POLITICA- Pagina 301

Referendum Giustizia: il dibattito de “il Torinese”

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Con l’avvocato Roberto Guarino del direttivo + Europa Torino e della giunta della Associazione Adelaide Aglietta che risponde ad alcune domande sui referendum sulla Giustizia apriamo una serie di interventi relativi al dibattito referendario, che sinora è rimasto sin troppo sotto tono e al quale dedicheremo spazio nelle prossime settimane.

Presto si voterà per i Referendum sulla Giustizia, il prossimo 12 giugno, in concomitanza con le elezioni amministrative, ma se ne parla pochissimo e credo ci sia molta confusione sui quesiti, anche per il loro tecnicismo.

Si tratta, in effetti, di cinque quesiti molto tecnici che riguardano il sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura, lavalutazione delle toghe, l’abrogazione della legge Severino, la modifica delle misure cautelari, separazione delle funzioni in magistratura. Sono temi su cui non sembra l’opinione pubblica si appassioni molto, anche perché il quesito forse più impattante e popolare, quello sulla responsabilità diretta dei magistrati, è stato dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale.

Come si è arrivati ai Referendum e cosa si propongono i promotori?

I Referendum si inseriscono nel desiderio di parte della politica di recuperare quello squilibrio di forza con la magistratura che ha caratterizzato almeno gli ultimi 30 anni della nostra storia. Loscorso giugno, complice anche il recente caso Palamara e lo scandalo delle nomine al Csm, il Partito Radicale e la Lega di Matteo Salvini hanno depositato in Corte di Cassazione i sei quesiti referendari che riguardano la giustizia e hanno poi raccolto, secondo quanto affermato dalla Lega, oltre 700mila firme a quesito.  Tuttavia, i promotori hanno poi deciso di non utilizzare le firme raccolte, preferendo far approvare i quesiti dalle regioni amministrate da giunte di centro-destra, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto (l’art. 75 della Costituzione stabilisce che 500.000 cittadini o 5 Consigli regionali, possono proporre all’intero corpo elettorale “l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge”).

Lei cosa pensa della situazione della Giustizia in Italia?

Una giustizia giusta ed efficiente rappresenta la conditio sine quanon per una democrazia liberale ed efficiente. Io consiglio la lettura dell’ultimo libro di un giurista come Sabino Cassese Ilgoverno dei giudici che analizza da par suo la situazione della giustizia in Italia, evidenziando la dilatazione del ruolo dei giudicie la crescente inefficacia del sistema giudiziario, fenomeno che riconduce anche a una indebita invasione della magistratura nel campo della politica e dell’economia.

I Referendum possono aiutare a migliorare la situazione?

Intanto, la mera approvazione dei Referendum avrebbe un effetto deflagrante, perché renderebbe plateale la perdita di consenso e di autorevolezza della Magistratura, già testimoniata da anni dai sondaggi. Quando io mi sono iscritto all’Università, alla fine degli anni Ottanta, la credibilità ed il prestigio dei magistrati erano assoluti, mentre oggi la sfiducia è abbastanza generalizzata. Un successo dei Referendum renderebbe più agevole l’approvazione di riforme sulla giustizia oggi ostacolate anche da un efficace lavoro di lobbying di esponenti della Magistratura con entrature ad alti livelli nella politica, nell’informazione, nella cultura.

Questo in linea di principio, ma entrando nel merito delle questioni poste …..

Anche nel merito, l’approvazione dei tre Referendum sui magistrati sarebbe importante. Il primo quesito prevede di separare nettamente le funzioni di magistrato requirente (pubblico ministero) e giudicante (giudice): imponendo a inizio carriera al magistrato di scegliere la funzione giudicante o quella requirente, senza più la possibilità di passare dall’una all’altra per un massimo di quattro volte come avviene attualmente. In pratica, separando più nettamente le funzioni si andrebbe verso un superamento del corporativismo che lede il principio della terzietà del giudice e la parità tra accusa e difesa. Il secondo quesito prevede l’abrogazione del numero minimo di firme che deve raccogliere un magistrato per candidarsi al Consiglio superiore della magistratura (dalle 25 alle 50 firme). La raccolta di firme implica correnti, cordate, accordi tra magistrati, senza firme ogni magistrato potrà candidarsi senza necessità di accordi econdizionamenti. Il terzo quesito introduce nella valutazione della professionalità dei magistrati nel consiglio giudiziario il diritto di voto non soltanto ad altri magistrati (come avviene oggi), ma anche agli avvocati.

Gli altri due quesiti non riguardano direttamente i magistrati.

C’è il quesito sulla custodia cautelare a cui un imputato può essere sottoposto prima della sentenza. In base all’articolo 274 del codice di procedura penale, la custodia cautelare è prevista soltanto nei casi in cui c’è un concreto pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di compimento di nuovi e gravi reati. In realtà, in Italia c’è storicamente un abuso di questo istituto e la custodia viene applicata ben al di fuori dei presupposti di legge, con la conseguenza di soggetti poi assolti che hanno scontato in carcere lunghi periodi di custodia. Con la vittoria del referendum la custodia verrebbe limitata soltanto al pericolo di nuovi reati gravi.

L’ultimo quesito dà più potere ai magistrati.

La legge Severino prevede che in caso di condanna in primo grado per alcune ipotesi di reato (in particolare quelle contro la pubblica amministrazione) ci sia anche la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale (o la decadenza in caso di soggetto in carica). Con il referendum sarebbe il giudice a decidere se comminare, oltre alla sanzione penale, la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, senza quindi l’automatismo attuale.

Che possibilità ci sono secondo lei di vittoria del voto referendario?

Intanto, perché il voto sia valido deve partecipare almeno la metà degli aventi diritto. Il fatto che il voto referendario coincida con le elezioni amministrative favorisce certo il raggiungimento del quorum, anche se si tratta di elezioni parziali che coinvolgono soltanto mille Comuni (di cui ventisei i capoluoghi) e che hanno tradizionalmente una bassa affluenza. Fra l’altro almeno due dei quesiti (la raccolta delle firme e il voto degli avvocati nei consigli giudiziari) fanno parte della riforma dell’ordinamento giudiziario che nelle intenzioni del ministro Cartabia, dovrebbe essere approvata entro fine maggio. In tal caso, ovviamente, quei Referendum non si terrebbero più.

Massimo Iaretti

Leone (Lega Salvini): “A Rivarolo richiedente asilo aggredisce titolare hotel”

“basta violenza tra case e scuole, intervenire subito”

Riceviamo e pubblichiamo

“Mentre la città di Rivarolo si tira a lucido per accogliere il Giro d’Italia, in mezzo alle abitazioni, a pochi passi dai plessi scolastici, in una struttura privata da mesi si consumano scene di ordinaria violenza.

L’ultima la scorsa notte in viale Losego 22, ciò che resta della accogliente struttura dell’Hotel Europa, un richiedente asilo già denunciato decine di volte ha scavalcato la recinzione e, dopo aver passato la notte clandestinamente nei locali che devono essere ristrutturarti per la gara ciclistica di fine maggio, ha malmenato i proprietari e un artigiano impegnato nei lavori. Non accetto che la situazione resti irrisolta e metta a repentaglio la sicurezza di tutti i rivarolesi”.

Con queste parole il responsabile del Dipartimento antimafia della Lega piemontese Claudio Leone ha raccolto la testimonianza della violenza perpetrata per l’ennesima volta ai danni dell’imprenditore rivarolese Mauro Mattioda, dei suoi familiari e dei collaboratori da parte di un richiedente asilo che sostiene da mesi che l’Hotel Europa sia casa sua.

“Un incubo che dura da troppo tempo – ha denunciato Mattioda -, sono ormai incalcolabili le denunce, le chiamate alle Forze dell’Ordine e al 118. Ho subito danni incalcolabili per gli atti vandalici alla struttura alberghiera ma tutti i giorni ormai mi confronto con violenze perpetrate ai danni del sottoscritto, dei miei familiari e dei miei collaboratori. I Carabinieri che intervengono puntualmente vengono insultati, presi a calci e subiscono sputi e vessazioni, la magistratura non dispone l’arresto e dopo ogni episodio il soggetto torna più violento di prima nella struttura”.

“Pretendo si metta la parola fine a questa situazione – conclude il rivarolese eletto nella Lega Salvini Piemonte – immediatamente, ho raccolto da Mattioda parole che non possono essere ignorate. Il soggetto solo ieri ha riferito di essere pieno di crack e di voler uccidere qualcuno prima che la testa gli scoppi!”.

“Voucher Scuola, oltre 500 famiglie rischiano di essere escluse”

Magliano: attacco alla libertà di educazione

A fronte di un numero di domande che, verosimilmente, aumenterà anche quest’anno in maniera significativa, data la perdurante situazione di crisi, la cifra messa quest’anno a disposizione dalla Giunta Cirio per gli Assegni di Iscrizione e Frequenza alle Scuole Paritarie, è scesa a 4,3 milioni rispetto ai 5,4 milioni dello scorso anno. Nel 2021-22 sono state finanziate 3.847 richieste. Con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio chiediamo un ulteriore milione di euro per ciascuno dei prossimi tre anni per garantire una reale parità scolastica: Maggioranza e Giunta dimostrino di tenere a questo principio non solo a parole e smettano di penalizzare famiglie e studenti.

Oltre 500 studenti (e altrettante famiglie) fuori dal Voucher Scuola: un rischio concreto, che emerge dai numeri. Erano 5,4 i milioni di euro disponibili, lo scorso anno, per gli Assegni di Iscrizione e Frequenza alle Scuole Paritarie, cifra precipitata quest’anno a 4,3 milioni di euro a causa dei tagli di questa Giunta. A questa riduzione delle risorse superiore al 20% corrisponderà verosimilmente, data la perdurante crisi, un’ulteriore crescita delle domande rispetto alle 3.847 domande finanziate per il 2021-22.

Con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio di Previsione chiediamo alla Giunta di ripristinare quantomeno la cifra dello scorso anno, prevedendo almeno 1 milione di euro in più per ciascun anno del triennio 2022-2024 per finanziare il Capitolo sugli “Assegni di Studio per Iscrizione e Frequenza”. Solo così potremo assicurare al maggior numero di famiglie la possibilità di beneficiare del voucher e garantire una vera libertà di educazione.

Alcune cifre: i 5,4 milioni di euro dello scorso corrispondono alla somma di 4.328.720 euro iniziali, dei 350mila euro chiesti e ottenuti dai Moderati, di 300mila euro di economie e di altre e diverse risorse. Quest’anno la cifra resta inchiodata sui 4.314.080 euro, con poche speranze, pare, di poter contare su economie di sorta. Riteniamo assurdo e inaccettabile che la Giunta Cirio tagli, in un contesto di crisi, questi fondi (che riguardano, lo ricordiamo, iscrizione e frequenza presso la Scuola Primaria, la Scuola Secondaria di Primo Grado e la Scuola Secondaria di Secondo Grado).

Il centrodestra in Regione, tra Maggioranza e Giunta, ha l’ennesima occasione di dimostrare di essere favore della libertà di educazione non solo a parole, ma nei fatti e nelle scelte politiche. Se l’occasione sarà persa, le famiglie e le Scuole Paritarie non potranno che prendere atto di un’impostazione ideologica, da parte di questa Giunta, che le penalizza esplicitamente.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

“Il fascismo degli antifascisti”

Radicali: Sede Torinese vandalizzata per ritorsione contro le bandiere portate in corteo.

“Non bastava essere stati accerchiati, spintonati, insultati per l’intera durata della manifestazione e aver dovuto discutere animatamente perché ci fosse consentito di prendere parte al corteo da chi non aveva il diritto di vietarcelo, adesso la nostra sede è anche stata vandalizzata da chi si definisce orgogliosamente antifascista, ma che, i metodi fascisti di ritorsione contro chi la pensa diversamente, non ha alcun problema a utilizzarli”. Lo dichiarano il Consigliere Comunale di +Europa e Radicali Italiani, Silvio Viale, insieme ai coordinatori dell’associazione Radicale Adelaide Aglietta, Andrea Turi, Daniele Degiorgis e Patrizia De Grazia.
“Ieri sera, al corteo del 25 Aprile, abbiamo marciato sventolando le bandiere Ucraine, dell’Unione Europea e della NATO. Nel cuore della nostra Europa, c’è una nuova resistenza, ci sono dei nuovi partigiani che una mattina di due mesi fa, si sono svegliati e hanno trovato l’invasor. Un invasore il cui obiettivo non è il Donbass, o l’Ucraina, ma l’Europa intera, il suo modello democratico, i suoi valori, le regole del suo stato di diritto. In altre parole: tutti noi. Chi in Ucraina combatte contro Putin, anche a costo della propria vita, per liberarsi e liberarci da quell’invasore, è a tutti gli effetti un partigiano. Sventolare la bandiera dell’Ucraina, insieme a quelle dell’Unione Europea e della NATO (due ombrelli che, anche nelle loro imperfezioni, ci rendono più forti di fronte a quell’invasore), significa difendere i valori dell’antifascismo nel presente del mondo in cui viviamo. Porre sullo stesso piano NATO e Putin è folle. Anche grazie all’Alleanza Atlantica è stato possibile un processo di democratizzazione, al riparo dalle mire imperialiste del dittatore russo. La guerra in Ucraina ha un nome e un cognome: Vladimir Putin. La NATO non ha svolto alcun ruolo, se non quello di provare in tutti i modi ad aiutare l’Ucraina a difendersi e a difenderci. Avevamo il diritto di partecipare con quelle bandiere era un corteo pubblico. Il pensiero unico, l’intimidazione, la censura, le ritorsioni, non sono strumenti democratici. Ricordano qualcos’altro. Qualcosa che un 25 Aprile fummo in grado di sconfiggere, ma che durante questo 25 Aprile è tornato a manifestarsi contro di noi in modo agghiacciante. L’antifascismo non è una bandiera, ma un metodo. Un metodo che ieri e questa notte è stato schiacciato dalla violenza degli antifascisti”.
Oggi, a Roma il convegno organizzato da Radicali Italiani, dal titolo “25 aprile anche per l’Ucraina”, visibile al link:
https://www.facebook.com/events/929650184370241

Qui invece, il link per firmare l’appello Putin all’Aja:
https://radicali.it/putin-allaja/

Il 25 aprile e la sinistra irriconoscibile

Io questa sinistra proprio non la capisco più. Nel migliore dei casi vive di ricordi, nel peggiore dei casi è arrogante.  

 Ora pure l’Anpi è totalmente schizofrenica.  La media dei presidenti regionali e provinciali si è dissociata dalle deliranti dichiarazioni al loro congresso nazionale. Del resto non è una novità che in questa grande organizzazione non ci sono più i veri partigiani ma almeno in parte “ciarpame” rappresentato da gruppettari ed anarcoidi di vario genere.  E poi,  in altro contesto, questo  prof. Orsini che semplicemente dice che bastava fare arrendere gli ucraini e la pace si sarebbe fatta, tanto Putin sta vincendo. Cosa falsa ma a loro nulla importa, vivendo nella menzogna più assoluta.  Gli piaccia o non piaccia i nuovi partigiani sono gli Ucraini e i nuovi nazi-fasci sono i Russi. Tutto ciò rende più amaro vedere cosa accadrà nella settima dal 25 aprile al primo maggio. Qui, purtroppo vivo io di ricordi.  Fino a trent’anni fa era un altra cosa… poi questa sinistra , dopo lo strappo Occhettiano , in una sorta di colpevole vendetta ha preso il sopravvento.  Vivo di ricordi a tal punto che ogni anno mi rivedo i documentari primi anni 70 in bianco e nero sul 25 Aprile. Regolarmente.  Ogni volta conoscendo fotogramma per fotogramma Torino, Genova, Milano fino a Venezia. Senza nulla togliere al 1944 di Roma come Firenze e Bologna.  Allora era possibile: interviste ai protagonisti   Sandro Pertini a Milano, Taviani a Genova e per Torino, li conoscevo tutti: Gianni Dolino e Piero Cordone.  Il primo grande capo della Resistenza nelle valli di Lanzo ed il secondo della seconda generazione dei gappisti torinesi. Dante Di Nanni e tutti i suoi compagni uccisi. Tranne il capo Giovanni Pesce trasferito a Milano perché bruciato. Giovanni Pesce capo dei gap prima a Torino poi a Milano.  A 17 anni si arruolo’ nelle Brigate Internazionali a difesa della Repubblica Spagnola.  Menti’ sull’età perché bisognava essere maggiorenni.  Dopo la guerra fu chiamato , dopo l’attentato a Togliatti,  da Botteghe Oscure per riorganizzare il servizio d’ ordine.  Soldati senza uniforme. Fu il primo libro di memorie letto a 13 anni. Giovanni Pesce per me è un assoluto mito,  la sua prima azione da gappista fu in piazza  Vittorio. Doveva ammazzare un colonnello della Milizia tristemente famoso per la sua ferocia. Tutti i giorni andava da un parrucchiere per farsi fare la barba. Pesce il primo giorno non ebbe il coraggio di sparargli.  Lo fece il giorno dopo, dopo una notte insonne. La pietà del 15enne Dino San Lorenzo che assistette all impiccagione del Federale di Torino Solano.  Ora può essere incredibile parlare di umana compassione durante la guerra. Incredibile ma possibile. Bene fanno i radicali nel partecipare alla fiaccolata con le bandiere dell’Ucraina. Sia chiaro, a chiare lettere: sono nato antifascista e morirò antifascista.  Proprio per questo desidero, anzi, voglio che questo 25 aprile sia dedicato alle donne ed agli uomini ucraini che lottano per la libertà.  Ed ovviamente Buon 25 Aprile a Tutti.  Per la libertà di tutti i popoli oppressi.  E per la nostra liberta’.
Patrizio Tosetto

Prc: “No alla guerra alla faccia degli esibizionisti e dei provocatori di turno”

Locatelli e Cristofari (Prc-Se): W la Resistenza

 

Le provocazioni alla Silvio Viale non vanno raccolte ma semplicemente compatite, commiserate.

Il consigliere comunale radicale di Torino dopo aver annunciato di volersi presentare al corteo per il 25 aprile di Torino con le bandiere Nato – va ricordato che il Presidente partigiano Sandro Pertini il 27 marzo 1949 votò contro la Nato in quanto “strumento di guerra” – ha deciso di proseguire nelle sue miserande esibizioni.

A Rifondazione Comunista che ha detto di una provocazione inaccettabile questo signore ha risposto così: ”non mi faccio intimidire dagli amichetti di Putin”.

Come tutti sanno Rifondazione Comunista da settimane è presente in tutte le piazze contro Putin e contro la Nato, contro l’invasione dell’Ucraina e contro tutte le guerre fomentate dalle superpotenze mondiali in competizione tra di loro.

Solo degli stupidi o delle persone in malafede possono distorcere il senso di queste posizioni e il significato del 25 aprile che è in tutta Italia giornata di Liberazione dal fascismo e dalla guerra, da ogni forma di oppressione e ingiustizia, per una società di liberi e uguali. Questi signori sono gli stessi che in questi anni hanno denigrato la Resistenza mettendo sullo stesso piano fascisti e antifascisti, sono gli stessi che hanno attaccato la Costituzione, gli stessi che oggi attaccano forsennatamente l’Anpi di cui ci onoriamo di essere iscritti. Le loro esibizioni sono semplicemente patetiche.

W il 25 aprile! Ora e sempre Resistenza!

Fausto Cristofari, Segretario Prc-Se Torino                                                                            

Ezio Locatelli, Segreteria nazionale Prc-Se

25 aprile: Radicali in piazza con le bandiere Nato

25 APRILE/TORINO/RADICALI SFILERANNO CON BANDIERE UCRAINA, UNIONE EUROPEA E NATO OLTRE A STRISCIONE “PUTIN ALL’AJA”.

Appello al sindaco Lo Russo perché firmi petizione per incriminazione Putin.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede radicale di Torino, esponenti di Radicali Italiani e Associazione Aglietta hanno illustrato le iniziative per “Un 25 aprile anche per l’Ucraina”.

Igor Boni (presidente Radicali Italiani):
Stiamo raccogliendo firme ai tavoli e online su una petizione a sostegno del lavoro della Corte Penale Internazionale dell’Aja, che sta raccogliendo prove sui crimini russi in Ucraina. Putin deve essere incriminato, come ventidue anni fa Milosevic.
Lunedì 25 aprile, nella sede di Radicali Italiani a Roma, terremo un convegno su “Un 25 aprile anche per l’Ucraina”, dove ripercorreremo i 23 anni di lotte radicali contro Putin e approfondiremo lo studio degli strumenti della giustizia internazionale più adatti a portare alla sbarra Putin e gli altri responsabili dei crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Ucraina.
Rispetto al ballottaggio di domenica in Francia, chi è a favore dell’Unione Europea e contro Putin non può che essere con Macron; se vincesse Marine Le Pen attuerebbe le stesse politiche antiUE e filoPutin di Orban… e Marine Le Pen ha ricevuto milioni di euro di prestiti dalle banche russe.

Andrea Turi (coordinatore Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Parteciperemo alla fiaccolata di Torino della sera del 24 aprile senza le nostre bandiere radicali ma con le bandiere dell’Ucraina, dell’Unione Europea e della NATO, oltre allo striscione “Putin all’Aja”;  non accettiamo i diktat e i veti posti da chi (il presidente dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo) pochi anni fa utilizzava le stesse falsità filorusse usate dall’assessore regionale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone.

Giulio Manfredi (Giunta segreteria Radicali Italiani):
Diamo atto al presidente dell’ANPI di Torino, Nino Boeti, di avere riconosciuto il valore della Resistenza Ucraina e di non avere posto veti a nessuna bandiera. Gli chiediamo, però, con quali strumenti i partigiani ucraini possono opporsi a Putin se non con le armi fornite loro dall’Occidente, proprio come quasi ottant’anni fa gli angloamericani fornirono armi ai partigiani piemontesi.
Chiedo all’ANPI di occuparsi meno di bandiere e di più del risorgere di preoccupanti rigurgiti di fascismo misto a qualunquismo; mi riferisco alla vergognosa delibera del settembre scorso con cui il Comune di Pezzana (VC) ha rinnovato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
Infine, chiediamo al sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e a tutti i sindaci italiani, di firmare la petizione “Putin all’Aja”.
Cinque anni fa l’allora professore universitario Stefano Lo Russo fu uno degli artefici di un importante accordo fra il Politecnico di Torino e Gazprom Neft sullo studio delle tecniche di estrazione degli idrocarburi. Accordo del tutto legittimo, che scade quest’anno.
Oggi Lo Russo è sindaco di una grande città europea e Vladimir Putin sta mettendo a ferro e a fuoco l’Ucraina; firmare per “Putin all’Aja” è un modo semplice ed inequivocabile di prendere posizione, rifuggendo da ambiguità e ipocrisie.

https://radicali.it/putin-allaja/

Link a lettera aperta a Boeti
https://www.associazioneaglietta.it/wp-content/uploads/2022/04/lettera-aperta-a-Boeti.pdf

25 aprile: cerimonia del Partito Radicale e Associazione Marco Pannella

 Davanti  al monumento dedicato ai caduti polacchi

Grazie per averci liberato. Libertà per l’Ucraina e il popolo russo!

La manifestazione si svolgerà a Torino alle ore 11 di lunedì 25 aprile davanti al monumento ai caduti polacchi che parteciparono alla Liberazione dal nazi-fascismo (Piazza Polonia area rotatoria antistante l’Ospedale Regine Margherita di Tiori) .

ll Partito Radicale e l’Associazione Marco Pannella di Torino terranno lunedì 25 aprile alle ore 11 una cerimonia commemorativa ai caduti polacchi che parteciparono in Italia alla  lotta di liberazione dal nazi-fascismo durante la II° Guerra mondiale.

Lo slogan della manifestazione: “Grazie per averci liberato. Libertà per l’Ucraina e il popolo russo”.
PREVISTI GLI INTERVENTI DI:
– Consolato della Polonia di Torino
– Consolato dell’Ucraina di Torino
– Marco Brunazzi, Presidente Istituto Salvemini
– Mario Barbaro, Segreteria Partito  Radicale
– Sergio Rovasio, Presidente Associazione Marco Pannella di Torino
– Angelo Pezzana, giornalista, fondatore del Fuori
– Avv, Bruno Segre, partigiano e perseguitato dai nazi-fascisti
– Pier Franco Quaglieni, Direttore del Centro Pannunzio
– esponenti di associazioni e movimenti della città di Torino
 
Alla cerimonia sono stati invitati il Presidente della Regione Piemonte e il Sindaco di Torino
Durante la cerimonia verranno ricordati e ringraziati tutti i caduti che si batterono per la libertà e la democrazia del nostro paese: Partigiani, Brigata ebraica, polacchi, inglesi, americani e loro alleati.

Alla stessa ora il Partito Radicale terrà identiche manifestazioni in diverse città italiane, tra le altre: Roma, davanti all’Ambasciata Usa e Bologna presso il cimitero polacco di San Lazzaro di Savena.

25 Aprile, Grimaldi (LUV): Chi amministra e fa politica deve tutto a quella lotta di Liberazione

Lo impari il Comune di Carmagnola: il 25 aprile è divisivo solo per chi è fascista.

“A Carmagnola il Comune nega all’ANPI il patrocinio e la possibilità di celebrare in una piazza cittadina il Pranzo del Partigiano del 25 aprile. ‘Divisivo e tendenzioso’, si dice. Altrove un consigliere leghista si scaglia contro una maestra che insegna agli alunni ‘Bella ciao’. Nei giorni scorsi l’ANPI ha dovuto rispondere a numerosi e pretestuosi attacchi. Ogni anno che passa, purtroppo, si erode il legame con quel passato che dovrebbe essere difeso e celebrato da tutte e tutti. Non è il tempo a consumarlo, ma sono i colpi di scure di chi tenta di raccontare un’altra storia” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

“Lo ha scritto ARCI in modo semplice e chiaro: il 25 Aprile è il giorno che vede la nascita dell’Italia democratica contro il nazifascismo, che ha portato nel nostro paese solo povertà, guerra e morte” – prosegue Grimaldi. – “Se chi amministra e fa politica non si rende conto di poterlo fare proprio grazie a quella lotta di liberazione è molto in malafede o molto ignorante. Il 25 aprile è divisivo solo per chi è fascista e noi, come Gian Carlo Pajetta, con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945″.

 

Ruffino (Azione): bene accordo gas in Congo

“l’intesa sottoscritta  dal Ministro Cingolani con il governo congolese sul gas, va esattamente nella direzione auspicata da Azione, quella di spingere sempre di più in favore della transizione ecologica. Il nostro Paese ha l’obbligo di farsi trovare pronto, pensando al presente difficile che viviamo, ma guardando soprattutto all’immediato futuro e agli impegni assunti dall’Unione Europea in materia di ambiente e sviluppo sostenibile.” Lo ha dichiarato in una nota la deputata di Azione Daniele Ruffino.
“Gli accordi di cooperazione sono un’ottima notizia per l’Italia dunque – aggiunge la deputata di Azione – ma c’è un altro step che occorre superare: semplificare ed accelerare i passaggi per le autorizzazioni per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili. In questo modo raggiungeremo gli obiettivi nazionali di de carbonizzazione fissati dal Piano Nazionale integrato di energia e clima”