LIFESTYLE- Pagina 9

Semi di vita, frutti di convivialità

A Villa Pasta di Burolo, l’8 e 9 novembre 2025, la due giorni dedicata ai fiori sostenibili e alla natura condivisa.

Un weekend per riscoprire il valore dei fiori come simbolo di rispetto ambientale e di bellezza autentica. È questo lo spirito di “Semi di vita, frutti di convivialità”, l’evento che si terrà l’8 e 9 novembre prossimo a Villa Pasta di Burolo, promosso dall’Associazione SlowFlowers Italy, con il patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Burolo.

SlowFlowers Italy nasce in Toscana e si ispira a movimenti internazionali presenti negli Stati Uniti e nel Regno Unito dove, già da diversi anni, ci si interroga sulla produzione di fiori da taglio. SlowFlowers Italy promuove una cultura del fiore etico, coltivato nel rispetto della stagionalità, senza pesticidi e composto senza uso di plastiche o spugne sintetiche. L’obiettivo è contrastare un’industria floricola globale ad alto impatto ambientale e restituire ai fiori la loro naturale spontaneità.

“L’associazione ha sempre organizzato i suoi incontri in Toscana, ma mi sembrava importante far conoscere questa filosofia anche al Nord – ha dichiarato Domenica Vittonatti, organizzatrice dell’evento – quando ho visitato Villa Pasta, ho sentito che poteva essere il luogo giusto: l’amministrazione comunale ha accolto con entusiasmo la proposta e da lì è nata questa avventura.Non si vende nulla. È un evento divulgativo, un laboratorio di idee e di esperienze. Arriveranno flower designer e coltivatori da tutta Italia per allestire spazi con materiali naturali, accompagnati da incontri, laboratori per grandi e bambini, momenti musicali, poetici e di danza.

Aprirà il professor Franco Fazio, con una riflessione su “un’idea di felicità sostenibile – ha concluso Vittonatti Chiuderemo invece con una conferenza sui giardini storici: un modo per valorizzare anche il patrimonio paesaggistico di Villa Pasta”.

“Desidero ringraziare Domenica Vittonatti per aver portato a Burolo l’evento ‘Semi di vita, frutti di convivialità’ – ha dichiarato il Sindaco di Burolo Franco Cominetto, promotore dell’iniziativa – quando, tempo fa, visitò Villa Pasta, mi propose di ospitare in Piemonte questa iniziativa nata in Toscana: un’idea che ho accolto con entusiasmo. È motivo d’orgoglio vedere il nostro paese diventare punto d’incontro per un progetto che unisce ambiente, bellezza e sensibilità etica. La tematica è attualissima: viviamo un periodo in cui le criticità ambientali ci impongono di riflettere sui nostri comportamenti quotidiani. Come il cibo, anche i fiori possono raccontare il nostro rapporto con la natura e segnalare i cambiamenti che la attraversano. Questa manifestazione ci invita a riscoprire gesti semplici e buone pratiche, da attuare in famiglia e nelle comunità, per costruire insieme un ambiente più sano e una qualità di vita migliore. Sono certo che, facendo rete, potremo davvero seminare un futuro più sostenibile per tutti”.

L’evento è realizzato in collaborazione fra Slowflowers, Comune di Burolo, Distretto del Cibo e del Vino del Mombarone Serra Morenica e Naviglio di Ivrea con il patrocinio della Regione Piemonte.

Mara Martellotta

Sapori di Piemonte: arriva il Bagna Cauda Day!

Torna l’appuntamento più atteso dagli amanti della tradizione piemontese: il Bagna Cauda Day. Nei weekend del 21-22-23 e 28-29-30 novembre 2025, e ancora del 29-30-31 gennaio e 1° febbraio 2026, da Asti al resto del Piemonte, fino a decine di città in Italia e nel mondo, prenderà vita una nuova edizione della manifestazione che celebra il piatto simbolo della convivialità piemontese.

Nata nel 2013 da un’idea dell’Associazione Astigiani, la rassegna ha saputo in pochi anni conquistare un respiro internazionale, restando però fedele al suo spirito originario: un omaggio autentico alle radici, ai sapori e all’identità di una comunità che ama ritrovarsi attorno a un fujot fumante.

Leggi tutte le informazioni su piemonteitalia.eu: https://www.piemonteitalia.eu/it/eventi/dettaglio/bagna-cauda-day-2025-26

Il mare sotto i portici: “La Costa”, l’anima mediterranea di Torino

SAPORE DI SALE, STORIE DI CUCINA 

di Vincenza Giustino

Passeggiare sotto i portici di Torino in una serata autunnale fredda e ventosa riporta alla mente nostalgie di stagioni lontane, di giornate luminose e vacanze ormai passate, quando il vento del mare ti accarezzava e ti lasciava il sale sulla pelle.

Ed è proprio lì, in quell’angolo di corso Vittorio Emanuele II dove un tempo sorgeva lo storico Caffè Stadium, che quell’onda di ricordi ti trasporta… e ti fa approdare a La Costa. Un locale che, nel nome, evoca il mare, ma che oggi racconta anche un nuovo modo di vivere Torino, tra memoria e modernità.

Per alcuni torinesi quell’angolo era un punto di riferimento per il caffè storico, ma pochi sanno che in quella zona sorgeva davvero uno “Stadium”. In occasione dell’Esposizione Universale del 1911 fu costruito lì un grande complesso sportivo, proprio accanto alla vecchia Piazza d’Armi. Non solo: quella struttura fu il primo stadio del Torino e, all’epoca, uno dei più grandi mai realizzati –  persino più imponente di quelli di Atene e di Londra.

L’area dello Stadium (1910-1946)

Oggi quello spazio racconta un’altra storia: La Costa, ristorante dallo spirito del mare, ha raccolto l’eredità dello Stadium trasformandola in un ritrovo contemporaneo e creativo, che porta sulla tavola un’idea di Torino che guarda al mare.

Un pescato sempre attento alla stagionalità del pesce e degli ingredienti, alla qualità delle materie prime e all’equilibrio dei sapori: il tutto accompagnato da una cantina di vini studiata per abbinare al meglio ogni piatto- non solo di mare, ma anche di terra- per non dimenticare il legame con il territorio, come i plin della tradizione piemontese al sugo d’arrosto o il brasato della tradizione al Barolo. 

Dal mare arriva un polpo cotto in tre versioni, tenero, profumato, che racconta tecnica e passione. Poi la tartare di tonno, precisa e raffinata, fino ai sapori che ti fanno viaggiare in costiera amalfitana, con le linguine di Gragnano con scampi e limoni ischitani; un omaggio a nonna Maria, dal gusto sublime e che si scioglie in bocca e ti porta lì sulla costa. Ma anche proposte di terra, come una mozzarella di bufala o gli spaghetti ai tre pomodori del piennolo del Vesuvio, e molti altri piatti che raccontano una cucina capace di avvolgerti con quel comfort fatto di semplicità

Un gusto che ti strega, ti avvolge e ti riporta lì, per qualche ora, in una location intima e raffinata che sa di casa, ma che rincorre sempre l’innovazione nel modo di presentare gli aromi del mare e della sua natura – quella che, come un’onda, ti porta via in un equilibrio di sapori autentici e veri. E anche se a Torino il mare non c’è, qui, tra profumi e delizie la Costiera Amalfitana sembra davvero a un passo.

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Chieri si prepara alla Fiera Nazionale di San Martino

Tutto pronto per la 47^ edizione della tradizionale “Fiera” che, per cinque giorni, parlerà di “sapori”, “cultura” e mille “curiosità” del territorio

Dal 7 all’11 novembre

Chieri (Torino)

Presentata nei giorni scorsi presso la “Sala Panoramica” della sede della “Città Metropolitana di Torino”, è ormai pronta al via la chierese “Fiera di San Martino 2025”, con un’edizione – la 47^ – più che mai ricca di novità, spettacoli, sapori del territorio, cultura, saperi artigianali e sicuramente con tutte le carte in regola per una grande partecipazione cittadina. E non solo. Da venerdì 7 a martedì 11 novembre, saranno cinque giorni pieni pieni di eventi capaci di coinvolgere, ai più vari livelli, chieresi e “forestieri” dei dintorni.

“La ‘Fiera di San Martino’ – dichiara Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri e Consigliere con delega all’‘Ambiente’ della ‘Città Metropolitana di Torino –  rappresenta, da sempre, uno degli appuntamenti più sentiti e identitari per la nostra comunità. È un momento di incontro, di scambio e di riscoperta delle nostre radici, ma anche un’occasione per guardare al futuro con spirito di innovazione e condivisione. Anche quest’anno vogliamo rinnovare questo legame profondo tra la città di Chieri, il suo territorio e le persone che lo animano ogni giorno: agricoltori, artigiani, commercianti, associazioni, famiglie e giovani. Questa edizione in particolare non sarà soltanto un evento di tradizione, ma un laboratorio vivo di valorizzazione del territorio. Vi aspettiamo numerosi per vivere, ancora una volta, la nostra Chieri in tutta la sua bellezza e vitalità”.

Prima novità di quest’anno, l’organizzazione affidata per la prima volta alla “SGP Grandi Eventi”, realtà, con sede a Carpi (Modena), che vanta un’esperienza trentennale nell’ideazione e gestione di grandi momenti ed iniziative di marketing territoriale, attiva in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana ed Umbria. Accanto ai tradizionali connotati da anni identificativi della “Fiera”, la promessa di quest’anno è l’aggiunta di alcune “frizzanti novità” pensate per coinvolgere e appagare un pubblico sempre più ampio e variegato. Ecco allora alcune delle tante proposte in agenda.

Per gli “amanti del buon cibo” Piazza Cavourospiterà l’area somministrazione aperta tutto il giorno fino a tarda sera, consentendo di fermarsi per un aperitivo, pranzare, cenare, degustare prodotti tipici, in stand gastronomici selezionati che proporranno piatti tradizionali o innovativi, prodotti del territorio e specialità stagionali. Un ulteriore punto forte dell’edizione 2025 sarà la presenza di “critici gastronomici”di fama nazionale che condurranno il pubblico nel degustare e commentare le specialità locali protagoniste della “Fiera”, dal “Freisa”, al “grissino Rubatà”, dalla “focaccia dolce” al “Galucio ‘d Cher”. Prim’attori, due grandi firme del “giornalismo gastronomico” italiano: Edoardo Raspelli (protagonista di un talk sulla “panificazione piemontese” in dialogo con Mario Fongo, il “Panatè” di Rocchetta Tanaro e con Elisa Merlo dell’ Agriturismo “San Desiderio” di Monastero Bormida) e Paolo Massobrio, che condurrà un focus sul “distretto del cibo” e un incontro dedicato alla “carne piemontese”. Sempre restando in tema culinario (ma anche artigianal-artistico), uno dei momenti più attesi della cinque giorni chierese sarà la presentazione della maxi installazione “Chieri”, una scritta in “formato xxl” realizzata interamente in “focaccia dolce”. L’opera, composta da oltre 30 focacce artigianali per un peso complessivo di più di 30 chilogrammi, avrà dimensioni imponenti – 4,5 metri di lunghezza per 1,5 di altezza – e rappresenterà il tributo a uno dei simboli della gastronomia chierese, realizzato da “maestri pasticceri locali” per celebrare il valore del lavoro artigiano e delle eccellenze piemontesi. Piazze e vie del centro storico ospiteranno spettacoli itineranti: performance circensi e musicali (particolarmente attesi “I Tamarros” e la “Brianza Parade Band”), senza dimenticare anche momenti speciali per i più piccoli, con laboratori e animazioni pensate per le famiglie. Le attività commerciali di Chieri saranno chiamate a svolgere un ruolo centrale: negozi, ristoranti, bar, botteghe artigiane parteciperanno con iniziative promozionali, vetrine a tema, menù speciali ispirati ai prodotti del “Distretto del Cibo”.  Immancabile anche l’appuntamento con la “storica esposizione di macchinari agricoli”, la fattoria e i laboratori didattici, che caratterizzano la “Fiera” fin dalle sue origini.

Momento clou, la consegna del nuovo Premio “Chieri D+”, onorificenza istituita per dare lustro a persone e realtà che si sono distinte nel campo culturale, sociale ed economico della città e che per il 2025 sarà conferito a Sergio Cherubin, musicista, promotore e ideatore del Progetto “Drum Theatre”, per il suo costante impegno nell’offrire percorsi educativi tesi ad avvicinare bambini e ragazzi alla musica attraverso spettacoli coinvolgenti e dinamici. Per ulteriori info e programma dettagliato:www.sgpgrandieventi.it o www.comune.chieri.to.it

g.m.

Nelle foto: Le Istituzioni alla presentazione in “grembiale da festa” e immagini di repertorio

Alcott riapre il Flagship a Torino tra stile e tecnologia

Il 31 ottobre scorso ha riaperto in piazza Castello, a Torino, il punto vendita torinese del brand maschile contemporaneo Alcott, parte del Gruppo Capri, a cui fa capo anche Gutteridge. Nell’ambito del percorso di rebranding, e quello di rinnovamento che sta ridefinendo la propria identità, Alcott riapre il suo spazio di piazza Castello, pronto ad accogliere i clienti con un format moderno e interattivo. La riapertura del punto vendita torinese si inserisce in un più ampio piano di espansione nazionale e internazionale del marchio, che fa parte del Gruppo Capri, realtà napoletana proprietaria anche del brand Gutteridge. Dopo la recente riapertura della sede di via Torino, a Milano, il progetto proseguirà con nuove aperture in Italia e all’estero, tra cui Sorrento e cinque nuovi store in Marocco. Il negozio di Torino presenta un ambiente completamente rinnovato, dove design, tecnologia e interazione si fondono per offrire una shopping experience evoluta: dall’integrazione dell’IA, nel customer care, fino alle casse self service, e a un layout immersivo che accompagna il cliente in un percorso dinamico tra moda e innovazione.

“La riapertura dello store di Torino rappresenta un nuovo passo nel corso di crescita e valorizzazione del marchio Alcott – dichiarano Salvatore e Francesco Colella, AD del Capri Group – questo progetto incarna la nostra visione di retail esperienziale, capace di coniugare tecnologia, design e relazione con il cliente, rafforzando al contempo la presenza del Gruppo sui mercati nazionali e internazionali”.

Gian Giacomo Della Porta