Presidio di Rifondazione davanti all’UI
Martedì 16 giugno, alle ore 11, Rifondazione Comunista terrà un presidio conferenza stampa davanti alla sede dell’Unione Industriale di Torino in via Fanti, 17 per presentare i contenuti della campagna che il partito ha intrapreso a livello torinese e nazionale in tema di lavoro, di reddito, di rilancio dell’intervento pubblico.
Un presidio conferenza stampa che si tiene non casualmente davanti alla sede dell’Unione Industriale di Torino per denunciare l’assurdità di tutta una serie di richieste avanzate nel corso dell’ultima settimana dai rappresentanti degli industriali col pretesto di favorire una ripresa economica: libertà di licenziamento, decontrattualizzazione, incentivi alle imprese, sgravi fiscali, sblocco degli appalti Tav in Valsusa. Tutte ricette destinate ad aggravare la situazione di crisi, a scaricarla sui lavoratori, sulle persone meno abbienti, più che risolverla.
Contro questa offensiva di parte confindustriale Rifondazione Comunista protesta e prende parola. Secondo uno studio Torino è la città metropolitana più colpita dal punto di vista economico dall’epidemia Covid19. Per uscire da questa crisi occorre cambiare radicalmente rotta, occorre puntare a un modello di economia sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Sarà presente tra gli altri Ezio Locatelli, segretario provinciale e membro della direzione nazionale Prc-Se.
“Chiedo nuovamente all’Assessora Poggio di venire a riferire sulla questione Teatro Regio in una Commissione cultura congiunta Regione Piemonte – Città di Torino da convocare prima possibile” afferma il Consigliere Regionale PD Daniele VALLE.
“Ero presente questa mattina al presidio insieme ai lavoratori del Teatro Regio che sono giustamente preoccupati per i loro contratti, ma sono anche profondamente amareggiati da questa soluzione ‘scaricabarile’ del commissariamento” precisa Valle “per questo è necessario come ho già chiesto, fin dal giorno in cui è esplosa la questione Graziosi, che le istituzioni principali, Regione Piemonte e Città di Torino, prendano in mano la faccenda e ne parlino faccia a faccia con tutte le parti sociali”.
“Il Teatro Regio è stato per anni un simbolo di Torino, un ambasciatore che ha portato l’orgoglio sabaudo fino in Giappone nel 2010 e ad Edimburgo nel 2017, né questa istituzione né tutti i suoi lavoratori meritano questa fine” conclude il Consigliere VALLE.
Verdi-Europa Verde: “Liberare Torino dallo smog”
“In questi giorni uno studio del comitato Torino Respira , che noi ringraziamo, mette in luce la gravissima situazione della nostra città per quanto riguarda la qualità dell’aria.
Infatti è emerso che in 70 scuole torinesi su 71, e in diversi parchi e ospedali, ci sono concentrazioni di biossido di azoto ben oltre i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed in alcuni casi addirittura oltre i limiti di legge.
Ciò comporta un maggior rischio per tutti i cittadini di sviluppare malattie respiratorie, oltre ad un aumento delle morti premature.
Purtroppo la classe politica torinese non si sta facendo carico del problema, ignorandolo completamente o mettendo in campo iniziative blande.
Come Verdi – Europa Verde Torino crediamo che si debba intervenire istituendo zone #carfree nelle aree più sensibili, l’attuazione del bici Plan in modo che in tutta la città ci si possa spostare utilizzando forme di mobilità dolce, oltre ad un deciso intervento di #riforestazioneurbana.
Crediamo che sia arrivato il momento di smetterla di giocare sulla salute dei cittadini, anche in vista dalle elezioni #comunalitorino2021 ci batteremo affinché l’emergenza climatica diventi una priorità per la #politica torinese”
“No alla liberalizzazione della caccia in Piemonte”
“Le Associazioni aderenti al Tavolo Animali e Ambiente chiedono ai Consiglieri Regionali di non autorizzare il massacro della fauna selvatica della nostra Regione”
Il Tavolo Animali e Ambiente, cui aderiscono le Associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente L’Aquilone, LIDA, OIPA, Pro Natura e SOS Gaia, ha inviato ai Consiglieri della Regione Piemonte una lettera contenente l’invito a votare contro le modificazioni sulla legge venatoria che verranno portate in settimana all’approvazione del parlamento subalpino.
In particolare, le Associazioni chiedono che si ascolti il parere del mondo scientifico (possibilmente prima che i danni siano ormai irreversibili, come la recente pandemia di Coronavirus ci insegna), unanimemente schierato contro le modifiche. In particolare, per quanto riguarda l’estensione della possibilità di caccia a ben 15 specie attualmente protette, quasi tutte di uccelli. Tutte specie in evidente sofferenza numerica e presenti nel nostro territorio spesso con numeri molto limitati. Emblematico il caso dell’allodola, piccolo uccello insettivoro che pesa meno della cartuccia con cui verrebbe disintegrato, la cui popolazione in Piemonte negli ultimi 20 anni si è dimezzata. Lo stesso vale per pernice bianca, moriglione e pavoncella. Di lepri variabili nessuno sa con esattezza quante siano, anche se il numero è certamente esiguo: in queste condizioni un banale ed ovvio principio di precauzione suggerirebbe il blocco immediato di ogni prelievo venatorio. Nessuna di queste 15 specie è responsabile di danni all’agricoltura o ad altre attività antropiche degni di rilievo: il loro prelievo venatorio, quindi, assume unicamente finalità di tipo ludico e nessuna giustificazione di riequilibrio ambientale o faunistico può essere addotta in suo appoggio.
Il Tavolo Animali e Ambiente, nel caso in cui i consiglieri decidessero comunque di appoggiare le modifiche, ha posto una semplice domanda: “perché consentire ai cacciatori di sterminare piccoli uccelli come merli ed allodole e specie a rischio di estinzione?”.
Il Tavolo Animali & Ambiente ha inoltre promosso la petizione online “FERMIAMO LA STRAGE DI UCCELLI IN PIEMONTE”.
E’ possibile firmare qui:
https://www.change.org/p/fermiamo-la-strage-di-uccelli-in-piemonte
Per il Tavolo Animali & Ambiente
Piero Belletti
PRO NATURA Piemonte
Non lasciamo sola Hong Kong
In questi giorni stiamo assistendo ad una progressiva erosione dei diritti umani e civili ad Hong Kong. Nella ricorrenza del trentunesimo anniversario del massacro di Piazza Tiananmen, il consiglio legislativo della città ha approvato una legge che criminalizza ogni modifica al testo dell’inno nazionale cinese e sanziona chi lo canta con poca convinzione.
Inoltre, la nuova legge sulla sicurezza nazionale promossa da Pechino in violazione dei trattati internazionali, prevede una sostanziale estensione di quelle misure di repressione del dissenso attualmente in vigore nella Cina continentale anche al territorio di Hong Kong. Gli effetti di questa legge sono già visibili: attivisti, studenti e intellettuali hanno dovuto cancellare i propri profili social o assumere identità false per evitare ritorsioni. Ci sono fondati timori che, oltre agli arresti di massa che vedono coinvolte centinaia di persone, si siano verificate violenze fisiche e sessuali nei confronti dei manifestanti trattenuti negli istituti di pena.
Solo pochi paesi, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia e Canada, si sono schierati apertamente contro questa escalation di violenza e repressione. L’Unione Europea ha espresso preoccupazione e rammarico nei confronti dell’ennesima violazione di accordi internazionali da parte della Cina, senza però prendere provvedimenti sostanziali.
È importante che il Governo italiano assuma una linea chiara a sostegno dell’autonomia di Hong Kong e della tutela dei diritti umani. E’ nostro auspicio inoltre che, in questo momento critico, la stampa italiana tenga alta l’attenzione su un tema così importante, perché le battaglie per la democrazia e la libertà non si vincono senza il supporto di una informazione corretta e coraggiosa. Viceversa è sotto gli occhi di tutti il fatto che – tranne poche, meritevoli eccezioni – l’attenzione dei mass media verso le iniziative a sostegno del reale rispetto dei diritti di ogni essere umano, è molto bassa – quando, in alcuni casi, addirittura inesistente – specie se si toccano sensibilità di Paesi o potentati pronti a far scattare rappresaglie di vario tipo. Cionondimeno in Italia, da mesi il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, Radicali Italiani e le associazioni Adelaide Aglietta, AiresVen e Marco Pannella, insieme a movimenti di vario orientamento che si battono anche per la libertà religiosa, promuovono iniziative a sostegno della causa di Hong Kong. Speriamo vivamente che vogliate aiutarci a far conoscere queste iniziative, in modo che ad esse si uniscano al più presto anche altri movimenti, associazioni, istituzioni, partiti e, in ultima analisi, tutte le persone che ritengono irrinunciabile – in qualsiasi Società e parte del mondo – il rispetto delle dignità di ogni essere umano.
Chiara Ardito, Patrizia De Grazia, Giampiero Leo, Mario Barbaro, Igor Boni, Bianca Briceno, a nome di tutte/i i promotori della campagna di solidarietà alla popolazione di Hong Kong
Fase 3, Ruffino (Fi): “Più risorse ai Comuni”
“Siamo ormai in piena Fase 3, ma per i Comuni il governo non ha ancora previsto le risorse adeguate per far fronte a tutte le nuove emergenze derivate dal flagello del Coronavirus.
Il governo batta un colpo e Anci si dia una mossa, non c’è altro tempo da perdere”.
Tre sedute a Palazzo Lascaris
Il Consiglio regionale la prossima settimana si riunisce tre volte in videoconferenza, ma con la presenza in Aula dei capigruppo.
Sono infatti state convocate le sedute di martedì 16, mercoledì 17 e giovedì 18 giugno. All’ordine del giorno dell’Assemblea presieduta da Stefano Allasia, le norme sulla Semplificazione contenute nel Disegno di legge 83 “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2020”. Tutte e tre le sedute sono convocate dalle 10 alle 20, martedì inoltre sono previste le interrogazioni alle 9,30.
Lunedì 15 giugno è invece convocata la prima Commissione, presidente Carlo Riva Vercellotti, per l’informativa della Giunta regionale e i conseguenti approfondimenti in materia di Irap.
C’era una volta il sistema Torino
Sono solo un centinaio di paginette, ma ogni torinese di nascita o di adozione dovrebbe leggerle
La Lega Giovani prende posizione sulla proposta di revoca delle borse di studio per gli studenti universitari che violano i regolamenti di ateneo o commettono reati e violenze nelle sedi universitarie. Ad intervenire è il consigliere regionale Matteo Gagliasso, che ricorda l’odg presentato dalla Lega in consiglio regionale lo scorso febbraio, dopo gli scontri avvenuti presso la Palazzina del Campus Einaudi di Torino.
“Riteniamo che il sostegno economico per garantire il diritto allo studio, erogato dall’ente della Regione Edisu, debba necessariamente affiancarsi al rispetto della legge e dei suoi organi nel più ampio ambito di garanzia dei diritti costituzionali. Per questo, nell’ordine del giorno che abbiamo presentato, chiediamo che siano revocati i bandi per gli studenti che vengano arrestati o attori di gravissime condotte dal punto di vista disciplinare. Successivamente c’è stata una proposta della Regione Piemonte direttamente ad Edisu che va nella medesima direzione. Pertanto, informiamo i nostri colleghi consiglieri che Edisu segue le linee guida della Regione e li invitiamo -invece di improvvisarsi costituzionalisti- a chiarire se stanno dalla parte degli studenti che per protestare utilizzano la voce, oppure con quelli che sono pronti ad esercitare la violenza, ai danni anche dei loro colleghi pacifisti”.
Alessio Ercoli, responsabile università della Lega Giovani Piemonte, specifica che “non si tratta di fare processi o sostituirsi ai tribunali, ma di impedire che chi va in università a creare disordini -ostacolando gli studenti che vogliono poter seguire le lezioni o dare gli esami- possa ricevere le borse di studio al pari dei colleghi che in università ci vanno per studiare e se devono protestare lo fanno in modo civile. Chi paventa dubbi di costituzionalità ancora prima di aver letto il bando di Edisu, dimostra poco rispetto per i tecnici al lavoro nella sua compilazione, oppure di voler soltanto fare proclami senza sapere di cosa si stia parlando. Se non stupisce vedere contraria la sinistra, fulminea nel condannare la violenza ma solo se perpetrata da alcuni soggetti, meraviglia invece leggere alcune dichiarazioni del M5S: fino a poco tempo fa giustizialista, ora stampella dei centri sociali, senza più neanche quei pochi valori che una volta simulava”.