POLITICA- Pagina 37

Se la buona politica riguarda anche il Barolo

Il Re è nudo. Sono bastati due anni e Giorgia Meloni si è arenata. Presa in mezzo dall’Europa e da Fanpage. Sia ben chiaro che ognuno della sua vita ne fa quel che vuole. Un po’ meno se di professione viene scelto come Presidente del consiglio.
Gongola Matteo Salvini e decisamente è in salita Tajani. Ha tentato di mediare fino all ultimo non riuscendoci. I fratellini d’Italia continuano nel fare i baldanzosi ma sono decisamente in difficoltà. Ne escono a modo loro dicendo: tanto vinceremo le elezioni sempre noi. Già ora non è così, ma come dargli una delusione sbattendogli in faccia la realtà. Saremmo dei crudeli. Che poi ci  siano nel nostro paese fascitelli antisemiti e razzisti è notorio ai più.
Basta entrare in una palestra e conoscerne qualcuno. Dopo poco si scaglieranno contro i poteri mondiali ebraici. Sintesi: il fascismo non è mai morto e trova ospitalità nella destra destra, non solo in Fratelli d Italia, s’intende.
Che succederà? Francamente sono molto ma molto più preoccupato di non vedere spesi i soldi che l’Europa per ora ha congelato o il governo ha rifiutato. E sempre francamente non ho ben capito che cosa comporta l’apertura della procedura d infrazione europea. Ho solo capito che non siamo messi bene. Economia italiana: tira? Non so, so solo che continua ad esserci il lavoro in nero. Pagamenti in nero , in altre parole una Economia parallela e dunque non controllata e controllabile. Tengono le esportazioni grazie soprattutto all’agroalimentare. Da Barolo arrivano brutte notizie. Polemiche all’interno del Consorzio tutela Barolo e nebiolo. Matteo Rascheri ex presidente rilascia una intervista a Gambero Rosso, intervista  di fuoco. Senza mezzi termini accusa suoi colleghi, le cooperative di conferimento del prodotto e supermercati di voler stravolgere il disciplinare da cui dipende il come fare il Barolo con l’obbiettivo di rendere questo Re dei vini alla portata di tutti abbassando notevolmente il prezzo di vendita. Concretamente stravolgendo le origini. Nel merito non saprei che dire, anche se giusto 15 giorni fa ci sono stato perché la mia famiglia, per il mio compleanno, mi ha regalato una degustazione di vini con relativa visita nelle cantine di produttori. Estremamente istruttivo. Decisamente apprezzabile sia il vino sia la degustazione del cibo. Eravamo di sabato e Barolo pullulava di turisti. Metà dei quali non italiani. Il Barolo è re dei vini e le Langhe la principessa. Il Piemonte deve molto al vino , deve molto alle Langhe e l’Italia deve molto al Piemonte per la sua credibilità internazionale. Poi abbiamo il nostro Cirio Governatore albese doc. Insomma difendiamo fino in fondo questo nostro patrimonio. Bisticciano e le liti non fanno bene alla credibilità.
Vino è anche cultura. E cultura è credibilità.
Attinenza sui due argomenti toccati?
Si… infatti, credibilità a tutto tondo che ci fa campare nel vero senso della parola. Ci fa lavorare non solo per guadagnare ma anche per dignità che – appunto –  fa rima con credibilità.

PATRIZIO TOSETTO

Merlo: Regione Piemonte, lista Cirio decisiva per le politiche di centro

“La lista civica del Presidente Cirio con i suoi 5 consiglieri e due assessori regionali e con un consenso che l’ha portata ad essere la terza forza elettorale del Piemonte e la seconda della coalizione che ha vinto le elezioni dell’8/9 giugno, può e deve giocare un ruolo politico decisivo in questo mandato amministrativo.
Un ruolo politico che si caratterizza nella capacità di saper declinare una vera e propria ‘politica di centro’ nelle concrete scelte amministrative. Riflettendo, del resto, la cifra politica distintiva del Presidente Cirio. Una ‘politica di centro’ lontana ed alternativa rispetto a qualsiasi massimalismo ed estremismo e quindi lontana dalla radicalizzazione della lotta politica predicata e praticata dal cartello delle sinistre piemontesi: quella radicale e massimalista del Pd, quella estremista dei verdi e comunisti e quella populista dei 5 stelle.
Una presenza politica, quella della lista civica, che potrà essere anche decisiva per rafforzare e valorizzare la cultura del buon governo e la strategia del buon senso che rappresentano l’essenza per poter governare concretamente un territorio vasta ed articolato come quello della Regione Piemonte”.

Giorgio Merlo, Dirigente Nazionale Tempi Nuovi Popolari uniti

Avetta (Pd): “I disagi continuano e aumentano del 3,6% i biglietti per treni e bus extraurbani”

TRASPORTI EXTRAURBANI: “PER MIGLIORAMENTO DEL SERVIZIO ZERO IN CONDOTTA ”

Il consigliere regionale contesta la scelta della Giunta Cirio sui rincari

«L’estate ha portato in regalo ai pendolari un aumento del +3,6% dei biglietti per treni e bus extraurbani. L’assessore Marco Gabusi si è premurato di precisare che si tratta di un ordinario adeguamento all’inflazione. In realtà, la Giunta Cirio ha scelto di applicare i rincari. Detto ciò, quello che non cambia mai, è il servizio con i suoi disagi e le sue criticità: ritardi, convogli e bus strapieni, corse annullate. Per cinque anni dai banchi dell’opposizione abbiamo incalzato la Giunta Cirio su queste problematiche e per cinque anni poco e nulla è cambiato. Lo sanno benissimo i viaggiatori della Torino-Ivrea, della Sfm1 Rivarolo-Chieri (la Canavesana), del pinerolese e delle altre linee regionali costretti ad un calvario quasi quotidiano. E scommettiamo che con la ripresa della scuola a settembre ci troveremo di fronte al solito caos annunciato? Pertanto, se i rincari registrano un +3,6%, i miglioramenti saranno fermi allo zero».

La politica dell’insulto e dell’attacco personale

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Dunque, ci risiamo con la “guerra civile” tra i partiti. L’ultimo allarme lo lancia Giorgia Meloni nei confronti della sinistra e di tutti coloro che, dall’opposizione, ogni giorno sgranano il solito rosario fatto di insulti, denunce, contumelie, attacchi personali e aggressioni verbali nei confronti della Presidente del Consiglio. Certo, non è che dalle parti del centro destra ci troviamo di fronte ad un esercito di chierichetti.
Ma c’è una differenza di fondo – politica, culturale e di metodo – tra le due coalizioni nell’aggredire l’avversario. Con una doverosa premessa. Non c’è alcun dubbio che ci troviamo di fronte ad un clima dove l’insulto, la demolizione dell’avversario e la delegittimazione morale e politica del nemico non sono una eccezione ma la regola di comportamento nel cosiddetto confronto tra i partiti. Ed è proprio all’interno di questo contesto che si inserisce la differenza tra le due attuali coalizioni in campo. Se nel centro destra l’attacco personale e la strategia dell’insulto rispondono più a criteri artigianali ed estemporanei – ovviamente sempre deprecabili e da denunciare – la strategia della sinistra è molto più sofisticata, precisa, puntuale e specifica. E questo perchè storicamente la cultura politica della sinistra italiana, ex e post comunista, è molto più attrezzata in questo specifico settore. Dai tempi della Democrazia Cristiana l’attacco personale e l’aggressione verbale sono stati gli elementi determinanti e costitutivi della battaglia politica contro l’avversario/nemico. Che, com’è persin inutile ricordare, ha sempre fatto dell’annientamento politico dell’avversario/nemico la sua regola fondamentale. E questo risaliva ai tempi del Pci dove, comunque sia, c’era un disciplina di partito, una cultura politica e una autorevolezza della classe dirigente neanche lontanamente paragonabili a ciò che capita, adesso, nella concreta situazione politica italiana. Certo, il violento antiberlusconismo prima e l’irruzione del grillismo poi con il suo carico di violenza verbale e di squadrismo nel linguaggio quotidiano, hanno sdoganato un comportamento politico che ha rappresentato un forte e plateale peggioramento rispetto anche solo ad un passato recente.
E, accanto a questa escalation del linguaggio – sempre più violento, aggressivo e frontale – noi purtroppo assistiamo anche ad una recrudescenza sul terreno più squisitamente politico. Con una progressiva radicalizzazione del confronto politico tra i partiti e le rispettive coalizioni. Se da un lato non passa giorno senza ascoltare da parte del cartello delle sinistre – e cioè Schlein, il duo Fratoianni/Bonelli e Conte e tutto il circo mediatico che li sostengono – il “ritorno della dittatura”, la “svolta illiberale”, la “torsione autoritaria”, la “minaccia fascista”, la “negazione delle libertà democratiche” e tutte queste sciocchezze, sul fronte del centro destra non mancano repliche altrettanto grossolane ma politicamente meno raffinate e precise.
Dopodichè, e infine, non possiamo non evidenziare che questo clima – volgare, insopportabile e sempre più violento – è semplicemente il frutto di una crescente radicalizzazione del conflitto politico. Una radicalizzazione che non contempla “posizioni di mezzo” nè, soprattutto, un confronto di merito sulle questioni perchè la delegittimazione morale, la demolizione personale e l’annientamento politico dell’avversario/nemico sono diventati le regole auree dello stesso dibattito politico. Ed è anche, ma non solo, per questi motivi che si rende sempre più necessario ed indispensabile il ritorno del Centro. Della cultura politica di centro. Del metodo centrista. E, infine, di un progetto politico di centro.

Da Ilaria a Giorgia, i temi del dibattito politico

La Sinistra sbrindellata non si smentisce mai.
Ora corre dietro la Salis:  occupare le case altrui è un diritto. Vero che c’è l’emergenza abitativa. Vero, ci sono 10 milioni di case non utilizzate. Vero, oltre un milione sono le famiglie povere che faticano nell’avere un alloggio. Ma è anche vero che da molti decenni la sinistra italiana ha abbandonato l’ idea che la proprietà privata è un furto. Poi queste cosiddette forme di lotta come l’occupazione abusiva sono sempre state dei “gruppettari” da lotta continua e soci.
Nel 1975 il partito comunista non aveva dubbi: l’occupazione delle case è una lotta tra poveri. Dunque è sempre stato contrario.

Questa tornata elettorale non è stata maluccio per la sinistra. In Piemonte, per il Pd qualcosa non torna. Rivoli è tornata ad essere di centro sinistra. Ma tranne Torino e dintorni e Cuneo città, tutti i capoluoghi di provincia sono destra – destra centro.
Con Fratelli d’Italia primo partito.
Prevedo qualche regolamento dei conti all’interno del Pd.
E la nostra amica Giorgia che fa? Mi sembra che annaspi. Ovviamente i suoi sodali continuano a dire: siamo bravissimi, vinciamo sempre e lei è bravissima e vince sempre. Non mi pare che i democristiani e socialdemocratici europei la pensino allo stesso modo. Non vogliono i conservatori in maggioranza, o perlomeno non vogliono i conservatori che flirtano con la Le Pen o i fascisti di Vox spagnoli.
Pensate un po’, La maggioranza politica in Europa vuole rimanere antifascista.
Che assurde pretese hanno. Tajani cerca di mediare con molte difficoltà e l’accoppiata Salvini Vannacci ha un fulgido futuro.

Sulle morti sul lavoro una sola considerazione. Miserabili questi  cosiddetti imprenditori che riducono i schiavitù i lavoratori. Ma anche decisamente riprovevole lo Stato italiano che da 15o anni si volta dall’altra parte coprendo di fatto questi riprovevoli sfruttatori.

Finendo,  buon lavoro alla nuova giunta del Piemonte augurandoci tutti che il Mef ed altri fondi siano appieno utilizzati. Il Piemonte e Torino ne hanno bisogno come l’aria che respiriamo.

PATRIZIO TOSETTO

Pniec. Ruffino (Az): mozioni stravolte da un governo in confusione su ambiente

“Il Piano nazionale integrato energia e clima dovrebbe definire la politica energetica del nostro Paese, ma tutte le mozioni presentate sono state così sminuzzate e stravolte dal governo con una serie di pareri  non favorevoli che non hanno senso di esistere. Si è persa del tutto la filosofia di ciò che abbiamo scritto e sono perciò invotabili”. Lo ha dettoDaniela Ruffino, deputata di Azione, intervenendo in dichiarazione di voto sulle mozioni concernenti il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec).“Noi – ha aggiunto – abbiamo lavorato con serietà e impegno, perché il regolamento europeo richiede che il Pniec sia accompagnato da una valutazione degli impatti sulle variabili macroeconomiche e su quelle socioeconomiche, quali adesempio salute e istruzione. Nulla di tutto questo da parte del governo.L’Italia non è certo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo nazionale sul gas serra. Con Azione ci siamo espressi da tempo a favore del nucleare, a condizione però che si metta mano a norme, regolamenti, incentivi, politiche di governance. E invece facciamo una fatica incredibile anche a realizzare ildeposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Il ministro Pichetto Fratin ha detto di aver dato mandato al giurista Guzzetta per costruire un gruppo di alto livello per ridisegnare l’ambito legislativo del sistema regolatore italiano,nulla però dicendo sui tempi. Ma una cosa è certa: servono tempi brevi perpredisporre un programma di ripresa della produzione di nucleare in Italia e un quadro normativo specifico. Occorre poi avere la definizione del decreto aree idonee, con l’indicazione alle Regioni dei parametri per individuare le aree in grado  di ospitare i grandi impianti. Il ministro Salvini ha fatto sapere divoler fare tutto in Lombardia, il ministro Pichetto in Piemonte. Insomma – ha concluso Ruffino – tanta incertezza, grandi ritardi e l’evidenza che davveronon c’è nulla di chiaro”.

Riccardo Cantore sindaco di Chiusa San Michele: impegno politico sulle orme del padre Daniele e del nonno, storico primo cittadino

Riccardo Cantore è il nuovo sindaco di Chiusa San Michele. Ma la notizia non è solo questa. Il giovane primo cittadino porta lo stesso nome e lo stesso cognome del nonno, sindaco di Chiusa eletto dal CLN nel periodo della Liberazione e successivamente ancora alla guida del Comune nel partito socialista dal 1970 al 1982. È considerato in Valsusa il sindaco “storico” del paese, distintosi anche lui per il suo coraggio nel trattare a nome dei partigiani con i tedeschi al momento della fuoriuscita delle truppe, garantendo un passaggio pacifico senza reciproci attacchi.

Negli anni successivi si deve a lui l’aver portato la prima farmacia a Chiusa, la denominazione della stazione ferroviaria (che pur trovandosi nel territorio comunale di Chiusa era intitolata solo “Condove”), il nuovo piano di fabbricazione, la palestra, la collocazione del semaforo all’ingresso del Paese e il ritorno a Chiusa e all’agricoltura dei terreni dei Vernetti per tanto a disposizione di Fiat e non utilizzati.

Oltre al primo Cantore e il neoeletto omonimo sindaco, va ricordato che il papà di quest’ultimo è Daniele Cantore, già segretario nazionale dei giovani socialisti, membro dell’Assemblea e della Direzione Nazionale negli anni d’oro del Psi craxiano, assessore regionale al Turismo e poi due volte capogruppo al Comune di Torino e di nuovo Consigliere Regionale per Forza Italia e Consigliere di Minoranza a Chiusa.

 

Negli anni della Regione si deve a lui (insieme ai colleghi Renato Montabone ed Enrico Nerviani relatore) la legge che ha fatto della Sacra di San Michele il monumento simbolo del Piemonte e da assessore al Turismo anche l’illuminazione (grazie anche all’impegno del Rettore della Sacra Padre Antonio, all’omaggio della progettazione da parte dell’ Ing. Marcello Cantore e al contributo della società Finder) dello straordinario edificio che ispirò a Umberto Eco “Il nome della rosa” e che era spento da metà degli anni sessanta.

 

E oggi, sulla scia della passione e dell’impegno politico e amministrativo ereditato dal nonno e dal padre, Riccardo Cantore è stato eletto con il 54 per cento dei voti grazie alle preferenze di 426 concittadini. Nella vita professionale è un imprenditore nel settore dei servizi per le aziende e degli eventi. E’ sposato con Denise, da quindici anni è consigliere comunale di minoranza di Chiusa e da dodici capogruppo e vice presidente dell’Associazione “Italia Riformista”.

La nuova amministrazione è composta da il Vice Sindaco e Assessore Alessia Leuzzi, l’Assessore Maurizio Melis, il Capogruppo Donatella Perrotta, i Consiglieri di maggioranza Alessandra Maritano, Morgana Durante, Carlo Bellini, Alessio Bellaria e i Consiglieri di minoranza Laura Piccoli, Fabrizio Borgesa e Gianna Clemente.