantesimo posto tra le cento Città italiane per lavoro, tu pensi prima di tutto a cercare di vincere le prossime elezioni che si terranno tra oltre due anni.