POLITICA- Pagina 240

Accossato interviene su Parco della Salute e futuro della sanità in Piemonte

La Cgil in questi giorni ha chiesto a gran voce che si apra un dibattito pubblico sulla costruzione del Parco della Salute e più in generale sul futuro della sanità in Piemonte. La pandemia ha evidenziato ancor di più l’importanza di avere una sanità pubblica efficiente e ci ha insegnato che i posti letto sono indispensabili e non vanno tagliati. Il sindacato ha quindi chiesto che il Parco della Salute venga costruito con soldi pubblici, sostenendo che ci siano circa 700 milioni sul capitolo dei finanziamenti statali ex-articolo 20. Bene ha fatto la Cgil a porre questi temi che sono stati ripresi e condivisi anche dal sindacato dei medici Anaao Assomed che da sempre esprime perplessità sulla scelta del Ppp, lo strumento del partenariato pubblico privato scelto per realizzare il polo sanitario torinese.

L’Assessore Icardi  ha risposto, sull’edizione locale di un quotidiano, parlando di anarchia dei numeri da parte della sinistra e dando un quadro dettagliato di come sarebbero già impegnate le risorse statali dell’articolo 20. Ha poi aggiunto che sul Parco della Salute, a gara in corso, il “dibattito pubblico” non sarebbe più ammesso dalle norme del Codice degli appalti e dall’Anac, confermando tuttavia massima disponibilità al confronto con tutti sul piano politico.

Vista  la disponibilità dell’Assessore annunciata sui giornali, durante la riunione dei capigruppo, ho richiesto, sostenuta anche dal collega del PD, un’informativa dell’Assessore Icardi in Commissione o in Consiglio regionale in modo che ci sia presto la possibilità di un confronto nelle sedi opportune.

Silvana Accossato

Capogruppo Liberi Uguali Verdi

Consiglio regionale del Piemonte

Alessandro Stecco (Lega Salvini ): “Tornano  i posti letto in Oncologia”

“Vedere i frutti di un percorso – commenta il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, il leghista Alessandro Stecco, relativamente al ritorno dei posti letto oncologici nella Asl di Vercelli -, che ho difeso prima nel mio ruolo di consigliere della Lega di minoranza in Comune a Vercelli nella consiliatura scorsa e che ho portato avanti come eletto nel Consiglio regionale del Piemonte, è una soddisfazione, ma lo è soprattutto per la comunità vercellese, alla quale si era sottratto il diritto di avere un’Oncologia con i posti letto al completo. Oltre al nuovo primario, la dottoressa Chiara Saggia cui auguro un buon lavoro, nei prossimi mesi saranno attivati i posti letto per la presa in carico e l’assistenza dei pazienti oncologici. Abbiamo completato una battaglia in cui ho sempre creduto, scendendo in piazza quando è stato necessario assieme a comitati, colleghi consiglieri comunali e cittadini e di cui presto i malati oncologici vercellesi potranno beneficiare”.

“Agli attuali ambulatori specifici in ambito oncologico e il day hospital – ha proseguito Stecco, medico e professore universitario – la struttura complessa di oncologia affiancherà finalmente anche i posti letto per l’assistenza ai malati e la somministrazione delle terapie. Un grazie al direttore generale Eva Colombo, al direttore sanitario Fulvia Milano e a quello amministrativo Gabriele Giarola per aver creduto in un progetto che cambia la prospettiva delle cure oncologiche nella provincia di Vercelli”.

“Il prossimo passo a cui credo si debba tendere – ha concluso Stecco – è sposare il progetto dell’Oncologia territoriale e di prossimità, perché fino al 30% dei pazienti oncologici potrebbero ricevere cure di bassa o media complessità anche esternamente alle mura dell’ospedale e, con l’avvio o il potenziamento delle case di comunità, sarà possibile fare progetti in questa direzione, verso la quale andrà la mia proposta all’ottima direzione aziendale, che mi pare attenta agli sviluppi innovativi della Sanità”.

Merlo: Enti locali, serve la riforma complessiva. A rischio la tenuta dei piccoli Comuni.

“Riforma dell’abuso d’ufficio per i Sindaci, ripristinare le Province dopo il clamoroso fallimento della legge sulle Città Metropolitane, garantire i servizi essenziali per i piccoli Comuni – in particolare quelli montani -, rivedere profondamente l’autonomia finanziaria dei Comuni e, in ultimo, favorire ed incentivare con misure adeguate e pertinenti il capitolo della ‘fusione’ dei piccoli Comuni.
Detto in altre parole, il Governo di Giorgia Meloni sul versante degli enti locali deve fare quel salto di qualità che è mancato ai Governi precedenti per l’assenza di una comune ed omogenea base politica. Ma la partita della riforma degli enti locali, adesso, non può non essere affrontata. È una riforma necessaria ed indispensabile non solo per il governo dei territori ma anche, e soprattutto, per far sì che continuino ancora ad esserci persone che fanno gli amministratori locali e che si dedicano ai rispettivi Comuni. Non è sufficiente fermarsi sul solo capitolo, seppur importante, dell’autonomia delle Regioni nello scacchiere istituzionale del nostro paese. La sfida è politicamente credibile se affronta di petto il tema delle autonomie locali nel suo complesso a partire dai Comuni e dal livello istituzionale sovracomunale, cioè il futuro ruolo delle Province.
Senza questa riforma complessiva sarebbe l’intera impalcatura delle autonomie locali ad entrare in crisi e, di conseguenza, il governo concreto dei territori e la risposta alle domande e alle istanze dei cittadini”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Bocciata mozione per il salario minimo legale di 10 euro l’ora

Salario minimo, Grimaldi (Verdi Sinistra): Il Governo ancora contro chi dovrebbe essere più tutelato

 

“Salario minimo legale di 10 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali, da rivalutare annualmente sulla base della variazione dell’indice dei prezzi. Ne trarrebbero beneficio circa 2,6 milioni di lavoratori e lavoratrici. In un Paese in cui i working poor sono 2,9 milioni e oltre 5 milioni guadagnano meno di 10mila l’anno, ossia 830 euro al mese, dovrebbe essere la priorità del Governo, che invece non ha perso l’occasione di accanirsi contro chi andrebbe più tutelato” – dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, primo firmatario della mozione di AVS ieri bocciata alla Camera.

 

“Registriamo con soddisfazione l’appoggio da parte di PD e Movimento 5 Stelle, che finalmente abbiamo visto uniti, insieme a noi, nella difesa di una legge non certo alternativa alla contrattazione collettiva, ma necessaria” – prosegue Grimaldi – “perché i contratti collettivi pirata sono sempre più diffusi, i tanti CCLN sovente sono in concorrenza fra loro e non abbiamo una legge sulla rappresentanza e la rappresentatività sindacale. Continueremo a batterci, spero tutti insieme”.

Valle e Boni in visita al Ferrante Aporti

Dall’inizio dell’anno 80 persone si sono tolte la vita all’interno delle strutture carcerarie italiane. Un numero record da quando si registra questo dato. Il precedente drammatico primato era del 2009, quando al 31 dicembre si erano suicidate 72 persone.

Al carcere minorile di Torino Ferrante Aporti, esattamente 1 mese fa, si sono registrati atti di violenza gravi che sono sfociati in danni alle strutture mentre gli agenti di polizia penitenziaria, anche per far fronte a tali situazioni, chiedono un aumento dell’organico.

Dal rapporto di Antigone: “In istituto si trovano 35 detenuti su una capienza massima di 46 persone. La permanenza media all’interno dell’istituto risulta piuttosto breve, generalmente la durata massima è di 90 giorni. Questo fattore impedisce una progettualità ampia rispetto al percorso trattamentale. La maggior parte dei minori detenuti in questo istituto sono stranieri, una percentuale importante è rappresentata dai minori non accompagnati che sono sprovvisti di documenti e per cui non si conosce neanche l’età”.

Oggi, giovedì 1 dicembre, una delegazione politica composta da Daniele Valle (Vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e Consigliere regionale del PD) e Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani), visiterà in mattinata l’Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti di Torino.

Al termine della visita, verso le ore 12,30fuori dai cancelli dell’istituto si terrà una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti quanto osservato all’interno della struttura.

Ravetti (Pd) al sit-in dei sindacati dei pensionati

 “COSTRUIRE UNA SOCIETA’ IN CUI INVECCHIARE NON DEBBA ESSERE VISSUTO CON ANGOSCIA E’ POSSIBILE”

30 novembre 2022 – “Oggi ho preso parte al sit-in di protesta, organizzato da UIL Pensionati, Fnp CISL e Spi CGIL, contro la Giunta regionale di centrodestra che ha effettuato scelte che non aiutano gli anziani” afferma il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“Sul tema del sostegno alla popolazione anziana nella nostra Regione credo sia importante esprimere una posizione chiara – prosegue l’esponente dem – Innanzitutto, serve una seria programmazione per non mettere in competizione le case di riposo pubbliche con quelle private. Le storie recenti raccontano della resa del pubblico. Una provincia come quella di Alessandria, che ha una percentuale più alta di anziani rispetto alle altre, merita una quota più alta del trasferimento all’Asl Al dal Fondo sanitario regionale. Mi sembra semplicemente una questione di buon senso. Infine, sono convinto che se gli anziani avessero la possibilità di decidere del proprio destino sceglierebbero di restare nelle proprie case, accanto a affetti e ricordi, e non di finire nei cronicari ospedalieri o nelle case di riposo. Per questo motivo è importante prevedere politiche domiciliari innovative e un numero più alto di figure professionali sociosanitarie che seguano a casa i non autosufficienti”.

“Mi batterò in Consiglio regionale perché vengano realizzate politiche di sostegno ai nostri anziani.  Costruire una società nella quale invecchiare non debba essere vissuto con angoscia, ma come una tappa dell’esistenza da vivere con serenità, è possibile! So che in questa lotta non sarò solo!” conclude Ravetti.

 

Ambrogio (Fdi): “No ai bavagli, si proietti ‘L’urlo’ al Tff”

“Lancio un appello pubblico agli organizzatori del Torino Film Festival: venga prevista e garantita, fuori dal programma ufficiale, la proiezione del docu-film “L’Urlo” di Michelangelo Severgnini, uno squarcio di verità, evidentemente scomoda, sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo”.
Così Paola Ambrogio, Senatrice di Fratelli d’Italia e Consigliere Comunale di Torino, che aggiunge: “Quanto è accaduto al Festival dei diritti umani di Napoli, dove gruppi di antagonisti hanno messo il bavaglio ad autore e pellicola, è inaccettabile: auspico che Torino possa essere parte attiva nel rimarginare una ferita alla libertà democratica di parola e di pensiero”.
“In caso contrario ci impegniamo sin d’ora, come Fratelli d’Italia, ad invitare il regista e ad offrire uno spazio e un’occasione per la proiezione”.

Sen. Paola Ambrogio

Grimaldi (Verdi Sinistra): Nessuno in Italia dovrebbe lavorare per meno di 10 euro l’ora

Salario minimo. La manovra dovrebbe occuparsi di questo, non di punire i percettori di reddito di cittadinanza.

  

“Nessuno in Italia dovrebbe lavorare per meno di 10 euro l’ora. Anzi, l’attuale inflazione ci suggerisce che a gennaio dovrebbero essere 11. Eppure, un lavoratore italiano guadagna in media in un anno ben 15 mila euro in meno di un omologo tedesco. Lavoriamo meno? No: 1.730 ore annue in media contro le 1.363 della Germania. I working poor in Italia sono 2,9 milioni, in sostanza nel nostro Paese il lavoro non è più un’assicurazione contro il rischio povertà” – ha dichiarato oggi in Aula il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, primo firmatario di una mozione per l’introduzione di un salario minimo legale pari a 10 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali, da rivalutare annualmente sulla base della variazione dell’indice dei prezzi.

 

“Nella sfera del lavoro povero si possono inquadrare praticamente quasi tutti i lavoratori precari, il lavoro irregolare, una parte dei lavoratori dei settori agricoli e del lavoro domestico. Per questo diciamo salario minimo legale, ma anche interventi per porre un freno alla precarietà, alla discontinuità lavorativa, al proliferare di tipologie contrattuali che spostano il rischio d’impresa interamente sul lavoratore, alla crescita esponenziale dei part-time involontari, alla disparità salariale di genere e geografica” – ha proseguito Grimaldi. – “Tutto è interconnesso. Tutto riguarda la dignità di chi lavora. Una dignità troppo a lungo calpestata, proprio nella Repubblica democratica che sul lavoro si è fondata. La manovra dovrebbe avere questo tema al centro, non la punizione dei percettori di reddito di cittadinanza”.

Gallo (Pd) e gli orari dell’Asl a Piossasco

 “PER ORA RESTANO IN VIGORE GLI ORARI RIDOTTI. MA C’E’ UN’APERTURA A RIVEDERLI IN BASE ALL’INCREMENTO DI DOMANDA”

29 novembre 2022 – “Il 20 settembre scorso, dopo anni di attesa, è stata aperta, dopo una lunga attesa, la nuova sede dell’Asl TO3 di Piossasco presso l’ex Casa San Giacomo di via Trento, 1, in locali completamente ristrutturati. Si tratta di un servizio con ottime potenzialità. Tuttavia, all’interno dell’Azienda Sanitaria esiste un disequilibrio nella distribuzione dei servizi di base. Per esempio, mentre a Orbassano il Poliambulatorio per i prelievi di sangue con accesso diretto è aperto dalle 8.00 alle 8.45 dal lunedì al venerdì, lo stesso servizio è offerto a Piossasco solo il martedì con lo stesso orario e l’apertura del CUP è limitata a due giorni alla settimana, con il conseguente impoverimento dell’offerta che costringe i cittadini a rivolgersi altrove. Ho chiesto, quindi, all’Assessore regionale alla Sanità quando siano previsti gli ampliamenti dell’offerta annunciati in occasione dell’apertura dall’Asl TO3” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Ritengo che sia urgente riequilibrare, all’interno del Distretto Area Metropolitana Sud dell’Asl TO3 i servizi di base, rispondendo concretamente alle richieste degli utenti che sottolineano la necessità di un incremento dei giorni e di un ampliamenti dell’orario di apertura per CUP e Centro Prelievi” spiega Gallo.

“L’Assessore alla sanità, nella sua risposta, ha affermato che il direttore dell’Asl TO3 avrebbe sottolineato come questa organizzazione consenta che in ogni Comune del distretto ci siano un CUP e un Centro Prelievi, precisando che, per ora, non è previsto alcun ampliamento dell’offerta, dal momento che gli utenti del centro prelievi sarebbero circa 40 alla settimana e quelli del CUP circa 100 per ciascuno dei giorni di apertura. E’ stata, tuttavia, manifestata la disponibilità, in caso di un incremento della domanda, a rivedere orari e aperture. Chiaramente apprezzo la disponibilità al dialogo e mi confronterò con il territorio per capire quali siano le effettive esigenze” conclude l’esponente dem.

 

Vittorio Beltrami, il mite e inflessibile custode dei valori antifascisti

A dieci anni dalla scomparsa

Il 29 novembre di dieci anni fa si spegneva Vittorio Beltrami, partigiano ed ex presidente della Regione Piemonte, fondatore della Casa della Resistenza di Fondotoce a Verbania. Era un mite e inflessibile custode dei valori antifascisti, una persona con un garbo d’altri tempi, corretta e tenace, orientata al bene comune, capace di ascoltare, rigorosa nelle proprie iniziative che sempre corrispondevano a una precisa ispirazione ideale. Vittorio Beltrami aveva 86 anni e venne eletto consigliere regionale sin dalla prima legislatura del ’70 tra le file della Democrazia Cristiana e per un mandato, dal 1985 al 1990, ricoprì l’incarico di presidente della Giunta regionale. Nato a Omegna il 6 giugno del 1926,visse la sua infanzia nella casa di ringhiera a ridosso della Porta Antica con il padre, operaio alla Cobianchi, e la madre operaia tessile alla De Angeli Frua. Frequentò l’oratorio dei Padri Missionari che ne influenzarono la formazione religiosa e civile. Ancora adolescente divenne presidente dalla Gioventù dell’ Azione Cattolica, dando subito prova delle sue capacità di organizzatore e dirigente, doti che mise a frutto durante la vita. Lavorò prestissimo alla Cobianchi e a diciotto anni scelse si salire in montagna intraprendendo la lotta partigiana nelle file della divisione Valtoce con i fratelli Di Dio. Nei lunghi mesi di lotta della Resistenza conobbe la ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie, Carla Chiavenuto. Dalla loro unione – si sposarono nel 1953 – nacquero i due figli, Claudia e Gianluca. Dopo la guerra lavorò prima come impiegato e poi come geometra. Militò sempre nella Dc e negli anni cinquanta fu eletto nel Consiglio comunale della sua città. Il suo impegno proseguì per un decennio ,dal  1964 al 1974, in Consiglio provinciale a Novara e, come già ricordato, in Regione fino al 1995. Durante gli anni ’80 fu protagonista di una battaglia politica, coronata dal successo, per mantenere a Torino l’Alenia Spaziale. Nel 2003  gli astrofisici italiani Umberto Munari e Maura Tombelli, riconoscendone l’impegno, gli dedicarono un asteroide che avevano scoperto, con tanto di certificazione dell’agenzia aerospaziale degli Stati Uniti d’America. Oggi sul sito della NASA  è possibile vedere l’asteroide “Vittorio Beltrami”, seguirne l’orbita e conoscere tutte le caratteristiche di questo corpo celeste  che ha una grandezza di circa 15 chilometri di diametro. Dopo i lunghi anni d’impegno politico e istituzionale scelse di ritirarsi a vita privata dedicandosi al ricordo della lotta di Liberazione e alla sua “creatura”: la Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce, la più grande d’Europa. Un “contenitore della memoria” che aveva fortemente voluto con la legge regionale istitutiva che lo vide primo proponente. Resta di Beltrami, presidente della Casa della Resistenza,  il profilo nitido di un una persona perbene, mite ma determinata, cortese e inflessibile nell’indicare il radicamento necessario in valori di libertà e di democrazia. Un articolo a sua firma, pubblicato  su Nuova Resistenza Unita nell’estate del 2009, riassume con efficacia il senso del suo impegno. Scriveva Vittorio Beltrami: “Siamo ad oltre 60 anni dalla fine della guerra e il tempo continua nella sua azione di spegnimento dei fuochi del risentimento e promuove la rimonta di quei valori che hanno sorretto la guerra di Liberazione.. Sono i valori della libertà, della democrazia, della fraternità. Non può essere scordato che la Resistenza è stata l’espressione concreta, unitaria e univoca della ribellione della coscienza umana contro la barbarie neopagana per la riconquista dei diritti umani primordiali. Sono valori che non mutano col scendere della sera e col cambiare delle stagioni tanto politiche, quanto atmosferiche. Si conservano, crescono e maturano contro ogni dissennata forma di populismo”.

Marco Travaglini