POLITICA- Pagina 120

Magliano: Ordine del Giorno per la gratuità del Baqsimi, glucagone spray nasale

Un farmaco salvavita per pazienti diabetici in età pediatrica

Il Baqsimi, glucagone spray nasale, è un farmaco che può salvare la vita di bambini e ragazzi affetti da diabete mellito in caso di crisi ipoglicemica improvvisa. Il Baqsimi non necessita di conservazione in frigorifero, è facilmente utilizzabile anche da personale senza formazione e garantisce tempestività ed efficacia in caso di emergenza, mentre la versione gratuita, in fiala, deve essere diluita, riaspirata in siringa e somministrata tramite iniezione, pratica che non tutti sanno effettuare in sicurezza.

In seguito al trasferimento dei diritti di commercializzazione all’azienda AmphaStars, priva di strutturazione stabile in Italia, l’Agenzia Nazionale del Farmaco (AIFA) il 10 ottobre 2023 ha riclassificato il farmaco Baqsimi in Fascia C, quella interamente a pagamento; prima della riclassificazione da parte di AIFA il Baqsimi era in Fascia A, interamente rimborsabile.

Con un Ordine del Giorno in Consiglio regionale chiedo alla Giunta di impegnarsi affinché, appena possibile e in attesa che il Baqsimi, glucagone spray nasale, torni in fascia A, anche in Piemonte, come già in altre Regioni, sia garantita la gratuità del farmaco almeno ai pazienti diabetici in età pediatrica (0-17 anni).

Il Veneto, infatti, ha inserito il Baqsimi nell’elenco dei finanziamenti extra LEA, a carico del bilancio regionale fino a 300mila euro; in Lombardia il farmaco è erogato gratuitamente ai bambini tra i 4 e gli 11 anni; le Regioni Campania ed Emilia Romagna garantiscono la gratuità del Baqsimi con fondi propri; la Regione Lazio ha ripristinato la gratuità per i pazienti fra i 4 e i 18 anni.

Silvio Magliano, Presidente Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale

Carceri, Bartoli (Lista Cirio): “Più personale e risorse per migliorare le condizioni di detenuti e dipendenti”

“I problemi delle carceri Piemontesi possono essere compresi appieno solo visitandole e osservando da vicino le condizioni dei detenuti e del personale. Ieri insieme alla deputata di Azione Daniela Ruffino, al consigliere comunale di Ivrea Massimiliano De Stefano e al vicesindaco di Ozegna Federico Pozzo, ho visitato il carcere di Ivrea, riscontrando gravi carenze sia strutturali che di organico.”

Lo dichiara Sergio Bartoli, consigliere regionale, al termine della visita al carcere di Ivrea.

“Oltre al sovraffollamento, con 270 detenuti a fronte dei 195 posti regolamentari, abbiamo rilevato una cronica carenza di educatori: sono previsti quattro in pianta organica, ma solo tre sono attualmente in servizio. Questo numero risulta insufficiente per seguire adeguatamente i detenuti, in particolare quelli che necessitano di percorsi di rieducazione intensivi. La situazione è ulteriormente aggravata dai tempi lunghi necessari per la gestione delle pratiche burocratiche, che sottraggono spazio agli incontri educativi.

Un’altra criticità riguarda il personale medico e sanitario. La gestione è affidata in gran parte a una cooperativa, con medici che, essendo giovani, necessitano di ulteriore formazione per lavorare in un contesto così complesso. Gli infermieri sono pochi e garantiscono assistenza solo fino alle 22, con un unico infermiere presente durante la notte.

Durante il sopralluogo, abbiamo inoltre constatato la presenza, all’interno della struttura, di una tipografia attualmente inutilizzata, ma dotata di attrezzature funzionanti. La sua riattivazione potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per offrire un servizio utile e funzionale, soprattutto a beneficio delle amministrazioni pubbliche, che potrebbero avvalersi di questa risorsa per le proprie necessità. Allo stesso tempo, questa iniziativa consentirebbe di coinvolgere i detenuti in un’attività lavorativa concreta, rendendoli partecipi e utili alla società.

Troviamo inoltre inaccettabili le difficoltà del personale penitenziario, costretto a coprire un numero eccessivo di straordinari – che spesso non vengono retribuiti – superando il doppio delle 36 ore settimanali previste dal contratto. Sarebbe fondamentale garantire la presenza stabile di un dirigente della polizia penitenziaria per coordinare in modo efficace il lavoro del personale.”

“Sarà nostro impegno proseguire con la visita delle carceri del Piemonte, raccogliendo testimonianze dai direttori e dal personale penitenziario per evidenziare non solo le difficoltà ricorrenti, ma anche le opportunità di miglioramento. Il nostro obiettivo – conclude il consigliere regionale Bartoli – è promuovere interventi che favoriscano un adeguato percorso di reinserimento sociale per i detenuti e permettano ai dipendenti di lavorare con maggiore sicurezza e serenità all’interno degli istituti.”

Regione, parere favorevole alla delibera per “Vita nascente”

Con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza, il voto contrario dei gruppi Pd, M5s e Avs e l’astensione del gruppo Sue, la Commissione Sanità, presieduta da Luigi Icardi, ha espresso questa mattina parere favorevole alla proposta di delibera sui criteri d’accesso delle associazioni del Terzo settore ai bandi di finanziamento per progetti legati alla promozione della maternità, al sostegno delle gestanti e alla tutela della vita nascente.

Il documento, presentato per la Giunta dall’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, prevede “una spesa di 940mila euro per avviare il bando per le attività che verranno svolte nel 2025. In continuità con quelli che lo hanno preceduto, il documento mira a promuovere da un lato azioni e progetti di aiuto e di sostegno su beni di prima necessità e servizi essenziali per l’avvio della maternità e i primi tre anni di vita del nascituro e, dall’altro, attività di accompagnamento e di assistenza per corsi formativi e informativi”.

Rispetto alle altre edizioni, ha sottolineato, “sono state confermate le percentuali massime ammissibili per tipologia di spesa. Si è invece voluto esplicitare meglio alcuni aspetti, quali stabilire a 20 il numero minimo di donne o coppie cui offrire il progetto di accompagnamento e definire alcuni temi su cui far vertere il percorso informativo e formativo: dall’igiene all’allattamento, dagli stili di vita all’educazione finanziaria”.

Sarah Disabato (M5s), che ha osservato come “la misura, oltre ad avere grossi problemi dal punto di vista etico e morale, presenta limiti dal punto di vista della trasparenza dei dati e delle rendicontazioni fornite dalle associazioni”, l’assessore ha risposto che le modalità di rendicontazione “sono le medesime per tutti i bandi”.

Nadia Conticelli (Pd), che ha affermato che “’Vita nascente’ non è né un fondo a sostegno della fragilità sociale, economica e genitoriale né un fondo di potenziamento dei consultori, decretati ad accompagnare le donne nelle proprie scelte”, Marrone ha ribattuto che “le donne aiutate ogni anno grazie a ‘Vita nascente’ sono circa 500”, che “i fondi per il welfare non possono essere usati per prestazioni sanitarie” e che “con l’assessore alla Sanità si sta pensando a come potenziare i consultori”.

Ad Alice Ravinale (Avs), che ha evidenziato come “la formazione e l’informazione, di cui l’Agenda di gravidanza è uno strumento importante, potrebbe essere svolta dai consultori se fossero messi nelle condizioni di farlo”, l’assessore ha fatto notare che “l’Agenda si rivolge soprattutto a chi non ha tendenzialmente bisogno di accompagnamenti, a differenza di chi si rivolge a ‘Vita nascente’”.

Gianna Pentenero (Pd) – infine – ha suggerito che “l’Assessorato individui nuove modalità affinché il bando ‘Vita nascente‘ possa essere davvero a supporto delle donne e della maternità, prevedendo magari di trasferire alcune azioni all’interno dei Consorzi assistenziali, che potranno decidere di servirsi del Terzo settore o di potenziare i consultori”.

Per dichiarazioni di voto sono intervenuti per la maggioranza Paola Antonetto (Fdi) e Davide Buzzi Langhi (Fi) e per la minoranza Vittoria Nallo (Sue) e Mauro Salizzoni (Pd).

Il Consiglio comunale condanna le violenze pro Pal

In apertura dei lavori della seduta odierna del Consiglio Comunale, la presidente dell’Aula, Maria Grazia Grippo, su indicazione della Conferenza dei Capigruppo, a nome di tutte le forze politiche, ha espresso condanna per gli scontri e gli episodi di violenza accaduti durante la manifestazione pro Palestina, avvenuta nei giorni scorsi.
Nello stesso tempo, ha espresso solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che si sono trovati coinvolti negli episodi di violenza, in particolare quelli del museo del Cinema e delle attività commerciali circostanti.
Solidarietà espressa dalla Presidente anche alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine.

Nuovi ospedali, Pd: “Nessun finanziamento”

PENTENERO – RAVETTI – ROSSI – VALLE: ” SOLO PROGETTI “VALUTABILI”

Nella seduta congiunta delle Commissioni Sanità e Bilancio del Consiglio regionale si è tenuta una comunicazione dell’Assessore regionale alla sanità sulla copertura dei costi di progettazione degli interventi in materia di edilizia sanitaria.

“Nessuna vera novità sui nuovi ospedali, ma solo un nuovo tentativo di propaganda per nascondere il fallimento totale della Giunta Cirio sul tema dell’edilizia sanitaria in questi anni. Tutti auspichiamo e lavoriamo perché ci siano nuovi ospedali in Piemonte, ma non li costruiremo, certamente, con le promesse” dichiarano la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero e il Segretario regionale Pd Piemonte Domenico Rossi

“La Commissione è stata utile per chiarire come non ci siano risorse stanziate per il Piemonte, ma un accordo per progetti “valutabili”, come dicono con chiarezza sia il DPCM sia l’accordo stato-regioni. I progetti valutabili sono aumentati, ma siamo lontani dall’approvazione. E la procedura è esattamente quella che ha portato a non avviare nessun progetto non solo in Piemonte, ma anche nelle altre Regioni. Inail valuterà i progetti, ma la risposta potrebbe essere negativa. Il rischio finanziario sui progetti resta tutto in capo alla Regione, che potrebbe ritrovarsi con tanti progetti e nessuna nuova opera” proseguono gli esponenti dem.

“Non è stato spiegato in nessun modo quali sono le motivazioni per cui le cose cambieranno in meglio nei prossimi anni rispetto all’ inattività della scorsa legislatura. Così come non è chiaro con quali parametri Inail valuterà i progetti. Inoltre, altre domande restano aperte: c’è anche la solidità finanziaria dell’ente richiedente? Perché per il Piemonte, qualora dovessero partire tutte le opere, si parla di una rata complessiva di almeno 150- 200 milioni di euro di euro. La decisione di virare su INAIL come potenziale finanziatore principale avrebbe potuto coincidere con la volontà di mettere in campo una stazione unica appaltante regionale sulle progettazioni così da garantire massima competenza senza scaricare sulle singole ASL le potenziali criticità” aggiungono Pentenero Rossi.

“Inail ha individuato 2,250 mld di progetti finanziabili in Piemonte, ma non ne ha ancora finanziato nessuno – interviene il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle – Se è vero che queste risorse non incidono sulla capacità di indebitamento della Regione Piemonte, è vero anche che – restituendole in 20 anni al 4% annuo – si arriverebbe a pagare circa 120 milioni di euro all’anno di canoni (che sia aggiungerebbero a quelli dei PPP di Torino e Novara). Siamo preoccupati che queste risorse possano comportare una riduzione della nostra capacità di garantire la nostra offerta di servizi sanitari. E siamo altrettanto preoccupati che Inail possa considerarci non in grado di far fronte alla restituzione di tutto il plafond. Inail farà da stazione appaltante di tutti gli ospedali e, ci informa l’assessore, sta costituendo unità locali per seguire le gare. Siamo preoccupati che, in caso di via libera gli ospedali piemontesi, una nuova struttura locale di INAIL possa partire da zero per seguire 8 appalti così complessi: occorre che SCR e Azienda Zero trovino un ruolo e un coinvolgimento”.

“Finalmente si è fatta chiarezza – afferma il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti –  Questa mattina nella seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Sanità l’assessore Federico Riboldi ha precisato che i costi per la progettazione per tutti i nuovi ospedali finanziabili con i fondi Inail (compresi i nuovi presidi di Alessandria e Cuneo) è complessivamente di 73 milioni di euro, e che tali risorse non verranno anticipate da nessuno, ma dovranno essere reperite dalla Regione Piemonte. Pertanto, l’assessore Riboldi ha smentito non solo alcuni suoi “virgolettati” riportati sui giornali, ma anche quanto affermato in Commissione il 22 ottobre, ovvero che “non abbiamo bisogno di risorse aggiuntive per Cuneo ed Alessandria, per la progettazione degli ospedali”, in quanto tali risorse sarebbero disposte dal MEF. Evidentemente, aveva ragione Cirio nel dichiarare nei giorni scorsi che le risorse in questione saranno coperte da fondi regionali. Ora si tratterà di capire come verranno ripartite tra le diverse aziende sanitarie interessate. Se oggi si è finalmente introdotto un elemento di linearità nella discussione, il merito va all’insistenza del Partito democratico nel pretendere precisazioni puntuali. Avremmo tutti potuto risparmiare tempo prezioso, se la Giunta sin dall’inizio avesse avuto le idee chiare sull’approccio corretto per attingere ai finanziamenti Inail. Quello che è certo è che la storia del nuovo ospedale di Alessandria è ancora tutta da scrivere e consiglierei all’assessore Riboldi prudenza nell’indicare con certezza che sarà pronto nel 2032”.

Il Terzo Valico quasi terminato fa sognare mentre la TAV subisce ancora attacchi

GIACHINO: “UN’OPERA EPOCALE CHE DA GENOVA PORTA IN EUROPA”

Venire a Genova per la visita domenicale al cantiere del Terzo Valico apre il cuore a chi sa bene che con la linea ferroviaria che da Genova porta in Europa e tra due anni i passeggeri potranno andare a Milano e Torino in un’ora mentre le merci arriveranno in Europa molto  prima senza inquinamento e senza intasare le strade. Il porto di Genova  sarà molto più competitivo. Il cuore si apre anche perché fuori dal cantiere non c’è neanche una camionetta della polizia mentre in Val Susa lo Stato spende decine di milioni all’anno per difendere un’opera che il Parlamento ha detto essere di interesse nazionale  ieri un sabotaggio ha bloccato il treno che da Torino sale in Valle. L’altro ieri scritte di fronte al Liceo Ferrari di Susa contro la Direttrice Giaccone con i valsusini che non hanno il coraggio di mettere like di solidarietà per timore di ritorsioni. Periodicamente attacchi al cantiere con lanci di pietre. Eppure abbiamo bisogno di queste linee ferroviarie per avere più turismo internazionale e logistica. Tra 2 anni da Genova si andrà velocemente in Europa. Da Torino si dovrà aspettare altri 9 anni conil trasporto costretto ad andare su autostrada e inquinare oltre al pericolo di incidenti stradali. Trecento milioni per opere di compensazione ai Comuni attraversati.

Complimenti al Commissario al Tetzo Valico Calogero Mauceri.
Mino Giachino
SITAV SILAVORO

Tramonta la cultura della concertazione?

LO SCENARIO POLITICO Di Giorgio Merlo

La cultura della concertazione ha rappresentato, negli anni, una delle migliori stagioni politiche e sindacali. La concertazione, del resto, si può solo declinare quando c’è una schietta cultura di governo sia da parte delle forze politiche – di qualsiasi schieramento siano ma soprattutto quando sono al timone del paese – e sia anche da parte delle organizzazioni sindacali e datoriali. Ma, come da copione, la concertazione non ha affatto cittadinanza quando prevalgono categorie politico e culturali antitetiche alla cifra riformista, di governo e autenticamente democratica.
Per entrare nello specifico, la cultura della concertazione – che ha sempre trovato nella Cisl e nelle forze politiche riformiste i protagonisti decisivi e storici – non è compatibile con alcune categorie che, purtroppo, caratterizzano molti partiti e sindacati contemporanei. Ovvero, il massimalismo, il radicalismo, il populismo e l’estremismo sono semplicemente esterni ed estranei a qualsiasi cultura e prassi riconducibile alla concertazione. Eppure ancora oggi ricordiamo il valore e la funzione della concertazione nell’affrontare e nel risolvere i maggiori problemi legati alla questione sociale e alla politica dello sviluppo e della crescita da parte di molti esecutivi del passato. È di tutta evidenza, quindi, che se prevale la sub cultura del massimalismo e del fondamentalismo qualsiasi ipotesi di concertazione, di accordo e di costruzione di progetti condivisi è destinata ad essere sacrificata sull’altare degli egoismi di partito.
Ed è per queste ragioni, semplici ma essenziali, che oggi la concertazione tra le parti sociali è impraticabile. E questo per il comportamento concreto nonchè legittimo, ma oggettivo, di alcune forze politiche. Ovverro, il massimalismo del Pd, il radicalismo del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e il populismo dei 5 stelle da un lato e l’estremismo del nuovo corso della Cgil dall’altro sono inciampi invalicabili per costruire insieme una strategia concertativa. E, al riguardo, la strategia dello storico sindacato rosso, con l’aggiunta servile della Uil, è perfettamente coerente e in sintonia con la rottura sistematica di qualsiasi accordo o dialogo con il Governo. Al di là del profilo, dell’identità e del programma del Governo di turno. Quando, cioè, prevale da parte sindacale il pregiudizio politico, la pregiudiziale ideologica e la concreta opposizione a qualsiasi ipotesi di accordo tra le parti sociali – emblematico proclamare lo sciopero generale prima ancora di avviare un confronto concreto e di merito con il Governo – l’epilogo non può che sfociare nella contrapposizione frontale e, speriamo di no, anche nella violenza di piazza. E questo perchè quando si invoca la “rivolta sociale”, come quotidianamente ormai ripete il capo della Cgil, tutto diventa possibile e qualsiasi modalità per contrastare le scelte del Governo diventa legittima. E non è il caso di scomodare sociologi o politologi per arrivare alla banale conclusione che siamo in una stagione dove prevale la contrapposizione ideologica e la perenne volontà di trasformare l’avversario politico in un nemico da abbattere e da criminalizzare. Sotto il profilo politico, culturale, morale e programmatico.
Ecco perchè, al di là di ciò che dice il sindacato rosso, abbiamo ancora tremendamente bisogno di non disperdere la cultura della concertazione che era, è e sarà l’unica via concreta ed efficace per evitare che il nostro paese ripercorra quelle strade che abbiamo tristemente conosciuto in un passato meno recente. Ed è anche per queste ragioni che la cultura democratica non deve recedere da questo postulato. Il radicalismo, il massimalismo e l’estremismo non sono mai stati ricette di governo. Ma solo e sempre strumenti di propaganda dove il motto ‘tanto peggio tanto meglio’ era la stella polare da perseguire.