Ieri al Teatro Carignano si è svolto il Congresso di Forza Italia della Città di Torino alla presenza di Antonio Tajani, occasione per “incoronare” Alberto Cirio alla ricandidatura di governatore del Piemonte. È stato eletto per acclamazione Marco Fontana, riconfermato coordinatore e segretario del partito per i prossimi tre anni oltre alla sua squadra di componenti del coordinamento e di delegati nazionali.
“Senza entrare nel merito del confronto tra il Pd e il movimento 5 stelle sulle prossime elezioni
regionali del Piemonte, una considerazione politica di fondo non si può non fare. E cioè, è
francamente imbarazzante, nonchè complicato, costruire una alleanza di governo anche per
guidare una regione importante come il Piemonte, con un partito populista e anti politico come
quello dei 5 stelle. Una alleanza che, com’è persin ovvio ricordare, prescinde da qualsiasi
valutazione politica e progettuale e che sarebbe ispirata solo e soltanto dalla logica del
pallottoliere.
Un elemento, questo, che spinge oggettivamente l’area popolare, centrista e riformista a guardare
politicamente altrove”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi-Popolari uniti.
I cattolici e il nuovo Centro
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
La domanda per un Centro rinnovato, riformista, dinamico e di governo fa discutere anche nell’area cattolica italiana. Dopo la lunga stagione dell’unità politica, seguita dalla fase della diaspora e del radicato e consolidato pluralismo delle varie opzioni politiche, è indubbio che nella vasta e composita area cattolica italiana cresce la domanda per un nuovo Centro politico e culturale. Non in chiave nostalgica e regressiva, come ovvio e scontato, ma per costruire un progetto e una prospettiva politica che mal si conciliano con chi persegue un obiettivo di radicalizzazione del conflitto politico da un lato funzionale ad un violento e radicale bipolarismo dall’altro. Del resto, è abbastanza evidente che la cultura politica di centro e lo stesso progetto di un centro riformista e dinamico hanno storicamente accompagnato e caratterizzato il cammino e la presenza politica dei cattolici italiani. E non solo dal secondo dopoguerra in poi. Una presenza indubbiamente plurale ma che, però, ha sempre rifiutato di dispiegare un progetto politico modellato sull’estremismo o sul massimalismo. Al limite, citando una celebre espressione, una sorta di “centro radicale”, ma pur sempre ispirato a criteri che fanno del riformismo e della cultura di governo la stella polare del comportamento concreto nell’agone politico nelle diverse fasi storiche. Non a caso, la presenza politica dei cattolici nella vita pubblica italiana si è progressivamente affievolita man mano che l’impianto bipolare ha avuto il sopravvento rispetto ad una vera e credibile “politica di centro”. Ora, se non si vuole continuare a ghettizzare una risorsa politica e culturale di straordinaria importanza anche e soprattutto per la qualità della democrazia italiana, è indubbio che la cultura politica dei cattolici italiani, seppur nelle sue diverse espressioni, può ritornare protagonista solo se una nuova e rinnovata ‘politica di centro’ riesce a fare breccia nella cittadella politica italiana. E questo coincide, piaccia o non piaccia, solo se ritorna quello che storicamente viene etichettato come Centro. Anche perchè, com’è altrettanto evidente, non può essere una sinistra radicale, massimalista e libertaria come quella della Schelin o una destra, come quella fintamente clericale e sovranista della Lega salviniana e di altri settori di quel campo politico a farsi carico di quella domanda politica, culturale, sociale e programmatica. Lo abbiamo concretamente constatato in questi ultimi anni, appunto, caratterizzati da un bipolarismo selvaggio che ha prima allontanato e poi reso del tutto marginale e periferica la presenza politica dei cattolici italiani. Una presenza che può ritrovare la sua linfa originaria solo se, e senza alcuna supponenza ed arroganza, ritorna anche e soprattutto una ‘politica di centro’. E le prossime elezioni europee sono la più ghiotta occasione per cercare, seppur lentamente ed umilmente, di invertire la rotta. Una elezione disciplinata, come tutti sanno, dal sistema proporzionale che offre la possibilità concreta per presentare il proprio progetto politico cercando, al contempo, di allargare l’area di consenso. Ben sapendo che l’area di centro, come emerge dalla storia democratica del nostro paese, è molto più ampia della sola cultura cattolico democratica e popolare. E l’obiettivo di fondo di un nuovo e rinnovato campo centrista è proprio quello di essere il più possibile inclusivo e plurale perché solo attraverso la confluenza di più correnti ideali e culturali sarà possibile ricostruire un’area politica che potrà di nuovo essere decisiva e determinante per caratterizzare i futuri equilibri politici del nostro paese.
Il Governo ha il dovere di chiarire.
Controllo del territorio, Fdi: “Lo Stato avanza”
“La questione sicurezza, come più volte ribadito, è prioritaria per il governo Meloni: anche a Torino, finalmente, lo Stato torna ad avanzare e la legalità verrà ristabilita e garantita. In Barriera di Milano così come in tutte le aree cittadine a rischio criminalità”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia. “Il rafforzamento delle misure preventive di vigilanza e di controllo del territorio, che riguarderanno anche il contrasto allo spaccio, all’abuso di alcol, al degrado e all’abbandono dei rifiuti, è il segno tangibile della capacità di questo governo di dare risposte concrete ai cittadini e alle imprese. E’ altresì un riconoscimento concreto al lavoro instancabile delle Forze dell’Ordine, non più sole in una lotta impari contro la criminalità, ma puntellate, sostenute e potenziate con uomini, risorse e mezzi adeguati per vincere quella che riteniamo una vera e propria battaglia di civiltà. Grazie all’encomiabile lavoro del Ministro Crosetto possiamo finalmente dire che lo Stato non lascia territori ostaggio della criminalità ma li restituisce ai cittadini”.
“Mentre a Torino non si fa altro che continuare ad aumentare le tariffe delle corse e degli abbonamenti GTT, non molto distante dalla nostra Città abbiamo un esempio a cui provare a fare riferimento per tentare di invertire la sempreverde rotta degli aumenti indiscriminati a fronte di servizi pessimi, andando così incontro alle esigenze di un maggior utilizzo dei mezzi pubblici”, così Claudio Desirò, Segretario di Italia Liberale e Popolare, commenta le novità del trasporto urbano in vigore a Genova, città virtuosa e che indica una nuova rotta sulla diffusione della mobilità pubblica.
“Nel Capoluogo Ligure, dal primo Gennaio, l’utilizzo della Metropolitana è gratuito, mentre dal 15 Gennaio, tutta la rete di trasporti pubblici è gratuita per gli utenti under 14 ed over 70 ed allo stesso tempo sono stati ridotti i costi degli abbonamenti di circa il 30%: misure concrete per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico, in controtendenza con quanto si continua a fare a Torino”, aggiunge Desirò.
“Una scelta coraggiosa distante da quanto si continua a decidere a Torino, Città in cui si è instaurata una guerra ideologica al traffico privato, condita da progetti come la ZTL allargata, i continui blocchi anche dei motori più moderni, il costante rincaro della sosta sosta a pagamento, continuando parallelamente ad aumentare i costi di utilizzo del TPL” , continua Desirò.
“Evidentemente, mentre a Torino ci si ferma alle belle parole ed ai buoni propositi, altrove si passa ai fatti concreti. Fatti concreti che i torinesi continuano ad attendere, forse invano, da un’amministrazione attenta unicamente a fare cassa, perché priva di idee e di visione per il futuro della Città“, conclude Desirò.
Italia Liberale e Popolare
Coordinamento Regionale Piemonte
”In Consiglio Comunale si è assistito nuovamente alla mancanza di volontà di discutere su un atto proposto dall’opposizione, adducendo la scusa che la mozione fosse troppo vecchia.
Ieri, a distanza di poco più di un anno, la mozione “Il parco del Meisino non va stravolto, ma rispettato” depositata il 12 dicembre 2022 e liberata per l’Aula il 2 febbraio dell’anno scorso, è approdata finalmente in Aula.
Nel documento si chiedeva sostanzialmente di rivedere il progetto “Parco dello sport e dell’educazione ambientale” e renderlo un luogo di osservazione ambientale.
Peccato che ci sia la costante volontà di inserire e discutere gli atti della minoranza alle famose “calende greche”.
La mozione è quanto mai attuale, visto che si sta procedendo alla stesura di un progetto esecutivo, prima di conoscere il Piano di Gestione dell’area che avrà “effetto di dichiarazione di pubblico interesse generale e le relative norme sono immediatamente efficaci e vincolanti e prevalgono, come previsto dalle Linee Guida per la gestione dei siti Natura 2000 adottate con decreto 3 settembre 2002 del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, sugli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di qualsiasi livello”. Sarà ancora peggio se si procederà ad avviare i lavori, su opere con il rischio che le medesime siano in contrasto con il Piano di Gestione dell’area. Di questo ne vogliamo parlare o quando si tratta di denaro pubblico va sempre tutto bene?”
Pino IANNO’ Torino Libero Pensiero
Vannacci, Grimaldi (Verdi Sinistra): Spazzatura revisionista contro cui dovremmo avere anticorpi. “Presentare il libro di Vannacci proprio il giorno della memoria è chiaramente provocatorio e disgustoso. Ma il problema non è che Vannacci possa parlare, nè dove e quando parla, il problema è quello che dice. Il problema è che dovremmo avere gli anticorpi per respingere come spazzatura revisionista le rivalutazioni dello ‘statista’ Mussolini e archiviare la figura Vannacci negli scantinati della storia e della politica. Invece qualcuno è qui a pendere dalle labbra di questo neofascista, qualcuno gli offre scranni e altri devono perdere tempo a contestare le sue pseudotorie” – lo dichiara il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi.
Il tempo di ricordare il nostro tempo
Hai ragione Tullio Monti. Del resto l’abbiamo sempre saputo che tutto è Tempo e viene sempre il tempo di ricordare il nostro tempo.
Adesso che stiamo “galoppando” verso i 70 anni. Adesso che non ci riconosciamo in questo presente fatto da piccole cose di pessimo gusto. Oggi tanta violenza e tante stupidaggini al potere. Vero che anche ai tempi nostri c’era violenza. Cresciuti tra la violenza terroristica di destra e di sinistra.
Cresciuti nella consapevolezza d’aver intorno meno stupidità e più intelligenza. Appunto, il nostro passato batte l’attuale presente 100 a zero. Siamo presuntuosi?
Forse… ma in questa presunzione c’è anche un’altra consapevolezza: voler dire sempre e comunque la nostra, magari il più delle volte contro tutto e contro tutti. Tullio Monti scrive due “poderosi” volumi sulla sua esperienza politica e direi anche, se non soprattutto umana. Come eravamo. Ottima sintesi.
La Val di Susa la fa da padrone. Ma soprattutto il primo volume spazia, propone articolazioni tra politica e società piemontese, italiana ed internazionale.
Una delle più belle “invenzioni” di Tullio è la Consulta Laica con i relativi rapporti internazionali con la componente laica della rivoluzione anti scià. Tullio, un innovatore.
Molti giudizi ci hanno diviso ma non ci hanno contrapposto. In particolare le differenze non sono mai diventate contrapposizioni.
Così giovani socialisti, giovani democristiani e giovani comunisti si sono ritrovati su “fronti” comuni. Rispetto ed in molti casi reciproche stime. Tutto roseo ed idilliaco? Assolutamente no. Tante, tantissime discussioni ma, appunto tanto ma tanto rispetto. E ancora oggi portiamo dentro quel che eravamo.
Si sa che c’è quasi sempre un delta tra ciò che siamo e quello che avremmo voluto essere. Ma, almeno ci abbiamo tentato ad essere quello che volevamo e che siamo diventati. Visto i tempi un po’, anzi decisamente oscuri, non è da poco.
PATRIZIO TOSETTO