Via libera in Piemonte ai cavatori: la maggioranza di Cirio approva la leggina di modifica alla legge 23/2016 sulle cave che cancella la pianificazione unitaria delle attività estrattive. “Marchetta elettorale del centrodestra a scapito dell’ambiente e dei Piemontesi” – dichiara Silvana Accossato (LUV), ricordando che “in 5 anni questa maggioranza non è stata capace di portare in Consiglio il PRAE (Piano Regionale delle Attività Estrattive) e ora approva leggiucole per qualche voto in più”.
«Questa Giunta con la sua maggioranza in 5 anni non è stata in grado di portare in Consiglio per l’approvazione il Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE), come previsto dalla legge 23/2016: il documento approdato in Giunta ha sollevato le proteste di comuni e associazioni ambientaliste e non ha superato il vaglio dello stesso settore ambiente della Regione, a causa dei volumi e della quantità di territorio messa a disposizione della cavazione, ben al di là degli oggettivi fabbisogni, rinunciando a puntare sul riciclo e riuso dei materiali di demolizione, oltre alla sorpresa di vedere alcune aree di pregio, penso a Cascina Misterletta di Druento, destinate alle attività estrattive. Ora a tre mesi dal voto, contingentando i tempi in Consiglio, fa approvare una leggina di 2 articoli che, consentendo l’approvazione del PRAE per stralci, permetterà ai cavatori di pietre ornamentali di poter continuare a operare in assenza di pianificazione, per svincolarli dai limiti e dalle compatibilità previsti dal PRAE stesso» ha dichiarato Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, ai margini dei lavori del Consiglio regionale giunto alle ultime battute in vista della scadenza del prossimo 8/9 giugno.
Non esita a definirlo “provvedimento elettorale scritto sotto dettatura” – la Presidente di LUV, “un’iniziativa unilaterale a scapito di una programmazione coerente e sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, che una pubblica amministrazione seria dovrebbe fare” spiega Silvana Accossato ricordando il lavoro fatto durante la scorsa legislatura con cui il centrosinistra approvò la legge in questione dopo un lavoro lunghissimo di ascolto dei sindaci, delle associazioni interessate e delle aziende del settore.
“La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le diverse vie non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna#barbara balzarani”. Questo è il post, poi cancellato, della prof. Donatella di Cesare, insigne docente alla “Sapienza” di Roma e collaboratrice della “Stampa” sempre su posizioni estremiste. Non deve fare scandalo il post perché l’università è piena di docenti che fiancheggiarono le br nella famosa zona grigia di chi non volle compromettere la carriera e portare in cattedra le idee delle br. La prof. insegna filosofia teoretica. Guglielmo Gallino avrebbe detto che la filosofia teoretica in crisi fa capire perché il modo quotidiano di ragionare è stravolto. De Cesare dimostra l’identità tra la filosofia teoretica e la quotidianità. E anche l’ opportunismo che ha portato la prof. a cancellare il post. Che la rettrice della Universita’ di Roma abbia preso le distanze è un fatto importante, ma sicuramente ci sono colleghi che hanno le stesse idee rivoluzionarie della prof. ma hanno l’astuzia di tacere. Non tacciono a lezione invece dove fanno ingurgitare ai loro studenti le loro vulgate fatte di odio e di frustrazione perché le imprese della compagna Luna non sono andate a buon fine. Intolleranza, violenza verbale, faziosità sono i valori di riferimento, come ha dimostrato la compagna De Cesare che ha già un ‘età vicina alla pensione, ma ha mantenuto l’entusiasmo e la passione (beata lei) della sua giovinezza, quando tifava, per vie “diverse”che non vengono precisate, a favore di una rivoluzione che per nostra fortuna non ci fu. Tutti i suoi articoli di oggi vanno letti anche attraverso il post cancellato. Anche i giovani che si sono abbeverati alle fonti della prof. porteranno pure loro un po’ della lezione della compagna Luna. Non dimentichiamo che in quegli anni “formidabili” e sanguinari ci fu chi volle affermare le stesse idee della De Cesare ma con il mitra, la p38 e la chiave inglese, tutti aggeggi che hanno a che fare ben poco con la democrazia.
