POLITICA- Pagina 93

Chieri, la panchina del sindaco

Incontro con il Sindaco Alessandro SICCHIERO

                                                                   

Mercoledì 14 febbraio – alle ore 17.00

Via Gramsci

Presentazione modifiche alla viabilità della zona

Dopo San Silvestro, Parco Levi, via della Gualderia, il giardino di via Monti/via Lombroso, la zona via Chiadò-Strada Roaschia, il cortile del Liceo Monti, il Municipio, il PA.T.CH-PArco Tessile Chierese e la Stazione/Piazza Don Bosco, il decimo appuntamento con la “panchina del Sindaco” è in programma mercoledì 14 febbraio, alle ore 17.00, in via Gramsci.

Sarà l’occasione per presentare ai cittadini le modifiche alla viabilità della zona. Infatti, il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), approvato a giugno, prevede tra i primi interventi da attuarsi quelli relativi al “Comparto Est”, ovvero Via Albussano, Via Gramsci, Via De Gasperi, Via Nostra Signora della Scala, Via Don Gnocchi e i relativi innesti sull’asse di viabilità principale di Corso Matteotti.

Si tratta di una zona della città molto utilizzata da chi frequenta i poli scolastici di Via N.S. della Scala e via Montessori, e che presenta criticità relative alla mancanza di percorsi protetti per la fruizione pedonale.

 

Franco Marini, un leader che ci lascia una grande eredità

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

 

Tre anni fa ci lasciava Franco Marini – per la precisione il 9 febbraio -, storico leader della Cisl ed
esponente di punta della sinistra sociale di ispirazione cristiana. Un ‘magistero’, quello di Franco,
politico, sociale, culturale ed istituzionale che ha attraversato il nostro paese dall’inizio degli anni
‘50 e sino alla sua scomparsa. Una esperienza che è stata caratterizzata da alcuni elementi di
fondo che non sono mai venuti meno. Sia nella lunga e ricca militanza sindacale e sia sul versante
politico ed istituzionale. Una coerenza, frutto e conseguenza di una solida e definita cultura
politica maturata ed acquisita sin dagli anni giovanili, che ha fatto di Marini un interlocutore della
intera politica italiana.


Il primo elemento è indubbiamente rappresentato dalla fedeltà creativa alla cultura, alla tradizione
e al pensiero del cattolicesimo sociale. Principi e valori che sono stati letti ed interpretati da Marini
nella concreta lotta sindacale prima e politica poi. Partendo sempre dalle condizioni reali delle
persone, dalle loro sofferenze ed aspettative. Una cultura ed un pensiero, quelli del cattolicesimo
sociale, a cui Marini non ha mai rinunciato perchè, e giustamente, conserva tutt’oggi una
straordinaria attualità e modernità.
In secondo luogo la difesa e la promozione dei ceti popolari. Marini, come del resto il “suo
maestro politico, Carlo Donat-Cattin, ha sempre individuato nella difesa degli interessi, delle
esigenze e delle istanze dei ceti popolari la sua vera “mission” politica, culturale ed umana. Non è
mai esistita alternativa, secondo il leader della sinistra sociale cattolica, rispetto alla difesa dei ceti
popolari per chi è impegnato concretamente nella vita pubblica in virtù della sua ispirazione
cristiana e della adesione alla dottrina sociale della Chiesa. Una posizione politica che nella Dc
come nel Ppi, nella Margherita come nel Pd, l’ha sempre visto in prima linea accompagnati dal
consueto coraggio e da una coerenza che lo portavano ad essere intransigente sui principi e sui
valori ma duttile nella capacità di costruire soluzioni che puntavano al raggiungimento, nelle
diverse fasi politiche, di soluzioni che potevano soddisfare gli interessi generali. Cioè quello che
comunemente viene definito, per noi cattolici popolari, il “bene comune”.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la funzione del partito come “strumento democratico
capace di trasformare i ceti popolari da classe subalterna a ceto dirigente del nostro paese” e, al
contempo, marcare una presenza politica e culturale definita all’interno stesso dei partiti. Nella Dc
come nei partiti cosiddetti “plurali” della seconda repubblica, Marini non ha mai rinunciato ad
esaltare questi due caposaldi costitutivi della sua lunga e proficua esperienza politica. Per questi
motivi Marini era un interlocutore politico vero. Perchè tutti sapevano che rappresentava un pezzo
della società italiana e di quel pezzo di società si faceva carico. Nel sindacato come nella politica,
nel partito come nelle istituzioni.
Certo, non esiste una eredità personale di Franco Marini perchè, di norma, i leader e gli statisti
sono unici ed irripetibili. Come diceva Donat-Cattin, “il carisma in politica o c’è o non c’è. È inutile
darselo per decreto”. Ma c’è una eredità politica, sociale, culturale e anche umana che Franco ci
trasmette. Una eredità che obbliga ed invita chi continua a riconoscersi nella tradizione e nel
pensiero del cattolicesimo sociale a proseguire quel cammino nella società contemporanea. Ad
inverare, cioè, quella “sinistra sociale” di ispirazione cristiana nella concreta dialettica politica
italiana. Ben sapendo, come diceva sempre Franco, che il “pensiero e l’azione non sono mai
slegati”. E cioè, si è credibili ed interlocutori nella politica come nel sindacato se si è portatori di
una precisa cultura politica e sempre disponibili al dialogo e al confronto con gli altri – amici ed
avversari – per portare a casa risultati per i ceti popolari e le classi lavoratrici. Senza limitarsi a
contemplare l’esistente o a descriverlo in modo accademico ed astratto.
Giorgio Merlo

Iannò: “I cani randagi dell’Arrivore hanno aggredito un giovane”

COSA SI ASPETTA A PRENDERE PROVVEDIMENTI?

 

“E’ successo ieri intorno alle 12. Un ragazzo di 15 anni con la sua fidanzata è stato aggredito da uno dei cani randagi dell’Arrivore ed è ricorso alle cure del pronto soccorso con antibiotici e antirabbica. L’episodio è accaduto dietro la Coop di via Botticelli, attirati forse dai rifiuti e alla ricerca di cibo. Cinque cani probabilmente arrabbiati o forse affamati hanno iniziato a ringhiare e a rincorrere il ragazzo evidentemente spaventato, uno di loro lo ha morsicato alla gamba, per fortuna è riuscito a divincolarsi. Da tempo viene segnalato il branco di cani randagi, cosa che ho fatto l’anno scorso. Ma le risposte dell’Amministrazione sono sempre vaghe, non si riesce a catturarli e non è vero che vengono nutriti da volontari e stiamo monitorando la situazione e non possono essere chiusi in gabbia. Impediamo ai torinesi di frequentare i parchi? Tra l’altro sono cani che vagano tra i parchi Arrivore e della Colletta e possono causare incidenti in mezzo al traffico o esporre ad aggressioni ben più serie. Se ci fosse stato un bambino? Amministrazione comunale vogliamo prendere una soluzione risolutiva senza attuare, come spesso capita, azioni improvvisate?”

Pino IANNO’ Torino Libero Pensiero

Sicurezza, Forza Italia: “le responsabilità del sindaco”

 

Nel Consiglio aperto sulla Sicurezza nella Circoscrizione 6 Forza Italia Torino era presente con alcuni dei rappresentanti del partito a tutti i livelli. Marco Fontana coordinatore cittadino di Forza Italia ha sottolineato: “Forza Italia da tempo chiedeva questo Consiglio aperto con il vicepresidente della Circoscrizione Luciano Speranza. In una conferenza stampa con il senatore Rosso, il vicepresidente del Consiglio comunale Garcea e il responsabile della Sicurezza di Torino Raffaele Petrarulo avevamo spiegato chiaramente che non è più sufficiente fare cortei, banchetti, volantinaggi era invece indispensabile istituzionalizzare il problema e richiamare alle proprie responsabilità il sindaco di Torino. Un Sindaco che ad un certo  punto stimolato dagli attacchi di Forza Italia si presta pure ad un blitz a favore di telecamere figlio di una comunicazione populista che non si addice ad un rappresentante delle Istituzioni. Una scelta imbarazzante e che peraltro ha porta una operazione nel palazzo dello spaccio a non veder sequestrato neppure un grammo di droga. La sicurezza è un tema serio e con il Consiglio di ieri abbiamo ribadito che Forza Italia vuole affrontarlo in modo serio”.

Raffaele Petrarulo, responsabile Sicurezza a Torino per gli azzurri è intervenuto durante il Consiglio attaccando frontalmente il Pd: “Sulla sicurezza il Partito Democratico che guida la città dice ora di avere tutte le soluzioni in tasca e tenta di rimbalzare a Roma le proprie responsabilità. Peccato che nel 2021 quando sedevo in Consiglio comunale e anche in questo mandato con i nostri consiglieri in carica sia in Circoscrizione sia in Comune hanno cassato puntualmente qualsiasi nostra proposta. Penso alla mozione sui presidi fissi e sulle telecamere che noi da sempre chiediamo le hanno sempre respinte. Ora grazie a questo Consiglio sulla sicurezza in circoscrizione 6 intanto abbiamo portato il consigliere regionale Paolo Ruzzola a ribadire che la Regione stanzierà tutti i fondi possibili per garantire un servizio di telecamere nelle zone a rischio di Torino. Un passo in avanti che però si scontra con chi amministra la Città che le Telecamere non le vuole o le vorrebbe spente”.

Paolo Ruzzola capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte ha spiegato: “Il Consiglio aperto della Sesta sulla sicurezza che Forza Italia ha fortemente voluto che venisse organizzato è stato estremamente utile per comprendere dalla viva voce dei cittadini i problemi del territorio. Spiace che il sindaco di Torino non abbia voluto partecipare ed abbia delegato a terzi perchè nessun Ente come le Circoscrizioni è il più vicino ai cittadini: sarebbe stato utile anche per lui ascoltare la Torino reale. Ma d’altra parte sappiamo che oggi è impegnato a difendere i diritti del centro sociale di Askatasuna anche investendo dei quattrini pubblici. Se avesse prestato del tempo per partecipare al Consiglio magari avrebbe scoperto che quei soldi sarebbero meglio investiti sulle periferie per evitare un degrado che ci avvicina sempre più alle Banlieu. La Regione e Forza Italia invece ci sono state, ci sono e ci saranno per Barriera di Milano e per tutte le periferie, perchè per noi anche la periferia è il centro del nostro programma di Governo”

“L’Europa cambia Torino”

Oggi nella Sala delle Colonne di palazzo Civico,in piazza Palazzo di Città 1, si è tenuto il convegno dal titolo “L’Europa cambia Torino”, promosso dal Presidente del Movimento Europeo Italia, Pier Virgilio Dastoli, con la partecipazione della Parlamentare Europea On. Mercedes Bresso; Domenico Moro, del Movimento Federalista Europeo, e gli interventi di Simone Fissolo, Capogruppo dei Moderati in Consiglio Comunale; Silvio Magliano, Presidente dei Moderati in Consiglio Regionale; Dino G. Rinoldi, Docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore; Michela Tubiolo, Segretaria della Gioventù Federalista Europea di Torino. Sono intervenuti per i saluti il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo e la Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo.

Ha introdotto l’incontro il Presidente del Movimento Europeo Italia Pier Virgilio Dastoli, che ha illustrato le competenze e le iniziative del Movimento , definendolo una organizzazione di organizzazioni nata nel 1948 e ispirata alle idee e alle azioni di Altiero Spinelli, e di cui è stato Presidente anche Giorgio Napolitano. Dastoli ha spiegato che il Movimento, da egli stesso diretto, è strutturato in vari Consigli, tra cui quello Accademico, quello Parlamentare e quello Giovanile, e si occupa oggi di creare centri di coordinamento territoriale nelle varie regioni d’Italia. È in programma la creazione di un ulteriore centro di coordinamento nella città di Bruxelles. Questi sforzi sono indirizzati al rafforzamento di un’identità europeista a partire dal territorio comunale. La volontà è quella di creare iniziative coinvolgenti proprio per parlare di Europa e rafforzare il sentimento di quest’ultima a cominciare dai cittadini. Una di queste iniziative riguarda la redazione, come avviene nelle Commissioni Europee, di un Libro Verde, che verrà presentato in tutte le istituzioni territoriali e indicherà cosa dovrebbe essere effettuato nella prossima legislatura.

Il Libro Verde è un rapporto indirizzato a aprire un dibattito, perpoi tradursi in un Libro Bianco con precise proposte rivolte al Parlamento Europeo, e iniziative di cittadini rivolte alla Commissione Europea nel quadro delle azioni del Movimento Europeo Internazionale. Esso tiene conto delle conclusioni della conferenza sul futuro dell’Europa e delle proposte avanzate dalle istituzioni europee e dalle organizzazioni rappresentative della società civile. L’obiettivo del Movimento Europeo in Italia è quello di condividere il rapporto con altre reti della società civile, diffonderlo attraverso i centri di coordinamento territoriale e sottoporlo ai candidati alle elezioni europee. Il Movimento Europeo, nella stesura del Libro Verde, è partito da una serie di considerazioni, tra le quali il constatare il carattere provvisorio ed emergenziale delle più importanti politiche adottate oggi dalle istituzioni europee e dai governi nazionali, e il constatare l’inadeguatezza di un sistema di governo europeo fondato sul Trattato di Lisbona, frutto di un compromesso tra i governi dopo l’abbandono del Trattato Costituzionale.

Maria Grazia Grippo, Presidente del Consiglio Comunale di Torino, considera “L’Europa che cambia Torino” una sorta di invito all’umanizzazione da parte del PNRR. È ormai chiara la necessità di accorciare le distanze tra la dimensione locale e la dimensione nazionale. Il fine dei progetti è quello di sempre: creare un’unità di Stati dall’impronta marcatamente europeista che abbiano un’identità comune. Questo progetto può attuarsi attraverso le stesse parole indicate dal PNRR, come “innovazione, sostenibilità e inclusione”, che devono diventare concetti comuni in cui riconoscersi.

Il Sindaco Stefano Lo Russo, intervenuto per un saluto alla platea, ha ricordato come l’Unione Europea vada ripensata in termini di rafforzamento identitario e di stimoli, colmando quelle lacune che hanno contribuito ad ampliare la distanza tra cittadini e governi di differenti Nazioni. Aumentare la responsabilità a livello locale significa sensibilizzare la cittadinanza ad un’impronta “europea”. Il Sindaco sostiene l’importanza delle prossime elezioni, che fungeranno da punto di svolta riguardo alla vita e ai principi dell’Unione Europea. Sarà importante pensare all’Europa anche in una dimensione di “sogno e progetto”, e a una sorta di “Stati Uniti d’Europa” come il concetto ideale e politico su cui lavorare e creare relazioni accomunate dall’identità.

La Parlamentare Europea On. Mercedes Bresso ha sviluppatol’argomento parlando del lavoro e i benefici del Green Deal, fondamentale per consentire all’Europa di continuare a percorrere la strada della sostenibilità. L’Europa, ha spiegato, è importante per Torino e per il Piemonte. Proprio questa regione, va detto, ha una grande vocazione europea. L’Europa necessita di un cuore politico per avvertire un senso di identità comune. Il voto per una nuova Commissione richiederà un confronto e un dibattito che non sarà solo tecnico o tecnocratico, ma anche politico. Va affrontato l’argomento dei processi decisionali riguardanti il futuro dell’Europa e si deve andare verso un sistema federale, trovando un percorso positivo verso il rinnovamento, che risulterà non semplice se il sistema Confederale accetterà al suo interno la presenza di politici antieuropeisti (come Orban).

La conferenza è proseguita con l’intervento del Capogruppo dei Moderati in Consiglio Comunale Simone Fissolo, che ha spiegatola trasversalità del tema europeo. L’idea della Commissione è quella di avvicinare più persone al voto delle elezioni europee. L’Europa sta cambiando Torino e il PNRR è l’aspetto più concreto che si possa comunicare. Attraverso esso Torino si sta dotando di tutta una serie di nuovi servizi. Sono 300 i progetti da realizzare entro il 2026: 61 sono già iniziati, come quelli che riguardano la dotazione di pullman elettrici e la cyber sicurezza. Torino è stata la prima città italiana (ora anche Firenze) ad avere un manager sulla cyber sicurezza. L’aggiornamento digitale e infrastrutturale è già iniziato e coinvolge 37 progetti che riguardano scuole, tra cuiun nuovo plesso scolastico in via Santhià, edifici pubblici, biblioteche, aree verdi, il Borgo medievale e la sua ridestinazione e il parco del Meisino, sul quale è intervenuto anche un confronto con la popolazione.

Il Presidente dei Moderati in Consiglio Regionale, Silvio Magliano ha spiegato che il PNRR è stato un tentativo di risposta, da parte dell’Europa, a una duplice crisi: una strutturale e l’altra portata dalla pandemia da Covid19. Proprio per questo motivo il tema della sanità è diventato prioritario. Va rafforzata l’unione e la possibilità di condividere dati in maniera efficiente e veloce tra le case di comunità, i centri ospedalieri e il territorio. Contemporaneamente al potenziamento del settore medico e infermieristico, è necessario progredire anche da quello della digitalizzazione di tutto il sistema sanitario. Risulta fondamentale tenersi al passo con i tempi creando velocità di scambio tra banche dati. L’aspetto del potenziamento sanitario è ancora più importante tenendo presente che, ad oggi, siamo un Paese che sta conoscendo un tasso di denatalità crescente.

I politici piemontesi si aspettano, da iniziative come questo convegno, un approfondimento da parte dei cittadini sui temi europei e una loro maggiore partecipazione al voto durante le prossime elezioni europee di giugno 2024.

 

Mara Martellotta

Giachino: “La presentazione del bel libro di Enrico Salza una occasione mancata”

 

Il Sistema Torino incapace di fare autocritica. Torino non si rilancerà se punta solo sulla alleanza con Milano.

LA CITTÀ DECLINA ECONOMICAMENTE MA IL SISTEMA TORINO NON LO AMMETTE

 
La presentazione del bel libro su Enrico Salza, importante imprenditore torinese, per anni presidente della Camera di Commercio e da 40 anni uomo importante del S.Paolo, purtroppo  è stata una occasione mancata per fare il Bilancio economico e sociale della Città. Salza infatti ha contato molto sia sulla politica torinese, che nel sistema economico e bancario torinese svolgendo un ruolo determinante nella elezione di Castellani a Sindaco nel 1993. In qualsiasi azienda i manager sono valutati sulla base dei risultati. Lo stesso deve valere per chi occupa incarichi così importanti. E i cittadini quando vanno a votare dovrebbero scegliere sulla base dei risultati. Torino ha un grattacielo, peraltro l’opera non più bella tra quelle di Renzo Piano, ha una grande Banca come il S.Paolo, ha due tra le maggiori Fondazioni Bancarie ma la sua economia declina da anni e le difficoltà sociali sono più forti. Aver puntato tutto sul turismo e sulle Olimpiadi nate da una idea del Gen. Romano ma molto sostenute dall’Avvocato Agnelli e dal Presidente Ciampi non bastò a creare un nuovo modello disviluppo. Persino nel 2006 l’anno delle Olimpiadi, come capii per primo io, il PIL del Piemonte non riuscì a essere superiore alla media nazionale che è tenuta bassa dalle Regioni del Sud. 
Ma il Sistema Torino che governa la Città dal 1993 e’ assolutamente  incapace di fare autocritica , così come i giornalisti del maggiore giornale torinese, e chi ne paga le conseguenze è la economia torinese, il lavoro, i disoccupati, i giovani torinesi che in gran parte sono precari. 
Ieri, ma le cronache giornalistiche gli danno poco spazio, l’unico  a tentare una analisi e’ stato l’economista Mario Deaglio che ha paragonato la situazione economica di Torino alla stagnazione che Torino subì per 30 anni nella seconda metà del 1800. Un giudizio non proprio lusinghiero sugli ultimi trent’anni di Torino che ebbero inizio con la elezione di Castellani nel 1993. Neanche ieri Castellani ha voluto fare un Bilancio dei tre piani  decennali che,  invece di dare a Torino un nuovo motore economico che non fosse più la FIAT , lo ha indebolito al punto , come ha detto nel giugno scorso Banca d’Italia, che dal 2001 al 2019 mentre Bologna cresceva di 17 punti , Torino ne perdeva 0,7.  
Se non si parte da questo dato pesante non si capisce perché Torino abbia perso tanti negozi, le periferie si siano così impoverite e i cinquantenni facciano così tanta fatica a trovare un nuovo lavoro e soprattutto non si capisce perché tanti neolaureati torinesi sono costretti a cercare lavoro all’estero privando la Città di energie fresche e vitali. Torino non solo non attrae più investimenti dall’estero ma non riesce neanche a trattenere i suoi giovani migliori.
Lo slogan NON PIÙ SOLO FIAT che esprimeva il fastidio nei confronti dello strapotere degli Agnelli, fortissimo in Enrico Salza, come si può leggere bene nel libro, non è stato sufficiente a mettere in campo nuovi motori economici di pari forza. Il Turismo, la cultura e il grandi eventi non hanno assolutamente pareggiato ciò che si stava perdendo.  Occorreva difendere il settore auto , il suo Centro ricerche e contemporaneamente puntare a settori nuovi, aerospazio, turismo e cultura.
Castellani in una intervista al settimanale della Diocesi alla domanda sulla mancanza di lavoro risponde che Torino deve darsi una agenzia per lo sviluppo dimenticando che è la Amministrazione eletta dai cittadini che deve indicare vie di sviluppo efficaci e migliori di quelle degli ultimi trent’anni. Bologna e’ cresciuta di 18 punti in più rispetto a Torino senza avere una agenzia dello sviluppo. E a Bologna ci sono meno diseguaglianze sociali che a Torino.
So che fare autocritica e’ pesante perché ci si deve mettere in discussione e chiedere scusa , ma senza autocritica la Città continua la sua crisi e la metà della Città che sta male sta sempre peggio. 
La insensibilità sociale della sinistra e’ la novità politica degli ultimi trent’anni. 
Cosa serve essere seduti in prima fila al Teatro S. Giuseppe se non si coglie l’intervento dell’Arcivescovo quando ammonisce la politica che dietro ai dati economici negativi ci sono decine di migliaia di torinesi che vivono male e senza speranza e senza sicurezza come vediamo a Barriera di Milano. 
In medicina si dichiara prima la malattia e poi la si cura. Se Torino non dichiara il declino frutto di tante scelte insufficienti, gli sarà più difficile riprendersi. La ricetta di puntare sulla alleanza con Milano e’ insufficiente e rischiosa. L’unica chance è lavorare insieme a Genova , Milano e Lione verso una TAV VALLEY con le 4 Citta che saranno più vicine con la TAV e potranno più facilmente spingersi una con l’altra. Nella TAV VALLEY , un’area da 700 miliardi di PIL , Torino sarà al centro di una rete con  più di 30 Università e Centri di ricerca e sarà trainata a correre di più dalla maggiore velocità economica di Lione, Milano e Genova. Ricordo a tutti che secondo il Cresme nella graduatoria delle 44 Città Metropolitane con oltre 1,5 milioni di abitanti, Lione e’11a, Milano e’23a, solo Torino 41a.
La Regione dovrà favorire in ogni modo la crescita  in delle nostre aziende migliori. Ecco perché occorre sbloccare i nodi infrastrutturali dalla TAV alla tangenziale di Torino, a migliorare i collegamenti col sistema autostradale delle aree industriali di Chieri, Poirino e Cambiano. 
Ecco perché sarà importante l’esito del Tavolo auto in corso dal Ministro Urso, da cui potrebbe arrivare un nuovo modello a Torino, ecco perché nello scontro tra la Merloni e Tavares , faccio il tifo per Giorgia.
Ecco perché bisogna sperare che dalla Regione che uscirà dalle urne del 9 Giugno i consiglieri regionali eletti dai torinesi siano molto più competenti e determinati.
 

Mino GIACHINO 

Responsabile piemontese trasporti e logistica di FDI

Pomigliano, Grimaldi (Verdi Sinistra): Stellantis prepara una fuga con la cassa

“Mentre Mirafiori è in sciopero, Pomigliano trema. Nello scontro fra Governo e Stellantis, le rassicurazioni sulla produzione in Italia sono accompagnate da un velato ricatto: incentivi o niente, senza garanzie su nuovi modelli e occupazione. La minaccia è l’abbandono o il ridimensionamento dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, ma il disinvestimento è visibile da tempo: a Pratola si continuano a produrre Diesel e il fine ciclo di Pomigliano è una Panda endotermica che a un certo punto sparirà dalla scena europea, mentre quella elettrica vola in Serbia. Tutto fa pensare a una fuga con la cassa, che pagherebbero i lavoratori (14mila in Campania incluso l’indotto) e un intero territorio. Presenteremo un’interrogazione a settimana finché non avremo risposte” – lo dichiara il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, che insieme ai colleghi Franco Mari e Francesco Emilio Borrelli ha appunto depositato un’interrogazione

Parità, Tovaglieri (Lega): emendamento Lega su velo islamico

 Per bloccare finanziamenti Ue ad associazioni 

Strasburgo, 8 feb – “L’Europa vuole più diritti e uguaglianza per tutte le donne, ma non si accorge che oggi la vera battaglia è difendere le conquiste femminili che non possiamo più dare per scontate a fronte della progressiva islamizzazione delle nostre città. Pochi giorni fa, in Italia una ragazzina di 13 anni è stata abusata da un branco di giovani egiziani. Un episodio terribile ma non isolato, come confermano dati incontrovertibili quanto agghiaccianti, che a una certa parte politica fa comodo non vedere, che ci dicono che in Italia il 40% dei reati sessuali è commesso da stranieri. Reati maturati in un contesto culturale che considera la donna inferiore e sottomessa all’uomo, condannata a subire l’imposizione del velo, i matrimoni precoci, le mutilazioni genitali femminili, fenomeni in preoccupante aumento proprio qui in Europa. Care sinistre, non illudetevi: per difendere la parità non basta cambiare nome alla Camera dei deputati, aggiungendo la parola “deputate”. Non basta fare le femministe solo contro gli stupratori italiani ma voltarsi dall’altra parte quando a violentare sono gli immigrati. È molto più utile combattere insieme l’ideologia islamista radicale che minaccia la sicurezza e la libertà delle nostre donne. Come Lega abbiamo presentato un emendamento per impedire qualsiasi finanziamento europeo alle associazioni che promuovono l’uso del velo in Europa. Chissà se la sinistra è favorevole o ancora una volta, in nome del miope buonismo, continuerà a foraggiare chi veramente è nemico dei diritti e della dignità delle donne?”

Così l’eurodeputata della Lega Isabella Tovaglieri, componente della commissione FEMM del Parlamento europeo, è intervenuta nella seduta plenaria in occasione del dibattito sulle priorità dell’Europa in vista della sessione della commissione ONU sullo status delle donne.

Matteo Renzi presenta “Palla al Centro” al Principi di Piemonte

 

Sabato 10 febbraio alle 11:30 la prima presentazione torinese del nuovo libro di Matteo Renzi “Palla al Centro”, la politica al tempo delle influencer.

Pubblichiamo un intervento di Vittoria Nallo, responsabile organizzativo Italia Viva Piemonte

Le sfide internazionali, il mondo di oggi, così ingarbugliato e complicato, hanno bisogno di politica e di politici, e non di influencer.

Questo è il senso del libro: in un momento in cui si tende a demonizzare la politica, un invito a coglierne il bello e, soprattutto, l’urgenza. Di portare a casa i risultati, di risolvere i problemi concreti delle persone e di impegnarsi per la propria comunità, per la propria Città, per il nostro Paese. A Torino c’è una grande attesa nei confronti dell’arrivo di Matteo Renzi: solo pochi mesi fa, insieme ad un gruppo di venti ragazzi piemontesi, ci siamo visti a Palermo per la scuola di Politica “Meritare l’Europa”, appuntamento annuale che dimostra l’impegno di un leader e di una comunità politica nel formare una nuova classe dirigente. Anche in Piemonte siamo al lavoro per questo e l’entusiasmo che il libro sta scaturendo proprio nei più giovani, a partire dalle prime presentazioni del libro (Roma, Napoli, Milano), è un segnale che accende la speranza.

Vittoria Nallo

Marziani e qualunquisti

Io sono un marziano. Me ne devo fare una ragione. Questa realtà proprio non la capisco.
Dalle guerre in giro per il mondo alla pochezza di questa nostra classe politica sia a Roma come a Torino. Tutti ormai sanno che non ci sono politiche serie e credibili, anche perché non ci sono più soldi. Praticamente il cosiddetto Stato sociale è saltato. Scuola sanità e servizi in generale stanno evaporando. E il Governo che fa? Tanto loro, i politici, lo stipendio continuano a prenderlo, e che stipendio aggiungiamo noi. Ebbene sì, confesso: oltre ad essere un marziano sono diventato un qualunquista. Sono tutti uguali?
Tranne alcune encomiabili eccezioni direi decisamente di sì. E che cosa fanno concretamente: nulla. O perlomeno una cosa la fanno: lavorano per mantenersi il loro posto o sono alla ricerca di un posto. Eccoci alle grandi manovre visto che si voterà per le elezioni europee e per alcune regioni tra cui il nostro Piemonte. Per Cirio Governatore conferma della candidatura ed al netto dei “nostri pistoleri in erba” la solita competizione tra Fratelli D’Italia e Lega per essere il primo partito. Non c’è storia tra Meloni e Salvini.
Vincerà sicuramente la prima che, alla bisogna è tornata ad essere la borgatara di Garbatella. Per Salvini essere il Capitano è oramai un lontano ricordo.
Anche il Pd non è messo bene. In Piemonte l’accordo tra PD e cinquestelle è chiaramente una chimera. Solo Conte potrà convincere l’Appendino di venir meno al suo storico e sedimentato odio verso l’attuale sindaco Lo Russo. Ruggine vecchia per le passate denunce. Dunque un netto rifiuto della candidatura di Valle attuale consigliere regionale. Poi c‘è il ritorno di Mauro Laus.
Ringalluzzito dalla positiva chiusura della verifica del commissario ministeriale sulla coop Rea. Sbaglierò ma mi sa che nel pd c’è l’ennesimo regolamento dei conti. La Schlein da chi è stata eletta? Dalla maggioranza dei non iscritti al partito. Bonaccini era maggioranza negli iscritti Pd. Dunque? I secondi vogliono una rivincita sul campo con candidati anti Schlein. Non mi sembra una cosa da poco. Un pd preso in mezzo da una sinistra sbrindellata che non va a votare e un centro destra sempre più destra destra con qualche spruzzo di centro. Povero Tajani, ce la mette tutta ma tutti sanno che la vera competizione è tra Meloni e Salvini.
Contenuti di questa campagna elettorale? Io non li vedo. Magari mi sbaglio. Ma si sa, oramai sono solo un marziano.

PATRIZIO TOSETTO