POLITICA- Pagina 38

Ecco la nuova Giunta Cirio che governerà il Piemonte

Questa mattina il rieletto presidente Alberto Cirio ha presentato la sua nuova squadra di governo del Piemonte. Il presidente tiene per sé le deleghe di Coordinamento politiche regionali, Legalità, Diritti, Pnrr, Fondi europei e rapporti con le istituzioni Ue, Rapporti con la Conferenza Stato-Regioni, Affari internazionali e comunicazione, Grandi eventi, Benessere animale. La  Vicepresidenza  all’esponente Fdi Elena Chiorino, che mantiene le deleghe che ha avuto nella legislatura uscente: Istruzione, merito e diritto allo studio universitario, Lavoro, formazione professionale e welfare aziendale, Rapporti con le partecipate.

«Oggi presentiamo la squadra che con me guiderà il Piemonte nei prossimi anni: lo facciamo con grande tempismo, prima ancora che ci sia la proclamazione ufficiale dei consiglieri. E’ la prova che la nostra è una squadra pronta e compatta, che non ha avuto bisogno di grandi equilibrismi per individuare la miglior sintesi per la definizione del nuovo governo regionale che si compone della giunta e dei due nuovi sottosegretari che completano l’assetto governativo dell’ente. Abbiamo molto lavoro da fare, tanti progetti da completare e siamo già al lavoro per il bene del nostro Piemonte» dichiara il presidente Cirio.

Il capogruppo uscente Fdi Paolo Bongioanni è il nuovo assessore a Commercio Agricoltura e cibo, Parchi, caccia e pesca, peste suina. Il leghista Enrico Bussalino, ex presidente della Provincia di Alessandria, ottiene Autonomia Sicurezza e polizia locale, Immigrazione, Logistica e infrastrutture strategiche, Enti locali. L’ex vicesindaca di Novara Marina Chiarelli, FdI, avrà Turismo, Cultura, Sport e post olimpico, Pari opportunità e politiche giovanili.

L’assessore azzurro uscente Marco Gabusi conserva le deleghe a Trasporti e infrastrutture, Opere pubbliche e difesa del suolo, Protezione civile e gestione dell’emergenza profughi. Il sindaco di Busca Marco Gallo della Lista civica Cirio Presidente le deleghe a Sviluppo e promozione della montagna, aree interne e Gal, Sistema neve, Tutela delle aree protette (foreste, parchi, aree Unesco, Sic e Rete Natura 2000), Attività estrattive, Programmazione territoriale, paesaggistica ed urbanistica, Biodiversità e tartuficoltura.

L’assessore uscente Matteo Marnati, della Lega mantiene le sue precedenti deleghe ad Ambiente, energia e coordinamento del Tavolo permanente regionale per l’emergenza alla siccità, Innovazione, ricerca e connessi rapporti con Atenei e Centri di Ricerca pubblici e privati, Servizi digitali.

L’assessore Maurizio Marrone, esponente di spicco di  Fdi, mantiene le precedenti deleghe con qualche novità: Politiche sociali e dell’integrazione socio-sanitaria, Emigrazione e cooperazione decentrata e internazionale, Usura e beni confiscati, Politiche della casa, delle famiglie e dei bambini. Federico Riboldi, sindaco uscente di Casale Monferrato e vicecoordinatore regionale Fdi avrà l’assessorato alla Sanità, inclusa l’Edilizia sanitaria.

L’assessore uscente di Forza Italia Andrea Tronzano mantiene Bilancio, finanze e programmazione economica e finanziaria, Sviluppo delle attività produttive: industria, artigianato, Pmi e imprese cooperative, Internazionalizzazione e attrazione investimenti. Gian Luca Vignale della Lista civica Cirio presidente, fino ad oggi  capo di gabinetto uscente, le deleghe a Personale, organizzazione e patrimonio, Affari legali e contenzioso, Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Fondi di Sviluppo e Coesione.
Agli assessori si affiancano due sottosegretari alla presidenza: sono  Claudia Porchietto (FI) e Alberto Preioni (Lega) che opereranno nell’ambito delle deleghe di competenza della presidenza.

La cacciata di Laura Pompeo

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La più votata a Moncalieri che ha appena raccolto più di 6000 voti alle ultime regionali, l’archeologa Laura Pompeo, è  stata cacciata dal “podestà” di Moncalieri dall’assessorato alla cultura in cui ha lavorato per 6 anni impegno e dignità, disinteresse e passione. C’è da domandarsi se possa essere compatibile con la democrazia e ad una istituzione gestita in modo trasparente un atto autoritario e immotivato come la defenestrazione di un assessore a cui non si può contestare nulla. Si tratta di un assessore che ha trasformato poco più che un paesone della cintura torinese in una città culturalmente attrattiva che ha saputo valorizzare i suoi gioielli, partendo da Castello, per non citare il teatro e tante altre iniziative che portavano i torinesi ad andare a Moncalieri e non viceversa. Parliamo di un’archeologa allieva del grande Giorgio Gullini che ha messo a disposizione della città la sua intelligenza e la sua cultura. La stessa famiglia Pompeo è famiglia storica di Moncalieri. Forse il “podestà” di Moncalieri non ha cognizione di cosa sia la cultura e forse sente inconsciamente un forte imbarazzo, tale da costringerlo ad allontanare una donna fuori ordinanza che gli crea problemi e, invece di promuovere la parità uomo- donna, suscita una forma di incredibile cannibalismo tra donne davvero perniciosa e retrograda, certo non democratica. Un consiglio al Pd che dovrebbe battere un colpo per dimostrare la sua esistenza: non lasciatevi scappare una donna del livello di Laura Pompeo. Sarebbe un autolesionismo incredibile. La dottoressa Pompeo potrebbe anche decidere di tornare ai suoi studi archeologici e lasciarvi “soli” come disse Togliatti di Vittorini. C’è anche chi non vive di politica e quindi è in grado di tenere la schiena dritta come Laura Pompeo.

La politica è per la Città non per i politici…

Politica  deriva da Polis e vuol dire amministrazione della Citta’ nell’interesse generale.

Caro direttore, la politica cioè nasce dai nostri ideali e dai nostri valori ma si deve misurare con i problemi della Città, della Regione e del Paese. Perché la politica non è per i politici ma per la Città. La politica che parla di se stessa e non si confronta mai con i problemi reali della gente che politica e’? Per fare un esempio all’epoca dei bellissimi convegni della corrente di Forze Nuove i convegni erano aperti da una relazione socioeconomica di Guido Bodrato, proseguivano con tavole rotonde cui partecipavano i maggiori leader nazionali tra cui ricordo Sergio Mattarella, Spadolini, Andreatta e si concludeva con la proposta di Donat-Cattin che era politica, economica e sociale.
Premesso che il più importante gesto di civismo degli ultimi decenni a Torino e’ stato rappresentato dalla Grande Piazza SITAV del 10 Novembre 2018, perché cittadini senza alcun incarico politico come il sottoscritto e le Madamin decidemmo di organizzare la prima Piazza del SI di tutto il Paese , io firmai personalmente in Questura la richiesta di autorizzazione e ci autotassammo le spese per l’impianto acustico e del palco. Con quella Piazza noi ,non i partiti , salvammo l’opera più importante per il futuro di Torino e del Nord Italia. Addirittura dopo quella Piazza l’Europa decise di aumentare il contributo per la realizzazione dell’opera .
In quella occasione la politica e gli eletti in Regione o in Parlamento mancarono clamorosamente al loro ruolo. Ecco perché il confronto va fatto su come la politica affronta i problemi della Città e i risultati che ne consegue.
Se usiamo la metafora del Medico noi dobbiamo vedere se la amministrazione della Città, della Regione e del Paese migliora la salute della Città, della Regione e del Paese o no.
Così come per le analisi del sangue vi sono dei parametri anche per la Città o per la Regione vi sono dei parametri di riferimento.
Se negli ultimi venticinque anni il PIL procapite di Torino e del Piemonte sono scesi considerevolmente il giudizio sulle politiche portate avanti dalle Amministrazioni non può essere positivo perché è chiaro che una parte della Città si è impoverita. Non a caso l’Arcivescovo Nosiglia denunciava che a Torino la metà della Città che sta bene non si accorge della metà della Città che sta male.
Dire che aumenta il civismo solo perché nelle liste elettorali sono stati candidati un numero maggiore di Sindaci non mi sembra così importante.
E’ ben più alto il senso civico di chi invece, da cittadino semplice, ha saputo organizzare la Piazza che poi ha salvato la TAV. Perché quando arriverà la TAV sicuramente aumenteranno turismo, logistica e connessioni con notevoli benefici per il PIL e per il lavoro mentre sino ad oggi Torino e la sua Area Metropolitana hanno avuto una bassissima crescita cosicché 4/5 dei giovani sono precari e come ha detto pochi giorni fa Banca d’Italia molte aziende piemontesi dirigono i loro investimenti più tecnologici  fuori regione.
Indubbiamente chi ha organizzato la lista Cirio ha avuto la capacità di erodere elettorato ad alcuni partiti che non hanno capito che i consensi a livello locale vanno conquistati anche con le idee e le proposte per il territorio. Invece l’unica cosa che contava era ottenere il voto di preferenza. La grande capacità comunicativa di Cirio, aiutata dalla decisione della carta stampata di non dare spazio ai candidati al Consiglio regionale e di non misurarne la esperienza e competenza, ha fatto il resto.
Così malgrado il quadro economico della Regione non sia mutato e il Piemonte si collochi sempre a metà classifica tra le 20 regioni italiane e i problemi della sanità e delle infrastrutture e dei trasporti siamo aumentati in questi cinque anni, gli assessori e i consiglieri uscenti sono stati premiati al contrario di ciò che capita agli amministratori di aziende private, dove chi non dà risultati positivi viene mandato a casa subito o quasi.
Oggi il maggiore quotidiano cittadino dedica 4 pagine ai grandi problemi dei trasporti di Torino e del Piemonte, di collegamenti difficili verso la Liguria e la Francia e non parla della Tangenziale, delle scale mobili ferme della Metro e del trasporto pendolari ma in Regione non vi sarà un esperto di trasporti e infrastrutture.
Caro Direttore, sono stato molto esplicito , come mio costume, perché sarebbe bello se si aprisse un confronto costruttivo.
Mino GIACHINO 

SITAV SILAVORO

Piemonte al voto: nei ballottaggi Vercelli e Verbania al centrodestra, Rivoli e Leini al centrosinistra

/

Sono stati chiamati alle urne tra ieri e oggi 132 mila elettori piemontesi per i turni di ballottaggio  di due capoluoghi provinciali, Verbania e Vercelli, e  tre città del Torinese: Rivoli, Giaveno e Leini. Stefano Olocco è il sindaco di Giaveno. Nel ballottaggio ha vinto su Alberto Biddoccu, 58,84% a 41,16%. Il sindaco a Leini è Luca Torella, portato da Pd e liste civiche con il 52,02% rispetto a Renato Pittalis, civico appoggiato dal centrodestra, fermo al 47,98%. A Verbania vittoria al civico di centrodestra Giandomenico Albertella, che a una sezione dal termine ottiene il  51,83% contro 48,17%, del candidato di centrosinistra Riccardo Brezza. Premia il centrodestra la città si Vercelli: l’avvocato Roberto Scheda è il nuovo primo cittadino candidato da Fdi, Lega e Forza Italia, con il 54,19%. Gabriele Bagnasco, appoggiato da Pd e Avs, si ferma al 45,81. A Rivoli – 44 sezioni su 48 – centrosinistra con  Alessandro Errigo è avanti con il 56,7%, il sindaco uscente Andrea Tragaioli è al 43,3%.