POLITICA- Pagina 393

Oratori, Magliano: “i 500mila euro sono fondi già previsti”

“Grandi proclami dell’Assessore Caucino, ma arrivano dalle precedenti Giunte”

La cifra, tagliata anno dopo anno, è peraltro ai minimi storici da quando la Legge è in vigore. Piuttosto, la Giunta non dimentichi l’Ordine del Giorno dei Moderati, con il quale chiediamo un aumento di fondi reale e non solo sbandierato sui media. Presenteremo un emendamento in assestamento di bilancio.

L’Assessore Caucino prende posizione, con una nota, in merito all’urgenza di riaprire in sicurezza oratori e centri estivi: bene, ma restiamo di stucco di fronte all’enfasi con la quale rivendica lo stanziamento a bilancio (2021) di 500mila euro per queste realtà. Questa altro non è che la somma già prevista dalle precedenti Giunte, peraltro in diminuzione negli ultimi anni. Ci aspettiamo, piuttosto, che la Giunta dia seguito all’Ordine del Giorno dei Moderati passato due settimane fa in Consiglio Regionale, che chiedeva di prendere in considerazione un reale aumento dei fondi. Ci fanno piacere le dichiarazioni sull’importanza di questi luoghi di socialità e crescita per i nostri ragazzi, ma non condividiamo il giubilo per una cifra che è, a bilancio, ai suoi minimi storici da quando la Legge Regionale n. 26/2002 è in vigore. A maggior ragione dopo queste dichiarazioni ci aspettiamo dalla Giunta un segnale tangibile di coerenza. Come Moderati presenteremo un emendamento in fase di assestamento di Bilancio per chiedere un aumento e non una semplice conferma della cifra già prevista. Gli oratori sono luoghi sicuri, accessibili e aperti a tutti; un adeguato sostegno pubblico è per queste realtà fondamentale affinché siano in grado di portare avanti non solo la loro attività ordinaria, ma anche i loro molti e utili progetti di inclusione sociale.
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Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Pnrr: Ruffino (Cambiamo!) errori del passato siano monito per sanità del futuro

“In questo momento storico la sanità ha bisogno di ogni sostegno possibile”. Dichiara in una nota la deputata di Cambiamo! Daniela Ruffino.

“Nel Pnrr vengono tagliati oltre 4 miliardi di euro che devono essere recuperati per potenziare le strutture ospedaliere già esistenti sul territorio, ad oggi inattive per i troppi tagli. L’auspicio è che vi sia ancora un margine di correzione per poter finalmente sviluppare la sanità territoriale”, conclude.

Italexit : “vicini a partite Iva, pmi e commercianti”

Nella giornata di sabato 1 maggio Italexit si è unita alla manifestazione di Piazza Statuto a Torino indetta da partite IVA, PMI e commercianti: un momento di incontro e confronto per queste categorie sempre più abbandonate dalle istituzioni.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO- Roberto Mossetto, segretario politico della sezione torinese, spiega i motivi della partecipazione: “Nell’ultima settimana abbiamo assistito al grande festival dell’ipocrisia: governanti, sindacati e associazioni che finalmente escono dal letargo e vanno in piazza a fare le loro solite sfilate parlando di questioni che non hanno mai avuto realmente interesse a difendere. Di che festa dei lavoratori si può ancora parlare in un Paese dove il lavoro non esiste più? Siamo in piazza con chi non ha tutele, con chi non gode né di cassa integrazione né di mutua, con chi viene multato se difende il proprio diritto al lavoro. Le rappresentanze più blasonate che avrebbero dovuto proteggere queste persone nell’ultimo anno, Confcommercio in primis, non hanno mai avuto il coraggio di alzare la voce contro il Governo. Non basta qualche fugace sit-in di protesta per farsi perdonare: è tempo di superare queste logiche da comitati elettorali ad uso e consumo esclusivo dei vertici”. 

Mossetto lancia un appello anche alle piazze dei lavoratori dipendenti: “Solo a Torino, entro luglio, si prevedono 80.000 nuovi disoccupati che si aggiungeranno ai 50.000 che hanno già perso il lavoro. Eppure ci ricordiamo tutti le dichiarazioni di CGIL, CISL e UIL prima a favore di Stellantis e poi del Governo Draghi: il sindacalismo in Italia non può essere rappresentato da chi batte le mani agli speculatori e ai banchieri mandati da Bruxelles. Serve una nuova concezione della civiltà del lavoro e dei rapporti tra classi produttive.”

A Chieri proposto lo sportello per la cittadinanza

Il Consiglio comunale di Chieri ha approvato la proposta di mozione presentata dal consigliere Luigi Furgiuele (Gruppo Misto di Minoranza) di istituire uno ‘Sportello legale gratuito per la cittadinanza’ con particolare riferimento ai genitori separati, ma non solo. Specifica lo stesso presentatore, Luigi Furgiuele: “E’ un importante risultato per Chieri e per i Chieresi. La nostra città era carente di uno sportello legale gratuito per i cittadini, ora invece abbiamo dai ai nostri concittadini in questo momento di difficoltà, oltre che sanitaria anche economica e sociale, uno strumento di tutela. Sono soddisfatto di questo risultato che, come dimostra l’approvazione alla unanimità, ha unito tutto il Consiglio comunale, maggioranza e minoranza, che ringrazio insieme al sindaco ed alla giunta. La doppia soddisfazione nasce dal fatto che altre realtà sono interessate al nostro provvedimento e mi hanno chiesto come esempio il testo della mozione per attuarla o proporla nei loro comuni”.

Massimo Iaretti

Tentata rapina, Casolati (Lega): “vicinanza a gioielliere, sempre con chi lavora onestamente”

“Esprimo, come collega, cittadina e politico piemontese, la massima solidarietà e vicinanza al gioielliere Mario Roggero ed alla sua famiglia.

Provenendo da quel settore produttivo, conosco bene i rischi, le angosce, le paure e quel senso di solitudine e di abbandono delle istituzioni che chi è in prima linea con la propria attività spesso purtroppo prova. Ora la magistratura farà il suo lavoro e le indagini il loro corso: al signor Roggero resteranno però l’affetto ed il calore di chi sa bene da quale parte schierarsi tra chi lavora in silenzio e con abnegazione e chi usa violenza e sopraffazione”. Così la senatrice piemontese della Lega Marzia Casolati

Un primo maggio di festa e di lotta. Rifondazione Comunista in piazza Castello

 In connessione con le diverse piazze    

Le piazze per il primo maggio di quest’anno a Torino, stante la pandemia e l’impossibilità di un unico grande corteo, saranno più di una. La scelta di Rifondazione  Comunista- Sinistra Europea è di ritrovarsi in piazza Castello a partire dalle 9,30. Saremo in piazza Castello stando al tempo stesso in connessione con le diverse piazze, i diversi ritrovi che si terranno in città nella stessa mattinata. Saremo presenti con un’unica voce rivolta contro le politiche governative imperniate sul primato d’impresa, del sistema finanziario, del profitto privato, contro il deterioramento delle condizioni di lavoro, la disoccupazione, la precarietà, la riduzione del reddito e dei diritti. Saremo presenti per dire No al governo Draghi le cui scelte puntano ad allungare la durata del lavoro, a diminuire i salari, a privatizzare i servizi pubblici, a tagliare drasticamente gli ammortizzatori sociali. Proroga del blocco dei licenziamenti e degli sfratti, uso sociale delle risorse del Recovery fund, reddito di base garantito a tutte e tutti, riduzione dell’orario di lavoro e dell’età pensionabile, rilancio della sanità e più in generale investimenti in tutto il comparto  pubblico, imposte ai ricchi e alle imprese, no allo spreco di denaro pubblico in grandi opere speculative come il Tav, nuovo modello di sviluppo, questi alcuni temi che animeranno il nostro primo maggio di festa e di lotta.

  Ezio Locatelli, segretario provinciale Rifondazione Comunista di Torino

                                                                     

Gli arresti in Francia e la Torino degli anni di piombo

Io sono contento che abbiano arrestato i terroristi rossi in Francia e che i latitanti vengano arrestati.  Io disprezzo i terroristi siano di destra sia che si autodichiarino comunisti.  Siano islamici o di altre religioni. Aborro il termine stesso terrorismo. E non da oggi,  sia ben chiaro.

C’ è anche un pezzettino di mia vita politica nel combatterli con gli strumenti della legalità. Mi sono stupito nel 1988 quando Adriano Sofri venne accusato da Leonardo Marino di essere il mandante dell’omicidio del commissario Calabresi.  Marino era famoso negli ambienti della sinistra extraparlamentare di Torino,  anche perché tra i pochi operai di lotta continua.

Visto per allora questo Marino era considerato un facinoroso e violento e facilmente manipolabile. Ma da qui ad essere il palo per un omicidio ce ne passava. Ma sullo sfondo il servizio d’ordine di lotta continua. Direi proprio la via militare al socialismo.  Con loro comparvero per la prima volta i barotti (manici di piccone) camuffati da aste per bandiere. I caschi integrali e le chiavi inglesi.
Si seppe dopo che organizzavano collette per comprare armi. Alcuni di loro cominciarono ad esercitarsi in montagna per prepararsi all’immancabile rivoluzione. Molto attivo il circolo della val di Susa. Alcuni figli di ex partigiani si vantavano di utilizzare le armi nascoste dai padri. Molti di questi fondarono o aderirono a Prima Linea, organizzazione terroristica in competizione con le Brigate Rosse. Con due “filosofie” politiche diverse. Diciamola in questo modo. Prima Linea più spontaneista e dunque tragicamente naif.
Le Br più organizzate in clandestinità e autodefinizione di avanguardia delle masse popolari. Torino,  con la Fiat e la moltitudine di classe operaia era per loro miele. Curcio,  Mara Cagol vi si trasferirono per, appunto,  fare la rivoluzione. Ma c’erano le condizioni per farla? Assolutamente no.   Velocemente e tragicamente scivolarono dalla azione politica alla delinquenza comune. Addirittura ci fu chi fece , diciamo così,  il processo inverso.  Da detenuto,  conoscendo i ” politici ” in carcere , disse di passare dalla delinquenza alla rivoluzione socialista. Si pensi in quale infernale bolgia l’ideologia era finita. Nuclei Armati Proletari, da Torino  a Napoli,  andata e ritorno. Unica risposta per chi si opponeva al loro fare,  bene che andasse , veniva gambizzato. Sì, proprio così,  a Torino dal ’77 in avanti c’era da aver paura. E per due anni ogni mattina ci si svegliava con un fatto di sangue tra omicidi ed atti di violenza. Addirittura Massimo Mila,  partigiano,   legato al Partito Comunista ( era stato azionista ) invocò la pena di morte per questi reati. Sbagliava , ma interpretava un diffusa esasperazione.
Con buona pace di Adriano Sofri,  che oggi parla di inutile retata,  tra lui e Mario Calabresi e sua madre io sono felice e contento di essere dalla parte del commissario Calabresi.
Molti sostengono che è tutto inutile perché sono passati 40 anni. Ovviamente la prima obiezione è: meglio tardi che mai. Ma poi,  devono scontare la pena perché condannati dalla giustizia italiana. Senza se e senza ma. C’ è una decisa diversità tra vendetta e giustizia. La vendetta è intimidire. La mafia e il terrorismo sono la concretizzazione della vendetta. Lo Stato no.  Prima indaga , poi eventualmente giudica e condanna,  e poi punisce.  Appunto questa si chiama giustizia. Torino ha retto.  È stata dura ma ci è riuscita nel liberarsi della mostruosità del terrorismo rosso. Vero c’è ancora l’ombra della pagina del terrorismo nero.  Della collusione tra servizi segreti e  stragi,  le stragi di Stato. Vero perché sono due fenomeni complementari e speculari.
La democrazia è,  almeno per ora,  l’unico sistema che ( con tutti i suoi difetti )che  funziona. Teniamocela stretta.
Con in nostro dovere,  di chi c’ era, di ricordare  e continuare a raccontare.

Patrizio Tosetto

 Grimaldi (LUV): «lo strano caso dell’algoritmo piemontese, sequenza vaccini senza logica»

«Chiedere a Icardi quali siano gli intoppi che penalizzano il Piemonte nella sua campagna vaccinale è esercizio inutile, risponderà sempre che tutto va bene. Ma basta ascoltare e leggere le numerose lamentele dei piemontesi riguardo ai disservizi della macchina vaccinale per sbugiardare questa retorica:

le vaccinazioni piemontesi seguono un criterio randomico, ci sono sessantenni vaccinati prima dei settantenni o dei fragili e dei loro caregiver (solo il 48% è stato vaccinato), e mariti e mogli nella medesima condizione di età e salute che sono vaccinati a giorni di distanza e – talvolta – mandati in città diverse. Ma soprattutto ci sono almeno 17 mila over 80 che attendono ancora la prima dose, a due mesi dall’inizio della vaccinazione della categoria dei più anziani: Cirio, Icardi e Rinaudo hanno toppato tutte le scadenze e i Piemontesi più fragili non sono ancora protetti» – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

«Ma non solo è una questione di numeri deficitari – prosegue Grimaldi – c’è anche la percezione di una campagna vaccinale che prosegue per caso, più che di programmazione si può parlare di casualità nell’essere o meno chiamati tempestivamente a fare il vaccino, a seconda dell’Asl di riferimento, della città di residenza o di un medico di famiglia invece di un altro, tutti criteri che accrescono le diseguaglianze di trattamento senza un valido motivo. A questo proposito – conclude Grimaldi – la scelta della nostra Regione di dotarsi di una piattaforma informatica autonoma non pare essere stata una grande idea: per un utente che chiede di essere vaccinato è spesso impossibile sapere se la propria adesione sia andata a buon fine e conoscere per tempo la data della propria prima dose di vaccino. Dopo aver aderito i piemontesi attendono, spesso invano, il buon esito della procedura, ed entrano in un limbo in cui rimangono per giorni o settimane: era proprio necessario inventarsi una piattaforma web quando ne esiste una nazionale che funziona molto bene ed è adottata da quasi tutte le Regioni?».

Costanzo, (Misto): “Quando la risposta su Italcomp?”

“Complice la questione di fiducia posta sul decreto legge “elezioni”, da regolamento tutte le attività parlamentari rilevanti si sospendono, incluse le risposte alle interrogazioni, tra cui quella a mia prima firma su Italcomp che era in programma mercoledì  pomeriggio.

 

Al momento non è dato sapere a quando è stata posticipata la risposta, che però è quanto mai urgente visto che la Direzione Generale degli ammortizzatori sociali del Ministero del lavoro, nonostante le innumerevoli telefonate che faccio ogni giorno, non dà riscontri.

In particolare urge sapere se il Ministero del Lavoro – presente lo scorso venerdì al Tavolo del MISE presieduto dalla sottosegretaria Alessandra Todde – intenda verbalizzare l’autorizzazione al curatore fallimentare dell’ Ex Embraco alla richiesta di cassa Covid-19. 

Evidentemente alla Direzione degli ammortizzatori sociali sono tutti impegnati in riunioni più importanti che dare un riscontro da cui dipende il futuro di 700 famiglie.

Intanto da questa mattina si rincorrono voci sul gigante NIDEC GLOBAL APPLIANCE dal Brasile sarebbe interessato allo stabilimento ACC di Mel, ma non al progetto ITALCOMP. Ecco che le diverse posizioni al MISE, tra il Ministro Giorgetti e la sottosegretaria Todde, iniziano ad avere un perché.  In tutto questo tira e molla, tuttavia, il futuro di ACC è sempre in bilico e i lavoratori di Borgo Valbelluna si son già visti ridurre lo stipendio e non sanno se riceveranno quello di maggio.

L’unica certezza al momento è che per chi fa parte del governo è più importante il decreto Elezioni-Voti che salvare il nostro tessuto produttivo e le centinaia di famiglie a rischio”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (Gruppo Misto).

Marini sindacalista e politico nel libro di Giorgio Merlo

Pubblichiamo un estratto dal primo capitolo del libro di Giorgio Merlo “Franco Marini il popolare” (Edizioni Lavoro)

Franco Marini è stato un grande dirigente sindacale diventato anche un autorevole esponente politico.
E delle istituzioni. Un esempio raro nel panorama pubblico italiano. Perché quando si parla, o si ricorda o si cita Franco Marini, il pensiero corre immediatamente al dirigente e al segretario generale della Cisl che è diventato il punto di riferimento più autorevole del popolarismo di ispirazione cristiana tra l’inizio degli anni ’90 sino alla sua scomparsa. Un binomio che non ha trovato eguali in altri partiti e in altre esperienze politiche sindacali. Certo, ci sono stati molti dirigenti sindacali, e anche di primo piano, che hanno incrociato nel loro percorso biografico la strada della politica e, il più delle volte, delle istituzioni. In molti partiti e nelle diverse fasi storiche. Ma l’esperienza di Marini, al riguardo, resta quella più significativa non solo perché ha ricoperto il prestigioso incarico di Presidente del Senato e lambito quello di Presidente della Repubblica ma per la semplice ragione che quella di Marini è stata una vita che ha visto proprio nell’impegno sindacale, e in quello politico ed istituzionale, un intreccio molto forte legato da un filo rosso: la strenua difesa degli interessi, delle istanze e delle domande dei ceti popolari e, al contempo, la promozione delle classi popolari a ceto dirigente del nostro paese.