POLITICA- Pagina 430

Nasce la lista civica Gente di Volpiano

Basta proclami e promesse disattese: è venuto il momento di ascoltare, di capire e di dare risposte. Risposte che la politica dei partiti ha dimostrato di non saper dare

È questo il filo conduttore che unisce gli obiettivi e il progetto di “Gente di Volpiano”. La nuova lista civica ha di fatto mosso i primi passi mercoledì 22 gennaio, con la sottoscrizione dello Statuto. La neonata realtà politica fa parte dell’alleanza regionale Gente del Piemonte e vede come cofondatore la consigliera comunale di opposizione Monica Camoletto, che guida anche il coordinamento cittadino.

 

“Siamo fortemente convinti che la via del civismo sia l’unica da percorrere per portare risultati concreti e tangibili per lo sviluppo del territorio”, sottolinea Monica Camoletto che aggiunge, “La mia esperienza politica è ora al servizio di questo progetto che vuole aggregare professionisti, lavoratori, studenti, giovani, così come ogni componente della nostra realtà cittadina che sente di poter dare il proprio contributo alla comunità di Volpiano.  È necessario dare una svolta decisa e senza compromessi al modo di gestire e governare la “cosa pubblica”.

Ma non è solo questione di “visione” ma anche del metodo che non può più essere quello della vecchia politica dei partiti e dei compromessi: sono gli abitanti dei quartieri, i cittadini dei borghi e dei comuni, i pendolari, i lavoratori, i piccoli imprenditori, gli artigiani che conoscono realmente i problemi e le necessità del territorio.

Gente di Volpiano lancia il suo appello alla società civile: chi ha voglia di fare, chi ha conoscenze da condividere, chi ha capacità le metta al servizio della città e della sua gente”.

 

Da questo nuovo modo di fare politica attiva parte il progetto di Gente del Piemonte – ai blocchi di partenza lo scorso dicembre – nato come risposta  a quanti si sentono politicamente orfani di una politica non urlata e fatta di contenuti piuttosto che di proclami. Una politica “scevra da compromessi di segreteria e alchimie di potere, tipiche del vecchio sistema partitico”, stigmatizza Marco Tizzoni che, dieci anni fa, fondando Gente di Rho, ha dato il via al movimento “Gente di…”, un’alleanza civica trasversale che raccoglie già 12 liste nell’hinterland milanese.

 

“Gente di Volpiano” avrà da subito un ruolo nella vita politica cittadina, in quanto, a partire dal prossimo Consiglio Comunale, in accordo con i componenti della lista civica Costruire Futuro che ha eletto Monica Camoletto tra le fila della minoranza, cambierà l’intestazione del gruppo comunale. Non è escluso che, in futuro, la neonata lista civica possa avvicinare nuove forze di appoggio.

 

“Questo progetto – conclude Camoletto – si propone di essere capofila per chi convintamente pensa che la politica sia a servizio del cittadino e che non vi sia altra forma che il reale interessamento alle istanze del territorio e del suo tessuto sociale ed economico per ottenere risultati concreti di sviluppo e crescita”.

E, sabato mattina, Gente del Piemonte ha già in programma (a Volpiano, via Trento 63) una serie di tavoli di lavoro e la prima Assemblea Regionale a cui è prevista la partecipazione anche del fondatore di “Gente di…” Marco Tizzoni e del rappresentante del Gruppo Giovani, Andrea Recalcati.

La Sardine al Teatro Erba

Riceviamo e pubblichiamo

Le  Sardine Piemontesi e Torinesi si ritroveranno per un incontro il 25 Gennaio dalle ore
14 alle ore 18 al Teatro Erba, in Corso Moncalieri 241


Gli interventi dei relatori verranno svolti nella forma del ted talks, con 15 minuti di dialogo concessi
ad ogni ospite il quale si esprimerà tenendo in considerazione le tematiche centrali del movimento.
L’incontro sarà introdotto da Mattia ANGELERI, rappresentante delle Sardine Torinesi, 24 anni,
laureato in giurisprudenza, il quale riassumerà quanto accaduto dopo la manifestazione del 10
dicembre in piazza Castello, evidenziando come l’evento rappresenti l’inizio di un percorso utile ad
aggregare le iniziative del movimento.

Gustavo ZAGREBRELSKY, Mauro BERRUTO e Federico BOTTINO, relatori già annunciati e noti
per le rispettive competenze in materia di diritto costituzionale, formazione e comunicazione,
verranno quindi affiancati da Karima MOUAL, nota giornalista e collaboratrice del Sole 24 Ore,
impegnata nel sostenere il valore dell’integrazione, da Luca ROLANDI, giornalista professionista
esperto di storia del giornalismo e piattaforme informatiche di comunicazione nonché da Sara
DIENA, membro del movimento Fridays for Future.

La formula dell’incontro consentirà di dare spazio alle domande sul movimento e sui contenuti trattati
che verranno raccolte con le modalità che comunicheremo attraverso i canali ufficiali.
I circa 400 posti disponibili al teatro Erba sono stati prenotati nel giro di un giorno tramite l’apposita
piattaforma eventbrite. Abbiamo avuto una risposta sopra le aspettative e questo non può che essere
di buon auspicio per i futuri eventi che intendono riavvicinare i cittadini ad una politica non
superficiale, che approfondisca gli argomenti trattati così da consentire una corretta formazione delle
opinioni.

Chiunque sia riuscito a prenotarsi dovrà presentarsi dalle ore 14.00 portando con sé il biglietto
stampato in modo da poter accedere all’interno del teatro. Agli ultimi 50 iscritti verrà inviata, entro
Venerdì 24 Gennaio, una mail dall’indirizzo info@6000sardinetorino.it in cui verrà comunicata la
posizione in lista d’attesa: questo significa che nonostante l’accredito ci sarà il rischio per loro di non
entrare dato che potranno accedere, dopo le 14.30, solo ed esclusivamente nel caso in cui i primi
prenotati non siano presenti.

Per chi non potrà partecipare sarà invece garantita una diretta streaming che verrà trasmessa sulla
pagina ufficiale “Sardine Torino”, all’interno del gruppo Facebook “6000 Sardine Torino” e sulla
pagina degli amministratori.

Chiediamo dunque di non venire all’evento nel caso in cui non siate riusciti a prenotarvi, ma di creare
dei gruppi di ascolto a casa e di comunicarci la vostra vicinanza tramite foto e commenti sotto la
diretta streaming, in modo che tutti ci si possa sentire partecipi di questo progetto.

«L’evento non ha un collegamento diretto con le elezioni emiliane ma ha una sua affinità con queste
ultime e vuole sostenere il messaggio proposto dal movimento a prescindere da quello che sarà l’esito
delle votazioni regionali: se a Bologna è stato importante il numero di persone sceso in piazza data
la vicinanza delle elezioni, a Torino abbiamo pensato a un evento più ristretto in cui poterci
confrontare riflettendo sui contenuti, per comprendere le strategie da poter adottare e maturare le
proposte che verranno portate al prossimo incontro nazionale delle Sardine» dichiara Mattia
Angeleri.

Disastro egualitario dal centro alla periferia

Grande attore Matteo Salvini nel suonare i campanelli a Bologna. Sicuramente uno che coglie l’ attimo fuggente. La Storia si incaricherà di stabilire se è un anfitrione o solo un guitto di paese

Per ora quello che ha fatto mi è piaciuto. O per meglio dire se veramente ha suonato a casa di spacciatori ha ragione, se ha suonato a casa di persone perbene è giustappunto un buffone. Comunque normale amministrazione, si direbbe, con relative ed abbastanza inutili sceneggiate. Ma la vera notizia più notizia delle altre è che Giggino non è più capo politico dei 5stelle.  Dopo aver espulso un bel po’ di deputati e senatori ecco un altro colpo di teatro. Ed anche qui ce ne faremo una ragione.

Perlomeno quei 5stelle che oramai come il pugile suonato continuano nel dire: tutto a posto, tutto sotto controllo. La Chiaretta cocca di Giggino vola a Roma per capire cosa è successo. Continuando il suo sodalizio con la Raggi, altra fedelissima di Di Maio. In comune la stessa sorte dell ingovernabilità delle due città, Roma e Torino. Entrambe contestate dai propri
consiglieri. Ma a Chiaretta non basta. Isolata e sotto assedio. L’Unione industriale non ne puo’ più e si aggiungono le organizzazioni dei commercianti e degli ambulanti. In piazza Foroni avevano letteralmente cacciato Piero Fassino salutandola come liberatrice.

 

Ieri mattina la piazza deserta per lo sciopero, nessun banco e negozi chiusi. Fortunatamente c’ è Porta Palazzo, tutto regolare grazie anche agli extracomunitari oramai maggioranza dei venditori ambulanti. Come le macellerie, appannaggio dei rumeni. Il disastro pentastellato si abbatte sulla città senza lasciare nulla di intentato. Tre anni fa la situazione di determinate periferie era fuori controllo. Ora il disastro ha invaso il centro. In una sorta di tragico egualitarismo. Accatastamento di immondizie. Senza tetto e questuanti che aumentano di giorno in giorno. Vigili Urbani che praticamente non si vedono, del resto sono pochi e non si cercano rogne.

Monopattini in ogni dove e mezzi pubblici abbastanza malmessi. Depositi pieni di mezzi fermi per mancanza di soldi per le riparazioni. E dulcis in fundo si scopre che la principale fonte di
inquinamento è il riscaldamento. Intanto il governo propone il prefetto di Torino come Presidente dell’ osservatorio Tav. La Montagna ( che magari Montagna non è ) partorisce il topolino. Due i casi. O il Prefetto non aveva lavoro da svolgere o lo farà nei ritagli di tempo, dimostrazione pratica di un ente non funzionale. Chiaramente il solito compromesso al ribasso con i pentastellati e Chiaretta che tra i primi atti ha ritirato la città di Torino dall’ osservatorio. Quelli del PD locale non ne possono proprio più. Ma ci pensa il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco. Va bene (dice): se non ci pensa la politica ci pensiamo noi a fare delle proposte credibili per questa nostra martoriata società.

 

Pronta la  Vicepresidente del Senato Anna Rossomando che fa la spola da Roma a Torino. Tecnologia e sviluppo sociale. Bellissimi intendimenti a cui bisognerebbe dare le gambe della fattibilità. Detto in altro modo: non possono essere i pentastellati con l’ evanescenza dell’ assessore Lapietra i protagonisti. Del resto loro lo hanno sempre detto: decrescita, decrescita. Non hanno determinato il disastro, lo hanno moltiplicato all’ ennesima potenza. Chiaretta spiazzata dalle dimissioni di Di Maio? Forse. Sicuramente Beppe Grillo sì, almeno sui tempi delle dimissioni prima della inevitabile sconfitta in Emilia. Ma anche occasione da sfruttare. Magari diventa il Capo politico nazionale. Una donna laureata alla Bocconi. Certamente un modo di passare più tempo a Roma che non a Torino. E francamente per noi torinesi poco cambia.

 

Molto difficile fare peggio ma non impossibile. Le elezioni si aspettano con trepidazione. Come è successo nel piccolo a Venaria. E sempre per Chiaretta quale occasione migliore per cambiare aria. Ponti d’ oro agli sconfitti. Lei in tre anni non ne ha proprio azzeccata una. Come il suo ex capo politico Luigi Di Maio. Magari è un modo di fare carriera nei 5stelle.

 

Patrizio Tosetto

Tav, (M5S): “L’Osservatorio non è super partes e va soppresso”

“Metterne a capo il prefetto di Torino è paradossale”

 “L’Osservatorio sul Tav non ha più motivo di esistere e dovrebbe essere soppresso quanto prima.

L’Osservatorio non rappresenta i Comuni interessati dal tracciato e non si è mostrato super partes come avrebbe dovuto. Questo fin da quando i sindaci contrari all’opera furono messi alla porta. L’Osservatorio si è comportato piuttosto come uno strumento di propaganda della lobby Tav. Sembra inoltre del tutto inopportuno nominare ora a capo dell’Osservatorio il Prefetto, ovvero l’organo del Governo che ha reiterato dal 2011 le ordinanze limitative della libera circolazione nell’area intorno al cantiere, violando i limiti indicati dalla Corte Costituzionale sull’utilizzo dell’art. 2 Tulps, a dir poco paradossale in un ordinamento democratico costituzionale”- Così in una nota la deputata M5S Jessica Costanzo e i senatori M5S Alberto Airola, Mattia Crucioli, Mario Giarrusso ed Emanuele Dessì.

Milleproroghe: “Il Governo manda i Comuni allo sbando”

Il commento  dell’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Il governo Conte deve mettere in mostra quel pizzico di buon senso fin qui mancato su molti provvedimenti, ma assente in modo drammatico nel provvedimento che stabilisce l’accorpamento Imu-Tari.
Ho presentato un emendamento per chiedere lo slittamento di un anno per applicare la delibera dell’Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente i Comuni, specialmente nei Comuni piccoli oggi letteralmente in tilt di fronte al nuovo metodo tariffario servizio integrato gestione rifiuti che prevede diverse modalità di applicazione e diversi parametri di riferimento per stabilire il livello di qualità e di efficienza e, dunque, la congruità dei costi. Ho citato non a caso i piccoli Comuni perché molto spesso è nel loro territorio che insistono gli immobili soggetti all’Imu, le seconde case di chi torna nel Paese d’origine per una vacanza. L’accorpamento della Tari con l’Imu genera oneri aggiuntivi per i proprietari di casa ma soprattutto mette a dura prova l’applicazione di una norma per la quale gli uffici comunali devono dotarsi del software necessario e, in particolare, devono avere il tempo per ridefinire la qualità del servizio erogato.  Il nuovo metodo – che prevede limiti tariffari e quattro diversi schemi adottabili dagli enti locali e dai gestori in relazione agli obiettivi di miglioramento del servizio – regola, in particolare, queste fasi: spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento e recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, gestione tariffe e rapporti con gli utenti. È del tutto evidente che l’adeguamento delle attuali modalità di tariffazione è un processo che va implementato. Aggiungendo che nella stragrande maggioranza dei casi, per quanto riguarda i piccoli Comuni, il servizio rifiuti è affidato a società consortili per cui è l’assemblea dei sindaci che dovrà decidere, su delibera delle rispettive giunte. La proroga di un anno è un atto doveroso da parte del governo.

“Botti si o botti no? Questa maggioranza  e la giunta hanno la stessa visione?”

 Scanderebech: “Assenza immotivata della giunta in commissione”

Si è svolta stamane una commissione I + VI riguardo alla tutela degli animali e il rispetto del regolamento comunale, dichiara la Consigliera Scanderebech:

“Il Comandante Bezzon denuncia che alcuna sanzione sia stata applicata nei giorni festivi di fine anno. Non capisco se questo sia l’input della Giunta o se si sia del tutto inermi a ciò. Non mi è chiaro soprattutto come mai la giunta non abbia partecipato a questa commissione per dare il proprio reale e definitivo indirizzo in un momento così delicato in cui bisognerebbe assumersi le proprie responsabilità”.

Continua la Consigliera Scanderebech: “Che non ci sia una linea univoca della maggioranza e della giunta è evidente dal momento in cui la giunta stia vagliando l’ipotesi di reinserire i fuochi a San Giovanni e a seguito di ciò addirittura una componente della maggioranza minaccia di abbandonare la maggioranza stessa. Ho presentato ormai giorni fa un’interpellanza per chiarire la posizione che si intenda intraprendere per i festeggiamenti del Santo Patrono (droni si? droni no? fuochi si? fuochi no?) e il dibattito verrà solo spostato in consiglio lunedì 3 febbraio dove finalmente la giunta dovrà dare la sua linea in risposta all’atto amministrativo”.

Domenico Ravetti (Pd): “Facciamo chiarezza sulle Province”

 “Ho condiviso con il collega Riva Vercellotti la predisposizione di un atto di indirizzo che invita il Governo e il Parlamento a proseguire, senza indugi, nel percorso di revisione della legge che disciplina l’ordinamento delle province e delle città metropolitane, sia riguardo alle funzioni fondamentali, sia rispetto al tema della governance.

Inoltre, chiediamo al Presidente della Giunta regionale di definire, per ciascuna delle funzioni conferite alle Province e alla Città Metropolitana, i livelli essenziali di prestazione e il conseguente fabbisogno e di aprire un confronto con le stesse per rivedere la legge regionale che riordina le funzioni amministrative oggi conferite per valutarne l’ampliamento” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Ritengo, infatti, che occorra fare chiarezza – prosegue Ravetti– e archiviare il dibattito, ormai superato, sulla soppressione delle Province, concentrandoci sui servizi che devono essere garantiti ai cittadini e sulla necessità di assicurare agli Enti Locali la possibilità di svolgere a pieno le funzioni loro assegnate. Il Tavolo delle Province d’Italia ha indicato questioni chiare, chiedendo funzioni di area vasta ben definite, elezione diretta degli organi politici, un’organizzazione dell’ente e del personale tali da permettere il pieno funzionamento della macchina amministrativa, un’autonomia finanziaria che assicuri le risorse necessarie a coprire le spese per le funzioni fondamentali.

I Sindaci italiani, su iniziativa dell’Unione delle Province, hanno sottoscritto un ordine del giorno per avviare una revisione della riforma delle Province e, in pochi mesi, questo atto è stato sottoscritto da 4.313 comuni su 5.585 delle 76 province delle regioni a statuto ordinario e in Piemonte ha aderito l’80% dei Comuni”.

“Le Province – conclude il Presidente Ravetti – sono riconosciute dal Consiglio regionale quali istituzioni costitutive della Repubblica e, alla luce degli esiti non confermativi del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, devono essere superate le leggi attuative della legge Delrio e si deve prevedere, in tempi rapidi, una revisione organica della legge che le disciplina”.

“ASL di via Cavezzale completamente accessibile entro maggio”

Riceviamo e pubblichiamo

“Il montascale attualmente attivo sarà adeguato per pesi anche superiori a 150 chili: questo consentirà la fruizione dei locali anche alle persone che si spostano con carrozzine elettriche. La struttura sarà presto dotata di rampa e di ascensore. Vittoria della buona politica”

Grazie all’interesse combinato del sottoscritto e di di Pino La Mendola (Consigliere dei Moderati in Circoscrizione 7, Presidente Aurora/Valdocco/Rossini), per l’Asl di via Cavezzale 6 a Torino si profila un prossimo futuro di accessibilità finalmente completa. Lo garantisce lo stesso Assessore Icardi, stimolato a Palazzo Lascaris da un mio question time: l’esponente della Giunta Cirio definisce “paradossale” che vi siano Asl non completamente accessibili. Il montascale è infatti attualmente utilizzabile solo per pesi non superiori ai 150 chilogrammi, fatto che esclude la fruizione dei locali a tutti quei cittadini che si spostano con carrozzine elettrificate. I locali, situati in una zona strategica, servono un’ampia porzione di territorio a Torino nord.
All’azienda è stato richiesto di adeguare al più presto l’elevatore per garantire la funzionalità anche con le carrozzine più pesanti. Il progetto a più lungo termine è dotare la struttura di un ascensore e di una rampa. Entro metà febbraio – garantisce ancora l’Assessore – le opere saranno cantierate ed entro maggio l’Asl sarà accessibile al cento percento.
La nostra Regione è sempre stata all’avanguardia dal punto di vista dell’accessibilità. Tale ufficio di protesica era precedentemente situato presso gli uffici facilmente accessibili a tutti di Via Montanaro 60. Il trasferimento di sede non ha giovato alle persone con disabilità che si spostano con carrozzine pesanti.
Oggi registriamo in ogni caso una bella vittoria della buona politica.
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Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Il centro, il trasformismo e la Dc

Alcuni giorni fa il prof. Angelo Panebianco ha riproposto dalle colonne del Corriere della Sera la tesi della necessità di avere nella politica italiana un “centro”

Un centro, però, almeno come mi è parso di capire, che di volta in volta sarebbe decisivo per dar vita alla potenziale coalizione di un governo. Il tutto si giustificherebbe, com’è ovvio, con il ritorno del sistema proporzionale e il congedo definitivo da tutto ciò che è riconducibile al maggioritario.

Ora, che il centro o il centrismo nella politica italiana abbiano avuto un ruolo politico decisivo non c’è alcun dubbio. E non solo per la cinquantennale esperienza della Democrazia Cristiana ma anche perché ogniqualvolta prevale la radicalizzazione della lotta politica chi ne paga le conseguenze maggiori e’ sempre e solo la garanzia della governabilità. E questo perché e’ del
tutto evidente che la “cultura di centro” e la “politica di centro” non perseguono mai l’obiettivo del “tanto peggio tanto meglio” ma, al contrario, la costante e tenace ricerca della mediazione e della
composizione degli interessi contrapposti. Per questo si rende necessario la presenza di una formazione politica di centro.
Ed è proprio su questo versante che è bene richiamare l’attenzione e fissare un paletto chiaro. Perché anche in un sistema proporzionale o semi proporzionale, un partito o una formazione politica che riconduce la sua esperienza al centro non può ridursi ad essere un protagonista del peggior trasformismo. O meglio ancora, un luogo politico che si rende disponibile per qualsiasi alleanza pur di stare al governo. Certo, in una stagione trasformistica come quella contemporanea il richiamo alla coerenza politica e parlamentare e’ quasi un atteggiamento blasfemo. E, di conseguenza, tutto è possibile pur di stare al potere e conservare il proprio potere a prescindere da qualsiasi coerenza e lungimiranza politica. Appunto, l’apoteosi del trasformismo. Ma l’elemento
che politicamente vale riaffermare, e con forza senza farsi condizionare dalle sirene trasformistiche che caratterizzano pesantemente la dialettica politica attuale, e’ che anche la Dc era un “partito di centro che guarda a sinistra”. Come lo fu il Ppi di Martinazzoli e di Marini dopo la fine della Dc. Mentre esisteva anche un centro, almeno nella seconda repubblica, che guardava, del tutto legittimamente, a destra. Come il Ccd di Mastella e Casini, l’Udc di Cesa e Casini e quel che resta oggi di Forza Italia di Berlusconi e di tutto ciò che ruota attorno a questo ex grande partito. Ecco, ho ricordato questi passaggi essenziali per arrivare ad una conclusione che non può essere confutata con motivazioni di puro potere. E cioè, anche un ipotetico e consolidato “partito di centro” ha un senso non solo perché ritorna, prima o poi, il sistema proporzionale ma anche e soprattutto perché sarà un elemento decisivo e qualificante per riaffermare e dare un profilo serio e credibile ad una coalizione di centro sinistra o ad una alleanza di centro destra. Solo se il centro ha un progetto politico ha un senso che ritorni con un partito e con una soggettualita’ politica. Tutto il resto è solo trasformismo e voltagabbana.

Giorgio Merlo

Ravetti – Valle (Pd): “Liliana Segre, donna libera e di pace”

Dal Consiglio regionale

 

“Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione della nostra proposta di conferire alla senatrice Liliana Segre il Sigillo della Regione Piemonte, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, il 27 gennaio. Si tratta di un provvedimento che è stato condiviso da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione e questo assume un significato importante” dichiarano il Presidente del Gruppo del Partito Democratico Domenico Ravetti Daniele Valle, primo firmatario della proposta.

“Liliana Segre – proseguono Ravetti e Valle – è sopravvissuta a una pagina tragica e terribile della storia, subendo ancora preadolescente la deportazione a Auschwitz, e diventando, oggi, un punto di riferimento e un esempio di lotta a favore dei diritti umani e contro i fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, tematiche tra l’altro portate avanti con passione dal Consiglio Regionale attraverso il Comitato per la Resistenza e la Costituzione e il Comitato Diritti Umani della Regione”.

“Oggi più che mai – concludono i Consiglieri Dem – in un momento in cui stanno dilagando odio e negazionismo, le Istituzioni devono fare proprio il messaggio di testimoni come la senatrice Segre, una donna libera e di pace, come lei stessa si è definita, e contribuire a veicolare il suo messaggio tra le nuove generazioni”.