I Giovani Democratici e la “democrazia di Erdogan”

Schlein vuole rifare l’Unione
LO SCENARIO POLITICO Di Giorgio Merlo
Ci sono due modi per costruire una coalizione politica: o si crea una alleanza “contro” l’avversario/nemico e quindi si tratta di una sommatoria di sigle, partiti e movimenti; oppure si lavora per una alleanza di governo, cioè basata su un programma attorno al quale si riconoscono i partiti e i movimenti. Sono due modalità profondamente diverse tra di loro e possiamo semplificare questa riflessione con due esempi concreti. E cioè, la logica del pallottoliere era quella dell’Unione messa in piedi nel 2006 contro il centro destra mentre la coalizione politica e di governo era l’Ulivo del 1996. Appunto, due modalità diverse che rispondono anche, e forse, a due concezioni politiche profondamente diverse su come si declina e si costruisce una coalizione politica nel nostro paese.
Ora, dopo la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma organizzata dal Partito democratico, abbiamo la plastica conferma che il principale partito della sinistra italiana vuole ricostruire una sorta di Unione in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Ovvero, una sorta di ‘santa alleanza’ contro il nemico politico irriducibile. Una sorta di crociata ideologica che contempla, di conseguenza, la creazione di una coalizione dove il programma diventa del tutto secondario perchè l’unico elemento che conta diventa l’annientamento del nemico di turno. Certo, è una concezione politica che risente di un armamentario ideologico e politico del passato che prima di cerare un serio e qualificato programma di governo individua un nemico da abbattere. Un riflesso, questo, che risente del comportamento quasi cinquantennale del Pci contro la Democrazia Cristiana, la sua classe dirigente, le sue alleanze e il suo programma di governo. Del resto, com’è possibile costruire un’alleanza di governo credibile e seria con una forza populista, anti politica, demagogica e qualunquista come il partito dei 5 stelle? Solo con una prassi ispirata alla delegittimazione morale prima e all’abbattimento politico poi del nemico può giustificare una coalizione simile ispirata al pallottoliere. Una alternativa, per citare l’impegnativa affermazione della segretaria nazionale del Pd, che finirà inesorabilmente anche per essere una “alternativa morale” ed etica, per citare l’esperienza del vecchio Pci berlingueriano all’inizio degli anni ‘80.
Insomma, l’esatto opposto di quella democrazia dell’alternanza che dovrebbe essere la regola aurea di una sana e credibile democrazia. Com’era, appunto, l’Ulivo nel lontano ‘96 quando lo sforzo di elaborare un programma di governo annullava l’individuazione del nemico. Semmai, si trattava di un avversario politico da combattere sul terreno rigorosamente politico e programmatico perchè alternativo alle ricette che si mettevano in campo per governare l’intero paese.
Ma il nuovo corso del Pd, al di là della propaganda e della martellante campagna stampa contro il nemico da radere politicamente al suolo, non è nient’altro che una pesante regressione nostalgica. Debole sul profilo programmatico e balbettante sul versante politico. Non a caso, nel costruire la sua posizione guarda indietro e non avanti.
La Schlein predilige l’Unione all’Ulivo. La ‘santa alleanza’ contro il nemico irriducibile mette in ombra la costruzione di una vera coalizione di governo.
“Le immagini del falò con il manifesto elettorale che ritrae il volto del nostro assessore Maurizio Marrone sono di una violenza spudorata. La sinistra prenda le distanze da questa aggressione intollerabile e da slogan che richiamano anni che non vogliamo più vivere. Chi sta in silenzio fomenta coloro che non sanno stare sul piano del confronto delle idee ed infatti sono i professionisti della prevaricazione. A Maurizio va tutta la nostra solidarietà certi che continuerà a battersi per il nostro programma senza farsi intimidire da chi non riuscendo con le polemiche a zittirlo e’ passato a metodi violenti”. Lo dichiara la Vice capogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli, dopo i fatti avvenuti questa mattina a Torino al corteo dei centri sociali.
“L’Italia, prima Nazione al mondo a vietare la produzione e la commercializzazione della carne sintetica, conferma la ferma e fiera volontà di tutelare le proprie eccellenze agroalimentari e la salute dei propri cittadini. Contro il settore agricolo tradizionale, come è evidente, è in atto una vera e propria crociata, che vede nel sodalizio tra ambientalismo ideologico e sinistra radicale un fronte comune anti-italiano”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Bilancio.
“Chi si professa pro-scienza e pro-ambiente finisce per essere, non è chiaro se solo per colpa o anche per dolo, dalla parte delle multinazionali e dei grandi potentati alimentari, ignorando altresì la volontà di ben venti Regioni e di innumerevoli enti locali favorevoli al provvedimento”.
“È ORA CHE L’ITALIA PONGA FINE ALLA RIMOZIONE DELLE SUE COLPE STORICHE”
Il presidente del Comitato Resistenza e Costituzione Daniele Valle ha presentato un Ordine del giorno
«È giunto il momento che il nostro Paese istituisca il “Giorno della Memoria per le vittime del colonialismo italiano” per porre fine alla rimozione storica, culturale e politica sui 70 anni di colonialismo nostrano e sulle logiche razziste che lo hanno accompagnato. In Parlamento è stata depositata una proposta di legge che propone istituire un “Giorno della memoria” in ricordo delle circa 700.000 vittime africane, in Libia, Eritrea, Etiopia e Somalia. Mi auguro che la Regione Piemonte possa sostenere questa proposta». Lo afferma il vice Presidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte Daniele Valle, che ha depositato un Ordine del giorno a favore dell’istituzione del “Giorno della Memoria per le vittime del colonialismo italiano” nella data del 19 febbraio, quando ebbe inizio l’eccidio della popolazione civile di Addis Abeba compiuto nel 1937. «Altri Paesi europei, come la Francia e il Belgio, hanno già da tempo avviato un dibattito pubblico sulle responsabilità e sull’eredità coloniale. In Belgio, in particolare, da giugno 2020 è al lavoro una Commissione parlamentare che indaga sul tragico passato coloniale in Congo, Ruanda e Burundi. Anche il nostro Paese deve fare i conti gli eccidi, le leggi razziali, le norme sessiste, l’impiego di aggressivi chimici, la deportazione, la prigionia e, in generale, la politica di occupazione cui sono state sottoposte le popolazioni dei Paesi africani dominati dall’Italia. Approfondire, riflettere e, soprattutto coinvolgere le giovani generazioni».
“Meloni faccia pace con le famiglie arcobaleno”
“I genitori dovrebbero entrare nei tribunali per chiedere giustizia. È inaccettabile che debbano farlo per difendersi da uno Stato che vuole rendere orfani i loro figli.
Spero con tutte le forze che il Tribunale di Padova accolga la richiesta della Procura e la Corte Costituzionale intervenga per tutelare finalmente l’uguaglianza di tutte le famiglie. Ma questo non basta a colmare un intollerabile vuoto normativo e ad assolvere il Governo da ciò che ha fatto con la circolare Piantedosi. Un Governo che ha sempre in bocca la famiglia ma è nemico dei più piccoli ed è pronto a sacrificarli sull’altare del suo furore ideologico. È tempo di chiudere l’Orfanotrofio di Stato e restituire questi figli alle loro famiglie. Meloni faccia pace con le famiglie arcobaleno, sotterri l’ascia di guerra e la circolare Piantedosi” – lo ha dichiarato in aula il Vicecaporguppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi chiedendo un’informativa urgente alla Presidente del Consiglio.
“Orientamento, formazione e lavoro: finalmente una norma unica”
“La semplificazione è uno degli obiettivi che questa maggioranza, trainata dalla Lega, si è posta fin dall’inizio della sua legislatura. Abbiamo sostenuto e quindi votato con convinzione un provvedimento che va in questa direzione, ossia semplificare norme e burocrazia”. Così Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale sul Ddl 218 “Sistema integrato delle politiche e dei servizi per l’orientamento permanente, la formazione professionale e il lavoro”, approvato in Aula di Palazzo Lascaris.
“È una legge quadro che tiene insieme orientamento, formazione e politiche del lavoro – commenta Preioni -. L’obiettivo è di avere una visione d’insieme e garantire laqualità formativa”.
Con questo provvedimento tutte le disposizioni regionali in materia di formazione professionale e lavoro sono accorpate in un unico testo organico con 65 articoli, portando all’abrogazione di dieci leggi regionali e 134 articoli complessivi.
“Si tratta dunque – aggiunge il capogruppo della Lega – di una legge di riordino normativo che fa sì che tutte le misure regionali in materia di orientamento, formazione e lavoro siano ragionate insieme all’interno di un solo testo”.
Si ridà dignità all’orientamento che indirizza i giovani, in base alle loro attitudini, verso percorsi di istruzione che consentano sbocchi lavorativi. Si eleva la formazione professionale, che non va considerata come un percorso di serie B, ma come opportunità d’ingresso nel mondo del lavoro e come condizione necessaria per la riqualificazione del lavoratore”.