POLITICA- Pagina 214

Torino, addio a Rolando Picchioni politico di razza

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Rolando Picchioni è morto a 86 anni. L’ex presidente del Salone del Libro era stato operato al cuore nelle scorse settimane. Impegnato fin da giovane nella Dc, dal 1970 al 1975 ha ricoperto il ruolo di assessore alla Provincia di Torino, poi è stato deputato dal 1972 al 1983, sottosegretario ai beni culturali dal 1979 al 1981, consigliere regionale dal 1990, presidente dell’Assemblea regionale dal 1995.

«In questo momento di dolore, ci stringiamo attorno alla famiglia e agli amici che hanno apprezzato Rolando Picchioni, un politico ma anche un manager di altri tempi, un pilastro della comunità culturale piemontese a cui dobbiamo dire grazie per la passione con la quale ha affrontato ogni sfida, su tutte quella del Salone del Libro che ha portato al successo e di cui oggi raccogliamo i frutti». Così l’assessore alla cultura turismo e commercio Vittoria Poggio a seguito della scomparsa di Rolando Picchion

 

Olimpiadi, Ruffino: “Sala attacca Torino per gli errori di Appendino”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Voglio sperare che il sindaco di Milano Beppe Sala avrà modo di smentire il suo ostracismo nei confronti della partecipazione di Torino all’organizzazione delle Olimpiadi invernali, Non capisco perché mai dovrebbe sollevare un problema politico quando la disponibilità a Torino di impianti per il pattinaggio dovrebbe dare sollievo alle casse dell’organizzazione visto che non ci sono circuiti di pattinaggio disponibili sull’asse Milano-Cortina. Invito Sala, amministratore che ha dato molte prove di buon senso, a riconsiderare i suoi giudizi su questo punto. A me sembra ingiusto far pagare ai torinesi, ma anche alle casse dello Stato, per gli errori e la cecità amministrativa dell’ex sindaco Appendino.

Fissolo: Cancellare o raccontare? Questo è il dilemma

 

Il piano del Comune di Torino per il contrasto al Razzismo, presentato ieri dall’Assessore Rosatelli è una buona notizia.
Meno buona è la proposta di cambiare il nome a via Tripoli e Piazza Massaua, cancellando così la storia come accadeva con la Commissione ideologica dell’Unione Sovietica. È un dato oggettivo che l’Italia non racconti abbastanza, nelle scuole, la storia del colonialismo italiano in Africa; lo racconta il Presidente della Commissione antirazzismo Abdullahi Ahmed nel suo libro: “Lo sguardo avanti”. Ma la risposta del nostro assessore risulta una boutade poco praticabile, per questioni organizzative e di coscienza del paese. Non cancellare, ma raccontare.
Sarebbe più opportuno mappare i nomi degli attivisti fascisti e intervenire su quelli, ricordando comunque che solo pochi mesi fa la proposta di cambiare il nome di Corso Unione Sovietica in Corso Unione Europea era stata bloccata anche dalla forza politica di Rosatelli. Auspichiamo che la Commissione toponomastica non si trasformi in una Commissione ideologica.

Simone Fissolo
Capogruppo dei Moderati

Regione, Travaglini: “Non serve mostrare i muscoli, le regole si scrivono insieme”

Ho letto le esternazioni di Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, sulle “minoranze che frenano la modernizzazione dello Statuto” che l’hanno portato a denunciare “l’ennesima degenerazione di un regolamento d’Aula assurdo e anacronistico, senza equivalenti nelle altre Regioni: un’altra stortura che questa maggioranza, di cui la Lega è la prima forza, provvederà a sanare entro la fine della legislatura“.

L’intento della maggioranza di centrodestra è di cambiare Statuto e regole nell’ultimo anno di legislatura a colpi di maggioranza, moltiplicando posti e costi della politica con l’introduzione delle figure di quattro sottosegretari ( in analogia con la Lombardia che ha più del doppio della popolazione piemontese, mentre l’Emilia Romagna ne ha uno solo) e con un automatismo mutuato dal calcio: l’introduzione di una sorta di “panchina” che consentirebbe la sostituzione di ogni consigliere che diventi assessore con il primo escluso. Una proposta sbagliata nel merito, ma ancor più nel metodo perché, nonostante la cosa piaccia poco al decisionismo di Preioni, le regole si discutono e si cambiano insieme. Conosco bene il tema del regolamento del Consiglio regionale del Piemonte, essendomene occupato da vicepresidente dell’apposito organismo a Palazzo Lascaris tra il 2005 e il 2010. Quindici anni fa, dopo un lungo dibattito e una maratona in Consiglio riformammo il testo che era in vigore dal 1990. La questione del regolamento non è un fatto marginale perché incide sulla qualità del lavoro della assemblea legislativa. Già dal 2003, quando gli allora DS erano all’opposizione venne avanzata una proposta articolata senza pensare ai vincoli o agli interessi di collocazione, perché in democrazia e in una logica di alternanza le regole vanno definite, scritte e condivise con la più larga intesa possibile. La stessa logica avvenne con l’approvazione del nuovo Statuto nel 2005, negli ultimi mesi della giunta Ghigo. Se si intende affrontare il tema della programmazione dei lavori consiliari per definire con maggior precisione dei tempi certi per l’esame dei provvedimenti (garantendo anche una riserva per i provvedimenti dell’opposizione), organizzando in modo funzionale i lavori delle Commissioni e dell’Aula, normando con precisione i casi e le modalità circa il ricorso alle questioni preliminari, pregiudiziali e sospensive, i tempi e le modalità di presentazione di emendamenti e subemendamenti, una maggiore efficacia agli atti di sindacato ispettivo e rendere più spedito e funzionale l’iter delle leggi va avviata una discussione seria. Il regolamento non si cambia minacciando prove di forza muscolari e modifiche a randellate. La maggioranza deve poter perseguire il suo programma di governo (“e ci mancherebbe!”, parafrasando il linguaggio preioniano), ma è evidente che chi è in minoranza deve, altresì, poter svolgere pienamente la sua funzione di controllo. Le regole, quando si sceglie di riscriverle, necessitano di un ampio consenso e non di atti d’imperio tanto roboanti quanto, spesso, inconcludenti. La democrazia non è una perdita di tempo se si ha a cuore il buon funzionamento delle istituzioni e non solo l’interesse personale o di bottega.

 Marco Travaglini

(già vicepresidente della Giunta del Regolamento in Consiglio regionale nell’VIII° legislatura)

QatarGate, Grimaldi (Verdi Sinistra): ‘Col Qatar affari floridi, senza bisogno di corruzione’

“Il Presidente di Federpetroli incontra l’ambasciatore del Qatar in Italia e lo ringrazia per l’importante contributo del suo Paese per lo sviluppo dei progetti petroliferi e lo sfruttamento dei giacimenti di gas che coinvolgono le maggiori aziende italiane. L’Italia si accorda con il Libano per lo sfruttamento del giacimento di gas Leviathan che verrà esplorato da Qatar Energy, Total ed Eni. Intanto la Golar Tundra arriva al porto di Piombino, destinata a ricevere gas liquido proprio dal Qatar, fra gli altri. Se parliamo di Qatar dovremmo dire queste cose, perché costituirsi parte civile nel processo Qatargate ha senso se il Governo decide di smettere di fare affari con quello Stato. Invece continua a farli senza nemmeno il bisogno di essere corrotto da qualcuno, ignorando le innumerevoli storture e violazioni dei diritti umani che coinvolgono il Qatar, in una corsa all’indietro verso le fonti fossili”. Così il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, durante la discussione alla Camera sulle mozioni sul cosiddetto Qatargate

Ravetti vice presidente Pd in Regione

“Abbiamo deciso di nominare il collega Domenico Ravetti Vicepresidente del Gruppo Pd per rafforzare e potenziare l’azione del Partito Democratico sui diversi fronti sui quali saremo impegnati nei prossimi mesi: dalla modifica dello Statuto e della legge elettorale fino al Bilancio di previsione e agli ultimi provvedimenti che dovremo discutere nella parte finale di questa legislatura” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“L’esperienza e la preparazione di Ravetti – prosegue l’esponente dem – saranno importanti per affrontare le sfide che ci aspettano e, a nome di tutti i Consiglieri regionali del Partito Democratico, voglio ringraziarlo per la disponibilità che, ancora una volta, ha dimostrato”.

Pd: Sanità, forte diminuzione dei fondi nel bilancio

SANITÀ. GALLO E CANALIS (PD): COME RISPONDERÀ LA GIUNTA CIRIO AI TAGLI DEL GOVERNO MELONI?

Forte diminuzione dei fondi nel bilancio di previsione 2023 della Regione. Prima di paventare tagli dei servizi, la Giunta Cirio avvii un’azione politica per chiedere un’integrazione al Governo nazionale.

 Il drastico taglio del “finanziamento extra fondo vincolato”, del “fondo sanitario nazionale quota vincolata” e del Pay back per i farmaci, unito al ritardo del rimborso delle spese Covid, mettono a rischio la continuità delle prestazioni sanitarie regionali. Lo ha confermato oggi l’Assessore Icardi, illustrando in Commissione il Bilancio di previsione 2023 della Regione per la competenza sanitaria. Il fondo sanitario nazionale non è stato adeguatamente finanziato dal Governo Meloni, costringendo le Regioni a fare i conti con trasferimenti insufficienti, che penalizzeranno i cittadini più fragili e bisognosi.

Non basta attestare il finanziamento della sanità al 6% del pil, non ci stancheremo di ripeterlo!

Ora auspichiamo che il Presidente Cirio e l’Assessore Icardi possano farsi parte attiva con un governo di cui condividono il colore politico, per tutelare i diritti sanitari e dimostrare fattivamente di voler fermare lo sgretolamento della sanità pubblica ed universale.

Raffaele GALLO e Monica CANALIS Consiglieri regionali Pd

Merlo e Maurino: Post olimpico e Universiadi, adesso serve la soluzione definitiva

 

“L’ormai imminente decisione a Roma sui prossimi siti olimpici di Milano/Cortina 2026 dopo la presentazione del dossier da parte del Comune di Torino e della Regione Piemonte, non può non tenere in considerazione anche la soluzione definitiva del post olimpico – siti di Pragelato e di Cesana Torinese innanzitutto – senza dimenticare, tuttavia, i fondi che si rendono sempre più necessari ed urgenti per la realizzazione delle Universiadi del 2025.

La posizione politica tenuta sino ad oggi dal Sindaco di Torino Stefano Lorusso e dal Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio è stata corretta, coerente e lungimirante. Adesso si tratta, però, di sciogliere i nodi che restano sul tappeto senza limitarsi a risolvere un tassello rinviando a tempo indeterminato gli altri aspetti dell’intero mosaico.

Per dirla in termini ancora più semplici, il post olimpico adesso va risolto definitivamente. E, con il post olimpico, almeno per quanto riguarda il futuro di Pragelato, anche le infrastrutture e gli investimenti necessari per le Universiadi del 2025.

Insomma, è necessaria una iniziativa politica rapida e realistica che solo il Comune di Torino e la Regione Piemonte, seppur di intesa con i Comuni interessati, possono affrontare e risolvere con il Governo nazionale”.

 

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Mauro Maurino, Vice Sindaco Pragelato.

Preioni (Lega ): “La modifica dello Statuto per una Regione più moderna”

“La modifica dello Statuto consegnerà ai piemontesi una Regione più moderna ed efficiente e senza maggior costi per l’Ente: l’introduzione dei sottosegretari troverà infatti copertura dall’azzeramento delle ‘alte professionalità’ e del relativo capitolo di spesa ai quali aveva fatto particolarmente ricorso il centrosinistra di Chiamparino”

Alla vigilia della maratona d’aula a Palazzo Lascaris, il capogruppo regionale della Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni rivendica la bontà della modifica dello Statuto che renderà il Piemonte più moderno, più efficiente e più in grado di rispondere con velocità alle istanze che provengono dai territori e dai loro cittadini.

“Il testo che andiamo a votare – spiega nel dettaglio Preioni – vuole introdurre fino a quattro sottosegretari che si occuperanno di materie che normalmente il governatore avoca tra le sue deleghe, come possono ad esempio essere i grandi eventi. Una modifica che mette il Piemonte sullo stesso piano delle grandi Regioni del Nord e del Centro Italia che, a prescindere dal loro colore politico, hanno già recapito questa riforma”.

“L’introduzione dei sottosegretari – specifica Preioni – sarà a costo zero per le finanze della Regione e quindi per le tasche dei piemontesi. Parallelamente alla modifica dello Statuto, infatti, verrà depositata una proposta di legge che stralcia la figura delle ‘alte professionalità’ alle quali aveva fatto particolarmente ricorso la giunta Chiamparino azzerandone il relativo capitolo di spesa. Risorse che andranno a finanziare l’introduzione dei sottosegretari a saldo zero e quindi senza costi aggiuntivi per la collettività. Una decisione di buonsenso che rende ancora più incomprensibile l’ostruzionismo di una minoranza che ha comunque espresso la volontà di paralizzare il Consiglio regionale per giorni e giorni con migliaia di emendamenti ostruzionistici che, a questo punto, dimostrano in tutto e per tutto il loro contenuto puramente ideologico”.

“I piemontesi ci hanno chiesto con il loro voto di imporre un’altra velocità alla Regione – ricorda infine Preioni – e questa maggioranza, di cui la Lega è la prima forza, vuole assolvere fino in fondo a questo mandato. Un efficientamento complessivo della macchina amministrativa che inizia con questo voto e continuerà con la legge elettorale per concludersi con la modifica del regolamento”.

 

Merlo: Questione sociale, in politica è di nuovo necessaria una ‘sinistra sociale’

Non abbandonare la ‘lezione’ di Donat-Cattin

“Al di là della propaganda spicciola e del ricorso continuo alla ‘piazza’ usata come grimaldello
politico e del tutto strumentale, la ‘questione sociale’ continua ad essere una priorità e un grave
problema politico, come giustamente hanno sottolineato l’Arcivescovo di Torino Repole e la
stessa Caritas. Se c’è un compito specifico dei cattolici impegnati in politica – anche e soprattutto
in una realtà come Torino e il Piemonte – senza dilungarsi nell’elencazione astratta di principi e di
dogmi, è proprio quello di saper declinare nella concreta azione politica ed amministrativa quella
esperienza della ‘sinistra sociale’ che, nel passato, hanno saputo fare leader autorevoli e
qualificati come Carlo Donat-Cattin e Guido Bodrato.

È, questo, uno dei modi concreti e tangibili per affrontare di petto la ‘questione sociale’ a livello
torinese e piemontese senza inseguite le sirene assistenzialiste, demagogiche e qualunquiste dei
partiti populisti.

Senza una ‘sinistra sociale’ che si faccia carico delle esigenze e delle domande di settori
crescenti della pubblica opinione e dei tradizionali ceti popolari sapendo, al contempo, tradurli in
un progetto politico e di governo realmente percorribile, il rischio è che questa crisi si aggravi
sempre di più e con risposte approssimative e del tutto episodiche se non addirittura casuali.

Una ‘sinistra sociale’ di ispirazione cristiana che, laicamente, sia in grado di farsi carico di questi
drammatici problemi senza limitarsi ad appaltarli al solo volontariato – seppur importante e
sempre più decisivo – e alle sole forze del mondo cattolico e della società civile. È la politica che
deve scendere in campo e, soprattutto, la storica tradizione del cattolicesimo sociale torinese e
piemontese”.

Giorgio Merlo, Presidente Popolari-in rete Piemonte.