Dopo Scalfari, tocca all’Economist incamminarsi sulla via del ravvedimento e rimuovere l’antiberlusconismo come partito preso. La copertina del settimanale inglese si interroga sulla questione della tassa di successione ritenendola una vera e propria razzia da parte dello Stato che confisca una ricchezza prodotta nel passato impedendole di trasferirsi a beneficio delle future generazioni.L’Economist dà ragione al presidente Berlusconi, e già questa sarebbe di per sé la notizia. Ma gli dà ragione su una questione – la tassa di successione – per la quale Berlusconi venne pubblicamente crocifisso dalla sinistra e accusato di essere difensore dei ricchi e non già, come in realtà è, difensore della trasmissione di ricchezza e non della sua distruzione. A Berlusconi è toccata la sorte di ogni precursore che riesce a vedere là dove per gli altri è buio fitto. Salvo vedersi riconosciute le proprie ragioni dalla realtà.
Piccoli eventi
Le dichiarazioni durante i cinque anni di opposizione alla giunta Fassino in Consiglio comunale a Torino e poi durante tutta la campagna elettorale erano roboanti. Le valsero la prima l’appellativo di “Giovanna d’Arco” dei cinque stelle e la seconda , ben più importante , la vittoria al ballottaggio facendola diventare Sindaco di Torino e lanciandola sulla scena nazionale . Molti ricordano ancora il corteo grillino con “l’assedio” di Palazzo Civico al grido di “honestà honestà” e con le affermazioni, anzi i proclami : spazzeremo via il cosiddetto “sistema Torino” e cambieremo tutto. Dopo nemmeno due anni di maggioranza cinque stelle a guida Appendino il ” sistema Torino” , come si diceva una volta, è vivo e lotta insieme a noi. Anzi l’Appendino si è attovagliata con lo stesso… Una delle poche cose fatte è stata di smembrare e smantellare l’ufficio “Grandi Eventi” della Città di Torino. Si sono disperse così le professionalità della struttura che aveva seguito e coordinato per molti anni tutti gli eventi più importanti . L’ufficio si interfacciava con gli altri soggetti ,pubblici e privati, interessati alle varie manifestazioni , dal San Giovanni alla Festa di fine anno , dalla finale di calcio ai concerti o mostre.
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Una delle cause, come si sta appurando, del disastro e tragedia di Piazza San Carlo , oltre all’approssimazione ed alla superficialità , è stata anche la mancanza di quella struttura. Una città in difficoltà , in declino, in verità iniziato e sempre negato già con Chiamparino e continuato con Fassino, ha trovato nella nuova amministrazione i seguaci della decrescita felice anzi del declino triste. Ora quasi sicuramente la Festa di San Silvestro n Piazza San Carlo non si farà , sostituita da una festicciole al chiuso per pochi intimi o fortunati, quella del prossimo San Giovanni , dopo il flop dell’ultima edizione, rischia la stessa fine, Cioccolatò, per il secondo anno, è stato annullato , il Natale con i “fiocchi” , dopo il disastro dello scorso anno non si sa ancora se sarà un altro “pacco” è così di seguito. Torino effettivamente, perdendo sempre più attrattività ed abitanti, siamo ampiamente sotto i novecentomila residenti, e su questo il Sindaco Appendino è stato previdente e lungimirante , non aveva bisogno di un ufficio Grandi Eventi. Per le feste di via e qualche “bancarellata” in centro può essere più che sufficiente un ufficio “Piccoli Eventi”.
Stritolati dalla quotidianità
Oggi come Partito democratico abbiamo incontrato le organizzazioni sindacali di GTT. Intendiamo istituire un tavolo di confronto permanente che segua l’evolversi della situazione accompagnandolo con una nostra proposta politica. Stiamo facendo la nostra parte nelle istituzioni che governiamo (Regione e Governo) e non ci sottraiamo al confronto politico nelle altre sedi. Intanto chiediamo che i lavoratori siano coinvolti seriamente nel percorso di risanamento dell’azienda. Non è giusto né rispettoso che debbano rincorrere le voci nei corridoi. Per noi risanamento dell’azienda significa rilancio. Per questo siamo contrari a una privatizzazione mascherata con esternalizzazione di linee e settori specifici. Così, infatti, si diminuisce il valore dell’azienda e la si svende davvero. La Regione, attraverso l’Agenzia della Mobilità, ha fatto una proposta di transazione delle somme contestate del passato, poco meno di 20 milioni sui 37 richiesti da Gtt. La Città di Torino decida se accettare o no in tempi brevi. C’è un ricorso pendente e il rischio che non ci sia nessuna transazione. La sindaca ci spieghi come intende promuovere le periferie – cosa che ha ribadito nuovamente oggi – visto che nella nella medesima giornata abbiamo appreso una notizia che va in senso opposto: il taglio delle linee deboli di Gtt (presentato dall’assessora Lapietra in commissione comunale). Peraltro il piano di rilancio di GTT difficilmente sarà votato domani dall’assemblea dei soci perché non completo e condiviso. Gtt ha bisogno di un piano serio, concordato con tutti i livelli istituzionali, non si può andare avanti a slogan e condurre la battaglia politica sulle spalle dei lavoratori e dei servizi ai cittadini.
Mimmo Carretta, segretario PD metropolitano di Torino, Nadia Conticelli, presidente Commissione Trasporti Regione Piemonte
L’audizione dei Revisori dei Conti in commissione si è svolta in un clima a dir poco lunare. I consiglieri grillini si sono inalberati contro le cifre e le spiegazioni fornite dai Revisori sul bilancio preventivo della giunta pentastellata. Ma è stato assurdo e, ripeto, lunare il clima complessivo in cui si è svolta l’audizione. Le cose sono messe in modo molto più chiaro di quanto non vogliono far apparire i grillini. Delle due l’una: o la maggioranza ritiene infondate le osservazioni dei Revisori, e allora dovrà decidere, per coerenza e in tempi rapidi, la loro eventuale revoca secondo le norme di legge; oppure, la giunta grillina ritiene fondate le osservazioni e allora non deve far altro che uniformare il bilancio ad esse. Tertium non datur.Quello che non è consentito è questo penoso rimpiattino fra giunta e Revisori perché a uscirne umiliato è il diritto dei cittadini torinesi di conoscere la realtà delle cose e non la sua rappresentazione. Entro il 30 novembre il consiglio deve approvare il documento contabile. L’M5s per coerenza deve “rischiare” di votarlo senza in parte l’assenso dei revisori dei conti. Diversamente, in automatico, sarà la Corte dei Conti a doversi muovere per fare quegli accertamenti ulteriori che si renderanno necessari per dire se le osservazioni dei revisori sono giuste oppure se le rimostranze del M5s hanno un fondamento. Una cosa è certa, o la giunta o i revisori faranno una brutta figura.
Gentiloni in Piemonte: “Tutelare i piccoli comuni”
“L’impegno che prendiamo qui oggi è quello di tutelare i piccoli comuni perché sono una risorsa per tutto il Paese”. Sono le parole del presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, che hanno chiuso – a Volpedo in Provincia di Alessandria – la sua giornata subalpina di lunedì 20 novembre che aveva avuto come tappe l’assemblea delle associazioni industriali riunite di Vercelli, Novara ed Alessandria a Vercelli, poi l’Università degli studi di Scienze Gastronomiche a Pollenzo (Cuneo) e, infine, il paese che ha dato i natali a Pellizza, l’autore del “Quarto Stato”. L’intervento del presidente Gentiloni era stato preceduto dall’appassionata introduzione del sindaco di Volpedo, Giancarlo Caldone, del presidente dell’Anci, Aldo De Caro che ha ricordato come in Piemonte ci siano 1068 comuni ed un elevato numero di cittadini viva in essi, e di Ermete Realacci, promotore della legge che è stata recentemente approvata dal Parlamento. E proprio quest’ultimo ha ricordato che “questo è soltanto l’inizio di un percorso”. Tra i presenti in rappresentanza della Valcerrina, alessandrina e torinese, i sindaci di Gabiano, Domenico Priora, di Ponzano, Paolo Lavagno, con l’assessore Pierfelice Penazzi, il consigliere Massimo Iaretti di Villamiroglio in rappresentanza del sindaco Paolo Monchietto e il sindaco di Lauriano, Matilde Casa
PER PREVENZIONE, INFORMAZIONE, CURA E ASSISTENZA
Ricorre oggi, 20 novembre, la “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, giunta alla sua ventottesima edizione. Sono oltre 190 i Paesi del mondo che hanno ratificato la Convenzione dell’Onu per garantire ai più piccoli condizioni di vita migliori. Ancora oggi, però, molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese e in Piemonte, sono vittime di violenze e abusi, sono discriminati, emarginati, o vivono in condizioni di grave trascuratezza. I numeri del disagio sono altissimi: in Italia si parla di 2.297.000 minorenni in povertà relativa e 1.292.000 in povertà assoluta. Per un bambino essere povero in un Paese come l’Italia significa carenza di cure sanitarie adeguate, condizioni abitative non idonee, alimentazione non corretta. Ma anche mancanza di accesso a luoghi di svago, a un’istruzione, a una protezione sociale e di inclusione. Per dare ai nostri giovani quella serenità di cui hanno bisogno c’è quindi ancora tanta strada da fare, e soprattutto la politica deve rimboccarsi le maniche. E’ necessario investire maggiori risorse in iniziative di prevenzione, informazione, assistenza e cura. Con un occhio di riguardo anche verso problematiche che vanno al di là della povertà. Spesso, infatti, i pericoli per i bambini si nascondono proprio in quei luoghi che si ritengono più sicuri, come la scuola, terreno fertile per gli episodi di bullismo. Bullismo che oggi non si limita all’ambiente scolastico, ma si insinua completamente nella quotidianità dei ragazzi perché arriva dalla rete e prende il nome di cyberbullismo, ovvero bullismo elettronico. In via di miglioramento, invece, la tutela dei minori stranieri non accompagnati: con l’approvazione della Legge Zampa, nel marzo scorso, l’Italia è diventato il primo Paese in Europa a dotarsi di un sistema organico che considera i bambini migranti, prima di tutto, bambini.
Stefania Batzella
Presidente della Consulta delle Elette del Piemonte
Consigliera regionale Movimento Libero Indipendente
Il pd metropolitano al presidio Gtt
Il Partito Democratico Metropolitano di Torino lunedì 20 novembre, sarà presente al presidio in piazza Castello, dalle ore 15, a fianco dei lavoratori GTT che chiedono di conoscere la reale situazione dell’azienda e le intenzioni future della proprietà, il Comune di Torino. Da mesi i cinquemila lavoratori della più grande partecipata pubblica piemontese, e le loro famiglie, assistono con preoccupazione al susseguirsi di notizie sullo stato dell’azienda. Tram e bus necessitano di manutenzioni, si sono registrati nei primi sei mesi del 2017 numerosi incidenti, senza pari rispetto agli anni passati. Il servizio è sempre più precario con corse cancellate e ritardi, soprattutto nelle zone più periferiche e popolate della città. Gli amministratori del PD, non sottraendosi alle proprie responsabilità, lavorano da mesi trasversalmente a tutti i livelli per salvare e rilanciare l’azienda, tutelare un importante servizio pubblico e qualche migliaia di posti di lavoro. Il PD si aspetta che ogni soggetto faccia la sua parte e, in primo luogo, lo faccia l’amministrazione comunale, azionista unico di GTT. L’annunciata riorganizzazione, che prevede il taglio e l’esternalizzazione di alcune linee e l’aumento del prezzo dei biglietti, scaricano il problema sui soggetti più deboli, cioè gli utenti e i lavoratori, aumentando le inefficienze, con effetti incerti sul risanamento del bilancio dell’azienda e senza prospettive di investimento.
Vince chi perde!
Dopo sessant’anni, per la precisione cinquantanove, l’Italia non parteciperà alla fase finale dei mondiali di calcio di “Russia 2018”. Una nazionale mediocre, priva di gioco e di risultati, è stata giustamente eliminata dalla modesta squadra svedese. Una “tragedia” per il calcio nazionale già in profonda crisi, un avvenimento che si sta rivelando peggiore dell’eliminazione da parte della Corea di molti anni fa. Un grave danno economico e d’immagine. La reazione dei responsabili del naufragio, dei novelli “Schettino” , è stata inqualificabile e indegna. L’allenatore Giampiero Ventura aveva una sola possibilità, per non essere ricordato negli anni a venire solo con ignominia: rassegnare immediatamente le dimissioni. Invece cos’ha fatto? Ha preferito attendere e farsi esonerare per “vincere” la buonuscita economica. Il Presidente della Federazione Calcio -FIGC- Carlo Tavecchio, già agli onori della cronaca nazionale ed internazionale per le sue gaffes razziste e omofobe, peggio ancora: si è auto assolto, attaccato come una cozza alla poltrona. Il comportamento di Tavecchio e Ventura mi ha ricordato il comportamento di alcuni noti personaggi pubblici. Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti nel 2011 sfidò la sua “amica” Marta Vincenzi nelle primarie per la carica a Sindaco di Genova, dichiarando che, in caso di sconfitta, si sarebbe ritirata dalla politica. Già lei allora! Fu travolta dalla Vincenzi e invece di mantenere fede e ritirarsi, pretese una candidatura alle elezioni politiche senza passare al vaglio delle primarie, con conseguente carica di Sottosegretario prima e Ministro poi. E che dire dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, che alle Primarie per il Sindaco di Roma del 2013, vinte da Ignazio Marino, arrivò solo terzo con un modestissimo risultato? E che dire, di nuovo, del secondo arrivato sempre in quelle primarie, David Sassoli, che è attualmente Vice Presidente del Parlamento Europeo? Chi quelle primarie le vinse (Ignazio Marino) fu cacciato con una congiura “notarile” organizzata dal suo stesso partito. E poi come dimenticare la straordinaria sconfitta di Renzi al Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016? “Se perdo, mi ritiro dalla politica”, affermò. Un vizio, quello del dichiarare, evidentemente non solo suo: insieme a Maria Elena Boschi ed all’allora Vice Presidente del Senato furono tutti premiati con sottosegretariati e ministeri. In un Paese, l’Italia, dove molti, troppi hanno smarrito la dignità, evidentemente vince chi perde!
PD, Carretta: “Ci occuperemo di forma partito”
Si è svolta ieri sera la prima direzione metropolitana del PD
“Voglio ringraziare chi ha fatto parte della direzione precedente e il passato presidente, Alessandro Altamura – ha dichiarato il segretario Mimmo Carretta in apertura – La direzione oggi è più snella e nasce dopo un percorso unitario”. “Parte del nostro impegno – continua Carretta – sarà dedicato alla forma partito su cui lavorerà il dipartimento organizzazione nato a supporto della segreteria. L’esperienza di MapToMap [www.maptomap.it] sarà il punto di partenza di quel percorso. Un percorso iniziato in qualche modo già con la prima segreteria riunitasi a Casellette. C’è un partito deciso a muoversi. Il dipartimento si occuperà, inoltre, di comunicazione, tesseramento, rapporto coi circoli, festa de L’Unità, manifestazioni e sicurezza”. Nel resto della relazione tanti i punti toccati: dagli episodi di razzismo, fascismo e violenza avvenuti a Torino, ma anche a Rivalta e a Nichelino, alla situazione di Moncalieri, con il ritiro delle dimissioni di Montagna dopo un lavoro politico importante, dai metodi per la selezione della futura classe dirigente in vista delle prossime elezioni politiche (in allegato l’ordine del giorno votato in direzione), con l’utilizzo delle primarie, strumento fondamentale del nostro partito che permetterà ai territori di esprimere la propria voce, alla situazione politica torinese con la necessità di costruire una strategia e una nuova visione. È poi intervenuto Saverio Mazza, responsabile organizzativo, che ha presentato il regolamento tipo per i circoli e il regolamento che istituisce i coordinamenti di zona: “È l’avvio di nuova forma organizzativa: il PD si costituisce in zone omogenee e regolamenta il rapporto dove affronta le elezioni con liste civiche”