POLITICA- Pagina 15

Portiere picchiato, Ruffino: “Troppe aspettative delle famiglie”

Pubblichiamo il commento dell’on. Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione in Piemonte:
L’aggressione subita a Collegno dal portiere, un ragazzo di 13 anni, ad opera del genitore di un ragazzo della squadra avversaria, è un episodio gravissimo ma bisogna essere molto ipocriti per mostrarci sorpresi. La predica sui valori sportivi, sulla lealtà e sul senso di comunità, sulla sana competizione, è stata già fatta ma non sposta di un millimetro la questione. La verità che tutti dobbiamo riconoscere è che molte famiglie caricano di aspettative l’attività sportiva dei propri figli. Per molti di loro lo sport ha smesso di essere un’attività salutista e ricreativa, da vivere nella spensieratezza dei loro anni, per diventare subito una competizione esasperata alla ricerca del successo e della fortuna economica. Una visione distorta, spesso incoraggiata da padri e madri che riversano sui figli aspettative fuori misura. E su questo terreno che poi si innescano episodi come quello di Collegno. Prima dei ragazzi, si dovrebbero rieducare le loro famiglie.

Disagi nei collegamenti transalpini e sul traforo del Bianco. Interrogazione di Conticelli (PD)

“Dal 2 settembre al 12 dicembre 2025 il traforo del Monte Bianco resterà chiuso per i cantieri di manutenzione straordinaria, nell’ambito di un programma che potrebbe prevedere analoghe interruzioni per tre mesi l’anno sino al 2050. Questa condizione corre il pesante rischio di mettere il Piemonte in una condizione di pesante svantaggio nella competitività del sistema produttivo piemontese e la continuità dei traffici. Per questo porteró la questione in Commissione Trasporti e intanto con un’interrogazione  ho chiesto alla Giunta di istituire un tavolo permanente con le associazioni d’impresa, le Camere di Commercio e gli enti locali per monitorare e affrontare in maniera coordinata l’emergenza infrastrutturale che coinvolge il Piemonte e l’intero Nord-Ovest”.
Lo dichiara la consigliera regionale del Pd e vicepresidente della commissione Trasporti Nadia Conticelli.
“Il Piemonte non può subire passivamente una situazione che mette a repentaglio lo sviluppo delle filiere industriali e commerciali del territorio; il sistema delle infrastrutture alpine si dimostra fragile e soggetto a chiusure frequenti per manutenzioni, frane e calamità, senza un’adeguata pianificazione alternativa – continua Conticelli – . Dal mondo economico ad esempio è stata ribadita l’urgenza di valutare se procedere al raddoppio del traforo del MonteBianco, poiché un’infrastruttura “monocanna” non è più sostenibile, sia per ragioni di sicurezza che di continuità dei traffici. Ad oggi però non abbiamo alcuna progettualità concreta per evitare l’isolamento della nostra Regione”.
“Il Piemonte risulta inoltre drammaticamente danneggiato dai lavori di riparazione della galleria Les Toules del traforo del Gran San Bernardo, mentre la frana dell’agosto 2023 a Saint-Jean-de-Maurienne tiene ancora chiusa la galleria ferroviaria della linea Torino-Lione, bloccando l’Autostrada Ferroviaria Alpina da quasi due anni. È stata annunciata un paio di mesi fa riapertura dell’Afa ma non abbiamo ancora una data certa – conclude la consigliera Conticelli – La Giunta ascolti l’allarme lanciato dal mondo industriale del territorio e si attivi al più presto per trovare soluzioni che noi sollecitiamo da tempo.”

Ridare un’anima alla politica: a Bardonecchia incontro sul valore aggiunto dei cattolici

NE PARLIAMO a BARDONECCHIA il 20 settembre 

 
 
“Torino che da anni cresce meno della media nazionale ha visto aumentare le diseguaglianze” . Le Amministrazioni non hanno ascoltato la denuncia di NOSIGLIA
 

IDEE e PROPOSTE PER UN RILANCIO di tutta la Città a partire dalle periferie.

Riprendiamo i Convegni di Settembre per parlare, nel nome di Nosiglia.

Due tavole rotonde coordinate da Carmine Festa del Corriere e Marco BARDESONO di Torino Cronaca

 
” UN FUTURO DI TORINO meno diseguale”
Sabato 20 settembre ore 10.30 a Bardonecchia convegno con economisti, sociologi, politici ,sindacalisti,imprenditori,professionisti….
Inizieremo con il ricordo di Mons. Cesare Nosiglia.
Il programma definitivo verrà presentato venerdì prossimo, 5 settembre.
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Merlo: I cattolici e il centro, a sinistra solo sugli spalti

“La Dc non rinasce. Come tutti sanno. Ma il Centro e l’elettorato moderato e cattolico nel nostro
paese continuano ad esistere e condizionano gli equilibri politici complessivi. Anche perchè in
Italia, come diceva la miglior cultura democratico cristiana, ‘si vince al centro ma soprattutto si
governa dal centro’.
Al riguardo, un dato è quasi oggettivo. Non è la sinistra radicale, massimalista, estremista e
populista che oggi intercetta l’universo centrista, moderato, riformista e di governo. E, su questo
versante, anche se la Dc non torna più, i mondi sociali che contribuivano a fare della Dc un partito
interclassista, popolare e di governo oggi si riconoscono prevalentemente nel progetto politico
ancora recentemente illustrato dal Presidente del Consiglio. E dai partiti centristi dell’area di
governo. Piaccia o non piaccia ai vari detrattori”.
On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.

Perchè la sicurezza è divisiva?

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Il tema della sicurezza era e continua ad essere divisivo. Fortemente divisivo. E tutti conosciamo
oramai il copione. Anche perchè si ripete in modo quasi meccanico. E cioè, il centro destra
cavalca tutto ciò che è riconducibile alla sicurezza, alla difesa delle forze dell’ordine, alla
salvaguardia dei confini nazionali e territoriali, alla bonifica dei luoghi simbolo dell’illegalità e
dell’abusivismo – l’ultimo episodio lo sgombero del Leoncavallo a Milano – e, in ultimo ma non per
ordine di importanza, l’esaltazione della “tolleranza zero” nei confronti dell’immigrazione illegale e
clandestina.

Sul fronte opposto, e specularmente, questi sono temi che vengono sistematicamente respinti o
messi in discussione dalla sinistra nelle sue multiformi espressioni. Anche qui seguendo un
copione alquanto noto e collaudato. E cioè, poco e scarsa convinzione – se non addirittura
contestazione – nella difesa delle forze di polizia, forti distinguo sul capitolo dell’immigrazione
clandestina, respingere senza appello il tema della delimitazione dei confini e, dulcis in fundo,
strenua opposizione di tutto ciò che sa di bonifica o regolamentazione dei cosiddetti ‘centri’
abusivi ed illegali.

Ora, e al di là di questo confronto, stanco e ripetitivo, che ormai è diventato una sorta di gioco
delle parti, si tratta di capire come sia possibile che anche il tema della sicurezza posa essere
strumento di battaglia politica e di profonda ed insanabile divisione tra i rispettivi schieramenti.
Ma, di grazia, com’è possibile che anche la sicurezza – che è poi, molto semplicemente, la difesa
e l’incolumità dei cittadini, di tutti i cittadini – possa diventare una sorta di perenne scontro
ideologico? Certo, è difficile, molto difficile che posizioni come quelle espresse dal trio Fratoianni/
Bonelli/Salis o quelle accarezzate dalla Schelin o, sul versante opposto, da Salvini, possano
diventare oggetto di una comune intesa politica e convergenza democratica e costituzionale. Ma
è indubbio che se anche la sicurezza diventa un elemento di profonda e plateale spaccatura
politica, e quindi legislativa, non lamentiamoci se poi vengono a mancare alcuni tasselli
fondamentali di uno stato di diritto. E cioè, e soprattutto, la sfiducia nello Stato e nei suoi storici
presidi di legalità; la messa in discussione del ruolo e della stessa ‘mission’ delle forze dell’ordine
e, infine, la sensazione crescente che ormai non c’è più alcuna difesa da parte degli organismi
preposti a quel compito delicato ed essenziale per uno Stato democratico.

Ecco perchè, quando parliamo della difesa dei cittadini, della sicurezza dei paesi e delle città e,
soprattutto, dell’incolumità delle persone, i fanatismi ideologici, settari e faziosi dovrebbero
cedere il passo ad un sano e e trasparente realismo politico. Fuorchè qualcuno pensi realmente
che possiamo fare a meno delle forze dell’ordine, che l’immigrazione clandestina ed illegale sia
una opportunità ed un valore aggiunto per il nostro sistema economico e produttivo e che la
sicurezza dei nostri centri abitati sia solo e sempre un atto di propaganda. Insomma, quando sulla
sicurezza avremo una seria e credibile convergenza politica dei vari partiti e dei rispettivi
schieramenti, potremmo dire di avere a che fare con una democrazia adulta, matura e
responsabile.

 

Giachino: “Torino non ha ascoltato Nosiglia, così la metà della Città che stava male nel 2012 oggi sta peggio”

Ieri sera al Rosario per Monsignor  Nosiglia Alla Consolata,  mentre pregavo di fronte al feretro sono stato avvicinato da una clochard e da un cassaintegrato  che sottovoce mi hanno detto “e ora chi ci difende?”. I più deboli in questi anni a Torino si sentivano più difesi dall’Arcivescovo , un genovese mite, giunto dalla ricca provincia di Vicenza che dopo aver girato per Parrocchie, dormitori, campi rom e fabbriche in crisi nella Messa di Ferragosto del 2012,  alla Consolata ha avuto il coraggio di dire che a Torino la metà della Città che sta bene non si accorge della metà della Città che sta male. Parole durissime che arrivarono dirette allo stomaco o al cuore. Venne preso a male parole da alcuni politici della gauche. Se guardiamo ai numeri delle statistiche sociali non è stato ascoltato. Non a caso i più deboli oggi sono i più spaventati dalla Sua scomparsa. Io sono convinto che il Cardinale Repole non lascerà cadere il coraggioso messaggio di Cesare Nosiglia. Ma è la politica che deve rispondere. E la politica che non può più girarsi dall’altra parte. E ‘ la politica che non deve pensare a migliorare via Roma o a piantare alberi in corso Palermo. La politica deve assolutamente portare lavoro in periferia.  Nelle mappe sociali Corso Regina divide la Città in due . Sarà un caso che tutte le Grandi iniziative della Carità , dal Cottolengo ai Salesiani al SERMIG siano sotto corso Regina mentre tutte la economia, tutta la attività amministrativa comunale puntano tutte sulla parte che sta sopra corso Regina? Da mesi sostengo che il nuovo Centro per la Intelligenza Artificiale dovrebbe essere spostato in Barriera di Milano per  dare un segnale di cambiamento o di riparazione.

Dal  2012 tutti gli indici di povertà e di diversità , tra le aree in cui si sta male e quelle in cui si sta meglio, sono raddoppiati. Ciò vuol dire che Nosiglia non è stato ascoltato dal Comune anche se molti cattolici hanno appoggiato le ultime amministrazioni.
È vero che la Chiesa parla a ognuno di noi ma quando la Chiesa denuncia situazioni di disagio, di povertà, di arretratezza e’ la politica la prima ad essere interpellata. E’ la politica che  dovendo avere come primo scopo quello di fare l’interesse generale, che deve rispondere. Ieri sera alla Consolata opportunamente ci sono state rilette alcune parti dei suoi messaggi. La cosa più importante l’ha detta il Cardinale Repole . Monsignor Nosiglia viveva come suoi i drammi umani delle famiglie e delle parti della Città più in difficoltà. Solo se la politica recupererà più anima e si farà carico dei problemi della gente e della economia ci sarà una speranza per quelli che oggi non hanno speranza. Sarebbe il modo più bello per ricordare un grande Vescovo dal sorriso spezzato dal sentire come suoi i problemi umani di una Città che da anni cresce meno della media nazionale.
Noi ne parleremo a Bardonecchia sabato 20 settembre per una giornata intera con molti amici cattolici impegnati in politica.
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Merlo: Campania, Pd/5 stelle/Avs sono un blocco unico

 

I riformisti moderati e di centro sono altrove.
“Dopo la vicenda campana e anche toscana, pugliese e calabrese, abbiamo una granitica e
scientifica certezza. E cioè, Pd, 5 stelle e Avs sono ormai la stessa cosa. Un blocco politico,
culturale e sociale e forse anche etico, a cui va aggiunta la Cgil di Landini, che si scontra contro il
resto del mondo. È di tutta evidenza che il mondo moderato, riformista e centrista sta da un’altra
parte. A cominciare dalla cultura cattolico popolare e cattolico sociale che storicamente – nonchè
politicamente e culturalmente – non è affatto compatibile con l’estremismo ideologico, con il
populismo giustizialista e, men che meno, con il radicalismo massimalista. Il catto comunismo,
del resto, non è una ricetta riformista e di governo che guarda al futuro, ma solo e soltanto una
nostalgia frutto di un passato fallimentare”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.

Follie per Gaza: sciopero da soviet e gli ebrei cancellati da Facebook

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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Pensavo che Giuseppe
G i u l i e t t i   fosse scomparso almeno dalle cronache, dopo aver girovagato per decine d’anni in Tv e in Parlamento. Era un personaggio un po’ patetico sopravvissuto a sè stesso; adesso coglie la  tragedia di Gaza per riemergere dal fiume dantesco dell’oblio, proponendo l’unica cosa in cui è stato eccellente: uno sciopero di protesta. Il buon uomo ha sempre solo promosso e fatto scioperi e bisogna capirlo. Ma l’aspetto  politicamente indecente è che  G i u l i e t t i  richieda una giustificazione  a chi decidesse di non aderire  allo sciopero. E questo appare come una gravissima  minaccia alla libertà che neppure i sindacalisti della Fiat che picchettavano davanti agli ingressi per impedire agli operai di entrare in fabbrica, facevano.  Forse solo  i camalli di Genova si comportavano come  G i u l i e t t i.  Il chiedere una giustificazione  è  un atto di autoritarismo assoluto, da soviet rivoluzionario: un’anticamera alla fucilazione mediatica alla schiena. C’è anche un oscuro professorino o insigne  professorone  dell’Università di Palermo che invita a togliere l’amicizia su Facebook agli ebrei. Qui siamo ad un qualcosa che evoca le leggi razziali del ‘38. Verrebbe voglia di dire, parafrasando Kennedy davanti al Muro di Berlino, che anch’io sono ebreo. Il Rettore dell’ Università di Palermo ha subito smentito il prof. apparso con il suo nome e la sua fotografia non tanto  per il suo insegnamento o i libri eventualmente scritti, ma per un post su Facebook. Povera Italia! Con Prezzolini verrebbe voglia di dire porca Italia, ma io non sono un anti-italiano e quindi non userò mai quella espressione, anche se  i segni della depressione sono evidenti. Spero che non siano inguaribili.