LIFESTYLE- Pagina 84

Torino al passo con i tempi: una cena in tram alla scoperta della città sabauda

SCOPRI-TO: ITINERARI E SORPRESE TORINESI
“Se dovessi disegnare la società, mi piacerebbe che sul tram, sul metro, su una panchina ci fosse un posto riservato ai lettori di un libro.” Frase celebre rivisitata di Fabrizio Caramagna che ci porta a pensare quanti chilometri hanno percorso i tram torinesi e quanti personaggi importanti hanno usufruito di quei sedili scricchiolanti, ognuno con la sua storia…
Alla fine del 1800 i tram erano vagoni trainati dai cavalli e proprio Torino è stata la prima città italiana ad averli; dal primo dopo guerra diventarono più simili a come li conosciamo oggi, avevano due carrozze una dietro l’altra e si muovevano su rotaie. Con il passare degli anni si sono evoluti per stare al passo con i tempi, fino ad oggi, ormai quasi tutti elettrici. Il 30 gennaio 1988 Torino creò il primo tram Europeo con ristorazione a bordo.
L’inventore fu Franco Rosso che organizzò all’interno di un tram un vero e proprio ristornate con tavole imbandite e menù tipici torinesi avvalendosi dell’aiuto del noto architetto Giorgetto Giugiaro. Agli albori il tram poteva ospitare fino a 40 commensali e faceva due tour uno a pranzo e uno al desio. Il fascino di un tempo è ancora attuale, i tram che effettuano questo servizio per GTT sono Ristocolor e Gustotram che, oltre ai pasti principali, propongono succulenti ed apprezzati aperitivi per circa 32 persone, i tavoli sono da quattro commensali, quindi per coloro che prediligono essere solo in due vi è un supplemento da pagare.

Il tram Ristocolor è un mezzo molto caratteristico con colori esterni che ricordano i quadri in stile Pop-art e con colori accesi che vanno dal giallo al bianco al rosso, l’artista che ha progettato la grafica è Ugo Nespolo, un pittore piemontese molto noto soprattutto negli anni ’60.
Gustotram invece ricorda i primi tram del ‘900 con il suo gusto retrò color panna e rosso.
Per entrambi i tram la ristorazione è affidata al personale del locale Slurp, che propone una cucina realizzata con materie prime d’eccellenza e tipiche del territorio piemontese, adatte a tutte le esigenze anche per vegani e vegetariani.
“LE TRE VARIANTI DEL RISTORANTE IN MOVIMENTO”
Esistono tre differenti tour, l’aperitivo di circa un’ora, la cena classica di giovedì e venerdì che dura un’ora e mezza e la cena gourmet solo il venerdì e il sabato di circa due ore. I prezzi vanno dai 25 ai 50 Euro a persona. Tra le prelibatezze piemontesi spesso si trova il tomino, la millefoglie di asparagi e grana padano, i risotti, i tipici plin, il cremino allo zabaione il tutto accompagnato da ottimi vini e bevande analcoliche.
Durante il tragitto si percorrono le vie principali del centro ad andatura molto lenta e costante non solo per evitare eventuali problemi ma in particolare per apprezzare il cibo e riempirsi gli occhi con le meraviglie di Torino. Il percorso infatti prevede tra gli altri il passaggio al parco del Valentino, la Mole Antonelliana, i grattacieli e la piazza Castello.
Molti sono gli eventi che vengono creati sul tram, ad esempio quello dedicato al salone del libro dal titolo “Attraverso lo specchio” dove vi erano piatti tipici delle storie più famose di tutti i tempi, oppure quello per il club sandwich di Orgoglio e Pregiudizio con il timballo di maccheroni del Gattopardo.
I RISTO-TRAM IN GIRO PER L’ITALIA E NON SOLO
Anche Milano da qualche anno offre questo servizio girando per il centro città e offerendo quattro portate più un aperitivo al costo di 70 Euro a persona.
A Roma troviamo il Risto-tram che offre due tipi di biglietti in base all’evento e che promette serate indimenticabili di grande festa percorrendo le vie principali della capitale.
In giro per il mondo troviamo questo servizio ad esempio a Copenhagen dove offrono un tour con cena sui loro tram, molto differenti da quelli torinesi, più ristretti all’interno dove vengono proposti cibi tipici ed in particolare gli hamburger proposti nei menù nelle diverse varianti in uso e apprezzate nel territorio. Per il prezzo si paga il piatto ordinato e non c’è un prezzo unico a menù come per i tram torinesi.
LE EMOZIONI DELLE CENE SUI TRAM
Sicuramente mangiare su un tram ha un fascino particolare specialmente quando gli anziani ci ricordano che un tempo, in tram, si correva da una parte all’altra della città e a volte bisognava portarsi dietro il famoso baracchino per i torinesi o la schiscetta per i milanesi e magari in quegli istanti ci si sentiva strani a mangiare cibo ormai quasi freddo da un contenitore che lasciava comunque odori che permeavano tutto il tram e facevano voltare i passeggeri ad osservare incuriositi.
Ecco che Ristotram di Torino vuole abbattere questa visione creando in primis un design interno che assomigli ad un vero e proprio ristorante, pareti dipinte, tovaglie, tovaglioli eleganti e calici vetrati.

L’atmosfera risulta così molto accogliente, distante dalla visione di un cibo consumato di fretta, la musica in sottofondo aiuta ad immergersi ancora di più nella Torino barocca che si scorge guardando dai finestrini, una Torino illuminata e maestosa che sorprende i turisti e ne meraviglia ancora anche il pubblico torinese. La cena sul tram risulta così un’esperienza unica, diversa nel suo genere, a tratti romantica, come le coppie che amano festeggiare i propri anniversari in giro per la città. Vi è inoltre la possibilità di noleggiarli interamente per una serata in caso di eventi personali come gite di gruppo o eventi aziendali. Per questi ultimi risulta molto utile cenare sul tram per meravigliare i propri dipendenti o clienti, mostrandogli Torino e consolidando i rapporti pur senza parlar molto di lavoro, emerge infatti da numerosi studi che essere in un ambiente rilassato e con del buon cibo possa aiutare a trovare dei punti comuni e nuove strategie, conviene però non farlo dopo la cena perché si rischia di addormentarsi in quanto numerose sono le portate a base di carboidrati che possono portare al rilassamento e alla sonnolenza! Sicuramente l’esperienza è rilassante anche grazie alla natura che Torino ha nei suoi parchi come quello del Valentino presente nel percorso del tram, ricerche scientifiche confermano che osservare le piante e tutto ciò che ha a che fare con la natura stimoli gli ormoni del benessere, Torino è quindi ricca di questi spunti e vederli su un tram mentre si mangiano prelibatezze è sicuramente la strategia migliore.
(foto di copertina Michele D’Ottavio)

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NOEMI GARIANO

Sono milionario, anzi sul lastrico

Ai tempi del totocalcio, unico gioco a scommesse oltre al totip ed all’enalotto che però avevano meno sostenitori, i “tredici” erano attesi non soltanto da chi aveva giocato ma anche da chi sperava di scoprire chi fosse il vincitore.

Col passare degli anni e le modifiche intervenute non soltanto nella società ma anche nei regolamenti di gioco, il superenalotto ha sicuramente spodestato gli avversari ed ogni settimana ci si aspetta di vedere se il jackpot aumenterà o verrà finalmente vinto e da chi.

Non so voi ma io mi sono sempre domandato, pur non giocando, nel casso vincessi o ereditassi una somma simile cosa farei, come la impiegherei e come cambierebbe la mia vita; personalmente continuerei a condurre la vita attuale almeno fino alla pensione salvo, forse, permettermi un’auto più comoda, un monolocale dove lavorare senza interferire con le abitudini di casa e poco altro.

Quanti ne conosciamo anche solo per sentito dire che, invece, da milionari sono precipitati in miseria?

Ho cercato indietro nel tempo le vincite che hanno fatto notizia e vi sono notizie decisamente curiose. Andando al 1947 salta all’occhio la storia di Pietro Aleotti, trevisano, che vinse 64 milioni di lire ma non si accorse di aver realizzato un “12”. Fortunatamente, avendo indicato il suo nome sul retro della schedina (all’epoca era possibile) fu rintracciato e poté ricevere il premio.

Altre volte, invece, un montepremi record viene diviso fra così tanti vincitori da rendere il premio pari ad uno stipendio. E’ il caso del concorso n. 17 del 5 dicembre 1993, il cui montepremi raggiunse la cifra record di 34.470.967.370 lire; peccato che a realizzare il “13” furono 1.472 giocatori che intascarono, comunque, circa 12 milioni a testa, giusto il costo di una berlina.

Il rischio è in agguato quando la vincita è clamorosa e chi vince non è abituato a tali somme o non è pratico del mondo della finanza; in più occasioni qualche vincitore, mal consigliato o per aver voluto far di testa sua, ha investito fino all’ultimo centesimo in azioni, quindi un investimento ad alto rischio, ritrovandosi poi, per il lunedì nero di Wall Street nel 1987 o per lo scoppio della bolla tecnologica all’inizio di questo millennio, per la crisi finanziaria del 2008 o la pandemia di COVID-19 a vedere azzerati o quasi i propri investimenti.

Ma il rischio davvero maggiore è quello di sottovalutare la diminuzione della nostra vincita (o eredità) man mano che la erodiamo in cene e spese pazze.

Ricordate il film “Eccezzziunale veramente” in cui l’interista Franco (uno dei tre personaggi interpretati da Diego Abatatantuono) ritenendo di aver fatto “13” al totocalcio comincia a spendere in auto, hotel, videoregistratore, spese superflue, oltre a licenziarsi dal lavoro, salvo poi scoprire che la schedina era fasulla, sostituita dai suoi amici con una riportante i risultati a fine partite.

Ecco, ho conosciuto alcune persone che agivano nello stesso modo, anche con il TFR: cosa vuoi che siano diecimila euro? Ne ho vinti un milione. Poi era la volta di altri settantamila per l’auto desiderata da anni e così il capitale si avvicinava ai novecentomila… poi la casa, il gioiello alla compagna, le vacanze da sogno e alla fine la banca ti augura lunga vita, almeno quantane basta per rientrare dal rosso.

E’ nella natura umana, salvo rare eccezioni, non programmare a lungo termine perché meno gratificante, perché mentalmente faticoso, perché troppe sono le variabili coinvolte; si preferiscenavigare a vista salvo poi ritrovarsi sugli scogli o in secca.

La componente caratteriale di un individuo ha sicuramente una parte notevole in questo fenomeno, ma molto è dovuto anche agli insegnamenti ricevuti in famiglia, all’imprinting: spendere tutto quanto si guadagna espone senza dubbio al rischio di uscite impreviste, non affrontabili, o di dover rinunciare a qualche evento, anche conveniente, perché non lo si era calcolato.

L’Italia era, fino ad un paio di decenni fa, uno dei Paesi con la maggior propensione al risparmio; ora siamo tra i Paesi messi peggio, dove si chiedono prestiti per andare in ferie anziché rinunciare ad esse, dove non si compra l’auto più economica ma ci si indebita pur di averne una già di fascia medio-alta, complici le aziende che applicano uno sconto sul prezzo di acquisto se accendi un finanziamento a questo scopo.

Non stupisce, quindi, che persone anche con cultura elevata, abituate ad un tenore di vita agiato, trovandosi all’improvviso a disporre di ingenti somme di denaro modifichino il loro stile di vita, per il solo gusto di farlo e non certo per bisogno, per compiacere il proprio ego, per sfoggiare uno stile di vita che non appartiene loro, trovandosi presto o tardi (solitamente presto) a possedere meno di quanto avessero prima di diventare ricchi.

La differenza tra i ricchi e gli arricchiti è sotto gli occhi di tutti: se volete recitare un ruolo che non vi appartiene oltre a dimenticare il copione rischiate di ricevere fischi anziché applausi; posso assicurarvi che diventare ricchi e poi tornare poveri è molto peggio che essere rimasti poveri.

Sergio Motta

Il Torinese… con la coda. Ecco la nuova rubrica sui nostri amici a 4 zampe

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IL TORINESE… CON LA CODA

Primo appuntamento di una nuova rubrica sul Torinese, e speriamo di una bella avventura.  Ci presentiamo, siamo medici veterinari, dottoressa Federica Ferro e dottor Stefano Bo, titolari dell’omonimo ambulatorio veterinario, ovviamente a Torino. Con noi lavorano vari colleghi che spero avremo modo di presentarvi nel tempo. Ci conosciamo e lavoriamo insieme da più di 20 anni e incredibilmente andiamo ancora d’accordo, vorremmo trasmettervi la nostra passione e la nostra competenza riguardo ai vostri animali. Abbiamo “interrogato” amici, parenti e clienti, su quelle che possono essere le curiosità e le notizie che piacerebbe leggere sul Torinese e ne abbiamo fatto tesoro. Sappiamo quanto i nostri animali siano diventati parte integrante della vita di ognuno di noi, quanto sia di moda l’argomento, e per questo spesso si leggono cose non corrispondenti alla realtà, ci auguriamo di fugare dubbi e di screditare le cosiddette “fake news”. Sarà nostra cura proporvi vari argomenti sul benessere, la storia e alcuni aspetti clinici dei vostri cani e gatti, e ascoltare le vostre richieste in merito. Se ci piaceremo, potremo approfondire vari argomenti, anche rispondendo a vostre specifiche richieste. Quindi, partiamo!

 

La prima visita

Essendo il nostro primo articolo su “Il Torinese”, vogliamo dedicarlo alla prima volta che il vostro nuovo cucciolo, o gattino, va dal veterinario, ovvero la prima visita. Innanzitutto, quando arriva a casa un piccoletto, non precipitatevi dal veterinario, a meno che, ovviamente, non stia male. Dategli il tempo di abituarsi al nuovo ambiente, alle nuove persone, ai nuovi stimoli. Questa fase è molto stressante, il cucciolo, o il gattino, è stato allontanato dalla mamma e una visita dal veterinario gli procurerebbe ulteriore stress. Dategli una o due settimane per ambientarsi. La prima cosa da fare sarà poi quella di raccogliere un campione di feci e far fare un esame coprologico. In questo modo sarà possibile rilevare l’eventuale presenza di parassiti intestinali. Questo anche se sono già stati somministrati dei farmaci antiparassitari per la cosiddetta “sverminazione” da parte dell’allevatore, del proprietario della mamma, o del canile/gattile. Esistono infatti dei parassiti che non rispondono a questo tipo di terapie e che non sono visibili ad occhio nudo, per cui è necessario, se identificati, somministrare farmaci specifici. Una volta fatto ciò, si prenota una visita clinica, che dovrà essere molto accurata, in particolare nella spiegazione di tutte le fasi della gestione del nuovo arrivato. Si procederà con quello che si definisce esame obbiettivo generale, con particolare attenzione ad eventuali sintomi riconducibili ad alcune malattie infettive, si deciderà quando e come cominciare la profilassi vaccinale e si valuterà il tipo di alimentazione da scegliere. Non fatevi problemi a chiedere più informazioni possibili, si deve creare un rapporto di fiducia con il vostro veterinario. Il primo anno di vita è molto impegnativo, il cucciolo/gattino può mettere a dura prova la nostra pazienza. Sporca in giro, distrugge tutto, spesso ingerisce cose non idonee, è richiedente e spesso i proprietari non hanno gli strumenti per gestirlo al meglio. Ricordatevi anche che ci saranno dei costi da sostenere, le spese veterinarie da mettere in conto il primo anno prevedono tre vaccinazioni, esame coprologico, eventuali test ematici, eventuale sterilizzazione/castrazione ed imprevisti vari. Da alcuni anni esiste la possibilità di sottoscrivere delle polizze assicurative per la salute dei pet, vale la pena informarsi e valutare le varie proposte. Nei prossimi articoli parleremo nel dettaglio di alimentazione, degli obblighi di legge, della profilassi vaccinale, quando iniziarla, perché e come affrontarla. Parleremo del comportamento del nostro nuovo amico e di come imparare a gestire le varie fasi di ambientamento e di crescita. L’etologia è stato infatti uno degli argomenti che più ci sono stati segnalati.

 

Yoga per alleviare la tensione lombare

YOGA SENZA BARRIERE 

 

Il mal di schiena è un problema comune che affligge molte persone, spesso dovuto allo stress quotidiano, posture scorrette o uno stile di vita sedentario.

 

La zona lombare è particolarmente vulnerabile a tensioni e dolori a causa del suo ruolo cruciale nel supportare il corpo.

 

Fortunatamente, lo yoga offre un approccio naturale e efficace per alleviare questi fastidi, aiutando a aiutando a rafforzare i muscoli lombari, migliorare la flessibilità e ridurre lo stress.

 

Ecco quattro pose yoga particolarmente benefiche per la zona lombare:

Marjariasana (Posizione del Gatto-Cane): Questa dinamica posizione yoga coinvolge movimenti di flessione ed estensione, contribuendo a rafforzare i muscoli della schiena e migliorare la mobilità nella zona lombare.

Balasana (Posizione del bambino): Questa posa offre un delicato stiramento alla colonna vertebrale, riducendo la pressione nella zona lombare e alleviando il mal di schiena.

Malasana: Questa posa aiuta ad aprire i fianchi e rafforzare la parte bassa della schiena, alleviando la tensione

Paschimottanasana (Piegamento in Avanti Facilitato): Questa posizione coinvolge un piegamento in avanti seduto che allunga la colonna vertebrale e migliora la flessibilità della schiena e delle gambe, riducendo il dolore lombare.
Per ottenere il massimo beneficio di questa posa, mantieni le gambe flesse e portare le mani al di sotto delle ginocchia. I polpastrelli si “aggrappano” al tappetino e tirano delicatamente verso il centro.

 

Namasté – @odakawithserena

SERENA FORNERO

Lettera dalla Torino romantica della seconda metà dell’800

Camminando sotto i portici di via a Cernaia verso il giornalaio Serafino e verso il Caffè riandavo alla Torino della seconda metà dell’800.

Cavour mentre va a inaugurare la Stazione di Porta Susa della linea Torino-Milano prende il Caffè da Querio (1858) poi unisce l’Italia , ma purtroppo muore troppo presto. Nel 1864 viene costruita la Caserma Cernaia , in quegli anni Don Bosco inizia la sua grande Missione con i ragazzi mentre De Amicis arriva a Torino e va ad abitare nella piazza di Porta Susa sopra il Bar del mio amico Consolato e scrive il libro CUORE, un libro che a noi ha detto molto ma poco letto dai ragazzi di oggi e che viene pubblicato nel 1886. Poco dopo Puccini scrive la Boheme, una delle opere più rappresentate , quella che canta dell’amore più romantico che nasce nelle mansarde, come quella in cui abito io. In quegli anni, dopo l’arrivo degli investimenti esteri attratti dalle grandi scelte del Sindaco Marchese Luserna di Rora’ e dalla apertura del Primo Traforo al mondo, il Frejus, nascevano le prime boite dove si costruivano le prime auto, mentre le caterinette lavoravano a far nascere la Moda italiana.  Nascevano i gianduiotti. Romantica ma laboriosa la Torino d’allora aveva saputo rialzarsi dalla perdita della Capitale mentre la Torino di oggi fa fatica a riprendersi dal Declino provocato da dei Sindaci che tanto parlavano quanto poco misuravano i risultati cosicché Baricco oggi definisce Torino il più bel Quartiere di Milano. Oggi che la linea ferroviaria del Frejus è ferma, la TAV in grave ritardo, la tangenziale intasatissima.
Ma io non mi abbatto e continuò la mia battaglia contro il Declino di Torino.
Chi può mi dia una mano. Ciao a tutti,

Mino Giachino

Marron glacé diventano cake da Gerla

Autunno in pasticceria fa rima con castagne e, in soprattutto in Piemonte, con marron glacé.

Un marrone sciroppato ricoperto da una glassa di zucchero: è questa la celebre ricetta del dolce tipico dell’autunno piemontese.

Da Gerla 1927, storica pasticceria con sede principale nel cuore di Torino, si possono trovare i marron glacé artigianali preparati seguendo la ricetta tradizionale. Tutta la lunga lavorazione avviene nei locali del laboratorio in via Giotto 43 e ha inizio con un’attenta ricerca della materia prima: i marroni selezionati provengono unicamente dalla Valle di Susa e dalla Valle Pesio e devono essere di media dimensione, per rimanere morbidi all’interno e croccanti all’esterno.

Queste castagne glassate da  Gerla 1927 sono diventate anche le protagoniste assolute di una torta, Per Elisa, che si può acquistare in dimensione classica o mini cake. La creazione è firmata dell’Executive Pastry Chef della pasticceria torinese, Evi Polliotto: un cake fatto con crema di marron glacé, marron glacé in pezzi, gelée di cassis (una varietà di ribes nero selvatico) profumato con del gin, guarnito con dei marron glacé in pezzi e una ganache montata con panna, cioccolato bianco e vaniglia, e per finire crema di marroni.

La notizia ancora più buona è che, con qualche semplificazione, la ricetta della torta Per Elisa si può preparare anche nella propria cucina di casa. Ricetta in allegato.