POLITICA- Pagina 99

Valle (Pd). “Segre, addio a testimone antifascismo e protagonista della cultura”

Il Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione: “Lo ricorderemo questa sera al Lingotto in occasione del concerto per il Giorno della Memoria”.

«La scomparsa di Bruno Segre mi addolora profondamente. Con lui si spegne uno straordinario testimone dell’antifascismo e una tra le più libere e coraggiose voci dell’intellettualità torinese.  Il destino ha voluto che il suo addio sia venuto a coincidere con il Giorno della Memoria. Il Comitato Resistenza e Costituzione rimane orfano di uno dei suoi più autorevoli compagni di viaggio, sempre presente a tutte le commemorazioni e a tutte le iniziative culturali. Lo ricorderemo con affetto e riconoscenza questa sera all’inizio del concerto di Luca Barbarossa al Lingotto. Bruno Segre ha vissuto tante vite, tutte con fervida passione: è stato partigiano, avvocato, giornalista, difensore degli obiettori di coscienza, impegnato sul fronte dei diritti umani e della laicità delle istituzioni. I suoi interventi, in particolare quelli in occasione della festa della Liberazione, erano privi di retorica ma capaci di scuotere le coscienze, denunciando con forza i pericoli derivanti da coloro che definiva gli “analfabeti della democrazia”».

Bruno Segre, Grimaldi (AVS): se ne va un gigante dell’antifascismo

 “Socialista libertario, avvocato che difese il ‘primo’ obiettore di coscienza, Pietro Pinna, e soprattutto consigliere comunale a Torino e protagonista ineguagliabile della vita sociale e civile nella nostra città dal dopoguerra a oggi. Partigiano, avvocato, militante indefesso, un compagno e maestro mosso da un’immensa curiosità, e da un’insaziabile fame di libertà e speranza. Te ne vai nel giorno della memoria, in un momento buio, ma tu sarai sempre luce. Ciao Bruno, gigante dell’antifascismo”. Così Marco Grimaldi, vice presidente di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, ricorda Bruno Segre.

I cattolici e l’obiezione di coscienza

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Il nodo dell’obiezione di coscienza sui cosiddetti ‘temi sensibili’ all’interno dei vari partiti è un
aspetto politico di grande rilevanza che misura e certifica il rispetto del pluralismo culturale nelle
singole formazioni politiche. Ovvero, il rispetto delle diverse opinioni all’interno dei partiti plurali. È
di tutta evidenza che questo tema ha sempre avuto una forte cittadinanza ed attualità nei partiti
della sinistra storica rispetto a formazioni politiche che hanno avuto altre culture politiche e altre
tradizioni ideali. E questo per la semplice ragione che nei partiti dove prevale la componente
culturale di sinistra il rispetto, ad esempio, e la valorizzazione della cultura cattolico democratica o
popolare o sociale cambia a seconda delle diverse fasi storiche e politiche.
E la conferma arriva proprio dall’ultimo episodio che ha interessato il Consiglio Regionale del
Veneto sull’approvazione di un provvedimento che interessa il tema, sempre delicato e
complesso, del “fine vita”. Un episodio che ha registrato il dissenso di una consigliera regionale
del Pd, di matrice cattolica, che non condivideva l’opinione maggioritaria del partito su quel
determinato provvedimento. Ora, attorno al comportamento politico dell’esponente del Pd Anna
Maria Bigon che si è astenuta e non è uscita dall’aula come voleva il suo partito, si è aperto un
dibattito politico alquanto interessante.
Al di là delle dietrologie e delle strumentalizzazioni che ne sono scaturite, credo valga la pena
soffermarsi almeno su un aspetto che resta di straordinaria attualità e che è emerso in tutta la sua
virulenza in questa vicenda politica. Ovvero, e molto semplicemente, un partito plurale – nel caso
specifico il Pd – è credibile nella misura in cui esalta e non comprime il pluralismo culturale
interno. Come dicevo poc’anzi, questo elemento varia a seconda delle diverse fasi storiche e
politiche. Se ai tempi del Pci, grande partito popolare e di massa del passato ma con una chiara e
netta cultura politica che lo ispirava, i cosiddetti “cattolici indipendenti di sinistra” non erano
nient’altro che un modo per confermare, solo sul versante formale, la natura plurale di quel partito
– ma che non metteva affatto in discussione il profilo, la natura e il progetto politico e culturale del
Pci – nei partiti che sono succeduti al Pci il quadro non è cambiato granchè.
Ora, e per fermarsi all’attualità e all’ultima versione di quella storica esperienza partitica, cioè il
Pd, non possiamo non evidenziare un elemento. E cioè, sin quando la presenza dei Popolari e dei
cattolici democratici era forte, visibile, organizzata e strutturata, il pluralismo culturale interno era
un dato di fatto oggettivo. Quasi acquisito e anche riconosciuto. Ovvero, i tempi dove i leader
riconosciuti erano Marini, Bindi, Franceschini, Fioroni per ricordare i principali. Certo, le stagioni
politiche, come ovvio e scontato, scorrono rapidamente e il ‘nuovo corso’ della Schlein, per
fermarsi all’attualità, è profondamente diverso rispetto a quello del passato. Recente e meno
recente. È appena sufficiente ricordare che in un partito caratterizzato da un profilo politico,
culturale e sociale radicale, massimalista e ostentatamente libertario, il ruolo dei cattolici popolari
e sociali è ridotto, nella migliore delle ipotesi, ad essere puramente ornamentale. Una
considerazione che ha trovato il suo culmine quando recentemente l’indomito Castagnetti, e di
fronte alla segretaria del partito, ha dovuto mendicare almeno “un posto in segreteria per
riaffermare il ruolo dei Popolari” nell’attuale Pd. Detto con altri termini, per certificare che almeno
formalmente si fa parte di quel partito.
Ecco perchè, a volte, è sufficiente un singolo caso – nello specifico la polemica seguita alla
coraggiosa presa di posizione della Consigliera Regionale veneta Anna Maria Bigon – per arrivare
alla conclusione che non sempre i partiti sono plurali. Anche quando lo dichiarano ai quattro venti
per confermare, semplicemente, quello che non c’è più.

Merlo: Universiadi 2025, per il pinerolese e la Val Susa sono come le Olimpiadi

“Le Universiadi del 2025 non sono certamente le Olimpiadi invernali ma per il pinerolese e l’alta val Susa rappresentano, comunque sia, un appuntamento internazionale pari all’evento olimpico. E questo non solo perchè saranno protagonisti, oltre a Torino, i Comuni di Bardonecchia, Pinerolo, Pragelato e Sestriere con i loro autorevoli e qualificati siti sportivi ma anche, e soprattutto, perchè i giochi universitari rappresentano uno straordinario volano di integrazione sociale, di sviluppo, di conoscenza culturale e di promozione dei territori. Purchè prevalga quel metodo che ha caratterizzato la stagione di Torino 2006. E cioè, una forte e visibile ‘coesione istituzionale’ tra gli enti preposti alla manifestazione da un lato e la volontà politica di promuovere realmente i territori interessati dall’evento universitario dall’altro.
Un doppio impegno, politico ed amministrativo, che può fare delle Universiadi del 2025 un momento davvero importante non solo per questi Comuni ma per tutti i territori circostanti. Che, purtroppo, hanno dovuto pagare a caro prezzo la scelta politicamente irresponsabile e sciagurata dell’amministrazione grillina torinese dell’epoca nel non volere pregiudizialmente ed ideologicamente le prossime Olimpiadi invernali in Piemonte e, nello specifico, nelle nostre valli”.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Ravetti (Pd): “Intervenire sul nodo ferroviario di Casale”

“Ho chiesto all’Assessore regionale ai trasporti, con un question time, chiarimenti urgenti in merito alle azioni che la Giunta regionale intende mettere in campo per migliorare il servizio ferroviario nel territorio alessandrino e nell’importante nodo di Casale Monferrato e riportarlo almeno al periodo pre-pandemico. Ho voluto sollecitare l’Assessore competente per risolvere i problemi sulla linea Casale Monferrato-Mortara” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“Pur essendo stata riattivata, nel settembre scorso, sulla linea ferroviaria Casale-Mortara permangono criticità che condizionano negativamente la velocità dei convogli e non garantiscono un servizio eccellente. L’attuale offerta ferroviaria per Casale Monferrato è carente se non, in alcuni specifici casi, addirittura inesistente e i pendolari casalesi e alessandrini, nei mesi scorsi, hanno subito pesanti disagi sulla tratta ferroviaria Chivasso-Casale-Alessandria” spiega l’esponente dem. “Per questo sostengo che a Casale Monferrato quello che per la Giunta regionale è adeguato per i cittadini e per noi non lo è.”

Giachino: “Per trattenere i giovani laureati e rilanciarsi, Torino ritorni a puntare sull’industria”

Caro Direttore,
Ricorderai che, cinque anni fa, iniziai il discorso sulla TAV in piazza Castello dicendo che la scelta di molti giovani neolaureati di lasciare Torino e l’Italia ci faceva perdere le energie migliori. Il tema è tornato al centro del dibattito senza che in questi cinque anni si sia fatto qualcosa, per merito dell’Arcivescovo Repole che  dice: “Senza Giovani non ci sarà Torino”. Ma dalle parole come sai la politica e le Amministrazioni devono passare ai fatti altrimenti il Declino continua.
Per trattenere i giovani neolaureati occorro offrire uno sbocco lavorativo interessante qualitativamente e economicamente. Ecco perché Torino è il Piemonte devono dire chiaramente con delibere non con interviste ai giornali che il giorno dopo vanno in dimenticatoio.
Lo dico perché contro il declino di Torino mi batto da 10 anni con coerenza, prima portando in Città la sede della Autorità dei trasporti, poi con la grande battaglia per la TAV e infine con la iniziativa che è riuscita a far stanziare da Draghi 8,7 miliardi per il settore automotive. Il Governo Meloni vuole rilanciare la produzione di auto nel nostro Paese.
Torino deve tornare a puntare sull’industria compresa il settore auto e quello della mobilità che sono in continua evoluzione e che spingerebbero Stellantis o altri produttori a guardare a Torino e offrirebbero uno sbocco torinese a chi al Politecnico studia Industria dell’auto.
Lo dico perché ogni giorno che passa le ricerche economiche ci forniscono dati che vanno contro le previsioni fatte nei tre Piani decennali presentati dai Sindaci che hanno amministrato Torino dal 93 ad oggi. Sul Sole 24 ore ci si dice che l’Alta gamma cerca 346.000 tecnici ma ne troverà solo il 50% Nel 2019 si stimavano 236.000 posti nell’alta gamma. Torino , la Capitale dell’auto e della industria italiana nel 93 scelse con una lungimiranza da spavento che l’industria in futuro non sarebbe stata più cosi  importante e pertanto occorreva scommettere turismo, cultura e loisir. Il risultato di quella scelta è che Torino, come ha detto la ricerca della sede torinese di Banca d’Italia ha perso 20 punti dalle Città italiane più competitive e la sua Area Metropolitana , sempre presieduta dal Sindaco di Torino, e’ 41a sulle 44 Aree Metropolitane europee con oltre 1,5 milioni di abitanti.(ricerca CRESME).
In questi giorni si è acceso uno scontro tra là Premier Meloni e Repubblica sulla vendita della FIAT a Peugeot che ha costretto Tavares a dire qualche cosa di più sul futuro dell’auto , che rimane uno dei settori più innovativi , e dell’indotto che per fortuna non si è fatto ingannare dai piani decennali torinesi e ha continuato a investire e a rimanere competitivo .
Torino ovviamente dovrebbe fare il tifo per il Piano Auto di Urso che vuole rilanciare la produzione di auto nel nostro Paese magari affiancando a Stellantis un altro produttore. Per fortuna  abbiamo ancora uno dei migliori Politecnici del mondo .
Ecco perché a mio parere sarebbe il caso che il Sindaco Lorusso e il Consiglio Comunale discutessero di queste cose in seduta aperta anche a Politecnico , Sindacati e esperti per arrivare con una Delibera ufficiale a dire che Torino ritorna a puntare sulla Manifattura del futuro e sull’auto. Successivamente si potrebbe dare vita a un Gruppo di lavoro con Politecnico e le aziende più innovative da Spea, a Prima Industrie , alle migliori aziende della componentistica , a Alenia , Comau e alle migliori aziende dell’ICT da Reply a Dylog a Bellucci  e tante altre che sto dimenticando oltre ovviamente alla Regione e alle Fondazioni Bancarie per dare finalmente al nostro territorio una politica industriale. Questo gruppo dovrebbe ovviamente coinvolgere gli Ingegneri del Centro ricerche della FIAT, i migliori studenti del Politecnico e della Università perché è inaccettabile che da un lato 3/4 dei ragazzi torinesi sia precario e che i migliori laureati de ne vadano all’estero depauperando in modo grave Torino e la sua Area Metropolitana.
Il merito della iniziativa dell’Arcivescovo è di aver fatto dire anche dai dati del Prof. Davico che Torino è in declino . Ma il declino va curato e non basta la Linea 2  della Metropolitana anche perché la TAV arrivera’ , grazie a chi la tenuta ferma e a chi l’ha assaltata, solo nel 2032.
Tutto questo lavoro offrirà al prossimo Consiglio regionale del Piemonte materiale importante per il suo lavoro che è quello di far tornare ai primi posti la Regione dove è nata la Unità d’Italia e che per decenni ha offerto al Paese ottimi uomini di governo
Mino GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti e logistica di FDI

Grimaldi e Accossato: Piemonte, liste attesa infinite

Sanità in Piemonte, Grimaldi (Verdi Sinistra) e Accossato (LUV): Cirio e Meloni spieghino come mai le liste d’attesa sono ancora infinite. “Il Purgatorio delle liste d’attesa non è stato cancellato. Chi tenta oggi di prenotare nel pubblico in Piemonte trova, per una colonscopia, posto solo a settembre a Verduno, per una visita dermatologica a marzo, ma solo a Castelnuovo Scrivia, per una radiografia della colonna a gennaio del 2025 al Mauriziano, oppure a giugno di quest’anno ma a Rivoli, per un’ecodoppler dei tronchi sovraortici a dicembre alle Molinette. Parliamo di visite specialistiche e di eventuali diagnosi e cure che hanno bisogno di grande tempestività. Cirio sostiene che il Piemonte sia il Paese delle meraviglie, ma dovrebbe spiegare questo. Meloni dice di voler abolire le liste d’attesa con un decimo delle risorse necessarie al Servizio Sanitario, sappiamo già come andrà a finire questa promessa” – dichiara il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi. “Proprio ieri ho presentato un’interrogazione urgente all’Assessore Icardi sul tema delle liste di attesa. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di cittadini che, avendo bisogno di prenotare un esame diagnostico, ricevono come risposta dal CUP (Centro Unico di Prenotazione) una prima disponibilità a 12 mesi in poliambulatori anche a distanza di 60 km dalla loro abitazione. Se un cittadino di Torino chiama in questi giorni il CUP per prenotare un’ecografia dei tessuti molli, ottiene come prima disponibilità una prenotazione per ottobre 2024 presso le strutture pubbliche di Ivrea o Cuorgnè. Come ho ribadito ieri a Icardi, il diritto alla salute e alle cure in Piemonte rischia di non essere garantito a causa dei tempi lunghissimi delle liste d’attesa e della carenza di personale. Purtroppo ci sembra evidente la mancanza di volontà nel risolvere il problema sia da parte del Governo che da parte della Regione” – aggiunge Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.

Gallo (Pd): “Caselle -Valli olimpiche, monitorare collegamento”

 “SFM – COLLEGAMENTO CASELLE – VALLI OLIMPICHE: L’ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI CHIARISCE CHE SARA’ SUBORDINATO ALLA REALIZZAZIONE DEL COLLEGAMENTO TRA PORTA SUSA E PORTA NUOVA, PREVISTO TRA IL 2025 E IL 2026. MONITORERO’ LE DIVERSE FASI PERCHE’ IL CRONOPROGRAMMA SIA RISPETTATO”

 “Quando inizieranno gli interventi per collegare le valli Olimpiche con Caselle? L’ho chiesto oggi all’Assessore regionale ai Trasporti. Dallo scorso 20 gennaio, infatti, il SFM ha compiuto un’ulteriore evoluzione e, attualmente, collega l’aeroporto di Caselle con Torino e le Valli di Lanzo, ma nessun collegamento sarebbe previsto per la linea proveniente da Bardonecchia e dalle Valli Olimpiche” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“In questa fase – prosegue l’esponente dem – ritengo che sia quanto mai necessario accelerare gli interventi per collegare adeguatamente le Valli Olimpiche all’aeroporto di Caselle e, altresì, attivare la linea Sfm8 per Ivrea e Settimo e migliorare il servizio della linea Sfm1. E’ prioritario seguire con attenzione i tempi di realizzazione degli interventi infrastrutturali necessari al potenziamento del nodo di Torino per collegare nel più breve tempo possibile le Valli olimpiche a questa infrastruttura, trattandosi, peraltro, di interventi già finanziati da anni e che adesso fanno parte del PNRR”.

“Nella sua risposta, l’Assessore ha affermato che il collegamento tra le Valli Olimpiche e Caselle è subordinato alla realizzazione del collegamento tra Porta Susa e Porta Nuova, passante cruciale previsto tra il 2025 e il 2026. Auspico che il cronoprogramma venga rispettato e monitorerò le varie fasi dell’intervento” conclude Gallo.

“Il Governo ripristini i 25 milioni per il contrasto ai disturbi alimentari”

Inserito tra gli atti da discutere in Consiglio Regionale del Piemonte il mio Ordine del Giorno che chiede alla Giunta di interloquire con il Governo per il ripristino dei fondi e la garanzia della continuità delle cure per i pazienti piemontesi.
 
Ritengo doveroso e urgente ripristinare i fondi nazionali destinati al contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, azzerati nella Legge di Bilancio 2024: ho dunque presentato un Ordine del Giorno che chiede alla Giunta Cirio di interloquire con il Governo per il ripristino di questi 25 milioni di euro e di garantire in ogni caso la continuità delle cure per i pazienti piemontesi. Ho chiesto e ottenuto l’inserimento del mio atto nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte. Lo scorso venerdì le Associazioni hanno manifestato in 29 piazze italiane, compresa piazza Castello a Torino, per chiedere il ripristino di queste risorse economiche. Da firmatario della prima delle tre Proposte di Legge confluite nel testo finale della Legge sul tema della “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare” approvato lo scorso anno all’unanimità dal Consiglio Regionale continuo, con questo atto che mi auguro sia al più presto discusso, nel mio impegno a sostegno delle persone colpite dai disturbi alimentari e delle loro famiglie, nella convinzione che tutte le forze politiche possano e debbano collaborare nell’identificazione di una soluzione. Sono oltre 2 milioni in Italia i giovani con disturbi dell’alimentazione. Anche in Piemonte la crescita delle proporzioni di questo fenomeno preoccupante è stata accelerata dalla pandemia, con circa 30mila casi diagnosticati.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.