Gli inflessibili parametri del Patto di Stabilità
POLITICA
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LIBERALMENTE CORRETTO – Gli inflessibili parametri del Patto di Stabilità
De Gasperi, no alla ridicolizzazione
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Un dato è sufficientemente certo ed oggettivo. E cioè, il magistero politico, culturale, sociale, istituzionale e di governo dei grandi leader e statisti del passato non è replicabile. E questo non solo per ragioni oggettive ma anche, e soprattutto, perchè le dinamiche politiche del passato non trovano più cittadinanza alcuna nella cittadella politica contemporanea. È il caso, nello specifico, del magistero di Alcide De Gasperi, forse il più grande leader e statista politico del secondo dopoguerra. Certo, è indubbiamente importante che molti – forse addirittura troppi – oggi ne richiamino la straordinaria coerenza nell’aver perseguito un disegno politico democratico, riformista, europeista, di governo e autenticamente costituzionale. E, con De Gasperi, anche quello del suo partito, la Democrazia Cristiana.
Detto questo per onestà intellettuale, non possiamo però assistere passivamente ad operazioni che appaiono quasi blasfeme sotto il versante politico. Penso, nello specifico, a chi oggi pensa di tradurre concretamente nella cittadella politica italiana una riflessione che le cronache dell’epoca riportano proprio ad Alcide De Gasperi. E cioè, la definizione della sua Democrazia Cristiana come di “un partito di centro che guarda a sinistra”. Operazione, francamente goliardica, fatta propria oggi dal partito personale di Italia Viva. E questo per due ragioni di fondo.
Innanzitutto perchè l’attuale coalizione di sinistra e progressista è composta – del tutto legittimamente – da 3 sinistre che si contendono la leadership politica di quella futura alleanza. E cioè, la sinistra radicale, massimalista e libertaria della Schlein; la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle e la sinistra estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Una coalizione, come emerge ogni giorno in modo persin plateale, che non tollera al proprio interno la presenza di una esperienza centrista, riformista e moderata. Se non come puro ornamento. Ne è conferma proprio l’esperienza del partito personale di Italia Viva che quotidianamente deve giurare fedeltà al progetto della Schlein e, addirittura, al verbo populista e demagogico dei 5 stelle. Di qui la “tolleranza” verso il partito di Renzi e le ospitate televisive nei talk di sinistra e politicizzati de La7 e sugli organi di informazione funzionali alla sinistra radicale e populista.
In secondo luogo “un partito di centro”, anche se “guarda a sinistra”, non può essere definito tale se si riduce ad essere l’espressione di una sola persona. Quello, al massimo, è un cartello elettorale che non declina un progetto politico ma è funzionale, come la concreta esperienza insegna, all’ottenimento di una manciata di seggi parlamentari per “grazia ricevuta” da parte dell’azionista di maggioranza della coalizione.
Ecco perchè, prima di scomodare la storia con la S maiuscola, forse è consigliabile essere leggermente più prudenti. Perchè si può, e si deve, giustamente ispirarsi al magistero politico dei grandi leader e statisti del passato. Meno consigliabile, appunto, è sfregiarne il magistero con operazioni politiche che più che propagandistiche rischiano di diventare puramente, se non esclusivamente, macchiettistiche.
Forza Italia mette le periferie al centro
Rosso (FI) “Le periferie non sono margini, sono punti di partenza”
Si è svolta ieri sera, nel quartiere di Barriera di Milano, la tappa torinese dell’iniziativa nazionale di Forza Italia “Periferie al Centro”, che coinvolge simultaneamente 14 Città metropolitane italiane in un’azione concreta di ascolto, presenza e proposta nei territori spesso dimenticati dalla politica.
“Anche a Torino abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa nazionale di Forza Italia ‘Periferie al Centro’, una manifestazione che coinvolge 14 città metropolitane in tutta Italia – ha sottolineato il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario regionale del partito. “Un progetto corale, diffuso, che nasce con un obiettivo chiaro: riaccendere i riflettori sulle periferie, ascoltare chi le abita, proporre soluzioni concrete e ribadire la presenza della buona politica anche nei territori più difficili. A Torino lo abbiamo fatto con una marcia nella Zona Rossa di Barriera di Milano, uno dei quartieri più complessi ma anche più vitali della città. Non è stata una semplice camminata simbolica: abbiamo voluto unire il tema della sicurezza a quello della solidarietà. Abbiamo camminato per chiedere più legalità e più presidio dello Stato, ma abbiamo concluso la serata portando aiuto concreto ai clochard della zona, persone invisibili troppo spesso dimenticate.
Per noi la sicurezza non è solo repressione. È anche vicinanza, presenza, ascolto. È dire a chi vive nelle periferie: non siete soli”
All’iniziativa hanno preso parte amministratori locali, militanti e semplici cittadini, uniti da un obiettivo condiviso: riportare attenzione, sicurezza e dignità alle periferie urbane, troppo spesso abbandonate a se stesse. La passeggiata si è svolta nella cosiddetta Zona Rossa del quartiere, un’area che da tempo è al centro delle cronache cittadine per gravi episodi di microcriminalità, spaccio e degrado urbano, situazioni che mettono quotidianamente a repentaglio la sicurezza e la qualità della vita dei residenti.
“La periferia non deve più essere considerata un problema da contenere – ha rimarcato il senatore Rosso- ma una risorsa da valorizzare. E questo vale anche e soprattutto nelle politiche pubbliche. Forza Italia c’è: con idee, con risultati, con impegno costante. A Torino non ci limitiamo alle parole. Due settimane fa, abbiamo vinto una battaglia importante per la città: la fermata Corelli della Linea 2 della metropolitana, per la quale ci siamo spesi con determinazione, diventa realtà. Un segnale concreto di attenzione a un quartiere che per troppo tempo si è sentito abbandonato”
“Ma il nostro lavoro non si ferma qui ha concluso Rosso- In Parlamento, sto lavorando alla legge sulla rigenerazione urbana, una riforma strutturale che può cambiare il volto delle periferie italiane. Non si tratta solo di nuove costruzioni o riqualificazioni edilizie: rigenerazione urbana significa costruire nuove opportunità, nuovi servizi, nuova dignità. Non vogliamo solo portare le periferie al centro. Vogliamo portare il centro nelle periferie. E il centro non può essere il mattone, non può essere solo l’infrastruttura: il centro deve tornare a essere l’uomo”
Dalla LOGISTICA almeno 1 punto di PIL in più per l’Italia e per il Piemonte. Riformare la Logistica pubblica per aumentare competitività e Crescita economica. CIRIO al Governo darebbe una spinta alla economia piemontese.
Si è svolto ieri a Torino un incontro istituzionale tra una delegazione dell’USMIA (Unione
Sindacale Militare Interforze Associati) e il Consigliere Regionale Silvio Magliano.
L’appuntamento ha rappresentato un’importante occasione di confronto sui temi legati al
benessere del personale militare e delle loro famiglie.
Durante il colloquio, Gaetano Cocuzza, Segretario Generale Regionale del Piemonte,
accompagnato dal Segretario Territoriale di Torino per l’Esercito – Giuseppe Scalinci – e dai
colleghi della segreteria regionale, ha illustrato la missione e le finalità dell’Associazione, nata
a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 120/2018 e della Legge 46/2022, che
hanno riconosciuto ai militari il diritto di costituire associazioni a carattere sindacale. USMIA,
con oltre 9.000 iscritti, è oggi l’unica realtà sindacale interforze rappresentativa del personale
di Esercito, Marina e Carabinieri.
Nel corso dell’incontro, sono state evidenziate alcune criticità legate alla genitorialità e alla vita
familiare del personale militare, tra cui:
– Politiche abitative dignitose per il personale militare,
– Agevolazioni locali per le famiglie dei militari, oggetto di trasferimenti da parte
dell’amministrazione Difesa
– Proposte di semplificazione delle procedure e riduzione dei costi per i permessi ZTL a
favore del personale in servizio in zone centrali della città, mitigando così disagi legati
agli orari e turni operativi.
USMIA ha ribadito la propria piena disponibilità a collaborare con le Istituzioni su progetti legati
alla sicurezza, alla promozione della legalità – in particolare tra le nuove generazioni – e su
iniziative sociali e culturali volte a rafforzare il senso di comunità e l’inclusione sociale.
L’incontro si è concluso con l’impegno reciproco a mantenere aperto un canale di dialogo e a
sostenere con azioni concrete il personale militare e le loro famiglie.
La Segreteria Regionale USMIA
POLITICA
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Il decreto Sicurezza ci impone una riflessione sulla libertà
Sabato 12 aprile 2025 anche Torino in Piazza Castello manifesta contro “ReArm Europe”
«“Siamo per la PACE! Diciamo un chiaro NO al pazzesco riarmo UE! – esclama Carlo Bravi, del Popolo della Famiglia (PdF) di Torino, che prosegue invitando tutti i torinesi e i piemontesi a dire forte “NO al programma UE chiamato “ReArm Europe“ partecipando numerosi alla grande MANIFESTAZIONE unitaria a Piazza Castello a Torino sabato 12 aprile 2025 alle 16:30, promossa da un comitato di cittadini amanti della Pace».
«Il programma UE chiamato “ReArm Europe“ – riprende Bravi – è stato poi ribattezzato “Readiness 2030″, un termine più politicamente corretto che però non cambia la sostanza degli oltre 800 miliardi di euro (da ottenere con ulteriore debito, o da prelevare dai nostri conti correnti) da spendere entro il 2030 per riarmarsi massicciamente. Notiamo che tale enorme cifra si va ad aggiungere ai già cospicui stanziamenti ordinari per le armi e la difesa, i quali soprattutto nell’ultimo decennio in tutta l’UE sono in continua crescita assai più che tutte le altre voci di spesa pubblica. È inaccettabile che l’Unione Europea scelga di destinare risorse così ingenti al riarmo, a discapito delle famiglie e delle esigenze sociali più urgenti. Questa scelta politica rappresenta una grave minaccia per le famiglie, la sanità, l’istruzione, il lavoro e le piccole e medie imprese».
«Esprimiamo un forte dissenso – soggiunge Bravi – anche nei confronti di una narrativa diffusa ed uniforme circal’inevitabilità di un confronto armato generalizzato in ambito europeo, narrativa che viene diffusa ormai da anni dai media mainstream. Insieme a tale narrativa a senso unico denunciamo anche l’esplicita repressione delle voci “fuori dal coro“, quando chiedono ad esempio semplicemente di riallacciare i rapporti culturali e sportivi – e magari anche economici – con la Federazione Russa».
«Troviamoci tutti a Piazza Castello a Torino sabato 12 aprile alle 16:30 – invita infine Bravi – dove ascolteremo interventi di vari rappresentanti della società civile sia in presenza sia da remoto, e dove saremo in collegamento con altre piazze d’Italia anch’esse mobilitate contro il programma “ReArm Europe“. A Piazza Castello spero di poter esprimere anch’io la voce delle famiglie piemontesi, come pure dei cristiani della nostra Regione, che sono concordi non solo nell’invocare da Dio il grande Dono della Pace, ma anche nel promuovere attivamente concrete opere di Pace, miranti a sostenere le famiglie in tutte le loro esigenze a cominciare da un piano per la natalità –questo sì che servirebbe davvero massiccio, anche istituendo uno specifico Reddito di Maternità come propone da un decennio il Popolo della Famiglia – per arrestare ed invertire il trend della denatalità (la “peste bianca” del 21° secolo, vera bomba ad orologeria per la società contemporanea), per una sanità davvero per tutti, la scuola, i disabili, gli anziani, i disoccupati e gli emarginati, come pure le piccole e medie imprese (in gran parte famigliari) che stanno chiudendo a ritmi galoppanti. Vi aspettiamo tutti a Piazza Castello!».
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