“Orientamento, formazione e lavoro: finalmente una norma unica”
“La semplificazione è uno degli obiettivi che questa maggioranza, trainata dalla Lega, si è posta fin dall’inizio della sua legislatura. Abbiamo sostenuto e quindi votato con convinzione un provvedimento che va in questa direzione, ossia semplificare norme e burocrazia”. Così Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale sul Ddl 218 “Sistema integrato delle politiche e dei servizi per l’orientamento permanente, la formazione professionale e il lavoro”, approvato in Aula di Palazzo Lascaris.
“È una legge quadro che tiene insieme orientamento, formazione e politiche del lavoro – commenta Preioni -. L’obiettivo è di avere una visione d’insieme e garantire laqualità formativa”.
Con questo provvedimento tutte le disposizioni regionali in materia di formazione professionale e lavoro sono accorpate in un unico testo organico con 65 articoli, portando all’abrogazione di dieci leggi regionali e 134 articoli complessivi.
“Si tratta dunque – aggiunge il capogruppo della Lega – di una legge di riordino normativo che fa sì che tutte le misure regionali in materia di orientamento, formazione e lavoro siano ragionate insieme all’interno di un solo testo”.
Si ridà dignità all’orientamento che indirizza i giovani, in base alle loro attitudini, verso percorsi di istruzione che consentano sbocchi lavorativi. Si eleva la formazione professionale, che non va considerata come un percorso di serie B, ma come opportunità d’ingresso nel mondo del lavoro e come condizione necessaria per la riqualificazione del lavoratore”.
La Dc è consegnata alla storia e qualunque tentativo che viene messo in campo per farla rinascere è destinato a sbattere contro gli scogli. Come l’esperienza concreta ha puntualmente confermato in questi ultimi trent’anni. Ma, al contempo, stanno ritornando i vari tasselli che hanno segnato ed accompagnato la storia del Pci. Certo, si tratta di un confronto che deve necessariamente tenere conto del mutamento radicale della politica e delle stesse fasi storiche nel nostro paese. I grandi partiti popolari e di massa del passato non esistono più. Sono stati sostituiti da cartelli elettorali, partiti personali, partiti proprietari e partiti del capo. Ma è indubbio che persistono i vizi e le virtù, come si suol dire, dei vecchi partiti anche nella politica contemporanea seppur con nuovi soggetti e altri protagonisti. E, nello specifico, stanno ritornando uno ad uno, pur tenendo conto delle profonde differenze storiche, politiche, culturali, di costume ed ambientali, alcuni elementi che hanno contraddistinto le esperienze del passato. Tanto sul fronte moderato quanto su quello progressista. Ma è proprio su quest’ultimo versante che si registra una straordinaria somiglianza del cosiddetto ‘nuovo corso’ del Pd della Schlein con il vecchio Pci. Pur non essendoci più, come ovvio, una Democrazia Cristiana a cui ci si deve contrapporre e che dispiega una politica e una prassi democratica, riformista e con una spiccata cultura di governo. Perchè su questo versante, la segreteria della Schlein è alquanto chiara e netta.