L’iniziativa sarà presentata in una conferenza stampa che si terrà giovedì 13 settembre alle 12 presso la sede dell’Mcl
“La Rete Bianca per il futuro del cattolicesimo politico. Un nuovo civismo per il Piemonte”. È questo il titolo della 2 giorni che sarà organizzata a Susa il prossimo 6/7 ottobre presso la Casa San Francesco. L’iniziativa sarà presentata in una conferenza stampa che si terrà giovedì 13 settembre alle 12 presso la sede dell’Mcl, Corso Regina Margherita 192, Torino. Una iniziativa che, oltre ad illustrare il progetto politico di Rete Bianca a livello nazionale, affronterà anche come Rete Bianca parteciperà alle prossime elezioni regionali piemontesi. Intervengono Giorgio Merlo, Mauro Carmagnola, Giampiero Leo
“CONTRO LA PRESA IN GIRO DEL GOVERNO”
Dichiara l’on. Osvaldo Napoli, responsabile Enti locali del gruppo FI alla Camera:
Il governo ha mandato segnali di fumo per quanto riguarda il ripristino dei fondi per il bando periferie ma quasi nessuno dei sindaci presenti al vertice con il presidente Conte ha visto l’arrosto dietro Il fumo. Con l’eccezione del sindaco Appendino, evidentemente spettatrice di un altro film, i primi cittadini ricevuti ieri a Palazzolo Chigi hanno capito che il fondo di 1,6 miliardi non sarà ripristinato con un emendamento nel decreto Milleproroghe, come sarebbe stato logico, ma dovrebbe essere affrontato con un decreto ad hoc non si sa quando. È un comportamento inaccettabile per i sindaci e per quelli in particolare che hanno impegnato capitoli di spesa per le periferie. Forza Italia contrasterà in tutti gli organi e con ogni mezzo questa presa in giro, se il Governo non restituirà agli Enti Locali quanto a loro garantito. Se non ci si può più fidare degli accordi firmati da parte di un’istituzione, come può il cittadino sentirsi sicuro? Se la firma dello Stato non vale più nulla, allora tanto più qualsiasi firma e qualsiasi accordo perderà di valore. Le parole del Presidente Conte, già inesistente, già Presidente del Consiglio fantasma, sono generiche e prendono in giro i 96 Sindaci e i 96 comuni che si sono visti bloccare i fondi del bando periferie. Come per tutti i provvedimenti dell’attuale Governo, anche per questo arriveranno numerosi ricorsi e sono certo che li vinceranno. Il problema vero è che al Presidente del Consiglio interessa poco.
“Censura social” per i radicali
Il nuovo Piano per la salute mentale
Tra le misure previste nel nuovo Piano d’azione per la salute mentale spiccano l’istituzione di un’apposita Consulta regionale, con il compito di far emergere problemi e avanzare proposte e la creazione del Comitato di monitoraggio per verificare la progressiva attuazione del piano. Si punterà su campagne informative e di sensibilizzazione per diffondere la consapevolezza che la sofferenza mentale riguarda tutti e non va ghettizzata. Sono inoltre previste azioni per promuovere la salute mentale attraverso servizi di accompagnamento alla genitorialità, tavoli territoriali riservati alla promozione di una vita attiva e integrata in ogni fase dell’esistenza, l’accesso ai servizi dei Centri di salute mentale, l’integrazione dei percorsi di cura e il sostegno all’autonomia all’abitare, al lavoro e alla socialità. Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità Antonio Saitta in quarta Commissione, presieduta da Domenico Rossi, dove si è svolto questa mattina il dibattito generale sulla proposta di deliberazione 319, “Approvazione del piano d’azione per la salute mentale in Piemonte”. In apertura di seduta Saitta ha comunicato che la Giunta regionale ha accolto gran parte delle richieste di modifica e delle integrazioni proposte nei mesi scorsi dal Consiglio delle Autonomie locali (Cal) e ha ricordato che il documento è frutto di un percorso “partecipato”, avviato da Ires Piemonte lo scorso anno e, attraverso workshop e tavoli di lavoro che hanno coinvolto istituzioni, professionisti, associazioni, pazienti e famiglie ha portato all’individuazione di venti azioni da mettere in atto. Il dibattito generale è stato aperto da Gian Luca Vignale (Mns), che a margine dei lavori ha lamentato, con Davide Bono (M5s), il fatto che all’inizio di agosto la Giunta regionale abbia approvato la proposta di delibera sulla domiciliarità senza che essa passasse all’esame del Consiglio regionale. Saitta ha però replicato che si è trattato di una proposta di delibera sperimentale che, sulla base dei risultati ottenuti, condurrà alla formulazione della proposta di delibera definitiva. Vignale ha sottolineato che un grosso limite al piano è rappresentato dalle misure riguardanti il sostegno all’abitare, al lavoro e alla socialità. Per il M5s sono intervenuti Bono e Gian Paolo Andrissi, che hanno evidenziato la necessità di partire da un quadro legato alle risorse finanziarie disponibili e alle tempistiche, sottolineando che per quanto riguarda i finanziamenti l’Italia è agli ultimi posti in Europa e il Piemonte agli ultimi dell’Italia. Per il Pd hanno preso la parola i consiglieri Domenico Ravetti e Paolo Allemano, che hanno sottolineato la bontà del piano, frutto di un lavoro partecipato. Ravetti ha anche definito il documento “dinamico”, perché può essere vissuto e rivitalizzato ogni giorno, Allemano ha sottolineato l’importanza del concetto di “budget di salute”, che non include solo i soldi ma altre risorse quali il tempo e l’impiego di servizi. L’assessore Saitta, ringraziando per l’utilità del confronto, ha dichiarato che alcune osservazioni fatte saranno oggetto di valutazione e di possibili emendamenti. Ha convenuto sul fatto che alcune indicazioni possono sembrare generiche, ma la situazione disomogenea dei servizi offerti da Asl ad Asl è un fatto reale e cominciare a fornire indicazioni alle strutture per poter agire rappresenta un buon passo in avanti. Al termine della seduta la consigliera Valentina Caputo (Pd) ha illustrato due emendamenti alla proposta di legge 250, “Istituzione del Fattore famiglia”, di cui è prima firmataria. La discussione su entrambi i provvedimenti riprenderà nelle prossime sedute.
Scorie nucleari, il Piemonte scrive ai ministeri
Con una lettera inviata ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, il Piemonte chiede al governo una rapida decisione per la costituzione del deposito nazionale di scorie nucleari. Anche perché la mappa dei siti ritenuti idonei ad ospitare tali depositi nucleari non è ancora pronta. Lo ha riferito l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ai commissari della quinta Commissione, presieduta da Silvana Accossato. “I due ministeri interessati – ha spiegato Valmaggia – sono ancora in attesa di ricevere l’approvazione del dossier relativo alla mappatura dei siti nucleari da parte della Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) incaricata di riesaminare il relativo dossier, tenendo conto delle recenti modifiche apportate”.Per questo motivo la Regione, che non ha ricevuto comunicazioni da parte ministeriale, si è attivata inoltrando una lettera. Nel documento si evidenzia l’assoluta necessità di giungere celermente all’approvazione del programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, riavviando il percorso finalizzato alla costruzione del sito nazionale.La nostra regione ha sul proprio territorio tutte le tipologie di impianti e l’inventario radiologico più elevato, con circa l’80% del totale nazionale in termini di attività.Nel corso del dibattito sono intervenuti sull’argomento i commissari Giorgio Bertola e Mauro Campo (M5s), Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) e Andrea Fluttero (Fi) che hanno sottolineato la necessità di intervenire sulla messa in sicurezza degli impianti, sul loro recupero e sulle modalità di intervento del materiale radioattivo italiano detenuto da altri Paesi.In seduta congiunta la stessa quinta Commissione e la Commissione speciale per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi (presidente Giorgio Bertola) – conclusa la serie di audizioni – hanno deciso di redigere in tempi brevi una relazione condivisa all’unanimità dai commissari. Accossato si è dichiarata soddisfatta dell’operato della Commissione di indagine: “Abbiamo compiuto un approfondimento del fenomeno ed è stata l’occasione per comprendere meglio un settore importante dell’economia circolare”.Bertola si è detto favorevole alla stesura di una relazione finale unanime da rendere pubblica: “Può servire da stimolo per l’individuazione delle giuste soluzioni per fermare o sminuire il fenomeno”.
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“Tanto tuonò che piovve e dopo una errata e osteggiata delibera sulla residenzialità psichiatrica a fine agosto sfruttando il silenzio vacanziero Saitta e Chiamparino approvano una delibera ancor peggiore che porterà il sistema della domiciliarità psichiatrica nel far west” lo dichiara il presidente del gruppo regionale Mns.
Vignale fa riferimento alla DGR n. 116 “Disposizioni per l’avvio della sperimentazione inerente i progetti terapeutici individuali di domiciliarità e sostegno territoriale integrato per i pazienti psichiatrici” approvata lo scorso 31 agosto dalla giunta regionale. ” Si tratta di una delibera – spiega Vignale- che riporta il sistema dell’assistenza psichiatrica indietro di trent’anni e che riporta la gestione della residenzialità psichiatrica al far west. Totale assenza di accreditamento, mancata definizione dei costi e del budget regionale, imposizione dei luoghi di cura e assoluta mancanza di regole sono solo alcuni dei punti più critici dell’ultimo atto di Saitta e Chiamparino”. “A questo si aggiunge – sottolinea Vignale – l’inversione ad U sul fondamentale diritto della scelta di cura di ciascun paziente. Se infatti eravamo finalmente riusciti ad ottenerlo, con questa delibera pazienti, famiglie e associazioni e Comuni non solo saranno obbligati a compartecipare alla spesa ma in più non avranno più alcuna voce sulla struttura di cura. In più nel testo non viene ma indicato un valore economico per le singole prestazioni. Questo significa che un domani che le famiglie a seconda del DSM di riferimento potranno pagare cifre differenti per le stesse prestazioni. A tutto questo si aggiunge l’assenza di accreditamento delle strutture residenziali. Imposizioni, costi e totale assenza di regole, ecco cosa la Regione ha in serbo per le migliaia di pazienti psichiatrici piemontesi”. “Paradossale appare poi – aggiunge – che nonostante in Regione esista un tavolo sulla psichiatria, composto da Asl, associazioni, terzo settore e Comuni, nelle poche riunioni svolte la giunta non abbia mai fatto menzione della volontà o anche solo dell’ipotesi di deliberare in merito” “Sia chiaro – sottolinea Vignale – , ho più volte denunciato che uno fra i tanti limiti della DGR 29 fosse proprio l’assenza di strumenti alternativi alla residenzialità psichiatrica, al reinserimento sociale e alle politiche di sostegno lavorativo (borse lavoro e tirocini formativi), ma quanto è contenuto nella citata DGR sembra più l’aver assecondato la richiesta di qualche operatore che non rispondere ad una reale necessità”. ” Le contrarietà a questa delibera – dice – sono infinite. Dall’assenza di confronto con operatori e famiglie, alla disomogeneità tra i Dipartimenti, alla modalità amministrativa assunta per la definizione del testo. Il testo è infatti un atto di programmazione di competenza del Consiglio regionale che anziché passare per il voto d’aula è finito sul tavolo di giunta. Se ci si è resi conto che la DGR 29 è un fallimento si abbia il coraggio di cambiarla. Garantire un sistema integrato di residenzialità e domiciliarità con due principi assolutamente contrastanti è schizofrenia politica grave”. “Settimanalmente verificheremo – conclude Vignale – i soggetti che hanno beneficiato di questa delibera agostana e nella Commissione sanità di lunedì prossimo chiederemo spiegazioni in merito all’assessore Saitta”.
“Donne, denunciate le violenze”
L’assessora ai Diritti e alle Pari opportunità, Monica Cerutti, ritiene che le donne vittime di violenza non debbano aver a paura a denunciare queste situazioni. “Non mi stanco di dire, a tutte le donne, che dal 2016 la Regione Piemonte ha una nuova legge a tutela delle vittime di maltrattamenti. Non aspettate che sia troppo tardi! Denunciate! Chiamate il 1522 – sostiene Cerutti – I nostri Centri antiviolenza vi possono assistere e, se necessario, abbiamo posti nelle case rifugio, oltre a un fondo che vi aiuterà a sostenere le spese legali. Il nostro ente sta inoltre sostenendo finanziariamente la rete contro la violenza della Città metropolitana e auspica che possa consolidarsi ed essere sempre più efficace”.
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“Proxima” ai Murazzi dall’11 al 16 settembre
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Dopo il successo dell’edizione 2017 torna a Torino il Festival nazionale Proxima, ideato da Sinistra Italiana – Leu. Da martedì 11 a domenica 16 settembre 2018 i Murazzi del Po vedranno alternarsi incontri, dibattiti, workshop, proiezioni all’aperto, teatro e concerti.
Proxima è un festival politico e culturale, uno spazio popolare che per una settimana nel capoluogo piemontese sarà un laboratorio a cielo aperto sulle grandi trasformazioni sociali e tecnologiche in corso, dove ci si confronterà sulla stagione politica che sta vivendo il nostro Paese con l’avanzare minaccioso delle tendenze xenofobe della destra al governo.
Proxima sarà l’occasione per trovare le parole di una sinistra che riprende forza e coraggio nel futuro. Proxima sarà il luogo per individuare percorsi di un progetto di trasformazione e di soluzioni per un futuro diverso. Moltissimi gli appuntamenti che si alterneranno durante le giornale di Proxima, con tantissimi ospiti presenti. Delle tante adesioni, tra gli artisti ne anticipiamo due: mercoledì 12 settembre l’attore Paolo Rossi porta sul palco “Storie di giorni dispari” insieme a Vincenzo Costantino “Cinaski”; venerdì 14 settembre protagonista del live è Diodato, cantautore che nel 2018 ha partecipato a Sanremo insieme a Roy Paci con il brano “Adesso”. Tra i molti ospiti che prenderanno parte ai dibattiti segnaliamo la partecipazione di Marilena Grassadonia (Presidente delle Famiglie Arcobaleno), Michela Murgia (scrittrice) e Veronica Alfonsi (Proactiva Open Arms). Saranno poi presenti Susanna Camusso (Segretaria Generale Cgil) e Francesca Re David (Segretaria Generale Fiom), Erasmo Palazzotto e Nicola Fratoianni (Deputati Leu). “In un momento in cui le spinte più identitarie e oscurantiste sembrano egemoni, abbiamo più che mai bisogno di tante forme di opposizione civile e politica” – dichiara Marco Grimaldi, segretario regionale Sinistra italiana e organizzatore del Festival.