LIFESTYLE- Pagina 67

Salsiccia di Bra, il Festival

Il Festival della Salsiccia, del Formaggio, del Pane e del Riso di Bra torna in questa edizione 2024 nella città di Bra, nel Cuneese, nota per la sua gastronomia e per gli eventi legati al food, come Cheese dal 19 al 22 settembre prossimi.

Conosciuta e apprezzata per la sua qualità e il suo sapore unico, la salsiccia di Bra è frutto di una ricetta secolare capace di unire carne di vitello di prima qualità ad una miscela di spezie.

La salsiccia di Bra rappresenta un salame non soltanto storico, ma sabaudo, che veniva preparato con carne bovina, mentre oggi nella ricetta è presente una percentuale di 20, 30% di pancetta di suino, perché nel vicino Comune di Cherasco esisteva una importante comunità ebraica che richiedeva prodotti senza carne di maiale. Il re Carlo Alberto con Regio Decreto autorizzava i macellai di Bra a utilizzare carne bovina per preparare la salsiccia fresca, unico caso in Italia. Giovedì 19 settembre inizierà la kermesse che durerà fino al 22 settembre e di cui saranno protagonisti la salsiccia di Bra, il Bra, un formaggio che vanta la DOP dal 1982, il riso e il pane. Otto le macellerie che aderiscono al Consorzio Tutela della salsiccia di Bra, che viene spesso degustata cruda.

La carne bovina magra proviene essenzialmente dalle zone del Roero e dalle vicine pianura cuneesi e torinesi, ricche di allevamenti della pregiata razza fassona. Accanto alla grande tradizione che è quella di degustare la salsiccia di Bra con il pane, un altro modo per valorizzarlo è quello di usarla come condimento del risotto.

Per il pubblico cucineranno Massimo Camia del ristorante della Morra, Filippo Oggioni del Vecchio Ristoro a Aosta, e Pasquale Laera del Ristorante Borgo Sant’Anna a Monforte d’Alba. Ognuno di loro realizzerà due piatti pensati per l’occasione, cui si aggiungeranno piatti realizzati da altri grandi chef della ristorazione italiana, Matteo Baronetto, Enrico Bartolini e Ivano Ricchebono.

Il formaggio Bra rappresenta anche un ottimo condimento per il risotto e prende questo nome perché, nonostante venisse prodotto lontano, erano i commercianti di Bra ad affinarlo e rivenderlo in tutta la regione, che è nota anche per la sua tradizione dei risotti.

Mara Martellotta

Tanti eventi per il Barbera d’Asti Wine Festival

Dal 6 all’8 settembre, sotto la direzione artistica di Luciano Ferraro, vicedirettore di Corriere della Sera, si è tenuto un ricco palinsesto di incontri tematici con importanti ospiti del mondo del vino e del cinema, della letteratura, dell’arte e dell’imprenditoria, moderati dalle firme di Corriere della Sera Luciano Ferraro, Roberta Scorranese, Isidoro Trovato.

Il Barbera D’Asti Wine Festival
e’ continuato dal 9 fino al 15 settembre con masterclass e degustazioni guidate da massimi esperti italiani e internazionali del mondo wine come Robert Camuto, Veronika Crecelius, Gianni Fabrizio, Aldo Fiordelli, Andrea Gori, Othmar Kiem, Jeff Porter, Andrea Radic, Marco Sabellico e approfondimenti sulla Barbera d’Asti e le eccellenze del Monferrato e food experience nel centro storico di Asti e presso lo storico Palazzo del Michelerio, un ex monastero del Cinquecento e presso Palazzo Alfieri ( più di 300 etichette).

 

Ho partecipato al Talk ed alla Masterclass tenuti da Jeffrey Porter

LA MIA PERSONALE VISIONE DELL’UNIVERSO BARBERA ( Talk )

GIRO DI BARBERA, UNA ESPLORAZIONE INTORNO AL MONDO ( Masterclass )
6 Barbera presenti 3 dal Mondo e 3 piemontesi .

PIZZINI
KING VALLEY 2023
N/E VICTORIA ( AUSTRALIA )
Produttori di Barbera dagli anni 60
Vigne ad mt 800, Vinificato in acciaio
16 mesi tonneaux ( 20% nuovo , 80% di vari passaggi)
Naso: fresco lineare, frutta fresca, viola
Bocca: polpa sottile ,frutta fresca, necessita ancora di bottiglia

GAIL
MADHAVAN ( MOON MOUNTAIN DISTRICT)
SONOMA COUNTY 2021
CALIFORNIA USA
103 ettari di Barbera di cui 90% vigne di 50 anni
Terreno vulcanico, fermentazione in legno
12 mesi di botte
Naso: preciso, pulito, non si sente troppo la spezzatura
Bocca: preciso e pulita, ben amalgamato e sentori ben definiti ( già terziari )

HOUNDS TOOTH 2017
CALAVERAS COUNTY
RORICK HERITAGE
OAKVILLE CALIFORNIA USA
Vigne di 100 anni , mt 450 ,1200 bottiglie
Vinificato in acciaio, 12 mesi di tonneaux ( 40% nuovo ,60% di vari passaggi)
43% a grappolo Intero
Naso: pulito, balsamico ed oscuro
Bocca: bell’equilibrio sentori già terziari di polpa tipica di Vigna vecchia ma con una freschezza isicuramente data dal grappolo intero
Molto interessante !!

LA LUNA E IL FALÒ
BARBERA SUPERIORE 2022
VITE COLTE
Selezione di varie vigne top con esposizione diverse , vinificato in acciaio, 12 mesi Barrique ( 33% nuove, resto vari passaggi)
Naso: equilibrio, sentori di burro, pulito tutti i descrittori della Barbera perfetti ( viola, liquirizia e vaniglia)
Bocca: estrema pulizia ,compattezza in bocca e precisione di descrittori tipici della Barbera( sottobosco, liquirizia e vaniglia)
Una super Barbera didattica !

IL BOTOLO
BARBERA SUPERIORE 2020
NIZZA MONFERRATO
Terreni calcarei e argillosi , mt 220 , Mantilera vigne di oltre 30 anni
14 gg sulle bucce,Vinificato in acciaio, poi 6 mesi Barrique e Botti di varie dimensioni
Naso: pulito, con forti sentori di vaniglia , ciliegia marasca e menta
Bocca: pulito e ben amalgamato , ma ancora con troppo sensori di legno .ha necessità di bottiglia.

PICO MACCARIO
TRE ROVERI 2021
NIZZA
MOMBARUZZO( AT)
Terreni alluvionali marini con depositi molto antichi, 20 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio, 12 mesi Botti di varie dimensioni
Naso: sentori di frutta matura e vaniglia, molto pulito e preciso
Bocca: Sorprendente morbidezza e rotondità. Finale lungo e persistente

TRA I VINI DEGUSTATI AI BANCHI
Ecco i miei preferiti ed alcune sorprese…

CARLINdePAOLO
BRICCO DELLA CAPPELLETTA
BARBERA SUPERIORE 2020
SAN DAMIANO D’ASTI
Terreni argillosi, vinificato in acciaio a capello sommerso per 15 gg poi 12 mesi di botti francesi da 1500, mono vitigno
Naso: fantastico equilibrio e sentori terziari . grande balsamicità, eucalipto, pepe nero, spezie, bouquet di fiori rossi, ribes e amarena, cacao
Bocca: pulito ,equilibrato e di grande persistenza nel finale balsamico e di cacao .

CARLINdePAOLO
BRICCO DELLA CAPPELLETTA
TERRE ALFIERI
NEBBIOLO 2017

Terreno argillosi, vinificato in acciaio a cappello sommerso ,sulle bucce per almeno 15 giorni a temperatura di circa 28°. Manolattica in Barrique di rovere francesi. affinamento di 12 mesi in Barrique

Naso: assolutamente fantastico ed equilibrato con note terziarie, di cuoio , liquirizie , note di grafite, pepe nero e noce moscata, rosmarino e piccoli frutti rossi, balsamico, tabacco, viola .
Bocca: mantiene l’eleganza e la pulizia presenti al naso e un pizzico di durezza dovuto all’annata. lieve cacao sul finale. Palato pieno, caloroso e avvolgente, di buona sapidità e freschezza.

CASCINA CASTLET
POLICALPO 2019
MONFERRATO ROSSO
COSTIGLIOLE D’ASTI

POLICALPO è un blend di 60% Barbera e 40% Cabernet Sauvignon , vinificato in acciaio poi
12 mesi barriques dove acquista armonia ed eleganza long time .
Naso: equilibrato ed armonico e di grande complessità
Bocca: Di grande struttura e complessità, mantiene una notevole eleganza dove il legno si sente molto poco. Da accostare a piatti di carne , alla selvaggina e ai formaggi stagionati.

GARESIO
BARBERA D’ASTI 2022

vigneti a Castelnuovo Calcea nel territorio della denominazione Nizza.Fermentazione e macerazione a bassa temperatura a contatto con le bucce per circa 14 giorni . affinamento in botte da 5000 di rovere austriaco per circa 3  mesi.
Naso: pulita, fresca e frutta giovane Ok mi è piaciuto
Bocca: Bella frutta equilibrata ed armonica che mantiene pulizia in bocca ed invita alla beva .

LA MONTAGNETTA
BARBERA P-CIT 2023
ROATTO ( AT )
Vigne di Piovà Massaia, collina Spinej, e Roatto, collina Montagnetta , 250 mt , terreni con argille a medio impasto, 20 gg sulle buccie ,
Vinificato in acciaio
Naso: fruttato con note di erbacee, caramello, lampone
Bocca: pulito equilibrato e preciso con descrittori sottili . Buona persistenza
Questo è l’esempio di come la mano del produttore (Domenico Capello ) fa la differenza!

Alla prossima!

LUCA GANDIN

Una vita viva

Quanti di noi vorrebbero una vita viva e invece, per un motivo o per l’altro, si accontentano del solito tran tran quotidiano? Che significa avere una vita viva? Per ognuno questa frase assume aspetti differenti in relazione a valori, desideri, passioni e bisogni personali.

Purtroppo, invece, la realtà quotidiana della maggior parte delle persone è di costruire una sorta di nido sicuro e confortevole… e poi di addormentarsi lì. Ci si accontenta spesso di un lavoro che assorbe gran parte del tempo e delle energie, che finisce con il succhiarci l’anima.

E il cui scopo principale, almeno sotto il profilo economico, è di metterci nella condizione di pagare i conti del nido (nodo?…) sicuro e confortevole. Ci si accontenta spesso della “zona di comfort”, e magari di una relazione che “ha superato la data di scadenza”.

Sopportando ogni giorno la noia e il disagio che ne derivano. Si preferisce spesso continuare a camminare in un sentiero di “aurea mediocrità”, di cui restiamo prigionieri, mentre i giorni della nostra vita inesorabilmente se ne vanno.

Se non intervengono elementi esterni, talvolta sgradevoli se non addirittura drammatici, che, come un sasso gettato nello stagno, arrivano a sconvolgere l’andamento monotono e scontato di molte esistenze, restiamo immobili guardando la vita che passa.

Non si tratta di rivoluzionare il nostro mondo e le nostre abitudini, ma più semplicemente di dare alla nostra quotidianità qualcosa di diverso che ci rimetta nelle condizioni di tornare ad assaporare la vita. Qualcosa che ci riporti un po’ ai giorni della nostra infanzia.

Dove tutto era luminoso, e scoperta, e desiderio di vita. Ma come e cosa possiamo fare per superare la paura che ci prende appena pensiamo di uscire da quella sorta di “Truman show” nel quale magari ci siamo via via cacciati? Ne riparliamo domenica prossima su “Il Torinese”!


Roberto Tentoni

Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore

Rubrica su “Il Torinese” STARE BENE CON NOI STESSI

Senior housing? Presenti!

Da anni siamo abituati a sentire parlare di RSA, di strutture per anziani non autosufficienti o, se sufficienti, comunque soli e bisognosi di cure.

In realtà la distinzione è netta, in funzione del grado di autonomia del paziente, ma proprio per questo la realtà va adattata al soggetto.

Già da alcuni anni, almeno per i più giovani, sono nate le cosiddette cohousing cioè abitazioni condivise sia per ridurre l’impatto economico (ma è l’aspetto minore) che per condividere spazio e tempo, cioè vivere insieme, pur senza alcun vincolo affettivo.

Se applichiamo lo stesso concetto agli anziani rimasti soli ecco che assistiamo al senior housing, cioè ad una forma di cohousing studiata per la terza età.

La Regione Piemonte è stata probabilmente la prima a formulare questa iniziativa, forte della consapevolezza che gli anziani sono in aumento ma che non tutti arrivano al traguardo con il coniuge o altre persone (familiari/amici) che possano tenere loro compagnia.

Ecco, pertanto, che le già conosciute RA, o Residenze per anziani, strutturate in camere singole dotate di toilette aventi in comune solo il refettorio, il cortile, la sala TV si trasformano in strutture dotate di due/tre camere più cucina e bagno per ogni nucleo; in molti casi gli ospiti sono liberi di uscire durante il giorno e, dunque, ridurre la percezione di abbandono o di inutilità che spesso accompagna il cambio di stile di vita.

Di fronte a società in cui la componente over 65 aumenta ogni anno, con nuclei familiari senza figli (e spesso senza altri familiari) il problema della solitudine, anche in assenza di patologie invalidanti, diventa prioritario se vogliamo definirci una società civile, in cui il welfare sia tenuto nella giusta considerazione, il capitolo della spesa pubblica contempli correttamente queste residenze, viste anche come supporto a situazioni di disagio e di solitudine che potrebbero essere prodromiche a patologie di natura psicologica.

Nei Paesi del nord Europa, da decenni la terza età è considerata con un occhio di riguardo sia per il ruolo svolto nella società durante l’età lavorativa sia come dovere sociale per chi ha contribuito alla spesa pubblica con il pagamento delle tasse.

Noi, che siamo probabilmente fanalino di coda almeno in Europa, solo ora ci accorgiamo di quanti siano gli anziani bisognosi (ma anche quelli desiderosi) di una sistemazione che non li penalizzi dal punto di vista emotivo, abitativo e relazionale.

Considerando che il costo medio di un posto in RSA si aggira sui 3000 euro a persona al mese, appare evidente come il fenomeno assuma rilevanza sociale, stante l’importo medio di una pensione, il numero di percipienti una c.d. pensione sociale, il numero sempre maggiore di invalidi e, dunque, come lo Stato attraverso le Regioni debba considerare forme alternative di ospitalità per quanti non possano restare in una famiglia tradizionale.

Nel Comune nel quale sono Sindaco stiamo valutando il fenomeno terza età nella sua interezza proprio per valutare con ampio anticipo l’evolversi del problema, di concerto con urbanisti, architetti, psicologi e medici al fine di farci trovare preparati quando il fenomeno, se non vi sarà un’inversione di tendenza, assumerà dimensioni socialmente importanti.

L’invito che mi sento di rivolgere a imprenditori, enti locali, associazioni è di orientarsi verso questa forma di socializzazione dove gli ospiti abili potranno contribuire manualmente al mantenimento della struttura sentendosi attivi, importanti e partecipando attivamente alla vita della loro microcomunità.

Come effetto secondario, non meno importante, avremmo una riduzione dei costi di gestione (e, quindi, di partecipazione) con ricaduta positiva sul costo effettivamente sostenuto dagli ospiti o, se la struttura è convenzionata, dalla Sanità regionale, a vantaggio della spesa pubblica.

Sergio Motta

Casa Ugi, eccellenza torinese per i bambini malati di cancro

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SCOPRI – To Alla scoperta di Torino

Nel 1980 nasce a Torino l’UGI, una associazione di genitori che sostiene le famiglie con bambini malati oncologici e li supporta, collaborando con l’ospedale infantile Regina Margherita; da circa 20’anni è operativa “Casa UGI” che completa l’assistenza di queste famiglie offrendo loro cure e ospitalità. Oggi abbiamo il piacere di intervistare il Presidente, Prof. Enrico Pira.

D: Buongiorno Prof. Pira, ormai non solo per Torino ma in tutta Italia “Casa Ugi” è un’eccellenza nella cura e nel sostegno dei bambini malati oncologici, qual è la vostra storia e come nasce l’associazione?

R: L’Associazione UGI nasce quale unione fra genitori che hanno avuto esperienza di un tumore infantile in famiglia che si mettono a disposizione di altri genitori con gli stessi problemi; amiamo definirci “genitori per i genitori” perché ovviamente è il genitore che guida le varie fasi della malattia del bambino. Le nostre attenzioni sono sui bambini, col tempo abbiamo fondato “CASA UGI” che è una casa di accoglienza, un dislocamento dell’ospedale.

D: Quindi i ragazzi possono essere direttamente ospitati da voi per fare le cure?

R: Nella fase acuta i ragazzi e le ragazze sono in ospedale, ma nella fase intermedia qualla delle terapie e dei controlli sono qui da noi, abbiamo 21 alloggi disponibili, da poco ne abbiamo creati alti 6 nel centro della città per ospitare famiglie più numerose.

D: Avete uno spazio per la riabilitazione?

R: Sì da circa 4 anni abbiamo messo in funzione Ugi2 dove abbiamo spostato le competenze amministrative per liberare gli spazi di Ugi1 dove abbiamo aperto una web radio che si chiama Radio Ugi, gestita sia da ragazzi guariti, sia da artisti, abbiamo anche una palestra fatta apposta per la riabilitazione dei ragazzi dopo la malattia e che stiamo ora replicando per l’ospedale Regina Margherita utilizzando le donazioni che ci stanno arrivando.

D: Ha fatto notizia la donazione di Francesco Bagnaia, pilota di moto Gp che ha donato i suoi regali di nozze a casa Ugi per devolverli all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Avete sempre bisogno di sostengo e senza risorse economiche non si può fare tutto quello che state facendo.

R: Sì sono fondamentali, spesso derivano da donazioni, lasciti testamentali e negli ultimi anni abbiamo fatto anche dei concorsi ministeriali per vincere i bandi e avere un sostengo economico.

D: Le percentuali di guarigione sono molto alte vero?

R: Le percentuali di guarigione sono del 90% sul totale, se invece andiamo a vedere per singola malattia come quelle del sistema linfopoietico sono anche superiori, questo impone di continuare a lavorare per l’inserimento sociale e poi anche in parte contribuiamo per la ricerca.

D: Voi seguite i bambini anche dopo la malattia?

R: Certo il dopo è fondamentale per bambini e ragazzi, bisogna riuscire a recuperare soprattutto il benessere psicologico, che è una complicanza che spesso incide al 50% quindi organizziamo attività sportive per dimostrare ai ragazzi che sono guariti e che sono uguali a tutti gli altri.

D: Lei ha avuto esperienza con suo figlio se la sente di raccontarla?

R: Sì, ho passato un brutto momento, ma anche lui è stato curato e ora sta bene, subito è scioccante ma poi la voglia di reagire diventa massima sia per il genitore che per il bambino, noi questo vogliamo trasmettere, vogliamo dare la grinta a chi non riesce ad averla perché si può guarire. Grazie Prof. Pira, a lei ed ai suoi collaboratori, siete un’orgoglio per la nostra città e mi permetta di chiudere il nostro incontro con il vostro motto: “Vietato smettere di sognare” perché le prospettive di guarigione devono essere alla portata di tutti.

NOEMI GARIANO

Chiude lo storico pub Shamrock Inn, per lasciare il posto ad appartamenti di lusso

Lo storico pub irlandese di corso Vittorio Emanuele, Shamrock Inn, chiuderà i battenti, e l’ultima serata di apertura sarà il 2 novembre. Ha rappresentato un locale storico per la storia torinese perché era possibile mangiarvi fino a tarda notte e scegliere tra una selezione di oltre venti birre. Nei weekend dell’autunno e dell’inverno, era difficile trovare un tavolo, da cui poter guardare le partite di calcio e di rugby. Il locale otteneva il pienone quando in città vi erano eventi come Eurovision, e il mercoledì era la serata dedicata al cabaret. Da questo locale sono passati personaggi più e meno noti, dall’ex allenatore del Toro, Juric, a Cattelan, a calciatori della Juve, fino a influencer locali e lombardi. Alessandro Borghese, con il suo format “4 RistoPub” dedicò una puntata proprio a questo locale che, ben presto, fu contrassegnato dalle numerose feste erasmus. Dopo l’apertura del 1995, nel 2016il suo storico titolare, Giorgio Paganin, scomparso la scorsa primavera, aveva dovuto lasciare la gestione per motivi di salute. Rilevato da una società e successivamente chiuso nel 2019, è stato ripreso da Alessandro Carbonara e dalla sua società, i “Five Pints”. Purtroppo, sebbene il contratto del locale scada nell’aprile 2028, la proprietà dell’immobile ha venduto e verranno realizzate delle case lussuose che stridono con l’anima storica di un pub notturno. Lo Shamrock sarà attivo fino al 2 novembre, e promette che la serata di Halloween sarà indimenticabile. Può darsi che l’attuale gestore voglia trovare, nel prossimo futuro, un altro locale.

 

Mara Martellotta

“Colpi di testa”, la moda dei cappelli tra Ottocento e Novecento

Al castello di Moncalieri si apre la mostra temporanea

 

Al castello di Moncalieri inaugura, su invito, la mostra “Colpi di testa”, un interessante viaggio attraverso la moda dei cappelli tra Ottocento e Novecento, promossa dalla direzione del castello di Moncalieri, Residenze Reali Sabaude, Direzione Regionale dei Musei Nazionali Piemonte, con il contributo del Comune di Moncalieri, in collaborazione con Amici del Real Castello e del Parco di Moncalieri.

La mostra si sviluppa nelle stanze delle principesse Maria Letizia e Maria Clotilde, attraverso un sorprendente allestimento scenografico. I cappelli in mostra provengono da collezioni private. Si tratta di produzioni soprattutto realizzate da modiste torinesi che avevano sede nei pressi di Piazza San Carlo, come ad esempio la bottega di Gina Faloppa, in via XX Settembre, dove si trovava il negozio Tarditi e Cisero in via della Rocca, su cui si affacciava quello di Rosa e Maria Marocco. L’esposizione comprende anche creazioni di stilisti di alta moda, come quelle degli anni Cinquanta di Christian Dior e Yves Saint Laurent. Non mancano cappelli di scena utilizzati durante le opere teatrali, tra cui il copricapo che a fine Ottocento veniva indossato dalla mezzosoprano che, nell’Aida, interpretava Meneris, la figlia del Faraone. Al vernissage su invito, venerdì 13 settembre, avrà luogo una sfilata evento, e seguirà un’apertura straordinaria serale che permette al pubblico di visitare la mostra in anteprima dalle 20 alle 22.20, con biglietto a tariffa ridotta da 5 euro. Sabato 28 settembre, dalle 18.30 alle 19.30, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, un’esperta di moda dell’Ottocento, Valentina Russo, racconterà l’affascinante storia del cappello. Domenica 29 settembre, sempre con lo stesso orario, si terrà un laboratorio per imparare a realizzare accessori moda. La mostra rimarrà aperta fino a domenica 13 ottobre e potrà essere visitata nell’ambito dello stesso percorso dedicato agli Appartamenti Reali (venerdì, sabato, domenica e festivi in orario 10-18).

Castello di Moncalieri, piazza Baden Baden 4

Tel: 011 4992333

Per singoli e gruppi da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle ore 17

Tel: 011 4992355

Per le scuole

 

Mara Martellotta

Un tuffo nella storia medievale a Cocconato

La fiera medievale e il 55esimo Palio degli Asini

Cocconato d’Asti è stato il primo Comune Piemontese ad essere insignito della Bandiera Arancione del Touring Club e riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia; per le prossime due settimane si immergerà nelle tipiche atmosfere medievali.

Il settembre cocconatese, infatti, come ogni anno, trasforma questo paese incantevole in un teatro di eccellenze, in cui cultura, enogastronomia e folklore si intrecciano in un calendario fitto di appuntamenti imperdibili, che rendono la cittadina la capitale dell’ospitalità e del buon vivere.

“Questo è il momento più bello di tutto l’anno per Cocconato – spiega il sindaco Monica Marello – un periodo in cui la popolazione viene coinvolta e Comuni e associazioni locali collaborano per dare lustro al paese. Il Palio rappresenta certamente il momento clou, che coinvolge tutta la popolazione, frazioni comprese. Ma non sono da meno gli altri appuntamenti, curati dalla ProLoco e dall’Associazione Palio. Sono orgogliosa di promuovere queste iniziative, che hanno conosciuto un miglioramento di qualità sempre più grande, con una forte attenzione ai dettagli. Fiera medievale e Palio rappresentano per noi un grande investimento che ci ripaga con atmosfere uniche e momenti bellissimi e calorosi, che uniscono la nostra comunità e offrono uno spettacolo indimenticabile ai tanti turisti che ci raggiungono”.

Tra sabato 14, a partire dalle ore 18 fino a tarda notte, e domenica 15, dalle 10 alle 18, si svolge la due giorni in cui i borghi del paese allestiscono bancarelle con scene di vita animate.

Nelle taverne ricavate per l’occasione si potranno gustare piatti tipici eseguiti secondo antiche ricette medievali, serviti con il vino locale.

Saranno presenti molti artisti, come la Compagnia del Coniglio, con la danzatrice, il giullare Milfo Lo Buffon e gli Arcieri del Grifone.

Domenica 15 settembre avrà luogo la sfilata storica, con partenza dal municipio, alle 10, accompagnata dagli sbandieratori di Ferrere, che condurrà verso la Chiesa parrocchiale per la Messa solenne di benedizione dei due drappi del Palio 2024, realizzati e dipinti da Angela Bertiglia.

In serata si terrà l’investitura del capitano del Palio, Giorgio Apostolo, e il sindaco Monica Morello conferirà pieni poteri all’unico arbitro dei borghi che, per una settimana, sarà il Signore delle terre e delle genti di Cocconato.

Sabato 22 settembre si svolgerà la 55esima edizione del Palio degli Asini di Cocconato.

Sabato 21 settembre aspettando il Palio, dalle ore 19, si terrà una sfilata storica dei nobili del luogo, dei borghi, del Capitano del Palio, Conti Radicati e sbandieratori di Ferrere, che accompagnerà il pubblico verso il cortile del collegio dove si svolgerà il banchetto medievale. Intrattenimento a cura di Burgo Turris, con spettacolo di fuoco, musici Arkana e Fulet d’la Marga. Domenica 22 è la volta del 55esimo Palio, manifestazione basata sui reali avvenimenti storici del borgo tra Duecento e Quattrocento, con personaggi rigorosamente in costume d’epoca. Dopo la sfilata storica tra le vie del centro, che inizierà alle14, a partire dalle 16 prenderà il via la corsa degli Asini in piazza Melchiorre e piazza Cavour.

I borghi che si contenderanno i drappi sono Airali, Brina, Colline Magre, Morasengo, San Carlo, Torre e Tuffo.

Info e prenotazioni per le tribune per assistere alla corsa

ufficioturisticococconato@gmail.com

Tel 0141600076.

 

Mara Martellotta

 

Fusilli con pesto di fiori di zucca e salmone

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Un primo piatto delizioso, dal tono raffinato e squisitamente delicato. Una magia di colori e sapori. 
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Ingredienti 

320gr. di pasta tipo fusilli 
8 fiori di zucca 
20gr. di pinoli 
50gr. di salmone affumicato 
1 piccolo scalogno 
Sale, pepe, timo, olio evo q.b. 
***
Pulire delicatamente i fiori di zucca, eliminare il pistillo interno e tagliare a listarelle. In una larga padella soffriggere con poco olio lo scalogno affettato, aggiungere i fiori di zucca, il sale e il pepe. Cuocere per pochi minuti poi frullare con i pinoli, poco olio, ed un pizzico di sale. Nella stessa padella far saltare per pochi minuti il salmone affumicato precedentemente sminuzzato. Cuocere la pasta al dente, scolarla, saltarla in padella con il pesto ed il salmone, mantecare con un mestolino di acqua di cottura e aromatizzare con un pizzico di timo. Servire subito. 

Paperita Patty