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SANITÀ, BOETI: “IL SOGNO DEVE ESSERE L’ABBATTIMENTO DELLE LISTE D’ATTESA”

“QUATTRO LE STRADE: APPROPRIATEZZA PRESCRIZIONI SPECIALISTICHE, RE-CALL, ACCORDI TRA ASL, ASSUNZIONI DI ANESTESISTI ED INFERMIERI”

 

sanita-molinette1Il progetto di coinvolgere i medici neo specializzati per aggredire le liste d’attesa è interessante e rappresenta un utile punto di partenza. Purché si sia consapevoli di quanto la storia dei servizi sanitari ci ha insegnato, ovvero che all’aumento delle prestazioni si accompagna sempre un aumento della domanda. È, dunque, indispensabile lavorare sul versante dell’appropriatezza delle prestazioni, che va definita attraverso un percorso ospedaliero che responsabilizzi anche gli specialisti. Continuano ad esserci troppe prescrizioni, soprattutto di esami diagnostici, da parte dei medici specialisti. Per esempio, stiamo studiando con gli specialisti gastroenterologi un percorso che definisca in maniera precisa l’urgenza delle prestazioni, affinché nessun paziente che ha un bisogno urgente possa essere trascurato. Occorre anche definire, azienda per azienda, un meccanismo di re-call: molti pazienti che sono in lista d’attesa hanno già risolto il loro problema, o perché si sono rivolti al privato accreditato oppure per decorso fisiologico. Pertanto, è indispensabile che il paziente venga ricontattato per asl sanitaverificare se ha ancora necessità di quella prestazione. Se attualmente sussistesse ovunque un tale monitoraggio, le liste d’attesa per gli interventi chirurgici si ridurrebbero di almeno ¼. Mi auguro che il futuro Cup unico regionale preveda tale soluzione. Occorre, inoltre, favorire accordi tra aziende sanitarie: alcune, infatti, dispongono di ospedali con grandi disponibilità chirurgiche, mentre in altre strutture l’attesa può arrivare anche ai due anni, ed è quindi ragionevole che i chirurghi della seconda azienda sanitaria possano portare i pazienti in lista d’attesa nella prima per operarli. Infine, occorre che le nuove assunzioni, che verranno effettuate una volta usciti dal piano di rientro dal debito sanitario, vengano concentrate soprattutto tra gli anestesisti e gli infermieri di sala operatoria. Il sogno di questa legislatura deve essere quello di poter avere negli ospedali piemontesi sale operatorie che funzionano dalle 8 del mattino alle 18 di sera tutti i giorni. Tutto ciò presuppone un’idea chiara della situazione attuale azienda per azienda, al fine di predisporre gli strumenti più idonei i cui risultati dovranno essere oggetto di puntuale verifica ogni sei mesi, dandone informazione ai cittadini.

(foto: il Torinese)

Nino BOETI

Vice Presidente Consiglio Regionale del Piemonte

LUIGI BOBBA SOTTOSEGRETARIO AL LAVORO E ALLE POLITICHE SOCIALI

bobbaL’On. Luigi Bobba è stato nominato questa mattina dal Consiglio dei Ministri, Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ruolo già ricoperto nel precedente Governo.

Ringrazio il Presidente Paolo Gentiloni e il Ministro Giuliano Poletti per la riconferma dell’incarico di Sottosegretario – l’On. Luigi  BOBBA – spero di poter contribuire al completamento dell’importante lavoro avviato con il precedente Governo sul Servizio Civile, che ha visto impegnati 40mila giovani nel 2015 e altrettanti nel 2016: una riforma di grande rilevanza che è giunta praticamente al traguardo, dopo l’approvazione del decreto legislativo da parte delle Commissioni di Camera e Senato. Inoltre, dobbiamo varare i decreti applicativi della legge di riforma del Terzo settore, relativamente alle imprese sociali, centri di servizio per il volontariato, 5 per mille e Codice del Terzo settore. Infine, dal momento che la legge di Bilancio stanzia nuove risorse, potremo ampliare la sperimentazione del sistema duale di alternanza scuola-lavoro e promuovere l’apprendistato formativo. Questi temi fanno parte delle priorità dell’agenda del Governo che il Presidente Gentiloni ha richiamato anche in occasione della conferenza di questa mattina”.

AGRICOLTURA «IL PSR PIEMONTE COSI’ NON VA, OCCORRE AIUTARE CHI LAVORA»

gancia gLa presidente leghista Gianna Gancia critica le scelte della Regione sull’assegnazione dei fondi europei 

 

Due nuove interrogazioni all’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, sono state presentate dalla presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale del Piemonte, Gianna Gancia, preoccupata per l’andamento del nuovo Piano di sviluppo rurale: «Il Piemonte – osserva Gianna Gancia – si posiziona agli ultimi posti nella graduatoria della Rete rurale nazionale sullo stato di avanzamento dei Psr, preceduto addirittura da Regioni meridionali storicamente molto lente a spendere le risorse comunitarie. Le rassicurazioni dell’assessore non ci convincono, perché in questi mesi nulla è cambiato: l’Arpea, ente pagatore della Regione, è sballottato da un direttore all’altro, le associazioni di categoria agricole protestano invano per l’elevato numero di aziende tagliate fuori dai finanziamenti, mentre il Veneto e le altre Regioni dirette concorrenti del Piemonte producono investimenti e progetti in ogni direzione, agricolturasoprattutto verso i giovani».

Secondo la presidente leghista, le esclusioni sono “oltremodo gravi proprio per quanto riguarda le domande di miglioramento aziendale presentate da giovani agricoltori in zona di pianura, con l’impossibilità per la maggior parte di quelli che hanno ottenuto il premio di insediamento di effettuare i correlati investimenti aziendali”.

«La stragrande maggioranza delle domande presentate per l’operazione attinente alla “produzione integrata” – rileva ancora Gianna Gancia – risulta collocata nella parte non finanziabile della graduatoria e quindi esclusa dai benefici del Psr, con ciò mancando di cogliere l’obiettivo proprio delle misure agroambientali, cioè di indurre le aziende ad adottare comportamenti virtuosi, specie nelle aree dove le criticità ambientali legate all’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti sono maggiori».

La presidente leghista ha chiesto alla Giunta regionale se non ritenga di mettere a disposizione ulteriori risorse, in particolare riguardo alle misure agroambientali, procedendo ad una revisione della tabella finanziaria del Psr con la decurtazione dei fondi assegnati a misure che hanno dimostrato di non rispondere alle esigenze delle imprese agricole.

 

Bilancio Regione, esercizio provvisorio

Nella seduta del 28 dicembre il Consiglio regionale ha approvato con 29 voti favorevoli, 2 contrari e 12 non votanti, la legge di “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l’anno finanziario 2017”. La proroga prevista è di tre mesi, fino al 31 marzo.

Come illustrato dal relatore di maggioranza, Andrea Appiano (Pd), “per la prima volta si applicano anche all’esercizio provvisorio i nuovi principi di bilancio del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118. L’esercizio provvisorio è gestito nei limiti degli stanziamenti di spesa previsti per il

secondo esercizio del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2018 della Regione Piemonte, approvato con legge regionale 6/2016”.

consiglio X 1

In pratica per il calcolo del dodicesimo che è possibile utilizzare per ciascun mese di proroga per garantire l’ordinaria amministrazione, non ci si riferisce al disegno di legge di bilancio di previsione 2017 depositato dalla Giunta regionale, come sempre accaduto, ma all’assestamento al bilancio.

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Questa scelta è stata motivata da Appiano affermando che “si è in attesa dell’esito del confronto a livello centrale tra il Governo e le Regioni sui tagli al bilancio statale che si ripercuoterebbero per 2,8 miliardi di euro sui bilanci regionali”. Appiano ha anche illustrato lacune norme aggiuntive che riguardano la società di committenza regionale Scr  e la questione della società Eurofidi.“Comprendiamo le difficoltà a livello nazionale, ma abbiamo delle perplessità – ha dichiarato il relatore di opposizione Davide Bono (M5S) – sull’essersi riferiti alla legge di assestamento al bilancio piuttosto che sul disegno di legge di bilancio di previsione in presentazione. Questo anche perché la maggior parte delle altre Regioni hanno utilizzato normalmente il bilancio di previsione. Speriamo un giorno di poter ritornare ad approvare un bilancio definitivo entro il 31 dicembre. Al chiedere sempre alle Regioni di tagliare su voci cosi importanti per i cittadini, sarebbe preferibile una spending review nazionale. Purtroppo abbiamo un Governo burattino che ci traghetta alle nuove elezioni per cui al momento questa risulta una impresa impossibile”.consiglio lascaris

 

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L’altro relatore delle opposizioni, Massimo Berutti (FI), ha lasciato spazio al suo capogruppo, Gilberto Pichetto, che ha aperto così la discussione generale: “L’assestamento approvato è abbastanza completo per cui consideriamo accettabile la scelta della Giunta regionale di utilizzarlo a base dell’esercizio provvisorio. Tuttavia la Giunta regionale poteva fare uno sforzo con una tabella sulle eventuali variazioni in quest’ultimo mese. Noi avremmo, inoltre, scelto prudentemente di prorogare direttamente per il limite massimo di quattro mesi, pur augurandomi come piemontese che il lavoro dell’Esecutivo ci consenta di approvare il bilancio di previsione entro gennaio. Speriamo che la caduta del governo Renzi permetta di rivedere questi preoccupanti tagli alle Regioni”.

Il capogruppo M5S, Paolo Mighetti, è intervenuto per sottolineare “le perplessità derivanti dall’aver inserito in questo provvedimento d’urgenza delle norme di modifica statutaria di Scr che, invece, andrebbero discusse e ponderate presentando un provvedimento ad hoc. Alcune di queste modifiche, poi, non ci sembrano corrette perché appaiono voler trasformare la società di committenza regionale in un general contractor che si occupa di ogni aspetto dei lavori, esecuzione compresa”.

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Sulla stessa linea Diego Sozzani (FI) “con queste norme non vi sarebbero confini chiari alle funzioni svolte da Scr, con addirittura attività anche di tipo postale o attività di committenza ausiliaria. L’impressione è quella che si stia creando una nuova Consip”.

Gian Luca Vignale (FI) ha invece criticato la norma del testo in discussione che abroga le disposizioni, “approvate solo poche settimane fa e qualificanti per l’assestamento, al punto da farci ritirare in quel frangente i nostri emendamenti, che prevedevano una decina di milioni di euro a favore delle aziende colpite dalla recente alluvione di novembre. La nostra preoccupazione è per le conseguenza di questa scelta”.

consiglio campanaPer la Lega Nord è intervenuta Gianna Gancia che ha lamentato “l’impossibilità di procedere a un dibattito approfondito sul bilancio fintantoché non si chiariscano e si analizzino seriamente le conseguenza devastanti che possono derivare dalla ancora non risolta questione dei cosiddetti ‘derivati’. Inoltre insistiamo per la dismissione di tutte le partecipazioni regionali”.

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Il vicepresidente della Giunta regionale con delega al bilancio, Aldo Reschigna, ha chiuso il dibattito difendendo la scelta “di basarsi sull’assestamento recentemente approvato perché, in attesa delle decisioni sugli eventuali tagli per il 2017, mancando l’intesa tra Governo e Regioni, non mi sento di presentare un bilancio di previsione. Comunque entro il 20 gennaio invieremo il disegno di legge relativo in Commissione. Per quanto concerne le aziende alluvionate, in realtà non vengono toccati i fondi a disposizione ma in questo modo viene facilitata la ricollocazione sia dei fidi e sia del personale di Eurofidi in altre aziende di garanzia”. In merito alla questione dei cosiddetti “derivati”, il vicepresidente ha detto “di condividere le preoccupazioni espresse dal capogruppo della Lega Nord, ma per i prossimi dieci anni la situazione rimane in una condizione di compatibilità finanziaria in attesa di una soluzione del problema”. Con un emendamento, poi, l’Esecutivo ha recepito i rilievi tecnici del gruppo M5S, modificando la norma sulle modifiche statutarie ad Scr, in modo da precisarne meglio il raggio d’attività. Lo scopo rimane quello di consentire, nel rispetto del codice degli appalti, la possibilità a un Comune o alla stessa Regione, di chiedere alla società di committenza regionale di gestire le opere pubbliche e la progettazione.

 

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Palazzo Lascaris: Laus rieletto presidente. Confermati Ruffino e Boeti

consiglio X 1Rinnovato l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale – confermati, con 32 voti, il presidente Mauro Laus (Pd), il vicepresidente Nino Boeti (Pd – 25 voti) la vicepresidente Daniela Ruffino (FI – 13 voti) ed i segretari Angela Motta (Pd – 32 voti) e Gabriele Molinari (Pd – 31 voti) – entra per la prima volta il gruppo M5S con Giorgio Bertola, con 17 voti. La votazione si è svolta regolarmente secondo le disposizioni dello Statuto e del Regolamento interno, garantendo anche la rappresentanza delle opposizioni. Lo Statuto prevede, infatti, che l’Ufficio di presidenza venga rinnovato a metà legislatura, dopo 30 mesi, per cui l’organo nella sua nuova composizione entrerà in carica il 30 dicembre. L’Ufficio di presidenza, oltre ad occuparsi dell’amministrazione e dell’organizzazione dell’ente, tutela le prerogative ed assicura l’esercizio dei diritti dei consiglieri e, in pratica, assicura il funzionamento dell’Assemblea con l’apporto della Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari.

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Consiglio regionale, parola d’ordine: ridurre i costi della politica

diritti umani laus“Con il 2016 si è definitivamente concluso il percorso per la riduzione  dei costi della politica – ha annunciato il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, nel corso della conferenza stampa di fine anno -. L’emolumento di un consigliere regionale da oggi è pari a quello della sindaca della Città metropolitana. Non contenti di quanto già fatto lo scorso anno, l’ulteriore riduzione del budget annuale per le spese di funzionamento dei gruppi e degli uffici di comunicazione, ha  portato il Consiglio ad un risparmio aggiuntivo del 20%. Dopo oltre 40 anni metteremo mano alle regole rispetto alla gestione ed all’erogazione dei contributi, a garanzia di una maggiore tracciabilità e apertura verso l’esterno. Abbiamo infatti previsto bandi pubblici con cadenza quadrimestrale su specifici filoni tematici ed una Commissione unica di valutazione ad ulteriore garanzia della  trasparenza con cui opera questo Consiglio”.

In una Sala Viglione gremita di operatori dei media, la vicepresidente Daniela Ruffino ha evidenziato “il lavoro svolto dalla Consulta europea, con grande entusiasmo, che ha coinvolto 3mila consiglio lascarisstudenti nelle conferenze del concorso ‘Diventiamo cittadini europei’. Importante anche l’attività della Consulta femminile con diversi progetti di prevenzione a livello sociale e sanitario. Infine, continuiamo a puntare sulla trasparenza anche con le visite al Palazzo che hanno portato nelle nostre sale 8.500 studenti”.

Nino Boeti, il vicepresidente di maggioranza, ha espresso “soddisfazione per lo spirito dimostrato durante i lavori dell’Assemblea dai consiglieri dei vari gruppi politici che hanno sviluppato rapporti di grande correttezza. Una delle iniziative più importanti del Comitato Resistenza e Costituzione, forse poco evidenziata dai media, è stata quella che ha portato al conferimento alla Regione Piemonte della medaglia d’oro al merito civile per l’opera svolta dalla popolazione, particolarmente dalle donne, in aiuto a partigiani ed ebrei ricercati”.

“Anche il prossimo anno proseguiremo sui temi dello sport, del lavoro e della sana alimentazione – ha affermato il consigliere segretario Alessandro Benvenuto – con progetti come Piemonte Startmap e collaborazioni con enti importanti del territorio come Andos”.

Il consigliere segretario Gabriele Molinari, che ha tenuto sottolineare la correttezza dei rapporti tra le varie componenti in Consiglio regionale, ha rilevato “l’importanza dell’attività svolta dall’Osservatorio regionale contro il fenomeno dell’usura e, in particolare, sulle iniziative per la lotta al sovraindebitamento”.

con reg lascarisContinuando nel cammino di risparmio e di efficientamento intrapreso in questi ultimi anni, il bilancio del Consiglio regionale 2017-2019, comprensivo di tutte le spese di personale e funzionamento, al netto dei fondi rischi, prevede un fabbisogno di 45,3 euro, con una riduzione rispetto al 2016 di circa 1 milione.

Nel 2016, fino ad oggi, l’Assemblea in 72 sedute suddivise in 40 giornate d’Aula ha prodotto 27 leggi e altre 56 deliberazioni. Per regolare iI calendario dei lavori la Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari si è riunita 45 volte. I progetti e disegni di legge presentati sono stati 37, poi esaminati dalle sei Commissioni permanenti in 297 riunioni.

Si sono svolte, inoltre, 2 sedute di Consiglio aperto e 1 seduta di Consiglio straordinario.

 

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(foto: il Torinese)

Morano, il notaio-consigliere attacca la Giunta sui conti “sballati”

morano-gam1Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale prima di Natale, il consigliere-notaio Alberto Morano, (candidato sindaco per Lega Nord, Fratelli d’Italia e lista civica a suo nome), ha dato nuovamente battaglia sui conti che non tornano nel bilancio municipale.  “Ho letto e riletto l’audit scritta con un linguaggio volutamente incomprensibile, ma facendo le somme a me i disallineamenti sembrano essere di circa 33 milioni – ha detto Morano in sala Rossa – e precisamente i famosi 14,3 milioni del mutuo della linea 4 per quanto concerne i rapporti Comune/GTT e circa 18,8 milioni di minori contributi per i mutui 2014/2015 di IN.FRA.TO, dato che ha trovato conferma nel corso dell’audizione del Collegio Sindacale di INFRA.TO in Commissione Controllo Gestione avvenuta comune municipioil 14 Dicembre 2016.Gli altri disallineamenti fra i conti di GTT e quelli del Comune sono un problema di GTT e del Comune solo perché quei bilanci il Comune li ha approvati. Ma di tutto ciò nell’assestamento di bilancio non vi è traccia”.

Secondo Morano, poi, se il Comune aveva problemi di cassa “non era più semplice chiedere all’ASL e alla Regione Piemonte di pagare i circa 24.400.000 euro dovuti per gli anni fino al 2012? Forse non avrebbe fatto cosa gradita a Chiamparino incrinando un poco il patto di non belligeranza, ma avrebbe fatto cosa gradita ai cittadini torinesi.”

“Questo bilancio di assestamento non è corretto – ha concluso l’esponente del centrodestra – perché non appendino-preterotiriflette correttamente la situazione dei debiti del Comune di Torino pregressi e presenti dal punto di vista della competenza degli stessi e si basa su scelte di politiche di bilancio in parte sbagliate di cui si pagherà il conto nei prossimi anni. E quando i nodi verranno al pettine, Signor Sindaco, non potrà dire è colpa di Fassino o del libro nero di Passoni sempre ammesso che esistesse”.

 

(foto: il Torinese)

 

 

 

Crisi del commercio, Ruffino (FI): “Stop a grande distribuzione e incentivare agevolazioni agli esercenti”

supermercato 2“La diminuzione dei prezzi negli esercizi commerciali, a Torino più rilevante rispetto al resto delle città italiane, deve mettere in guardia le istituzioni. La deflazione va monitorata con attenzione, individuando anche nuove  forme di sostegno al commercio per evitare che la situazione complessiva di crisi peggiori”. La vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Daniela Ruffino (FI), commenta così lo stato del commercio nel capoluogo regionale e nel territorio della Città Metropolitana.

“E’ comprensibile che i commercianti tendano a diminuire o almeno non aumentare i prezzi, perché molte famiglie in difficoltà e quindi con minore potere d’acquisto,  non acquisterebbero merci più care. Ma è chiaro che il perdurare di tale situazione produrrebbe danni all’economia”, aggiunge Ruffino.
“Secondo alcune stime gli acqusti natalizi sotto la Mole non saranno molto elevati: tante persone aspetteranno i saldi. Allora è necessario che la Regione e il Comune di Torino si attivino a partire dal ruffino lascarisnuovo anno – aggiunge la vicepresidente dell’Assemblea piemontese – con strumenti di rilancio dell’occupazione, tema da cui dipende il buon andamento delle attività economiche nel loro complesso”.

“Certo l’accondiscendenza della Giunta Appendino nei confronti della grande distribuzione per tentare di ripianare i conti, non aiuta il commercio torinese. La grande distribuzione è già molto diffusa nel capoluogo e nei comuni circostanti. Accrescerne la presenza  nel nostro territorio farà si che nel medio-lungo periodo vengano soffocate le altre attività commerciali”, osserva Ruffino. “Bisogna aiutare soprattutto il commercio nelle periferie urbane  e  nei piccoli centri. E si deve farlo  con facilitazioni fiscali  e semplificazioni burocratiche, rendendo  vive le zone vetrina chiusapedonalizzate. Va allentata la pressione fiscale sul suolo pubblico e sui rifiuti e servono più incentivi anche per i negozi che si trovano  in difficoltà per i cantieri.  Inoltre – conclude Ruffino – per evitare che troppe serrande vengano definitivamente abbassate, devono essere studiate iniziative a favore dei  proprietari dei locali, con agevolazioni fiscali che permettano  loro di affittare a costi ridotti per i negozianti. Tutto ciò è da realizzare in abbinamento a una serrata lotta all’abusivismo, troppo diffuso in particolare a Torino”.

LAVOLTA: “PIU’ TUTELE PER I FIGLI DI GENITORI SEPARATI”

lavolta“Nel solco di quanto già tracciato dalla precedente Amministrazione, ho depositato un atto di indirizzo che impegna il Consiglio comunale di Torino ad istituire un registro della bigenitorialita. Parallelamente ho ritenuto utile sollecitare la Regione Piemonte affinché promuova analoga iniziativa presso i Consigli comunali dei Comuni piemontesi, e il Parlamento italiano affinché dia finalmente seguito alla modifica del testo della legge sull’affido condiviso (L.54/2006)”. Così il consigliere comunale Pd di Torino Enzo Lavolta, vicepresidente della Sala Rossa. Una recentissima indagine ISTAT (novembre 2016) analizzando i dati dal 2005 al 2015 ha rilevato che “….al di là dell’assegnazione formale dell’affido condiviso, che il giudice è tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia discrezionalità ai giudici la legge non ha trovato effettiva applicazione.” Si tratta, aggiunge Lavolta, di “un’iniziativa quanto mai opportuna, per difendere e rafforzare i diritti dei figli di genitori non più conviventi ad avere un rapporto stabile con entrambi, e ricevere le cure, l’educazione e l’affetto che meritano.”

Quarant’anni di salute a Torino. Grimaldi (SEL): intervenire per ridurre le diseguaglianze è possibile

È stato audito  in aula a Palazzo Lascaris il Professor Costa dell’ASL TO3 in merito ai dati epidemiologici della città di Torino.

 

medico sanitaGli studi esposti hanno analizzato quarant’anni di salute a Torino in relazione alle principali trasformazioni e alle politiche che le hanno accompagnate o contrastate. La riorganizzazione della sanità regionale dovrà infatti basarsi su una piattaforma di analisi dei bisogni e dei problemi necessaria per la futura programmazione.

 

A Torino esiste un sistema di indagine retrospettivo che guarda alla situazione di salute fin dagli anni ‘70. Esso mostra che la speranza di vita è salita senza interruzione per tutti i gruppi sociali, ma il titolo di studio è una chiave fondamentale: in cima alla scala ci sono infatti i laureati.

 

La posizione sociale della persona e il suo grado di controllo sul proprio destino influenzano fortemente la salute, perché incidono sulla dose di esposizione ai fattori di rischio psicosociali, ai fattori di rischio ambientale, ai fattori di rischio legati agli stili di vita pericolosi e alle barriere all’accesso alle cure migliori. Il paradosso è dunque che chi ne avrebbe più bisogno è meno capace di utilizzare le risorse di cui necessita.

 

Alla fine degli anni 2000 a Torino, a ogni kilometro percorso sulla linea 3 del tram dalla collina alle Vallette e Falchera si perde un anno di speranza di vita. Ciò significa che la città ha ereditato ancora delle differenze, di cui occorre indagare origini e soluzioni. Inoltre, i migranti sono più esposti perché meno in grado di cogliere i messaggi di prevenzione, che quindi vanno adeguati.

 

In generale, a ogni posizione della scala sociale corrisponde uno stato di salute. Ciò significa che le politiche selettive non bastano, ossia non serve concentrare gli interventi a favore di chi si trova sottosanita una data soglia. Servono invece politiche universalistiche proporzionate al bisogno. Occorre ad esempio intervenire sui contesti capacitanti e contrastare i singoli fattori di rischio tramite la sanità e le opportunità offerte da smart city, preoccuparsi dell’allocazione delle risorse e moderare le conseguenze sociali dell’esperienza di malattia.

 

“Appare chiaro che la sanità pubblica in questi anni di crisi abbia attutito il colpo della recessione. Tuttavia, tutto ciò che è sempre rimasto fuori dalla sanità e dai livelli essenziali di assistenza, e che quindi non è rilevato da questa ricerca, potrebbe presentare un aumento delle diseguaglianze:” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi –“l’odontoiatria, per esempio, ma soprattutto le non autosufficienze legate all’invecchiamento della popolazione. Il sistema sanitario non si fa carico degli assegni di cura; quanto ciò influenza le nostre politiche? Quanto aggrava il divario fra chi ha più risorse e chi ne ha meno? Infine anche il servizio sanitario pubblico non è realmente accessibile a tutti: la popolazione migrante, che non può disporre del medico di base, è spesso tagliata fuori. Intervenire su quest’ultimo punto comporterebbe anche un risparmio per il sistema sanitario. E poi: è possibile incidere sulla qualità del vivere in città, migliorare gli stili di vita grazie a un’offensiva culturale più chiara del pubblico?”