Cinquecento agenti, in assetto antisommossa, pronti a reprimere ogni condotta illegale in Valsusa nella giornata di domani, dichiara il Ministro degli Interni. “Salvini la smetta di fare come suo solito il gradasso, di minacciare, di brandire l’uso della forza. Non c’è legalità nel sopruso, nello sperpero di denaro pubblico, nella devastazione di un territorio” così dichiarano Paolo Ferrero ed Ezio Locatelli, rispettivamente vicepresidente della Sinistra Europea e segretario provinciale Prc-Se di Torino. Ed ancora: “Sabato, in Valsusa, decine di migliaia di persone – e noi con loro – manifesteranno pacificamente contro il patto scellerato intervenuto a livello di governo M5S-Lega di procedere alla realizzazione dell’AV Torino Lione. Un patto benvoluto dal partito trasversale degli affari che non fermerà la mobilitazione contro un’opera faraonica senza senso, emblema di una politica corrotta e asservita agli interessi di grandi gruppi privati. La lotta No Tav continua”.
A Cirio chiediamo conto della trasformazione della facciata del Palazzo della Regione Piemonte in bacheca per striscioni
“Sul caso dell’esposizione sulla facciata del Palazzo della Giunta Regionale dello striscione “Verità per Bibbiano” sarà l’intera coalizione di centrosinistra a chiedere comunicazioni in Aula al Presidente Cirio. La Lega si rassereni, noi vogliamo la verità su tutti i casi sui quali indaga la Magistratura a cui va, ancora una volta tutto il nostro apprezzamento. Ma non cederemo mai sul rispetto delle regole e sulla difesa delle Istituzioni che non possono in alcun caso essere oggetto di strumentalizzazioni di natura politica.” dichiarano i capigruppo di minoranza di PD, Liberi Uguali Verdi, Lista Monviso e Moderati in Consiglio regionale.
Riceviamo e pubblichiamo
+EUROPA: PERINO, LEADER NO-TAV, È AMBIGUO E NON È UN NONVIOLENTO
Boni: “In vista della manifestazione di sabato Appendino dichiari la propria assoluta contrarietà a qualsiasi azione violenta”
“Ampie frange del movimento no-tav non hanno nulla a che vedere con la nonviolenza o la disobbedienza civile. Tanto meno il loro leader Alberto Perino. Tagliare recinzioni, lanciare pietre o molotov, minacciare chi lavora alla costruzione dell’opera non rappresenta certo un metodo di lotta accettabile. Eppure in questi anni si sono giustificati comportamenti violenti in nome delle ragioni contrarie all’opera. Sabato velatamente si prospettano azioni forti dopo la giravolta di Conte e Di Maio ai quali ingenuamente i No-tav si erano appoggiati. Dato che ritengo che il rischio sia elevato credo che dai rappresentanti delle istituzioni di ogni grado e genere, dai consiglieri comunali del più piccolo comune ai parlamentari che volessero partecipare alla manifestazione, debbano venire preventivamente appelli affinché sia rifiutata ogni azione violenta. Su questo aspetto a mio avviso le parole di Perino di questi giorni sono ambigue e pericolose. In particolare chiedo al Sindaco Appendino, che si è opposta strenuamente al nostro referendum sul Tav dopo aver fatto approvare dalla sua maggioranza una mozione contraria all’opera (alla faccia della democrazia diretta!), di dichiarare da subito la propria assoluta contrarietà a qualsiasi azione violenta”
Igor Boni (Coordinatore Gruppo +Europa Torino)
Rider, Artesio: “Il Comune li dimentica”
Riceviamo e pubblichiamo
Recente la notizia di un accordo esemplare per 200 rider fiorentini precari che saranno assunti con contratto subordinato e su parametri dei contratti nazionali della categoria Merci e logistica.
L’interlocutore datoriale è Runner pizza, i sottoscrittori le OOSS, il luogo di relazione il Comune di Firenze che, attraverso il Sindaco Nardella e l’assessore Vannucci, hanno istituito un tavolo tra le parti. Lieti per i rider di Firenze e pena per noi. Su mia iniziativa, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato il 2 luglio 2018 una mozione “Carta dei diritti fondamentali nel lavoro digitale in contesto urbano”, col quale si chiedeva di istituire un tavolo di confronto tra le parti e di acquisire dalle altre Amministrazioni comunali, altrettanto coinvolte come Bologna e Milano, elementi comuni di percorso, lo afferma la consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio. Nel frattempo il Consiglio regionale del Piemonte, per iniziativa del consigliere Grimaldi, adottava una proposta di legge di iniziativa al Parlamento di divieto del cottimo per i servizi di consegna, con la motivazione della sicurezza stradale. Cosa è successo a Torino sul fronte politico istituzionale, a parte i procedimenti intentati dai rider al Tribunale del Lavoro? Niente, perlomeno niente di noto. Nonostante i miei solleciti al presidente di 3ª commissione, consigliere Russi, e all’assessore al lavoro Sacco, la mozione non è mai stata iscritta in verifica presso la commissione consiliare, quindi non è dato conoscere se il tavolo sia stato istituito e con quali esiti. La maggioranza 5stelle torinese è, almeno su questo tema, la più fedele al verbo di Di Maio: il decreto dignità risolverà ogni anomalia contrattuale, il reddito di cittadinanza sopperirà a ogni inadeguatezza salariale, ecc ecc ecc. Intanto “loro” non devono pedalare, se non sulle piste ciclabili, conclude Artesio.
Da Palazzo Lascaris
Nel dare il benvenuto al professor Galli che, peraltro, apprezziamo ci preme fare alcune precisazioni su quanto è stato fatto dalla Giunta Chiamparino sul tema dell’autonomia.
Al di là della questione del mancato referendum per chiedere ai cittadini se volessero oppure no più autonomia, la cui indizione è stata una scelta politica, è importante precisare che il Piemonte ha presentato, nel dicembre 2018, la richiesta di applicazione del 116 alla ministra degli Affari regionali Erika Stefani.
Rileviamo, peraltro con soddisfazione, che il Prof Galli suggerirà alla Giunta Cirio di fare quello che già abbiamo fatto noi. Vale a dire distinguere tra funzioni e materie, ossia il principio che ha ispirato il documento che è sul tavolo della Ministra.
Per esempio, sui beni culturali avevamo chiesto addirittura di più della Lombardia, una strategia unitaria non soltanto sulla promozione, ma anche sulla tutela del patrimonio piemontese. Questo ci era consentito dal fatto che la nostra Regione era stata una delle prime a dotarsi di un Piano paesaggistico regionale, cosa non fatta da Veneto e Lombardia.
Ci pare evidente che le timidezze registrate in questi giorni sulle autonomie regionali siano imputabili esclusivamente alle contraddizioni del governo giallo-verde.
Per queste ragioni ci attendiamo che la discussione e gli approfondimenti sull’autonomia del Piemonte siano portati al più presto in aula anche attraverso l’istituzione della Commisione competente come richiesto dalla nostra mozione.
Il Gruppo regionale Pd
Nel mondo dei ciechi il Capitano diventa re
Il vero statista non si limita a lusingare le masse
Di Pier Franco Quaglieni
La politica, la cultura e la storia
In un lucido articolo il grande Dino Cofrancesco, che si rivela sempre di più un pensatore politico di rango e una delle coscienze critiche più alte oggi esistenti in Italia, ha evocato il pensiero di Vincenzo Cuoco per spiegare la vittoria di Trump e di Salvini. Cuoco aveva partecipato alla Rivoluzione partenopea del 1799 nel Regno di Napoli e dall’esilio milanese, dove fu in amichevole contatto con il Manzoni, scrisse una esemplare riflessione critica sulla vicenda napoletana,evidenziando i limiti del giacobinismo di stampo illuministico di chi non seppe cogliere i bisogni del popolo e pretese astrattamente di imporre una Repubblica di stampo francese in una realtà sociale profondamente diversa . Quei conati rivoluzionari generarono per reazione il Sanfedismo : le plebi meridionali non si schierarono dalla parte delle élites rivoluzionarie, ma andarono in soccorso del cardinale Ruffo di Calabria che stava reprimendo la rivoluzione voluta per emancipare dall’alto quelle stesse plebi. Certo Trump e Salvini sono degli incolti e forse non sanno neppure che Cuoco sia esistito, ma inconsciamente hanno percepito le verità insite nella sua opera.
In sintesi, la concretezza dell’agire politico che deve bandire le astrazioni ideologiche, riallacciandosi alla grande lezione del Machiavelli secondo cui gli uomini dimenticano prima la morte del padre che la perdita del patrimonio, come ricorda Cofrancesco . Se noi vediamo in questa luce l’immigrazione incontrollata e le periferie urbane degradate rispetto ai richiami evangelici del Papa o a quelli ateizzanti di Gino Strada o di Roberto Saviano ci accorgiamo che certe nobili idee si rivelano delle utopie incapaci di cogliere il disagio reale dei cittadini. Si tratta di una cosa che il ministro Minniti , corazzato di cultura storicista, aveva capito e cercato di interpretare concretamente. Il popolo si muove per bisogni ed interessi e non per ideali, scriveva Cuoco agli albori dell’Ottocento, facendo tesoro degli errori dei rivoluzionari napoletani che forse non avevano letto a sufficienza gli stessi illuministi napoletani in particolare il grande Antonio Genovesi studiato splendidamente dal sommo Franco Venturi.
Sembra paradossale e quasi inverosimile che chi coglie i fermenti della pancia della gente, si rifaccia a Cuoco. Eppure e’ così . Certo però non basta cogliere quei fermenti che portano voti , ma un vero politico, un vero statista sa anche indicare la strada per superare le criticità, senza limitarsi a lusingare le masse che vanno comunque politicamente indirizzate, se non educate. La politica è anche questo, a partire da Mazzini per giungere a Gramsci. I grossolani agitatori di piazza come le anime belle che sognano senza indagare la “verità effettuale “, per dirla col Machiavelli, sono destinate presto o tardi al fallimento. Ovviamente senza esagerare nel volerle educare perché altrimenti appare sempre in agguato un regime illiberale , se non autoritario o perfino totalitario. E’ un pericolo che Cofrancesco sente in modo particolare ed ha sicuramente ragione di diffidare dalle vulgate del politicamente corretto .
In ogni caso qualche lettura non guasta mai anche per i politici perché la cultura non è, come diceva Mussolini, un che di superfluo, ma di essenziale per chi voglia tentare di essere uno statista e non solo un politicante o un mestierante della politica, come diceva Pannunzio. Lo stesso Mussolini, in verità , era tutto fuorché un incolto. E’ anche per questo, in fondo, che Salvini non può essergli paragonato.
scrivere a quaglieni@gmail.com
LE DICHIARAZIONI DI VALLE – BONOMO (PD)
“Cosa aspetta la Regione Piemonte a dire la sua sul progetto della stazione “Porta Canavese”?” afferma il Consigliere Regionale Daniele Valle, riferendosi ad “uno studio commissionato proprio dalla Regione e RFI dello scorso anno che ha riconosciuto i nodi di Novara e Chivasso come i più adatti ad ospitare una stazione AV“.
“Nello specifico Porta Canavese sarebbe un nodo di interscambio cruciale fra l’alta velocità Torino-Milano, la linea storica Torino-Milano e il nodo di Chivasso che congiunge le linee ferroviarie Aosta-Chivasso, Asti-Chivasso, Alessandria-Casale-Chivasso. Quest’opera permetterebbe al Chivassese di guadagnare un’ora sui tempi di percorrenza verso Milano rispetto al transito via Torino e rappresenterebbe un’opportunità di sviluppo socio-economico per il territorio, soprattutto dal punto di vista turistico per il Canavese e il Monferrato” sostiene Valle.
Anche secondo la deputata Francesca Bonomo “La stazione Porta Canavese è più che mai fondamentale per il rilancio e la valorizzazione di un territorio troppo spesso dimenticato. Un’opera, realizzabile con una spesa contenuta, che avrebbe però una ricaduta enorme su un’area vasta che va dall’Eporediese al Ciriacese. I turisti potrebbero raggiungere in poco tempo ad esempio Ivrea, il parco nazionale del Gran Paradiso, il castello di Agliè…” .
Si sono già espressi a favore dell’opera la Regione Valle d’Aosta, la Città Metropolitana di Torino, Confindustria Canavese, l’Agenzia dello Sviluppo del Canavese e oltre 100 sindaci dell’area interessata. Secondo Valle “manca solo una presa di posizione tempestiva e netta della Regione Piemonte, che non può più attardarsi, per questo presenterò un’interpellanza sul tema al fine di fare chiarezza“.
“Siamo pronti a dare tutto il nostro sostegno in Parlamento” conclude Bonomo “anche dai banchi dell’opposizione, affinché il nostro territorio possa avere una fermata dell’alta velocità.”