“Bloccare le infrastrutture equivale a bloccare il futuro e frenare la possibilità di crescita del Piemonte e del nostro Paese”. Così Fabrizio Comba, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, a proposito del dibattito sulla realizzazione della Torino- Lione. In accordo con quanto dichiarato dalla presidente on. Giorgia Meloni, per la quale “porre a compimento la Tav costa come quattro mesi di reddito di cittadinanza, con la differenza che quest’opera genera lavoro per almeno 6mila addetti tra diretti e indotto”, Comba sottolinea come “cresce chi investe in infrastrutture, ricerca e tecnologia. È più che mai necessario, in particolare, creare le premesse perché le aziende restino e lavorino sul nostro territorio. Quello con le infrastrutture è un confronto che sta diventando ideologico, non si può, neppure per un attimo, immaginare che qualcuno danneggi ciò che è investimento, progresso, sviluppo, manifattura e lavoro, cercando di sostituirlo con dei meri sussidi”
Ezio Locatelli, segretario provinciale di Torino e componente la segreteria nazionale Prc-Se, dichiara: “Il tempo delle ambiguità è finito. Non si può rimanere inerti a fronte della proposta di Sergio Chiamparino di andare alle prossime elezioni regionali con una coalizione civica “Sì, al Piemonte del Sì” che ricalca in pieno i contenuti della piazza delle madamine e degli imprenditori. Una coalizione senza tanti distinguo – “i partiti si adeguino” dice Chiamparino – a servizio dei potentati economici, aperta a settori della destra a cominciare da Forza Italia.
A fronte di tanta protervia le forze che in Piemonte si sono battute in questi anni contro le grandi opere inutili e speculative, contro le discriminazioni e le ingiustizie sociali, per i diritti sociali e del lavoro, battano un colpo. Mettano in campo una proposta politica che sia coerente con i tanti momenti di partecipazione e di lotta di questi anni. Una proposta di unità e di radicalità, com’è stato in occasione della grande manifestazione di Torino dell’8 dicembre. Manifestazione non solo NoTav ma contro razzismo, decreto “sicurezza”, tagli a sanità, pensioni, diritti, che impoveriscono la maggioranza della popolazione, tagli che servono a foraggiare gli interessi affaristici di pochi.
Quella dell’8 dicembre è stata una manifestazione di opposizione e di forte domanda di cambiamento che non può e non deve rimanere senza risposte politiche. Come Rifondazione Comunista pensiamo che si debba andare alla costruzione di uno schieramento popolare e di sinistra alternativo non solo a Chiamparino e al Pd ma ai poli politici di destra e del M5S accomunati, con poche differenze, da medesima propensione neoliberista. Uno schieramento che metta insieme tutte le forze politiche, sociali, culturali e sindacali disponibili, senza esclusione alcuna, similmente a quanto si sta realizzando per le elezioni europee sulla base dell’appello, da noi condiviso, di Luigi De Magistris. L’unità nelle lotte di opposizione diventi unità anche sul piano politico. L’impegno nostro sarà in questa direzione”.
Ezio Locatelli, segretario provinciale di Torino e componente la segreteria nazionale Prc-Se, dichiara: “Il tempo delle ambiguità è finito. Non si può rimanere inerti a fronte della proposta di Sergio Chiamparino di andare alle prossime elezioni regionali con una coalizione civica “Sì, al Piemonte del Sì” che ricalca in pieno i contenuti della piazza delle madamine e degli imprenditori. Una coalizione senza tanti distinguo – “i partiti si adeguino” dice Chiamparino – a servizio dei potentati economici, aperta a settori della destra a cominciare da Forza Italia.
A fronte di tanta protervia le forze che in Piemonte si sono battute in questi anni contro le grandi opere inutili e speculative, contro le discriminazioni e le ingiustizie sociali, per i diritti sociali e del lavoro, battano un colpo. Mettano in campo una proposta politica che sia coerente con i tanti momenti di partecipazione e di lotta di questi anni. Una proposta di unità e di radicalità, com’è stato in occasione della grande manifestazione di Torino dell’8 dicembre. Manifestazione non solo NoTav ma contro razzismo, decreto “sicurezza”, tagli a sanità, pensioni, diritti, che impoveriscono la maggioranza della popolazione, tagli che servono a foraggiare gli interessi affaristici di pochi.
Quella dell’8 dicembre è stata una manifestazione di opposizione e di forte domanda di cambiamento che non può e non deve rimanere senza risposte politiche. Come Rifondazione Comunista pensiamo che si debba andare alla costruzione di uno schieramento popolare e di sinistra alternativo non solo a Chiamparino e al Pd ma ai poli politici di destra e del M5S accomunati, con poche differenze, da medesima propensione neoliberista. Uno schieramento che metta insieme tutte le forze politiche, sociali, culturali e sindacali disponibili, senza esclusione alcuna, similmente a quanto si sta realizzando per le elezioni europee sulla base dell’appello, da noi condiviso, di Luigi De Magistris. L’unità nelle lotte di opposizione diventi unità anche sul piano politico. L’impegno nostro sarà in questa direzione”.
E se il Chiampa resuscitasse?
Il coordinatore regionale del Piemonte per il Movimento Nazionale per la Sovranità – MNS, Marco Botta ed il presidente del Movimento Progetto Piemonte – MPP, Massimo Iaretti, hanno siglato a Torino un patto di consultazione tra i due movimenti. Il documento è stato sottoscritto anche dal presidente del Gruppo Consigliare MNS in Consiglio Regionale, Gian Luca Vignale
I due movimenti, che condividono la presenza a livello regionale piemontese nel Comitato per il referendum sull’autonomia del Piemonte ed hanno sviluppato una attiva collaborazione sul territorio, ad esempio, nel contrasto delle delibera di fusione tra Asl Al ed Aso di Alessandria, poi ritirata, hanno deciso di dare vita ad un patto finalizzato ad attuare politiche comuni a livello locale e regionale in modo da consentire lo svolgimento di convegni, dibattiti, seminari di studio, presentazioni librarie eseguite nelle sedi istituzionali competenti, politiche ed amministrative.
“I concetti di autonomia regionale e di sovranità nazionale non si contrappongono, né contrastano tra loro – dice Massimo Iaretti presidente MPP, realtà politica presente in alcuni consigli comunali nell’Alessandrino e nel Canavese – anzi contribuiscono ad una cultura identitaria di cui il Piemonte, oggi, ha assolutamente bisogno”. Dal canto suo il coordinatore regionale Mns, Marco Botta sottolinea che “il patto di consultazione parte dalle comuni battaglie portate avanti in particolare sulla sanità e sulle istanze di autonomia e sovranità. I prossimi appuntamenti elettorali, regionali ed amministrativi, daranno la possibilità ai due movimenti di creare momenti comuni di convergenza in particolare su sicurezza, identità territoriale, cultura e turismo”. I due Movimenti mantengono, naturalmente, ognuno la propria identità e le proprie linee guida.
“Saremo di nuovo in piazza il prossimo 12 gennaio per dire Si’ alla Torino/Lione ma basta con le ormai sterili e inutili polemiche politiche. Tutto il mondo politico, e non solo, sa che sono ormai rimasti due soli partiti a dire un no secco alla Tav: il partito dei 5 stelle e Sinistra italiana. Tutti gli altri, seppur con sfumature diverse, sono decisamente favorevoli. Ora, visto che se ne parla da circa 30 anni, sarebbe anche un po’ specioso continuare questa eterna polemica politica. La Tav si faccia, cioè si completi, ma senza trasformarla – come ormai è evidente a tutti – in una continua e permanente polemica in vista della prossima campagna elettorale regionale. E senza gli ormai altrettanto noti protagonismi personali. Anche perché, sotto questo versante, le responsabilità politiche attraversano orizzontalmente le tradizionali coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Saremo di nuovo in piazza, dunque. Non per continuare a fare campagna elettorale o per rinfacciarsi le responsabilità politiche ma solo per dire Si’ alla Torino/Lione. La campagna elettorale per le regionali piemontesi, com’è ovvio a tutti, affronta anche altri temi. Fermarsi a questo sarebbe riduttivo e anche po’ curioso“.
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Rete Bianca Piemonte
Giorgio Merlo, Mauro Carmagnola, Giampiero Leo
Ascoltando Mattarella in attesa di tempi migliori
“LN e M5S mantengono un silenzio assordante per non riconoscere i risultati ottenuti dalla Giunta Chiamparino”
“Alcuni consigliano di non parlare del tema della sanità durante la campagna elettorale perché, spiegano, è un settore sul quale i cittadini hanno maturato, in generale, un giudizio non completamente positivo. Consigliano, inoltre, di lasciar perdere perché non viene mai percepito, pienamente, il senso della riorganizzazione e del salvataggio della sanità pubblica, ma si colgono soltanto i “tagli”. Ne prendo atto con amarezza e, tuttavia, intendo affrontare questo argomento scomodo che i miei interlocutori politici tendono ad evitare e sul quale mi sembra rifuggano il confronto” ha affermato il Presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Domenico Ravetti
“Dopo che la Regione Piemonte, proprio sul tema della qualità delle prestazioni sanitarie, era stata classificata al primo posto in Italia, è arrivata recentemente la notizia che il Ministero a guida pentastellata ha assegnato alla nostra Regione il primo posto come “benchmark” davanti a Umbria, Emilia Romagna, Marche e Veneto. Tre di queste Regioni saranno selezionate per fare da riferimento per “i costi standard” da utilizzare nel riparto del Fondo sanitario 2019. La Lombardia è classificata al sesto posto!” ha proseguito Ravetti
“In sanità, le tecniche di benchmarking hanno lo scopo di raggiungere uno standard di eccellenza, valutando il corretto impiego delle risorse e, considerate le performance raggiunte, di correggere opportunamente le politiche sanitarie. Nella scelta il Ministero della Salute tiene conto di una serie specifica di parametri, dal punteggio della cosiddetta “Griglia Lea” alla spesa farmaceutica, oltre all’efficienza della tenuta dei conti economici” ha proseguito Domenico Ravetti.
“Essere al primo posto nella graduatoria delle Regioni “Benchmark” è una novità assoluta per il Piemonte” ha concluso il Presidente Ravetti “e l’indicazione del Ministero della Salute rappresenta l’ennesimo riconoscimento del lavoro svolto in questi anni. Può non piacere, può dar fastidio, ma la verità è nei fatti: con il risanamento dei conti e l’uscita dal Piano di rientro, il Piemonte diventa sempre più un punto di riferimento per la sanità nazionale. È un motivo di orgoglio e un ulteriore stimolo a continuare o stavamo meglio nei bassi fondi della classifica alle prese con i debiti accumulati nel tempo? Attendiamo una risposta da Lega Nord e M5S che, di fronte ai risultati positivi ottenuti dalla Giunta Chiamparino, mantengono un silenzio assordante”.
“LN e M5S mantengono un silenzio assordante per non riconoscere i risultati ottenuti dalla Giunta Chiamparino”
“Alcuni consigliano di non parlare del tema della sanità durante la campagna elettorale perché, spiegano, è un settore sul quale i cittadini hanno maturato, in generale, un giudizio non completamente positivo. Consigliano, inoltre, di lasciar perdere perché non viene mai percepito, pienamente, il senso della riorganizzazione e del salvataggio della sanità pubblica, ma si colgono soltanto i “tagli”. Ne prendo atto con amarezza e, tuttavia, intendo affrontare questo argomento scomodo che i miei interlocutori politici tendono ad evitare e sul quale mi sembra rifuggano il confronto” ha affermato il Presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Domenico Ravetti
“Dopo che la Regione Piemonte, proprio sul tema della qualità delle prestazioni sanitarie, era stata classificata al primo posto in Italia, è arrivata recentemente la notizia che il Ministero a guida pentastellata ha assegnato alla nostra Regione il primo posto come “benchmark” davanti a Umbria, Emilia Romagna, Marche e Veneto. Tre di queste Regioni saranno selezionate per fare da riferimento per “i costi standard” da utilizzare nel riparto del Fondo sanitario 2019. La Lombardia è classificata al sesto posto!” ha proseguito Ravetti
“In sanità, le tecniche di benchmarking hanno lo scopo di raggiungere uno standard di eccellenza, valutando il corretto impiego delle risorse e, considerate le performance raggiunte, di correggere opportunamente le politiche sanitarie. Nella scelta il Ministero della Salute tiene conto di una serie specifica di parametri, dal punteggio della cosiddetta “Griglia Lea” alla spesa farmaceutica, oltre all’efficienza della tenuta dei conti economici” ha proseguito Domenico Ravetti.
“Essere al primo posto nella graduatoria delle Regioni “Benchmark” è una novità assoluta per il Piemonte” ha concluso il Presidente Ravetti “e l’indicazione del Ministero della Salute rappresenta l’ennesimo riconoscimento del lavoro svolto in questi anni. Può non piacere, può dar fastidio, ma la verità è nei fatti: con il risanamento dei conti e l’uscita dal Piano di rientro, il Piemonte diventa sempre più un punto di riferimento per la sanità nazionale. È un motivo di orgoglio e un ulteriore stimolo a continuare o stavamo meglio nei bassi fondi della classifica alle prese con i debiti accumulati nel tempo? Attendiamo una risposta da Lega Nord e M5S che, di fronte ai risultati positivi ottenuti dalla Giunta Chiamparino, mantengono un silenzio assordante”.