Il Protocollo sul nuovo numero unico di emergenza 112 è definito a livello nazionale ed è stato sottoscritto anche dai vertici dei Vigili del fuoco: la sua modifica richiede quindi la condivisione da parte del Comando nazionale dei Vigili del fuoco. Come assessore regionale e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni mi faccio comunque carico dei problemi emersi per quanto di competenza. Se alcune questioni di tipo tecnico possono essere risolte trovando una sistemazione all’interno del protocollo, lavoreremo per individuare le modalità opportune”. È quanto si è impegnato a fare l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta lunedì 13 novembre al termine dell’audizione in Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Davide Bono, dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco in merito alle problematiche del sistema numero unico di emergenza 112. I rappresentanti di Conapo Gianni Cacciatore, Claudio Cambursano e Alessandro Maglione e della Cisl Antonio Mazzitelli hanno denunciato che il numero unico di emergenza sta creando non pochi problemi perché “la sala unica laica sembra avere ben poco di ‘laico’ dal momento che nelle richieste di soccorso pare privilegiare l’invio di soccorsi sanitari rispetto a quelli tecnici non tenendo presente che, quando si verifica per esempio un grave incidente stradale, è impossibile far intervenire il pronto soccorso prima che il passeggero sia estratto dalle lamiere. A causa di ciò, in molti casi, i tempi d’intervento non vengono compressi ma dilatati”. Sarebbe necessario, hanno continuato, rivedere il protocollo per integrare il disciplinare e prevedere una sala operativa interforze. Sono intervenuti, per richieste di chiarimenti, i consiglieri Gian Luca Vignale (Mns), Paolo Allemano, Nadia Conticelli (Pd), Alfredo Monaco(Rete civica), Stefania Batzella (Mli), Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte) e Marco Grimaldi (Sel). Nella seconda parte della seduta l’assessore Saitta ha svolto un’informativa in merito all’applicazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) per pazienti e operatori sanitari. “L’obiettivo – ha dichiarato – è digitalizzare gradualmente entro il prossimo triennio tutta la documentazione clinica personale e tutti i servizi a disposizione dei cittadini e realizzare un’unica piattaforma utilizzabile dal web e dai dispositivi mobili: un lavoro che richiede tempo e per il quale è necessario procedere per gradi. Entro il 2018 si ipotizza di partire con i referti di laboratorio analisi, le immagini radiologiche, i referti di anatomia patologica e di altre prestazioni ambulatoriali, i verbali di pronto soccorso, delle prestazioni di emergenza urgenza e le lettere di dimissione ospedaliera. E si punta anche ad attivare la disponibilità delle prescrizioni farmaceutiche, delle prescrizioni specialistiche e gli esiti degli screening. “La scelta della Giunta – ha continuato l’assessore – è di cominciare dai malati cronici e in generale dai cittadini ‘fragili’, per cui il consumo di farmaci e la richiesta di prestazioni è più elevata e di concentrarsi su iniziative che offrono vantaggi ai pazienti e allo stesso tempo rendono più semplici i processi della pubblica amministrazione. Un esempio pratico è costituito dalla dematerializzazione dei buoni per la celiachia: attraverso un accordo con farmacie, negozi specializzati e grande distribuzione sarà possibile effettuare tutti i passaggi, quindi pagamenti e rimborsi, attraverso il digitale”. A gennaio partiranno i test pilota, dalla seconda metà del 2018 si entrerà a regime. In una seconda fase il piano, finanziato con 17,9 milioni di euro di fondi Por Fesr nell’ambito dell’Agenda digitale piemontese, prevede l’inserimento all’interno del fascicolo sanitario elettronico di ulteriori servizi come Il dossier farmaceutico con cui si rilevano i medicinali consumati, le vaccinazioni effettuate, il consenso o il diniego alla donazione di organi e tessuti.Nella prossima seduta la Commissione svolgerà il dibattito sull’informativa.
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ctagliani
Sospensione della caccia nelle zone colpite da incendi.
Stop alla caccia nelle zone colpite dagli incendi: sono in corso ulteriori valutazioni. Lo ha detto l’assessore Giorgio Ferrero nella seduta odierna di terza Commissione, presidente Raffaele Gallo. Ferrero ha infatti svolto le comunicazioni in merito alla sospensione dell’attività venatoria nelle zone colpite dai recenti incendi. A chiedere l’approfondimento è stato il consigliere Gian Luca Vignale (Mns), annunciando qualche novità.
Ferrero ha inizialmente fatto riferimento alla delibera regionale del 31 ottobre con la quale si è stabilita la sospensione della caccia fino al 30 novembre (con possibilità di modifica per la situazione di rischio e l’andamento climatico) nei comprensori alpini colpiti dagli incendi e nelle aree limitrofe. L’area interessata dalla sospensione supera i 538 mila ettari. Gli ambiti di caccia e i comparti alpini toccati dallo stop contano oltre 6.200 cacciatori, oltre un quarto dei cacciatori piemontesi. La sospensione durerà fino al 30 novembre e riguarda i comparti Alpini To1 (Valli Pellice, Chisone e Germanasca), To3 (Bassa Valsusa e Val Sangone), To5 (Valli Orco, Soana e Chiusella), Cn2 (Valle Varaita) Cn4 (Valle Stura). L’assessore ha quindi aggiunto che per le aree limitrofe a quelle toccate dagli incendi, cioè quelle dei comparti alpini To2 (Alta Valsusa), To4 (Valli di Lanzo), e degli ambiti territoriali di caccia To1 (Eporediese), To2 (Basso Canavese) To3 (Pinerolese), la sospensione era stata decisa sino al 10 novembre. La Città Metropolitana, quindi , in attesa di ulteriori sopralluoghi e delle delimitazioni delle aree, ha confermato di voler mantenere la sospensione della caccia nel Comuni interessati dagli incendi. A seguito delle mutate condizioni metereologiche con la sopravvenuta pioggia e forti nevicate su tutto l’arco alpino – ha ulteriormente spiegato Ferrero – la Regione ha provveduto a richiedere alle Province interessate di fornire elementi tecnici utili alle future valutazioni. L’Amministrazione provinciale di Cuneo ha annunciato l’intenzione di circoscrivere le aree interessate e quelle limitrofe al fine di creare un’oasi di protezione. Oltre allo stesso Vignale, hanno chiesto delucidazioni in merito Giorgio Bertola (M5s), Nadia Conticelli (Pd) e Marco Grimaldi (Sel). È infine proseguito l’esame dei tre provvedimenti, sempre in materia di caccia: il disegno di legge dell’assessore Ferrero, nonché i due progetti di legge rispettivamente di Bertola e diVignale.
Sino a oggi, al disegno di legge sono stati presentati 454 tra emendamenti e subemendamenti.
mbocchio