POLITICA- Pagina 82

Il monito di Cassino

EDITORIALE

Di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”

Non c’è luogo più simbolico e carico di significato dell’abbazia di Monte Cassino, rasa al suolo ottant’anni fa, per il monito lanciato dal presidente della Repubblica. Nel suo forte richiamo a fare di più per la pace, e a farlo come Europa, nel segno di San Benedetto, Sergio Mattarella, parlando alla cerimonia commemorativa dell’ottantesimo anniversario della distruzione della città…

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Il monito di Cassino

Elezioni regionali, +Europa: “Valutare le opzioni”

“Bene che il PD sia uscito dall’ impasse che lo teneva bloccato da mesi con la proposta di Gianna Pentenero come candidata alla guida del Piemonte rivolta agli altri soggetti della coalizione di cui, lealmente, facciamo parte. Auspichiamo che presto venga convocato il tavolo della coalizione per confrontare questa proposta con eventuali altre indicazioni”. Così il coordinatore regionale di+Europa Flavio Martino in una nota a commento della conclusione dell’ Assemblea regionale del PD di questa mattina. “Lavoriamo per allargare la coalizione il più possibile verso l’ area liberaldemocratica fino a rendere contendibile la guida della nostra regione a Cirio e Marrone”, ha concluso.

L’anti-Cirio del Pd è Gianna Pentenero. Sarà lei a sfidare il governatore uscente del Piemonte

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La decisione dell’assemblea regionale del Pd è arrivata in queste ore. Sarà l’assessora comunale di Torino al Lavoro e alla Polizia municipale  Gianna Pentenero (che in passato ha già ricoperto ruoli in Regione)  la candidata del centrosinistra alla presidenza del Piemonte. Toccherà a lei sfidare il presidente uscente e ricandidato Alberto Cirio.

Il Centro o è inclusivo o non è

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Diciamoci la verità. Del Centro, nel nostro paese se ne parlerà ancora a lungo per la semplice
motivazione che in Italia storicamente si governa “dal centro” e “al centro”. E, di conseguenza,
anche chi teorizza o pratica la radicalizzazione del conflitto politico se approda al Governo è
costretto, piaccia o non piaccia, a coltivare – seppur maldestramente – una ‘politica di centro’.
Per questi motivi quando si parla del Centro, o di un partito di Centro, il dibattito non è destinato a
cadere. E adesso, seppur all’interno di una cornice ancora caratterizzata da un forte impianto
bipolare, la domanda di Centro è più forte del passato. Anche solo di un passato recente. Ma
questo luogo politico, pur senza rimpiangere nostalgicamente il passato, deve rispondere ad
alcuni ingredienti di fondo che, del resto, sono emersi in modo palese anche dal recente voto in
Sardegna e, in maggior misura, in Abruzzo. Ed è abbastanza evidente che questo trend è
destinato a rafforzarsi anche in vista delle prossime elezioni europee.
E gli ingredienti di fondo di quest’area politica sono sempre quelli che hanno caratterizzato per
svariati decenni la cosiddetta “politica di centro” all’interno un contenitore centrista. E cioè,
cultura di governo, capacità inclusiva, leadership diffusa, cifra riformista, disponibilità al confronto
e al dialogo, rifiuto della radicalizzazione, cultura della mediazione, senso dello Stato e cultura
delle alleanze. Ingredienti che, collegati insieme in modo virtuoso e dinamico, contribuiscono a
consolidare un vero e proprio progetto politico di Centro.
Ora, è altresì evidente che non possono essere singoli partiti personali e guidati da un capo
indiscusso ed indiscutibile gli strumenti più idonei per declinare concretamente, ed efficacemente,
un luogo politico centrista. Perchè, appunto, l’area centrista è credibile solo se è inclusiva e se, al
contempo, non radicalizza il confronto con gli altri attori politici. Al riguardo, è abbastanza facile
spiegare il trend positivo, seppur non inarrestabile, di Forza Italia alle ultime elezioni regionali e la
continua caduta – o meglio il non decollo – dei partiti di Renzi da un lato e di Calenda dall’altro. E
la ragione di fondo risiede anche e soprattutto nel nuovo corso di Forza Italia e di chi la guida in
questa fase politica, ovvero Antonio Tajani.
Insomma, senza scomodare pesanti analisi politologiche e senza avventurarsi in mille analisi del
voto, le ragioni di questo trend questa volta sono tutte politiche e quindi abbastanza facili da
decifrare. E cioè, per poter ricostruire – o costruire – una vera area centrista nel nostro paese,
anche in un sistema bipolare e maggioritario, sono necessari indubbiamente il progetto politico
ma anche, e soprattutto, uno “stile” politico e un “metodo” di comportamento che sono alternativi
al populismo anti politico e demagogico, al massimalismo radicale ed estremista e al sovranismo
oltranzista.
Ecco perchè, e mai come in questo momento, “cultura del progetto” e “cultura del
comportamento” saranno fortemente intrecciati se si vuol nuovamente dispiegare una credibile
‘politica di centro’ nel nostro paese.

Il campo lucano

EDITORIALE

Di Adolfo Spezzaferro  direttore de “L’identità”

All’indomani della scelta del candidato di Pd, M5S, Avs e +Europa per le regionali in Basilicata si è scatenata l’ira dell’ex o meglio del mai nato Terzo polo. Il medico Domenico Lacerenza, 66 anni, direttore della Sic di oculistica del San Carlo di Potenza, al suo esordio in politica, non piace al campo larghissimo. Ma solo al campo lucano. Perché ci pare di capire che le alleanze a sinistra hanno il respiro corto, giusto il tempo di una campagna elettorale, e sono ritagliate su misura di ogni singola competizione.

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Il campo lucano

“Stellantis e la fine dell’automotive in Italia”

CONVEGNO NAZIONALE  DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Sabato 16 Marzo dalle 14,30 alle 18
presso il Circolo ARCI LA PODEROSA
(via Salerno 15A, Torino)
Il tema del futuro di Stellantis e dell’automotive a Torino e nel nostro Paese è tornato da qualche tempo all’attenzione dell’opinione pubblica, dopo un periodo di sostanziale silenzio.
A fronte di incerte e poco convinte dichiarazioni sulla centralità della realtà produttiva torinese nelle strategie di Stellantis sta la realtà di uno stabilimento, quello di Mirafiori, sempre meno utilizzato, destinato a produzioni sempre più lontane dall’assemblaggio di autoveicoli, con il fantasma vorace della speculazione che si staglia sull’enorme area di 3 milioni di metri quadri.
Sullo sfondo, la necessità di una vera transizione ecologica, di un progetto di mobilità sempre più orientato verso il trasporto pubblico, piuttosto che sull’uso privato dell’auto come finora lo abbiamo concepito. La necessità, anche, di un’alternativa diversa da chi  concepisce lo sviluppo della nostra città come orientato verso la produzione bellica aerospaziale.
Su questi temi RIFONDAZIONE COMUNISTA svolgerà un Convegno Nazionale a Torino SABATO  16 MARZO dalle ore 14,30 alle 18 presso il Circolo ARCI La Poderosa di via Salerno 15a.
In occasione del Convegno, intitolato “Stellantis e la fine dell’automotive in Italia” numerose voci esperte si confronteranno sui temi della globalizzazione, della transizione ecologica e digitale, delle necessarie politiche pubbliche.
Dopo l’introduzione, affidata al segretario della Federazione di Torino Fausto Cristofari, si succederanno gli interventi di lavoratrici Stellantis come Nina Leone (Mirafiori) e Iolanda Picciariello (Melfi), di sindacalist3 come Samuele Lodi, responsabile nazionale automotive della FIOM e Elena Ferro, della segreteria della Camera del Lavoro di Torino, del responsabile della commissione lavoro Giorgio Pellegrinelli, di importanti studios3 come Vincenzo Comito, Angelo Tartaglia, Matteo Gaddi, Nadia Garbellini. Concluderà i lavori Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro del PRC.
Proveremo così ad aggiungere un mattone nella costruzione di un’alternativa al declino produttivo di Torino e dell’automotive, nella direzione di un diverso modello di società.
  RIFONDAZIONE COMUNISTA

Giardino Madre Teresa, Alessi (Fdi): “Situazione di degrado dopo il taglio del nastro”

A 7 giorni dall’inaugurazione della riqualificazione del Giardino Madre Teresa di Calcutta con la presenza del sindaco Lo Russo, dell’assessore Tresso, del presidente della Circoscrizione 7 Deri, dell’Unicef e delle scuole la situazione è INACCETTABILE, come sempre!

Il sindaco e il presidente della Circolazione  7 giorni fa in un giardino perfetto, qualche residente diceva che avevano solo da dare il lucido a terra, dicevano che lo restituivano alle persone che vivono il quartiere come un luogo più verde e vivibile.
Signor Sindaco pensava davvero quello che ha dichiarato??? Basta vedere le foto di ieri sera e di questa mattina per capire che le sue erano solo parole parole e ancora parole
Siamo stufi delle parole mai seguite dai fatti, senza la volontà politica non si risolvono le criticità di questo giardino.
Non si possono spendere 500 mila euro per poi lasciare questo luogo, che potrebbe essere molto bello, al degrado più assoluto.
Gli operatori di Amiat al mattino svolgono al meglio il loro lavoro ma tutto si vanifica senza una progettazione seria e diversa dall’attuale.
Dai balconi i residenti vedono di tutto, compresa la vendita di droghe e a volte il loro consumo, bivacchi e festicciole come ieri sera, risse quotidiane, carte da gioco buttate a terra quasi ogni sera, ecc. ;
Il 7 marzo su FB si leggevano i seguenti post. Post completamente fuori dalla realtà quotidiana-
Lo Russo: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile.


Un luogo che sarà un punto di incontro e favorirà l’aggregazione e la pratica sportiva all’aria aperta, grazie anche alla piastra sportiva e alla nuova area giochi, pensata per essere accogliente e inclusiva per tutte e tutti.
L’inaugurazione di oggi è un segnale ulteriore della nostra volontà di puntare sulla zona di Aurora, e si inserisce pienamente in quella serie di progetti diffusi che stiamo mettendo in campo nelle nostre circoscrizioni in aree protagoniste di interventi particolarmente attenti anche ad aspetti di sostenibilità, inclusione e alle esigenze delle comunità e dei quartieri.
#stefanolorussosindaco
Deri: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile.
Dopo la rigenerazione dei giardini Michele Pellegrino e Alimonda un’altra area di Aurora è stata completamente recuperata. All’appello manca solo il giardino di via Saint Bon i cui lavori di riqualificazione partiranno tra poche settimane. Tutti gli interventi sono stati realizzati con fondi dell’Unione Europea.

Patrizia Alessi 

consigliera Fdi

Roberto Castelli torna in campo

di Massimo Iaretti

Roberto Castelli torna in campo. L’ex ministro della Giustizia e vice ministro delle infrastrutture, oggi segretario federale del Partito Popolare del Nord, sarà candidato alle elezioni al Parlamento Europeo nella lista ‘Libertà’ insieme al leader di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca, con il quale ha dato l’annuncio nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati. Lo abbiamo sentito ‘a botta fredda’.

 

Come mai questo ‘ritorno in campo’ ?

Il Partito Popolare del Nord sta cercando di mettere insieme realtà che hanno un minimo comun denominatore che è quello di una riforma basata sulle macroregioni, soluzione peraltro prevista dalla Carta Costituzionale. In nostri alleati mi hanno ‘imposto’ di partecipare alle Europee con una semplice costatazione: Se ci credi devi metterci la faccia.

Non è una contraddizione un Partito che ha un territorialità nelle regioni del Nord si vada ad alleare con un altro che parte dal Sud ?

Stiamo facendo un’operazione analoga a quella che in passato Bossi fece con il Movimento della Autonomie di Raffaele Lombardo. Non finì benissimo. Oggi le cose sono cambiate e a Cateno do il beneficio della buona fede e dell’impegno.

A proposito di Nord: in quali regioni siete maggiormente radicati, tenendo conto che il Partito è nato da pochi mesi ?

Ovviamente in Lombardia, dove stiamo anche aprendo una sede a Lecco, ma anche nelle Marche ci siamo, così pure in Liguria, in Friuli. Ci sono poi contatti con il Veneto. Il lavoro fatto dall’associazione Autonomia e Libertà in questi anni sta dando i suoi frutti.

E in Piemonte ?

L’idea è di partecipare alle elezioni regionali con nostre liste o con altre realtà con le quali stiamo parlando.

Giachino scrive a Cirio per i rimborsi alle autoambulanze 

I mezzi delle Associazioni che svolgono il servizio di Emergenza Sanitaria 118 in forma estemporanea
Mino Giachino, già sottosegretario alle Infrastrutture e oggi responsabile Trasporti del Piemonte per Fdi, ha scritto la seguente lettera al Presidente della Regione per sollecitare i rimborsi relativi alle ambulanze delle associazioni:
“Caro Alberto, conosco bene il Vostro grande impegno per la Sanità piemontese toccata prima dai tagli governativi e poi da quelli della precedente Amministrazione regionale. I Tagli della precedente Amministrazione hanno anche riguardato le Associazioni che svolgono il servizio di EMERGENZA SANITARIA 118 in forma estemporanea cui si aggiunge oggi il mancato rimborso degli ultimi mesi , da parte della Regione. Il contributo al Servizio di EMERGENZA SANITARIA dato da queste Associazioni e’ troppo importante per la i nostri concittadini a partire dalle vallate alpine e dai Comuni più distanti dalla Città o dagli Ospedali”.

Ruffino (Az): da governo accanimento, tolti 1,2 miliardi a sicurezza ospedali

“Tra tagli, revisioni e modifiche varie, il comune denominatore dell’azione del governo è sempre l’accanimento sulla Sanità pubblica. L’ultima conferma arriva dalla rimodulazione del Pnrr, all’interno della quale, ben nascosta, c’è la sottrazione di 1,2 miliardi del Piano nazionale complementare che erano destinati alla messa in sicurezza e all’ammodernamento degli ospedali”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “A denunciare il nuovo ‘taglio inaccettabile’ è la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, dunque anche tecnici ed assessori e di regioni governate dal centrodestra, che semplicemente si ritrovano senza poter più contare su risorse programmate a fronte di cantieri già aperti o di gare già assegnate. Si sottraggono all’edilizia sanitaria 1,2 miliardi che servivano a finanziare interventi urgenti e necessari, basti pensare a quelli per la sicurezza sismica, una ovvia priorità per un Paese come il nostro ad elevato rischio terremoti. Un altro colpo al cuore di un sistema già al collasso, con strutture spesso vecchie e talvolta anche non a norma, come purtroppo ben sanno medici, infermieri e cittadini. Una scelta folle – conclude Ruffino – che rappresenta bene, però, quanto poco interessi a questo governo la Sanità pubblica”.