POLITICA- Pagina 371

“Imbrattata la sede dei Moderati? Noi rispondiamo con un sorriso”

Offese, riferimenti a ideologie superate dalla storia e parole blasfeme sulla vetrina dei locali di via Valperga Caluso 16, sede della nostra Lista Civica: nulla che possa fermarci, anzi la conferma che una posizione moderata e di buon senso è più che mai necessaria in questa fase storica e politica della nostra città.
Rispondiamo con un sorriso alle parole offensive e blasfeme vergate a vernice rossa sulla vetrina della sede dei Moderati, in via Valperga Caluso 16 a Torino: il gesto meschino di una mano anonima costituisce anzi l’ennesima prova che una posizione politica moderata e di buon senso è in questo momento e in questa città quanto mai necessaria.
È evidente, da parte dell’anonimo autore, l’intento di colpire valori e storia dei Moderati: ma questo atto di vandalismo altro non fa che squalificare chi lo ha commesso. Cancelleremo immediatamente le scritte e continueremo più che mai a impegnarci per Torino.
L’unico estremismo nel quale ci identifichiamo è quello del buon senso, l’unico antidoto ad attacchi meschini il lavoro e il sorriso.
Silvio Magliano
Carlotta Salerno

Sanità: Ruffino (CI) cure domiciliari,  avvilente  rimpallo su risorse malati cronici 

“Con il Pnrr investiamo 4 miliardi di euro nelle cure domiciliari, afferma il Ministro alla  salute Roberto Speranza, per portare l’assistenza pubblica e le cure più appropriate in casa dei pazienti.

Ricordo al Ministro che gli oneri relativi alle prestazioni domiciliari di cui alla presenta legge sono a carico del Fondo sanitario nazionale in quanto già previste dalla legge n. 833/1978, come specifico in una mia proposta di legge depositata nel 2020 sui  “Diritti delle persone non autosufficienti agli interventi sanitari domiciliari”.
Che tali risorse da tempo dovrebbero essere erogate per migliorare la qualità della vita delle persone non autosufficienti e dei loro congiunti. Vorrei non si parlasse dei fondi del PNNR a sproposito e per qualsiasi tema, quasi, il Ministro alla Sanità volesse allontanare da se un problema, quello dei malati cronici che con la pandemia è esploso ed è più impellente che mai.  Le risorse per il mantenimento al domicilio dei soggetti non autosufficienti dovrebbero essere a disposizione da ieri, oggi e non  domani.  Riscontro superficialità. Abbiamo perso troppi anziani con il COVID, ora ci sia responsabilità e rispetto. Basta rimpalli”.
Così la Parlamentare di Coraggio Italia, Daniela Ruffino

“Noi siamo con il popolo afghano e col senso autentico della libertà”

Il precipitare della situazione in Afghanistan, in tempi più celeri di qualsiasi immaginazione, ci induce a essere più che mai a fianco del popolo afghano – un popolo che da più di quarant’anni è dentro al tunnel della guerra; e a rivolgere un triplice appello.  

Il primo è al governo italiano e alle istituzioni internazionali. Affinché nessuno sforzo sia risparmiato per tutelare chi ha ragione di temere in quel che accade: sia esigendo un’attenzione straordinaria e costante delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza a salvaguardia dei diritti umani, sia predisponendo corridoi umanitari e tutto ciò che può condurre in salvo chi è in pericolo.

Il secondo appello è ai talebani, che governeranno l’Afghanistan in virtù di una vittoria ottenuta con le armi e non con il libero consenso. Si sentano comunque responsabili dell’incolumità e della dignità delle donne e degli uomini dell’Afghanistan, ovvero appunto del rispetto dei diritti umani. Sappiano mantenere la promessa che hanno fatto, che non ci saranno cioè vendette; e un comportamento più mite di quanto non sia nelle aspettative possa contribuire a una loro diversa immagine presso l’opinione pubblica mondiale.

Il terzo appello è alla coscienza degli uomini e delle donne dell’Occidente. Affinché questo momento così avvilente siafecondo di insegnamenti. In primo luogo è indubitabilmente chiaro che la democrazia non può e non deve essere esportata, e che una libertà imposta, non rispettosa dei percorsi di ciascuno,non è vera libertà. In secondo luogo è devastante, per quanto di continuo ricorrente nella storia, che nobili ideali siano usati per nascondere interessi ben precisi o la consueta politica di potenza; e quel che inesorabilmente ne deriva è il loro discredito. Bisogna allora veramente chiedersi se quegli ideali sono innanzitutto vivi qui da noi, nell’ambito della civiltà che ne è all’origine, al punto da poter dare la vita ed essere di esempio ad altri. Le ideologie totalitarie, religiose o laiche, hanno saputo smuovere i popoli, chiamandoli a grandi sacrifici; ne è in grado l’idea della libertà? Nella democrazia, al di là degli equilibri tra interessi e sistemi di potere, si può trovare un contenuto spirituale che la sorregga? Solo se la risposta sarà autenticamente affermativa, essa avrà un futuro.

Giampiero Leo, Claudio Torrero

a nome del“Coordinamento Interconfessionale del Piemonte 

Paolo Candelari

A.G.iTE contro le armi atomiche, tutte le guerre e i terrorismi  Noi siamo con voi”

Incendi, on. Napoli: “Introdurre reato di terrorismo ambientale”

Il 29 maggio 2015 il Codice penale ha recepito le modifiche introdotte con la legge 68 dello stesso anno e previsto, fra le altre fattispecie, quella di “disastro ambientale” codificata nell’art. 452-quater. La pena prevede, per gli autori del reato, una detenzione minima di 5 anni e una massima di 15 anni.

     La vastità degli incendi di queste settimane e la certezza acquisita dagli investigatori sulla loro natura dolosa dovrebbero indurre il Parlamento a riformulare in modo più incisivo il concetto stesso di disastro per classificarlo, a mio giudizio in modo più aderente alla realtà, in “terrorismo ambientale”.

La gravità delle distruzioni provocate dagli incendi, e soprattutto la morte di alcune persone a causa di essi, devono spingere il legislatore a considerare gli autori alla stregua di terroristi. Per via dei danni irreversibili provocati all’ambiente, ma anche per la morte di persone innocenti. L’inasprimento delle pene dovrebbe essere la conseguenza naturale della riclassificazione del reato.

on. Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia

La campagna elettorale “drola” di Torino

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Di ALA.DE.GRANHA

Drôle de guerre la definirono i francesi, riferendosi al periodo tra la fine della campagna di Polonia e l’avvio della campagna di Francia da parte delle truppe tedesche.

Una guerra dichiarata ma in pratica senza scontri. Ora la “guerre” potrebbe essere sostituita da “campagne électorale”, ma resterebbe comunque drôle. Con un’accezione che da “strano” scivola verso “sciocco”. Perché la campagna elettorale per il sindaco di Torino proprio tanto intelligente non sembra.

 

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La campagna elettorale drola di Torino mentre i sudditi pensano a ferie e sport

Salvini: 3,5 milioni per la sicurezza a Torino

“Grazie all’insistenza della Lega, in un triennio Torino potrà avere 3.569.280 euro per la sicurezza urbana.

Significano più assunzioni, più telecamere, più riqualificazione dei quartieri. È la strada tracciata dalla Lega quando era al Viminale, che ora è stata fortemente caldeggiata dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e che è stata riconfermata. Evidentemente, dopo anni di sinistra e di 5Stelle, Torino ha bisogno di aiuto”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Il cambiamento non è un gioco a geometria variabile

Una lettera lunghissima  volta a dimostrare l’indimostrabile. La lettera di Juri Bossuto 

rivolta alle compagne e ai compagni di Torino in Comune per fare passare la sua scelta di candidarsi a presidente della Circoscrizione 2  in alleanza e con il sostegno del Movimento 5 Stelle come la mossa del cavallo – “scombinare i soliti schemi per tornare a fare politica” –   ha le sembianze di una arrampicata sui vetri.

Bossuto, a proposito del suo impegno di questi cinque anni dai banchi della minoranza in Circoscrizione, parla di un quinquennio “sofferto e frustrante”. “Per ritrovare “entusiasmo” – uso ancora le sue parole – si è reso disponibile a candidarsi come presidente della Circoscrizione in alleanza e con il supporto del M5S e della sindaca uscente Chiara Appendino. Una giravolta spacciata per continuità di impegno: “cambia la forma ma le prospettive restano le stesse”.  Ma per favore! Torino in Comune è sempre stata all’opposizione di Chiara Appendino e del M5S, così come del Pd e della destra. Schieramenti, che nell’avvicendarsi a diversi livelli di amministrazione e di governo, hanno ampiamente dimostrato di essere legati o di non sapersi discostare dalle direttive del Sistema Torino.

E’ del tutto evidente che Bossuto, al pari di altri che hanno scelto invece di allearsi con il Pd (vedi Marco Grimaldi), hanno messo in primo piano le proprie aspettative istituzionali, stando un po’ di qui e un po’ di là, proprio come “mosche impazzite”, a seconda delle convenienze  e non certo l’affermazione della sinistra in quanto tale, nella sua autonomia di impegno politico, istituzionale, sociale. Autonomia e alternativa agli schieramenti esistenti  com’è stato nell’esperienza di Torino in Comune che come Rifondazione Comunista abbiamo sostenuto con convinzione è stata questa, non altro.

Sappiamo bene che la ricostruzione di una sinistra autonoma, alternativa, popolare è un percorso complesso, di lunga lena. Un percorso che non può essere a geometria variabile. Va portato avanti facendo tesoro di ciò che diceva Antonio Gramsci: “il compito del rivoluzionario  è provare e riprovare”. Forse è proprio questo che ci ha spinto a mettere in campo la candidatura a sindaco di Torino di un fine studioso di Gramsci oltreché di un uomo di sinistra integro come Angelo d’Orsi. Lui sì che sta dando dimostrazione di volere combattere una battaglia di cambiamento. La stessa cosa che sanno facendo i tanti uomini e le tante donne che compongono la lista Sinistra in Comune con Angelo d’Orsi (lista presente in comune e in tutte le circoscrizioni, anche nella 2), uomini e donne che non hanno rinunciato alla lotta e all’impegno per costruire un vero cambiamento di sistema stando in un rapporto di unità con tutte le forze disponibili.

  Ezio Locatelli

  segretario provinciale di Rifondazione Comunista Torino

Lavoro: Ruffino (CI), fondi pnrr per sicurezza lavoro

“Il pnrr deve prevedere investimenti importanti legati alla sicurezza sul lavoro.

Dare dei fondi alle aziende per poter rinnovare i loro macchinari vuol dire tutelare il lavoro ed evitare incidenti e morti. “ lo scrive in una nota Daniela Ruffino deputata di Coraggio Italia.

“Le vite dei lavoratori devono essere prioritarie ecco perché non possiamo non destinare una parte di questi fondi alle imprese che vogliono restare aperte e lavorare in sicurezza. Continuare a fare retorica senza mettere fondi e controlli in campo vuol dire ignorare quello che ogni giorno avviene in questo Paese. Ed è un fatto intollerabile” conclude.

Troppo faticoso per i politici raggiungere i torinesi in vacanza

Di Ala.de.granha

E LA POLITICA SVANISCE   

La campagna elettorale anomala per le amministrative offre, comunque, una immagine interessante di cosa sia diventata, o non diventata, la politica. I torinesi della Ztl sono al mare o in montagna, la Crocetta si è svuotata anche dei bambini che venivano accompagnati ai giardini dalle tate sudamericane o dell’Europa dell’Est. Dunque perché mai affaticarsi per la campagna elettorale? Con il caldo di questi giorni chi ha voglia di avventurarsi in pericolosi safari a Barriera di Milano o a Mirafiori  Sud?

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Torinesi in vacanza? E la politica svanisce. Troppo faticoso raggiungerli a Finale o Bardonecchia

Per la democrazia in Ungheria

Sabato 14 agosto 2021 alle 12 di fronte alla Prefettura di Torino, presidio di solidarietà con il popolo ungherese e di indignazione per il loro Governo.
A Torino come a Berlino, Copenhagen, Cracovia, Dublino, Stoccolma, Sofia e altre città in Europa presidio contro l’Ungheria di Orban ed il suo sistema liberticida.

L’8 luglio scorso è entrata in vigore in Ungheria una Legge che vieta la cosiddetta propaganda gay, ovvero la semplice presenza di personaggi gay o contenente un qualsiasi tipo di supporto alla causa LGBT+ che possa essere visto da minori. Qualsiasi contenuto che mostri relazioni LGBT+, una transizione verso un altro genere, o immagini della bandiera arcobaleno sarà ora etichettato come “non raccomandato per i minori di 18 anni” e potrà essere trasmesso in televisione solo tra le 22 e le 5 del mattino.
La legge si estende anche all’educazione sessuale, e solo gli insegnanti e le organizzazioni approvate dal governo potranno insegnare questa materia.
Il governo ungherese sostiene che la legislazione mira a “proteggere i bambini”, ma semmai è vero il contrario. Soffiando sul fuoco dell’omofobia e della transfobia, i bambini e le famiglie LGBT+ sono messi ulteriormente a rischio di discriminazione e violenza.

Questa non è la prima volta che le famiglie arcobaleno e i loro figli sono sotto attacco in Ungheria: nel 2020, il Parlamento ha votato una legge che impedisce, di fatto, alle coppie gay di adottare bambini, limitando la possibilità di adozione alle coppie sposate.
E non è il primo provvedimento che restringe le libertà di espressione in quel Paese: ricordiamo la riforma del sistema di giustizia e l’assoggettamento della magistratura al Governo, la riforma del sistema di informazione e la chiusura di molte voci critiche del Governo stesso, le campagne contro la comunità ebraica, contro Soros, contro i ROM.

La qualità della vita di centinaia di migliaia di persone omosessuali e transgender, di donne, di oppositori del regime di Orban è visibilmente peggiorata in questi ultimi anni nel Paese. Mentre quel Paese ha continuato e continua a beneficiare di tutti i contributi economici (e non solo) che il far parte dell’Europa comporta.

E’ una situazione intollerabile contro la quale si sono espresse le maggiori Istituzioni comunitarie ed il 15 luglio la Presidente della Commissione europea ha annunciato una azione legale contro l’Ungheria di Orban, mentre il 21 Orban stesso ha risposto convocando un referendum popolare (Quando? Come? con quali domande? …  ) per avere una copertura “popolare” della sua Legge contro la Propaganda gay.

Il senso di questo Presidio è semplice e diretto: siamo qui, a controllare quello che fate, a valutare ogni vostra mossa, ad aiutare il popolo ungherese contro soprusi, vessazioni, restringimenti della libertà. A difendere quell’Europa dei Diritti che in Ungheria, ma anche in altri Paesi, è calpestata.

L’iniziativa è stata lanciata a livello internazionale dall’Associazione ALL OUT, in Italia dall’Associazione Radicale Certi Diritti. A Torino è stata organizzata dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta e il contributo del Coordinamento Torino Pride e dell’Associazione radicale Marco Pannella.