POLITICA- Pagina 254

“Sveliamo la libertà” approda a Torino

“Sveliamo la libertà, per le donne e gli uomini in rivolta in Iran”, dichiarano in una nota Andrea Turi, coordinatore dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e Beatrice Pizzini ed Emanuela Girardi di +Europa Torino metropolitana. Proseguono: “saremo presenti giovedì 13 alle ore 13 in Via Giuseppe Verdi 39 dove veleremo e sveleremo la statua Eco, manifestando simbolicamente solidarietà alle donne e agli uomini liberi che in Iran sono in rivolta contro l’autocrazia al potere dal 1979”. Concludono: “E’ la quarta settimana di rivolta in Iran, centinaia di morti e migliaia di giovani ragazze e ragazzi che coraggiosamente manifestano in centinaia di città in Iran. L’attenzione in Italia non deve scemare e quindi annunciamo che, come sta avvenendo in altri luoghi e da altre personalità, anche noi ci taglieremo una ciocca di capelli e la invieremo all’ambasciata iraniana di Roma per tutte le donne iraniane che pretendono libertà per le proprie vite”.

Gallo – Rossi (Pd): Il governo eccepisce sulla costituzionalità del Fondo Vita

Marrone corre ai ripari con una delibera che non sta in piedi

L’assessore Marrone ha presentato in IV Commissione la delibera contenente “i criteri per l’accesso ai finanziamenti per la promozione e realizzazione di progetti di accompagnamento individualizzati finalizzati alla promozione del valore sociale della maternità e al sostegno delle gestanti e/o neomamme ed alla tutela della vita nascente da parte di organizzazione e associazioni operanti nel settore della tutela materno infantile e iscritti negli elenchi approvati dalle ASL e degli Enti gestori delle funzioni socio assistenziali competenti”, nota come Fondo di Vita Nascente.
“La delibera è centrata sulle associazioni accreditate operanti nel settore della tutela materno infantile presso le ASL, ma contemporaneamente, nella variazione di bilancio questi elenchi spariscono ‘per ovviare a eventuali istanze di incostituzionalità e conseguenti possibili impugnative’ da parte del Governo come riportato nella stessa relazione alla variazione di Bilancio in cui sono previsti 460mila euro per il Fondo di Vita Nascente (60 mila per enti gestori – 400 mila per associazioni)” dichiarano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi.
“Che cosa accadrà alla delibera dopo che questi elenchi spariranno dal dettato normativo? Resterà valida? Decadrà? O dovremo rivederla? La confusione regna sovrana e per questo abbiamo chiesto di rinviare la discussione a dopo la variazione di bilancio” affermano i consiglieri.
“Ma non solo – proseguono Gallo e Rossi – nell’ASL di Novara non ci sono associazioni accreditate e, quindi, la delibera si inventa una deroga temporale per consentire alle associazioni l’accreditamento solo per quel territorio. Ma nel caso in cui nessuno si proponesse a Novara che cosa accadrebbe? Non sosterremmo più le donne? Proprio il caso novarese mostra l’aspetto più ideologico per cui al centro del provvedimento non ci sono le donne, bensì le associazioni pro-vita. Sarebbe stato meglio dare le risorse direttamente alle ASL o agli enti gestori delle politiche sociali, come abbiamo richiesto con i diversi emendamenti presentati durata la discussione della nascita del cosiddetto Fondo di Vita Nascente”.

Ma chi affronta la “questione sociale”?

Dunque, tutti parliamo – giustamente – di bollette care, di povertà crescente, di ceto medio fortemente impoverito, di disuguaglianze spaventose e, soprattutto, di incertezza del futuro e di assenza di speranza.

Di fronte ad una situazione francamente difficile e complessa, chi è in grado oggi – al di là della propaganda di rito e della conseguente demagogia – sotto il profilo politico di farsi carico di questo fardello? Ma, soprattutto, chi ha l’armatura culturale, ideale, valoriale e forse anche etica per affrontare di petto questa rinnovata ed inedita “questione sociale?
Noi oggi ci ritroviamo di fronte una sinistra – tradizionalmente il campo politico più funzionale e più gettonato per affrontare e governare l’intera “questione sociale” – che è sostanzialmente divisa in tre tronconi, al di là delle stesse percentuali numeriche. C’è una sinistra populista, trasformista e qualunquista che è interpretata in modo eccellente dalla nuova veste del partito di Grillo e di Conte, il partito di 5 stelle. Una “sinistra per caso”, la potremmo definire, dove la rappresentanza degli interessi varia a seconda delle convenienze del momento. Oggi, per fermarsi all’ultima svolta compiuta, è una sorta di sinistra assistenziale e pauperista. Sino a quando? Non si sa, almeno sino alla prossima piroetta. Poi c’è la storica sinistra massimalista, estremista e tardo comunista. O meglio, una sorta di Democrazia Proletaria aggiornata per la stagione contemporanea. Una esperienza dove la cultura di governo è sostanzialmente estranea, se non per occupare i posti e coprire gli spazi di potere nelle istituzioni. Come è puntualmente capitato anche alle recenti elezioni politiche. In ultimo la sinistra per eccellenza, cioè quella che si identifica nella storica filiera italiana del Pci/PDS/Ds/Pd. La “gauche caviar”, come viene ormai comunemente definita. Si tratta, cioè, dell’ultima esperienza concreta del Partito democratico. Ovvero, parliamo di un partito che interpreta, intercetta ed è votato prevalentemente dai ceti medio alti, dalla media/alta borghesia, dai garantiti e dalla società che sostanzialmente “sta meglio”. Un partito, come dicono gli stessi protagonisti nonchè i vari istituti demoscopici, radicalmente avulso dalle condizioni concrete in cui vivono i ceti popolari e tutti coloro che non riescono più a condurre una vita normale e dignitosa. Appunto, un partito funzionale agli interessi della zona “ztl” e neanche più realmente rappresentativo di quel mondo alto/borghese. Il resto della sinistra, presente anche alle ultime elezioni, appartiene al mondo dei “gruppettari” e quindi non è degno di nota.
Accanto alle varie articolazioni della sinistra contemporanea, non possiamo però dimenticare – come ovvio ed evidente – la tradizione e la cultura della “destra sociale” che storicamente e politicamente nel nostro paese non è mai stata estranea ai temi sociali e che in queste ultime elezioni ha premiato massicciamente il partito di Giorgia Meloni.
Ora, però, al di là della descrizione oggettiva di ciò che offre il mercato politico contemporaneo, è indubbio che la cosiddetta “questione sociale” non può essere affrontata in modo saltuario ed approssimativo. È sempre più indispensabile, nonchè necessario al riguardo, recuperare la tradizione, la cultura e la sensibilità di quella che un tempo veniva comunemente definita come la “sinistra sociale”. Seppur in mancanza di leader autorevoli che oggi possono incarnare concretamente quella sensibilità culturale ed ideale e di strumenti, cioè i partiti, che possano farsi carico organicamente di quei problemi e di quelle istanze. A volte drammatiche e sconvolgenti per centinaia di migliaia di persone e relative famiglie.
Insomma, si tratta di capire come politicamente, e culturalmente, si può affrontare di petto e con coscienza critica la “questione sociale” contemporanea. Senza improvvisazione, senza dilettantismo e, soprattutto, senza appaltarla a partiti o singoli esponenti politici che non sono affatto attrezzati e muniti di cultura politica per farsi carico di quelle istanze.
Per questi motivi la cultura e la tradizione del cattolicesimo sociale, seppur rinnovata ed aggiornata alle domande della società contemporanea, deve uscire dal letargo e dalla sola ricerca storica. Deve trasformarsi, ancora una volta, in iniziativa politica. Come era un tempo e come deve diventare oggi. Non per il bene di quella cultura, ma per un futuro dignitoso e più equo della nostra società. Delle persone e delle famiglie.

Giorgio Merlo

Magliano: “sì a iniziative per donne e famiglie che fanno scelta a favore della vita”

Fondo Vita Nascente

Abbiamo espresso come Moderati,  in Commissione, voto favorevole alla bozza di delibera per il Fondo Vita Nascente. Il fattore economico è spesso una variabile decisiva nella scelta da parte di una donna o di una coppia di non portare a termine una gravidanza e da sempre siamo favorevoli a ogni iniziativa seria in grado di garantire davvero la libertà di scelta. L’Articolo 5 della Legge 194 prevede esplicitamente margini di intervento, quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, affinché si possano identificare soluzioni ai problemi proposti. Proprio il sostegno alle famiglie e alle donne che, nonostante le difficoltà economiche, intendono portare avanti la propria gravidanza è stato il fine, negli scorsi mesi, di due Ordini del Giorno da noi proposti e approvati all’unanimità dal Consiglio Regionale del Piemonte: anche il Fondo Vita Nascente è espressione, ci pare, dello stesso principio. La proposta della Giunta dà un ulteriore peso all’ente pubblico, garanzia del fatto che le risorse saranno monitorate e andranno alle donne.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

In ricordo di Giusi La Ganga

Un ricordo di Giusi La Ganga, a due anni dalla morte,  si svolgerà martedi 25 ottobre 2022, ore 18, presso l’Educatorio della Provvidenza, Corso Trento, 13, Torino (zona Crocetta).

“Come vedrete dalla locandina, – commenta Salvatore Vullo, scrittore e appassionato di politica – non ci sono relatori ufficiali, e lo potranno ricordare, con  testimonianze, aneddoti, comunicazioni, riflessioni,  amici, compagni, conoscenti che vorranno intervenire in presenza, o con messaggi scritti (con ovvi limiti di tempo contingentati). In sala saranno anche disponibili i suoi due ultimi libri: “I socialisti e l’Italia- Una grande storia- Conversazione con Giuseppe La Ganga”, e “Giuseppe La Ganga – La nobiltà della politica- Scritti e discorsi 2000-2019”. Entrambi curati dal sottoscritto e pubblicati  recentemente dall’editore Rubbettino”.

Si tratta di due libri pensati e realizzati nell’epilogo della sua vita, che ne racchiudono la storia, e che rappresentano il testamento politico e spirituale di Giusi La Ganga. Due libri che nell’attuale contesto di crisi della politica e della Sinistra, possono essere di grande utilità per riflettere e ideare.

Italia Liberale e Popolare: tutelare il commercio di prossimità

La crisi economica che si sta abbattendo in queste settimane sul nostro Paese, tra inflazione galoppante e costi energetici esorbitanti, mette a rischio la prosecuzione dell’attività di migliaia di piccole e medie imprese del commercio della nostra Città.
“L’Amministrazione Comunale della Città di Torino e, in generale, le Amministrazioni di tutta Italia, devono  iniziare a lottare per coloro che rappresentano una larga fetta del motore economico del nostro Paese”, Alessandra GirardelloResponsabile Settore Commercio di Italia Liberale Popolare Piemonte, commenta così il periodo di grave crisi che il settore si appresta ad affrontare.
“Il nostro Paese è famoso in tutto il mondo per il suo artigianato, per le sue botteghe storiche, per le aziende ancora a conduzione famigliare: un bene da  preservare a tutela degli interessi dell’economia nazionale”, aggiunge.
“A Torino ed in tutto il Piemonte la situazione è drammatica: l’aumento della spese fisse ed in particolare delle bollette energetiche, sommato alla diminuzione dei clienti a causa dei livelli di inflazione che colpiscono la capacità di spesa degli italiani, si sta abbattendo come uno tsunami sulle casse delle piccole e medie imprese del settore”, continua la Girardello.
“Purtroppo, sono già diverse le attività commerciali che hanno deciso di chiudere volontariamente la propria attività per non accumulare debiti futuri, decidendo di fermarsi adesso per provare a ripartire in futuro, ma credere in una ripartenza sembra difficile. La classe dirigente non può continuare a fare piccole e blande migliorie, servono decisioni forti ed azioni efficaci: la tutela della piccola e media impresa è un dovere che non può essere abbandonato”, conclude Girardello.
In un momento delicato dal punto di vista economico e sociale, Italia Liberale e Popolare auspica interventi immediati a tutela di un settore strategico per l’economia del nostro Paese ed a beneficio e sostegno del potere di acquisto delle famiglie italiane.

Ruffino (Azione): “Meloni umilia il ruolo dell’Italia”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Se le politiche del governo di centrodestra saranno simili a quelle ceche e ungheresi, se ho capito in campo economico, sociale e sui diritti, da Azione verrà un’opposizione ferma e intransigente. Con le sue affermazioni Meloni umilia il ruolo dell’Italia, Paese fondatore dell’Europa, diventato, grazie a Draghi, un Paese guida dell’Unione mentre lei vorrebbe ridurlo a gregario di autocrate come Orban.

     Le congratulazioni di Viktor Orban a Giorgia Meloni non sono il miglior viatico per il governo che sta per nascere. Con le sue affermazioni temerarie Meloni da ragione alle preoccupazioni, per quanto inopportune, manifestate dal ministro francese Laurence Boone. Alla luce delle incaute parole odierne, acquista sempre più rilievo il ruolo di garante e vigilante della Costituzione e dei suoi valori del presidente Mattarella.

Adinolfi chiede a Giorgia Meloni di fermare il sostegno italiano a Kiev

“Zelensky vuole portare la guerra in Russia e noi al disastro”. Il PdF Piemonte rilancia a FdI l’appello di Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia.

Adinolfi chiede a Giorgia Meloni, possibile futuro premier, di fermare il sostegno italiano a Kiev dopo i recenti sviluppi bellici: “Cara Giorgia Meloni, davvero vogliamo come Italia assecondare Zelensky noi suoi piani di guerra alla Russia su territorio russo concretizzati con la distruzione del ponte di Kerch, attentati omicidi in stile mafioso come quello alla figlia di Aleksandr Dugin, in una escalation bellica che non può che condurre al disastro facendone poi pagare il prezzo intero a famiglie e imprese italiane?

A me pare folle aggiungere alle postazioni missilistiche Himars americane ulteriori armi italiane inviate in Ucraina senza neanche il voto del Parlamento.

Spero che il tuo governo, cara Meloni, faccia segnare un cambio di strategia complessiva dell’Italia che dichiari, per rispetto al proprio interesse nazionale, lo stop al sostegno all’Ucraina e all’escalation militare agognata e incitata da Kiev così come la costruzione di uno spazio diplomatico che possa condurre prima possibile alla pace”.

Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia

Ruffino (Azione): “Pd finito se ascolta sirene del pacifismo”

     Ascoltare le sirene del pacifismo, soprattutto quello targato M5S, sarebbe l’ultima sciagurata scelta del Pd. Dopo non resterebbe che chiudere gli uffici di largo del Nazareno e prendere in sub-affitto una stanza di Giuseppe Conte. Il pacifismo di Conte è la resa morale dell’Occidente: la resa alle minacce di Vladimir Putin, ma soprattutto l’abdicazione alle ragioni che sono alla base delle democrazie liberali. Quelli del Pd che provengono dal vecchio PCI dovrebbero aver conservato memoria dei movimenti pacifisti degli anni Ottanta, quelli che protestavano e contestavano il dispiegamento degli euromissili Pershing e Cruise in risposta alla minaccia sovietica degli Ss-20 puntati sulle principali capitali europee. Sappiamo come è finita: la replica e la compattezza dell’Occidente portarono al ritiro della minaccia sovietica e, subito dopo, al crollo dell’impero comunista.

     Le cose non sono oggi  messe diversamente. Cedere alle minacce non ha mai portato la pace, ha sempre e solo accelerato la guerra.

On. Daniela Ruffino (Azione)

“Non più un uomo, non più un soldo per l’esercito di Putin!”

Questa mattina si è tenuto nella sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, a Torino, un dibattito organizzato da Radicali Italiani dal titolo “Non più un uomo, non più un soldo per l’esercito di Putin!”.

Al dibattito sono intervenuti: Massimiliano Iervolino (segretario RI); Igor Boni (presidente RI); Massimiliano Melley (giornalista, membro Comitato RI); Giulio Manfredi (Giunta RI).
Dopo il dibattito i partecipanti si sono trasferiti in Piazza Castello, sotto la Prefettura, dove hanno steso a terra un’enorme bandiera dell’Ucraina e lo striscione “Putin all’Aja”:
https://radicali.it/campagne/putin-allaja/

Dichiarazione di Iervolino e Boni:
“Abbiamo parafrasato un vecchio slogan radicale di cinquant’anni fa. “Non più un soldo all’esercito di Putin” significa affrancarsi definitivamente dal ricatto energetico a cui l’Italia è soggiaciuta per vent’anni, a partire dai governi Berlusconi e dalla gestione dell’ENI di Paolo Scaroni, arrivando a comprare il 40% del gas dalla Russia di Putin.
“Non più un uomo all’esercito di Putin” significa incentivare con tutti i mezzi possibili le diserzioni e la non collaborazione dei cittadini russi che sono e saranno chiamati ad arruolarsi per combattere una guerra che non vogliono combattere.
Dobbiamo rispondere alle fake news russe con le “armi di informazione di massa”, con campagne social in russo ed in inglese.
Ma non basta dire ai russi “disertate”; occorre creare qui in Italia le condizioni politiche e giuridiche per permettere a coloro che scappano dalla Russia di essere accolti nel nostro Paese.
Ecco, pertanto, l’utilità di un appello al governo italiano, cha lanciamo oggi, affinché sia concesso l’asilo politico ai russi che rifiutino di partecipare alla guerra di Putin.
L’appello si può firmare da oggi, assieme a quello per l’incriminazione di Putin alla Corte Penale Internazionale dell’Aja, sulla home page di Radicali.it, a questo link:
https://radicali.it/diserta/

Associazione Radicale Adelaide Aglietta