EDITORIALE
di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”
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Riceviamo e pubblichiamo – “A Torino domenica 24 marzo 2024 accogliamo Mario Adinolfi, giornalista e scrittore romano – ha dichiarato Carlo Bravi, del Popolo della Famiglia (PdF) di Torino. Che ha proseguito: “Adinolfi ha accolto l’invito rivoltogli dal Prof. Don Salvatore Vitiello dell’Associazione ‘Logos e Persona‘ (www.logosepersona.it) a tenere presso il Teatro Sant’Antonio Abate (Piazza Stampalia 17) l’incontro di marzo del ciclo di conferenze formative ‘L’Amicizia di Cristo – Dove va la Chiesa?‘ Incontro al quale Adinolfi parlerà “Contro l’aborto“, il tema sollevato dal suo ultimo, documentatissimo libro che tanto sta facendo discutere in tutta Italia”.
“Adinolfi, che segue con molta attenzione le vicende degli USA – ha proseguito Bravi – vede che oltreoceano è ormai diventato centrale e dirimente il tema fondamentale della VITA umana in tutte le sue declinazioni (vita nascente, vita fragile e problematica, vita che si spegne, ecc.), ed opera da anni con tutte le forze perché anche in Italia diventi la questione principale su cui confrontarsi e raccogliere il consenso anche a livello politico”.
“Come altre voci profetiche ed attente Adinolfi – ha soggiunto Bravi – scorge nelle tante vicende politiche e sociali in corso dì svolgimento un disegno di soppressione della vita umana in ogni sua fase, motivato da ragioni anzitutto ideologiche, ma forse soprattutto economiche, con la ricerca della massimizzazione del profitto che spinge adeliminare dalla società chiunque non sia sufficientemente produttivo“.
“Per contrastare questo disegno mortifero – ha proseguito Bravi – a dicembre 2023 un Comitato di cittadini ha elaborato un disegno di legge di iniziativa popolare denominato “Una firma per la vita” (www.unafirmaperlavita.it,info@unafirmaperlavita.it #UnaFirmaperlaVita), che al primo articolo prevede esplicitamente l’introduzione del ‘Diritto universale a nascere‘ per ogni essere umano fin dal momento del concepimento; il Reddito di Maternità per le madri italiane che non hanno altri redditi; ed il diritto del sofferente e del disabile ad essere assistito e curatosempre, con le necessarie risorse economiche, e a non essere mai soppresso“.
“Invitiamo tutti i cittadini – ha concluso Bravi – a sottoscrivere la Proposta di legge “Una firma per la Vita“ , per far giungere in Parlamento un segnale forte a favore della vita nascente. Si può firmare nei Comuni così come agli eventi come quello di domenica 24 a Torino, al quale invitiamo tutti calorosamente a partecipare“.
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Verrebbe quasi da dire “c’era un tempo”… In effetti, quando la vita pubblica italiana non era
ancora stata infestata dal populismo demagogico, qualunquista e anti politico, la politica estera
era il crocevia decisivo e discriminante per la costruzione delle alleanze da un lato e per la stessa
definizione del profilo politico dei partiti dall’altro. E proprio attorno alla politica estera,
principalmente, si costruivano i governi e gli assetti. Erano altri tempi? Certamente sì, ma in ogni
fase storica l’orientamento politico di un partito sulla politica estera non è mai stato una variabile
indipendente ai fini del suo progetto e del sistema di alleanze che voleva costruire per concorrere
al governo del paese.
Non stupisce, pertanto, che anche oggi – seppur in un contesto politico ancora fortemente
caratterizzato dalla sub cultura populista di marca grillina e salviniana – sia proprio e ancora la
politica estera ad essere un fattore decisivo per misurare la credibilità di una ricetta politica e,
soprattutto, l’affidabilità democratica di un paese come il nostro. E, non a caso e con intelligenza
politica e strategica, la Premier Giorgia Meloni ha fortemente caratterizzato l’avvio del suo
governo su questo versante dando l’impressione, e non solo l’impressione, di ancorare il nostro
paese ad un quadro di alleanze chiare, nette e coerenti. Senza balbettamenti, reticenze ed
ambiguità. Dopodichè, le singole scelte di politica interna saranno discutibili, e certamente
opinabili, ma sulla collocazione del nostro paese nello scacchiere europeo e mondiale e,
soprattutto, sulle concrete prese di posizione, l’Italia in questi ultimi mesi ha centrato gli obiettivi
principali.
Altrochè il populismo giallo/verde. Se dovessimo avere come riferimento il populismo anti politico
del partito di Conte e di Grillo da un lato o lo strampalato sovranismo della Lega salviniana
dall’altro, il nostro paese sarebbe inesorabilmente esposto al vento dell’instabilità, del
pressappochismo, dell’improvvisazione e di un pericoloso ed inquietante discostamento dalle
storiche coordinate che hanno sempre caratterizzato la politica estera italiana. Ed è indubbio che
questo è anche, e soprattutto, merito della Premier Meloni.
In ultimo, e non per ordine di importanza, va pur detto che il recupero di credibilità e di
autorevolezza della politica, dei partiti e dei rispettivi progetti di governo passa anche, e
soprattutto, attraverso la chiarezza sulle grandi scelte in politica estera. Non a caso, come
ricordano tutti coloro che hanno ancora frequentato i grandi partiti popolari e di massa del
passato, ogni riflessione locale e nazionale di un qualsiasi direttivo di partito partiva sempre da
una ricognizione sul contesto europeo ed internazionale. E questo per la semplice ragione che
quando ci sono incertezza ed ambiguità su questo fronte difficilmente si riesce poi a perseguire
un progetto politico e di governo credibili anche sul versante nazionale.
Ecco perchè c’è la speranza concreta che, dopo la sbornia populista grillina e leghista, forse si
intravedono all’orizzonte i segnali di una lenta, ma inarrestabile, ripartenza della politica e dei suoi
istituti principali.
Nei giorni scorsi è stato approvato a maggioranza dal Consiglio regionale il programma annuale di interventi regionali in materia di movimenti migratori e le linee programmatiche 2024-2026 su educazione di pace, cooperazione e solidarietà internazionale. L’assessore Maurizio Marrone (nella foto) , ha illustrato i provvedimenti che prevedono il sostegno a iniziative e attività culturali a favore degli emigrati e per studi sul fenomeno migratorio (250 mila euro le risorse stanziate) e la continuità dei programmi in tema di educazione alla cittadinanza globale e dei bandi per enti locali per progetti di cooperazione decentrata nei paesi dell’Africa subsahariana, Medio Oriente, bacino del Mediterraneo e Balcani occidentali.
Da Stellantis pretendiamo risposte vere.
“Mentre Tavares continua a parlare di rilancio e centralità di Mirafiori, partono i contratti di solidarietà per quasi mille lavoratori fino a fine 2024 e ora la società comunica l’intenzione di accordarsi su uscite volontarie incentivate. Uscite ovviamente non compensate da nuove assunzioni. Uno stillicidio intollerabile. Un accordo che giustamente la Fiom ha già respinto. Il 12 aprile, giorno dello sciopero unitario, dovranno arrivare delle risposte vere sul futuro industriale e occupazionale di Torino. Vogliamo la garanzia su nuovi modelli e la fine della cassa integrazione” – lo dichiara il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi.
Il 21 marzo, si celebra la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, una ricorrenza che, come ha sottolineato poco fa il Presidente Mattarella è “nata nella società civile, cresciuta grazie ai valori di cui è portatrice, la ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è ricorrenza significativa per la comunità nazionale”.
“Avevo, informalmente, chiesto che, in questa occasione, i 1081 nomi delle vittime di mafia che oggi sono stati letti a Roma fossero esposti in Consiglio regionale, su griglie, per rendere omaggio a queste vittime innocenti. Ricordo che dal 2017 questa ricorrenza è stata inserita nel calendario istituzionale della Repubblica italiana con legge. Ma il Presidente Allasia, irresponsabilmente, non ha dato seguito alla richiesta” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.
“Sono 29 anni che si svolge questa manifestazione promossa da Libera e Avviso Pubblico, associazioni alle quali la Regione Piemonte partecipa. Credo, quindi, che sia dovere delle Istituzioni, anche del Consiglio regionale del Piemonte, ricordare, in tutti i modi possibili, chi ha perso la vita per mano della criminalità e la lotta alla mafia non può e non deve avere divisione partitica. Il Presidente Allasia ha precisato che aveva chiesto di cambiare la dicitura dell’intestazione. Quale dicitura? Quella di Libera. Sarebbe utile sapere formalmente la motivazione, anche perché questa scelta è uno schiaffo a tutti coloro che oggi erano a Roma e negli anni scorsi hanno camminato nelle divere città italiane. Per questo sono intervenuto in aula per evidenziare questa anomalia” afferma Sarno.
“Questa legislatura è cominciata con l’arresto di Roberto Rosso con accuse di scambio politico-mafioso poi confermate durante il processo. Il momento più basso per l’istituzione del Consiglio Regionale a cui non è seguito un adeguato impegno da parte della Giunta. Stiamo ancora, infatti, aspettando il codice etico e i corsi di formazione promessi da Cirio – interviene il Consigliere regionale e Segretario regionale Pd Domenico Rossi – E’ un fatto grave che il Consiglio oggi non abbia trovato il tempo, ma soprattutto la volontà di ricordare le vittime innocenti delle mafie. Significa che c’è ancora tanto lavoro da fare per superare la sottovalutazione del fenomeno e mettere l’impegno antimafia al centro dell’azione politica e amministrativa”.
Cirio e Meloni abbandonano la sanità pubblica
“A oggi, in Piemonte, per un’ecografia muscolotendinea si trova posto nella sanità pubblica a giugno a Gravellona, in nessun ospedale a Torino o in provincia di Torino. Per una colonscopia: nessun posto a Torino, al S. Luigi di Orbassano a giungo del 2025, nessun posto nel resto del Piemonte. Per una visita dermatologica: nessun posto a Torino, a Grugliasco nel marzo del 2025, nessun posto nel resto del Piemonte. Per un’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici: a Torino a marzo del 2025, nessun posto in provincia di Torino né nel resto del Piemonte. Per una gastroscopia: a Torino e Orbassano nel marzo del 2025, nessun posto nel resto del Piemonte. È il quadro di una sanità piemontese al collasso, che né la Giunta Cirio né il Governo nazionale intendono salvare. Il PNRR si sta ritirando dalla sanità, come lo ha fatto la manovra finanziaria. Il privato avrà a disposizione praterie sempre più ampie. Questo è il disegno delle destre, che non dobbiamo dimenticare” – così il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, e la Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte, Silvana Accossato
riceviamo e pubblichiamo – Il Consiglio Regionale del Piemonte, con 36 presenti, 35 votanti 22 favorevoli, 12 contrari, 1 astenuto e 1 non partecipante al voto, ha votato favorevolmente la “questione pregiudiziale di costituzionalità” posta dalla maggioranza, un tecnicismo -seppur consentito dal regolamento- utilizzato in modo strumentale per non permettere di discutere nel merito la proposta, nonostante questa fosse già stata ritenuta ammissibile dalla Commissione di garanzia del Consiglio regionale con decisione ratificata dall’Assemblea a novembre. Con la decisione di oggi il Consiglio regionale di fatto vanifica le sottoscrizioni di oltre 11.000 piemontesi raccolte sulla Legge regionale di iniziativa popolare “Liberi Subito” dell’Associazione Luca Coscioni, negando quindi la possibilità di discutere e decidere nel merito della proposta.
“Il Consiglio regionale del Piemonte ha sbattuto il portone del Palazzo in faccia alle persone che soffrono. La maggioranza dei Consiglieri regionali si è nascosta dietro a obiezioni formali del tutto infondate -come confermato dagli uffici tecnici del Consiglio regionale del Piemonte e di altre 7 Regioni– per paura di affrontare la questione. Hanno dunque rifiutato di stabilire un termine massimo di attesa per una persona irreversibilmente malata che chiede di essere aiutata a porre fine alle proprie sofferenze”, hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Davide Di Mauro, Coordinatore del Comitato promotore della legge di iniziativa popolare “Liberi subito”, “Così facendo, la maggioranza dei Consiglieri ottiene solo l’effetto di aumentare l’angoscia di chi soffre, riducendo anche le possibilità di un tempestivo intervento di prevenzione dei suicidi per chi potrebbe ancora essere curabile. Oltre ai malati, sono stati ignorati anche gli oltre 11.000 cittadini che avevano riposto fiducia nella partecipazione democratica regionale”.
Ringraziamo chi, nel consiglio regionale, ha voluto difendere la credibilità delle istituzioni e il diritto alla partecipazione. La lotta per ottenere il pieno rispetto del diritto alla libertà di decidere fino alla fine della propria vita prosegue con ancora maggiore determinazione. In particolare, il diritto ad accedere all’aiuto medico alla morte volontaria è stato stabilito a livello nazionale dalla Corte costituzionale e resta quindi in vigore anche in Piemonte. Continueremo ad assistere le persone che ne fanno richiesta contattandoci attraverso il Numero Bianco (06 9931 3409), difendendole anche sul piano giudiziario in caso di abusi e ritardi da parte del servizio sanitario regionale piemontese. Ripresenteremo la legge “Liberi subito” all’inizio della prossima legislatura”.
Di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”
L’Italia non è un Paese tanto felice. Lo dice una statistica pubblicata in occasione della Giornata internazionale della felicità, che si è celebrata ieri. Ormai in effetti il calendario è pieno zeppo di Giornate mondiali di…, c’è di tutto, impossibile stargli dietro. Questa della felicità però è una faccenda che ci interessa. Anche perché ci taglierebbe fuori. Posto che definire la felicità è un po’ come spiegare che cosa sia l’intelligenza – è tutto molto relativo, soggettivo -, il Belpaese a quanto pare “non è un Paese per felici”. Bello, ma infelice.
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